Opera in quattro atti. Musica di Francesco Cilea. Libretto di Arturo Colautti, dalla commedia di Eugène Scribe e Ernest-Wilfrid Legouvé.
Ed. Casa Musicale Sonzogno, Milano
Prima rappresentazione: Milano, Teatro Lirico, 6 novembre 1902
Adriana Lecouvreur Daria Masiero
Maurizio Angelo Villari
Il principe di Bouillon Luca Gallo
La principessa di Bouillon Sanja Anastasia
Michonnet Francesco Paolo Vultaggio
L’abate di Chazeuil Matteo Macchioni
Poisson Ugo Tarquini
Quinault Riccardo Fassi
Mad.lla Jouvenot Lucrezia Drei
Mad.lla Dangeville Lara Rotili
Direttore
Carlo Goldstein
Regia, scene e costumi
Ivan Stefanutti
Light designer Paolo Coduri de’ Cartosio
Coreografie Simonetta Schiavetti
Maestro del coro Antonio Greco
Coro AsLiCo del Circuito Lirico Lombardo
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coproduzione Teatri del Circuito Lirico Lombardo, Ente Concerti ‘Marialisa de Carolis’ / Teatro di tradizione di Sassari
Atto I
Parigi 1730. Alla Comédie-Française gli attori si preparano per l’attesa rappresentazione del Bajazet di Racine, nel quale Adriana Lecouvreur si confronterà con la rivale Duclos. Entra il principe di Bouillon, amante della Duclos, seguito dall’abate Chazeuil. Quindi appare Adriana; l’attrice si schermisce alle lodi del principe e dell’abate; frattanto la Duclos s’attarda in camerino a scrivere un biglietto: il principe, sospettando una corrispondenza galante, incarica Chazeuil di procurarglielo. Adriana rimane sola con Michonnet, il direttore di scena, che è da tempo innamorato dell’attrice e cerca il coraggio per dichiararsi. La donna però gli confida di amare Maurizio, giovane alfiere al seguito del duca di Sassonia: Adriana non sa che Maurizio e il duca, in realtà, sono la stessa persona. Appena tornato dai campi di battaglia, giunge in teatro proprio Maurizio, che pronuncia alla donna un’appassionata dichiarazione, ottenendo un appuntamento al termine della recita. Adriana è attesa in scena, ma prima di congedarsi dona a Maurizio un mazzetto di viole. Chazeuil frattanto ha intercettato il biglietto della Duclos: è un appuntamento per la sera stessa nel villino che il principe le ha messo a disposizione. Bouillon, che fa recapitare il biglietto a Maurizio, medita vendetta: per sorprendere burlescamente gli amanti, invita attori e amici a cena proprio nel villino. In realtà la Duclos ha scritto quel biglietto per conto della di lui moglie, la principessa di Bouillon. Ignara di quanto sta accadendo, Adriana trionfa sulle scene, mentre Michonnet l’ascolta commosso. Avvertita da Maurizio che per un impegno improvviso non potrà raggiungerla dopo lo spettacolo, Adriana accetta l’invito alla festa di Bouillon: il suo villino è vicino a quello della Duclos, e il principe gliene dà la chiave.
Atto II
Nel villino della Duclos, la principessa di Bouillon attende trepidante Maurizio, di cui è innamorata. L’uomo si reca al convegno non tanto per amore quanto per ragioni politiche: è pretendente al trono di Polonia e la principessa lo sostiene a corte. Notando le violette tra i bottoni della divisa, la Bouillon sospetta che l’atteggiamento distaccato di Maurizio sia dovuto ad un’altra donna e si ingelosisce. L’uomo le offre i fiori per cercare di placarla. Giunge inaspettato il principe di Bouillon: la principessa si nasconde, mentre Maurizio è coinvolto allegramente nella burla che il principe crede di giocare alla Duclos. Arrivano gli invitati, e con loro Adriana, che apprende la vera identità di Maurizio. Il conte rassicura Adriana sul proprio amore e le chiede aiuto per far fuggire la donna nascosta, di cui non può rivelare il nome. Adriana spegne i lumi e invita la donna misteriosa ad uscire. Le due ignorano le rispettive identità ma si scoprono rivali. Sta arrivando gente: la principessa si eclissa da una porta segreta.
Atto III
All’interno del proprio palazzo, la principessa Bouillon accoglie gli invitati alla festa; spera così di poter individuare tra le signore la sua rivale. Giunge Adriana, di cui la principessa crede di riconoscere la voce. Accenna ad un duello in cui sarebbe rimasto ferito il Conte di Sassonia: il turbamento dell’attrice le conferma i sospetti della principessa. In quel momento arriva Maurizio e Adriana comprende infine chi sia la sua rivale. L’esecuzione di un balletto mitologico non distrae gli invitati dai pettegolezzi, mentre Adriana e la principessa cercano di carpire l’una il segreto dell’altra. Invitata a recitare, Adriana propone il monologo della Fedra, rivolgendo alla principessa l’invettiva finale, in cui si accusano le donne «cui gioia è tradir». La Bouillon giura di vendicarsi di tale affronto.
Atto IV
Incapace di sopportare gli intrighi di corte, Adriana si è ritirata dalle scene e vive chiusa nella propria abitazione, sperando di continuo in una visita dell’amato. Il fedele Michonnet cerca di consolarla, così come gli amici attori della Comédie che irrompono festosi in casa sua, carichi di doni. Adriana sembra rianimarsi un po’, quando viene recapitato un cofanetto a nome di Maurizio: contiene le viole che lei gli aveva donato. Disperata per la restituzione del pegno, annusa i fuori un’ultima volta e poi li getta nel fuoco. In realtà ad inviare il cofanetto è la principessa di Bouillon, che le ha cosparse di veleno. Adriana inizia a star male, quando finalmente giunge Maurizio, che invoca il perdono dell’amata e le chiede di sposarlo. I due si abbracciano, ma Adriana comincia a vacillare, scossa da tremori. Dopo un agitato delirio, spira fra le braccia di Maurizio nel cordoglio generale.
UN OMAGGIO AL TEATRO
All’inizio del XX secolo il teatro lirico è in cerca di nuove strade: non più regine e alfieri, non più nobili impegnati in grandi imprese o implacabili vendette, non più grandi personaggi storici portatori di alti messaggi morali. Il pubblico borghese vuole immedesimarsi in modo più diretto, vuole essere intrattenuto in modo meno metaforico, vuole appassionarsi a vicende inedite. Ed ecco arrivare allora il lontano Oriente, la letteratura fantastica, la trasfigurazione del folklore meridionale verista, la frontiera americana del West e addirittura animali che parlano o giocattoli che si animano. L’Opera conosce uno dei momenti di maggiore creatività proprio quando molti iniziano a parlare del suo inevitabile declino. La forma è sempre più libera e imprevedibile, l’orchestrazione si fa più creativa e la tecnica vocale esplora ambiti nuovi che vanno dallo Sprechgesang al parlato, fino alla scrittura aleatoria. E tutto questo per dar voce a personaggi di nuova complessità psicologica, caratterizzati da un nuovo e moderno sentire.
Cilea con Adriana Lecouvreur – 1902 – partecipa a modo suo.
L’opera appare del tutto tradizionale a prima vista: magnifico melodismo in cui i motivi legati ai diversi personaggi ricorrono per scolpire le diverse fasi dell’intreccio; un canto verista di forza temprato tuttavia da un’eleganza ancora belcantistica; una primadonna soprano corteggiata da un Conte tenore e un saporito stuolo di comprimari i cui numeri leggeri si intrecciano con sapiente contrappunto al dramma principale. Eppure Adriana è un’opera davvero nuova e, nonostante si intuisca il profondo amore per la tradizione che anima Cilea, ciò che colpisce maggiormente è l’originale cambio di prospettiva di cui è portatrice.
Cilea non cerca lontano e non esplora atmosfere esotiche; rimane invece nel luogo in cui è sempre stato, che ama e conosce meglio di ogni altro: il TEATRO!
Egli però si gira su se stesso e guarda, dietro alle proprie spalle, a ciò che abitualmente rimane nascosto: Adriana Lecouvreur è un’opera ambientata backstage!
Con un gesto memore della commedia dell’arte, Cilea mette in scena le quinte buie, i camerini ed il loro odore, l’eccitazione che precede il sipario, le battute sarcastiche di una compagnia di attori, le gerarchie e le dinamiche di quel underground che sta aldilà della scena.
L’intera opera è sospesa tra finzione e realtà, tra recitazione e vita autentica.
La protagonista entra in scena appunto provando le battute di un monologo, poi accoglie il suo amato tra una chiamata e l’altra in camerino e in seguito la vediamo attraverso gli occhi e le ansie di Michonnet, il direttore di scena, che la segue con apprensione origliando dal retro. Adriana mette e toglie la maschera di continuo, sale e scende dal palcoscenico del teatro per salire e scendere da quello della vita; fino al momento culminante della sua vicenda, in cui queste due dimensioni collidono: il terzo atto. Adriana, qui ospite in società, affronta la sua rivale prima con allusioni che fanno crescere la curiosità degli astanti – a tutti gli effetti un pubblico, una platea – e poi, recitando il monologo dalla Fedra di Racine, la sfida apertamente. Adriana si immedesima qui a tal punto nella propria maschera da trascendere i limiti della recitazione; la finzione è diventata più autentica della vita vera. Questo corto circuito è il punto di non ritorno e apre la strada al dramma inevitabile del quarto atto.
Adriana è senz’altro la protagonista vocale dell’opera ma, in questa prospettiva drammaturgica, il perno centrale è invece proprio il baritono Michonnet! Cilea gli dedica le pagine più originali: egli è il re della scena quando il sipario è abbassato ed è dunque il vero demiurgo dell’intera vicenda. Michonnet non a caso vive, musicalmente parlando, sempre sui temi di altri personaggi; egli vive di luce riflessa e canta su melodie altrui. Vi è un solo tema – in 3/4 – che appare legato in modo specifico a Michonnet: è un tema che esprime indecisione, slancio represso, attesa ed è spesso usato come transizione tra altri temi. Michonnet è l’uomo che il pubblico non conoscerà mai, l’uomo il cui amore impossibile non potrà mai compiersi; il direttore di scena che sa i segreti di tutti e di cui nessuno sa nulla. Michonnet non ha una propria maschera, egli non compie gesta eroiche come Maurizio e nemmeno recita come Adriana, egli vive nella realtà preparando e porgendo le maschere agli altri.
Michonnet è l’alter ego di Cilea e non finge mai: i suoi sentimenti sono i più genuini – «E rido e piango e sogno!» – e le sue parole, prima dell’Intermezzo del secondo atto, sono un omaggio all’antica e misconosciuta nobiltà di chi vive nel teatro e per il teatro:
Noi siam povera gente, lasciam scherzare i grandi… non ci si lucra niente!
Carlo Goldstein
FEMME FATALE
Adriana Lecouvreur è un’attrice di teatro all’apice della sua carriera, famosa e venerata dai suoi ammiratori. La sua vicenda privata si svolge tra teatro e palazzi nobiliari, tra recite e declamazioni. Tutto mi fa pensare che, nella definizione del personaggio di Adriana si deve tenere conto di quelle che erano le dive operanti al momento della composizione dell’opera. La loro magia nasceva in teatro ma per alcune raggiungerà l’apice con l’apparizione della nuova arte, il cinematografo. Nella decima musa, che dovrà fare i conti con le nove che l’hanno preceduta, confluiranno tutte le esperienze teatrali, letterarie e musicali e, naturalmente, le relative attrici.
Adriana è un’attrice che discende dalla stirpe di Sarah Bernhardt.
Nel teatro leggero parigino spumeggiavano le stelle della belle époque, come la belle Otero, Cléo de Mérode e Lina Cavalieri. Nel teatro classico stavano per affacciarsi nuovi nomi come Eleonora Duse, Leda Gys, Francesca Bertini e Lyda Borelli, che debutta in teatro nel 1902 con Adriana Lecouvreur e legherà il suo nome alla musica interpretando il film di Oxilia Rapsodia satanica (con musica di Pietro Mascagni).
…Lyda Borelli fu la prima grande sacerdotessa del nascente divismo. La sua morbida bellezza preraffaellita, le sue pose da femme fatale dannunziana, la sua recitazione fatta di gesti eccessivi, di subitanei languori e di sguardi torbidi, divennero il modello di una intera generazione di attrici, ed influenzarono la moda fino a diventare un vero e proprio fatto di costume…
Dopo aver letto questo ritratto di Lyda Borelli, la grande diva del muto, ho capito l’importanza delle dive operanti al momento della composizione dell’opera, nella definizione del personaggio di Adriana Lecouveur. Adriana assomiglia molto più a queste ‘umili ancelle’ che a quelle effettivamente vissute nel ‘700.
Una strada interessante, dunque, era quella di ambientare l’opera nell’epoca in cui il teatro e il neonato cinema respiravano la stessa aria e le stesse emozioni.
Un mondo ancora in bianco e nero fatto di forti contrasti.
Un mondo dove si po’ morire annusando un mazzolino di fiori.
Ivan Stefanutti
CARLO GOLDSTEIN Direttore
È tra i giovani direttori d’orchestra emergenti del panorama internazionale. Dopo la vittoria del primo premio all’International Conducting Competition di Graz nel 2009, ha iniziato un’intensa attività in Italia e all’estero. Nella prima parte dell’attuale stagione ha diretto una nuova produzione di Così fan tutte all’Opera di Tenerife e una nuova produzione di Carmen nei teatri di Livorno, Lucca e Pisa; ha debuttato con I Pomeriggi Musicali di Milano in un concerto interamente dedicato al Novecento che è stato trasmesso in diretta su Radiorai; è ritornato in Russia per un concerto con la Samara Philharmonic Orchestra e andrà in Israele per il debutto con la Haifa Symphony Orchestra; dirigerà un concerto mozartiano per il suo ritorno all’Aquila con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Nelle recenti passate stagioni ha diretto, tra le altre cose, Boris Godunov al Palau de les Arts di Valencia, Carmen a La Fenice di Venezia, il Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn con l’Orchestra del Maggio Musicale di Firenze, L’Orfeo al Festival di Martina Franca, L’elisir d’amore al Teatro Marrucino di Chieti, Il matrimonio segreto a Novara e innumerevoli concerti sinfonici con orchestre quali: Orchestra dell’Arena di Verona, Orchestra del Teatro Massimo di Palermo e Orchestra del Teatro Verdi di Trieste. Ha inoltre diretto: Orchestra di Padova e del Veneto, Orchestra Regionale Toscana, MDI ensemble, Divertimento Ensemble e gli Archi del Cherubino dell’Aquila. In Russia, dove è da sempre molto attivo, tra le altre: Tomsk Philharmonic Orchestra, Omsk Philharmonic Orchestra, Arkhangelsk Chamber Orchestra, St. Petersburg State Symphony Orchestra, Hermitage Symphony Orchestra, Murmansk Philharmonic Orchestra e Bryansk Symphony Orchestra. Ha diretto anche i Berlin Chamber Soloists e in Israele la Ra’anana Symphonette di Tel Aviv. Oltre agli studi musicali (Conservatorio di Trieste, Accademia Internazionale della Musica di Milano, Mozarteum di Salisburgo e Royal College di Londra) è laureato in Filosofia (Estetica) presso l’Università Statale di Milano e ha all’attivo diverse pubblicazioni di carattere estetico e storico-musicale.
IVAN STEFANUTTI Regista, scenografo e costumista
La sua attività è molto intensa nell’opera lirica, dove spazia dal grande repertorio (Rigoletto, La traviata, Il trovatore, Aida, Nabucco, Falstaff, Norma, La bohème, Tosca, Andrea Chenier, Lohengrin, L’elisir d’amore, Cavalleria rusticana) ai titoli meno frequentati (La damnation de Faust, Manon, Evgenij Onegin, La battaglia di Legnano, Simon Boccanegra, Un ballo in maschera, Les contes d’Hoffmann, La fanciulla del West, Gianni Schicchi, Orfeo ed Euridice, L’amico Fritz, Le convenienze ed inconvenienze teatrali, I quatro rusteghi), all’opera contemporanea (Bach Haus di Dall’Ongaro, Lontano dagli occhi di Ferrero, La favola di Orfeo di Casella). Parallelamente si avvicina al teatro leggero, al musical e all’operetta, diventando uno dei registi di punta del Festival dell’Operetta di Trieste. Nell’estate 2001 debutta l’opera rock Metropolis, ispirato al film di Fritz Lang. Dalla collaborazione con Silver nasce un nuovo musical In bocca al lupo!… e basta!, spettacolo che si avvale di tecnologie che consentono ad attori virtuali di recitare assieme ad attori reali. Mette in scena anche commedie per il grande pubblico con attori molto popolari come Gianfranco D’Angelo o Enrico Beruschi. Nel 2008 mette in scena un’inedita produzione de L’elisir d’amore con artisti non udenti al Teatro Comunale di Treviso. Sempre nel 2008 continua l’esperienza con la prosa ‘seria’ con La terra senza. Il rapporto con la danza inizia al Teatro Regio di Torino nel 1993, dove cura due allestimenti con le coreografie di Roberto Castello e continua con Claudio Ronda e la Compagnia Fabula Saltica. Alla fine del 2005, le esperienze tra musica, danza e prosa confluiscono ne L’histoire du soldat di Stravinskij al Teatro Sociale di Rovigo. Per il cinema firma le scene ed i costumi del film Maggio musicale di Ugo Gregoretti. Nel 2004 dirige un attore d’eccezione, Plácido Domingo, ne Le donne di Puccini al Festival Puccini di Torre del Lago. Nel 2011 ha inaugurato la stagione del Teatro dell’Opera di Budapest con un nuovo allestimento del Simon Boccanegra.
ANTONIO GRECO Maestro del coro
A sette anni ha iniziato la propria esperienza nel canto corale sotto la guida di monsignor Dante Caifa, già maestro di cappella della Cattedrale di Cremona, del quale è in seguito divenuto assistente. Si è diplomato in pianoforte con Mario Gattoni, presso il Conservatorio di Mantova, in musica corale e direzione di coro con Domenico Zingaro presso il Conservatorio di Milano, e ha conseguito con lode il diploma accademico di II livello in polifonia rinascimentale sotto la guida di Diego Fratelli, presso il Conservatorio di Lecce. Ha studiato prassi esecutiva antica e ornamentazione con Roberto Gini, clavicembalo e basso continuo con Giovanni Togni, contrappunto e teoria rinascimentale con Diego Fratelli. Attualmente è docente di Esercitazioni Corali presso l’Istituto Pareggiato ‘G. Verdi’ di Ravenna. Nel 1993 ha fondato il Coro Costanzo Porta alla cui guida ha vinto premi in concorsi nazionali ed internazionali. Dal 2004 al Coro si è affiancata Cremona Antiqua, gruppo strumentale specializzato nell’esecuzione del repertorio tardo-rinascimentale e barocco. Nel 2000 ha fondato la Scuola di musica e canto corale Costanzo Porta. Dal 2006 è maestro del coro del Circuito Lirico Lombardo, con cui ha partecipato alla messa in scena di oltre trenta titoli del grande repertorio operistico italiano ed europeo. Ha tenuto masterclass sul repertorio barocco presso la Scuola dell’Opera di Bologna e presso l’Accademia ‘R. Celletti’ di Martina Franca. Collabora ormai da alcuni anni con il Festival della Valle d’Itria, presso il quale ha diretto più volte l’Orchestra Internazionale d’Italia, la OIDI Festival Baroque Ensemble, l’Orchestra della Magna Grecia e il Coro Slovacco di Bratislava in produzioni sacre e profane.
DARIA MASIERO Soprano
Studia violoncello e didattica della musica, si diploma con il massimo dei voti in canto presso il Conservatorio di Alessandria e si perfeziona poi presso l’Accademia della Scala di Milano. Vincitrice di numerosi concorsi in giovane età, è inoltre una dei finalisti del Cardiff Singing Competition 2005. È stata la voce che ha aperto le inaugurazioni verdiane di Busseto del 2001 diretta da Romano Gandolfi, ed ha accompagnato grandi artisti come Renato Bruson, Leo Nucci, José Carreras, Plácido Domingo. Ha cantato in alcuni dei maggiori teatri: Scala di Milano, Regio di Torino, Carlo Felice di Genova, Massimo di Palermo, Massimo di Catania, Opera di Nizza, Arcimboldi di Milano, Regio ed Auditorium Paganini di Parma, Donizetti e Sociale di Bergamo, Festival di Torre del Lago, Verdi di Busseto,Verdi di Padova, Sociale di Trento, Filarmonico di Verona, Comunale di Catanzaro, Comunale di Reggio Calabria, Rendano di Cosenza, Lirico di Rimini, Magnani di Fidenza, Comunale di Bologna, Sociale di Como, Ponchielli di Cremona, Grande di Brescia, Fraschini di Pavia, Teatro dell’Opera di Melbourne, Concert Hall di Cardiff, Teatro Nazionale di Nizza, National di Tokyo, Teatro dell’Opera di Macau, Sydney Opera House, Arts Centre di Melbourne, Festival di Wexford, Festival di Savonlinna, Teatro dell’Art di Rouen, Rudolfinum di Praga. Ha lavorato con i più grandi direttori e registi del panorama lirico: Pappano, Muti, Luisotti, Conlon, Volmer, Tokarczyk, Giudarini, Hamalainen, Noseda, Kontarsky, Connely, Bisanti, Bartoletti, Pidò, Mianiti, Web, Palumbo, Veronesi, Fogliani, Campanella, Fournellier, Auguin, LiuJa, Ceccato, Stein Montaldo, Puggelli, Gieleta, Murphy, Ponnelle, De Ana, Pasqual, P. Alli, Kaeigi, Maestrini, Placido, Alagna, De Tommasi, Grinda, Stefanutti, Kokkos, De Luca, Zambello. Tra i prossimi impegni: Madama Butterfly, Aida e Turandot (Liù) presso la Sydney Opera House. Prenderà parte ad un tour di concerti come voce pucciniana presso i più importanti teatri italiani accompagnata dall’Orchestra Rai di Torino, sarà la voce di Maria Callas nei concerti in Oman, Arabia Saudita, Russia e Cina.
ANGELO VILLARI Tenore
Nato a Messina, si è diplomato in canto lirico presso il Conservatorio di Parma, e successivamente si è specializzato presso la Fondazione Toscanini di Parma con Alain Charles Billard. Ha debuttato in opere quali Il filosofo di campagna di Galuppi, L’oca del Cairo di Mozart, Le convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti ed il Mosè in Egitto di Rossini. Nel 2007 prende parte alla Luisa Miller al Festival Verdi di Parma, esibendosi poi in: Szenen aus Goethes Faust di Schumann, Il Corsaro e Lucia di Lammermoor. Per la stagione estiva dell’Emilia Romagna Festival è stato protagonista del Requiem di Verdi e a Tivoli ha cantato la Petite Messe Solemnelle. Tra i ruoli interpretati ricordiamo: Canio (Pagliacci), Turiddu (Cavalleria rusticana), Cavaradossi (Tosca) e Alfredo (La traviata). Tra i suoi impegni recenti: Cavalleria rusticana (Turiddu) al Teatro Politeama di Lecce, sotto la direzione di Paolo Olmi, Attila (Foresto) a Rovereto, Trovatore (Manrico) al Festival Donizetti di Bergamo. Grande successo ha riscosso la sua interpretazione del ruolo di Torbeno nella nuova produzione de I Shardana di Ennio Porrino al Teatro Lirico di Cagliari, per la regia di Davide Livermore e la direzione di Anthony Bramall (pubblicato da Dynamic). Ha appena fatto il suo debutto in Madama Butterfly (Pinkerton) all’Opera di Lubecca ed ha inaugurato il Festival della Valle d’Itria, interpretando il ruolo principale de La donna serpente (Altidòr) di Casella sotto la bacchetta di Fabio Luisi.
LUCA GALLO Basso
Nato a Bologna, studia canto con Paride Venturi. Vincitore e finalista in diversi concorsi nazionali e internazionali, debutta nel 1993 come Ferrando (Trovatore). Successivamente interpreta i ruoli di Don Basilio (Il barbiere di Siviglia), Angelotti (Tosca), Sparafucile e Monterone (Rigoletto), Zio Bonzo (Madama Butterlfy) a Rieti, in Francia, Spagna, Tunisia, Emirati Arabi. Dal 1995 interpreta anche i seguenti ruoli: Colline (La bohème), Geronimo (Il matrimonio segreto), Figaro (Le nozze di Figaro) al Politeama di Palermo, Alidoro (Cenerentola) e Haly (L’Italiana in Algeri) a Nîmes – Francia e Tel Aviv, Gualtiero (Roberto Devereux) al Regio di Torino, Hermann (Les contes d’Hoffmann) al S. Carlo di Napoli, Colonnello Blinval (I pazzi per progetto) a Palermo, Pistola (Falstaff) allo Sferisterio di Macerata, Messina e nel Circuito lirico lombardo, Simone (Gianni Schicchi), Zareckj (Evgenij Onegin) e Don Bartolo (Le nozze di Figaro), Pallante (Agrippina) a Lecce, Barak (Turandot di F.Busoni) e Remigio (Navarraise di Massenet) a Sassari, Montano (Otello) a Bassano del Grappa, ancora Angelotti e Zio Bonzo a Torre del Lago con Andrea Bocelli. Nel 2002 è stato il protagonista (Scrooge) dell’opera in prima esecuzione assoluta Un racconto di Natale di Carlo Galante a Modena, ripresa poi a Ravenna. Nel 2003 ho ricoperto le vesti di Ferrando (Trovatore) a St. Etienne, Zuniga (Carmen) a Salerno, Zio Bonzo (Madama Butterfly) a Montecarlo. Nel 2004 debutta come Conte (Le nozze di Figaro) a Milano, canta ancora Don Basilio a Lisbona e Gran Sacerdote (Nabucco) a Bassano del Grappa. Nel 2005 debutta nel ruolo di Dulcamara (L’elisir d’amore) in tournée in Giappone con la regia di F. Esposito. Negli anni successivi, debutta Don Pasquale a Cagli (dir. S. Seghedoni), Leporello (Don Giovanni) a Salon de Provence, Banco (Macbeth) a Como, Anzoleto in (Campiello di E. W. Ferrari) a Rovigo. È a Oxford come Leporello, si esibisce al Seoul Art Center in Corea, debutta Tom (Ballo in maschera) a Messina. Canta nei ruoli di: Pistola (Falstaff) e Sparafucile (Rigoletto) per il Circuito lirico lombardo, Leporello (Don Giovanni) in Svizzera. Di recente, si segnalano: Cappuccetto Rosso di Carlo Boccadoro a Modena; Tosca a Berna; Il barbiere di Siviglia (Basilio) in Bulgaria, Olanda, Francia, Belgio e Israele, Trovatore (Ferrando) a Bergamo e Giussano, Tosca ed Eugene Onegin a Bologna. Ha cantato con direttori quali D. Renzetti, P. Maag, R. Tolomelli, B. Campanella, J. Neschling, E. Mazzola, Y. David, K. Martin, S. Ranzani, M. Stefanelli, L. Koenigs, M. Boemi, T. Severini, S. Mercurio, C. Palleschi e registi come P. L. Pizzi, I. Guerra, A. Fassini, B. de Tomasi, G. Deflo, D. Krief, E. Dara, P. F. Maestrini, J. Miller, O. Nitzan, U. Santicchi, H. Brockhaus, F. Micheli, M. E. Mexia, P. Trevisi.
SANJA ANASTASIA Mezzosoprano
Ha studiato musica presso l’Università di Musica e Spettacolo di Graz e di Vienna. Ha preso parte a varie produzioni presso: Theater im Palais a Graz, Schlosstheater Schönbrunn, Volksoper di Vienna. Nel 2005 ha conseguito la laurea in canto, perfezionandosi poi con Theodore Coresi a Vienna e vincendo numerosi concorsi. I suoi primi impegni professionali l’hanno portata sui palcoscenici del Sud Africa come Carmen, della Slovacchia come Maddalena (Rigoletto), di Skopje come Isabella (L’Italiana in Algeri) e Maribor come Santuzza (Cavalleria rusticana). Nella stagione 2008/09 ha debuttato con successo al Teatro di Aachen in Germania come Amneris (Aida) e come Erodiade (Salomé), come Carmen al Teatro Nazionale di Košice e all’ Opera Nazionale di Sarajevo. Nella stagione 2011/2012 è diventata membro del Teatro di Mainz ed è anche cantante stabile al Teatro di Saarbrücken (Larina), Theater Basel (Ulrica) e Sarajevo National Opera (Carmen). Ha interpretato i principali ruoli di mezzosoprano drammatico: Giovanna d’Arco, Un ballo in maschera, Judith (Castello di Barbablù), Lucrezia (The rape of Lucretia), Clitemnestra (Elektra), come Mescalina (Le grande macabre), Larina (Eugenij Onegin), Principessa di Eboli (Don Carlo). Nell’estate 2013 ha debuttato all’Arena di Verona e ha preso parte con successo alla celebrazione del centenario dell’Arena come Fenena (Nabucco) come Amneris (Aida). Ha interpretato con successo il ruolo di Carmen al Festival Aspenfos in Turchia e all’Openair Festival di Steyr. Ha cantato Amneris ai Gars am Kamp Openair Festival, a Salisburgo e presso La Perla Festival in Svizzera. Ha preso parte al Festival di Saint Donat a Zara (Carmen) in Croazia e al Summer Festival di Ohrid (Rigoletto) in Macedonia. Nell’estate 2014 apparirà di nuovo all’Arena di Verona nei panni di Amneris in (Aida) e Ulrica (Un ballo in maschera).
francesco paolo vultaggio Baritono
Nato a Trapani, si specializza sotto la guida di Simone Alaimo, affermandosi presto in diversi concorsi internazionali, tra cui: vincitore di ruolo al Concorso Internazionale ‘Giuseppe Di Stefano’ di Trapani (2005); finalista al Concorso AsLiCo (nel 2008 e 2009); vincitore del Concorso ‘Giuseppe Di Stefano’ di Trapani (2009); selezionato da Alberto Zedda per far parte come allievo effettivo dell’Accademia Rossiniana (2010); vincitore della Pigna d’Argento come giovane emergente nel campo della lirica (2011). Debutta nel 2004 come Uberto (La serva padrona) al Belcanto Festival di Dordrecht in Olanda, seguito da La rondine a Trapani, L’osteria di Marechiaro di Paisiello (Conte di Zampano) e Don Pasquale (Malatesta) presso il teatro di Cagli, Il barbiere di Siviglia di Paisiello (Bartolo) a Foggia, La scala di seta (Blansac) e Gianni Schicchi (Betto di Signa) presso il teatro delle Erbe di Milano. Nel 2006 viene selezionato per i ruoli di Masetto (Don Giovanni) e Guglielmo (Così fan tutte). Tra gli altri impegni delle passate stagioni, si ricordano: Ginevra di Morreale di Combi (Cesare Borgia); L’Italiana in Algeri (Haly) per il progetto Pocket Opera; Il campanello di Donizetti (Enrico) per l’Opera Fringe Festival di Downpatrick (Irlanda); La figlia del reggimento (Sulpizio) per il Circuito Lirico Lombardo; Gianni Schicchi (Betto di Signa) presso il Teatro Vittorio Emanuele di Messina; Don Pasquale (Malatesta) e La traviata (Il marchese d’Obigny) presso l’Ente Luglio Musicale Trapanese. Nel 2010 debutta ne Il viaggio a Reims (Don Profondo; direttore Andrea Battistoni, regia di Emilio Sagi). Più recentemente ha interpretato Schaunard (La bohème) al Teatro Coccia di Novara e il Conte d’Almaviva (Le nozze di Figaro) al Teatro Massimo Bellini di Catania. Vincitore del Concorso AsLiCo 2013, ha cantato ne L’elisir d’amore alternandosi nel ruolo di Belcore e Dulcamara nei teatri del Circuito lirico lombardo e a Trento; è stato quindi Figaro (Il barbiere di Siviglia) per il progetto Pocket Opera. Ha appena interpretato Don Alfonso (Così fan tutte) a Liverpool e Il cappello di paglia di Firenze al Teatro Petruzzelli di Bari. Nei prossimi mesi interpreterà La bohème (Schaunard) al Teatro Filarmonico di Verona.
MATTEO MACCHIONI Tenore
Matteo Macchioni nasce a Sassuolo e inizia fin da bambino a studiare musica. Nel 2007 consegue il diploma di pianoforte, con il massimo dei voti, coltivando parallelamente lo studio e la passione per il canto lirico. È stato il più giovane tenore a giungere alle fasi finali del Pavarotti International Voice Competition 2008. Nel 2010 partecipa al talent show Amici di Maria De Filippi, diventando uno dei protagonisti del programma televisivo di Canale 5. Si mette in luce per le sue straordinarie e versatili doti canore. Nel 2010 Caterina Caselli (Sugar) investe su Macchioni, che firma il suo primo progetto discografico, intitolato D’altro Canto. Nel 2010 debutta a Salerno nel ruolo di Nemorino (L’elisir d’amore) diretto da Daniel Oren. Nel 2012 inizia ad esibirsi in Brasile, Istanbul, Bratislava, Praga e comincia una importante collaborazione con De Agostini Editore, che gli affida la conduzione di un nuovo format televisivo in onda su Deakids (canale 601 di Sky). Il nuovo programma, Mozart a modo mio, realizzato in collaborazione con AsLiCo, ottiene un ottimo riscontro televisivo e di critica. Nel 2012 è finalista al Concorso Toti Dal Monte e debutta con successo al Festival di Stresa, interpretando il ruolo del Conte di Almaviva (Il barbiere di Siviglia). Nel 2013 è nuovamente conduttore per Dea Kids (Sky) e continua la sua attività live in Italia e all’estero, esibendosi a Bruxelles, Varna, Vitebsk. Allievo dell’Accademia del Teatro Carlo Felice di Genova, ha partecipato alle produzioni di Madama Butterfly (Goro), Le nozze di Figaro (Don Basilio/Don Curzio), Il barbiere di Siviglia (Conte d’Almaviva). Nel 2014 ha frequentato l’Accademia rossiniana presso il ROF di Pesaro, cantando il ruolo del Conte di Libenskof (Il viaggio a Reims). È stato Almaviva a Padova e Bassano del Grappa.
UGO TARQUINI Tenore
Dopo aver conseguito il diploma di canto presso il conservatorio Licinio Refice di Frosinone, compie gli studi di perfezionamento sotto la guida di Nicola Martinucci ed Alfredo Zanazzo. Dal 2013, collabora attivamente con la ‘Fondazione Luciano Pavarotti‘, cantando all’Arena di Verona nella serata di apertura della stagione 2013, al Bolshoj di Mosca in due prestigiosi concerti celebrativi di Pavarotti e al Teatro Ruben Dario a Managua, Nicaragua. A seguito del Concorso AsLiCo 2013 prende parte alla produzione de L’Olandese volante di R. Wagner nei ruoli di Erik/Steuermann per il progetto Opera domani, cui segue la scrittura presso l’Opernhaus di Magdeburg, per lo stesso titolo in lingua originale. Nel 2014 viene selezionato per prender parte all’accademia di alto perfezionamento ‘Voci pucciniane ‘del Festival Pucciniano di Torre del Lago, cantando per il Trittico nei panni di Rinuccio in Gianni Schicchi. Ha debuttato inoltre primi ruoli quali Rodolfo (La bohème), Pinkerton (Madama Butterfly) e Don Carlo nell’omonimo capolavoro verdiano. Ai titoli artistici affianca una laurea in ingegneria delle telecomunicazioni.
RICCARDO FASSI Baritono
Nel maggio 2012 debutta nell’opera L’impresario in angustie presso il Circolo filologico di Milano. Nel luglio 2013 interpreta il Dottor Grenvil (La traviata) presso Bad Ems (Germania). Debutta nel febbraio 2014 nell’ambito del progetto Opera domani Aida (Re/Rafmis). Nel prossimo ottobre debutterà per il Circuito Lirico Lombardo nel ruolo di Quinault (Adriana Lecouvreur), sotto la direzione di Carlo Goldstein e con la regia di Ivan Stefanutti. Studia musica vocale da camera presso il Conservatorio di Milano con Stelia Doz e canto lirico con Gianluca Valenti. Nel 2013 risulta vincitore del premio ‘Salvatore Licitra’ al Concorso ‘La Città Sonora’ e nel 2014 vince il Concorso AsLiCo nella categoria Esordienti, debuttando nel Don Giovanni (Masetto), regia di Graham Vick per il Circuito Lirico Lombardo.
LUCREZIA DREI Soprano
Nata a Milano nel 1989, ha studiato canto e si è diplomata in flauto traverso. Laureata in lingue e letterature straniere all’Università Cattolica, inizia la sua formazione nel Coro di voci bianche della Scala. Interpreta il suo primo ruolo solista a 13 anni nell’opera La piccola volpe astuta di Janaček diretta da Sir Andrew Davis. In Scala ha partecipato a numerose produzioni: tra le altre, è Yniold in Pelléas et Mélisande diretta da G. Prêtre, un pastore in Tosca, Dimitri in Fedora, soprano solista nel Requiem für Mignon diretto da R. Abbado e nei Chichestrer Psalms di Bernstein diretti da G. Dudamel. Per il Circuito lirico lombardo, interpreta nel 2007 Flora in The Turn of the Screw di Britten. Nel 2011, 2012 e 2014 è interprete principale del progetto OperaKids; nel 2011 è soprano solista nel Requiem di Fauré al Théâtre du Capitole di Toulouse. Nel 2012 canta brani tratti da La traviata al Teatro Coccia di Novara; è Principessa e Fata Azzurra ne La bella dormente nel bosco di Respighi al Teatro Rimsky-Korsakov di San Pietroburgo. Nel 2013 vince il primo premio al Concorso lirico Assami di Milano e al Concorso internazionale di musica sacra ‘Montaldi’ di Mantova. Nel 2014 vince il 65° Concorso AsLiCo al Teatro Sociale di Como, categoria Esordienti.
LARA ROTILI Mezzosoprano
Inizia giovanissima lo studio della danza classica e del pianoforte. Nel 2005 si laurea al DAMS di Bologna, nel 2007 si diploma in canto e nel 2008 si laurea in pianoforte al Conservatorio di Sassari. Ha studiato inoltre con Luciana Serra, Roberto Scandiuzzi e si perfeziona tuttora con la signora Bernadette Manca di Nissa e Umberto Finazzi. Ha debuttato nei ruoli di Dorabella, Cherubino, Lola, Fenena (Opera domani – AsLiCo 2011), Lucilla (La scala di seta per Ticino Musica) e preso parte alle produzioni di Rappresentazione di Anima et Corpo di Emilio De Cavalieri, Festino nella sera del Giovedì Grasso avanti cena di Adriano Banchieri, Maestro di Musica di Pergolesi, Piccolo Spazzacamino di Britten. Nel 2011 ha cantato al Teatro Verdi di Sassari ne I due timidi e La notte di un nevrastenico per la regia di Marco Spada. Dal 2011 è stata impegnata per: Nabucco e La traviata nel Circuito lirico lombardo; Andrea Chenier e La traviata a Torre del Lago; Gertrude (Roméo et Juliette), Fenena (Nabucco) a Sassari, Annina (La traviata) a Pisa e Livorno, Giovanna (Rigoletto) al Teatro Antico di Taormina, la Signorina Bracco (Il piccolo spazzacamino) al Macerata Opera Festival, Meg (Falstaff) a Sassari, Mercedes (Carmen) nel circuito toscano, Seconda Dama (Die Zauberflöte) a Cagliari, Mercedes (Carmen) e Berta (Il barbiere di Siviglia) a Trapani.