2023 Luisa Miller
2023 Luisa Miller
2023 Luisa Miller
2023 Luisa Miller
2023 Luisa Miller
2023 Luisa Miller
2023 Luisa Miller
2023 Luisa Miller

2023 Luisa Miller

Melodramma tragico in tre atti. Musica di Giuseppe Verdi.

Libretto di Salvatore Cammarano, dal dramma Kabale und Liebe di Friedrich Schiller

Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 8 dicembre 1849.

Il conte di Walter Cristian Saitta
Rodolfo Kazuki Yoshida (27/10), Giuseppe Infantino (29/10)
Federica Aoxue Zhu
Wurm Alberto Comes
Miller Gangsoon Kim
Luisa Alessia Panza (27/10), Caterina Meldolesi (29/10)
Laura Caterina Meldolesi (27/10), Alessia Panza (29/10)

Direttore Carlo Goldstein
Regia Frédéric Roels

Scene e costumi Lionel Lesire
Luci Laurent Castaingt
Assistente alla regia Nathalie Gendrot

Maestro del Coro Diego Maccagnola

Coro di OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Coproduzione Teatri di OperaLombardia, Opéra Grand Avignon, Opéra de Tours,
Teatr Wielki Poznan, Opera Slaska Bytom

Nuovo allestimento

Atto I
Luisa, figlia del soldato in ritiro Miller, si è innamorata di un giovane, sconosciuto al villaggio, che si presenta come Carlo. Miller però non vede di buon occhio questa relazione, e teme che sua figlia sia vittima di una seduzione. Una visita di Wurm, consigliere del Conte di Walter, sembra confermare questo timore. Un anno prima, Wurm aveva chiesto la mano di Luisa a Miller, che adesso dichiara di non voler andare contro i sentimenti della figlia. Allora Wurm rivela che l’amante di Luisa ha mentito sulla sua identità. Questo è Rodolfo, figlio del Conte di Walter. Poco dopo, al castello, Wurm rivela al Conte l’amore segreto di Rodolfo per una giovane del villaggio. Il Conte convoca Rodolfo e gli comunica di aver predisposto per lui il matrimonio con la Duchessa Federica, amica d’infanzia, rimasta recentemente vedova. Le proteste di Rodolfo vengono placate dall’arrivo di Federica. Rimasto solo con lei, Rodolfo, anziché chiederle la mano, le confida di amare un’altra donna senza però ottenere dalla giovane, che è sinceramente innamorata di lui, la comprensione sperata. Intanto a casa di Miller, Luisa aspetta Rodolfo. Miller svela alla figlia l’inganno del suo amante ma questi, sopraggiunto, ammette di aver mentito sul suo nome ma giura amore sincero ed eterno a Luisa e le promette di sposarla. Improvvisamente entra il Conte accusa Luisa di inganno e la fa arrestare insieme al padre. Rodolfo dopo aver tentato di opporsi al padre con ogni mezzo, lo minaccia: se Luisa non verrà immediatamente liberata, egli stesso rivelerà pubblicamente come il padre divenne Conte. Walter, confuso, ordina la liberazione di Luisa ma Miller viene gettato in prigione.

Atto II
Gli abitanti del villaggio raccontano a Luisa di aver visto Miller, sofferente, trascinato con catene al castello. Arriva Wurm, che scaccia gli abitanti del villaggio annunciando l’esecuzione di Miller, e propone a Luisa un accordo: potrà liberare suo padre se scriverà una lettera per dichiarare il suo amore per lui e confessare di aver ingannato Rodolfo per interesse. Luisa è combattuta ma, pensando a suo padre, cede e viene costretta a seguire Wurm al castello per ripetere la confessione davanti al Conte e alla Duchessa. Wurm torna al castello dal Conte, insieme ricordano la notte in cui tesero una trappola al precedente Conte assassinandolo per permettere a Walter di prendere il potere. Walter spiega a Wurm che Rodolfo conosce il loro segreto. Al castello arriva Federica, tutti accolgono Luisa che conferma ciò che ha scritto nella lettera. Intanto un contadino pagato da Wurm porta a Rodolfo la lettera scritta da Luisa. Rodolfo non ci può credere e convoca Wurm sfidandolo a duello ma Wurm si sottrae alla prova, lasciando il giovane disperato di fronte al padre che corre a sostenerlo.

Atto III
Luisa in preda alla disperazione scrive un’altra lettera, mentre le sue amiche tentano di consolarla. Miller, liberato dal carcere, torna a casa viene lasciato solo con sua figlia. La giovane confessa la sua intenzione di togliersi la vita e mostra al padre la lettera che stava scrivendo a Rodolfo nella quale gli propone un patto suicida. Miller la supplica di cambiare idea, Luisa cede alle preghiere del padre e gli promette di restare con lui, di partire insieme e per fuggire dal villaggio. Miller lascia sola Luisa a pregare, improvvisamente sopraggiunge Rodolfo che, senza farsi notare, versa del veleno nella brocca d’acqua posta in tavola, solleva la prima lettera e le chiede di confermare di averla scritta. Ancora trattenuta dalla promessa fatta a Wurm, Luisa non la rinnega. Rodolfo, disperato, rivela che entrambi sono destinati a morire: beve un bicchiere di acqua dalla brocca avvelenata e ne offre uno a Luisa. Luisa capisce che sta per morire, e questa prospettiva la libera dal giuramento. Rivela tutto a Rodolfo, ma è troppo tardi. Miller ritorna per assistere all’agonia della figlia. Arrivano anche Walter e Wurm, allertati dal servitore di Rodolfo. In un ultimo sforzo prima di unirsi a Luisa nella morte, Rodolfo riesce ad uccidere Wurm.

Da un malinteso temporale

Note di regia di Frédéric Roels

Spesso pensiamo: ah, se fossi nato in un’altra epoca, cosa avrei vissuto?

Verdi, riferendosi a Schiller, pioniere del romanticismo tedesco “Sturm und Drang”, conferisce al belcanto italiano una risonanza oscura, tumultuosa, nordica. Come altri prima di lui, in particolare Bellini. Ci sono queste due componenti in lui: il lato solare, bollente dell’italianità, e il lato oscuro di un romanticismo nordico dove l’animo umano seppellisce le sue passioni segrete. Come ne La Traviata, Il Trovatore o Rigoletto, questo è già evidente in questo piccolo gioiello che è Luisa Miller, che anticipa il grande periodo della sua maturità.

Tra Verdi e Schiller c’è la distanza di due culture, ma anche quella di due generazioni. Uno scarto temporale caratterizza l’incontro tra questi due colossi, uno della musica, l’altro della letteratura. Questa distanza mi interessa, perché stabilisce l’interesse drammatico dell’opera.

L’amore tra Luisa e Rodolfo non può portare ad un’unione felice. A prima vista, perché non appartengono alla stessa classe sociale, come in tante altre opere dell’Ottocento, Rodolfo è il figlio del signore locale, destinato a sposare una duchessa, Luisa è solo una ragazzina di paese. Solo che, a ben vedere, questa divisione sociale è un’illusione, basata su una menzogna: Walter, il padre di Rodolfo, non è un uomo nobile, ha preso il potere con la forza, l’omicidio e l’inganno. Il vero divario tra Luisa e Rodolfo è un malinteso temporale. Luisa era stata promessa dal padre, un anno prima, al castellano di Walter. Padre Miller è parzialmente vincolato da questa promessa. E Rodolfo porta sulle spalle il peso di un delitto del passato, di cui è stato unico testimone e che non osa rivelare. Le pesanti costrizioni del passato, per entrambi, non permettono di amarsi come vorrebbero, liberi e spensierati. Anche la duchessa Federica, compagna d’infanzia di Rodolfo, è oppressa dal peso del suo passato: un matrimonio d’obbligo, presto distrutto dal lutto.

Forse, in un altro tempo, in un altro contesto, questi giovani avrebbero potuto essere felici e liberi. Chi può saperlo!

Nella scena tra Luisa e Wurm, nell’atto 2, la famosa cabaletta di Luisa “A brani, a brani, o perfido” esprime la disperazione di Luisa nel dover scegliere tra l’amore di Rodolfo e la vita di suo padre, ed è intervallata da una frase chiave da Wurm: “Coraggio, il tempo è la cura per tutti i dolori profondi dell’uomo”. Ma come possiamo intendere questa frase in un mondo in cui il tempo è fuori controllo? E come possiamo sentire questa verità dalla bocca di un uomo che si nutre solo di menzogne?

Non è tutto. L’equivoco temporale continua. La morte di Luisa avrebbe potuto essere evitata se Rodolfo avesse saputo della menzogna in cui lei si era intrappolata. Il veleno ha già fatto effetto quando si rivela la verità. In questa scena finale è naturale ripensare alla storia di Romeo e Giulietta. Tutti vorremmo (Rodolfo/Romeo in primis) poter tornare indietro nel tempo, agire prima dell’effetto del veleno, ma è troppo tardi.

Il coro all’inizio dell’opera canta la prossima primavera, l’alba di aprile. Ma ovviamente è un’illusione: in Luisa Miller la primavera non preannuncia l’estate, ma corre a ritroso verso un lungo inverno.

E di fronte a tutto questo, c’è un personaggio che trascende il tempo: Miller, un soldato, un eroe, solido e onesto. Padre amorevole, ignaro del cambiamento dei tempi, che spera ancora che possa arrivare un futuro migliore.

Vedo Luisa Miller come una storia “di altri tempi”. Il libretto è teoricamente ambientato all’inizio del XVIII secolo, Schiller scrisse la sua opera alla fine del XVIII secolo, Verdi compose la sua opera a metà del XIX secolo… Alla base di questi rapporti umani caratterizzati dalla genealogia, dalla gerarchia di classi, ci vedo un riferimento feudale ereditato dal Medioevo. Ma come eco più che come situazione storica, una storia complessa che sfocia in una trappola fatale. L’opera originale di Schiller si intitola “Kabale und Liebe”. La cabala e l’amore non sono, in definitiva, di ogni tempo?

Ritratto di donna in un mondo maschile

Note del direttore Carlo Goldstein

Luisa Miller è sola, in balia di un mondo maschile.

Un mondo incapace di evoluzione che pare destinato ad implodere. Verdi avvicina la lente a questa donna e ne descrive i sentimenti nascosti, le paure e il coraggio. Ne esce un ritratto, uno dei primi nella storia del melodramma, di una psicologia femminile che incede nel proprio destino apparentemente ordinario, in modo non ordinario. Non ci sono regni da conquistare né imprese enormi da compiere, c’è il semplice desiderio di una giovane donna di vivere e di amare contro gli ostacoli che gli uomini – e un’altra donna di essi complice – le mettono davanti.

Luisa certo è vittima, ma è anche colei che per prima comprende e spiega agli altri l’inganno. È dalla sua voce che sentiremo indicata, alla fine, la via per la comprensione reciproca e per il perdono.

Il canto di Luisa si evolve nel corso dei tre atti, ed esprime questa parabola: la speranza leggera di giovanile e spensierato belcanto nell’aria di sortita, la determinazione nella grande scena del secondo atto, e nell’ultimo atto, Verdi disegna ormai il profilo di una donna consapevole, prima nell’articolato duetto con il padre Miller e poi, immersa nel trasfigurato timbro di un’arpa, nel terzetto finale, dove il dolore individuale dei protagonisti si eleva fino a diventare lamento universale.

Siamo spettatori di una tragica parabola individuale dei personaggi ma anche di una geometria sociale fatta di rapporti molto realistici: la diffidenza tra uomini di generazioni differenti (Miller e Rodolfo), la gratuità del male che promana dalla frustrazione (Wurm), la consolazione dell’amicizia tra donne (Luisa e Laura) o al contrario la loro spietata competizione (Federica e Luisa), la foga dell’eros che offusca la mente (Rodolfo) e il legame tra padre e figlia, tema verdiano par excellence.

Verdi racconta questo intrigo senza iperboli, penetrando con sintesi antiretorica nella vita privata dei protagonisti: Luisa Miller è il suo primo passo nella direzione di quell’opera borghese che nei due anni successivi porterà a Stiffelio (1850) e a La Traviata (1851).

Il melodramma romantico italiano inizia così la sua grande stagione.

Carlo Goldstein Direttore
È Direttore Ospite Principale della Volksoper di Vienna dalla stagione 2022/23. Dopo l’acclamata Cenerentola della scorsa stagione, ha diretto una nuova produzione di Dreigroschenoper e recite de La bohème e Hänsel und Gretel. In estate ha debuttato con grande successo con Aida in Danimarca e nel novembre 2021 ha fatto il suo debutto, con breve preavviso, alla BBC Philharmonic, dove ha diretto, tra l’altro, la prima britannica della Sinfonia n.2 di Paul Ben-Haim. Tra gli altri impegni recenti vi sono la direzione de La Traviata e un concerto sinfonico al Teatro Massimo di Palermo, dopo Cavalleria rusticana con Roberto Alagna, e l’apertura della stagione all’Opera di Sydney con La bohème. Ha recentemente diretto un concerto sinfonico al Festival Toscanini con la Filarmonica Toscanini di Parma con musiche di Malipiero e Martucci e la Südwestdeutsche Philharmonie Konstanz con un programma dedicato a Beethoven, Schumann e Brahms. Nella stagione 2023/24 ha aperto il neonato Festival Respighi di Bologna con un concerto sinfonico (Respighi, Gershwin e Rachmaninoff), tornerà al Massimo di Palermo con una nuova produzione di Turandot e in Danimarca per La fanciulla del west. Sempre in questa stagione debutterà a La Monnaie di Bruxelles con un inedito progetto, un dittico in due serate, Nostalgia e Rivoluzione, dedicato alle opere del primo Verdi. Nel 2018 ha fatto il suo debutto all’Opera di Sydney con Carmen e al Festival Internazionale di Daegu con Turandot. È regolarmente invitato in Corea e, più recentemente, al Seoul Arts Center e al Busan Arts Center con Madama Butterfly e La Traviata e all’Opera di Daegu con Pagliacci. In Italia ha diretto al Teatro La Fenice di Venezia, al Petruzzelli di Bari, al Filarmonico di Verona e al Verdi di Trieste e nei teatri di Brescia, Como, Cremona, Livorno, Lucca, Pavia, Pisa e Reggio Emilia tra gli altri, opere quali Adriana Lecouvreur, Un ballo in maschera, La bohème, Carmen, Così fan tutte, Turandot, La Traviata come pure Pagliacci al Festival Como Città della Musica per una produzione premiata con il prestigioso Premio Abbiati. Al Festival della Valle d’Itria ha diretto la prima mondiale di L’Orfeo – Immagini di una lontananza di Daniela Terranova, su L’Orfeo di Luigi Rossi del 1642. Oltre ai numerosi concerti sinfonici in Italia, tra gli altri con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, è stato ospite di varie orchestre in Israele e Russia, tra le quali la St. Petersburg State Symphony Orchestra e la Hermitage Symphony Orchestra. Nel 2018 ha debuttato con la Sächsische Staatskapelle di Dresda dirigendo lavori di Schönberg, Weber e Mendelssohn. Oltre alla sua formazione musicale (al Mozarteum di Salisburgo e al Royal College of Music di Londra) si è laureato in Filosofia (Estetica) all’Università di Milano e ha pubblicato diversi articoli di argomento estetologico e di storia della musica. Nel 2009 ha vinto il primo premio assoluto al Concorso Internazionale di Graz. Studia approfonditamente le partiture che dirige. Nel suo lavoro musicale, più importanti delle tradizioni interpretative sono per lui la coerenza e la vitalità espressiva. Le sue interpretazioni sono ricche di calore e sensibilità e trasmettono un fascino speciale senza ricorrere ad alcuna retorica. Dirige solitamente a memoria, portando cantanti e orchestra per mano con brillante vitalità. Oltre alla vasta esperienza nel teatro d’opera italiano, ha una profonda conoscenza del repertorio sinfonico anche più remoto. Quale sostenitore della musica contemporanea, ha diretto numerose prime esecuzioni assolute di compositori italiani e internazionali, collaborando spesso con MDI ensemble in vari contesti, tra i quali il Festival di Milano Musica. A partire dalla stagione 2023 è membro della Commissione Artistica del Teatro Sociale di Como e referente per la programmazione sinfonica e cameristica.

Frédéric Roels Regia
Il filo conduttore della carriera di Frédéric Roels è il legame costante tra testo e musica. La sua carriera di regista e drammaturgo spazia tra teatro, musica e opera. Dopo aver studiato teatro all’INSAS di Bruxelles, ha fondato la sua compagnia, Prospéro & Cie. Contemporaneamente ha iniziato a lavorare nell’ambito dell’opera come assistente e drammaturgo di Claire Servais nella maggior parte delle sue produzioni. Dal 2000 ha diretto le sue prime produzioni all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi. Dal 2009 al 2017, ha curato alcune regie all’Opera di Rouen Normandia per una produzione all’anno, a Rouen, Limoges, Versailles, Massy, ​​Reims, Muscat. È direttore dell’Opera Grand Avignon dal 2020 e continua la sua attività di regista. Britten, Mozart, Berlioz, Bizet sono compositori a cui è particolarmente affezionato. Negli scorsi anni ha curato la regia di Les Contes d’Hoffmann e Carmen per OperaLombarida.
Frédéric Roels è anche autore di numerosi articoli per programmi di concerti e d’opera, e di numerosi libretti d’opera e di commedie musicali.

Lionel Lesire Scene e costumi
Pittore e incisore pluripremiato, è attivo come scenografo dal 1992. Nel 1994 firma i suoi primi costumi per la produzione La bella addormentata nel bosco e nel 2000 firma per la prima volta scene e costumisti in Simon Boccanegra. Fino ad oggi, ha curato scene e costumi in più di 150 produzioni di prosa, opera e danza. Tra le più recenti ricordiamo la ripresa di Peter Grimes, Espace Fluid (creazione di Hamon a Saint-Junien) e Tre mari lunari, prima mondiale ad Avignone insieme a Frédéric Roels con il quale collabora dal 1999.
Questa stagione lo vedrà a Lubiana per La bohème, in tournée con Luisa Miller a Tours e ad Avignone, ma anche a Bruxelles e Namur per La passione di Victor Paléon come autore e regista.

Laurent Castaingt Luci
Si è avvicinato al teatro, e più in particolare dal lighting design, ad un’età molto precoce. Da oltre 35 anni lavora sia nell’ambito del teatro di prosa che nell’opera, con la volontà di diversificare quanto più possibile le sue esperienze professionali. Ha curato le luci per molti registi diversi, e ha collaborato con Jean-Louis Grinda, Alfredo Arias, Bernard Murat, Lilo Baur, Jean-Claude Berutti, René Loyon, Jean Claude Auvray, Richard Brunel e naturalmente Frédéric Roels, con il quale ha stretto una prolifica collaborazione negli ultimi anni. Ha lavorato in importanti teatri, quali: l’Opéra Bastille, la Volksoper e la Staatsoper di Vienna, il Liceu di Barcellona, l’​​Opéra de Monte-Carlo, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Colon di Buenos Aires, il Teatro dell’Opera di Hong Kong, il Teatro dell’Opera di Dallas, ma anche l’Olympia, il Bataclan, la Comédie Française, il Théâtre de l’Odeon, il Théâtre de L’Athénée, il Théâtre Antoine, il Théâtre Edouard VII, il Teatro Valle adi Roma, lo Sporting di Monaco e ha preso parte al Festival Chorégies d’Orange. Vanta collaborazioni con personalità eccezionali come Hideyuki Yano, Karel Reisz, Roman Polanski, Alain Delon, Gérard Desarthe e François Marthouret, Sylvie Testud, Laure Duthilleul, Madeleine Marion, Pierre Barrat e Marie-Noël Rio, Pierre Ascaride, Stephan Grögler, Michèle Bernier o Vincent Delerm, per citarne solo alcuni. Tra i suoi lavori degli ultimi dieci anni: I racconti di Hoffmann, Duello Amoroso, Tannhäuser e Thaïs con Jean-Louis Grinda; Sogno di una notte di mezza estate con Elsa Rooke; Salome con Marguerite Borie. È stato nominato tre volte per la migliore illuminazione dall’Accademia Molière. Il suo libro sulla luce in scena Le Théâtre de la Lumière è edito da Editions Deuxième Epoque.

Nathalie Gendrot Assistente alla regia
È una regista d’opera lirica e scrittrice francese. È finalista al concorso European Opera Prize a Covent Garden nel 2011, con un progetto su I Capuleti e i Montecchi. Lavora spesso come assistente alla regia. Ha messo in scena spettacoli per bambini, in particolare a Bruxelles per la Queen Elisabeth Music Chapel, ma anche creazioni contemporanee: Euridice di Andrey Kwiecinski per coro e orchestra sinfonica al Nowy Teatr (Varsavia, 2016), opera di cui ha scritto anche il libretto in italiano, e L’espace fluide di Benjamin Hamon (2023). Ha firmato il libretto di un concerto immersivo per l’ensemble Le Balcon, C’est déjà le matin, alla Philharmonie de Paris (2017). Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2016. Firma, nell’estate 2022, la programmazione francese del Festival Vis-à-vis, una serie di eventi italo-francesi tra Torino e Chambéry (musica, letteratura, filosofia, politica).

Cristian Saitta basso
Nato nel 1991 a Bucarest, si trasferisce in Sicilia dove studia canto al Conservatorio di Messina. Nel 2012 partecipa al concorso Zandonai, e vince una borsa di studio con Mietta Sighele. Vince il secondo premio al concorso Iris Adami Corradett. Fra il 2013 ed il 2018 debutta ne L’arlesiana, Luisa Miller, I vespri siciliani, Tosca, Don Giovanni, Simon Boccanegra, Il corsaro, Adriana Lecouvreur, Norma, Un ballo in maschera e Turandot. Nel 2017 canta al Macerata Opera Festival i ruoli de Lo Zio Bonzo (Madama Butterfly), del Re (Aida), e Sparafucile (Rigoletto) a Cagliari. È Ramfis in Aida a Ravenna con la direzione del M° Muti. Nel 2019 partecipa in numerose produzioni quali, Un ballo in maschera a Napoli, Don Giovanni a Cagliari, Tosca a Venezia. Nel 2021 partecipa alla registrazione de Al mulino, opera mai eseguita di Respighi, al Verdi di Trieste, debutta Colline (La bohème) a Bologna ed è di nuovo a Trieste, come Zio Bonzo (Madama Butterfly). Debutta Don Basilio (Il barbiere di Siviglia) al Bellini di Catania.
Nel 2023 è Banco (Macbeth) a Trieste, debutta il Conte di Walter in Luisa Miller a Nantes, Angers e Rennes.

Kazuki Yoshida tenore
Ha iniziato gli studi musicali nel 2009 frequentando il Tokyo College of Music conseguendo, nel 2018, la laurea biennale di specializzazione in canto. Durante gli studi accademici è stato vincitore delle borse di studio offerte dalla stessa Università e destinata migliori studenti. Nel 2016 ha studiato presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma come studente di Erasmus. Nel 2019 ha vinto il secondo premio ed il terzo premio ad importanti concorsi di canto lirico in Giappone. Nel 2020 vince una borsa di studio offerta da The Meiji Yasuda Cultural Foundation che gli ha permesso di compiere degli studi di perfeionamento musicale in Italia al Conservatorio A. Boito di Parma con Adriana Cicogna. Nel 2021 ha studiato presso il Puccini Festival Academy ed ha interpretato il ruolo de L’imperatore in Turandot nell’ambito del 67° Festival Puccini. Nel 2022 ha vinto il premio Michelangelo Cupisti, una borsa di studio offerta da The ROHM Music Foundation, e il terzo premio al 38° Concorso internazionale Valsesia Musica 2022. Ha vinto il primo premio Giuseppe Taddei al Concorso Lirico Internazionale Città di Genova.

Aoxue Zhu mezzosoprano
Nasce in Cina nel 1994 e giovanissima inizia lo studio del canto diplomandosi in Canto Lirico presso il Conservatorio di Tianjin. Nel 2018 frequenta il biennio di canto lirico al Conservatorio di Bologna. Nel 2021 frequenta i corsi dell’Accademia Verdiana di Teatro Regio di Parma e comincia studiare con Sonia Ganassi. Nel 2022 inizia la Scuola dell’Opera al Teatro Comunale di Bologna studiando con Luciana D’intino. Nel 2022 è stata finalista al 50° Concorso Toti dal monte e vincitrice del Concorso Opera Pienza.  Nel 2023 ha vinto come Voce Emergente al prestigioso Concorso Aslico per Giovani Cantanti Lirici. Si è esibita in diversi concerti come solista, ha cantato nell’ambito del Festival Verdi Off del Teatro Regio di Parma e alla Festa dell’Opera del Teatro Grande di Brescia. Ha cantato il ruolo di Maddalena (Rigoletto) presso l’Associazione Lirica Mario del Monaco di Modena, Tisbe (La Cenerentola) al Teatro Comunale di Bologna e Suzuki (Madama Butterfly) con il M° Daniel Oren. Ha cantato nell’opera civica Acquaprofonda che il Teatro Sociale di Como – Aslico ha commissionato, in coproduzione con il Teatro dell’Opera di Roma, a Giovanni Sollima e Giancarlo De Cataldo, esibendosi in importanti teatri italiani quali il Teatro Malibran a Venezia, il Teatro Alighieri a Ravenna, il Teatro Regio di Parma, il Teatro Comunale di Bolzano, il Teatro Comunale Verdi di Pordenone e il Teatro Grande di Brescia.  Nell’estate 2023 e ha debuttato il ruolo de La Sacerdotessa (Aida) al Festival Como Città della Musica del Teatro Sociale di Como con M° Enrico Lombardi.

Alberto Comes baritono
Nato a Monopoli nel 1992, si è diplomato presso il Conservatorio di Bari sotto la guida del soprano Maria Grazia Pani. Ha vinto importanti Concorsi Lirici Internazionali quali il Concorso Città di Pesaro, il Lams di Matera, il Concorso Valerio Gentile, Tebaldi 100 e il Concorso Nicolaj Ghiaurov. È finalista ai Concorsi Giulio Neri, Giuseppe di Stefano, Toti dal Monte. È vincitore del ruolo di Don Basilio (Il barbiere di Siviglia) alla 71° Edizione del Concorso Aslico per Giovani Cantanti Lirici. Tra i ruoli che ha debuttato: Dulcamara (L’elisir d’amore), Simone (Gianni Schicchi), Seneca (L’incoronazione di Poppea), Strabinio (L’impresario in angustie), L’impresario (Le convenienze e inconvenienze teatrali), Calotta (Il Cavaliere errante), Publio (La clemenza di Tito), Colas (Bastiano e Bastiana), Ernesto (La gazza ladra), L’oste (Manon Lescaut), Il Re (La Cenerentola), Fouquier Tinville (Andrea Chénier), Il Conte di Ceprano (Rigoletto), Le Bailli (Werther), Mustafà (L’Italiana in Algeri), Pistola (Falstaff) e Don Pasquale nel ruolo del titolo. Nel repertorio sacro è stato solista nel Requiem e nella Messa dell’Incoronazione K. 347 di Mozart e nello Stabat Mater di Haydn.

Gangsoon Kim baritono
Si laurea all’Università Yonsei di Seoul e si diploma al biennio di canto lirico al Conservatorio di Roma. Vince il primo premio al Concorso Internazionale Voci In-Canto e il secondo premio al Concorso Internazionale R. Leoncavallo in occasione del 100° anniversario della morte del compositore. Partecipa alla Mascagni Academy 2022 presso il Teatro Goldoni. Si perfeziona con il mezzosoprano Bruna Baglioni, segue masterclass con Ramon Vargas, Alberto Gazale, Alberto Paloscia, Marco Boemi, Antonio Pergolizzi, Sergio Stella e Donato Renzetti. Ha debuttato i ruoli di Figaro (Il barbiere di Siviglia), Germont (La Traviata) e Belcore (L’elisir d’amore) al teatro Opera Romana Craiova, Schaunard (La bohème) nei teatri di Pisa e Lucca, Tonio (Pagliacci) al R. Leoncavallo Festival a Potenza e Melfi, Silvio (Pagliacci) a Cerignola. È stato solista nel Requiem di Mozart in Corea, Alfio (Cavalleria rusticana) al Belcanto Festival, Rigoletto al Sarzana Opera Festival, Sharpless (Madama Butterfly) all’Uzzano Opera Festival.

Alessia Panza soprano
Nata a Brescia nel 1998, sin da bambina si avvicina alla musica grazie allo studio del clarinetto. Proseguendo i suoi studi, scopre la passione per il canto e successivamente consegue le lauree di primo e secondo livello presso il Conservatorio A. Boito di Parma entrambe con il massimo dei voti e menzione d’onore. Si perfeziona presso numerose accademie come l’Accademia Verdiana del Teatro Regio di Parma, l’Accademia Aslico del Teatro Sociale di Como e l’Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti di Martina Franca. Risulta finalista e vincitrice di numerosi concorsi lirici Internazionali tra i quali il concorso AsLiCo per Giovani Cantanti Lirici e il concorso CLIP di Portofino. Si è esibita in numerosi teatri in Italia e all’estero tra cui: il Teatro Regio di Parma, il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Grande di Brescia, il Teatro Filarmonico di Verona, il Teatro Arriaga di Bilbao. Nonostante la giovane età ha già collaborato con direttori e registi di fama internazionale quali: Zubin Mehta, Daniele Gatti, Michele Mariotti, Donato Renzetti, Riccardo Frizza, Valentina Carrasco, Gianmaria Aliverta, Roberto Andò e David Pountney. Il suo prossimo impegno la vedrà come protagonista in un concerto presso la prestigiosa Konzerthaus di Vienna, accompagnata dai Wiener Philarmoniker diretta da Zubin Mehta.

Caterina Meldolesi soprano
Nasce a Roma, studia pianoforte e poi prosegue i suoi studi musicali conseguendo il diploma accademico di secondo livello in canto con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore al Conservatorio Santa Cecilia di Roma sotto la guida di Sara Mingardo. E’ vincitrice di vari concorsi internazionali, tra cui il Concorso Internazionale Voci Verdiane Città di Busseto 2023 (Premio Straordinario Boris Hristov e varie scritture-premio in importanti teatri italiani) e Concorso lirico Internazionale “Tenor Vinas” 2022 (Premio Straordinario Internationale OpernWerkstatt). Ha fatto parte dell’Accademia del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e della prestigiosa Accademia di belcanto Georg Solti. Al Teatro del Maggio Musicale ha cantato in varie produzioni, quali Siberia, La Traviata, Il Trovatore, L’Amico Fritz collaborando con i Maestri Gianandrea Noseda, Riccardo Frizza, Zubin Mehta e Ingo Metzmacher. Ha debuttato i ruoli principali in Aida, La bohème e Così fan tutte prodotte dal Teatro del Maggio con le regie di Manu Lalli. Ha cantato Cabri ne La Betulia Liberata al Teatro Olimpico di Vicenza, ha debuttato al Theater Kiel con un “jump in” nel ruolo di Lidia nel Cambise con la direzione di Alessandro Quarta ed è stata la cover del ruolo di Anna ne Le Villi sotto la direzione di Omer Meir Wellber a Parma con la Fondazione Arturo Toscanini. È ospite del Festival Internationale OpernWerkstatt esibendosi a Berna, Zurigo, Basilea e Wiesbaden con il Maestro Roland Boer.

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