Dramma buffo in tre atti. Musica di Gaetano Donizetti. Libretto di Giovanni Ruffini e Gaetano Donizetti.
Prima rappresentazione: Parigi, Théâtre Italien, 3 gennaio 1843
Don Pasquale Paolo Bordogna, Alessio Verna
Norina Maria Mudryak
Ernesto Pietro Adaini
Malatesta Pablo Ruiz
Il notaio Claudio Grasso
Direttore
Christopher Franklin
Regia
Andrea Cigni
Scene e costumi Loreno Cutuli
Light designer Fiammetta Baldiserri
Maestro del coro
Diego Maccagnola
Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coproduzione Teatri di OperaLombardia e Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi
Allestimento dei teatri di Opéra-Théâtre de Clermont-Ferrand, Opéra de Reims, Opéra-Théâtre de Limoges, Opéra de Rouen Haute-Normandie, Opéra Théâtre Saint-Étienne, Opéra de Massy, Opéra Grand Avignon, Opéra de Vichy
Atto I
Sala in casa di don Pasquale. L’anziano e benestante scapolo don Pasquale da Corneto è in trepida attesa del dottor Malatesta, amico suo e del nipote Ernesto. Al suo arrivo, il Dottore annuncia di aver finalmente trovato una sposa per don Pasquale: questi, infatti, medita di ammogliarsi e diseredare Ernesto il quale, innamorato della giovane vedova Norina, rifiuta la vecchia e ricca zitella propostagli dallo zio. La sposa, di cui Malatesta si affretta a cantare le lodi, è nientemeno che la sorella dello stesso Dottore, Sofronia, fino ad allora rinchiusa in convento. Don Pasquale manda il Dottore a chiamare la sorella per combinare il matrimonio, e comunica ad Ernesto le ultime novità. Questi, dapprima stupito alla notizia, si dispera perchè tradito dal dottor Malatesta che riteneva suo amico; ma soprattutto perché non potrà più offrire a Norina una vita felice.
Stanza in casa di Norina. Norina, impegnata nella lettura di una storia d’amore, riflette su quanto potenti siano le grazie femminili nell’incantare gli uomini. Una lettera di Ernesto, che le annuncia di voler presto lasciare Roma, la mette in agitazione, ma il provvidenziale arrivo di Malatesta la rassicura. Il Dottore ha imbastito un inganno: Norina si spaccerà per Sofronia, si farà sposare, per finta da don Pasquale, e poi lo farà a tal punto impazzire da costringerlo a ripudiarla, per concedere a Ernesto di sposare la propria innamorata. Norina accoglie con gioia la proposta del Dottore.
Atto II
Sala in casa di don Pasquale. Ernesto, affranto, si prepara mestamente a partire. Don Pasquale, invece, attende ansioso la promessa sposa, che giunge velata e tremante. Norina-Sofronia recita la sua parte, fingendosi timida, inesperta, silenziosa, economa. Don Pasquale ne è conquistato e, nel vederne il volto, resta sconvolto dalla sua bellezza: viene convocato il notaio per concludere il contratto di nozze. Alla firma del contratto, funge da testimone addirittura lo stesso Ernesto, sopraggiunto e viene informato del piano di Malatesta. Ma la presunta Sofronia cambia atteggiamento, respinge l’abbraccio del marito, comincia ad impartire ordini, e dichiara che sarà solo lei a dettar legge in casa. Il povero don Pasquale resta impietrito alle decisioni della giovane sposa che raddoppia la paga al maggiordomo, ordina di assumere nuova servitù, di fare nuovi acquisti… Don Pasquale invano tenta di opporsi: insultato da Norina-Sofronia, assiste allo sfacelo della propria casa mentre i due giovani innamorati si scambiano dolci tenerezze.
Atto III
Sala in casa di don Pasquale. Don Pasquale siede attonito, poi infuriato, davanti al mucchio dei conti da pagare. Quando Norina annuncia al vecchio di voler andare a teatro, il povero don Pasquale protesta inutilmente, ma finisce con l’essere sbeffeggiato da Norina. Uscendo, Norina lascia appositamente cadere una lettera, raccolta da don Pasquale che scopre trattarsi di un messaggio dell’amante di Norina. Don Pasquale corre a cercare il Dottore, che nel frattempo finisce d’istruire Ernesto su come concludere l’inganno. Rientra don Pasquale, che racconta al Dottore gli ultimi avvenimenti; i due si accordano per sorprendere e punire gli amanti: Norina verrà ripudiata, a patto che don Pasquale dia al Dottore piena libertà d’azione. Don Pasquale pregusta la vendetta, mentre Malatesta se la ride di sottecchi.
Boschetto nel giardino attiguo alla casa di don Pasquale. Ernesto, in attesa di Norina, canta una serenata. All’arrivo di don Pasquale e Malatesta, Ernesto si dilegua, mentre Norina affronta don Pasquale in cerca del proprio rivale. Interviene il Dottore: in casa di don Pasquale arriverà presto Norina, destinata a sposare Ernesto, e perciò occorre che Sofronia lasci la casa. Dapprima indispettita, la finta Sofronia accetta a patto che ella si accerti delle nuove nozze. Viene chiamato in fretta Ernesto, cui Malatesta annuncia il matrimonio. Malatesta svela finalmente l’inganno: Sofronia è Norina. Dopo che i due giovani hanno chiesto perdono, Don Pasquale, felice per essersi liberato di Sofronia, benedice i due giovani.
ARIA FRESCA…
di Christopher Franklin
Quando penso a montare una produzione di Don Pasquale conto sulla completa disponibilità non solo della compagnia, ma anche dell’orchestra, perché questa partitura è piena di innovazioni da scoprire insieme ai musicisti. Donizetti scriveva opere in un’epoca in cui la scrittura musicale seguiva modelli e strutture formulaiche precise; il che non significa che le sue opere suonano tutte allo stesso modo, ma sicuramente il disegno complessivo seguiva le convenzioni teatrali del tempo. Come nel caso di molti suoi colleghi, si trattava spesso della seguente domanda: «Vuoi qualcosa di nuovo, o ne hai bisogno per venerdì prossimo?». Spesso non c’era il tempo materiale per dedicare tanti mesi alla scrittura di una nuova opera o per completare l’orchestrazione.
Tuttavia, con questo Don Pasquale, sentiamo sin delle prime note un’aria fresca, e tanti piccoli dettagli. Già nella Sinfonia, siamo trascinati subito dentro questa commedia: anziché una introduzione lenta, ci ritroviamo di fronte ad un’intera orchestra che esplode con una risatina, seguito da quattro ‘schiaffi’. Come tutte le donne mediterranee, Norina è spiritosa, lunatica e passionale… e si sente! Poi, cambiando nuovamente strada nelle battute successive, sentiamo un solo violoncellista intonare le note della serenata che canterà Ernesto nel terzo atto, poi la voce del violoncello si unisce al fagotto, poi il corno, poi il flauto, e così via… In questa Sinfonia, incontriamo anche la famosa aria di Norina, qui cantata dalle varie sezioni dell’orchestra. Lasciando vagare l’immaginazione, potremmo proporre questa Sinfonia come un microcosmo della trama stessa dell’opera.
Dopo la sinfonia, entriamo nella casa del vecchio Don Pasquale: qui sentiamo l’orchestra cantare una lunga melodia che dovrebbe dipingere allo stesso tempo un vecchio annoiato, pieno di ansie, e il suo amico, il Dottor Malatesta, che non arriva mai con la notizia di qualche futura sposina. Invece del solito accompagnamento ritmico, è l’orchestra che canta, mentre i cantanti hanno delle frasi declamati, quasi recitativo. Ci sono troppe sonorità nuove da scoprire per elencarle tutte, ma una tra le più notevoli è sicuramente la serenata notturna di Ernesto nel terzo atto, dove è accompagnato dal coro dietro le quinte e da una ‘banda’ di due chitarre e tamburo basco (un chiaro omaggio a l’aria del Conte del primo atto de Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini).
Come al solito nelle opere buffe, il coro viene usato poco ma bene: in Don Pasquale, lo incontriamo nel terzo atto, come un piccolo coro greco che si diverte nel vedere come il vecchio se la cava con la nuova mogliettina (una belva, in realtà…) in casa! La scelta di Donizetti di accompagnare tutti i recitativi con l’orchestra ci dà l’opportunità di tante piccole sfumature di colori, ma anche di articolazione e commento ritmico, sfumature che un solo clavicembalo non riuscirebbe a dare con la stessa ricchezza.
Un’ultima parola per questa produzione: insieme al regista Andrea Cigni, abbiamo deciso di presentarvi il Don Pasquale in versione integrale, ovvero senza tagli. Mi auguro che, con questa regia frizzante e innovativa, la serata scorra piacevolmente e possiate apprezzare questo capolavoro così come l’ha scritto l’autore.
Buon ascolto e buon divertimento!
COMICITÀ E SENTIMENTALISMO
di Andrea Cigni
Il progetto nasce dalla prioritaria volontà di restituire il carattere teatrale di quest’opera del compositore bergamasco. Don Pasquale è sicuramente l’opera buffa più riuscita di Donizetti, e questa fortuna è dovuta anche alla grande caratterizzazione dei personaggi che agiscono nel corso della vicenda, ciascuno con un proprio modo di essere, con un proprio ‘scopo’, con peculiarità fisiche e caratteriali specifiche e personali. La vicenda è collocata intorno alla metà del Novecento, perché le linee dei costumi dell’epoca ben si prestano a rendere la nostra idea, perché alcune ‘soluzioni visive’ trovano giustificazione e pertinenza in una collocazione ‘moderna’ e non storicizzata. Ma anche perché era importante avvicinare i personaggi e la vicenda al pubblico, utilizzando riferimenti temporali, visivi, culturali, più vicini ai nostri giorni.
La fonte primaria di ispirazione è stato proprio il carattere di Don Pasquale, il suo essere ‘taccagno’. Una sorta di vecchio ‘avaro’ cui interessa fondamentalmente proteggere il proprio patrimonio, e per far ciò utilizza ogni mezzo, anche il matrimonio combinato (seppur con una giovane ed avvenente ragazza). L’oggetto che con più evidenza lo riconduce ad una sorta di Paperon de’ Paperoni umano, ad un Mr. Scrooge del romanzo di Dickens, è la cassaforte: l’elemento che chiude e protegge il suo ‘tesoro’, la sua ricchezza materiale, ma che avrà poi il compito di racchiudere il vero tesoro dell’opera nel finale. La casa di Don Pasquale è dunque un’enorme ed inespugnabile cassaforte, dentro alla quale è difficile entrare, che racchiude a sua volta una seconda ed altrettanto inespugnabile cassaforte/forziere che contiene tutti gli ‘averi’ di Don Pasquale. Coloro che hanno a che fare con lui (Norina, Malatesta, Ernesto…) devono necessariamente riuscire ad essere accettati nel suo mondo e pian piano ‘espropriare’ il vecchio tirchio di tutto ciò che ha, per far vincere l’amore dei due giovani.
Opposto al mondo di Don Pasquale è il mondo fiorito, lieto, gaio, di Norina. Un mondo fresco, amoroso, felice che fa da contraltare alla cupezza del vecchio e che pian piano lei saprà far prevalere, rompendo la tristezza del caveau.
L’elemento comico guida la messinscena, con l’uso sorprendente della macchineria e l’accuratezza della recitazione. Il colore, la luce, il contrasto tra gli ambienti legati ai vari personaggi sono la chiave di lettura visiva del nostro lavoro.
Riassumendo: epoca metà del Novecento (anni Cinquanta); Don Pasquale, un vecchio ricco tirchio che cerca di proteggere il suo tesoro; Norina, una bella e giovane ragazza legata ad un mondo di colore e di gaiezza con Malatesta (un esuberante e stravagante personaggio); Ernesto, l’innamorato gentile che tutte le ‘Norine’ del mondo vorrebbero avere. In un vortice di comicità e di sentimentalismo si incrociano questi mondi, annullando il mondo della cassaforte di Don Pasquale. Alla fine della nostra storia resta il vero e unico tesoro: l’amore dei due giovani, incorniciato in una romantica cartolina dal titolo Roma, Ti amo!
CHRISTOPHER FRANKLIN Direttore d’orchestra
Ha iniziato lo studio del violino all’età di 6 anni a Pittsburgh (Stati Uniti), sua città natale. Dopo essersi diplomato in violino e letteratura tedesca al Macalester College di Saint Paul (Minnesota), ha conseguito il Master of Music in direzione d’orchestra presso l’università dell’Illinois e il dottorato con Frederik Prausnitz al Peabody Conservatory of Music di Baltimora. Ha ricevuto una borsa di studio al Tanglewood Music Center, dove ha avuto occasione di lavorare con Seiji Ozawa, Robert Spano e Gustav Meier, e successivamente una borsa Fulbright per studiare alla Musikhochschule di Saarbrücken. Ha poi intrapreso studi di direzione con Charles Bruck presso la Pierre Monteux School for Conductors. Ha quindi iniziato la carriera in Italia, dirigendo nei principali teatri lirici e festival: Teatro Regio di Torino, Maggio Musicale Fiorentino, Comunale di Bologna, San Carlo di Napoli, Carlo Felice di Genova, Opera di Roma, Massimo di Palermo, Piccolo di Milano, Comunale di Treviso, Verdi di Salerno, Pergolesi di Jesi, al Rossini Opera Festival e allo Spontini Festival di Jesi. Attivo anche in ambito sinfonico, ha diretto le più prestigiose orchestre internazionali: Royal Philharmonic Orchestra di Londra, Sydney Symphony Orchestra, West Australian Symphony Orchestra, National Philharmonic of Russia, Münchner Symphoniker e SWR Orchester, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Orchestre de La Monnaie a Bruxelles, Orquesta de la Comunitat Valenciana, Orquesta de la Navarra, Sinfonieorchester Sankt Gallen, Orchestra Verdi di Milano, Orchestra della Toscana, Orchestra Filarmonica dell’Arena di Verona, Orchestra ’900 del Teatro Regio di Torino, Filarmonica Toscanini di Parma, Orchestra da Camera di Padova, Sinfonica Siciliana di Palermo, Pomeriggi Musicali di Milano, collaborando con solisti di fama internazionale, come Salvatore Accardo, Boris Belkin, Mischa Maisky, Natalia Gutman, Bruno Giuranna, Marco Rizzi, Pietro De Maria, Enrico Pace. Insieme al tenore Juan Diego Flórez ha al suo attivo numerose tournée all’estero presso importanti istituzioni concertistiche: Wiener Konzerthaus, Herculessaal di Monaco di Baviera, Alte Oper di Francoforte, Philharmonie di Köln, Théâtre des Champs Elysées a Parigi, Musikhalle di Hamburg, Festspielhaus di Baden Baden, Konzerthaus di Dortmund, Cadogan Hall di Londra, Palau de les Arts di Valencia, Carniaval Centre di Miami, International House of Music di Mosca, Dvořák Hall di Praga. Appassionato sostenitore della musica contemporanea, ha diretto opere di molti compositori viventi: in Italia, il dittico di Marco Tutino (La lupa e Dylan Dog) e la prima del suo Concerto per clarinetto, la prima italiana di Jackie O di Michael Daugherty; in Australia, la Sinfonia n. 3 di Ross Edwards e Gangkar di Georges Lentz. Vincitore del Concorso internazionale ‘Gino Marinuzzi’, è stato assistente di Gianluigi Gelmetti al Teatro dell’Opera di Roma, alla Scala, al Covent Garden, alla Fenice, con i Münchener Philharmoniker e in altri teatri. Come vincitore del Concorso internazionale per direttori d’orchestra ‘Toti dal Monte’ presso il Teatro Comunale di Treviso, è stato direttore residente, nonché assistente di Peter Maag. Ha inoltre vinto il prestigioso Premio ‘Franco Ferrara’ presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena. Attualmente vive a Lucca.
ANDREA CIGNI Regia
Toscano, è laureato al DAMS di Bologna ed è stato attore e mimo prendendo parte a numerosi allestimenti e collaborando con registi quali Pier Luigi Pizzi, Giancarlo Cobelli, Yannis Kokkos, Alberto Fassini, Beni Montresor, Henning Brockhaus. Nel 2006 ha debuttato al Teatro Ponchielli di Cremona con la mise en éspace di una performance di danza e musica dal titolo Buenos Aires Madrigals, subito seguita dalla regia dell’opera Andromeda liberata in prima rappresentazione assoluta. Nel maggio 2007 mette in scena L’Orfeo, in occasione dei 400 anni dalla prima rappresentazione. Nel 2008 ha curato la regia di Paride ed Elena per il Circuito Lirico Toscano, coprodotto dall’Opera Royal de Wallonie di Liegi. Nello stesso anno ha realizzato, per l’inaugurazione della stagione lirica di OperaLombardia e il 150° anniversario dalla nascita di Giacomo Puccini, il dittico La medium e Gianni Schicchi. Nel 2009 ha curato Aida al Giardino di Boboli a Firenze e La figlia del reggimento per OperaLombardia e il Teatro Alighieri di Ravenna. Nel 2010 ha realizzato un nuovo allestimento de La traviata e Roméo et Juliette per i Teatri di Pisa, Ravenna e Trento. Nel 2011 firma la regia di Madama Butterfly e Tosca per il Teatro Politeama di Palermo, Il cappello di paglia di Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino ed un nuovo allestimento di Norma per il Teatro Verdi di Sassari. Nel 2012 cura Ernani per OperaLombardia, riprende Roméo et Juliette per il Teatro Verdi di Sassari e Madama Butterfly per il Teatro Massimo di Palermo. Nel 2013 per il Wexford Opera Festival è impegnato ne Il cappello di paglia di Firenze, ripreso in dicembre al Maggio Musicale Fiorentino. Tra il 2014 e il 2015 cura un nuovo allestimento di Don Pasquale in una coproduzione fra i teatri francesi di Clermont-Ferrand, Reims, Vichy, Limoges, Saint-Étienne, Rouen, Massy, Avignon, e i teatri italiani di Jesi e Piacenza. Per il Teatro Regio di Parma firma la regia de La cambiale di matrimonio nel febbraio 2014, ripresa al Teatro Valli di Reggio Emilia il mese successivo, mentre in settembre è al Teatro Comunale di Sassari per Carmen e successivamente firma la regia di Nabucco per OperaLombardia. Nel 2015 ha vinto la prima edizione dei GBOscar – L’eccellenza dell’opera come miglior regista. Il 2016 vedrà, nell’ordine, Fedra di Paisiello per l’apertura di stagione al Teatro Massimo di Catania, L’occasione fa il ladro per il Teatro Regio di Parma, Tosca alla Minnesota Opera House di Minneapolis, Le convenienze ed inconvenienze teatrali per il Teatro dell’Opera di Firenze.
È direttore artistico del Festival Orizzonti (festival delle nuove creazioni nelle arti performative) di Chiusi. È docente di Arte scenica, Storia del teatro, Drammaturgia musicale, Recitazione, Diritto, legislazione e management dello spettacolo e Tecniche della comunicazione presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘C. Monteverdi’ di Cremona.
LORENZO CUTÙLI Scenografo e costumista
Nato a Ferrara, si è diplomato a pieni voti in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel campo teatrale ed artistico, numerose sono state le sue collaborazioni a produzioni teatrali e liriche di prestigio, con artisti come Claudio Abbado, Jonathan Miller, Emanuele Luzzati, Hugo De Ana, Pier Luigi Pizzi, Luca Ronconi, Roland Petit, Robert Wilson, Peter Greenaway, Lev Dodin, Lindsay Kemp, Mario Martone, sia come scenografo che come costumista collaboratore. Debutta come scenografo nel 1990 ne Il combattimento di Tancredi e Clorinda e nel Don Chisciotte di Martini, per i teatri di Ferrara e Cesena. Prosegue la sua carriera di scenografo, costumista e videodesigner, realizzando numerosi spettacoli. Fra i più recenti si ricordano: Andromeda liberata di Vivaldi (Festival Monteverdi di Cremona, 2006), L’Orfeo (Festival Monteverdi, 2007), Paride ed Elena di Gluck (Teatri Verdi di Pisa, Goldoni di Livorno, Giglio di Lucca e Opéra Royal de Wallonie, 2008), La medium e Gianni Schicchi (OperaLombardia, 2008), Une éducation manquée di Chabrier e La cambiale di matrimonio (58° Wexford Festival Opera, 2009), Il cappello di paglia di Firenze (Teatro Comunale di Firenze, 2011; poi ripresa al 62° Wexford Festival Opera e presso il Teatro Comunale di Firenze, 2013); Don Pasquale (Centre lyrique di Clermont-Ferrand, 2014, e tournée francese, 2015). Collabora come scenografo e membro artistico con il Centro internazionale ‘Antinoo per l’Arte’ di Roma e con il Centro di documentazione permanente ‘Marguerite Yourcenar’.
FIAMMETTA BALDISSERRI Light designer
Nata a Cesena nel 1967, frequenta l’Università di Bologna dove si laurea in Scienze della terra. Contemporaneamente segue un corso per illuminotecnici al Teatro Regio di Parma dove inizia la sua attività di tecnico teatrale. Come tecnico partecipa dal 1987 al 1998 al Festival dei due mondi a Spoleto e fino al 2004 al Rossini Opera Festival di Pesaro. Nel 1998 segue la tournée internazionale de La donna del mare con la regia di Robert Wilson. Ha svolto attività come assistente di importanti light designer in allestimenti firmati da Pierluigi Pizzi (Aroldo, Un ballo in maschera, I vespri siciliani, Una delle ultime sere di Carnovale), Luca Ronconi (Peccato che fosse puttana) Emilio Sagi (L’equivoco stravagante). Nel 2001 collabora alla realizzazione delle luci di Aida al Teatro Verdi di Busseto con la regia di Franco Zeffirelli e nel 2002 sempre a Busseto inizia la sua attività di light designer nella produzione de La traviata di Franco Zeffirelli. Da allora firma le luci di spettacoli con i seguenti registi: Pierfrancesco Maestrini (Nabucco, I pescatori di perle, Il barbiere di Siviglia, Il trovatore, Otello, Manon Lescaut), Cristina Mazzavillani Muti e Micha van Hoecke per il Ravenna Festival (Il paradosso svelato), Beppe De Tomasi (Cavalleria rusticana, Pagliacci, Ifigenia in Aulide, La traviata, Carmen), Riccardo Canessa (Attila), Paolo Panizza (Il barbiere di Siviglia, Nabucco), Maria Elena Mexia (Falstaff), Giorgio Albertazzi (Titania la rossa), Elisabetta Courir (Il trovatore), Lamberto Puggelli (Rigoletto), Massimo Gasparon (Ernani), Nicola Berloffa (Le nozze di Figaro, progetto AsLiCo Pocket opera), Andrea Cigni (L’Orfeo, Paride ed Elena, La medium, Gianni Schicchi, La figlia del reggimento, Roméo et Juliette, La traviata, Nabucco), Carmelo Rifici (I puritani). Ai musei di San Domenico di Forlì ha curato l’illuminazione delle mostre: Canova, l’ideale classico tra scultura e pittura (2009), Fiori, natura e simbolo dal seicento a Van Gogh (2010) e Melozzo, l’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello (2011). Dal 2007 collabora con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, sezione Scenografia del melodramma, dove tiene corsi di illuminotecnica teatrale.
DIEGO MACCAGNOLA Maestro del coro
Ha compiuto gli studi musicali presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘G. Donizetti’ di Bergamo, dove ha conseguito il diploma di pianoforte con il massimo dei voti e il diploma accademico di secondo livello con lode. Si è esibito come solista e in formazioni da camera in importanti rassegne e festival italiani e stranieri e in sale da concerto quali il Teatro Ponchielli di Cremona, il Teatro Comunale di Ferrara, l’Auditorium Parco della Musica di Roma, il Théâtre entre des Bords de Marne di Parigi, il Théâtre du Merlan di Marsiglia, il Théâtre de la Balsamine di Bruxelles, il Théâtre Pole Sud di Strasburgo e la Maple Hall di Osaka. Dedica particolare attenzione alla musica del Novecento, partecipando tra l’altro all’esecuzione dell’integrale dell’opera pianistica di György Ligeti nel 2003, 2006 e 2007 e di Luciano Berio nel 2013 presso il Museo del Novecento di Milano. Nel 2012, insieme a Lena Yokoyama (violino) e Alessandro Copia (violoncello), fonda il Trio Kanon, ensemble che sta riscuotendo lusinghieri successi in Italia e all’estero. Affianca ad un’intensa attività didattica e concertistica come pianista, quella di maestro di coro. Dal 1998 è cantore e assistente alla direzione nelle produzioni del Coro Costanzo Porta di Cremona, fondato da Antonio Greco e vincitore di numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali. Dal 2007 collabora con OperaLombardia come maestro del coro per diverse produzioni operistiche. È pianista accompagnatore presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Como e docente di pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘G. Donizetti’ di Bergamo.
PAOLO BORDOGNA Basso-baritono
Milanese, ha studiato presso l’Accademia lirica di Desenzano del Garda e con Alberto Zedda presso l’Accademia rossiniana di Pesaro. Nel 2000 ha ricevuto il Premio Caruso e nel 2006 il Premio Bastianini. Considerato uno dei migliori bassi buffi della sua generazione, ha interpretato più di cinquanta personaggi, in un repertorio che spazia dal barocco all’opera contemporanea, con una particolare predisposizione per Mozart, Rossini e Donizetti. Dal 2005 è ospite regolare del Rossini Opera Festival. Ha calcato i più prestigiosi palcoscenici internazionali, fra cui Teatro alla Scala, Opéra National de Paris, Teatro Real di Madrid, Liceu di Barcellona, Washington National Opera, Bayerische Staatsoper, Opéra de Nice, Opéra de Toulon, Seoul Arts Center, Sydney Opera House, NCPA di Pechino, Conservatorio Čajkovskij di Mosca, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro San Carlo di Napoli, Opera di Roma, Regio di Parma, Comunale di Bologna. Ha collaborato con direttori d’orchestra come Roberto Abbado, Yves Abel, Marco Armiliato, Bruno Campanella, Alan Curtis, Alessandro De Marchi, Dan Ettinger, Jesús López-Cobos, Michele Mariotti, Kent Nagano, Evelino Pidò, Stefano Ranzani, Donato Renzetti, Corrado Rovaris, Christophe Rousset, Claudio Scimone, Alberto Zedda. All’inizio della stagione 2014/15 ha interpretato L’elisir d’amore (Dulcamara) all’Opéra de Marseille e in seguito Don Pasquale (ruolo eponimo) a Rovigo e Il Turco in Italia (Don Geronio) al Teatro Regio di Torino. Fra i suoi prossimi impegni: La cenerentola (Don Magnifico) a Washington, Torino e Bilbao, Le nozze di Figaro, Gianni Schicchi e Il barbiere di Siviglia a Sydney, Le nozze di Figaro (Figaro) a Monaco di Baviera, Don Pasquale a Napoli, Il barbiere di Siviglia a Bologna e a Marsiglia, La scala di seta (Germano) a Liegi.
ALESSIO VERNA Baritono
Nato ad Alessandria, intraprende lo studio del canto lirico sotto la guida di Franca Mattiucci. Ha recentemente debuttato nel ruolo di Malatesta (Don Pasquale) al Teatro Comunale di Bologna. Selezionato per partecipare all’Accademia di musica internazionale di Tenerife, debutta nel 2014 nel ruolo di Don Magnifico (La Cenerentola) all’Auditorio della città. Al Teatro Alfieri di Asti debutta nel ruolo del Sagrestano (Tosca). È Marcello (La bohème) presso il Teatro Parvum di Alessandria, l’Auditorium Mater Dei di Tortona e il Teatro Giacometti di Novi Ligure. Ampia è la sua attività concertistica, che lo ha visto protagonista in numerose sale musicali e rassegne concertistiche, tra cui il circolo degli Amici della Scala a Lugano, Pavia Lirica, Castello di Belgioioso, Circolo di lettura a Tortona. Tra i futuri impegni: Don Bartolo (Il barbiere di Siviglia) al Maggio Musicale Fiorentino e Principe Yamadori/Commissario imperiale (Madama Butterfly) nei teatri Municipale di Piacenza e Pavarotti di Modena.
MARIA MUDRYAK Soprano
Nata nel 1994 a Pavlodar, in Kazakistan, si diploma a 18 anni con il massimo dei voti presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano e studia presso la Scuola Musicale di Milano sotto la guida di Carlo Gaifa. Nel 2014 debutta al Teatro Carlo Felice di Genova nei panni di Susanna (Le nozze di Figaro) e nello stesso anno interpreta il ruolo di Musetta (La bohème) al Teatro Rosetum di Milano. Nell’estate 2014 fa parte dello Young Singers Project dei Salzburger Festspiele, dove interpreta il ruolo di Clorinda (La Cenerentola) e canta la Spatzenmesse di Mozart alla Kollegienkirche di Salisburgo. Nell’ottobre 2014 inaugura la stagione del Teatro Municipale di Piacenza cantando nel ruolo di Adina (L’elisir d’amore), sotto la direzione di Stefano Ranzani e la regia di Leo Nucci. La scorsa stagione, dopo la vittoria del ruolo al 65° Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa, ha cantato per OperaLombardia Giulietta (Les contes d’Hoffmann), sotto la direzione di Christian Capocaccia e la regia di Frédéric Roels.
PIETRO ADAINI Tenore
Nato a Catania nel 1992, ha intrapreso gli studi musicali con Salvo Todaro. Nel 2011 ha partecipato ad una masterclass tenuta da Marcello Giordani ed attualmente si sta perfezionando con Salvatore Fisichella. Negli anni 2011 e 2012 è stato finalista del Concorso lirico internazionale ‘Voci dal Mediterraneo – Premio Archimede’ di Siracusa, guadagnando la menzione speciale. Nel 2014 ha vinto la borsa di studio EOS presso il Teatro Carlo Felice di Genova. Qui ha debuttato nel ruolo di Rodolfo (La bohème) e di Nemorino (L’elisir d’amore). Nel 2015 è Albazar (Il Turco in Italia) a Treviso e Ferrara. Ha partecipato inoltre al ‘Grand Prix dell’Opera’ a Parma, si è esibito a Cagliari nella Messa di gloria di Puccini e allo Sferisterio di Macerata è stato Beppe (Pagliacci).
PABLO GARCIA RUIZ Baritono
Nato a Huelva (Spagna) nel 1985, inizia gli studi musicali presso il teatro della sua città natale e lì continua presso il Conservatorio di Siviglia. Prosegue quindi alla Scuola superiore di canto a Madrid, diplomandosi con Ramón Regidor. Dopo il diploma studia presso l’Accademia Chigiana di Siena con Renato Bruson, Carlos Chausson, Vincenzo Spatola, Roberto Scandiuzzi e Raúl Giménez. Nel 2008 è risultato vincitore nel concorso ‘Juventudes Musicales de Madrid’ e nel 2009 è stato premiato dagli Amigos de la Ópera de Madrid. Ha partecipato a svariate produzioni operistiche: Andrea Chénier e Il viaggio a Reims (Teatro Real di Madrid), La Cenerentola e La bohème (Auditorio di Tenerife), Rigoletto e Madama Butterfly (Auditorio Baluarte di Navarra), Il barbiere di Siviglia e Un ballo in maschera (Teatro Principale di Mahon), Lohengrin (Auditorio Principe Felipe di Oviedo), Dido and Aeneas e The Fairy Queen (Teatro della Resad di Madrid), oltre a Don Giovanni, Der Schauspieldirektor, Trouble in Tahiti e La vedova allegra. È inoltre molto attivo nel repertorio lirico spagnolo della zarzuela, nell’opera, l’operetta e l’oratorio. Nel 2015 partecipa al 66° Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa, vincendo per il ruolo di Malatesta (Don Pasquale), e prende parte al progetto AsLiCo Opera domani Milo, Maya e il giro del mondo di Matteo Franceschini (Tarik).
CLAUDIO GRASSO Tenore
Siciliano di origine, studia canto con Elena De Martin e Rosanna Straffi tra Venezia e Roma. Unisce presto gli studi belcantistici con quelli musicologici, laureandosi in Musicologia all’università di Cremona. Si esibisce da anni come artista del coro di OperaLombardia, ma coltiva i più svariati repertori vocali con compagini quali il Coro Costanzo Porta di Cremona, il Coro del Teatro Municipale di Piacenza, il Monteverdi di Crema, il Maghini di Torino e altri. Ha recentemente debuttato nei ruoli di Borsa (Rigoletto) e Goro (Madama Butterfly) al Saaremaa Opera Festival di Kuressaare (Estonia).