Dramma giocoso in due atti. Musica di Gioachino Rossini. Libretto di Jacopo Ferretti, da Charles Perrault.
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Valle, 25 gennaio 1817
Angelina Cecilia Molinari
Don Ramiro Ruzil Gatin
Dandini Clemente Antonio Daliotti
Don Magnifico Vincenzo Taormina
Alidoro Alessandro Spina
Clorinda Eleonora Bellocci
Tisbe Elena Serra
Direttore
Yi-Chen Lin
Regia
Arturo Cirillo
Scene Dario Gessati
Costumi Vanessa Sannino
Light designer Daniele Naldi
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coproduzione Teatri di OperaLombardia
Nuovo allestimento
Atto I
Antica sala terrena nel castello del barone
Don Magnifico, barone di Montefiascone, vive nel suo castello con le figlie Clorinda e Tisbe, viziate e trattate con tutti i riguardi, e la figliastra Angelina (detta Cenerentola), costretta invece ai lavori più umili. Mentre Angelina si consola intonando un’antica canzone, un mendicante (in realtà il filosofo Alidoro, precettore del principe Don Ramiro) bussa alla porta: Clorinda e Tisbe lo respingono, mentre Angelina ha compassione di lui e gli offre del cibo. Don Magnifico e le sue figlie sono invitate alla festa che il principe darà per scegliere la sua sposa. Clorinda e Tisbe sono prese dalla frenesia e il loro cicaleccio sveglia Don Magnifico, che si alza di cattivo umore e racconta uno strano sogno, sicuro presagio di un’imminente fortuna. Sopraggiunge Don Ramiro, che – su consiglio di Alidoro – si è travestito da scudiero. Quando il principe scorge Angelina, scocca il colpo di fulmine; ma interrogata sulla sua identità, la ragazza dà risposte evasive e confuse. Intanto arriva Dandini, cameriere del principe, che del suo signore ha indossato i panni: il principe vuole restare in incognito e osservare le pretendenti per indovinarne le intenzioni. Don Magnifico, Tisbe e Clorinda rendono omaggio a Dandini, che credono il vero principe. Angelina chiede di poter accompagnare le sorelle a palazzo, ma Don Magnifico le impone di tacere, spiegando agli astanti che la ragazza è solo la governante. Don Ramiro, che assiste alla scena, trattiene a stento la sua indignazione.
Gabinetto nel casino di Don Ramiro
Dandini lusinga Don Magnifico, nominandolo cantiniere del castello; intanto Clorinda e Tisbe cercano di mettersi in buona luce agli occhi del principe. Suoni di festa annunciano l’arrivo a palazzo di un personaggio misterioso, ovvero una dama elegante che, nel togliersi il velo, rivela una rara bellezza: è Angelina, condotta al ballo da Alidoro. Pur notandone la somiglianza, nessuno in realtà la riconosce.
Atto II
Gabinetto nel palazzo di Don Ramiro
Don Magnifico e le figlie sono preoccupati per l’arrivo inaspettato della bella concorrente, che rischia di mettere tutti fuori gioco. Per mantenere nel lusso e nell’ozio le due figlie, Don Magnifico ha sperperato l’eredità di Angelina: cosicché, ora spera di far sposare una delle due al principe per risollevare le sorti del suo casato. Anche Don Ramiro è colpito dalla somiglianza tra la bella incognita e quella che ritiene la governante di Don Magnifico: ascolta di nascosto la conversazione tra Dandini e Angelina. Quando la fanciulla respinge la proposta di matrimonio del falso principe, dichiarando di amare il suo scudiero, Don Ramiro si mostra e chiede la sua mano. Ma Angelina gli dona un braccialetto e pone una condizione: sarà sua se egli saprà ritrovarla e se non gli spiacerà la sua vera identità. Don Magnifico apprende a poco a poco la verità da Dandini e vede svanire d’un tratto i suoi progetti.
Sala terrena con camino in casa di Don Magnifico
Rientrata dalla festa, Cenerentola è di nuovo accanto al fuoco e sogna del principe. Arrivano Don Magnifico e le sorellastre che sfogano su di lei la loro irritazione. Un temporale fa rovesciare la carrozza di Don Ramiro proprio davanti alla casa di Don Magnifico. Il barone tenta nuovamente di ingraziargli una delle due figlie, cercando di far passare Angelina per la governante. Ma il principe osserva su Angelina il braccialetto; tra lo stupore generale si fa riconoscere da lei e la indica come la sua futura sposa. Alidoro invita le sorellastre a rassegnarsi: Clorinda cercherà un altro marito e Tisbe chiederà perdono a Cenerentola.
Atrio con festoni di fiori illuminato
Si rende omaggio alla nuova principessa. Angelina chiede al suo sposo perdono per la sua famiglia: la sua bontà naturale le ha fatto dimenticare ogni ingiustizia.
UN INCANTO… PER TUTTI di Yi-Chen Lin
Cenerentola è una favola che ha accompagnato tutti noi: ci insegna l’importanza della generosità e dell’innocenza da quando eravamo piccoli.
Tuttavia, a differenza della versione favolistica, dove i personaggi restano se stessi fino alla fine, tutti i soggetti nell’opera rossiniana hanno l’opportunità di affrontare un cambiamento e sviluppare una loro personalità.
Prendiamo ad esempio la stessa Cenerentola: il personaggio mostra subito, fin dall’inizio dell’opera, la sua forza interiore nella prima grande cadenza, ma l’estensione della sua voce diventa anche più profonda verso la fine, il che sta a significare una più ampia capacità in senso psicologico.
E non è l’unica: quest’opera richiede dei cantanti straordinari per affrontare la sfida data dalle loro ardue parti con incredibile virtuosismo e diversità vocale. Insieme, gli interpreti creano «un nodo avviluppato, un gruppo rintrecciato», in cui musicalmente l’uno non può esistere senza l’altro, e brano dopo brano costruiscono una sorta di ‘fuoco d’artificio’, che non solo ci incanta come adulti ma è capace di risvegliare il bambino che è in noi.
UNA COMMEDIA A STRATI
di Arturo Cirillo
È affascinate entrare nel mondo musicale di Rossini, in quello strano meccanismo narrativo che si muove continuamente tra contraddizioni che diventano ossimori. Vicende spesso realistiche dove però basta un niente perché tutto si fermi ed incominci a ruotare su se stesso, producendo un movimento dalla sua staticità, come una trottola. Personaggi che sono in bilico, come ne Il teatro delle marionette di Kleist, tra emotività e meccanicità. Tutto lo fa, come non mai, la musica, più che le parole, creando sospensioni, poesia, frenetiche scorribande, momenti lirici e crudeli. Da una parte la leggerezza della favola e dall’altro un dramma borghese familiare, con patrigno, sorellastre, dote usurpata e sperperata, come troviamo ne La Cenerentola per l’appunto, in questa strana commedia a volte amara e desolata. Lei, Angelina, mi appare come un personaggio moderno nel suo rivendicare una propria felicità, alla ricerca di un uomo che abbia l’intelligenza e la dirittura morale di saper vedere dove realmente risieda la bellezza. Una donna maltrattata, aggredita, a cui non si concede di avere un nome, un patrimonio, figuriamoci la libertà di andare ad un ballo. A cui si nega financo l’esistenza: infatti, quando rischierà di diventare una possibile persona tra altre persone, grazie all’intervento fatidico di Alidoro in veste di censore comunale, si preferirà farla morire; anzi, darla per già morta. Angelina è una donna che nonostante abbia molto subìto, ha conservato una fermezza morale, e una ironica e paradossale fiducia nella vita. Per me non è una scaltra, ma una donna che rivendica una propria autonomia, il diritto al piacere e al divertimento. Poi vi è la sua famiglia, composta da due sorellastre competitive, insicure, vanesie ed ansiogene. Vittime di una grande disattenzione paterna, due ragazze lasciate a loro stesse, preda delle dinamiche della seduzione, al limite del parossismo, fiori pronti a farsi impollinare dal primo sedicente principe che passi per casa. Il loro padre, dal nome significativo di Don Magnifico, è un visionario, incapace di separare il sogno dalla realtà, desideroso di esistere solo nel suo eterno delirio di potere, ricchezza, baccanali e vino a volontà. Un bambinone un po’ crudele e ricattatorio.
Vi sono vari strati, vari gusci, in questa messa in scena. Vi è quello apparentemente più solido, sebbene in sfacelo, della casa di Don Magnifico. Vi è quello più appariscente ed effimero come una tappezzeria, fugace come un sogno, della casa di Don Ramiro, questo principe amletico, scanzonato ma capace di ardore, che non vorrebbe sposarsi, o almeno vorrebbe farlo per amore, e che poi senza accorgersene sposerà proprio colei che desidera. Quattro paggi, propagazioni del mondo favoloso del principe, saranno gli affaccendati organizzatori della vicenda, diventando spesso concretizzazione dei sogni dei personaggi. Ma dietro a tutto questo vi è la solidità, la materia della caldaia di Cenerentola, fatta di fumo, fuoco e ferro. Ma questo mondo sottostà agli altri due, respira dietro di loro, sta loro ‘col fiato sul collo’. Infatti Cenerentola, per poter arrivare all’amore, dovrà entrare nella favola della ricchezza e dello sfarzo, rendersi anche lei appariscente; ma alla fine trionferà la bontà, trionferà il suo mondo. In una vicenda dove tutti si travestono o si abbigliano, dove tutti vogliono essere ciò che non sono, per bisogno o strategia, solo lei, Angelina, otterrà la sua felicità restando se stessa. O meglio, non solo lei: in fondo anche Dandini, cameriere a cui si è fatto indossare per un giorno i panni di un principe (rivelando quanto sia facile per un servo farsi re), tornerà ad essere ciò che è: un servitore, colui che per saggezza antica e popolare sa che la vita è un gioco. E chi sa se anche lo stesso deus ex machina di questa vicenda, il filosofo di corte Alidoro, che in apparenza sembra lavorare ugualmente per un fine alto e nobile, in fondo non se la rida di tutte queste necessità umane. Alla fine il patrigno e le sorellastre si redimeranno, il principe si sposerà salvando il regno e Cenerentola danzerà la sua gioia di libertà, che però, come tutte le gioie, ha in sé un che di amaro, non foss’altro per il ricordo dei tempi tristi e duri che si sono dovuti attraversare.
YI-CHEN LIN Direttore
Nasce nel 1985 in una famiglia di musicisti a Taipei (Taiwan) e si trasferisce in Austria all’età di 8 anni. Ha iniziato la sua carriera come violinista e pianista, vincendo numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali. Parallelamente, ha coltivato la sua passione per la direzione d’orchestra, che ha affiancato agli altri studi musicali all’Università per la musica e le arti interpretative di Vienna. Nel giugno 2009 ha debuttato nel Goldener Saal del Musikverein con l’Orchestra Sinfonica di Vienna. Nell’agosto 2011 ha diretto Il viaggio a Reims al Rossini Opera Festival di Pesaro, dove è tornata anche nel 2013 per L’occasione fa il ladro. Nella stagione 2013/14 è stata invitata come secondo direttore per la Sinfonia n. 4 di Charles Ives con la Tonhalle Orchestra di Zurigo. Ha debuttato inoltre al Teatro Nazionale Saõ Carlos e con l’Orchestra Sinfonica della Radio di Francoforte e la Slovenian Radio Symphony Orchestra a Vienna. Nell’ottobre 2014 ha debuttato in Spagna al Teatro de la Zarzuela di Madrid con Carmen. Nel 2015 dirige Le nozze di Figaro all’Auditorio de Tenerife. Ha tratto insegnamenti preziosi da grandi maestri quali Zubin Mehta, Alberto Zedda, Ralf Weikert, Bernard Haitink e David Zinman. Ha lavorato con importanti orchestre: la Tonhalle Orchestra di Zurigo, l’Orchestra Filarmonica Slovena, l’Orchestra da Camera di Vienna, l’Orchestra Sinfonica Portoghese, l’Orquesta Sinfónica de RTVE Madrid, l’Orquesta de la Comunidad de Madrid e l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova. Ha all’attivo una collaborazione con la Gulbenkian Orchestra, un debutto al Teatro Comunale di Bologna con Le nozze di Figaro ed è nuovamente invitata a dirigere la Tonhalle Orchestra di Zurigo.
ARTURO CIRILLO Regista
Si è avvicinato al teatro attraverso lo studio della danza, sia classica che contemporanea. Si diploma come attore all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’ di Roma nel 1992. Come attore ha lavorato con Massimo Castri, Pierpaolo Sepe, Davide Iodice, Annalisa Bianco e Virgilio Liberti, Tito Piscitelli, Massimiliano Civica e, soprattutto, Carlo Cecchi (con cui ha collaborato dal 1993 al 2000). Successivamente si dedica anche alla regia teatrale, collaborando negli anni con molti attori quali Monica Piseddu, Sabrina Scuccimarra, Rosario Giglio, Salvatore Caruso, Michelangelo Dalisi, Antonella Romano, Luciano Saltarelli, Vincenzo Nemolato, Giuseppina Cervizzi, Milvia Marigliano, Edoardo Ribatto, Valentina Picello, Paolo Musio, Franca Penone. Tra le sue regie ricordiamo Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello, Don Fausto di Antonio Petito, L’inseguitore di Tiziano Scarpa, Fatto di cronaca di Raffaele Viviani a Scampia, Otello di William Shakespeare, L’avaro di Molière, La morsa di Luigi Pirandello, L’infinito di Tiziano Scarpa, Il vantone di Plauto/Pasolini, La purga di Georges Feydeau, Ferdinando di Annibale Ruccello, Lo zoo di vetro di Tennessee Williams, Scende giù per Toledo di Giuseppe Patroni Griffi, La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams, Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee, Liolà di Pirandello, Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta. Per la lirica, firma le regie de L’Alidoro, con musiche di Leonardo Leo su libretto di Gennaro Antonio Federico e direzione di Antonio Florio; Napoli milionaria di Nino Rota ed Eduardo De Filippo con la direzione musicale di Giuseppe Grazioli; La donna serpente di Alfredo Casella, condotta da Fabio Luisi e successivamente da Gianandrea Noseda. Negli anni ha ricevuto vari premi: ‘Lo Straniero’ nel 1996, ‘Coppola-Prati’ nel 1998, premio della critica dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro nel 2004 e 2010, Premio Ubu per la miglior regia nel 2004, Premio Ubu come migliore attore non protagonista nel 2006, ‘Hystrio’ nel 2007, ‘Vittorio Mezzogiorno’ nel 2009. Nel cinema, come attore, ha lavorato con Mario Martone, Wilma Labate, Silvio Soldini, Tonino De Bernardi, Francesco Suriano.
DARIO GESSATI Scenografo
Nasce a Milano nel 1976 e si diploma in scenografia all’Accademia di belle arti di Brera a Milano. Dal 2003 inizia a collaborare con vari scenografi e costumisti come Odette Nicoletti, Alessandro Ciammarughi, Anna Anni e Mauro Carosi. Nel 2004 è costumista e assistente scenografo per Il Flaminio di Pergolesi con la regia di Michał Znaniecki al Festival Pergolesi-Spontini di Jesi. Nel 2005 firma i costumi di Otello per il Devlet Opera ve Balesi Genel Müdürlüğü di Ankara. Nel 2008 adatta e disegna le scene per Giselle con la regia di Beppe Menegatti e la coreografia di Carla Fracci alle Terme di Caracalla. Nello stesso anno inizia la lunga collaborazione con il regista Arturo Cirillo firmando le scene de L’inseguitore di Tiziano Scarpa al Napoli Teatro Festival (2008); Fatto di cronaca di Raffaele Viviani (2009); Otello di William Shakespeare; Napoli milionaria di Nino Rota/Eduardo De Filippo al Festival della Valle d’Itria e al Teatro Lirico di Cagliari (2010); L’avaro di Molière per il Teatro Stabile di Napoli e delle Marche (2010); La morsa di Luigi Pirandello (2011). Nella 2012 è al Festival di Benevento con Ferdinando di Annibale Ruccello, La purga di Georges Feydeau; Lo zoo di vetro di Tennesse Williams e Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee al Teatro Menotti di Milano (2014); La donna serpente di Alfredo Casella per il Festival della Valle d’Itria/Teatro Regio di Torino e Scende giù per Toledo di Giuseppe Patroni Griffi al Napoli Teatro Festival (2014); La gatta sul tetto che scotta di Tennesse Williams al Teatro della Pergola di Firenze (2014); Liolà di Luigi Pirandello e Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta al Teatro Stabile di Napoli (2016); Lunga giornata verso la notte di Eugene O’Neill al Teatro Menotti (2018). Contemporaneamente, firma le scene per il regista Andrea Cigni in vari spettacoli di lirica tra cui La traviata (2010) ed Ernani (2012) per OperaLombardia; Norma (2011) e Carmen (2014) al Teatro Comunale di Sassari; La cambiale di matrimonio e L’occasione fa il ladro per il Teatro Regio di Parma (2014 e 2016); La straniera per il Teatro Bellini di Catania (2017); Pia de’ Tolomei di Donizetti per il Teatro Verdi di Pisa (2017). Per la regia di Mariano Bauduin, L’isola disabitata di Jommelli al Teatro di Corte di Palazzo Reale a Napoli (2015). Per la regia di Alfonso Antoniozzi, La grotta di Trofonio di Paisiello, Festival della Valle d’Itria e Teatro San Carlo di Napoli (2016). Dal 2003 lavora presso il Laboratorio di scenografia del Teatro dell’Opera di Roma e dal 2015 è docente presso l’Accademia d’arte drammatica di Roma ‘Silvio D’Amico’ e docente di scenografia presso l’Accademia di belle arti di Sassari ‘Mario Sironi’.
VANESSA SANNINO Costumista
Nasce a Milano nel 1980 e si dedica allo studio delle arti visive dall’età di tredici anni. Segue i corsi di pittura all’Accademia de Bellas Artes de Santa Cruz in Spagna e poi all’Accademia Albertina di Torino. Ha terminato i suoi studi diplomandosi in scenografia e costume all’Accademia di belle arti di Brera a Milano. Nel 2006 vince il concorso per entrare a fare parte dell’Accademia del Teatro alla Scala e lavora per due anni come scenografa realizzatrice presso i laboratori scaligeri. Nel 2008 vince il concorso degli allievi del Teatro alla Scala e firma il suo primo lavoro: le scene e i costumi per Carmen al Teatro Coccia Novara. Nello stesso anno firma le scene per Madama Butterfly. Nel 2008 incontra Emma Dante che la sceglie per collaborare al suo fianco, disegnando i costumi di Carmen, apertura della stagione lirica 2009/10 del Teatro alla Scala. Da quel momento disegnerà i costumi di tutte le opere della regista. Nel 2012 firma i costumi di La muette de Portici all’Opéra-Comique di Parigi, poi ripresa al Teatro Petruzzelli di Bari. Nel 2014 per l’apertura delle stagione del Teatro Massimo di Palermo firma i costumi di Feuersnot di Richard Strauss; nel 2015 quelli di Gisela! di Henze; nel 2017 di Macbeth. Nel gennaio 2016 firma i costumi de La Cenerentola al Teatro dell’Opera di Roma; nel 2017 La voix humaine e Cavalleria rusticana al Teatro Comunale di Bologna. Tra le altre collaborazioni, quella come costumista con il regista Jérôme Deschamps: nel 2010 Un fil à la patte alla Comedie-Française di Parigi, nel 2012 Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny alla Staatsoper di Vienna, nel 2013 Mârouf, savetier du Caire all’Opéra-Comique di Parigi e Les Mousquetaires au couvent all’Opera di Losanna, poi a Parigi e a Tolone. Dal 2011 lavora anche con Juliette Deschamps, figlia dell’omonimo regista, per la quale firma i costumi de Il novello Giasone al Festival della Valle d’Itria a Martina Franca, e subito dopo per La Salustia al Teatro Pergolesi. In seguito cura i costumi di A Queen of Heart al Théâtre de la Bastille di Parigi nel 2013; nel 2014 all’Opera di Bordeaux, quelli per Il castello del duca Barbablù. Lavora poi all’Armida per il Festival della Valle d’Itria, mentre nell’ottobre 2015 all’Opéra nationale di Montpellier firma i costumi di Chérubin. Nel 2018 all’Opéra-Comique di Parigi e all’Opéra Royal de Wallonie a Liegi firmerà i costumi de Le domino noir per la regia di Christian Hecq e Valérie Lesort.
DANIELE NALDI Light designer
Nato a Bologna, dal 1986 segue la stagione al Teatro delle Celebrazioni della città, realizzando le luci per opere quali La gatta inglese (regia di Gabriele Salvatores) e Il trionfo della notte (regia di Giuseppe Marini). Dal 1993 ricopre la carica di responsabile alle luci e light designer al Teatro Comunale di Bologna per: L’histoire du soldat (regia di Roberto De Simone), Macbeth, L’affare Makropulos (regia di Luca Ronconi), Pelléas et Mélisande, Simon Boccanegra, Aida, I puritani (regia di Pier Luigi Pier’Alli), Tristan und Isolde (regia di Ruth Berghaus), The Rake’s Progress (regia di Calixto Bieito) e molti altri titoli. Dal 2000 al 2017 ha collaborato con diversi registi firmando le luci in svariati teatri d’Europa e d’Italia, tra cui: Opernhaus di Zurigo, Opera di Marsiglia, Opéra Royale de Wallonie a Liegi, Opera di Tel Aviv, Festival di Santander, Teatre del Liceu di Barcellona, Terme di Caracalla a Roma, Teatro Regio di Torino, Carlo Felice di Genova, Maggio Musicale Fiorentino, San Carlo di Napoli, Verdi di Trieste, Donizetti di Bergamo e Grande di Brescia. Con il Teatro Comunale di Bologna ha effettuato tournée in Giappone, Cina, Messico, Germania, Spagna. Dal 2002 al 2008 è stato docente di illuminotecnica per i corsi di formazione per tecnici alle luci presso l’Ater Formazione. Nel 2014 è docente di light design all’Accademia di belle arti di Bologna.
MASSIMO FIOCCHI MALASPINA Maestro del coro
Nato a Novara, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano, dove si è diplomato in musica corale e direzione di coro, in composizione e in pianoforte. Si è diplomato inoltre in direzione d’orchestra all’Accademia musicale di Pescara e presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma. In qualità di pianista e di direttore si è esibito in diversi teatri italiani ed esteri (Svizzera, Germania, Dubai, Cina, Giappone) e per la Rai. Suona in duo con il baritono Niccolò Scaccabarozzi, con il quale ha ottenuto riconoscimenti in alcuni concorsi internazionali di musica da camera. È maestro di cappella presso la basilica di San Marco di Milano, direttore di diversi cori polifonici e di voci bianche, tra i quali le Voci del Mesma e i Piccoli cantori di San Marco, e docente presso la Scuola del Teatro Musicale della Compagnia della Rancia. Collabora in con il Teatro Regio di Parma in qualità di altro maestro del coro e direttore musicale di palcoscenico. Si occupa degli arrangiamenti corali per il programma televisivo Fratelli di Crozza ed è stato il professore di canto corale nel docu-reality Il Collegio 2 in onda su Rai 2. È laureato in filosofia con una tesi in estetica.
CECILIA MOLINARI Soprano
Nata a Riva del Garda (Trento), si diploma in flauto e canto. Nel 2013 vince il premio nazionale delle arti indetto dal MIUR e l’International BelCanto Prize ‘Rossini in Wildbad’. Partecipa ai corsi di perfezionamento del MusicaRivaFestival con Mietta Sighele e Veriano Luchetti e alle masterclass tenute da Sara Mingardo e Lorenzo Regazzo presso il Conservatorio di Padova. Nel 2014 risulta vincitrice del premio speciale ‘Pavarotti Giovani’ al Concorso internazionale ‘G. B. Viotti’ di Vercelli. A gennaio 2015 debutta nel ruolo di Zaida (Il turco in Italia) presso il Teatro Comunale di Treviso e il Teatro Comunale di Ferrara. Nell’estate 2015 frequenta l’Accademia Rossiniana di Pesaro sotto la guida di Alberto Zedda, debuttando presso il Rossini Opera Festival come Marchesa Melibea (Il viaggio a Reims). A febbraio 2016 debutta nel ruolo di Rosina (Il barbiere di Siviglia) presso il Teatro Rossini di Pesaro. Canta da solista nella Petite messe solennelle a Santiago do Cacém (Portogallo) per il festival Terras sem Sombra. A marzo 2016 partecipa al IX festival ‘A. Granda’ cantando come solista nello Stabat Mater di Rossini. Nell’estate 2016 prende parte a una nuova produzione de Il turco in Italia (Zaida) per il Rossini Opera Festival. A settembre debutta nel ruolo di Meg Page (Falstaff) per l’apertura della stagione lirica a La Coruña (Spagna). A novembre 2016 prende parte ad Adelson e Salvini di Bellini (Nelly) al Teatro Pergolesi di Jesi. All’inizio del 2017 è Rosina (Il barbiere di Siviglia) presso il Teatro Verdi di Trieste. A marzo 2017 partecipa a una ulteriore nuova produzione de Il turco in Italia (Zaida) a Bergen (Norvegia). A giugno si esibisce al Teatro dell’Opera di Roma ne Il viaggio a Reims (Marchesa Melibea). Sempre nel 2017, è Ismène (Le siège de Corinthe) al Rossini Opera Festival.
RUZIL GATIN Tenore
Nato a Kazan’ (Russia), si laurea in arti drammatiche nel 2009 all’Università russa di arti teatrali di Mosca e nel 2012 si diploma in canto al Conservatorio della città. Partecipa a numerosi concerti e produzioni liriche dell’Opera Studio del Conservatorio, quali L’amore delle tre melarance di Prokof’ev (Truffaldino), Evgenij Onegin (Lenskij), Le nozze di Figaro (Basilio), La principessa della ciarda di Emmerich Kálmán (Bonny) e Roméo et Juliette (Roméo/Tybalt). È vincitore del Grand Prix 2003 per il Festival giovanile di arte ‘Constellation’ (Kazan’) e al Festival ‘Boris Brunov’ di Mosca. Vince il secondo premio al Concorso internazionale di canto ‘Vissi d’arte’ di Praga (2015). Nell’estate 2014 partecipa alla masterclass di Vladimir Černov in Austria. Nel giugno 2015 all’Opera di Bratislava è Sandrino (Il re Teodoro in Venezia di Paisiello). Risulta idoneo al 67° Concorso per giovani cantanti lirici nel gennaio 2016, partecipando successivamente al progetto AsLiCo Opera domani Turandot (Pang). Frequenta masterclass con Francesca Patanè, Alfonso Antoniozzi, Barbara Frittoli, Marco Berti. Nella scorsa stagione per OperaLombardia è stato Don Narciso (Il turco in Italia). Nel giugno 2017 è all’Accademia Rossiniana di Pesaro e in agosto partecipa al Festival giovane del Rossini Opera Festival ne Il viaggio a Reims (Conte di Libenskof).
CLEMENTE ANTONIO DALIOTTI Basso-baritono
Si diploma presso il Conservatorio di Salerno e perfeziona gli studi presso l’Accademia Rossiniana di Pesaro e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Ha interpretato Dandini/Don Magnifico (La Cenerentola), Taddeo/Haly (L’Italiana in Algeri), Gottardo (La gazza ladra), Lord Sidney (Il viaggio a Reims), Fiorello (Il barbiere di Siviglia), Guglielmo (Così fan tutte), Schaunard (La bohème), Bartolo (Il barbiere di Siviglia di Paisiello), Dulcamara (L’elisir d’amore), Cavalier Astolfi (Il campiello), Bonifacio (Adelson e Salvini), Pallante (Agrippina), Cuosemo (Li prodigi della divina grazia di Pergolesi), Nardullo (La fuga in maschera di Spontini), Carlo/Luigi (Il medico dei pazzi di Battistelli), ruoli che lo hanno portato ad esibirsi in diversi teatri italiani ed esteri: San Carlo di Napoli, La Fenice di Venezia, Opera di Firenze, Rossini di Pesaro, Comunale di Bologna, Petruzzelli di Bari, Bellini di Catania, Verdi di Trieste, Comunale di Treviso, Pergolesi di Jesi, Vespasiano di Rieti e l’Opéra national de Lorraine di Nancy. È stato diretto da Lorin Maazel, Alberto Zedda, Christophe Rousset, Fabio Biondi, Francesco Lanzillotta, Corrado Rovaris, Paolo Olmi, Federico Maria Sardelli e Andrea Battistoni. Ha interpretato le regie di Damiano Michieletto, Pier Luigi Pier’Alli, Emilio Sagi, Robert Dornhelm, Leo Muscato, Michele Mirabella, Denis Krief e Francesco Esposito.
VINCENZO TAORMINA Baritono
Nato a Palermo, ha iniziato lo studio del canto con Paride Venturi a Bologna e si è perfezionato in seguito presso l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano e l’Accademia Verdiana ‘C. Bergonzi’ di Busseto. Ha avuto modo di cantare presso alcuni fra i più prestigiosi teatri e festival del mondo, come la Scala di Milano, Festival di Salisburgo, ROH Covent Garden di Londra, Deutsche Oper di Berlino, Festival di Glyndebourne, Festival di Savonlinna, Maggio Musicale Fiorentino, La Fenice di Venezia, Comunale di Bologna, Arena di Verona, Opera di Roma, Regio di Parma, San Carlo di Napoli, Massimo di Palermo. Ha collaborato con direttori d’orchestra quali Riccardo Chailly, Myung-whun Chung, Michele Mariotti, Riccardo Muti, Antonio Pappano, Daniel Oren, Michel Plasson, Hubert Soudant e Marcello Viotti. Ha preso parte a importanti produzioni fra le quali Il matrimonio inaspettato di Paisiello (Tulipano) al Festival di Salisburgo, La traviata (Giorgio Germont) in tournée con la ROH Covent Garden di Londra con la direzione di Sir Antonio Pappano, La fille du régiment (Sulpice), Il barbiere di Siviglia (Figaro), Le convenienze e inconvenienze teatrali (Agata), Gianni Schicchi (Marco), La scala di seta, Madama Butterfly, Manon e La bohème (Marcello) al Teatro alla Scala, Lucia di Lammermoor (Lord Enrico) alla Deutsche Oper di Berlino, Simon Boccanegra (Paolo Albiani) all’Opera di Pechino, Il viaggio a Reims (Don Alvaro), L’Italiana in Algeri (Haly) e L’elisir d’amore (Belcore) al Maggio Musicale Fiorentino, Madama Butterfly (Sharpless) e Il barbiere di Siviglia (Figaro) all’Opera di Roma, La Juive (Ruggiero) e Les pêcheurs de perles (Zurga) alla Fenice di Venezia, Manon Lescaut (Lescaut), I puritani (Riccardo), La bohème (Marcello) e Così fan tutte (Guglielmo) al Teatro Massimo di Palermo. Ha preso parte anche a Turandot (Ping) e La forza del destino (Fra Melitone) al Teatro Carlo Felice di Genova; Madama Butterfly (Sharpless) al Seoul Arts Center, Teatro Massimo di Palermo e Teatro San Carlo di Napoli; La bella dormente nel bosco (Il re) e La pietra di paragone (Pacuvio) al Teatro Lirico di Cagliari; La fille du régiment (Sulpice) alla Royal Opera House di Muscat; Il turco in Italia (Prosdocimo) all’Opéra de Dijon.
ALESSANDRO SPINA Basso
Studia canto presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano con Giovanna Canetti. Collabora con importanti registi quali Cristina Pezzoli, Ivan Stefanutti, Stefano Vizioli, Robert Carsen, Gino Zampieri, Roberto De Simone, Stéphane Braunschweig, Micha van Hoecke, Joseph Franconi Lee, Hugo De Ana, Daniele Abbado, Damiano Michieletto, Massimo Gasparon, Luca De Fusco, Giorgio Ferrara, Ruggero Cappuccio, Peter Stein, Sam Brown, Leo Muscato, Francesco Micheli. Fra i direttori d’orchestra si segnalano Bruno Casoni, Filippo Maria Bressan, Maurizio Benini, Aldo Sisillo, Giacomo Sagripanti, Carlo Montanaro, Stefano Ranzani, Daniele Callegari, Francesco Maria Colombo, Daniele Gatti, Juraj Valčuha, Wolfgang Sawallisch, Massimo Zanetti, Pier Giorgio Morandi, Michele Mariotti, Roberto Abbado, Pinchas Steinberg, Asher Fisch, Riccardo Muti, Andrea Battistoni, Corrado Rovaris, Christian Capocaccia, Gaetano d’Espinosa, Francesco Lanzillotta, Zubin Metha. Si è esibito in importanti teatri fra i quali Scala di Milano, Opera di Roma, Fenice e Malibran di Venezia, Arena di Verona, San Carlo di Napoli, Regio di Parma, Comunale di Bologna, Verdi di Trieste, Nuovo di Spoleto, Verdi di Pisa, Goldoni di Livorno, Giglio di Lucca, Alighieri di Ravenna, OperaLombardia, Filarmonico di Verona, Maggio Musicale Fiorentino, Grande di Pompei. Ha interpretato i ruoli di Don Alfonso (Così fan tutte), Frère Laurent (Roméo et Juliette), Lunardo (I quatro rusteghi), Angelotti (Tosca) Colline (La bohème), Don Pasquale (Don Pasquale, per OperaLombardia), Simone (Gianni Schicchi), Zuniga (Carmen). Ha partecipato all’inaugurazione della stagione 2009/10 del Teatro alla Scala nel Don Carlo (Deputato fiammingo). Nel repertorio sacro ha cantato il Te Deum di Britten (produzione del Teatro alla Scala), Requiem di Fauré, Requiem di Mozart (diretto da Michele Mariotti), Oratorio de Noël di Saint-Saëns, Krönungsmesse di Mozart (diretto da Roberto Abbado). Tra gli impegni recenti, La bohème (Colline) all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi, Il trovatore (Ferrando) e Maria Stuarda (Talbot) al Teatro di Tenerife, CO2 di Giorgio Battistelli (Arcangelo Gabriele), Tosca (Angelotti), Il barbiere di Siviglia (Don Basilio) e La fanciulla del West (Billy Jackrabbit) al Teatro alla Scala, Il trovatore (Ferrando) presso lo Sferisterio di Macerata, Turandot (Timur) per OperaLombardia.
ELEONORA BELLOCCI Soprano
Nata a Firenze, dopo gli studi scientifici, intraprende nel 2011 lo studio del canto sotto la guida di Donatella Debolini presso il Conservatorio ‘L. Cherubini’ di Firenze. Partecipa nel 2012 come uno dei protagonisti nel Noye’s Fludde di Britten all’interno della rassegna internazionale di musica sacra ‘Anima Mundi’. Nell’ottobre 2015 è Giulia (La scala di seta) presso la Lunenburg Academy of Music Performance, Canada. Nel febbraio 2016 debutta nel ruolo di Zerlina (Fra Diavolo) presso il Teatro dell’Opera di Firenze. Nel marzo 2016 è Gretel (Hänsel und Gretel) presso il Teatro Goldoni di Firenze. Partecipa come allieva effettiva all’Accademia Rossiniana 2016 debuttando nel ruolo di Corinna (Il viaggio a Reims) all’interno del Festival Giovane del Rossini Opera Festival a Pesaro. Consegue una masterclass con Chris Merritt all’interno del Festival Solo Belcanto a Montisi e viene ammessa all’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Inizia un’importante collaborazione con il teatro della sua città, che le permette di venire a contatto con Bruno de Simone, Fiorenza Cedolins, Ernesto Palacio, Chris Merritt, Renato Palumbo. Nel novembre 2016 è Ernestina (La scuola de’ gelosi di Salieri). In febbraio è Daria Garbinati (Le convenienze ed inconvenienze teatrali) presso il Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze. In luglio è Berta (Il barbiere di Siviglia).
ELENA SERRA Mezzosoprano
Si diploma presso il Conservatorio ‘F. A. Bonporti’ di Riva del Garda. Si perfeziona con Bianca Maria Casoni e attualmente studia con Luciana D’Intino, Roberto Negri e Massimiliano Bullo. Frequenta masterclass con Raina Kabaivanska e Giovanna Casolla. Nel 2011 è Maddalena (Rigoletto) a Pesaro. Collabora al Teatro antico di Taormina nell’Ottava sinfonia di Mahler. Interpreta Amneris (Aida) al Teatro Filarmonico di Verona. Nel 2013 è Zita (Gianni Schicchi) al Teatro Grande di Brescia. Nel marzo 2014 è di nuovo al Filarmonico di Verona come Olga (La vedova allegra). Nell’agosto 2014 è Gertrude (Roméo et Guliette) all’Arena di Verona. Nel novembre 2014 interpreta Azucena (Il trovatore) al Teatro Comunale di Treviso. Nel gennaio/febbraio 2015 è Flora (La traviata) al Teatro Filarmonico. Nel 2015 canta da solista i Lieder eines fahrenden Gesellen di Mahler. Nel 2015 le viene conferito il prestigioso Premio Callas. Nell’aprile 2016 è Teresa (La sonnambula) al Teatro Filarmonico di Verona. Nel maggio/giugno 2016 è Una conversa (Suor Angelica) al Teatro San Carlo di Napoli. È stata Una sacerdotessa (Aida) all’Arena di Verona nel 2016. Nello stesso anno, nell’ambito del Festival Verdi, ha cantato da solista nei Quattro pezzi sacri di Verdi, diretta da Daniele Callegari.