Opera lirica in due atti KV 588. Musica di Wolfgang Amadeus Mozart. Libretto di Lorenzo da Ponte
Prima rappresentazione: Burgtheater, Vienna, 26 gennaio 1790
Fiordiligi Katarina Radovanovic
Dorabella Mara Gaudenzi
Guglielmo Davide Peroni
Ferrando Pietro Adaini
Despina Cristin Arsenova
Don Alfonso Matteo Torcaso
Direttore
Federico Maria Sardelli
Regia
Mario Martone
Ripresa da Raffaele Di Florio
Scene Sergio Tramonti
Costumi Vera Marzot
Ripresi da Rossana Gea Cavallo
Luci Pasquale Mari
Riprese da Gianni Bertoli
Assistente alla direzione musicale Simone Ori
Maestro del coro Diego Maccagnola
Coro di OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coproduzione Teatri di OperaLombardia
Allestimento Fondazione Teatro San Carlo di Napoli
Atto I
Due giovani ufficiali, Ferrando e Guglielmo, promessi sposi a due sorelle, Dorabella e Fiordiligi, vantano, in presenza del filosofo Don Alfonso, la fedeltà delle fidanzate; Alfonso, scettico, scommette una somma di denaro che anche le due fanciulle sono come tutte le altre, cioè deboli e incapaci di resistere alle tentazioni. Nel giardino della loro casa, Fiordiligi e Dorabella contemplano ammirate il ritratto dei due ufficiali e si ripromettono di affrettare i preparativi perché le nozze avvengano nel più breve tempo possibile. Preceduti da Don Alfonso, entrano Ferrando e Guglielmo, che con tristezza annunciano di essere stati richiamati in battaglia. Gli addii sono strazianti, le fanciulle si mostrano sinceramente dispiaciute; ma è troppo presto per i due giovani per cantare vittoria. Tornate a casa, le sorelle si imbattono in Despina, la cameriera, che consiglia le padrone di non affliggersi troppo, ma di prendere con filosofia la lontananza dei fidanzati. Le parole di Despina scandalizzano le sorelle, ma non certamente Don Alfonso che coinvolgerà la ragazza nel complotto. Poco dopo due albanesi – ovvero Guglielmo e Ferrando travestiti – si dicono innamorati di Fiordiligi e Dorabella, che si oppongono indignate. Guglielmo e Ferrando, una volta allontanatesi le ragazze, appaiono ancor più soddisfatti e manifestano il loro giubilo a Don Alfonso, che tuttavia vuole insistere nella burla. Sole in giardino, Fiordiligi e Dorabella vedono arrivare i due albanesi che, fingendo di essersi avvelenati perché respinti, stramazzano a terra. Le ragazze, mosse a pietà, si avvicinano ai forestieri, pregando Despina di correre a cercare un medico. Travestita da medico, riappare Despina stessa che, con una pietra miracolosa, riesce a scuotere i due finti avvelenati.
Atto II
Fiordiligi e Dorabella sembrano meno sicure dei loro sentimenti e cercano di convincersi a vicenda che non ci sarebbe nulla di male se mostrassero maggior benevolenza nei confronti dei tenaci corteggiatori. Quando giungono i due giovani, sempre travestiti, la più focosa Dorabella offre a Guglielmo, in cambio di un medaglione, il ritratto del proprio fidanzato, mentre Fiordiligi appare meno sensibile alle insistenti premure di Ferrando. Guglielmo è felice, pur rammaricandosi di dover togliere a Ferrando qualunque illusione sulla costanza della sua fidanzata. Fiordiligi vuole conservarsi fedele al suo fidanzato e decide di raggiungerlo immediatamente al campo. Ma sorpresa da Ferrando, a lui saranno sufficienti poche parole per vincere le ormai deboli resistenze della fanciulla. È ora Guglielmo a lamentarsi della sua fidanzata; ma Alfonso è lì, pronto a trarre la morale dagli ultimi eventi: è inutile disperarsi e minacciare vendetta, in quanto tutte le donne sono simili fra di loro. Cadute le ultime resistenze, Fiordiligi e Dorabella si dichiarano disposte a sposare i ricchi spasimanti, e le due coppie sono pronte per la festa nuziale; interviene un notaio (Despina mascherata), quando si ode un vicino rullo di tamburo. Alfonso annuncia l’imminente ritorno dal campo dei due ufficiali; le ragazze, spaventatissime, nascondono i due albanesi, un attimo prima che giungano, in divisa militare, Guglielmo e Ferrando. Questi fingono sorpresa nel trovare le promesse spose turbate per il loro ritorno; quando poi scoprono il contratto, mostrano la massima indignazione per il tradimento e si avviano nella stanza accanto per impartire una solenne lezione ai rivali. Poco dopo ne riescono, rivestiti in albanesi, e rinfacciano alle ragazze la loro infedeltà; queste rimangono confuse, ma alla fine l’intervento di Don Alfonso ha il potere di ristabilire fra i quattro giovani, più innamorati che mai, la pace e la desiderata serenità.