2015 Le nozze di Figaro
2015 Le nozze di Figaro
2015 Le nozze di Figaro
2015 Le nozze di Figaro

2015 Le nozze di Figaro

Commedia per musica in quattro atti. Musica di Wolfgang Amadeus Mozart. Libretto di Lorenzo Da Ponte, dalla commedia Le Mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais.
Prima rappresentazione: Vienna, Burgtheater, 1 maggio 1786

Conte Vincenzo Nizzardo
Contessa Federica Lombardi
Susanna Lucrezia Drei
Figaro Andrea Porta
Cherubino Cecilia Bernini
Marcellina Marigona Qerkezi
Bartolo Francesco Milanese
Basilio Matteo Macchioni, Ugo Tarquini
Curzio Ugo Tarquini, Matteo Macchioni
Barbarina Giulia Bolcato
Antonio Carlo Checchi
Contadine Anna Piroli, Elena Caccamo

Maestro concertatore al clavicembalo
Stefano Montanari

Regia
Mario Martone
ripresa da Raffaele di Florio

Scene Sergio Tramonti
Costumi Ursula Patzak
Light designer Pasquale Mari
Coreografie Anna Redi

Maestro del coro Dario Grandini

Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano

Coproduzione Teatri di OperaLombardia

Allestimento del Teatro San Carlo di Napoli

 

 

Atto I
In una camera ancor non ammobiliata, Figaro prende le misure per il letto, mentre la sua promessa sposa Susanna si prova un cappello per la festa di nozze, prevista per quel giorno. Quando Susanna viene a sapere che quella è la camera che il conte d’Almaviva ha loro destinato, ha un moto di disappunto. Ma Figaro le spiega i vantaggi d’essere a due passi dalle camere dell’aristocratica coppia. Susanna spiega allora al fidanzato che rischio corrano, perché il conte corteggia Susanna e tenta di recuperare in segreto lo ius primae noctis. Rimasto solo, Figaro medita sul da farsi e promette di dar battaglia al conte con tutta la sua arguzia. Entra in scena la vecchia Marcellina, governante a palazzo: è in compagnia del dottor Bartolo al quale espone le sue rivendicazioni di nozze nei confronti di Figaro. Costui le ha infatti firmato, in cambio di denaro, una cambiale di matrimonio, ed ella pretende ora di effettuare il contratto rivolgendosi al conte per aver giustizia. Bartolo la rassicura e si offre di farle da avvocato: avrà infatti il massimo gusto nel vendicarsi di Figaro. Rimasta sola, Marcellina s’imbatte proprio in Susanna e la provoca a distanza. Dopo uno scambio d’insinuazioni, Marcellina, stizzita, è costretta ad abbandonare la stanza. Sopraggiunge, agitatissimo, il paggio Cherubino, che si lamenta con Susanna perché il conte ha deciso di allontanarlo dal castello, per averlo sorpreso ad amoreggiare con Barbarina, cugina di Figaro. Si sente rumore fuor dell’uscio e Cherubino, udendo la voce del conte, si nasconde dietro un seggiolone per non esser sorpreso in camera con Susanna. Entra quindi il conte che, ignaro della presenza del paggio, rinnova a Susanna le sue profferte d’amore, chiedendole un appuntamento in giardino. Si sente poi la voce di Basilio, ed è allora il conte a nascondersi dietro il seggiolone, mentre Cherubino scivola dal lato opposto e vi si pone sopra, coperto da un lenzuolo. Agitatissima, Susanna deve ascoltare le raccomandazioni di Basilio, che la invita a cedere al conte, e racconta di come il paggio si sia fatto notare per le sue audaci attenzioni verso la contessa. Infuriato per la maligna insinuazione, il conte si alza dal suo nascondiglio e promette un’immediata punizione per Cherubino, invano difeso da Susanna. Il conte racconta allora di come abbia sorpreso il paggio in casa di Barbarina: nel mimare la scena, solleva distrattamente il lenzuolo dal seggiolone, e si trova così davanti Cherubino. Sopraggiunge Figaro con una brigata di paesani a pregarlo di rinunciare all’ingrato diritto feudale. La provocazione viene incassata da Almaviva, che però ordina segretamente a Basilio di rintracciare Marcellina al fine di bloccare le nozze. Quindi, implorato da Figaro e Susanna di perdonare il paggio, il conte muta l’espulsione dal castello in una promozione militare, e lo nomina ufficiale. Figaro si congeda allora da Cherubino canzonandolo: è finita la sua vita di cicisbeo, comincia la dura carriera di soldato.

Atto II
Sola nella sua camera da letto, la contessa lamenta la sua condizione di sposa negletta. Entra Susanna e le racconta dei tentativi di seduzione del conte nei suoi confronti. Giunto nella stanza, Figaro comincia a ordire la trama per smascherare il padrone: decide insieme alle due donne d’inviare al conte un biglietto anonimo che lo faccia ingelosire riguardo alla contessa, e nel contempo d’inviare Cherubino travestito da donna in giardino all’appuntamento che Susanna avrà dato al conte, in modo tale che la contessa sorprenda il marito infedele davanti a tutti. Figaro invia quindi nella camera Cherubino in modo che provi gli abiti femminili. Coperto di rossore, il paggio viene poi obbligato dalla contessa a cantarle la canzonetta che ha scritto, e quindi Susanna comincia a vestirlo, notando fra l’altro che al suo brevetto d’ufficiale manca il necessario sigillo. Mentre la cameriera è andata a prendere un nastro in una camera contigua, il conte bussa alla porta: Cherubino si rifugia spaventato nel guardaroba. La contessa apre al marito, visibilmente imbarazzata, ma dal guardaroba si sente uno strepito d’oggetti caduti. Il conte, già allarmato per il biglietto anonimo ricevuto, s’insospettisce e la moglie è costretta a mentire dicendogli che in guardaroba c’è Susanna. Il conte decide di sfondare la porta e invita allora la consorte a uscir con lui per prendere gli attrezzi necessari. Rimasta sola, Susanna bussa al guardaroba e libera Cherubino. Non c’è per lui altra via di scampo che gettarsi dalla finestra in giardino, mentre Susanna prenderà il suo posto nel guardaroba. Rientra il conte, e la moglie decide di svelargli l’arcano: nel guardaroba non c’è Susanna, ma il paggio seminudo, là convocato per una burla innocente. L’ira del conte perde allora ogni controllo, tanto che questi s’avventa alla porta del guardaroba per uccidere il paggio. Invece, con sbigottimento d’entrambi, dallo stanzino esce Susanna. Il conte chiede perdono alla sposa per i sospetti manifestati e la contessa lo perdona. Giunge però Figaro, cui il conte sottopone il biglietto anonimo, che le due donne gli hanno rivelato esser stato scritto dal cameriere. Figaro prima nega, poi deve arrendersi all’evidenza e confessa. Le sorprese non sono però finite: sul più bello entra il giardiniere Antonio con un vaso di garofani in pezzi, denunciando che qualcuno si è buttato dalla finestra sui suoi fiori. Tutta l’architettura d’imbrogli e menzogne sta per crollare: Figaro si autoaccusa allora d’esser saltato egli stesso per paura del conte, e Antonio fa allora per dargli un foglio caduto al saltatore, ma il conte lo intercetta e chiede a Figaro cosa sia quel pezzo di carta che ha perduto. Si tratta del brevetto d’ufficiale di Cherubino. Il conte chiede perché proprio Figaro ne sia in possesso, e Susanna e la contessa gli suggeriscono che il paggio glielo avrebbe dato perché privo del sigillo. Il conte è scornato per l’ennesima volta. Ma entrano infatti Marcellina, Bartolo e Basilio a reclamar giustizia per la vecchia governante, che pretende, cambiale alla mano, di sposare Figaro. Il conte gongola soddisfatto e promette una sentenza che lo compensi degli imbrogli subiti.

Atto III
Nella sala addobbata per le nozze di Figaro e Susanna, il conte confuso medita sugli avvenimenti trascorsi. Entra Susanna che, d’accordo con la contessa, ma ad insaputa di Figaro, dà un appuntamento al conte per quella sera, riaccendendo le sue voglie. In realtà, la contessa intende recarsi all’appuntamento, ma con gli abiti di Susanna. Uscendo dalla stanza, Susanna incontra Figaro e l’avverte che ha già vinto la causa con Marcellina. Il conte coglie però quest’ultima frase, e giura di vendicarsi. Figaro, cui viene intimato di pagare Marcellina o di sposarla, tenta di bloccare la sentenza adducendo l’assenza dei suoi genitori per il consenso. Racconta d’esser stato raccolto da neonato abbandonato, ma d’essere di nascita illustre come testimoniano i panni ricamati trovati nella culla e soprattutto il tatuaggio impresso al braccio destro. Marcellina a quel punto trasale e riconosce in Figaro il suo Raffaello, figlio avuto in segreto da Don Bartolo. Nello sbigottimento generale, si comprende che il matrimonio non può aver luogo, mentre il conte abbandona la scena scornato per l’ennesima volta. Sopraggiunge Susanna, pronta a pagare Marcellina con la dote ricevuta dalla contessa, ma con sua gran meraviglia vede Figaro abbracciato teneramente alla vecchia. La promessa sposa ha un moto d’ira e schiaffeggia Figaro, ma Marcellina l’informa dell’insperato riconoscimento. Anch’ella e Bartolo decidono di regolarizzare l’unione, e di rendere così doppia la festa di nozze. Frattanto, Cherubino non è ancor partito per il suo reggimento e viene condotto da Barbarina a travestirsi da donna per confondersi con l’altre contadine. La contessa rievoca le dolcezze perdute del suo matrimonio e spera di riconquistare il marito. Raggiunta poi da Susanna, le detta un biglietto da consegnare al conte durante la festa, confermando l’appuntamento per quella sera; la spilla servirà da sigillo e andrà restituita in segno d’accettazione. Arriva Cherubino travestito, presto smascherato da Antonio che lo denuncia al conte. Figaro arriva per chiamar tutti alla cerimonia e si scontra col conte, che può finalmente accusarlo per tutte le menzogne inventate in camera della contessa. La tensione è al massimo, ma è tempo di celebrare le nozze: entra il corteo dei doppi sposi, al quale segue la danza del fandango. Susanna lascia scivolare in mano al conte il bigliettino. Ritrovato il sigillo che gli era caduto per terra, il conte congeda tutti i presenti e li invita alla gran cena di quella sera.

Atto IV

Di notte, nel giardino del castello, Barbarina cerca la spilla che il conte le ha dato da recare a Susanna. S’incontra con Figaro, che scopre che la mittente del biglietto altri non era che la sua sposa. Amareggiato per il suo stato di marito tradito, accusa le donne d’essere la rovina dell’umanità. Giunge in giardino Susanna con la contessa, e comincia la recita degli inganni. Fingendo di restar sola «a prendere il fresco», Susanna eccita la gelosia di Figaro. In realtà, è la contessa che si appresta a ricevere le avances del conte, ma mentre lo sta aspettando sopraggiunge Cherubino, che scorgendo colei che egli crede esser Susanna decide di importunarla a sua volta con piccanti proposte. Figaro osserva tutto nascosto dietro una siepe e commenta, senza accorgersi che anche Susanna è lì a due passi. Arriva il conte, che si infuria nel vedere la presunta Susanna in compagnia d’un altro uomo. Tira allora un ceffone a Cherubino, ma questi si scosta ed è Figaro a buscarsi la sberla. Rimasto finalmente solo con la finta Susanna, il conte le regala un brillante e l’invita ad appartarsi con lui. Amareggiato, Figaro s’imbatte in Susanna, vestita col mantello della contessa e simula la sua voce. La sposa lo mette alla prova e offre a Figaro l’occasione di vendicarsi seduta stante dei due consorti infedeli. Figaro dopo poche battute l’ha riconosciuta, ma continua a stare al gioco, finché la situazione si chiarisce e i due si riconciliano felici. Si tratta allora di concludere la commedia ai danni del conte: vedendolo arrivare, Figaro e Susanna continuano perciò la loro scena di seduzione. Il conte, furibondo, vedendo quella ch’egli crede sua moglie corteggiata da Figaro in giardino, chiama tutti a smascherare i due reprobi; frattanto, Susanna si nasconde. Davanti ad Antonio, Basilio e Bartolo, il conte accusa Figaro; ad uno ad uno escono Cherubino, Barbarina, Marcellina e infine Susanna, che tutti credono la contessa e che si copre il volto per la vergogna. Il conte è infuriato e nega il perdono a Figaro e alla falsa contessa. A questo punto, dall’altro padiglione esce la vera contessa e tutti si rendono conto dell’imbroglio. Ella si scambia il mantello con Susanna e si rivolge al marito dicendogli: «Almeno io per loro perdono otterrò». Il conte s’inginocchia umiliato e le chiede perdono, mentre tutti commentano soddisfatti la fine di quel giorno «di capricci e di follia». Tutti insieme, si recano ai festeggiamenti per quel matrimonio tanto sospirato.

RITORNO ALLE ORIGINI
di Stefano Montanari

Le nozze di Figaro

la mia prima opera! L’Opera che ha segnato la mia vita da direttore d’orchestra, esattamente 10 anni fa, medesima situazione, la stagione operistica dell’AsLiCo, su invito del Maestro Bruno dal Bon, stessa Orchestra, I Pomeriggi musicali di Milano. Evidentemente un’opera a cui sono molto legato anche e soprattutto per motivi personali.

Mi ritrovo dunque dopo 10 anni al punto di partenza, per me tutto sommato una sfida, come se in questo momento dovessi tirare le fila del lavoro, dello studio degli ultimi 10 anni, diciamo una sorta di verifica.

È molto interessante rivedere la mia partitura del 2005, e rendersi conto di quello che facevo, che pensavo e oggi cambio, o che confermo sia dal punto di vista interpretativo che tecnico: mi diverte ed allo stesso tempo mi sorprende!

Al di là di tutto questo, rimane l’ammirazione e lo stupore di fronte ad un’opera che costringe chi suona, chi canta e chi dirige ad entrare completamente nel senso profondo della storia, addentrandosi poi negli aspetti più specificamente retorici del linguaggio musicale e del messaggio anche politico che si cela dietro al lavoro mozartiano.

Un lavoro che ogni volta lascia sorpresi, per la potenza espressiva del testo e della musica.

In questa edizione trovo un cast giovane ma molto valido, entusiasta, disposto a mettersi in gioco completamente; i cantanti hanno voglia di entrare nel personaggio e nel ruolo di ogni protagonista dell’opera, elemento fondamentale senza il quale il castello costruito da Mozart crollerebbe in pochi secondi!

Buon divertimento!

PERCORSI DI CONOSCENZA
di Mario Martone

Concludo, con l’allestimento di Nozze di Figaro, un viaggio durato sette anni nel teatro di Mozart e Da Ponte. Ho avuto la libertà di sperimentare un impianto scenico certamente inusuale ma che mi ha consentito di esplorare pienamente la dimensione teatrale di questo capolavoro.

Non c’è nulla di più potente di un concertato di Mozart sui versi di Da Ponte: diversi personaggi esprimono stati d’animo, compiono azioni, elaborano pensieri tutti diversi tra loro e tutto avviene contemporaneamente, esattamente come nella vita. La differenza è che qui la vita è trasfigurata in musica. Ho immaginato un teatro essenziale, fatto di pochi elementi, ma che consente al palcoscenico di sporgersi in sala e aprirsi praticamente a trecentosessanta gradi intorno all’orchestra: ciò ha significato poter schiudere dall’interno il meccanismo teatrale di questi concertati e manifestarlo spero con chiarezza allo sguardo dello spettatore, che in opere come questa deve essere vigile quanto il suo ascolto.

Se si prende la trilogia mozartiana (Le nozze di Figaro, Don Giovanni Così fan tutte) dal lato di ciò che racconta – il disordine dei sentimenti – colpisce che nell’ultima ci siano due coppie di giovani fidanzati e nella prima una coppia di coniugi maturi; in mezzo c’è comunque Don Giovanni, la sua indefinibile età, il suo incontro col castigo. Quello che intendo dire è che questa trilogia poggia sull’intero arco dell’esperienza che nella vita ciascuno compie quando viene attraversato dal demone ambiguo della seduzione, dall’illusione e dalla disillusione amorosa, dalla scoperta della doppiezza e della fragilità che tanto spesso si annidano nel nostro animo. Ma seguendo il percorso a ritroso, che è toccato a me, a concludere la trilogia è il perdono che la Contessa accorda a suo marito e che quasi all’improvviso conclude Le nozze di Figaro. La conclusione matura e crepuscolare, bellissima e amara, di una tempesta che ha attraversato tre opere e che ha scosso, tra commedia e dramma, gli animi non solo del Conte di Almaviva, ma di Fiordiligi, Dorabella, Ferrando, Guglielmo, Despina, Donn’Anna, Donna Elvira, Leporello, Zerlina, Figaro, Susanna, Cherubino… C’è chi è sparito tra le fiamme come Don Giovanni e chi forse proprio dalle fiamme è tornato a mostrare la spietata verità della propria filosofia, come Don Alfonso.

Ma è in Nozze di Figaro che gli uomini e le donne appaiono nella loro essenziale e malinconica fisionomia, ognuno preso dal proprio rovello, foglie al vento della vanità e della storia, che in quest’opera è ben più di uno sfondo.

Un ringraziamento a Raffaele Di Florio, che di questa regia conosce ogni segreto.

STEFANO MONTANARI Direttore
Diplomato in violino e pianoforte, si perfeziona con Pier Narciso Masi a Firenze e con Carlo Chiarappa a Lugano. Dal 1995 è primo violino concertatore dell’Accademia Bizantina di Ravenna, ensemble specializzato in musica antica, con cui effettua tournée in tutto il mondo. È docente di violino barocco al Conservatorio di Verona e presso varie accademie di alto perfezionamento e ha di recente pubblicato un suo Metodo di violino barocco. È da diversi anni direttore del progetto giovanile europeo «Jugendspodium. Incontri musicali Dresda-Venezia». È stato protagonista nel 2007 del Concerto di Natale e nel 2011 del Concerto per la Festa della Repubblica al Senato, dove ha diretto l’Orchestra Barocca di Santa Cecilia eseguendo come violino solista Le quattro stagioni di Vivaldi. All’attività di solista affianca quella di direttore ed è ospite regolare di teatri quali il Donizetti di Bergamo (La Cecchina di Piccinni, Così fan tutte, Don Gregorio di Donizetti, L’elisir d’amore e Don Pasquale), la Fenice di Venezia (Le quattro stagioni, la Messa in si minore di Bach, Così fan tutte, L’inganno felice, La cambiale di matrimonio, L’elisir d’amore, numerosi concerti sinfonici tra cui tre Concerti di Natale in Basilica e L’Eritrea di Cavalli a Ca’ Pesaro) e l’Opéra di Lione (Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte, Die Zauberflöte, Carmen, Le comte Ory). Ha inoltre diretto Il barbiere di Siviglia a Palermo e Roma, Don Pasquale a Novara, L’elisir d’amore a Lucca, Semiramide riconosciuta di Porpora a Beaune, Don Giovanni a Toronto, Dido and Aeneas, lo Stabat Mater di Rossini e il balletto Casanova Remix a Verona, Così fan tutte al Bol’šoj di Mosca. Nel 2015 ha eseguito la nuova produzione de Il viaggio a Reims ad Amsterdam e ancora Il barbiere di Siviglia e Don Giovanni a Verona, Dido and Aeneas a Firenze e la Dafne di Caldara a Palazzo Ducale a Venezia. Ha eseguito le Sonate e Partite di Bach per lo Stresa Festival ed è stato ospite al Festival MiTo con un programma incentrato su Haydn. Accanto a quella come direttore e come violinista, intensa è anche la sua attività alla tastiera, come direttore dal cembalo o dal fortepiano e come accompagnatore su tastiere storiche. Collabora con il jazzista Gianluigi Trovesi, con cui ha partecipato a importanti festival internazionali. Per quanto riguarda gli impegni venturi, si ricordano: Agrippina ad Anversa, L’elisir d’amore e un concerto sinfonico al Teatro La Fenice di Venezia, La clemenza di Tito alla Tchaikovsky Concert Hall e Così fan tutte al Bol’šoj di Mosca, concerti a Firenze con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, a Torino con la Filarmonica del Teatro Regio e agli Händel-Festspiele di Karlsruhe. Sarà inoltre impegnato in una serie di concerti con il suo ensemble ‘L’Estravagante’ in tournée in Italia ed Europa, con l’Arion Baroque Orchestra di Montréal e tornerà all’Opéra di Lione, dove dirigerà diverse nuove produzioni, tra cui Die Entführung aus dem Serail e una serie di concerti barocchi.

MARIO MARTONE Regia
Napoletano, inizia a lavorare giovanissimo nell’ambito del teatro d’avanguardia con il gruppo ‘Falso Movimento’ alla fine degli anni ’70. Dopo dieci anni dà vita alla compagnia Teatri Uniti, inizia il suo lavoro cinematografico, realizzando negli anni ’90 il film Morte di un matematico napoletano, L’amore molesto e Teatro di guerra. Affronta l’opera nel 1999 realizzando al Teatro San Carlo di Napoli Così fan tutte. Del 2001 è la messa in scena di Lulu al Massimo di Palermo, del 2002 l’inaugurazione della stagione del San Carlo con Don Giovanni e del 2006 l’allestimento de Le nozze di Figaro. Nel 2004 ha curato la regia di Matilde di Shabran per il Rossini Opera Festival; nel 2005 ha affrontato al Covent Garden Un ballo in maschera e ha messo in scena per il Festival di Ravello Il combattimento di Tancredi e Clorinda. È tornato al ROF nel 2006 per Torvaldo e Dorliska di Rossini e nel 2007 ha inaugurato il Maggio Musicale Fiorentino con la novità assoluta Antigone di Ivan Fedele. Nel 2008 firma la regia di Falstaff al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi e nel 2009 di Otello al New National Theatre di Tokyo. Del 2011 è il suo primo impegno alla Scala di Milano con Cavalleria rusticana e Pagliacci, cui segue nel 2012 Luisa Miller con Gianandrea Noseda, con cui ha anche realizzato Fidelio che ha aperto la stagione 2012 del Teatro Regio di Torino. Nel 2013 ha lavorato ancora alla Scala di Milano mettendo in scena Oberto, Conte di San Bonifacio. Per il Teatro dell’Opera di Roma ha diretto Curlew River e The prodigal Son di Britten nella Basilica dell’Ara Coeli. Nel 2014 è ancora al ROF con Aureliano in Palmira. Nel 2015 torna al Théâtre des Champs-Elysées per Macbeth. Ha presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2010 il film storico Noi credevamo (vincitore di 7 David di Donatello, tra cui quello di miglior film dell’anno), per il quale ha immaginato una colonna sonora di brani attinti dal repertorio lirico dell’Ottocento italiano, eseguiti dall’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino diretta da Roberto Abbado. Nel suo film su Giacomo Leopardi, Il giovane favoloso, ha utilizzato, accanto alla colonna sonora originale di Apparat, diversi brani di Gioachino Rossini. È stato direttore del Teatro Stabile di Roma nel 1999-2000 ed è attualmente direttore del Teatro Stabile di Torino.

RAFFAELE DI FLORIO Aiuto Regia
Si è formato a Napoli presso l’Accademia di Belle Arti (diploma in scenografia) e l’Università Popolare dello Spettacolo (diploma in regia) e ha frequentato laboratori teatrali condotti, tra gli altri, da Eugenio Barba, Yves Lebreton, Leo de Berardinis, Julie Anne Stanzak, Rena Mirecka. In qualità di videomaker, ha diretto vari cortometraggi, dedicati ad artisti e personaggi del mondo della cultura. Come scenografo ha elaborato spazi scenici per lavori firmati da Andrea De Rosa, Lisa Ferlazzo Natoli, Nello Mascia, Antonella Monetti, Anna Redi. È stato fondatore, con Davide Iodice e Marina Rippa, della compagnia LiberaMente, con la quale ha lavorato in qualità di attore, scenografo e regista. Con Antonello Cossia e Riccardo Veno ha dato vita alla firma artistica ‘CossiaDiFlorioVeno’. Ha condotto seminari di educazione teatrale per ragazzi a rischio, laboratori teatrali per attori e corsi di formazione per operatori teatrali. È stato assistente di scena di Carmelo Bene. Ha collaborato in ambito teatrale con artisti quali Mimmo Paladino e Lello Esposito. Ha partecipato al film di Antonietta De Lillo Il resto di niente. In ambito lirico ha collaborato con Filippo Crivelli, Giancarlo Corbelli, Roberto De Simone, Hugo De Ana, Graham Vick, Costantin Costa-Gavras, Andrea De Rosa, Jean Kalman. Collabora da più di quindici anni con Mario Martone, in qualità di regista e scenografo assistente, alla realizzazione di opere teatrali, liriche e cinematografiche. 

SERGIO TRAMONTI Scenografo
Pittore, scenografo e costumista, è nato a Piangipane (Ravenna). Debutta nell’opera con Giovanna d’arco al rogo di Arthur Honegger, regia Franco Enriquez. Nel 1999 inizia il sodalizio con Mario Martone, curando le scene per Così fan tutte al Teatro San Carlo di Napoli ed al Comunale di Ferrara con Claudio Abbado. Seguono Lulu al Teatro Massimo di Palermo, Don Giovanni al San Carlo (firmando anche i costumi), Un ballo in maschera con Antonio Pappano al Covent Garden di Londra, Le nozze di Figaro diretto da Jeffrey Tate al San Carlo, Antigone al Maggio Fiorentino, Falstaff al Théâtre des Champs-Élysées, Cavalleria rusticana e Pagliacci diretti da Daniel Harding al Teatro alla Scala, Fidelio al Teatro Reggio di Torino, Luisa Miller e Oberto alla Scala nel 2012. Allo stesso anno risalgono Il matrimonio inaspettato diretto a Salisburgo da Riccardo Muti e Maria Stuarda al San Carlo, entrambi con la regia di Andrea De Rosa. Nel 2014 vince il Premio Abbiati con Cavalleria rusticana al San Carlo, regia Pippo Delbono; cura inoltre le scene di Elektra al Teatro Petruzzelli di Bari (regia Gianni Amelio) e di Circo equestre Sgueglia (regia Alfredo Arias) per il Napoli Teatro Festival; Il trovatore al Teatro Municipal di San Paulo diretto da John Neschling e con la regia di Andrea De Rosa. Nello stesso anno realizza le scene per La dodicesima notte (regia Carlo Cecchi) e per Aureliano in Palmira al ROF (regia Mario Martone). Nel 2015 disegna e cura le scene per Carmen di Enzo Moscato, regia Mario Martone e per Luisa Miller al San Carlo (regia Andrea de Rosa, direzione Daniele Rustioni).

URSULA PATZAK Costumista
Nata a Monaco di Baviera, si laurea in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1991 inizia la sua attività collaborando come assistente costumista di Moidele Bickel per gli spettacoli di Peter Stein e di Chloè Obolensky al Festival di Salisburgo. Dal 2001 firma i costumi per vari spettacoli di Martone: in prosa I 10 comandamenti, L’opera segreta, Operette morali, Serata a Colono e Carmen; in lirica Matilde di Shabran, Torvaldo e Dorliska e Aureliano in Palmira al ROF, Le nozze di Figaro al San Carlo, Il combattimento di Tancredi e Clorinda al Ravello Festival, Falstaff e Macbeth al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, Otello al New National Theatre di Tokyo, Fidelio al Teatro Regio di Torino, Cavalleria rusticana e Pagliacci, Luisa Miller e Oberto, Conte di San Bonifacio al Teatro alla Scala di Milano, Curlew River e The Prodigal Son di Britten alla Basilica dell’Ara Coeli a Roma. Collabora inoltre con Guido Crepax per Lulu al Teatro Massimo di Palermo e con Sergio Tramonti per Don Giovanni al Teatro San Carlo, sempre per la regia di Martone. Lavora con Anselm Kiefer per Elektra al Teatro San Carlo. Disegna inoltre i costumi per Andrea De Rosa negli spettacoli: Idomeneo, Elettra e Curlew River, Maria Stuart. In campo cinematografico ha ideato i costumi per i film di Martone Il giovane favoloso e Noi credevamo, per Acciaio di Stefano Mordini e per Un giorno speciale di Francesca Comencini. Ha inoltre lavorato con Luca Ronconi ne Il mercante di Venezia prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e con Jean Louis Martinelli al Teatro di Nanterre-Amandiers per i costumi di Ithaka di Botho Strauß, di Britannicus di Racine e per il recente L’Avare di Molière.

PASQUALE MARI Light designer
Light designer e direttore della fotografia, socio fondatore del gruppo di lavoro teatrale e cinematografico Teatri Uniti. Collaboratore fisso, fin dagli esordi, di Mario Martone, nel tempo lo è diventato, per la prosa, anche di Toni Servillo, Carlo Cecchi, Valerio Binasco, Arturo Cirillo, Alessandro Gassmann, Luca Zingaretti, Luigi Lo Cascio, Daniele Luchetti. Negli ultimi anni ha lavorato a numerose produzioni d’opera nei maggiori festival europei quali Aix-en-Provence, ROF di Pesaro, Salisburgo, collaborando nel corso degli anni con direttori d’orchestra come Claudio Abbado, Riccardo Muti, Daniel Harding, Daniele Gatti, James Conlon, Myung-Whun Chung e, tra i registi, Mario Martone, Andrea De Rosa, Gianni Amelio, Marco Bellocchio. Tra le occasioni più prestigiose in questo campo: Matilde di Shabran al ROF di Pesaro e al Covent Garden, Falstaff Macbeth al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, Cavalleria rusticana e Luisa Miller al Teatro alla Scala, Don Pasquale al Teatro Real di Madrid, Elektra al Teatro Petruzzelli di Bari, e Simon Boccanegra che ha inaugurato la scorsa stagione de La Fenice di Venezia. È stato inoltre light designer de Il flauto magico dell’Orchestra di Piazza Vittorio e di numerose creazioni del Balletto Civile di Michela Lucenti. In campo cinematografico ricordiamo Teatro di guerra di Martone, Il bagno turco e Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek, L’ora di religione, Buongiorno, notte e Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio, nonché i recenti La città ideale di Luigi Lo Cascio e Neve di Stefano Incerti.

DARIO GRANDINI Maestro del coro
Nato a Milano, si diploma in pianoforte e tromba presso il conservatorio della sua città. Segue i corsi di canto, armonia, contrappunto e direzione d’orchestra e inizia la sua attività musicale nel 1997 come artista del coro. Ha collaborato con vari complessi milanesi e con numerose istituzioni, quali Orchestra Cantelli, Milano Classica, I Pomeriggi Musicali, Piccolo Teatro e Teatro alla Scala, effettuando tournées in importanti teatri italiani ed esteri. Dal 1997 al 2005 è stato assistente per le produzioni di OperaLombardia, divenendone poi maestro del coro per alcuni allestimenti. Dal 2003 al 2009 è stato maestro del Coro di voci bianche del Teatro Sociale di Como. Attualmente è assistente di Bruno Casoni e collabora stabilmente con OperaLombardia, il Teatro alla Scala ed il Teatro Regio di Torino.

VINCENZO NIZZARDO Baritono
Nato nel 1987, inizia lo studio della musica all’età di 6 anni e si iscrive al Conservatorio ‘F. Cilea’ di Reggio Calabria, dove consegue il diploma in canto con il massimo dei voti e la menzione speciale. Tra i ruoli debuttati: Dulcamara (L’elisir d’amore) al Teatro F. Cilea di Reggio Calabria e Figaro (Il barbiere di Siviglia) al Teatro Rendano di Cosenza nel 2013 e al Teatro Valle di Roma nel 2014. Tra le sue esperienze artistiche, si segnalano anche alcune partecipazioni ad importanti musical: è stato infatti Pierre delle Vigne (Federico II – La danza del Falcone di Antonio Maiello) al Teatro Massimo di Palermo, Pirandello di Agrigento, Liryk di Assisi; Frollo (Notre-Dame de Paris di Riccardo Cocciante) all’Arena di Verona, Teatro Regio di Parma, Gran Teatro di Roma, Carlo Felice di Genova, Gran Teatro all’aperto di Torre del Lago, Anfiteatro di Piazzola sul Brenta, Anfiteatro in Fiera di Cagliari, Piazza Santa Croce a Firenze, Arcimboldi di Milano, Acciaieria Sonora di Napoli, Forum Eventi di San Pancrazio Salentino, PalaTrieste, PalaCatania, Pala Arrex di Jesolo, PalaLivorno, PalaEvangelisti di Perugia, Palaolimpico di Torino, Unipol Arena di Bologna. Ha partecipato a svariate competizioni, vincendo il primo premio al Concorso ‘P. Benintende’, al Concorso ‘O. Stillo’ di Paola, alla VI Selezione ‘F. Chopin’ tenutasi a Gizzeria Lido (Lamezia Terme) e il premio speciale di miglior voce calabrese al XIV Festival ‘R. Leoncavallo’ di Montalto Uffugo. Nel 2014 partecipa a Les contes d’Hoffmann (Hermann/Schlémil) per OperaLombardia, mentre nel 2015 risulta idoneo al 66° Concorso internazionale per giovani cantanti lirici d’Europa, collabora al progetto AsLiCo Pocket opera L’elisir d’amore (Dulcamara) e a Cavalleria rusticana (Silvio) per il Festival Como città della musica. Tra gli impegni futuri, si segnala: L’elisir d’amore (Dulcamara) e La Cenerentola (Don Magnifico) al Teatro Verdi di Trieste, Il barbiere di Siviglia all’Opera di Roma, Così fan tutte (Guglielmo) all’Opéra de Rouen.

FEDERICA LOMBARDI Soprano
Ha intrapreso gli studi di canto lirico presso il Liceo musicale ‘A. Masini’ di Forlì, partecipando poi a diverse masterclass tenute da Fiorenza Cossotto, Mirella Freni e Raina Kabaivanska. Dal 2010 studia presso l’Accademia A.R.T. Musica di Roma con Romualdo Savastano. Nel 2013 ha partecipato con successo a concorsi lirici internazionali tenuti in Italia: ha vinto il premio Tuccari ed il premio del pubblico al concorso ‘Ottavio Ziino’ di Roma, il secondo premio al concorso ‘Fausto Ricci’ di Viterbo e due premi speciali al ‘Benvenuto Franci’ di Pienza. Nel 2014 al concorso ‘Francisco Viñas’ di Barcellona le è stato conferito uno speciale riconoscimento da parte dell’Accademia Chigiana e ha vinto per il 65° Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa il ruolo di Donna Elvira (Don Giovanni), ricoperto nella scorsa stagione di OperaLombardia. Nel 2015 partecipa ancora al Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa, vincendo per il ruolo di Contessa (Le nozze di Figaro) e in estate canta Nedda (Cavalleria rusticana) per il Festival Como città della musica.

LUCREZIA DREI Soprano
Nata a Milano nel 1989, ha studiato canto e si è diplomata in flauto traverso. Laureata in lingue e letterature straniere all’Università Cattolica di Milano, inizia la sua formazione nel coro di voci bianche del Teatro alla Scala. Interpreta il suo primo ruolo solista a 13 anni ne La piccola volpe astuta di Janáček, diretta da Sir Andrew Davis. Ha partecipato a numerose produzioni scaligere: tra le altre, è Yniold (Pelléas et Mélisande) diretta da Georges Prêtre, Un pastore (Tosca), Dimitri (Fedora), soprano solista nel Requiem für Mignon di Schumann diretto da Roberto Abbado e nei Chichester Psalms di Bernstein diretti da Gustavo Dudamel. Per OperaLombardia nel 2007 canta Flora (The Turn of the Screw di Britten) e tra il 2011 e il 2014 è interprete principale per il progetto AsLiCo Opera Kids. Nel 2011 è soprano solista nel Requiem di Fauré al Théâtre du Capitole di Tolosa. Nel 2012 canta brani tratti da La traviata al Teatro Coccia di Novara ed è Principessa/Fata azzurra (La bella dormente nel bosco di Respighi) al Conservatorio Rimskij-Korsakov di San Pietroburgo. Nel 2014 interpreta Mademoiselle Jouvenot (Adriana Lecouvreur) per OperaLombardia e debutta nel ruolo di Norina (Don Pasquale) al Conservatorio di Milano. Nel 2013 vince il primo premio al Concorso ‘Assami’ di Milano e al Concorso internazionale di musica sacra ‘Montaldi’ di Mantova. Nel 2014 vince il 65° Concorso AsLiCo e il premio Pavarotti al Concorso ‘Viotti’ di Vercelli. Nel 2015 partecipa al progetto AsLiCo Opera domani The magic flute (Dama) presso la Royal Opera House Muscat in Oman.

Andrea Porta Baritono
Si è diplomato a pieni voti presso il Conservatorio ‘N. Paganini’ di Genova nel 1998 sotto la guida di Carmen Vilalta, perfezionandosi successivamente con Daniela Aimale, Sherman Lowe; attualmente studia con Carlo Meliciani. È vincitore di concorsi internazionali e borse di studio, tra cui il primo premio al concorso ‘G. Di Stefano’ di Trapani (1999), il terzo premio al concorso ‘R. Zandonai’ di Riva del Garda (2001), il premio speciale ‘Nicola Rossi-Lemeni’ al concorso ‘Masini’ di Reggio Emilia (2001) e l’attestato di merito come finalista al Belvedere Competition di Vienna (2001). Debutta nel 1999 come Mustafà (L’Italiana in Algeri) a Trapani. In questi anni ha cantato nei maggiori teatri e festival italiani ed europei, come: Carlo Felice di Genova (Il viaggio a Reims, Così fan tutte, L’elisir d’amore, La vedova allegra, La bohème), Regio di Torino (Le nozze di Figaro), Comunale di Firenze (Il viaggio a Reims), San Carlo di Napoli (La vedova allegra, Turandot, Werther), Comunale di Bologna (La Cenerentola), La Fenice di Venezia (La traviata), Opera di Roma (L’elisir d’amore, Gina di Cilea), Regio di Parma (Un giorno di regno), Bellini di Catania (L’elisir d’amore, La bohème), Théâtre de la Monnaie di Bruxelles (Il viaggio a Reims), Staatstheater di Stuttgart (Don Giovanni), Theater an der Wien (Gianni Schicchi), Reina Sofia di Valencia (La traviata, Manon), ROF di Pesaro (La gazzetta di Rossini), Festival dei Due Mondi di Spoleto (The Medium, Gianni Schicchi) e i Salzburger Festspiele (Otello). Ha debuttato nel Falstaff (Sir John Falstaff) al Métropole di Metz, La bohème (Marcello) a Lucca, Livorno e Ravenna, Il barbiere di Siviglia e L’occasione fa il ladro al Verdi di Trieste, Rusalka al San Carlo di Napoli, Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, L’elisir d’amore e Le nozze di Figaro alla Semperoper di Dresda. Ha debuttato al Teatro alla Scala con La traviata, che ha aperto la stagione 2013/14. Ha collaborato con direttori d’orchestra come Riccardo Muti, Daniele Gatti, James Conlon, Lorin Maazel e con registi come Franco Zeffirelli, Dario Fo, Robert Carsen, Luca Ronconi, Damiano Michieletto, Pierluigi Pizzi, Dmitri Tcherniakov. Tra gli impegni recenti: Madama Butterfly all’Opera di Roma e La bohème allo Sferisterio di Macerata.

Cecilia Bernini Mezzosoprano

Laureata con lode in biotecnologie, si è diplomata all’Istituto musicale ‘F. Vittadini’ di Pavia con Fernando Cordeiro Opa, con il quale tuttora si perfeziona. Ha approfondito il repertorio barocco con Lavinia Bertotti e ha frequentato il laboratorio lirico sul Novecento a Forlì, il corso di alto perfezionamento ‘Operando’ all’Accademia di alta formazione musicale di Verona e l’Internationale Sommerakademie der Universität Mozarteum sotto la guida di Marijan Lipovšek. Ha ricoperto il ruolo di Arsace/Demetrio (Demetrio di Mysliveček). Ha partecipato al Festival ‘Musica antica’ di Urbino e alla ‘Festa dell’opera’ organizzata dal Teatro Grande di Brescia. Collabora con l’ensemble di musica antica ‘Il Demetrio’, con il quale ha cantato alcuni mottetti sacri di Hasse. Ha debuttato come Dritte Dame (Die Zauberflöte) al Teatro Marrucino di Chieti. È stata selezionata per il ruolo di Clarice (Il mondo della luna di Galuppi) e come mezzosoprano solista in Ein Sommernachtstraum di Mendelssohn per il Piccolo Festival FVG nell’estate 2014. È stata finalista al V Internationaler Gesangswettbewerb für Barockoper ‘P. A. Cesti’ di Innsbruck. È stata protagonista nell’Orfeo ed Euridice per il progetto ‘Micron Junior’ a Torino. In ambito sacro, si è esibita come solista nella Krönungsmesse di Mozart al Teatro Fraschini di Pavia e ha eseguito in tournée con il Teatro Lirico di Cagliari la Petite messe solemnelle di Rossini. Attiva anche nel repertorio contemporaneo, ha fatto parte dell’Orchestra ‘Luciano Berio’ diretta da Carlo Matti. Nel 2015 prende parte al progetto Opera domani dell’AsLiCo, con Milo, Maya e il giro del mondo di Matteo Franceschini, nel ruolo di Sharma.

Marigona Qerkezi Soprano
Nata a Zagabria, si è diplomata presso l’Accademia delle Arti di Pristina in flauto e canto. A 6 anni tiene il suo primo concerto a Lubiana e a 10 collabora come solista con la Filarmonica del Kosovo. Ha preso parte a molti festival internazionali e vinto numerose borse di studio in Croazia e in Russia. Si è esibita in Slovenia, Croazia, Macedonia, Montenegro, Albania, Russia, Italia e Stati Uniti. Ha vinto il secondo premio al Festival internazionale ‘Marie Kraia’ nel 2014, mentre l’anno successivo partecipa al 66° Concorso internazionale per giovani cantanti lirici d’Europa, vincendo nella categoria esordienti, e al Concorso lirico internazionale ‘Salice d’Oro’. Ancora nel 2015 è Queen of the Night (progetto AsLiCo Opera domani The Magic Flute) presso la Royal Opera House Muscat in Oman e Contessa di Almaviva (Le nozze di Figaro) al National Theatre of Opera and Ballet di Tirana. Si è laureata all’Università di Staffordshire (Regno Unito) in Gestione aziendale. Ha appena vinto il primo premio al Leyla Gencer Voice Competition di Istanbul.

Francesco Milanese Basso
Nato a Conegliano (TV) nel 1980, inizia la sua formazione professionale presso il Conservatorio ‘J. Tomadini’ di Udine e la prosegue al Conservatorio ‘A. Steffani’ di Castelfranco Veneto, partecipando alle produzioni de L’Orfeo, Betly di Donizetti e La traviata. Studia in seguito canto sotto la guida di Elisabetta Tandura e arte scenica con Lamberto Puggelli, perfezionandosi con Roberto Scandiuzzi e all’Accademia di musica di Modena con Mirella Freni. La sua attività professionale inizia nel 2011 con il progetto AsLiCo Opera domani Nabucco (Gran sacerdote di Belo). Recentemente, ha partecipato a Il barbiere di Siviglia al Teatro Petruzzelli di Bari per il pubblico giovanile. Tra i recenti e i prossimi impegni: Madama Butterfly (Commissario imperiale) al Teatro Verdi di Padova, Macbeth a Bari e La traviata al Teatro La Fenice di Venezia.

MATTEO MACCHIONI Tenore
Nato a Sassuolo, inizia fin da bambino a studiare musica. Nel 2007 si diploma in pianoforte con il massimo dei voti presso l’Istituto superiore di studi musicali ‘A. Peri’ di Reggio Emilia, coltivando parallelamente lo studio e la passione per il canto lirico. Nel 2010 debutta al Teatro Verdi di Salerno nel ruolo di Nemorino (L’elisir d’amore). Nel 2012 è finalista al concorso lirico internazionale ‘T. Dal Monte’. Ancora nel 2012 debutta con successo allo Stresa Festival, interpretando il ruolo del Conte d’Almaviva (Il barbiere di Siviglia). Allievo dell’Accademia del Teatro Carlo Felice di Genova, ha partecipato alle produzioni di Madama Butterfly (Goro), Le nozze di Figaro (Basilio/Don Curzio), Il barbiere di Siviglia (Conte d’Almaviva). Nel 2014 ha frequentato l’Accademia Rossiniana presso il ROF di Pesaro e ha cantato nel ruolo del Conte di Libenskof (Il viaggio a Reims), mentre più recentemente è stato l’Abate di Chazeuil (Adriana Lecouvreur) per OperaLombardia. Ha cantato poi lo Stabat Mater di Rossini a Reggio Emilia e Il barbiere di Siviglia a León (Spagna). Tra i prossimi impegni: Don Ottavio (Don Giovanni) alle Settimane Musicali di Vicenza, Il barbiere di Siviglia e Don Giovanni a Clermont-Ferrand e in tournée in Francia, Billy Budd al Carlo Felice di Genova, La gazza ladra al Rossini Opera Festival.

UGO TARQUINIi Tenore
Dopo aver conseguito il diploma di canto presso il Conservatorio ‘L. Refice’ di Frosinone, compie gli studi di perfezionamento sotto la guida di Nicola Martinucci ed Alfredo Zanazzo. Dal 2013 collabora attivamente con la Fondazione ‘L. Pavarotti’, cantando all’Arena di Verona nella serata di apertura della stagione 2013, al Bol’šoj di Mosca in due prestigiosi concerti celebrativi di Pavarotti e al Teatro Rubén Dario a Managua (Nicaragua). A seguito del Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa 2013, prende parte alla produzione del progetto AsLiCo Opera domani L’Olandese volante (Erik/Timoniere), cui segue la scrittura presso l’Opernhaus di Magdeburg per lo stesso titolo in lingua originale. Nel 2015, ancora per Opera domani, è Giangianni (Milo, Maya e il giro nel mondo di Matteo Franceschini) e Tamino (The Magic Flute), quest’ultimo ruolo ricoperto presso la Royal Opera House Muscat in Oman. Nel 2014 viene selezionato per prender parte all’accademia di alto perfezionamento ‘Voci pucciniane’ del Festival Pucciniano di Torre del Lago, cantando nei panni di Rinuccio (Gianni Schicchi). Ha debuttato inoltre in primi ruoli, quali Rodolfo (La bohème), Pinkerton (Madama Butterfly) e Don Carlo (Don Carlo). Ai titoli artistici affianca una laurea in ingegneria delle telecomunicazioni.

GIULIA BOLCATO Soprano
Nata a Vicenza nel 1990, inizia gli studi di canto con Rita Lantieri. A vent’anni debutta come Mariuccia (I due timidi di Rota) al Teatro Malibran di Venezia. Premiata al primo concorso internazionale ‘Musica InCanto’ di Jesolo nel 2012, è stata protagonista nello stesso anno ne Le donne gelose di Zambon. Ha cantato nei ruoli di Belinda (Dido and Aeneas) a Tarvisio, Villach e Castelfranco Veneto, e di Fanny (La cambiale di matrimonio) al Teatro Malibran di Venezia nel 2013. Ha interpretato Susanna (Le nozze di Figaro) al Teatro Olimpico di Vicenza e Ninetta (La gazza ladra) al Mainfranken Theater Würzburg nel febbraio 2014. È laureata in lingue, culture e società dell’Asia orientale all’università Ca’ Foscari di Venezia e attualmente frequenta il terzo anno del corso triennale al Conservatorio ‘B. Marcello’ di Venezia sotto la guida di Stefano Gibellato. Nel 2015 partecipa al 66° Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa, risultando idonea. Fra i recenti impegni: progetto AsLiCo Opera domani Milo, Maya e il viaggio nel mondo di Matteo Franceschini (Maya) e Il signor Bruschino (Sofia) al Teatro Olimpico di Vicenza (direttore Giovanni Battista Rigon, regia Bepi Morassi).

CARLO CHECCHI Baritono
Classe 1985, inizia gli studi di canto lirico presso l’Istituto Musicale ‘F. Vittadini’ di Pavia, per proseguirli successivamente sotto la guida di Bianca Maria Casoni e, dal 2010, con Carmelo Corrado Caruso; attualmente si perfeziona sotto la guida di Fernando Cordeiro Opa. Nel luglio 2015 è allievo effettivo dell’Accademia Rossiniana di Pesaro. Debutta nel 2006 nel ruolo del Sacerdote di Apollo (Apollo et Hyacinthus di Mozart) al Teatro Carlo Felice di Genova. Nel 2008 partecipa al progetto AsLiCo Opera domani Così fan tutte. Vincitore del VI Concorso ArteinCanto, debutta nel ruolo di Leporello (Don Giovanni) nell’agosto 2013. Nello stesso anno, è vincitore del ruolo di Taddeo (L’Italiana in Algeri) al Festival ‘Federico Cesi’. Nel novembre 2013 partecipa alla produzione di Pagliacci presso il Teatro Lirico di Cagliari (regia di Franco Zeffirelli). Nel maggio 2014 debutta nel ruolo di Figaro (Il barbiere di Siviglia) presso il Teatro Valle di Roma, interpretandolo ancora l’anno successivo nei teatri di Livorno, Lucca e Pisa. Nella stagione 2014/15 debutta nel ruolo dello Zio Yakusidé (Madame Butterfly) per OperaLombardia. Nell’aprile 2015 è alla Royal Opera House Muscat (Oman) per The Magic Flute Opera domani (Papageno). Sempre in aprile è il Conte di Almaviva (Le nozze di Figaro) al National Theatre of Opera and Ballet di Tirana. Nell’agosto 2015 è Don Alvaro (Il viaggio a Reims) presso il Teatro Rossini di Pesaro, nell’ambito del Rossini Opera Festival. Svolge inoltre un’intensa attività concertistica, collaborando con Stresa Festival (2006), Festival MiTo (2007) e Settimane Barocche di Brescia (2009). Nell’agosto 2014 si esibisce nei Carmina Burana al Teatro Lirico di Cagliari. Tra i prossimi impegni: Silvano (Un ballo in maschera) e i Carmina Burana al National Theatre of Opera and Ballet di Tirana.

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