PocketOpera – VI edizione
Commedia per musica in quattro atti. Musiche di Wolfgang Amadeus Mozart.
Libretto di Lorenzo Da Ponte, dalla commedia Le Mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais.
Prima rappresentazione: Vienna, Burgtheater, 1 maggio 1786
Adattamento musicale Carlo Tenan
Conte Almaviva Alessio Arduini
Contessa Almaviva Elide De Matteis Larivera
Susanna Veronique Mercier
Figaro Serban Vasile
Cherubino Chiara Brunello
Marcellina Candida Guida
Bartolo Mirko Quarello
Basilio Giovanni Botta
Antonio Marco Travagliati
Barbarina Bianca Tognocchi
Direttore
José Luis Gomez Rios
Regia
Nicola Berloffa
Scene e costumi Guia Buzzi
Light designer Fiammetta Baldiserri
Orchestra 1813
Nuovo allestimento
Produzione AsLiCo
Atto I
È notte, nel giardino antistante la casa di Donna Anna, Leporello passeggia in attesa del padrone, che si è introdotto mascherato in casa di Donna Anna per farla sua. La tentata violenza però non riesce: Anna insegue il cavaliere cercando di scoprirne l’identità e viene poi soccorsa dal padre, il Commendatore, che sfida Don Giovanni a duello rimanendone mortalmente ferito. Don Giovanni e Leporello fuggono, mentre Don Ottavio giura alla fidanzata di non lasciare il delitto impunito. Frattanto Don Giovanni, in cerca di nuove conquiste, scorge da lontano Donna Elvira, una nobile dama da lui sedotta e abbandonata. Elvira disperata, affronta il libertino, che lascia a Leporello il compito di giustificarlo, e fugge via. Il servo spiega a Donna Elvira la natura del suo padrone, enumerando tutte le sue conquiste.
Poco oltre, si festeggiano le nozze di Zerlina e Masetto. Don Giovanni allontana Masetto e corteggia la sposina, promettendole di sposarla. Ma Donna Elvira la mette in guardia dal malefico Don Giovanni e la porta via con sé. Donna Anna e Don Ottavio chiedono a Don Giovanni di assisterli nella ricerca dell’empio uccisore del Commendatore. Ma Donna Elvira esorta la nobile coppia a diffidare del cavaliere, che accusa la donna di pazzia. Ma Anna ha riconosciuto in Don Giovanni l’assassino di suo padre, e spinge Ottavio a far giustizia. Intanto Leporello ha organizzato una festa a palazzo, dove Don Giovanni si prepara ad altre conquiste. Leporello scorge tre persone in maschera e li invita alla festa: si tratta in realtà di Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio, accorsi per sorprendere il reprobo. Il cavaliere balla con Zerlina e cerca di trarla in disparte per approfittarne. Zerlina però urla e tutti si precipitano in suo soccorso. Don Giovanni cerca allora di scaricare la colpa su Leporello, ma le tre maschere lo accusano di tutti i suoi delitti; il dissoluto riesce tuttavia a fuggire.
Atto II
È sera, in una strada vicino a casa di Donna Elvira, Leporello cerca di prendere le distanze dal padrone accusandolo d’empietà; Don Giovanni si scambia con lui gli abiti, per far la corte alla cameriera di Donna Elvira. Ma Elvira s’affaccia al balcone e cade nel tranello, pensando che Don Giovanni si sia ravveduto. S’allontana allora con Leporello travestito, mentre Don Giovanni sotto la finestra fa la serenata al suo nuovo oggetto di desiderio. Sopraggiunge però Masetto che gli dà la caccia per trucidarlo. Non riconosce Don Giovanni travestito, che lo inganna, lo picchia e fugge.
Frattanto, Donna Anna, Don Ottavio, Zerlina e Masetto vorrebbero giustiziare Leporello, credendolo Don Giovanni. Allora Leporello svela la propria identità e riesce a dileguarsi. Don Ottavio vuole consegnare Don Giovanni alla giustizia, e prega gli amici di prendersi cura della sua fidanzata. Elvira rimane sola ed esprime l’amarezza e la confusione del suo animo, fra amore e desiderio di vendetta.
È ormai notte fonda, e Don Giovanni s’è rifugiato nel cimitero, dove si trova la statua del Commendatore. Irridendolo, lo invita a cena e con suo stupore, la statua accetta. Più tardi, a palazzo, Don Giovanni sta cenando, intrattenuto da un’orchestrina. Irrompe Donna Elvira, e tenta d’ottenere il pentimento di Don Giovanni, ma viene solo derisa. Inaspettatamente, alla porta del palazzo, il Commendatore invita Don Giovanni a cena, e chiede la sua mano in pegno; senza lasciarsi intimorire, il cavaliere gliela porge impavido. La stretta è fatale: pur prigioniero di quella mano gelida, Don Giovanni rifiuta di pentirsi e sprofonda quindi in un abisso di fiamme infernali. Agli altri personaggi non resta che cantare la morale del dramma.
Note di Regia
Pensando al personaggio di Mozart stesso, non è difficile allora capire, perché lui avesse abolito nelle Nozze di Figaro tutti i riferimenti politici del testo di Beaumarchais ed abbia trattato solo il tema dell’amore a lui congeniale in scena, quanto nella vita privata. Eccoci allora dunque, spettatori e complici, in un inno all’amore coniugale gentile e leale svolto nell’arco di una folle giornata.
Durante quattro stagioni, assistiamo a quattro rappresentazioni dell’amore ideale, dove vediamo tutte le evoluzioni affettive dalla fanciullezza alla vecchiaia, dall’amore più puro e avvampato al più cinico e calcolato. Quattro coppie e quattro tipi d’amore che si compongono e scompongono da movimenti dettati solo dal cuore. Incontriamo allora, Barbarina e Cherubino esempio d’acerbo amore adolescenziale tutto istinto e passione, contrapposti a Marcellina e Don Bartolo amore maturo e ritrovato, Susanna e Figaro amor calcolato incontenibile e puro al contrario del Conte e della Contessa dove ormai la passione non è che un ricordo logorato.
Il numero quattro, ‘fondamentale’, viene ritrovato anche nel numero degli atti come negli ambienti in cui si svolge la folle journée : ecco allora che su quattro pedane, in ordine crescente per ogni atto, immerse in un boschetto di ippocastani, troveremo l’intero svolgersi della vicenda. In ogni atto aumenteranno in modo esponenziale le dimensioni delle stanze ed il numero di arredi in scena per arrivare al quarto atto in un prato deserto e notturno.
Nicola Berloffa