Melodramma in tre atti. Musica di Giuseppe Verdi. Libretto di Antonio Somma da Gustave III, ou Le bal masqué di Eugène Scribe.
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Apollo, 17 Febbraio 1859.
Riccardo Sergio Escobar
Renato Angelo Veccia
Amelia Daria Masiero
Ulrica Annamaria Chiuri
Oscar Shoushik Barsoumian
Silvano Carlo Checchi
Samuel Mariano Buccino
Tom Francesco Milanese
Un Giudice / Un servitore d’Amelia Giuseppe Distefano
Direttore
Pietro Mianiti
Regia
Nicola Berloffa
Scene Fabio Cherstich
Costumi Valeria Donata Bettella
Luci Marco Giusti
Maestro del coro Antonio Greco
Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali
BANDA DEL TEATRO FRASCHINI
Direttore Jacopo Brusa
CORO DI VOCI BIANCHE DEL CIVICO ISTITUTO MUSICALE F. VITTADINI
Maestro del coro Giuseppe Guglielminotti Valetta
Coproduzione Teatri di OperaLombardia
Nuovo allestimento
Atto I
Riccardo ha organizzato una ballo in maschera: Amelia, della quale è segretamente innamorato, non mancherà. Combattuto tra l’amore e il timore di essere scoperto, è raggiunto da Renato, che vuole solo informarlo di una congiura ordita da Samuel e Tom. Intanto giunge un ordine di esilio per Ulrica, della quale Oscar decanta i poteri. Riccardo, divertito, decide di recarsi con i suoi cortigiani in incognito a visitare l’indovina. Davanti all’antro di Ulrica la gente si raduna per udire le sue profezie. Silvano si lamenta con l’indovina di non avere mai ricevuto dal conte una ricompensa per i suoi servigi. Ulrica gli rivela che presto otterrà del denaro e un titolo: subito Riccardo, per accreditare l’indovina nasconde quanto richiesto nelle tasche del suddito suscitando l’entusiasmo dei presenti. Mentre Riccardo si nasconde, l’inquieta Amelia giunge da Ulrica, per chiedere come liberarsi da una passione illecita. Ulrica le di recarsi nottetempo al campo delle sentenze capitali: lì troverà un’erba adatta. Arrivano gli amici del conte travestiti, tra cui Samuel e Tom, i cospiratori. Riccardo porge la mano a Ulrica ma l’indovina distoglie lo sguardo, turbata. Le sue parole gelano il sangue: Riccardo morrà, non sul campo di battaglia ma per mano di un amico, di colui che per primo gli stringerà la mano. Il conte sfida la profezia offrendo a ognuno la sua mano. Solo Renato accetta di stringerla. A quel gesto tutti hanno un respiro di sollievo: Renato è il più caro amico del conte, come credere all’indovina? Come crederle, visto che non ha riconosciuto il suo signore e che nulla sa dell’ordine di esilio? Mentre Riccardo ricompensa Ulrica, giunge Silvano: ha riconosciuto nel marinaio il conte e vuole ringraziarlo dei doni ricevuti. Mentre tutti esultano solo l’indovina rimane turbata.
Atto II
È notte. Angosciata, Amelia cerca l’erba indicatale da Ulrica, ma non è sola: Riccardo è giunto, e vuole confessarle il suo amore. La donna si tormenta: ama colui per il quale suo marito darebbe la vita, ma Riccardo insiste e alla fine Amelia cede. Mentre gli amanti si abbracciano, giunge Renato. Amelia, agitatissima, si nasconde. Renato è allarmato: Samuel e Tom stanno congiurando contro il conte. Riccardo è tranquillo: ordina a Renato di scortare la donna in città e si allontana. Giungono i cospiratori, che vogliono almeno scoprire l’identità della donna misteriosa. Inutilmente Renato ne difende l’anonimato: il velo cade dal volto di Amelia rivelando la realtà. Renato, desideroso di vendicarsi, convoca Samuel e Tom. Poi, disperato assolve la richiesta dell’amico e si allontana con la moglie.
Atto III
Dopo un confronto con Amelia, Renato la condanna a morte ma le concede di rivedere il figlio. Rimasto solo, fissa il ritratto del conte: morrà Riccardo stesso. Giungono Samuel e Tom; Renato si unisce alla loro congiura. I due esitano, ma l’uomo offre la vita del figlio in pegno e i due si convincono della sua buona fede. Ma chi ucciderà Riccardo? Renato ha un’idea: sarà Amelia a estrarre il nome dell’assassino. La sorte designa Renato, che esulta. Giunge Oscar con l’invito al ballo organizzato per la sera. Renato propone di approfittare dell’occasione: la maschera favorirà la vendetta. Amelia medita sul modo per salvare il conte. Intanto Riccardo ha deciso: Renato ripartirà per l’Inghilterra ed egli non rivedrà mai più Amelia. Giunge Oscar con una lettera che avverte il conte del complotto, ma Riccardo vuole solo rivedere Amelia un’ultima volta. Durante il ballo, Renato apprende da Oscar sotto quale maschera si cela il conte. Intanto Riccardo parla con l’autrice della lettera, che riconosce in Amelia. I due, decidendo di lasciarsi, si dichiarano il loro amore, ma è tardi: Riccardo è colpito a morte da Renato. L’omicida è smascherato: mentre Renato sente crescere il rimorso, Riccardo gli confessa che Amelia è pura ed egli intendeva rinunciare per sempre a lei. Perdonato l’amico di un tempo, il conte spira.
SCHERZO O FOLLIA?
di Pietro Mianiti
Ne Un ballo in maschera Verdi voleva comporre un’opera in cui i pezzi chiusi non fossero il centro dell’opera ma la cornice dell’azione scenica, in cui ci fosse più sottolineatura espressiva della musica e della parola cantata. Questa concezione di teatro per Verdi si basava sulla volontà di avvicinarsi a una specie di traduzione musicale della struttura del teatro shakespeariano, di cui Verdi era appassionato lettore e di cui in quegli anni ambiva musicare Re Lear. Lo stesso soggetto doveva possedere caratteri misti e anticonvenzionali; a questa maturazione di stile corrispondevano anche orchestrazione più complessa e vocalità meno belcantistiche. Ballo resta una di quelle opere in cui Verdi riassume e matura i materiali della tradizione. Il linguaggio è ancora tradizionale, ma depurato delle ‘cose inutili’: i due interventi di Riccardo (La rivedrà nell’estasi) e Renato (Alla vita che t’arride) riuniscono ciascuna in una sola struttura la doppia funzione di cantabile e cabaletta; l’aria di Amelia – Morrò ma prima in grazia – comincia e finisce in minore (prima di allora, cosa mai accaduta in opera italiana).
Dopo la prima, le accuse di compiacimento allo stile del grand-opéra nei confronti di Verdi erano motivate da alcuni momenti di gusto francese (molti ritmi nelle scene con Riccardo, le due canzoni di Oscar, il finale della prima scena, quella dell’estrazione a sorte). Alla fine l’opera risulterà compostamente classica da una parte e volonterosa di novità dall’altra. La fortuna critica di Ballo si può, infatti, sintetizzare in breve: per anni, fu considerata una schifezza, poi improvvisamente un capolavoro. Dopo un discreto successo per una trentina d’anni, Ballo era caduto nell’oblio, snobbato durante la reinassance verdiana dagli anni ’20; ma durante gli anni ‘50, sotto la spinta dell’interesse per le opere problematiche di Verdi, riebbe improvvisa rinascita, fino a raggiungere toni esaltati.
Verdi tende a eliminare in quest’opera melismi e ornamentazioni, riducendo l’agilità e avvicinando, in linea con le proprie concezioni del teatro, la parola cantata a quella parlata. I tre personaggi principali necessitano di cantanti espressivi, duttili e recitanti: una recitazione artificiosa può trasformare quest’opera da autentico dramma a parodia di se stessa. Fra le voci secondarie, l’unica a mantenere qualche carattere del belcanto tradizionale è Oscar, l’alter ego spensierato di Riccardo, soprano leggero e brillante con fioriture (caso raro di un soprano per una parte en travesti). Il tenore del Ballo è finalmente piegato – come Verdi aveva già incominciato a fare con le parti baritonali – a inflessioni e sfumature psicologiche, che per la voce di tenore erano respinte dalle tradizioni belcantistiche. Per la parte di Renato troviamo un baritono verdiano che già conosciamo dai tempi di Germont: un baritono cantante, con elevazioni liriche a registri quasi tenorili. A questo baritono sono affidati due momenti fra i più alti dell’opera: il cantabile Alla vita che t’arride e l’aria Eri tu che macchiavi: quest’aria, giustamente celebre per la difficoltà interpretativa, affianca ai drammatici squilli del recitativo le mezzevoci nel registro acuto, intessuti a nostalgici abbandoni. Amelia alterna momenti quasi da mezzosoprano a pure melodie sopranili: nel primo caso Ma dell’arido stelo, il terzetto Odi tu come fremono cupi (atto II), l’aria Morrò, ma prima in grazia (atto III); nel secondo il duetto d’amore del secondo atto e la scena della congiura. Per la parte di Ulrica, Verdi sfrutta la tessitura del contralto in modo meraviglioso e mette in evidenza le più belle caratteristiche di questa vocalità nel momento dell’invocazione a Satana È lui ne’ palpiti e in Re dell’abisso. Un ballo in maschera è un’opera molto varia di colori strumentali, di contrasti improvvisi, ricca di emotività e densa di stupori: un colore scuro robusto ed immediato alternato a improvvise trasparenze sonore dove la drammatizzazione del testo musicale e lo ‘scherzo’ sono vicini alla ‘follia’.
UN THRILLER PERFETTO
di Nicola Berloffa
Per cogliere la completezza de Un ballo in maschera, bisogna pensare di lavorare su quattro opere differenti, per situazioni, scene, intrecci. Ballo è un’insieme schizofrenico, forse l’unica vera opera verdiana bagnata nel grande romanticismo ottocentesco europeo, un’opera di tormenti, follie e ironia. Questo insieme di elementi drammaturgici permettono una totale libertà di espressione al regista che può attingere a piene mani da tutto il repertorio.
Nel libretto troviamo vari piani di lettura: una causa politica fa da sfondo ad una storia d’amore platonica, in alternanza a scene più leggere con un rimando all’operetta francese ottocentesca; il compito più arduo è cercare di livellare in modo giusto tutti questi ingredienti senza castrare il gusto di ogni singola scena, scene che si susseguono con alternanze bipolari di sentimenti e di smarrimenti.
Da libretto ci troviamo a Boston nel ‘700, dove in una lasciva corte capitanata dal Conte Riccardo si scontrano pensieri più puritani e retti. I congiurati operano nella loro causa, l’omicidio del Conte, dall’inizio stesso parte un countdown serrato per lo spettatore che attenderà con ansia la scena del delitto finale, insomma… un thriller perfetto.
La forte caratterizzazione folcloristica di alcune scene permette di dipingere un’America da cartolina dove si intrecciano al dramma tutti gli elementi necessari per spiegare allo spettatore la scena. Proprio da questo ipotetico dramma folcloristico parte l’idea di regia: un viaggio nell’immaginario storico e visivo di quello che potrebbe essere l’America in un dramma romantico. Una ricostruzione evocativa del Teatro Ford di Washington, luogo dove si è svolto un’altro omicidio politico storico, quello di Abraham Lincoln, fa da cornice allo svolgersi della storia con una ricostruzione fortemente teatrale di tutti i luoghi deputati all’azione; cowboy, indiani, amish, cortigiani e borghesi si scambiano continuamente in questo dramma di ‘travestimenti’, in cui fino alla fine le vere identità non saranno messe a nudo.
PIETRO MIANITI Direttore Nato a Fidenza, studia viola, composizione e direzione d’orchestra. Dal 1999 al 2003 ricopre, su invito di Luis Alva, il ruolo di direttore musicale dell’Associazione Prolirica del Perù, per la quale ha diretto al Teatro Segura di Lima: Turandot, Tosca, Falstaff , Il barbiere di Siviglia, Aida, Rigoletto, Messa di Gloria di Puccini, Messa da Requiem di Verdi e la Nona Sinfonia di Beethoven. Piero Bellugi, Donato Renzetti così come Jacques Delacote l’hanno voluto come assistente in varie produzioni internazionali. Dirige prime esecuzioni assolute di vari compositori quali: Michele dall’Ongaro, Virgilio Savona, Maurizio Fabrizio, Giovanni Mancuso Alejandro Nuñez Allauca, Matteo d’Amico, Gabrio Taglietti, Marco Betta. Nel 2003 viene insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica del Perù per meriti artistici. Nel 2004 ricopre il ruolo di consulente artistico del Teatro Massimo di Palermo dove sostituisce A. Lombard in Carmen. Per OperaLombardia nel 2004 dirige L’elisir d’amore, nel 2005 I Capuleti e i Montecchi, nel 2007 Madama Butterfly, nel 2008 Turandot e nel 2010 La traviata. Dal 2005 al 2012 è stato direttore musicale dell’Orchestra dell’Università di Roma Tre.
Nel 2008 inizia la sua collaborazione con l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala con una tournée negli Emirati Arabi. Al Teatro alla Scala dirige il concerto Istituzionale con l’orchestra e gli allievi dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Seguono numerosi concerti a Roma, Milano, Torino, Napoli, Festival Mito, Biennale di Venezia, Festival Sinopoli di Taormina, ed altri ancora. All’ Arena di Verona dirige la prima edizione dell’Oscar della Lirica con I Virtuosi Italiani e il Coro del Teatro Regio di Parma. Ritorna a Torino con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino con un concerto lirico sinfonico. Nel 2011 dirige il concerto per i 50 anni di carriera di Renato Bruson al Teatro alla Scala di Milano. Nel 2012 ha diretto la finale del Concorso Leila Gencer con la Borusan Orchestra di Istanbul. Ha diretto La traviata con l’Orchestra della Svizzera Italiana. Nel 2013 ha diretto Mefistofele di Boito al Teatro Regio di Parma, un recital con Eva Mei e l’Orchestra della Svizzera Italiana, Il barbiere di Siviglia al Teatro di Kaliningrad e un concerto con la P.F.M. e l’Orchestra della Svizzera Italiana all’Estival Jazz di Lugano.
È titolare della cattedra di Viola presso il Conservatorio di Milano. È docente di Esercitazioni orchestrali presso L’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. È il fondatore dell’ Italian Piano Quartet con il quale si è esibito al Festival dei due mondi di Spoleto, al Lygon Arts Festival di Melbourne, alla Carnegie Hall di New York, alla Kleine Musikhalle di Amburgo, alla Filarmonica di San Pietroburgo e alla Dixon Gallery di Memphis. Oltre alla sua attività come direttore ha collaborato in qualità di prima viola con importanti orchestre liriche e sinfoniche italiane.
NICOLA BERLOFFA Regia Nato a Cuneo, ha frequentato gli studi in regia presso la Scuola d’arte drammatica ‘Paolo Grassi’ di Milano, dove si è diplomato con lode su Frühlingserwachen di F. Wedekind. Dal 2004 ha collaborato come assistente in numerose produzioni operistiche al fianco di registi come Luca Ronconi, Ugo Tessitore, Cesare Lievi e Daniele Abbado in vari teatri internazionali come Teatro alla Scala, Teatro Arriaga Bilbao, La Monnaie di Bruxelles, Opéra Bastille di Parigi, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Regio di Parma, Teatro Regio di Torino, Opera di Firenze, Teatro San Carlo di Napoli e al Rossini Opera Festival di Pesaro. Nel 2006 mette in scena i suoi primi spettacoli come regista: Leben und Schicksal di Wassili Grossman e Der Tod und das Mädchen di Ariel Dorfman al Teatro Litta di Milano. Nel 2008 vince un concorso internazionale del Ministero della cultura francese per la messa in scena di una nuova produzione de Il viaggio a Reims, in 16 teatri francesi ed in seguito a Budapest e Szeged. Nel 2009 firma regia e scene per La serva padrona al Teatro Regio di Torino e nel 2010 debutta con Un giorno di regno al Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. Nella stagione 2010/11 cura la regia de Le nozze di Figaro al Teatro Sociale in Como, Il noce di Benevento di Giuseppe Balducci al Rossini-Festival in Wildbad e una nuova produzione di Hänsel und Gretel a Marsiglia, Avignone e Merignac. Nella stagione 2012/13 firma la regia de Die Zauberflöte al Tenerife Festival, L’italiana in Algeri all’Opera di Marsiglia e Le chalet al Rossini Festival di Wildbad. Ha messo in scena Così fan tutte al Festival di Tenerife e Die lustige Witwe al Teatro Municipale di Piacenza. Recentemente ha riscosso grande successo di pubblico e critica nel suo debutto al Teatro di St. Gallen con una nuova produzione di Carmen e con una nuova produzione de Les contes d’Hoffmann a Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Toulon e La bohème al Teatro delle Muse di Ancona. I suoi progetti futuri includono diverse nuove produzioni, tra cui ricordiamo Norma al Teatro di St. Gallen, Madama Butterfly al Teatro Massimo Palermo e al Festival di Macerata, nonché riprese de L’italiana in Algeri a Massy e St. Etienne e Carmen al Teatro di Rennes.
FABIO CHERSTICH Scenografo
Regista e scenografo, si è diplomato in regia teatrale alla Scuola d’arte drammatica ‘Paolo Grassi’ di Milano. Ha collaborato come regista assistente di Giorgio Barberio Corsetti e dal 2012 collabora con Andrèe Ruth Shammah al Teatro Franco Parenti di Milano. Insegna storia del video-teatro alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, alla Civica Scuola di Cinema e allo IULM di Milano. Nel 2012 ha disegnato le scene per Die Zauberflöte e del Così fan tutte per il Tenerife Festival (regia N. Berloffa). Nel 2013 ha firmato la regia dello spettacolo-concerto Felicità, prodotto dalla Fondazione Musica per Roma, e dello spettacolo Niente, più niente al mondo, prodotto dal Teatro Parenti di Milano. Nel 2014 ha diretto la Talk Opera Conversazioni con Chomsky con e su Noam Chomsky per la Fondazione Musica per Roma, L’inquilino di Fabio Banfo per il Teatro Parenti di Milano, e PierPaolo!, spettacolo-partita su testi di Pier Paolo Pasolini prodotto dal Teatro di Roma. Nel 2015 ha firmato le scene de Les contes d’Hoffmann (regia N. Berloffa), ha diretto Studio da una cucina di A. Wesker e Terrore e miseria del terzo Reich di Brecht al Teatro Franco Parenti di Milano. Tra i suoi prossimi impegni: la regia di Bull di M. Bartlett al Franco Parenti di Milano, e di Figaro!, opera-camion ispirata a Il barbiere di Siviglia, prodotta dall’Opera di Roma e dal Teatro Massimo di Palermo; le scene di Madama Butterfly e di Rosmonda regina d’Inghilterra di Donizetti (regia N. Berloffa).
VALERIA DONATA BETTELLA Costumista
Nata a Padova nel 1982, si diploma in Scenografia nel 2007 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2008 frequenta il corso di costume teatrale presso l’Accademia di Arti e Mestieri dello Spettacolo del Teatro alla Scala di Milano. Durante il percorso accademico collabora con diverse realtà teatrali tra cui la Biennale di Venezia (figurinista e realizzatrice delle marionette per Il mondo della luna di B. Galuppi, regia di G. Ferrari – 38° Biennale Teatro). Collabora come costumista con il regista Federico Grazzini per gli spettacoli Expoi – Piccolo Teatro di Milano – 2008; Rigoletto di G. Verdi – progetto Pocket Opera – Teatro Sociale di Como – 2009; Gianni di Parigi di G. Donizzetti – 34° festival della Valle d’Itria – 2010 & 60° Wexford Festival Opera – 2011; Nabuccolo, progetto educativo su Nabucco di G. Verdi – Teatro Sociale di Como – 2011; Il Barbiere di Siviglia di G. Rossini – Teatro Fraschini di Pavia – 2011. Nel 2012 firma i costumi di Ernani di G. Verdi, produzione del Teatro A. Ponchielli di Cremona, regia di Andrea Cigni.
Si è classificata seconda ai concorsi “Creatività all’Opera – Rigoletto”, Teatro Regio di Torino, 2010 e “Wagner 200”- 2012; finalista all’ “European Opera-Directing Prize 2013″ – 2013.
MARCO GIUSTI Light designer Si diploma in regia nel 2003 alla Scuola di Teatro ‘P. Grassi’ di Milano. Successivamente inizia a lavorare come assistente di Gabriele Amadori. Ha compiuto i primi passi nell’illuminotecnica al Rossini Opera Festival e alla Biennale di Venezia. Nel 2006 si occupa delle luci per vari festival musicali: No Borders Music, Folkest, Sexto’nplugged. Nel giugno 2010 lavora con Benedetto Sicca per Les adieux di Arianna Giorgi Bonazzi, coprodotto da Napoli Teatro Festival e CSS Udine. Torna a collaborare con il medesimo regista nell’agosto dello stesso anno per Il principe Jorgos (adattamento da Rainer Werner Fassbinder) al Festival di Montalcino e nel giugno 2011 per Frateme al Festival delle Colline Torinesi. Nel 2012 è al Théâtre du Chatelet di Parigi per Pop’pea (opera ‘pop-video’ da L’incoronazione di Poppea), con la regia di Giorgio Barberio Corsetti e Pierrick Sorin. Con Corsetti collabora anche nel 2013 per I Was Looking at the Ceiling and Then I Saw the Sky di Adams sempre a Parigi e per La sonnambula al Teatro Petruzzelli di Bari. Nel dicembre dello stesso anno firma le luci di Otello (regia di Tiziano Mancini) al Teatro Verdi di Salerno, mentre nell’ottobre 2014 è a San Gallo per Carmen (regia di Nicola Berloffa) e poi al Teatro Filodrammatici di Milano per Il giardino dei ciliegi (regia di Benedetto Sicca). È ancora con Sicca per le luci di The Turn of the Screw di Britten al Maggio Musicale Fiorentino (maggio 2015) e Medea in Corinto di Mayr al Festival della Valle d’Itria (luglio 2015).
ANTONIO GRECO Maestro del coro A sette anni ha iniziato la propria esperienza nel canto corale sotto la guida di monsignor Dante Caifa, già maestro di cappella della Cattedrale di Cremona, del quale è in seguito divenuto assistente. Si è diplomato in pianoforte con Mario Gattoni, presso il Conservatorio di Mantova, in musica corale e direzione di coro con Domenico Zingaro presso il Conservatorio di Milano, e ha conseguito con lode il diploma accademico di II livello in polifonia rinascimentale sotto la guida di Diego Fratelli, presso il Conservatorio di Lecce. Ha studiato prassi esecutiva antica e ornamentazione con Roberto Gini, clavicembalo e basso continuo con Giovanni Togni, contrappunto e teoria rinascimentale con Diego Fratelli. Attualmente è docente di Esercitazioni Corali presso l’Istituto Pareggiato ‘G. Verdi’ di Ravenna. Nel 1993 ha fondato il Coro Costanzo Porta alla cui guida ha vinto premi in concorsi nazionali ed internazionali. Dal 2004 al Coro si è affiancata Cremona Antiqua, gruppo strumentale specializzato nell’esecuzione del repertorio tardo-rinascimentale e barocco. Nel 2000 ha fondato la Scuola di musica e canto corale Costanzo Porta. Dal 2006 è maestro del coro del Circuito Lirico Lombardo, con cui ha partecipato alla messa in scena di oltre trenta titoli del grande repertorio operistico italiano ed europeo. Ha tenuto masterclass sul repertorio barocco presso la Scuola dell’Opera di Bologna e presso l’Accademia ‘R. Celletti’ di Martina Franca. Collabora ormai da alcuni anni con il Festival della Valle d’Itria, presso il quale ha diretto più volte l’Orchestra Internazionale d’Italia, la OIDI Festival Baroque Ensemble, l’Orchestra della Magna Grecia e il Coro Slovacco di Bratislava in produzioni sacre e profane.
SERGIO ESCOBAR Tenore Nato a Toledo, ha studiato canto presso il Conservatorio ‘Arturo Soria’ e presso la Escuela Superior de canto di Madrid. Ha frequentato masterclass con artisti come Viorica Cortez, Jaime Aragall, Francisco Ortiz, Noelia Buñuel, Montserrat Caballé, Teresa Berganza. Nel 2012 ha vinto il primo premio del Concorso internazionale di canto Ciudad de Logroño, il secondo premio del Concorso Monserrat Caballé e il secondo premio del Concorso internazionale di Bilbao. Ha raccolto un enorme successo al Teatro Luciano Pavarotti di Modena e al Teatro di Piacenza con il ruolo protagonista dell’opera Don Carlo. È stato anche protagonista di diverse zarzuele: Il dúo de la africana, La del soto del parral, La tabernera del puerto, Marina. Tra i suoi recenti e futuri impegni, Corrado ne Il corsaro sotto la bacchetta di Gianluigi Gelmetti al Teatro Verdi di Trieste, Ismaele in Nabucco al Teatro Regio di Parma diretto da Renato Palombo, Pollione in Norma e Ismaele in Nabucco al Teatro Comunale di Bologna, sotto la bacchetta di Michele Mariotti, Il trovatore a Sao Paulo, Aida a Macerata, Don Carlo a Tokyo, Norma a Siviglia e Trieste, Nabucco ad Oviedo, Don Carlo, Oberto conte di San Bonifacio e Il Trovatore a Francoforte, Macbeth a Bogotà, Cavalleria rusticana a Tokyo.
ANGELO VECCIA Baritono Nato a Roma, ha studiato a S. Cecilia e alla Juillard School of Music di New York dove ha debuttato con le Le nozze di Figaro. Ha cantato nei maggiori teatri d’Europa con direttori quali S. Bychkov, R. Chailly, Z. Mehta, R. Muti, N. Santi, D. Oren, G. Sinopoli, Viotti, R. Abbado, G. Bisanti e A. Battistoni. Nel 2012 ha debuttato Macbeth a San Paolo del Brasile in tournée con il Teatro Comunale di Bologna. Nel 2013 ha cantato: Macbeth a Bologna diretto da Roberto Abbado; Macbeth al Verdi di Trieste e al Teatro Lirico di Cagliari; ha debuttato il ruolo di Nélusko ne L’africaine di Meyerbeer per l’inaugurazione della stagione 2013/14 del Teatro La Fenice di Venezia. Nel 2014 ha cantato nei ruoli di Scarpia in Tosca al Comunale di Bologna, a Reggio Emilia e alla Fenice di Venezia; Germont (La traviata) al Teatro Verdi in Trieste; Alfio (Cavalleria rusticana) al Teatro San Carlo di Napoli; Macbeth a Kiel in Germania. Nel 2015: Macbeth a Kiel, Ping (Turandot) al Teatro alla Scala in occasione dell’Expo 2015, Scarpia (Tosca) al Savonlinna Opera Festival ed alla Fenice di Venezia, Macbeth al Comunale di Bologna. Tra i suoi impegni futuri: Sharpless (Madama Butterfly) al Concertgebouw di Amsterdam, e Scarpia (Tosca) a Genova.
DARIA MASIERO Soprano Studia violoncello e didattica della musica, si diploma con il massimo dei voti in canto presso il Conservatorio di Alessandria e si perfeziona poi presso l’Accademia della Scala di Milano. Vincitrice di numerosi concorsi in giovane età, è inoltre una dei finalisti del Cardiff Singing Competition 2005. È stata la voce che ha aperto le inaugurazioni verdiane di Busseto del 2001 diretta da Romano Gandolfi, ed ha accompagnato grandi artisti come Renato Bruson, Leo Nucci, José Carreras, Plácido Domingo. Ha cantato in alcuni dei maggiori teatri: Scala di Milano, Regio di Torino, Carlo Felice di Genova, Massimo di Palermo, Massimo di Catania, Opera di Nizza, Arcimboldi di Milano, Regio ed Auditorium Paganini di Parma, Donizetti e Sociale di Bergamo, Festival di Torre del Lago, Verdi di Busseto,Verdi di Padova, Sociale di Trento, Filarmonico di Verona, Comunale di Catanzaro, Comunale di Reggio Calabria, Rendano di Cosenza, Lirico di Rimini, Magnani di Fidenza, Comunale di Bologna, Sociale di Como, Ponchielli di Cremona, Grande di Brescia, Fraschini di Pavia, Teatro dell’Opera di Melbourne, Concert Hall di Cardiff, Teatro Nazionale di Nizza, National di Tokyo, Teatro dell’Opera di Macau, Sydney Opera House, Arts Centre di Melbourne, Festival di Wexford, Festival di Savonlinna, Teatro dell’Art di Rouen, Rudolfinum di Praga. Ha lavorato con i più grandi direttori e registi del panorama lirico: R. Muti, Y. David, N. Luisotti, G. Noseda, J. Conlon, B. Bartoletti, E. Pidò, J. Webb, B. Campanella, H. De Ana, L. Pasqual, P. Pier’Alli e Y. Kokkos. Di particolare interesse la Messa da Requiem di Mozart con il tenore Josè Carreras e il grande concerto sulle Donne di Puccini al Festival di Torre del Lago con il tenore Placido Domingo. Tra gli ultimi impegni Maria di R. Statkowsky (protagonista) al Festival di Wexford, Mimì ne La bohème di a Seoul, Turandot (Liù), Il trovatore e Aida alla Sidney Opera House, Tosca a Praga e a Parma, Otello e Adriana Lecouvreur nei teatri del Circuito Lirico Lombardo. Tra i futuri impegni, Aida e Turandot a Sidney per Opera Australia e Macbeth al Teatro Petruzzelli di Bari, Tosca a Cosenza e Attila a Palermo.
ANNAMARIA CHIURI Mezzosoprano Originaria dell’Alto Adige, si è diplomata al Conservatorio di Parma, perfezionanndosi poi con Franco Corelli. Uno dei mezzosoprani più richiesti e apprezzati nel repertorio italiano, tedesco e francese, è ospite regolare di teatri come: Teatro Regio di Torino, Teatro Massimo di Palermo, Teatro alla Scala di Milano, Opera di Firenze, Gran Tearo La Fenice di Venezia, Teatro Bellini di Catania, Opera Royal de Wallonie a Liegi. Si è esibita inoltre recentemente a: Lincoln Center, Carnegie Hall e Metropolitan di New York, Harris Theater di Chicago, Roy Thomson Hall di Toronto, Hill Auditorium di Anna Harbor, Festival di Edimburgo, Rudolfinum di Praga, Tel Aviv con la Israel Philarmonic Orchestra su invito di Z. Mehta e a S. Cecilia di Roma. La stagione 2014/15 l’ha vista impegnata in: Svanda Dudak di Weinberger nel ruolo di Regina Cuordighiaccio a Palermo; Requiem di Verdi con La Verdi di Milano, Azucena (Il trovatore) a Rovigo; Edwige (Guglielmo Tell) a Edimburgo, New York, Chicago, Detroit, Toronto; Zia Principessa (Suor Angelica) e Pepa (Goyescas) a Torino, Die erste Walpurgisnacht di Mendelssohn con l’Orquestra de Cadaquesal Palau de la Musica di Barcellona, Stabat Mater di Vivaldi al Teatro Municipale di Piacenza, Ulrica (Un ballo in maschera) e Santuzza (cover in Cavalleria rusticana) al Metropolitan di New York. Tra i prossimi impegni: Amneris (Aida) al Teatro Lirico di Cagliari, La fille du regiment al Teatro Massimo di Palermo e in Oman, Canzade (La donna serpente), oltre a numerosi recitals e concerti al Festival di Stresa, Torino e Rovigo. Tra le stagioni recenti, si ricordano: Fricka (Rheingold e Walküre) al Teatro Massimo di Palermo; Eboli (Don Carlo) al Teatro Regio di Torino e al Teatro alla Scala di Milano; Edwige (Guglielmo Tell) al Teatro Regio di Torino; Donna Elvira (Don Giovanni) all’Opera Giocosa di Savona; Klythämestra (Elektra); Herodias (Salome) nei teatri di Bolzano, Modena, Ferrara e Piacenza; Cassandra di Gnecchi al Teatro Bellini di Catania; Amneris (Aida) e Ulrica (Un ballo in maschera) all’Opera Royal de Wallonie; Quickly (Falstaff) a Tel Aviv con Z. Mehta; Azucena (Il trovatore) alla Fenice di Venezia; Annina (Der Rosenkavalier) al Maggio Musicale Fiorentino; Adriana Lecouvreur al Regio di Torino; Preziosilla (La forza del destino) allo Sferisterio di Macerata; Frugola, Zia Principessa e Zita (Il trittico) al Teatro alla Scala di Milano. La discografia di Anna Maria Chiuri comprende su cd: Pasqua Fiorentina di I. Capitanio (Bongiovanni), Messa in sol di Bellini, i Pezzi sacri di Sammartini, L’ abbé Agathon di Pärt, Oratorio de Nöel di Saëns; su dvd: Un ballo in maschera con la direzione di R. Chailly, live dall’Opera di Lipsia, Nabucco, live dal Teatro Regio di Parma per Unitel Classica, Il trittico, live dal Teatro alla Scala di Milano per Rai Trade.
SHOUSHIK BARSOUMIAN Soprano Ha completato i suoi studi di canto al Cubec di Modena sotto la guida di Mirella Freni, si è diplomata alla USC Thornton School of Music con Cynthia Munzer (2010) e in pianoforte presso il Lark Conservatory (2005) in California. Dopo aver debuttato nel 2003 nella prima americana di Zvart di Dikran Tchouhadjian, ha interpretato successivamente Leblebiji e Zemiri sempre di Tchouhadjian rispettivamente nel 2004 e nel 2008. Nel 2010 è stata protagonista de La voix humaine, riscuotendo un grande successo di pubblico e critica. Nel 2011, è stata la Dama (Macbeth) al Teatro Comunale di Modena, nel 2012 è stata protagonista della prima mondiale di Canti paralleli di Tigran Mansurian a Los Angeles; ha interpretato quindi Hooshardzan Mayrikis (Monument for my Mother) di Alexander Harutyunyan e di Chanson perpétuelle di Ernest Chausson inaugurando il Dilijan festival in Armenia. Nell’estate 2013 ha interpretato con successo il ruolo di Musetta (La bohème) al Festival di St. Margarethen. Tra i suoi impegni recenti: una nuova produzione di Rigoletto (Gilda) all’Opera di Bucarest, Adina ne L’elisir d’amore presso il Teatro Manoel a Malta, una serie di concerti a Los Angeles. È stata premiata in numerosi concorsi internazionali, tra i quali ricordiamo: Ottavio Ziino di Roma (2013 – premio della critica); USC Town and Gown Marjorie L. Bailey e Marilyn Horne (2009); premio Armand e Zaruhi Elmassian in Armenia(2009); premio Usc degli Amici della Musica Armeni. Ha ricevuto inoltre diverse borse di studio tra cui quella conferitalr come miglior voce dalla YMF Omega Medina.
CARLO CHECCHI Baritono Classe 1985, inizia gli studi di canto lirico presso l’Istituto Musicale ‘F. Vittadini’ di Pavia, per proseguirli successivamente sotto la guida di Bianca Maria Casoni e, dal 2010, con Carmelo Corrado Caruso; attualmente si perfeziona sotto la guida di Fernando Cordeiro Opa. Nel luglio 2015 è allievo effettivo dell’Accademia Rossiniana di Pesaro. Debutta nel 2006 nel ruolo del Sacerdote di Apollo (Apollo et Hyacinthus di Mozart) al Teatro Carlo Felice di Genova. Nel 2008 partecipa al progetto AsLiCo Opera domani Così fan tutte. Vincitore del VI Concorso ArteinCanto, debutta nel ruolo di Leporello (Don Giovanni) nell’agosto 2013. Nello stesso anno, è vincitore del ruolo di Taddeo (L’Italiana in Algeri) al Festival ‘Federico Cesi’. Nel novembre 2013 partecipa alla produzione di Pagliacci presso il Teatro Lirico di Cagliari (regia di Franco Zeffirelli). Nel maggio 2014 debutta nel ruolo di Figaro (Il barbiere di Siviglia) presso il Teatro Valle di Roma, interpretandolo ancora l’anno successivo nei teatri di Livorno, Lucca e Pisa. Nella stagione 2014/15 debutta nel ruolo dello Zio Yakusidé (Madame Butterfly) per OperaLombardia. Nell’aprile 2015 è alla Royal Opera House Muscat (Oman) per The Magic Flute Opera domani (Papageno). Sempre in aprile è il Conte di Almaviva (Le nozze di Figaro) al National Theatre of Opera and Ballet di Tirana. Nell’agosto 2015 è Don Alvaro (Il viaggio a Reims) presso il Teatro Rossini di Pesaro, nell’ambito del Rossini Opera Festival. Svolge inoltre un’intensa attività concertistica, collaborando con Stresa Festival (2006), Festival MiTo (2007) e Settimane Barocche di Brescia (2009). Nell’agosto 2014 si esibisce nei Carmina Burana al Teatro Lirico di Cagliari. Ha cantato ne Le nozze di Figaro dei teatri di OperaLombardia (Antonio). Tra i prossimi impegni: i Carmina Burana al National Theatre of Opera and Ballet di Tirana.
MARIANO BUCCINO Basso Nato a Napoli nel 1987, fin da bambino ha cantato in un coro di voci bianche, studiando contemporaneamente pianoforte ed in seguito canto e composizione. Nel 2012 è stato ammesso all’Opera Studio dell’Accademia di S. Cecilia di Roma, studiando qui con Renata Scotto. Ha partecipato a diversi corsi di perfezionamento con Mietta Sighele, Roberto Scandiuzzi, Alfonso Antoniozzi e Stefano Giannini. Attualmente continua i suoi studi sotto la guida di Michela Sburlati. Finalista al 53° Concorso internazionale ‘Voci Verdiane, città di Busseto’. Quale vincitore del 65° Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa (AsLiCo), ha debuttato nel ruolo di Commendatore (Don Giovanni) presso i teatri di OperaLombardia, per la regia di Graham Vick. Per il progetto Opera domani, ha interpretato i ruoli di di Ramfis e Re in Aida, in oltre settanta recite in tutto il nord e centro Italia. Nel 2014/15 è stato Luther e Crespel ne Les contes d’Hoffmann messo in scena da Frédéric Roels per OperaLombardia. Nel marzo 2015 ha cantato per il Festival internazionale di Musica Sacra ‘Sanctae Julie’ della città di Livorno, nella Petite messe solemnelle di Rossini. Ha cantato per Sua Santità come basso solista nella Messa da Requiem di Verdi nella Basilica Papale di S. Paolo fuori le Mura a Roma, per le vittime di Hiroshima (dir. Tomomi Nishimoto). Ha debuttato, per il Musica Riva Festival, nel ruolo di Colline ne La bohème. È stato Hanezo ne L’amico Fritz (regia Leo Nucci e dir. Donato Renzetti), messo in scena presso i Teatri di Piacenza, Modena, Ravenna. Prenderà parte ad una produzione di Macbeth, presso il Teatro Municipale di Piacenza (dir. Francesco Ivan Ciampa e regia Riccardo Canessa). Canterà poi, come basso solista, nello Stabat Mater di Rossini presso il Festival Internazionale ‘Sanctae Julie’ di Livorno. Tra i prossimi impegni: Orbazzano (Tancredi) al Musikfest di Brema con l’Accademia Bizantina diretto da Ottavio Dantone, Zuniga (Carmen) al Teatro Massimo di Palermo, Commendatore (Don Giovanni) al Gran Teatre del Liceu di Barcellona.
FRANCESCO MILANESE Basso Nato a Conegliano (TV) nel 1980, inizia la sua formazione professionale presso il Conservatorio ‘J. Tomadini’ di Udine e la prosegue al Conservatorio ‘A. Steffani’ di Castelfranco Veneto, partecipando alle produzioni de L’Orfeo, Betly di Donizetti e La traviata. Studia in seguito canto sotto la guida di Elisabetta Tandura e arte scenica con Lamberto Puggelli, perfezionandosi con Roberto Scandiuzzi e all’Accademia di musica di Modena con Mirella Freni. La sua attività professionale inizia nel 2011 con il progetto AsLiCo Opera domani Nabucco (Gran sacerdote di Belo). Recentemente, ha partecipato a Il barbiere di Siviglia al Teatro Petruzzelli di Bari per il pubblico giovanile e ha cantato ne Le nozze di Figaro dei teatri di OperaLombardia (Don Bartolo). Tra i recenti e i prossimi impegni: Madama Butterfly (Commissario imperiale) al Teatro Verdi di Padova, Macbeth a Bari e La traviata al Teatro La Fenice di Venezia.
GIUSEPPE DISTEFANO Tenore Nato a Paternò nel 1985, studia presso il Conservatorio ‘Francesco Cilea’ di Reggio Calabria sotto la guida di Serenella Fraschini. Grazie alle sue apprezzabili doti canore è riuscito a classificarsi nelle prime posizioni in svariati concorsi nazionali ed internazionali. Ha partecipato a numerosi concerti, tra cui uno per il Centro internazionale delle arti dello spettacolo di Pechino in seguito ad una borsa di studio vinta nel 2011 per i Sing Beijing-Hanyu Academy of Vocal Arts. Ha preso parte a masterclass con: Hao Jiang Tian, Jiang QiHu, Katherine Chu, Gareth Morrell, Peter Meclintock, Lenore Rosenberg. Sempre nel 2011 viene inserito nel Cantiere Lirico Voci Mascagniane tenuto presso il Teatro Goldoni di Livorno perfezionandosi con: Giovanna Casolla, Marcello Lippi, Jonathan Webb, Lindsay Kemp, Alessio Pizzech e Francesco Torrigiani, Alberto Paloscia. Durante gli studi, ha seguito diverse masterclass con Nicola Martinucci, Ines Salasar, Renato Bruson, Rolando Panerai e Giorgio Meriggi, debuttando nel ruolo di Alfredo (La traviata). Nel 2013 è stato impegnato in una tournée in America, con una serie di concerti il cui direttore artistico era Placido Domingo. Ha inoltre partecipato a dei concerti organizzati dal Teatro A. Belli di Spoleto presso il Festival Hermitage di San Pietroburgo. Ha cantato al Teatro greco di Taormina nel ruolo di Arlecchino (Pagliacci) e al Teatro A. Belli di Spoleto di Cavaradossi (Tosca). Nel 2014 è stato impegnato nei ruoli di: Radamès (Aida) per il progetto Opera domani/AsLiCo, Rinuccio (Gianni Schicchi) e Dick Johnson (La fanciulla del West) al Teatro A. Belli di Spoleto, Arlecchino (Pagliacci) al Teatro antico di Taormina. Nel 2015 debutta nello Stabat Mater di Rossini per il Luglio Musicale Trapanese e canta nei ruoli di El Remendado (Carmen) al Teatro antico di Taormina e di Flavio (Norma) al Teatro antico di Siracusa.