Dramma Lirico in quattro parti. Musiche di Giuseppe Verdi. Libretto di Temistocle Solera, dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornue e dal ballo Nabuccodonosor di Antonio Cortesi.
Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842
Nabucco Paolo Gavanelli
Abigaille Tiziana Caruso
Zaccaria Enrico Iori
Ismaele Gabriele Mangione
Fenena Raffaella Lupinacci
Gran Sacerdote di Belo Antonio Barbagallo
Abdallo Giuseppe Distefano
Anna Sharon Zhai
Direttore
Marcello Mottadelli
Regia
Andrea Cigni
Scene Emanuele Sinisi
Costumi Simona Morresi
Light designer Fiammetta Baldiserri
Maestro del coro
Antonio Greco
Coro del Circuito Lirico Lombardo
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coproduzione Teatri del Circuito Lirico Lombardo
Nuovo allestimento
Atto I Gerusalemme
All’interno del tempio di Salomone, Ebrei e Leviti invitano le vergini ebree a pregare per la salvezza di Israele, poiché Nabucco, re d’Assiria, ha attaccato gli Ebrei. Il pontefice Zaccaria annuncia che Dio ha tratto in suo potere Fenena, figlia di Nabucco, che forse potrà far ritornare la pace; invita perciò gli Ebrei a confidare nel loro Dio. Improvvisamente si sentono grida: Ismaele, nipote di Sedecia re di Gerusalemme, annuncia che Nabucco si sta avvicinando furibondo. Zaccaria gli affida Fenena, predicendo rovina al Dio di Belo. Solo con Fenena e di lei innamorato, Ismaele ricorda quando, nelle vesti di ambasciatore di Giuda, andò in Babilonia e, imprigionato, fu salvato da Fenena dalla prigione e dall’amore furente Abigaille, sorella di Fenena. A Fenena, che gli rammenta la sua attuale condizione di schiava, Ismaele giura di liberarla ed aiutarla nella fuga. Ma sopraggiunge Abigaille, schiava creduta figlia primogenita di Nabucco, con al seguito alcuni guerrieri babilonesi travestiti da Ebrei. Sorpresi i due amanti, ella accusa Ismaele di tradire la patria per una donna babilonese e grida vendetta, confessando di averlo amato. Sentendosi schernita, ha mutato il suo amore in odio, ma ora si dichiara pronta a salvarlo se cambierà partito. Gli Ebrei sono in preghiera nel tempio, quando giunge la notizia che Nabucco avanza a cavallo. Abigaille si avvicina, inneggiando a Nabucco, dopo aver aperto il passo ai guerrieri babilonesi, che ora irrompono nel tempio. Nabucco viene affrontato da Zaccaria, che minaccia di uccidere Fenena, se Nabucco osasse profanare il tempio. Mentre Zaccaria sta per vibrare il colpo su Fenena, Ismaele ferma il pugnale; la fanciulla si getta nelle braccia di Nabucco, che annuncia tremenda vendetta.
Atto II L’empio
Abigaille ha nelle mani un documento che attesta la sua nascita servile, sottratto a Nabucco, che per questo motivo ha destinato il trono alla figlia minore, Fenena. La condizione di schiavitù rende furente Abigaille contro tutti, al punto da minacciare di morte Fenena, Nabucco e il regno. Il gran sacerdote di Belo avverte Abigaille che Fenena sta liberando gli Ebrei, per cui il popolo assiro acclama regina Abigaille.
Nella reggia, Ismaele incontra i Leviti che lo maledicono e gli intimano di fuggire perché ha tradito il suo popolo. Sopraggiunge Anna, che prova pietà per Ismaele, perché ha salvato un’ebrea, Fenena, ora convertita al Dio di Israele. Abdallo annuncia la morte di Nabucco e l’acclamazione di Abigaille regina. Abigaille intima a Fenena di renderle la corona, ma entra Nabucco e le strappa la corona dalle mani. Nabucco, dopo aver ripudiato il Dio di Babilonia, che ha reso i babilonesi traditori, e quello degli Ebrei, che li ha posti in suo potere, dichiara se stesso dio. A questa affermazione scoppia un fulmine: sul volto di Nabucco compaiono le tracce della follia. Nabucco sconvolto cade, invocando l’aiuto di Fenena, mentre Abigaille raccoglie la corona.
Atto III La profezia
La scena si apre negli orti pensili di Babilonia. Abigaille è sul trono; il sacerdote di Belo invoca la morte per tutti gli Ebrei e per Fenena per prima. Abigaille ordina di rinchiudere Nabucco, che entra in scena con vesti lacere e barba incolta, nelle sue stanze, perché ha perso il senno. Ma Nabucco rivendica il suo trono e affronta Abigaille, che sostiene di aver occupato il trono per il bene di Belo ed invoca quindi lo sterminio degli Ebrei. Nabucco è perplesso, ma accusato di essere un vile firma l’ordine, rendendosi conto solo dopo che ha condannato così anche Fenena. Abigaille gli impedisce di ritirare l’ordine; furibondo, Nabucco la appella schiava e cerca il foglio che attesta la sua nascita servile, ma è Abigaille a trarlo dal seno e a farlo in pezzi, facendo condurre Nabucco in prigione.
Intanto, sulle sponde dell’Eufrate, gli Ebrei incatenati e costretti al lavoro pensano con nostalgia alla loro patria; arriva Zaccaria, che profetizza la futura liberazione del suo popolo.
Atto IV L’idolo infranto
Negli appartamenti della reggia, Nabucco si risveglia ansante al suono di guerra, convinto che Belo sia caduta in mano agli Ebrei: si affaccia alla finestra e vede Fenena tratta a morte in catene. Cerca di uscire, ma si rende conto di essere rinchiuso e, disperato, chiede perdono al Dio degli Ebrei. Sentendosi ormai guarito e rinvigorito, prende la spada di Abdallo e corre a salvare Fenena. Intanto negli orti pensili il sacerdote di Belo attende Fenena preparata al martirio. Irrompe Nabucco, con Abdallo e i guerrieri; cade l’idolo, e Nabucco narra di come il Dio di Giuda lo rese demente, facendo anche impazzire Abigaille che nel frattempo ha bevuto il veleno. Tutti si inginocchiano e rendono grazie a Dio. Abigaille, in fin di vita, entra sorretta da due guerrieri, chiedendo perdono a Fenena e benedicendo il suo amore con Ismaele. Muore implorando la pietà di Dio, mentre Zaccaria saluta Nabucco re dei re.
UN RESPIRO…
A.
Il respirare: alternarsi dei movimenti respiratori…
B.
Sollievo, liberazione, tregua o sosta, pace, liberazione da fatiche, impegni affannosi, preoccupazioni…
C.
In musica, sinonimo poco frequente di pausa di breve durata…
(da Enciclopedia Treccani)
Il mio approccio con l’interpretazione musicale di un’opera, dopo averla ben conosciuta nei suoi aspetti strutturali e di forma, è la maniaca ricerca di un particolare, anche molto piccolo, che mi sarà fondamentale come chiave di lettura interpretativa. Così come nella vita quotidiana sono proprio i piccoli particolari a fare grandi le cose. Grazie a quel particolare, a volte, riusciamo a vedere le situazioni da un altro punto di vista, da una diversa angolazione.
Nabucco è per storia e genesi l’opera più risorgimentale del Maestro Verdi, profondamente legata ad un importante periodo storico del nostro paese, ed ad un difficile momento della vita del Maestro, che prima di scrivere Nabucco perse la moglie Margherita Barezzi ed i figli Virginia ed Icilio.
Invito però il pubblico a guardare quest’opera da un’altra angolazione: ad ascoltare il respiro di silenzio che precede il Va pensiero… a sentire questo coro come un lungo respiro dalla prima all’ultima nota, a scorgerne i diversi respiri interni fatti di speranza, di pace e di sofferenza…
Il flauto solo nell’introduzione ne è una forte testimonianza e lo ritroviamo anche nell’ultima aria di Abigaille insieme al violoncello solo e corno inglese, sul testo Ah tu dicesti o popolo: solleva Iddio l’afflitto…
Infine, un respiro è ciò che apre e chiude il sipario della nostra vita…
Marcello Mottadelli
LE STANZE DELLA MEMORIA
C’è un aspetto in Nabucco che mi ha colpito più della sua tradizionale caratteristica di opera di ‘apparato’ e per certi aspetti ‘monumentale’. È il senso drammatico, teatrale ed intimo che in realtà questa storia conserva.
Questo percorso sicuramente più affascinante passa attraverso i protagonisti della vicenda e sicuramente in modo molto forte nel legame che esiste tra Abigaille e Nabucco e tra Abigaille e l’Amore. E la psicologia di questi personaggi è un aspetto che nel mio lavoro vorrei sottolineare e portare all’attenzione dello spettatore.
Il conflitto non è semplicemente religioso, non è culturale, non è tra i popoli. Il conflitto è ben più profondo, non è esterno, è ‘dentro’. Tra un dovere, un dover essere e un voler essere. Come se la storia fungesse da pretesto per ‘attaccare’ delle etichette, attraverso i personaggi, ad alcune ‘persone’ e che queste persone fossero nascoste ‘dentro’ ai ruoli imposti. Il re, la regina, il guerriero, il sacerdote… Il padre, la figlia illegittima, l’amante, il saggio… Preferisco vedere così i personaggi di quest’opera, come persone. Per il messaggio teatrale che ci offrono e che portano e non per l’apparato che si pensa possano rappresentare.
E allora come nelle stanze della memoria, come in un agone drammatico, si muovono questi personaggi dentro a quattro pareti. Pareti che ci narrano di una cultura oppressa e prevaricata e messa in pericolo, ma che servono, annullandosi, al luogo teatrale necessario alla narrazione del dramma, dei drammi.
Innanzitutto non c’è mai la garanzia che lo spazio, pur essendo fisso, sia sempre quello, ma che riveli, nasconda, si modifichi, nel corso della musica e delle azioni; che dentro a questo spazio la luce racconti le sensazioni dei personaggi e descriva i luoghi evocandone il valore e non descrivendone in modo didascalico la presenza. C’è una inquietudine in Nabucco, che si traduce sicuramente nella pagina più famosa del suo coro nel terzo atto e questa inquietudine deve essere narrata e deve essere mostrata.
Pochi simbolici elementi caratterizzano e suggeriscono gli ambienti. Sono elementi funzionali, cioè che funzionano e che fungono al racconto teatrale, oggetti che acquistano un valore e che vedono negato questo valore all’interno della vicenda stessa. Il cavallo superstite di Nabucco (cimelio di chissà quale cultura devastata) diventa il dio da venerare grazie ad alcuni elementi che lo trasformano. Elementi che verranno distrutti al finale dell’opera. Il trono blu, che è la città di Babilonia, sulla quale Abigaille vuole imporre il proprio potere per vendicarsi di un amore non corrisposto e del senso di vuoto. Il vuoto che si fa oggetto significante per dirci che spesso è la solitudine di questi personaggi che Verdi voleva rappresentare. Specie dei due protagonisti principali, accomunati da una follia neanche troppo celata.
Non m’interessa in questo lavoro riproporre forme e referenti filologici documentari, piuttosto mi interessa raccontare le storie che si intrecciano in quest’opera, seguendo uno sviluppo multipolare; e nel raccontare ho bisogno di far sì che anche lo spettatore venga chiamato in causa, attraverso un esercizio di conferimento di senso ad un lavoro di evocazione, suggestione e interpretazione.
Andrea Cigni
MARCELLO MOTTADELLI Direttore
Dopo aver conseguito il diploma in organo e composizione organistica nel 1993 al Conservatorio di Milano con il massimo dei voti (vincendo poi il primo premio assoluto al Concorso internazionale organistico ‘Città di Varenna’), continua gli studi alla Universität für Musik di Vienna e ottiene successivamente due diplomi di perfezionamento in direzione d’orchestra al Wiener Musikseminar. Diventa assistente dell’Orchestra Sinfonica di Szeged e pianista collaboratore dal 1996 al 1999. Nel 1996/97 è docente della classe di esercitazioni orchestrali al Conservatorio ‘F. Liszt’ di Szeged. Dal 1999 al 2001 è Kappelmeister a Berna, dove ha diretto fra l’altro Hänsel und Gretel, Così fan tutte, Die Fledermaus, Il trovatore, Die Zauberflöte, Der Vogelhändler, Martha. Nel 1999 dirige Nabucco in tournée in Germania, mente nel 2000 Un ballo in maschera e Rigoletto con i complessi stabili del Teatro Bol’šoj di Minsk e Turandot all’Opera di Stato di Budapest. Nel 2001 debutta negli Stati Uniti con Turandot e dirige Rigoletto a Città del Capo. Nel 2001 è direttore musicale di palcoscenico ed assistente del direttore musicale al Teatro Lirico di Cagliari per le produzioni di Tosca, Aida, Il barbiere di Siviglia. È direttore musicale dei festival di Kyrburg e Monschau in Germania, dove, nel 2002, dirige Carmen, Rigoletto, Un ballo in maschera, Il trovatore. Nello stesso anno dirige Tosca al Teatro Bol’šoj di Minsk e Parsifal al Teatro di Karlsruhe. È creatore e direttore musicale dell’Orchestra Filarmonica Briantea e della Sinfonietta Giovanile, con le quali affronta il repertorio sinfonico, soprattutto sacro. È assistente preparatore al Théâtre de La Monnaie di Bruxelles per la prima esecuzione mondiale dell’opera Ballata di Luca Francesconi. Nel 2003 debutta in Russia con Pagliacci ed è a Milano per la Messa da Requiem di Verdi con l’Orchestra Nazionale di Stato della Repubblica Ceca e il Coro Filarmonico di Praga. Nel 2005 dirige Cavalleria rusticana, Pagliacci, Le nozze di Figaro in Danimarca, dove torna nel 2007 con Der Freischütz e Rigoletto. Sempre nel 2007 dirige un concerto sinfonico, registrato in cd dalla tv egiziana, con l’Orchestra Sinfonica del Cairo (di cui è direttore musicale dal 2008 al 2010), due concerti ad Odense ed Aalborg con le rispettive orchestre sinfoniche e un concerto a Bialystok con l’Orchestra Filarmonica Nazionale Polacca. Nel 2008 è a Bratislava con l’Orchestra Sinfonica della Radio Slovacca, partecipa come co-direttore ad un concerto in Giordania eseguito dall’Orchestra Sinfonica del Cairo; dirige a Seoul un concerto sinfonico al Seongnam Arts Center e Don Carlo al Teatro Reale di Copenhagen. Nel 2009 dirige l’Orchestra Sinfonica Sønderjylland in Danimarca e in Germania e L’elisir d’amore alla Jyske Opera in Danimarca, Turandot al Seongnam Arts Center e dei concerti sinfonici a Milano con l’Orchestra di Stato Ucraina ed il pianista Boris Petrushansky. Dal 2010 è ideatore e presidente generale dell’Accademia Internazionale Lariana ‘A. Ghislanzoni’, con la quale effettua masterclass di alto livello e organizza concerti sinfonici. Sempre nel 2010 inaugura la stagione sinfonica al Teatro Nazionale di Seoul con l’Orchestra Sinfonica del Cairo e Manon Lescaut in Danimarca con l’Opera Nazionale Danese. Nel 2011, per il 140° anniversario della prima rappresentazione dell’opera, dirige Aida al Teatro dell’Opera del Cairo, La bohème al Seongnam Arts Center, Tosca al Teatro di Daegu in Corea del Sud, Turandot al Teatro Massimo di Palermo, Carmen al Festival svedese ‘Opera pa Skaret’ e La traviata al Teatro Sejong di Seoul. Nel dicembre 2011 gli viene affidato il concerto di chiusura con l’Orchestra Filarmonica Reale di Stoccolma per la consegna dei premi Nobel. Nel 2012 dirige La traviata al Teatro Reale di Copenhagen, Lucia di Lammermoor al Festival ‘Opera pa Skaret’ e La bohème a Seoul. Quest’anno dirige i concerti per la celebrazione del decennale del Festival ‘Opera pa Skaret’ e debutta con l’Orchestra Sinfonica di Norimberga.
ANDREA CIGNI Regia
Toscano, è laureato al DAMS di Bologna ed è stato attore e mimo prendendo parte a numerosi allestimenti e collaborando con registi quali Pier Luigi Pizzi, Giancarlo Cobelli, Yannis Kokkos, Alberto Fassini, Beni Montresor, Henning Brockhaus. Nel 2006 ha debuttato al Teatro Ponchielli di Cremona con la mise en éspace di una performance di danza e musica dal titolo Buenos Aires Madrigals, subito seguita dalla regia dell’opera Andromeda liberata in prima rappresentazione assoluta. Nel maggio 2007 mette in scena L’Orfeo, in occasione dei 400 anni dalla prima rappresentazione. Nel 2008 ha curato la regia di Paride ed Elena per il Circuito lirico toscano, coprodotto dall’Opéra Royal de Wallonie di Liegi. Nello stesso anno ha realizzato per il Circuito lirico lombardo il dittico La Medium e Gianni Schicchi. Nel 2009 ha curato Aida al Giardino di Boboli a Firenze e La figlia del reggimento per il Circuito lirico lombardo, il Teatro Donizetti di Bergamo e il Teatro Alighieri di Ravenna. Nel 2010 ha realizzato un nuovo allestimento de La traviata e Roméo et Juliette per i Teatri di Pisa, Ravenna e Trento. Nel 2011 firma la regia di Madama Butterfly e Tosca per il Teatro Politeama di Palermo, Il cappello di paglia di Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino ed un nuovo allestimento di Norma per il Teatro Verdi di Sassari. Nel 2012 cura Ernani per il Circuito lirico lombardo, riprende Roméo et Juliette per il Teatro Verdi di Sassari e Madama Butterfly per il Teatro Massimo di Palermo. Nel 2013 per il Wexford Opera Festival è impegnato ne Il cappello di paglia di Firenze, ripreso in dicembre al Maggio Musicale Fiorentino. Tra il 2014 e il 2015 cura un nuovo allestimento di Don Pasquale in una coproduzione fra i teatri francesi di Clermont-Ferrand, Reims, Vichy, Limoges, Saint-Étienne, Rouen, Massy, Avignon, e i teatri italiani di Jesi e Piacenza. Per il Teatro Regio di Parma firma la regia de La cambiale di matrimonio nel febbraio 2014, ripresa poi al Teatro Valli di Reggio Emilia, mentre in settembre è al Teatro Comunale di Sassari per Carmen. Tra i progetti del 2015, realizzerà per il Maggio Musicale Fiorentino un nuovo allestimento de Le convenienze ed inconvenienze teatrali. È direttore artistico del Festival Orizzonti (festival delle nuove creazioni nelle arti performative) di Chiusi. È docente di Arte scenica, Storia del teatro, Drammaturgia musicale, Recitazione, Diritto, legislazione e management dello spettacolo e Tecniche della comunicazione presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘C. Monteverdi’ di Cremona.
EMANUELE SINISI Scene
Dopo aver conseguito la maturità artistica a Bari, si trasferisce a Roma per proseguire il suo percorso formativo e laurearsi nel 2006 in Architettura, specializzandosi in seguito in scenografie, allestimenti e architetture di interno. Dal 2006 collabora in qualità di assistente ai corsi di Tecniche scenografiche e Tecnologie per l’informazione e la comunicazione ala facoltà di Architettura presso la Sapienza di Roma. Collabora con lo scenografo Mauro Carosi per l’allestimento del balletto Romeo e Giulietta per la stagione 2010 del Teatro alla Scala di Milano. Dal 2010 alterna la sua attività di scenografo a quella di direttore di scena in diverse produzioni d’opera lirica. È assistente alle scene e direttore di scena per Roméo et Juliette (regia e scene di Andrea Cigni) per i teatri di Pisa, Ravenna, Trento, Sassari e del Circuito lirico lombardo. Assiste lo scenografo Dario Gessati per diverse produzioni di opera lirica e prosa con le regie di Andrea Cigni (La traviata, Ernani, Norma, Carmen) e Arturo Cirillo (L’avaro per il Teatro Stabile di Napoli e il Teatro Stabile delle Marche, Napoli milionaria! e La donna serpente rispettivamente per il Festival internazionale della Valle d’Itria). È scenografo assistente di Tommaso Lagattolla per: Macbeth, regia Elena Barbalich, Teatro Calderón di Valladolid (Spagna); Il cappello di paglia di Firenze, regia Elena Barbalich, Circuito lirico lombardo; Le nozze di Figaro, regia Marco Spada, Teatro Verdi di Sassari e Carlo Felice di Genova; La traviata, regia Eleonora Paterniti, Coliseu do Porto (Portogallo); Le nozze di Figaro, regia Elena Barbalich, Teatro Regio di Torino. Avvia di recente un rapporto di collaborazione con lo scenografo e costumista Lorenzo Cutùli con un Don Pasquale in Francia in otto teatri co-produttori, regia Andrea Cigni. Nel 2014, oltre a figurare come scenografo assistente per la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali in Russia, firma le scene del progetto AsLiCo Pocket opera Il barbiere di Siviglia (regia Danilo Rubeca) e del dittico Pierrot lunaire e Gianni Schicchi allestito a Chiusi in occasione del Festival Orizzonti, regia di Roberto Catalano.
FIAMMETTA BALDISSERRI Light designer
Nata a Cesena nel 1967, frequenta l’Università di Bologna dove si laurea in Scienze della Terra. Contemporaneamente segue un corso per illuminotecnici al Teatro Regio di Parma dove inizia la sua attività di tecnico teatrale. Come tecnico partecipa dal 1987 al 1998 al Festival dei due mondi a Spoleto e fino al 2004 al ROF di Pesaro. Nel 1998 segue la tournée internazionale de La donna del mare, regia Robert Wilson. Ha svolto attività come assistente di importanti light designer in allestimenti firmati da Pierluigi Pizzi (Aroldo, Un ballo in maschera, I vespri siciliani, Una delle ultime sere di Carnovale), Luca Ronconi (Peccato che fosse puttana) Emilio Sagi (L’equivoco stravagante). Nel 2001 collabora alla realizzazione delle luci di Aida al Teatro Verdi di Busseto con la regia di Franco Zeffirelli e nel 2002 sempre a Busseto inizia la sua attività di light designer nella produzione de La traviata di Franco Zeffirelli. Da allora firma le luci di spettacoli con: Pierfrancesco Maestrini (Nabucco, Les pêcheurs de perles, Il barbiere di Siviglia, Il trovatore, Otello, Manon Lescaut), Cristina Mazzavillani Muti e Micha van Hoecke per il Ravenna Festival (Il paradosso svelato), Beppe De Tomasi (Cavalleria rusticana, Pagliacci, Ifigenia in Aulide, La traviata, Carmen), Riccardo Canessa (Attila), Paolo Panizza (Il barbiere di Siviglia, Nabucco), Maria Elena Mexia (Falstaff), Giorgio Albertazzi (Titania la rossa), Elisabetta Courir (Il trovatore), Lamberto Puggelli (Rigoletto), Massimo Gasparon (Ernani), Nicola Berloffa (Le nozze di Figaro, progetto AsLiCo Pocket opera), Andrea Cigni (L’Orfeo, Paride ed Elena, La Medium, Gianni Schicchi, La figlia del reggimento, Roméo et Juliette, La traviata), Carmelo Rifici (I puritani). Ai musei di San Domenico di Forlì ha curato l’illuminazione delle mostre: Canova, l’ideale classico tra scultura e pittura (2009), Fiori, natura e simbolo dal seicento a Van Gogh (2010) e Melozzo, l’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello (2011). Dal 2007 collabora con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, sezione Scenografia del melodramma, dove tiene corsi di illuminotecnica teatrale.
ANTONIO GRECO Maestro del coro
A sette anni ha iniziato la propria esperienza nel canto corale sotto la guida di monsignor Dante Caifa, già maestro di cappella della Cattedrale di Cremona, del quale è in seguito divenuto assistente. Si è diplomato in pianoforte con Mario Gattoni, presso il Conservatorio di Mantova, in musica corale e direzione di coro con Domenico Zingaro presso il Conservatorio di Milano, e ha conseguito con lode il diploma accademico di II livello in polifonia rinascimentale sotto la guida di Diego Fratelli, presso il Conservatorio di Lecce. Ha studiato prassi esecutiva antica e ornamentazione con Roberto Gini, clavicembalo e basso continuo con Giovanni Togni, contrappunto e teoria rinascimentale con Diego Fratelli. Attualmente è docente di Esercitazioni Corali presso l’Istituto Pareggiato ‘G. Verdi’ di Ravenna. Nel 1993 ha fondato il Coro Costanzo Porta alla cui guida ha vinto premi in concorsi nazionali ed internazionali. Dal 2004 al Coro si è affiancata Cremona Antiqua, gruppo strumentale specializzato nell’esecuzione del repertorio tardo-rinascimentale e barocco. Nel 2000 ha fondato la Scuola di musica e canto corale Costanzo Porta. Dal 2006 è maestro del coro del Circuito Lirico Lombardo, con cui ha partecipato alla messa in scena di oltre trenta titoli del grande repertorio operistico italiano ed europeo. Ha tenuto masterclass sul repertorio barocco presso la Scuola dell’Opera di Bologna e presso l’Accademia ‘R. Celletti’ di Martina Franca. Collabora ormai da alcuni anni con il Festival della Valle d’Itria, presso il quale ha diretto più volte l’Orchestra Internazionale d’Italia, la OIDI Festival Baroque Ensemble, l’Orchestra della Magna Grecia e il Coro Slovacco di Bratislava in produzioni sacre e profane.
PAOLO GAVANELLI Baritono
Si è affermato in tutti i maggiori teatri lirici del mondo come uno dei massimi interpreti verdiani della sua generazione, ricoprendo ruoli come Rigoletto, Nabucco, Simon Boccanegra, Macbeth, Falstaff, Foscari. Dopo il suo debutto televisivo nel 1983 (finalista al Concorso ‘Maria Callas’) e sulla scena come Leporello (Don Giovanni), giunge presto a calcare i palcoscenici di: Teatro alla Scala di Milano (Madama Butterfly, La traviata, Attila), Metropolitan di New York (Rigoletto, Il trovatore, La traviata, I puritani, Un ballo in maschera, Cavalleria rusticana, Pagliacci, Aida), Staatsoper di Vienna (Rigoletto, Il trovatore, Don Carlos, La traviata, Andrea Chénier, Lucia di Lammermoor). Nel 1994 debutta alla Royal Opera House di Londra, dove canta Iago (Otello). Seguono in questo teatro Falstaff, Rigoletto, Simon Boccanegra, Don Pasquale, La traviata, Tosca, L’elisir d’amore. Nel 1989 inizia la collaborazione, per volontà di Wolfgang Sawallisch, con la Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera, nella quale canta svariati ruoli da protagonista. È da segnalare la sua presenza in altri importanti teatri italiani (Arena di Verona, Comunale di Bologna, Carlo Felice di Genova, San Carlo di Napoli, Teatro dell’Opera di Roma, Regio di Torino, Verdi di Salerno) ed esteri (Bastille di Parigi, Lyric Opera di Chicago, San Francisco Opera, Los Angeles Opera, Deutsche Oper e Staatsoper di Berlino, Semperoper di Dresda, Staatsoper di Amburgo, Teatro Real di Madrid, Liceu di Barcellona). Tra le sue incisioni discografiche, sono da ricordare il DVD di Rigoletto, co-prodotto dal Covent Garden e dalla BBC, La bohème, La traviata, Beatrice di Tenda, Nabucco, Alzira e Poliuto. Recentemente ha interpretato Rigoletto, La Gioconda e La Favorita a San Gallo, Falstaff e Tosca a Tel Aviv, La straniera a Vienna e a Salisburgo, Falstaff a Montréal e a Malta. Nei prossimi mesi sarà impegnato in Lucrezia Borgia e ne I due Foscari a San Gallo.
TIZIANA CARUSO Soprano
Nata a Catania, intraprende gli studi musicali con Antonio Annaloro. Attualmente si sta perfezionando con Massimo Annaloro. Risulta vincitrice di numerosi concorsi e premi, quali ‘Iris Adami Corradetti’, ‘Rocca delle Macìe’, ‘Ottavio Ziino’ ed il primo premio assoluto al Concorso ‘Voci Verdiane’ di Busseto nel 2007. Nel 2009 avviene il suo debutto in Italia con il ruolo di Elvira (Ernani, regia Massimo Gasparon, direttore Giampaolo Bisanti) presso i Teatri di Piacenza, Modena e Ravenna. Le tappe più prestigiose della sua carriera sono state: Tosca (regia Robert Carsen, direttore Daniele Callegari) al Teatro La Fenice di Venezia, Tosca (regia Massimo Gasparon, direttore Daniele Callegari) allo Sferisterio di Macerata, Aida (regia Paolo Micciché, direttore Andrea Licata) al Baltimora Opera House. Nella stagione 2011/12 è a Toronto per Otello, alla Detroit Opera House, al Carlo Felice di Genova, all’Opera Nazionale di Atene per Tosca, al Teatro Herodion di Atene per Aida e Cavalleria rusticana. Nella stagione 2012/13 è al Teatro Regio di Parma per interpretare Aida. Ha debuttato nel ruolo di Lady Macbeth (Macbeth) con la Fondazione Pergolesi Spontini, al Teatro Filarmonico di Verona, al Teatro Carlo Felice di Genova e al Teatro Verdi di Trieste. Nel 2013 debutta all’Arena di Verona come Abigaille (Nabucco, regia storica Gianfranco De Bosio, direttore Julian Kovatchev). Nello stesso anno interpreta Tosca a Rovigo e a Bassano del Grappa e Nabucco al Teatro Verdi di Trieste. Nel 2014 canta Tosca al Teatro Comunale di Bologna, Turandot (regia Franco Zeffirelli, direttore Daniel Oren) al Palacio des Bellas Artes di Città del Messico e all’Arena di Verona.
ENRICO IORI Basso
Apprezzato basso verdiano, ha calcato i palcoscenici di alcuni fra i maggiori teatri a livello internazionale, fra i quali: Teatro alla Scala, Metropolitan di New York, Washington Opera, Maggio Musicale Fiorentino, Opera di Roma, La Fenice di Venezia, Filarmonico e Arena di Verona, San Carlo di Napoli, Regio di Parma, Regio di Torino, Opéra de Montpellier, São Carlos di Lisbona, Festival di Avenches e Bolš’oj di Mosca. Ha collaborato con importanti direttori d’orchestra come Bruno Bartoletti, Bruno Campanella, Lorin Maazel, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Daniel Oren, Georges Prêtre, Renato Palumbo, Donato Renzetti, Carlo Rizzi, Jeffrey Tate, e con registi come Daniele Abbado, Liliana Cavani, Denis Krief, Pier Luigi Pizzi, Lamberto Puggelli, Luca Ronconi, Emilio Sagi, Franco Zeffirelli. Il suo repertorio include ruoli quali Oroveso (Norma), Giorgio (I puritani), Raimondo (Lucia di Lammermoor), Don Basilio (Il barbiere di Siviglia), Alfonso (Lucrezia Borgia), Colline (La bohème), Timur (Turandot), Oberto (Oberto, Conte di San Bonifacio), Zaccaria (Nabucco), Silva (Ernani), Attila (Attila), Banco (Macbeth), Walter (Luisa Miller), Sparafucile (Rigoletto), Fiesco (Simon Boccanegra), Padre Guardiano (La forza del destino), Filippo II (Don Carlo), Re (Aida). Fra i successi delle ultime stagioni si segnala l’atteso debutto al Teatro alla Scala in Attila (Attila) e al Metropolitan di New York in Rigoletto (Sparafucile). Ha interpretato inoltre La forza del destino (Marchese di Caltrava) e Aida al Maggio Musicale Fiorentino con la direzione di Zubin Mehta, Lucia di Lammermoor (Raimondo) alla Fenice di Venezia, Don Carlo (Filippo II) al Teatro São Carlos di Lisbona, La Gioconda al Teatro dell’Opera di Roma, La battaglia di Legnano (Federico Barbarossa) al Teatro Verdi di Trieste e Norma (Oroveso) al Teatro Regio di Torino. Ha inaugurato la stagione 2013/14 interpretando Lucia di Lammermoor (Raimondo) al Festival de La Coruña, La forza del destino (Padre guardiano) alla Washington Opera, Norma (Oroveso) all’Opéra de Lyon, la Messa da Requiem di Verdi al Teatro Verdi di Triste, Il trovatore (Ferrando) al Teatro Municipal de São Paulo. Fra i prossimi impegni, annovera Attila (Attila) al Teatro Verdi di Trieste, Otello (Lodovico) al Festival d’Orange, e la Messa da Requiem di Verdi con la Sinfonieorchester Münster.
GABRIELE MANGIONE Tenore
Nato a Soleto, è diplomato in canto con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Perugia sotto la guida di Cinzia Alessandroni. Nel corso dei suoi studi ha preso parte a varie masterclass, tra le quali con Mietta Sighele, Renata Scotto, Veriano Lucchetti e Simone Alaimo. Nella stagione lirica 2007 del Teatro Sperimentale di Spoleto ha preso parte alla produzione de Il trovatore e ha ricoperto poi il ruolo di Gastone (La traviata). Nel febbraio 2008 ha debuttato ne La bohème, in una tournée in Spagna e a Cagli. Nel 2008 entra a far parte de la Scuola dell’Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna, debuttando nei ruoli di Bruno (I puritani), Prunier (La Rondine), Goro (Madama Butterfly) e Rodolfo (La Bohème). Nell’ottobre 2010 debutta nel ruolo di Alfredo (La traviata). Ha cantato poi: Salome (regia Gabriele Lavia, direttore Nicola Luisotti), Arbace (Idomeneo), Remendado (Carmen), le opere Nabucco e I Lombardi alla prima crociata a San Gallo. Tra i suoi prossimi impegni, Stiffelio a Parma.
RAFFAELLA LUPINACCI Mezzosoprano
Nasce ad Acri nel 1984 e frequenta il Conservatorio di Cosenza, dove si diploma in canto lirico. Prosegue gli studi di perfezionamento con Mirella Freni e Carlo Desderi. Attualmente studia e si perfeziona con Fernando Opa. A 17 anni partecipa alla sesta edizione del Concorso europeo ‘Antonio Miserendino’, riscuotendo consensi di pubblico e critica. Dal 2007 inizia la sua attività concertistica in collaborazione con l’Orchestra SerrEnsemble, diretta da Francesco Perri, esibendosi in più occasioni al Teatro Rendano di Cosenza. Il suo debutto operistico avviene nel 2011 con il ruolo di Tisbe (La Cenerentola); successivamente ha preso parte alla produzione di Rigoletto presso il Teatro Rendano di Cosenza. Entra nell’Accademia Rossiniana di Pesaro nel 2012, debuttando come Marchesa Melibea e Modestina (Il viaggio a Reims). Nel 2013, dopo essersi affermata nel 64° Concorso internazionale per giovani cantanti lirici d’Europa, prende parte al progetto AsLiCo Opera domani L’olandese volante (Mary). Sempre nel 2013 è stata inoltre Zulma (L’Italiana in Algeri) al ROF di Pesaro, Isaura e Tancredi (Tancredi) ed Emilia (Otello) nei teatri del Circuito lirico lombardo, Emilia (Otello di Rossini) ad Anversa; ha cantato Maometto II a Zurigo, Basilea e Friburgo e la Petite messe solemnelle di Rossini a Saint-Étienne diretta da Alberto Zedda. Tra i suoi progetti futuri, Così fan tutte (Dorabella) a Vicenza e La forza del destino (Curra) al Regio di Parma.
ANTONIO BARBAGALLO Basso
Catanese, debutta nel 1997 al Festival dell’Opera Italiana nel ruolo del Barone Douphol (La traviata). Esegue diversi ruoli come solista al Teatro Massimo di Palermo, tra i quali: Capo delle guardie (Medea), Keeper of the Madhouse (The Rake’s Progress), Sergente degli arceri/Comandante di marina (Manon Lescaut), Barnabotto/Cantore (La Gioconda). Nell’ambito del Festival Taormina Arte è Capo delle guardie (Medea), Mandarino (Turandot) e Sciarrone/Carceriere (Tosca). Allo Sferisterio di Macerata è Samuel (Un ballo in maschera), ruolo che ha ricoperto anche al Teatro Regio di Parma, Pavarotti di Modena e Regio di Torino. È Marullo (Rigoletto) al Teatro Rendano di Cosenza, Fabrizio (La gazza ladra) al Teatro Filarmonico di Verona e Duc de Vérone (Roméo et Juliette) al Teatro Nuovo di Sassari. Nel 2013 ha cantato il ruolo di Marullo (Rigoletto) al Festival di Taormina e Montano (Otello) nei teatri del Circuito Lirico Lombardo. Nella sua intensa attività concertistica spicca la partecipazione in: Nona sinfonia di Beethoven, Requiem di Mozart, Messe solennelle de Sainte-Cécile di Gounod, Carmina Burana di Orff, Requiem di Fauré.
GIUSEPPE DISTEFANO Tenore
Nato a Paternò nel 1985, studia presso il Conservatorio di Reggio Calabria, diplomandosi sotto la guida di Serenella Fraschini. Come elemento del coro lirico ‘F. Cilea’ ha preso parte a numerose produzioni nei teatri di Reggio Calabria, Messina, Taormina, Cosenza, Catanzaro, ricoprendo ruoli di comprimariato: Brulhmann (Werther), Parpignol (La bohème), Venditore di canzonette/Amante (Tabarro), Principe di Persia (Turandot), Borsa (Rigoletto). Si è classificato nelle prime posizioni in svariati concorsi: secondo premio al Concorso ‘Città di Palmi’ (2008), terzo premio alla Borsa di studio ‘Pasquale Benintende’ (2008), secondo premio al Concorso ‘Città di Reggio Calabria’ (2009), terzo premio al Concorso ‘Città di San Gemini’ (2010), primo premio al Concorso ‘Città di Palmi’ (2010), terzo premio al Concorso ‘Illica’ (2012), primo premio al 66° Concorso per giovani cantanti lirici di Spoleto (2012). Ha seguito masterclass tenute da: Hao Jiang Tian, Jiang QiHu, Katherine Chu, Gareth Morrell, Peter McClintock, Lenore Rosenberg, Giovanna Casolla, Marcello Lippi, Jonathan Webb, Lindsay Kemp, Alessio Pizzech, Francesco Torrigiani, Alberto Paloscia, Nicola Martinucci, Ines Salazar, Renato Bruson, Rolando Panerai, Giorgio Merighi. Nel febbraio 2013 ha preso parte a dei concerti in Francia e successivamente è stato impegnato in una tournée negli Stati Uniti, nel corso della quale si è esibito in una serie di concerti il cui direttore artistico è stato Plácido Domingo. Ha partecipato a dei concerti organizzati dal Teatro Lirico Sperimentale ‘A. Belli’ di Spoleto, che si sono tenuti in occasione del Festival dell’Hermitage a San Pietroburgo. Sempre al Teatro Belli ha debuttato nel settembre 2013 nel ruolo di Cavaradossi (Tosca). Nel 2014 ha interpretato il ruolo di Radamès (Aida) nell’ambito del progetto Opera domani.
SHARON ZHAI Soprano
Cinese naturalizzata australiana, ha conseguito due lauree in musica e canto lirico presso il Conservatorio di Pechino e il Conservatorio di Sydney. Ha vinto nel 2004 il Mietta Song Recital Competition a Melbourne. Si è esibita in opere e concerti in Europa, Australia e Asia. Nel 2009 ha partecipato al Macau International Music Festival, dove ha interpretato il Regina Coeli K. 127 di Mozart accompagnata dall’orchestra di Macau e dall’ensemble vocale Ars Nova. Sempre a Macau, ha interpretato l’Amante (Il tabarro) e Lauretta (Gianni Schicchi). Ha cantato inoltre: Die Königin der Nacht (Die Zauberflöte), Fräulein Silberklang (Der Schauspieldirektor di Mozart), Celia (La fedeltà premiata di Haydn), Dido (Dido and Aeneas). Ha lavorato con artisti di caratura internazionale, tra cui: John Sutherland, Richard Bonynge, Umberto Finazzi, Leila Cuberli, Margaret Baker-Genovesi, Stephen Delaney, David Wakeham, Nico e Carol Castel, Joan Dornemann, Dennis Neil, Ned Canty, Karen Shepherd, Leone Magiera.