Opera in due atti. Musica di Wolfgang Amadeus Mozart.
Libretto di Emanuel Schikaneder.
Prima rappresentazione: Vienna, Theater auf der Wieden, 30 settembre 1791
Tamino Francesco Lucii
Pamina Elisa Verzier
La Regina della Notte Nicole Wacker
Papageno Pasquale Greco
Papagena Chiara Fiorani
Sarastro Renzo Ran
Monostatos Lorenzo Martelli
Prima dama Irene Celle
Seconda dama Julia Helena Bernhart
Terza dama Aoxue Zhu
Oratore/Primo sacerdote/Secondo armigero Alberto Comes
Secondo sacerdote/Primo armigero Giacomo Leone
Tre Geni Giulia Addamiano, Francesco Beschi, Teofana Prilipceanu
Direttore James Meena
Regia, scene e costumi Ivan Stefanutti
Luci Emanuele Agliati
Assistente alla regia e alle scene Filippo Tadolini
Assistente ai costumi Stefano Nicolao
Dialoghi in italiano a cura di Stefano Simone Pintor
Maestro del Coro e Coro Voci Bianche Massimo Fiocchi Malaspina
Coro di OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro Voci Bianche del Teatro Sociale
Coproduzione Teatri di OperaLombardia, Fondazione Teatro Verdi di Trieste e Opera Carolina
Nuovo allestimento
Atto I
In un antico Egitto immaginario, il principe Tamino, disarmato, è inseguito da un serpente; sfinito e quasi sopraffatto, cade svenuto. Dal tempio escono tre dame velate che uccidono il serpente e, dopo aver ammirato la bellezza del giovane principe, si allontanano per informare della sua presenza Astrifiammante, Regina della notte. Tamino, ripresi i sensi, crede di dovere la propria salvezza a Papageno, un uccellatore vagabondo vestito di piume, che canta accompagnandosi con un piccolo flauto di Pan. Papageno conferma le supposizioni di Tamino, ma è subito smascherato e punito per la sua menzogna dalle tre dame, che gli chiudono la bocca con un lucchetto d’oro; poi le fanciulle mostrano al principe il ritratto di Pamina, figlia della Regina della notte: il giovane se ne innamora all’istante. Appare nel cielo Astrifiammante, spiegando a Tamino che la figlia le è stata rapita dal malvagio Sarastro e gli chiede di liberarla, promettendogliela in sposa. Le dame donano al giovane un flauto d’oro dai poteri magici; liberato Papageno dal lucchetto, consegnano anche a lui in dono un carillon fatato e gli ingiungono di accompagnare Pamino nell’impresa.
In una sala nel palazzo di Sarastro, Pamina ha tentato di fuggire per sottrarsi alle insidie del moro Monostatos. Sopraggiunge Papageno, e Monostatos, spaventato dal suo strano aspetto, fugge. Papageno rivela alla fanciulla di essere stato inviato dalla Regina della notte, insieme con un giovane principe che l’ama, per liberarla.
In un boschetto, guidato da tre fanciulli, Tamino giunge dinanzi a tre templi: mentre l’accesso a quelli della Ragione e della Natura gli viene impedito, la porta del tempio della Sapienza arcanamente si apre. Sarastro non è un essere malvagio: Pamina è stata sottratta all’influenza materna per superiori, giusti motivi. Rivolgendo il suo pensiero a Pamina, Tamino suona il suo flauto e suona: sbucano fuori animali selvaggi d’ogni specie per ascoltarlo con gioia. Il carillon magico di Papageno costringe Monostatos e alcuni servi a danzare e marciare come automi. Compare Sarastro con il suo seguito: la giovane gli chiede perdono per la fuga, spiegandone i motivi; Sarastro glielo concede di buon grado, ma rifiuta di lasciarla tornare presso la madre. Tamino viene trascinato da Monostatos davanti a Sarastro: il principe e Pamina si riconoscono al primo sguardo e si gettano l’uno nelle braccia dell’altra. Sarastro inopinatamente ordina che Monostatos venga punito per avere insidiato la fanciulla e fa condurre Tamino e Papageno al tempio dell’iniziazione. Il coro inneggia alla divina saggezza di Sarastro.
Atto II
Bosco di palme. Sarastro chiede ai sacerdoti degli iniziati di accogliere Tamino nel tempio, dove verrà sottoposto alle prove che gli consentiranno di appartenere alla schiera degli eletti e di sposare Pamina. Tamino viene sottoposto alla prima prova: mantenere il silenzio qualunque cosa accada. Con lui è anche Papageno, convinto solo dalla velata promessa di ottenere una compagna. I tentativi delle tre dame, inviate dalla Regina della notte per costringerli a parlare, sono tuttavia respinti e alla prima prova superata Monostatos si avvicina furtivamente a Pamina addormentata: vorrebbe baciarla, ma è cacciato da Astrifiammante che, porgendo un pugnale alla figlia, le ordina di vendicarla uccidendo Sarastro. Monostatos, non visto, ha ascoltato tutto e minaccia di rivelare l’intrigo se Pamina non l’amerà. Sopraggiunge Sarastro: dopo aver scacciato Monostatos, si rivolge paternamente a Pamina e le spiega che solo l’amore, non la vendetta, conduce alla felicità.
Sala nel tempio. Tamino e Papageno vengono invitati dai sacerdoti a rimanere ancora in silenzio. Papageno però inizia a conversare con una vecchia che scompare, non appena egli le domanda quale sia il suo nome. Ricompaiono i tre fanciulli, che recano una tavola imbandita alla quale i due giovani potranno rifocillarsi prima di continuare la prova. Mentre Papageno è felice di mangiare e bere, Tamino, triste, suona il suo flauto. Sopraggiunge Pamina: alla sua gioia di rivedere l’amato, Tamino non può rispondere, e tace. Disperata, Pamina crede di non essere più amata e desidera la morte.
Antro delle piramidi. Sarastro esorta i due innamorati a pazientare, giacché altre prove li attendono. Al suono del suo carillon, Papageno medita sulla sua solitudine. Riappare la vecchia, che si rivela essere una bella e giovane Papagena, scomparendo però non appena egli cerca di abbracciarla.
Un giardino. Pamina, credendosi abbandonata da Tamino, tenta di uccidersi, ma è salvata dai tre fanciulli, che la rassicurano sui sentimenti dell’amato.
Paesaggio montuoso. Accompagnato da Pamina, Tamino supera le prove dell’acqua e del fuoco, al suono del flauto magico. Nel giardino, Papageno si dispera perché Papagena è scomparsa. Ma al suono del carillon magico, la fanciulla riappare e lo abbraccia, già progettando insieme una stirpe di Papageni. Monostatos, la Regina della notte e le tre dame tentano minacciosamente di avvicinarsi al tempio per uccidere Sarastro e i suoi accoliti, ma vengono inghiottiti da un terremoto. Subito tutta la scena viene avvolta dalla luce del sole. Sarastro e i sacerdoti celebrano la vittoria della luce sulle tenebre, mentre Tamino e Pamina vengono accolti nel regno della bellezza e della saggezza.
THE PLOT
Act I
A serpent chases Prince Tamino through a valley. When he falls unconscious, three ladies in the service of the Queen of the Night emerge from a temple and kill the beast. They leave to tell the queen, and Tamino awakens, assuming he was saved by Papageno, a good-natured bird-catcher who has just arrived. When Papageno accepts the credit, the three ladies reappear and padlock his lips to punish him for lying. They show Tamino a picture of Pamina, the beautiful daughter of their mistress, and he immediately falls in love with her. When they tell him she has been kidnapped by a magician named Sarastro, the Queen appears and asks Tamino to rescue Pamina. He agrees, and the ladies free Papageno, giving him a set of magic chimes and Tamino a magic flute for protection.
Papageno, sent ahead by Tamino, arrives at Sarastro’s palace. A villainous guard, Monostatos, is attempting to seduce Pamina, but is scared off by Papageno. The bird-catcher tells Pamina that Tamino has fallen in love with her and plans to rescue her. Pamina rejoices that she now has somebody to love, and the lonely Papageno dreams of a wife.
Three spirits lead Tamino to the entrance of a temple in Sarastro’s palace. A priest, the Speaker, informs him that the Queen is really the evil one and that the good Sarastro was merely trying to free Pamina from her mother’s dark influence. Tamino departs to find Pamina, who has escaped from Sarastro’s palace with Papageno. Monostatos soon finds them, but Papageno plays his magic bells, rendering the villains harmless. Sarastro enters and tells Pamina she is free to marry but not to return to her mother. Monostatos drags in Tamino and demands a reward, but is instead punished for his evil deeds. Sarastro orders the priests to take Tamino and Pamina to the temple for purification.
Act II
Sarastro informs the priests that Tamino and Papageno must undergo initiation rites to determine their worthiness to enter the Temple of Light. Brave Tamino and faint-hearted Papageno receive contradictory counsel from the priests and the Queen’s three ladies but decide to follow the priests’ advice. The Queen visits Pamina, commanding her to murder Sarastro. Horrified, Pamina refuses and begs Sarastro to forgive her mother. He agrees, declaring that only love, not vengeance, will lead to peace and happiness. As part of their initiation trials, Tamino and Papageno are sworn to silence. An old woman appears briefly to Papageno, declaring that she is really 18 years old and in love with him. Pamina arrives but misunderstands Tamino’s silence and leaves heartbroken.
The old woman returns to the lovesick Papageno. The Speaker promises him that if he swears fidelity to the woman, she will be the wife of whom he has dreamed. When Papageno agrees, the old woman is transformed into the young Papagena, but she is quickly ordered away by the Speaker. Meanwhile, Pamina, about to commit suicide using the dagger her mother meant for Sarastro, is prevented by the three spirits, who take her to Tamino. Pamina joins him in the final trial, and the pair emerges unscathed thanks to the magic of Tamino’s flute.
The three spirits encounter Papageno attempting to hang himself and suggest that instead he play his magic bells. When he does, Papagena appears and the two declare their love and their intent to raise a large family. Monostatos joins forces with the Queen of the Night to kill Sarastro, but their plan is foiled when their powers are magically destroyed and they are cast into eternal night. Sarastro, joined by Tamino and Pamina, celebrates the victory of light over darkness.
Die Zauberflöte, un capolavoro sopra i capolavori!
Note musicali di James Meena Direttore
Die Zauberflöte è un racconto allegorico, la cui morale è che l’armonia nella società umana può essere raggiunta solo dalla perfetta unione tra uomo e donna, e che questa unione perfetta è caratterizzata da un’uguaglianza conquistata attraverso l’amore puro e sincerità d’animo.
L’ambientazione ci mostra due regni diametralmente opposti, il Regno della Regina della Notte, rappresentato dal colore argento, e il Regno del Tempio della Saggezza, rappresentato dal colore oro. Come per molte delle opere di Mozart, a cominciare da Le nozze di Figaro in poi, quest’ opera è ricca di riferimenti a tematiche sociali e politiche che la rendono interessante da studiare e facile da amare. Attraverso la stesura di un libretto brillante, Mozart e Schikaneder si prendano gioco dell’aristocrazia. Tuttavia, tutto questo è secondario rispetto al vero motivo per cui Die Zauberflöte non è mai uscito dal repertorio classico sin dalla sua prima esecuzione nel 1791: la musica è straordinaria. Con Die Zauberflöte scopriamo un grande compositore all’apice della sua maturità artistica e creatività, immaginate se fosse vissuto altri 32 anni quanti capolavori avrebbe donato al mondo! Come un grande pittore, Mozart usa i colori primari e crea un capolavoro sopra i capolavori. La musica è semplice nella costruzione e nell’uso dell’armonia, ma mai scontata. È una composizione complessa, precisa ed equilibrata che parla sia al musicista esperto che all’ascoltatore occasionale. Ecco perché facciamo tesoro di questa gemma musicale, continuando ad eseguirla e a commuoverci grazie al genio che la ha creata!
Francesco Lucii, tenore
Inizia gli studi musicali all’età di 17 anni e si laurea in canto lirico al Conservatorio L. Cherubini di Firenze. Nel 2016 vince il premio dei giovani talenti al Concorso Internazionale Città di Pienza e il ruolo di Tamino (Die Zauberflöte) per l’Associazione Europaincanto debuttando al Teatro Argentina di Roma, al Teatro San Carlo di Napoli e al Teatro Sociale di Rovigo. Frequenta importanti masterclass con Giacomo Prestia, Rolando Panerai, Mariella Devia e Giulio Zappa. È finalista al XIII Concorso Lirico Internazionale Festival Arteincanto, al X International Lyric Competition Anita Cerquetti, al Concorso Internazionale Città di Sulmona. Debutta il ruolo de Il giullare al Teatro Mancinelli di Orvieto nella prima della produzione moderna di Paolo e Francesca di Mancinelli, diretta dal M° Marcello Panni. Nel 2022 è stato scelto in diverse importanti accademie per giovani cantanti come l’Accademia di Belcanto Rodolfo Celletti di Martina Franca, l’Accademia Puccini di Torre del Lago e la Bottega Donizetti di Bergamo. Debutta al Gran Teatro di Puccini a Torre del lago nei ruoli de Il Principe di Persia (Turandot) con il M° Michele Gamba, e di Gobin (La Rondine) con il M° Robert Trevino. Al Teatro Donizetti di Bergamo debutta il ruolo di Enrico (L’ajo nell’imbarazzo). Nel gennaio 2024 entra a far parte dell’ensemble del Teatro Regio di Torino dove prende parte alle produzioni de Il barbiere di Siviglia, Die Zauberflöte e Bastiano e Bastiana, rivolti al giovane pubblico.
Elisa Verzier, soprano
Soprano triestino, allieva di Patrizia Ciofi, debutta giovanissima al Teatro Verdi di Trieste interpretando Serpina (La Serva Padrona), Berta (Il barbiere di Siviglia), Norina (Don Pasquale). Vince il Concorso Lirico Bellini al Teatro Massimo Bellini di Catania e la 73° Edizione del Concorso AsliCo pe Giovani Cantanti Lirici per il ruolo di Donna Anna (Don Giovanni) che la porta ed esibirsi nei Teatri OperaLombardia. Nel 2022 è la Contessa ne La scuola dei gelosi al Teatro Regio di Torino. Durante la stagione 22/23 è stata membro dell’ensemble della Deutsche Oper di Berlino dove ha interpretato vari ruoli tra cui Frasquita (Carmen), Zerlina (Don Giovanni) e Musetta (La bohème). Recentemente al Teatro Massimo Bellini di Catania ha interpretato la Contessa ne Le nozze di Figaro ed è stata solista nel Messiah di Händel. Debutterà al Teatro alla Scala nel ruolo di Tebaldo nel Don Carlo per l’inaugurazione della stagione.
Nicole Wacker, soprano
Il soprano svizzero debutta nel febbraio 2022 al Teatro alla Scala nel ruolo di Charmeuse nella produzione di Thaïs. È stata coinvolta in altre produzioni scaligere quali La Cenerentola per i bambini, Il piccolo principe (prima assoluta, scritta da Pierangelo Valtinoni), Il barbiere di Siviglia e vari concerti dell’Accademia. Sempre al Teatro alla Sala è stata cover di Lucia (Lucia di Lammermoor). Nell’agosto 2022 debutta al Bregenzer Festspiele nel ruolo di Armida. Al festival Donizetti Opera 2022 debutta nell’opera Chiara e Serafina nel ruolo di Serafina. Debutta al Teatro lirico di Milano con la Quarta di Mahler sotto la direzione del M° Roberto Abbado. A gennaio 2023 è vincitrice del concorso Aslico per Giovani Cantanti Lirici per il ruolo de La Regina della Notte. Studia con i Maestri Luciana D’Intino e Christian Hilz. Attualmente sta frequentando il biennio di perfezionamento per cantanti lirici all’Accademia Teatro alla Scala.
Pasquale Greco, baritono
Piccolissimo inizia lo studio del canto e del pianoforte. Continua lo studio del canto sotto la guida di Leo Nucci e riceve una borsa di studio al Teatro Municipale di Piacenza.
Nel 2015 debutta ne Il telefono di G. Menotti al Teatro Orfeo di Taranto. Si laurea alla Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna ed entra nell’Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti di Martina Franca e del Teatro Coccia di Novara. Si specializza all’Accademia Rossiniana Alberto Zedda di Pesaro. Nel 2019 è Haly (L’Italiana in Algeri) al Festival Kirchstetten e Le Baron (Cendrillon) al Luglio Musicale Trapanese, al Teatro Coccia, al Teatro Giocosa di Savona e al Teatro Verdi di Trieste. Nel 2021 debutta al Rossini Opera Festival come Don Alvaro (Il viaggio a Reims) e nel 2022, nel ruolo di Dandini (La Cenerentola) al Teatro San Carlo di Napoli, al Teatro Vespasiano di Rieti e all’Auditorium Conciliazione. Canta al programma radiofonico Le Stelle di Raidio 3 in diretta su Rai Radio 3. Nel 2023 vince il 74° Concorso Aslico per Giovani Cantanti Lirici per il ruolo di Papageno (Die Zauberflöte).
Chiara Fiorani, soprano
È un soprano lirico-leggero di coloratura. Si è formata presso il Conservatorio di Palermo dove conseguito il diploma accademico di primo e secondo livello in canto lirico con il massimo dei voti e la lode.
Dal 2018 ha partecipato a numerosi concorsi internazionali vincendo il primo premio al Concorso Valerio Gentile, al Concorso Gino Marinuzzi, al BA Lirica I° International Voice Competition di Busto Arsizio e il premio della critica al Concorso Internazionale per Cantanti Lirici “Città di Alcamo”.
Ha debuttato numerosi ruoli operistici quali Celidora (L’oca del Cairo), Violetta (Il duello), Bastiana (Bastiano e Bastiana) presso il Teatro Massimo di Palermo, Amital (La Betulia liberata) accompagnata dall’Orchestra Sinfonica Siciliana presso il Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, Berenice (L’occasione fa il ladro) presso il Teatro Carlo Coccia di Novara e La Regina della Notte (Il flauto magico. Il suono della pace) nella tournée di Opera domani presso il Teatro Sociale di Como e in importanti teatri italiani. Recentemente ha eseguito il Concerto per soprano di coloratura e orchestra di Glière presso il Luglio Musicale Trapanese.
Renzo Ran, basso
Nato a Chongqing in Cina nel 1992, vincitore della borsa studio del Governo Cinese, si è diplomato in canto al Conservatorio G. Verdi di Torino.
Nel 2014 vince il ruolo del Commendatore al III Concorso Internazionale di Canto Lirico Clinica Cappellin. Successivamente ha debuttato in diversi teatri italiani i ruoli di Sparafucile (Rigoletto), Sarastro (Die Zauberflöte) e Un frate (Don Carlo). Ha collaborato con numerosi direttori e registi di fama internazionale.
Nel 2016 ha debuttato nel ruolo di Alidoro (La Cenerentola), Plutone (La favola di Orfeo) e Lo Zio Bonzo (Madama Butterfly) al Stadttheater Neuburg, al Scharoun-Theater Wolfsburg, al Stadttheater Schaffhausen, al Teatro Lirico di Cagliari e al Teatro Giuseppe Verdi di Salerno.
Fra il 2017 e 2018 ha debuttato il ruolo di Zuniga (Carmen) al Teatro di San Carlo di Napoli, il Padre Superiore (Il colore del sole, prima mondiale assoluta) al Teatro Pergolesi di Jesi ed al Teatro Luciano Pavarotti di Modena. Nel 2018 ha debuttato i ruoli di Hanz Schwarz (Die Meistersinger von Nürnberg) e di Don Basilio (Il barbiere di Siviglia) al National Center of Performing Art of Beijing.
Nel 2021 si è esibito nel ruolo de lo Zio Bonzo al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Recentemente è stato Sarastro nella tournée di Opera domani di Aslico presso i più importanti teatri italiani.
Lorenzo Martelli, tenore
Nato nel 1998, è diplomato in tromba e in canto lirico al Conservatorio A. Casella di L’Aquila. Attualmente frequenta l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Si è perfezionato con Maestri di calibro internazionale come Donata D’Annunzio Lombardi, con la quale studia attualmente, Zubin Mehta, Daniele Gatti, Giampaolo Bisanti, Daniele Callegari, Alessandro Bonato, Giuseppe Sabbatini, Giulio Zappa, Andrea Certa, Bruno De Simone, Roberto De Candia, Maria Grazia Schiavo. Nel 2022 debutta il ruolo di Don Ottavio (Don Giovanni) al Teatro Comunale di Ferrara e alla Daegu Opera House con il M° Leone Magiera. È vincitore della Bottega Donizetti di Bergamo per l’opera L’ajo nell’imbarazzo. Nel 2023 è vincitore del Premio Tenore Emergente al 74° Concorso Aslico per Giovani Cantanti Lirici e al 9º Concorso Lirico Internazionale di Portofino. Ha frequentato l’Accademia di Alto perfezionamento del Teatro Carlo Felice di Genova con Francesco Meli. Ha debuttato i ruoli di Nemorino (L’elisir d’amore) e Don Ramiro (La Cenerentola) nei teatri Auditorium della Conciliazione a Roma, Teatro di San Carlo a Napoli, Teatro F. Vespasiano a Rieti, Teatro P. Spontini a Jesi e Teatro Rendano di Cosenza. Al Maggio Musicale Fiorentino debutta ne La finta semplice con il M° Theodor Guschbauer, come Remendado (Carmen) sotto la direzione del M° Zubin Mehta ed è coinvolto in una tournée a Città del Capo, Johannesburg, Durban e Pretoria in occasione della festa della Repubblica Italiana. Recentemente è stato diretto dal M° Zubin Mehta nella Messa dell’incoronazione in occasione dell’inaugurazione di stagione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
Irene Celle, soprano
Nel 2014 debutta, giovanissima, al Teatro Carlo Felice di Genova come Barbarina (Le nozze di Figaro). Si è esibita in concerti ed opere in Italia e in Europa, le esperienze più importanti sono state al Gran Teatro La Fenice nel ruolo di Zerlina (Don Giovanni), al Teatro Verdi di Pisa come Violetta (La Traviata), al Teatro Rossini di Pesaro come Corinna (Il viaggio a Reims) e ha partecipato debuttando Pamina alla tournée di Opera domani Il Flauto Magico. I suono della pace.
Ha vinto premi e borse di studio in Concorsi Lirici Internazionali quali Spiros Argiris (2014, 2018), Toti Dal Monte (2015), Riccardo Zandonai (2019), Paolo ed Etta Limiti (2019), Franco Enriquez (2021), Giuseppe Taddei (Primo Premio, 2021), Marmo all’Opera (Secondo premio, 2022). Nel 2021-2022 ha frequentato l’Accademia Verdiana del Teatro Regio di Parma e l’Accademia Rossiniana di Pesaro.
Julia Helena Bernhart, mezzosoprano
Si è laureata in canto all’Università Mendelssohn-Bartholdy di Lipsia. È stata membro del Young Singer Project del Festival di Salisburgo, sotto la direzione musicale del M° Daniele Gatti e la regia di Stefan Herheim. Vincitrice di numerosi concorsi per giovani artisti, il suo repertorio comprende opere di W. A. Mozart, G. Rossini, G.F. Händel, oltre ad un vasto repertorio concertistico. Tiene regolarmente recital di lieder e concerti. È stata solista nella Nona Sinfonia di Beethoven alla Glocke di Brema, alla NDR Funkhaus di Hannover e alla Laeiszhalle di Amburgo. Recentemente ha cantato Papagena (Die Zauberflöte) al Festival di Bregenz, Tisbe (La Cenerentola) nella tournée di Opera domani di Aslico al Teatro Sociale di Como e presso i più importanti teatri italiani quali i Teatri di OperaLombardia e il Teatro Regio di Parma. Ha inoltre cantato il ruolo di Truth (Il trionfo del tempo e della verità) al Festival Oper oder Spree di Neuzelle e Cleone (Alessandro) al Theater Bamberg con l’Orchestra Junge Deutsche Philharmonie diretta dal M° Gottfried von der Goltz.
Aoxue Zhu, mezzosoprano
Nasce in Cina nel 1994 e giovanissima inizia lo studio del canto diplomandosi in Canto Lirico presso il Conservatorio di Tianjin. Nel 2018 frequenta il biennio di canto lirico al Conservatorio di Bologna.
Nel 2021 frequenta i corsi dell’Accademia Verdiana di Teatro Regio di Parma e comincia studiare con Sonia Ganassi. Nel 2022 inizia la Scuola dell’Opera al Teatro Comunale di Bologna studiando con Luciana D’intino.
Nel 2022 è stata finalista al 50° Concorso “Toti dal monte” e vincitrice del Concorso “Opera Pienza”.
Nel 2023 ha vinto come Voce Emergente al prestigioso Concorso Aslico per Giovani Cantanti Lirici.
Si è esibita in diversi concerti come solista, ha cantato nell’ambito del Festival Verdi Off del Teatro Regio di Parma e alla Festa dell’Opera del Teatro Grande di Brescia.
Ha cantato il ruolo di Maddalena (Rigoletto) presso l’Associazione Lirica Mario del Monaco di Modena, Tisbe (La Cenerentola) al Teatro Comunale di Bologna e Suzuki (Madama Butterfly) con il M° Daniel Oren. Ha cantato nell’opera civica Acquaprofonda che il Teatro Sociale di Como – Aslico ha commissionato, in coproduzione con il Teatro dell’Opera di Roma, a Giovanni Sollima e Giancarlo De Cataldo, esibendosi in importanti teatri italiani quali il Teatro Malibran a Venezia, il Teatro Alighieri a Ravenna, il Teatro Regio di Parma, il Teatro Comunale di Bolzano, il Teatro Comunale Verdi di Pordenone e il Teatro Grande di Brescia.
Nell’estate 2023 e ha debuttato il ruolo de La Sacerdotessa (Aida) al Festival Como Città della Musica del Teatro Sociale di Como con M° Enrico Lombardi. Debutterà il ruolo di Federica (Luisa Miller) con il M° Carlo Goldstein al Teatro Sociale di Como e nei Teatri di OperaLombardia.
Alberto Comes, basso baritono
Nato a Monopoli nel 1992, si è diplomato presso il Conservatorio di Bari sotto la guida del soprano Maria Grazia Pani. Ha vinto importanti Concorsi Lirici Internazionali quali il Concorso Città di Pesaro, il Lams di Matera, il Concorso Valerio Gentile, Tebaldi 100 e il Concorso Nicolaj Ghiaurov. È finalista ai Concorsi Giulio
Neri, Giuseppe di Stefano, Toti dal Monte. È vincitore del ruolo di Don Basilio (Il barbiere di Siviglia) alla 71° Edizione del Concorso Aslico per Giovani Cantanti Lirici. Tra i ruoli che ha debuttato: Dulcamara (L’elisir d’amore), Simone (Gianni Schicchi), Seneca (L’incoronazione di Poppea), Strabinio (L’impresario in angustie), L’impresario (Le convenienze e inconvenienze teatrali), Calotta (Il Cavaliere errante), Publio (La clemenza di Tito), Colas (Bastiano e Bastiana), Ernesto (La gazza ladra), L’oste (Manon Lescaut), Il Re (La Cenerentola), Fouquier Tinville (Andrea Chénier), Il Conte di Ceprano (Rigoletto), Le Bailli (Werther), Mustafà (L’Italiana in Algeri), Pistola (Falstaff) e Don Pasquale nel ruolo del titolo. Nel repertorio sacro è stato solista nel Requiem e nella Messa dell’Incoronazione K. 347. di Mozart e nello Stabat Mater di Haydn.
Giacomo Leone, tenore
Nato in Salento, classe 1988, sin da giovanissimo intraprende gli studi di canto lirico, esibendosi per la prima volta nel 2004 presso il Teatro Paisiello di Lecce. Si laurea in Scienze dei Beni Musicali presso l’Università del Salento e si specializza presso il Conservatorio di Como. Nel 2013 prende parte all’opera contemporanea 800. L’assedio di Otranto di Francesco Libetta, supervisionata da Franco Battiato e messa in scena presso i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce. Nel 2015 è Don Ottavio (Don Giovanni) alla rassegna Lecce Chamber Music Festival con la direzione del M° Francesco Libetta. È Arlecchino (Pagliacci) per la Trilogia d’autunno del Ravenna Festival 2017, e nella stagione autunnale 2018 interpreta i ruoli di Abdallo (Nabucco), Borsa (Rigoletto) e Roderigo (Otello) con il M° Vladimir Ovodok esibendosi al Teatro Dante Alighieri di Ravenna, al Teatro Comunale di Ferrara e al Teatro del Giglio di Lucca. Nella stagione 2017-2018 di Opera Pocket di Aslico interpreta Gastone (La Traviata) con il M° Jacopo Brusa e il ruolo del Remendado (Carmen) nell’ambito di Opera domani con il M° Azzurra Steri. A gennaio 2019 vince il 70° Concorso Aslico per Giovani Cantanti Lirici per il ruolo di Nemorino (L’elisir d’amore) debuttando al Teatro Sociale di Como, in numerosi teatri Italiani e alla Royal Opera House di Muscat. Nella stagione lirica 2019-2020 di OperaLombardia interpreta il ruolo di Rodolfo (Guglielmo Tell). A febbraio 2020 debutta il Duca di Mantova (Rigoletto) per la tournée di Operadomani. A dicembre 2021 è impegnato nel ruolo di Abdallo in tre concerti per la Opera Academy del M° Riccardo Muti e presso il Festival dell’Arena di Verona con la direzione del M° Daniel Oren. Nella stagione 2022-23 di OperaLombardia e della Fondazione Rete Lirica delle Marche è Gastone (La Traviata) con il M° Enrico Lombardi.
James Meena, Direttore
Direttore elogiato della critica per la sua visione artistica e la presenza dinamica sul podio di concerti, opera e balletto. Si è laureato alla Carnegie Mellon University e al Conservatorio di Musica del Baldwin Wallace University. Ha fatto il suo debutto professionale con la Pittsburgh Symphony dirigendo La Creazione di Haydn. Per diverse stagioni è stato Direttore Associato dell’Opera di Pittsburgh, dove ha fatto il suo debutto operistico dirigendo Die Zauberflöte. Ha ricoperto il ruolo di Direttore al Cleveland San Jose Ballet, alla Toledo Symphony dell’Opera Grand Rapids e alla Toledo Opera. Ha diretto numerose importanti orchestre quali l’Orchestra Sinfonica del Cairo, l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania, l’Orchestra della Toscana, la Charlotte Symphony Orchestra, la Grand Rapids Symphony, la Memphis Symphony Orchestra, la Mexico City Philharmonic Orchestra, la Orlando Philharmonic Orchestra, la National Symphony ROC, la Pittsburgh Symphony Orchestra e la KBS Symphony Orchestra. È stato Direttore ospite all’Arizona Opera, all’Edmonton Opera, al National Arts Center Ottawa, alla Manitoba Opera, alla NYCity Opera, all’Opera Pacific, all’Opera de Montreal, alla Portland Opera e alla Washington Opera. Nel 2000 è stato nominato Direttore Generale e Direttore Principale dell’Opera Carolina. Recentemente ha diretto Turandot al Teatro Antico di Taormina e al Teatro Greco di Siracusa, Le nozze di Figaro al Teatro Sociale Rovigo, La Fanciulla del West al Teatro del Giglio, al Teatro Verdi di Pisa, al Teatro Alighieri di Ravenna, al Teatro Pavarotti di Modena e al Teatro Goldoni di Livorno e La bohème al Festival Puccini di Torre del Lago.
Ivan Stefanutti, Regia, scene e costumi
Dopo una lunga collaborazione con Sylvano Bussotti, agli inizi degli anni novanta inizia a firmare le sue regie. La sua attività, in Italia e all’estero, è molto intensa, spazia dal grande repertorio dell’opera lirica, ai titoli meno frequentati e all’opera contemporanea. Firma regia, scene e costumi per numerose produzioni in teatri lirici italiani (Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Massimo di Palermo, Gran Teatro La Fenice di Venezia, Arena di Verona, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Regio di Torino, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Massimo Bellini di Catania, Teatro G. Verdi di Trieste) e teatri stranieri (NYCOpera, Opera Carolina, Toledo Opera, Teatro dell’Opera di Montecarlo, Teatro Campoamor di Oviedo, Teatro Municipale di Losanna, Anhaltisches Theater, Wiener Kammer Oper, Opèra Comique di Parigi, Festival Massenet di Saint-Etienne, Kansai Opera di Osaka, A.C.O. di Las Palmas de Gran Canaria, A.B.A.O. di Bilbao, Teatro Nazionale di Belgrado). Disegna allestimenti per i più diversi palcoscenici: dal gigantesco teatro all’aperto allestito dal Teatro dell’Opera di Roma, al piccolo ma prezioso Teatro dell’Opera di Montecarlo. Si avvicina al teatro leggero, al musical e all’operetta, diventando uno dei registi di punta del Festival dell’Operetta di Trieste. Nel 2011 inaugura la stagione del Teatro dell’Opera di Stato Ungherese a Budapest, con un nuovo allestimento del Simon Boccanegra. Nel 2014 e nel 2018 la rivista inglese The Scenographer gli dedica due numeri monografici, il primo sul suo lavoro di regista e scenografo (The eclectic world of Ivan Stefanutti) e il secondo sulla sua attività di costumista. Debutta negli Stati Uniti con La fanciulla del West a Charlotte e al New York City Opera. Lo spettacolo è stato ripreso in Italia in altri 6 Teatri nella stagione 2017/18. Nel 2021 firma regia, scene e costumi de Il barbiere di Siviglia per Aslico, in coproduzione con Shanghai Conservatory of Music e Opera Lombardia, e una nuova produzione de La traviata per il Teatro Sociale di Rovigo in coproduzione con altri 4 teatri italiani. Contemporaneamente disegna i costumi per il musical Pretty Woman. Nel 2022 lavora per la prima produzione lirica della Fondazione Giovanni da Udine: Le nozze di Figaro che l’anno successivo sarà in scena anche alla Fondazione Arena di Verona. Nell’autunno disegna i costumi per i musical Sister Act, in scena a Milano e Pretty Woman a Barcellona e Madrid.
Emanuele Agliati, Luci
Sin da bambino è affascinato dall’illuminazione degli spettacoli teatrali, a vent’anni si diploma in lighting design presso l’Accademia Teatro alla Scala. Subito dopo gli studi collabora come programmatore luci per varie produzioni di spettacoli teatrali e inizia la sua carriera spaziando tra opera, musical, danza e prosa.
Lavora come assistente a numerose opere (Falstaff, Die Fledermaus, Fidelio, Ariadne auf Naxos, L’elisir d’amore, Fille du Regiment), e come assistente di Marco Filibeck per l’opera Il piccolo spazzacamino, produzione del Teatro alla Scala. Lavora nell’ambito del musical (Phantom of the Opera, Dirty Dancing, Kinky Boots, Mary Poppins, Ghost, Charlie e la Fabbrica di Cioccolato, West Side Story, The Bodyguard, Newsies, Priscilla la Regina del Deserto, Madagascar the musical, Piccole donne), della danza (Galà Roberto Bolle and Friends e Festival “ONDance”, A Thousand Tales) e della prosa (Molto rumore per nulla, Il Mago di Oz). Cura le luci per diversi importanti fashion show. È Lighting Designer delle produzioni operistiche Idomeneo (Opera National de Lorraine – Nancy), Chiara e Serafina (Festival Donizetti), I Capuleti e i Montecchi (Rai5, Catania), Le nozze di Figaro (Maggio Musicale Fiorentino), L’impresario in angustie (opera inaugurale del 43^ Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano). Cura le luci di D’Incanto, cerimonia inaugurale per la riapertura del Teatro Donizetti di Bergamo e l’illuminazione architetturale per Stresa Festival in occasione del concerto di Patti Smith Quartet presso il Tecnoparco di Verbania. Dal 2015 è docente di illuminotecnica e disegno CAD presso l’Accademia Teatro alla Scala.
Filippo Tadolini, Assistente alla Regia
Laureatosi in architettura all’Università di Bologna, dal 2009 ad oggi collabora continuativamente con Ivan Stefanutti in qualità di assistente alla regia e alla scenografia. Tra gli impegni delle ultime stagioni figurano la nuova produzione di Tosca nei teatri di Rovigo e Treviso; Il barbiere di Siviglia per i Teatri di OperaLombardia; La Traviata a Rovigo, Lucca, Treviso, Padova e Livorno; Le nozze di Figaro a Udine, recentemente riprese per la Fondazione Arena di Verona (Teatro Filarmonico).
Durante le numerose collaborazioni con Stefanutti, ha lavorato a fianco di importanti direttori d’orchestra e ad artisti di fama internazionale. Nel 2014 ha ripreso Adriana Lecouvreur per OperaLombardia e nel 2015 al Teatro Petruzzelli di Bari lo storico allestimento de La bohème; tra il 2017 e il 2018 ha lavorato alla messinscena de La Fanciulla del West per i teatri di Opera Carolina, New York City Opera, Cagliari, Lucca, Livorno, Pisa, Modena e Ravenna; nel 2019 ha partecipato nuovamente al riallestimento della fortunata Adriana Lecouvreur per la Fondazione Arena di Verona, e successivamente è tornato negli Stati Uniti per una nuova produzione del Macbeth (Opera Carolina e Toledo Opera). Nello stesso periodo in Italia ha ripreso Tosca a Lucca, Pisa, Livorno, e ancora Adriana Lecouvreur per il Teatro Carlo Felice di Genova. Nel 2012 ha debuttato nella regia con La serva padrona nei teatri di Forlì, Ravenna e Cervia, con la direzione del M° Jacopo Rivani, e ha firmato la regia dell’opera Brundibár di Krasa, e de La serva padrona a Quito per il Teatro Nacional Sucre con l’Orchestra Sinfonica Nazionale dell’Ecuador (OSNE), diretta dal M° Nathalie Marin. È stato docente d’interpretazione scenica presso i corsi di alto perfezionamento della OSNE. Nel 2014 ha firmato la regia e l’impianto scenico della cantata La Senna festeggiante di Vivaldi per il Festival La Rocca Barocca di Giulianova.
Stefano Simone Pintor, Curatore dei dialoghi
Autore e regista, vincitore di diversi premi internazionali come l’European Opera Directing Prize, il Nano Opera di Mosca, il Biennale Music College di Venezia, il Fabbrica YAP dell’Opera di Roma e il Concorso Internazionale Opera Oggi. Ad oggi, ha scritto il libretto e curato la regia di una trentina di spettacoli per importanti enti in Italia e all’estero, fra cui l’Opera di Roma, la Biennale di Venezia, il Regio di Torino, il Theater Carré di Amsterdam, l’Het Nationale Theater di Den Haag, il Teatro Donizetti di Bergamo, il Teatro Ponchielli di Cremona e molti altri, sempre riscuotendo un grande successo di stampa e di pubblico. Fra i suoi lavori più recenti vi sono la messinscena dell’opera Falcone. Il tempo sospeso del volo per la Haydn di Bolzano e Trento e andato in onda su RAI 5, e l’opera Don Quichot di cui Stefano ha curato libretto e regia, andata in tournée in 25 teatri in Olanda e Belgio. Per Aslico ha curato due edizioni di Opera domani, fra cui un Flauto Magico andato in tournée in Italia e alla Royal Opera House di Muscat, e l’opera contemporanea Ettore Majorana. Cronaca di infinite scomparse.