Tragedia lirica in quattro atti. Musica di Christoph Willibald Gluck.
Libretto di Nicolas-François Guillard, tratto dalla omonima Tragedia di Euripide.
Prima rappresentazione: Parigi, Opéra, 18 maggio 1779. Edizioni Alkor/Bärenreiter, Kassel.
Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano.
Iphigénie Anna Caterina Antonacci
Oreste Bruno Taddia
Pylade Mert Süngü
Thoas Michele Patti
Diane / Una donna greca Marta Leung
Direttore
Diego Fasolis
Regia
Emma Dante
Scene Carmine Maringola
Costumi Vanessa Sannino
Luci Cristian Zucaro
Coreografo e Maestro d’armi Sandro Campagna
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coproduzione Teatri di OperaLombardia
Nuovo allestimento
Opera rappresentata con sovratitoli
Atto primo
L’opera si apre con le suppliche di Ifigenia e delle altre sacerdotesse greche durante una tempesta (Grands Dieux! Soyez-nous secourables). Placatasi la furia degli elementi, Ifigenia racconta alle compagne il proprio sogno di quella notte: era nuovamente in patria, tornata all’affetto paterno, quando il palazzo reale andava in fiamme, il padre Agamennone le compariva sanguinante e la madre Clitennestra sotto forma di «spettro inumano»; vedendo poi il fratello Oreste, si sentiva trascinata a colpirlo da un ignoto potere. Consapevole della maledizione divina che incombe sulla propria stirpe, Ifigenia invoca quindi la dea Diana, già sua salvatrice in Aulide, perché le conceda la pace della morte (O toi, qui prolongeas mes jours!). Sopraggiunge Toante, re degli Sciti, sconvolto dall’oracolo che lo minaccia di morte se non immolerà tutti gli stranieri che capiteranno in Tauride (De noirs pressentiments mon âme intimidée). Informato della cattura di due giovani greci (Oreste e Pilade), il re invita il suo popolo a esultare e ringraziare gli dèi per avere fornito le vittime espiatorie.
Atto secondo
Oreste e Pilade sono in catene in una sala del tempio. Oreste si pente di aver trascinato nell’impresa l’amico, il quale si dichiara pronto a morire insieme a lui. Rimasto solo dopo che Pilade è stato condotto via, Oreste invoca la morte, quindi si calma e s’addormenta (La calme rentre dans mon coeur), ma viene tormentato in sogno dalle Furie e dallo spettro di Clitennestra. Giunge Ifigenia a interrogarlo sulla sua identità. Egli tace il proprio nome, ma dice di venire da Micene e la informa della rovina abbattutasi sulla casa di Agamennone. Ifigenia piange la morte dei genitori (O malheureuse Iphigénie), mentre il coro di sacerdotesse le fa eco nel lamento.
Atto terzo
Ifigenia decide di salvare uno dei due condannati affinché rechi un suo messaggio in Grecia. La sua scelta cade su Oreste, per il quale sente un’ignota tenerezza pur non sapendo che egli è suo fratello. Oreste non vuole però sopravvivere a Pilade e, minacciando di darsi la morte se sarà lasciato libero, riesce a capovolgere la decisione della sacerdotessa.
Atto quarto
Sebbene affranta, Ifigenia si appresta a sacrificare Oreste. Quando tutto è pronto e il pugnale già levato sulla vittima, Oreste esclama: «Così moristi in Aulide, Ifigenia, sorella mia», dando il via al reciproco riconoscimento. Furioso per la scoperta fuga di Pilade, Toante giunge ad accusare Ifigenia, e vorrebbe immolare anche lei insieme a Oreste, quando irrompe Pilade alla testa di un manipolo di Greci e lo uccide. La battaglia che ne segue viene sedata dall’intervento di Diana, che annuncia a Oreste il perdono divino e lo invita a insediarsi sul trono di Micene. Una «pace dolce e profonda» comincia a spirare su tutti gli elementi naturali e segna la fine delle sofferenze.
di Emma Dante
“Durante la tempesta, sbattute dal vento Ifigenia e le Sacerdotesse si tengono strette in una catena umana. Mentre un’onda di sangue si muove furiosa, il proscenio viene occupato da una lunga fila di corpi agganciati tra di loro, alla fine della quale sta Oreste. Nella quiete dopo la tempesta, purificato dalle calamità, un ventre chiaro accoglie il tempietto di Diana in cui sei cariatidi reggono il tetto. Ifigenia si ripara nel tempio dove vive in incognito, accudita dalle sacerdotesse che indossano pellicce e corna di cervo e accendono incensi e si allenano a cacciare con frecce e faretre per difendersi. Le sacerdotesse rappresentano la tenera proiezione dell’anima di Ifigenia, essendo fanciulle greche lontane dalla patria come lei. Ma nonostante sia salva, lavata e purificata dall’acqua sacrale, Ifigenia continua ad essere turbata da un orribile sogno: Clitemnestra uccide il marito, il fratello Oreste uccide la madre, ed infine lei stessa trafigge il fratello. Anche le compagne appaiono sgomente per il sogno e quando Ifigenia invoca Diana affinché le consenta di ricongiungersi con Oreste, le sacerdotesse si uniscono commosse al suo pianto. Nella Tauride tutti gli stranieri che mettono piede nel paese devono essere sacrificati alla dea e quando Oreste e Pilade vengono condotti in processione dagli Sciti di fronte a Ifigenia, Toante le ordina di preparare il sacrificio dei due giovani greci. L’esultanza per il sacrificio scatenerà tra gli Sciti una feroce danza di morte. Ifigenia in Tauride è una tragedia sull’amore e sulla fratellanza, sui sentimenti selvaggi in cui il destino è più forte di qualsiasi scelta. Ifigenia farà di tutto per salvare il fratello Oreste nonostante sconosca la sua vera identità e Oreste farà di tutto per salvare Pilade, il cugino che ama più della sua vita stessa. Oreste e Pilade vengono incatenati a colonne ioniche che muovendosi nello spazio creano geometrie esistenziali. Oreste rincorre Pilade, lo abbraccia, lo bacia, ma egli è allontanato dalle catene che lo tirano dalla parte opposta. I due giovani si inseguono disperati, raccontando un amore impossibile. Dall’altalena della vita Ifigenia deciderà di risparmiare uno dei due amanti e mentre il tessuto chiaro del ventre si muove dolcemente, inviterà a salire nell’altra altalena, il condannato che desidera ricevere la grazia. Oreste salva l’amico spingendolo sull’altalena, scegliendo sé stesso come vittima sacrificale, ma Ifigenia non se la sente di levare il coltello contro di lui e invoca Diana perché le infonda nel cuore la crudeltà necessaria per compiere il terribile gesto. Oreste viene preparato per il sacrificio, e lui stesso incoraggia la sorella, ancora sconosciuta, dicendole che la morte è il suo unico desiderio, dandole una carezza intenerito dal dolore profondo che lei gli dimostra. Quando Ifigenia sta per levare il pugnale, Oreste si ricorda del sacrificio della sorella, tanti anni prima, ed invoca il suo nome. La tragedia si conclude con una grande battaglia tra i Greci e gli Sciti che viene risolta dall’intervento ex machina di Diana che invita Oreste a tornare a Micene per esserne il re, conducendo con sé anche la sorella al cui coraggio egli deve la vita. Le sacerdotesse dalle tuniche chiare si vestiranno a lutto e dall’alto cadranno drappi neri trasformando il tempio in un ventre oscuro.”
Diego Fasolis, Direttore d’orchestra
Diego Fasolis, ha studiato a Zurigo, Parigi e Cremona, dove ha conseguito quattro diplomi con distinzione, ha iniziato poi la sua carriera come concertista d’organo, eseguendo più volte l’integrale delle opere di Bach, Buxtehude, Mozart, Mendelssohn, Franck e Liszt. Riconosciuto nel panorama internazionale come uno degli interpreti di riferimento per la musica storicamente informata, la sua versatilità e virtuosismo sono combinati con uno stile rigoroso che è molto apprezzato dal pubblico e dalla critica e dalla stampa internazionali sia in Europa che negli Stati Uniti. Nel 1993 Diego Fasolis è stato nominato Direttore stabile dei complessi vocali e strumentali della Radiotelevisione svizzera. Dal 1998 dirige I Barocchisti, ensemble con strumenti storici da lui fondato insieme alla moglie Adriana Brambilla, prematura- mente scomparsa, alla quale ha dedicato nel 2013 una Fondazione benefica per il sostegno di giovani musicisti. Ha rapporti di collaborazione come direttore ospite con formazioni di primo piano e con le voci più importanti del panorama internazionale. In particolare, ha collaborato con il mezzosoprano Cecilia Bartoli in progetti di grande portata, registrazioni audio e video e importanti tournée concertistiche, l’ultima delle quali dedicata agli autori italiani e tedeschi presenti negli archivi di San Pietroburgo. Ha diretto Norma di Bellini a Montecarlo con Cecilia Bartoli nel ruolo titolo. Dal 2013 si esibisce regolarmente al Festival di Salisburgo in concerti e opere spaziando da Palestrina a Rossini, da Händel a Schubert. Diego Fasolis ha diretto la Nona Sinfonia di Beethoven al Musikverein di Vienna, con il Concentus Musicus Wien e il Coro Arnold Schönberg. Nel 2016 il Teatro alla Scala gli ha affidato la creazione di un’orchestra con strumenti originali, che ha diretto nel Trionfo del Tempo e del Disinganno. Sempre nel 2016 ha raccolto l’eredità di Nikolaus Harnoncourt, eseguendo tre volte la Nona Sinfonia di Beethoven al Musikverein di Vienna con il Concentus musicus Wien e il Coro Arnold Schönberg. Nel 2017 torna al Teatro alla Scala per dirigere il Tamerlano di Händel con Plácido Domingo al ruolo titolo. Nel 2011 Papa Benedetto XVI gli ha conferito un dottorato honoris causa per il suo impegno nell’interpretazione della musica sacra. Tra i momenti salienti della sua carriera, Le Comte Ory all’Opernhaus di Zurigo, Così fan tutte al Teatro Regio di Torino, La Clemenza di Tito all’Opéra di Losanna, Orlando furioso al Teatro La Fenice, Orfeo ed Euridice al Théâtre des Champs – Elysées e alla Versailles Royal Opera, Il barbiere di Siviglia a Lugano e alla Hamburg State Opera, La Finta giardiniera e Idomeneo alla Scala, L’incoronazione di Poppea per la riapertura della Staatsoper di Berlino, Orphée et Eurydice all’Opera di Losanna, e la prima rappresentazione in tempi moderni di Agnese di Ferdinando Paër al Teatro Regio di Torino. Vanta una imponente discografia comprendente più di cento titoli con le principali etichette, EMI-Virgin, Naïve, Universal Music e Warner Classics, con cui ha ottenuto numerosi dischi d’oro per il suo impegno nella riscoperta del repertorio operistico, Grand prix du Disque per i suoi lavori su Handel e Vivaldi, Echo Klassik per l’opera Artaserse di Leonardo Vinci. Nel 2014 e 2015 è stato nominato per due Grammy Awards sia per il trionfante progetto Mission con opere di Agostino Steffani sia per il San Pietroburgo, progetto con Cecilia Bartoli. Nel 2019 è stato nominato per ‘Direttore dell’anno’ agli International Opera Awards. In occasione del 250° anniversario di Beethoven, ha inciso la Sesta Sinfonia, ‘Pastorale’, con I Barocchisti a Lugano per ARTE. Impegni recenti e futuri includono Turco in Italia di Rossini a La Scala, Sposo di tre e marito di nessuna adi Cherubini al Maggio Musicale Fiorentino, Alcina di Händel a Losanna e Griselda di Vivaldi a Venezia, La Fenice.
Emma Dante, Regista
Nata a Palermo nel 1967, Emma Dante esplora il tema della famiglia e dell’emarginazione attraverso una poetica di tensione e follia nella quale non manca una punta di umorismo. Drammaturga e regista si è diplomata a Roma nel 1990 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Nel1999 costituisce a Palermo la compagnia Sud Costa Occidentale con la quale vince il premio Scenario 2001 per il progetto mPalermu e il premio Ubu 2002 come novità italiana. Nel 2001 vince il premio Lo Straniero, assegnato da Goffredo Fofi, come giovane regista emergente, nel 2003 il premio Ubu con lo spettacolo Carnezzeria come migliore novità italiana e nel 2004 il premio “Gassman” come migliore regista italiana e il premio della critica (Associazione Nazionale Critici del Teatro) per la drammaturgia e la regia. Nel 2005, vince il premio Golden Graal come migliore regista per lo spettacolo Medea. Ha pubblicato Carnezzeria. Trilogia della famiglia siciliana con una prefazione di Andrea Camilleri (Fazi 2007) e il suo primo romanzo Via Castellana Bandiera (Rizzoli 2008), vincitrice del premio Vittorini e del Super Vittorini 2009. Nell’ottobre del 2009 le viene assegnato il premio Sinopoli per la cultura. Il 7 dicembre del 2009 inaugura la stagione del Teatro alla Scala con la regia di Carmen di Bizet diretta da Daniel Barenboim. Sono stati in repertorio dal 2000 al 2010 in Italia e all’estero: mPalermu, Carnezzeria, Vita mia, Mishelle di Sant’Oliva, Medea, Il festino, Cani di bancata, Le pulle e tre favole per bambini e adulti pubblicati da Dalai editore: Le principesse di Emma. Dal gennaio 2011 gira in Italia e all’estero lo spettacolo La trilogia degli occhiali, pubblicato da Rizzoli, costituito da tre capitoli: Acquasanta, il castello della Zisa e Ballarini. Nell’aprile 2012 debutta a Parigi all’Operà Comique La muta di Portici di Auber diretta da Patrick Davin che viene ripresa nel marzo 2013 al Teatro Petruzzelli di Bari con la direzione di Alain Guingal con grande successo di pubblico e di critica. Con La muta di Portici vince il premio Abbiati nel 2014. Nell’ottobre 2012 debutta, al Teatro Olimpico di Vicenza, Verso Medea tratta da Euripide, con musiche e canti composti ed eseguiti dal vivo dai fratelli Mancuso. Nel 2013 presenta in concorso alla 70 edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film Via Castellana Bandiera, tratto dall’omonimo romanzo, a conclusione della quale Elena Cotta vince la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile. Via Castellana Bandiera vince i seguenti premi: Premio Soundtrack alla miglior colonna sonora; Premio Navicella, attribuito dalla Rivista del Cinematografo, Premio Lina Mangiacapre. Il 18 gennaio 2014 inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con Feuersnot di Richard Strauss con la direzione di Gabriele Ferro. Nel 2014 riceve l’incarico biennale di direttrice artistica del 67 ciclo di spettacoli classici al Teatro Olimpico di Vicenza. Nel 2014 debutta al Teatro Mercadante di Napoli Le sorelle Macaluso coprodotto da Teatro Stabile di Napoli, Festival d’Avignon, Théâtre National – Bruxelles, Folkteatern Göteborg nell’ambito del progetto “Cities on stage”. Nel 2014 Le sorelle Macaluso vince il premio “Le Maschere” come miglior spettacolo dell’anno e il Premio della critica 2014. Sempre con Le sorelle Macaluso vince il Premio Ubu per la regia e il Premio Ubu per il miglior spettacolo 2014. Nel 2014 debutta al Teatro Kismet di Bari Operetta burlesca prodotto dalla compagnia Sud Costa Occidentale. Nello stesso anno Emma Dante diventa regista principale al Teatro Biondo, e direttrice della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” costituita all’interno del teatro stabile della città di Palermo. Alla fine del primo corso della scuola da lei diretta nasce lo spettacolo Odissea A/R che va in tournée nei più importanti teatri d’Italia. Nel 2014 vince il premio De Sica per il teatro e il Premio Ipazia all’eccellenza femminile. Il 21 gennaio del 2015 inaugura la stagione del teatro Massimo con Gisela! Di Hans Werner Henze. Il 22 gennaio 2016 al Teatro dell’Opera di Roma firma la regia de La Cenerentola di Rossini diretta da Alejo Perez. Il 21 gennaio 2017 inaugura la stagione del Teatro Massimo con Macbeth di Verdi diretto da Gabriele Ferro. Il 28 febbraio 2017 debutta al Teatro Strehler Bestie di scena coprodotto dal Piccolo Teatro di Milano, Atto Unico/ Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo e Festival d’Avignon. Il 9 aprile 2017 debutta al Teatro Comunale di Bologna il dittico: Voix Humaine e Cavalleria Rusticana diretto da Michele Mariotti. Il 6 luglio 2017 debutta a Spoleto – 60° edizione Festival dei Due Mondi La scortecata coprodotto da Fondazione Festival dei Due Mondi – Atto Unico/Compagnia Sud Costa Occidentale – Teatro Biondo di Palermo. Eracle di Euripide con la regia di Emma Dante, nella traduzione di Giorgio Ieranò, il 10 maggio 2018 ha inaugurato il 54° Festival al Teatro Greco di Siracusa. Il 23 maggio 2019 debutta al Teatro Dell’Opera di Roma L’Angelo di Fuoco di Prokof’ev. Alla fine del secondo corso della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo da lei diretta nasce lo spettacolo Esodo, che debutta il 4 luglio 2019 a Spoleto62 Festival dei 2 Mondi e viene rappresentato a Palermo, Mosca e Parigi. L’11 dicembre 2019 debutta a Parigi a La Colline Théâtre National, Fable pour un adieu liberamente ispirata alla fiaba La Sirenetta di Hans Christian Andersen.Il 14 gennaio 2020 debutta a Milano al Piccolo Teatro Grassi “Misericordia” coprodotto dal Piccolo Teatro di Milano, Atto Unico/ Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo.
Carmine Maringola, Scenografo
Nato a Torre del Greco nel 1974, Carmine si laurea in architettura nel 1999, alternando la sua attività di scenografo e fotografo a quella di attore. Nel 1994 incontra Judith Malina del Living Theatre, con la quale inizia la propria esperienza di attore e scenografo. Nel 2005 incontra Emma Dante, sua futura moglie, ed entra a far parte della sua compagnia “Sud Costa Occidentale” in qualità di attore, scenografo e fotografo. Sono di Carmine Maringola le scene degli spettacoli “Cani di Bancata”, “Le pulle” e “La trilogia degli oc- chiali”. Oltre all’attività teatrale è apparso anche nel ruolo di un sacerdote nel film tv “Carmen” del 2009 e sul grande schermo è apparso nei film “Via Castellana Bandiera” (2013) e “L’amore non perdona” (2015). ‘La scenografia è richiesta già in una fase preliminare creativa, ha il compito di restituire il suo apporto drammaturgico partecipando attivamente anche alla partitura dei movimenti […]; nei nostri lavori non arriva alla prova generale, quando ormai è tardi per lavorare ad una sua integrazione […]’ Carmine Maringola nella scena contemporanea è un esempio di contaminazione virtuosa tra le tre compo- nenti che ne animano la ricerca: architetto, attore, scenografo. Alla formazione di architetto associa la vo- cazione di performer impegnato in una ‘cellula napoletana’ del Living Theatre, perseguendone la visione rivoluzionaria; un periodo post-laurea di residenza a New York costituisce la sua vera iniziazione artistica. Tornato in Italia, si trasferisce a Palermo ingaggiato in un teatro dove, nel tempo libero dalla ‘professione’ attorica, studia la ‘macchina scenica’, recuperando dall’esperienza pratica la manualità e l’artigianalità del teatro sette-ottocentesco, guidato dalla consapevolezza degli spazi, propria ad un architetto. Dall’incontro con Emma Dante si genera un lungo e resistente sodalizio di vita e lavoro che «[…] a partire dall’innesto partenopeo nel corpus geneticamente palermitano della Sud Costa Occidentale […]» lo vede impegnato nella ricerca delle relazioni tra azione performativa e segni drammaturgico-scenici (A. Barsotti). Il testo ne delinea un ritratto, attraverso gli spettacoli a cui partecipa come attore — guidato dalla Dante con cui firma le scene — e le opere liriche di cui è artefice delle scenografie.
Vanessa Sannino, Costumista
Vanessa Sannino nasce a Milano nel 1980. Affascinata da sempre dal disegno, si dedica allo studio delle arti visive dall’età di tredici anni. Segue i corsi di pittura all’Accademia de Bellas Artes de Santa Cruz in Spagna poi all’Accademia Albertina di Torino. Ha terminato i suoi studi diplomandosi in scenografia-co- stume all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano con lode. Nel 2006 vince il concorso per entrare a fare parte dell’Accademia del Teatro alla Scala e lavora per due anni come scenografa realizzatrice presso i la- boratori Scaligeri. Nel 2008 vince il concorso degli allievi del Teatro alla Scala e firma e realizza il suo primo lavoro: le scene e i costumi per Carmen al Teatro Coccia Novara. Nell’estate dello stesso anno firma le scene per Madame Butterfly. Nel 2008 incontra per la prima volta Emma Dante, che la sceglie per colla- borare al suo fianco, disegnando i costumi di un nuovo grande progetto, Carmen – apertura della stagione lirica del Teatro alla Scala, il 7 dicembre 2009. Da quel momento disegnerà i costumi di tutte le opere della regista. Nel 2012 collabora alle scene per Carmine Maringola e firma i costumi di La Muette de Portici all’Opéra Comique di Parigi, spettacolo che sarà in seguito ripreso al Teatro Petruzzelli di Bari. Nel gennaio 2014 per l’apertura della stagione del Teatro Massimo Palermo firma i costumi di Feuersnot; nel 2015, nello stesso teatro, quelli di Gisela; nel 2017, di Macbeth (che sarà ripreso al Teatro Regio di Torino), sempre sotto la guida della regista palermitana. Nel gennaio 2016 firma i costumi di Cenerentola al Teatro dell’Opera di Roma; nel 2017 La Voix Humaine e Cavalleria Rusticana al Teatro Comunale di Bologna, entrambe sempre con la regia di Emma Dante. Il suo secondo incontro fortunato avviene in Francia nel 2010, dove, a Parigi, firma i costumi per Un Fil à la patte alla Comédie Française. La regia è di Jerome Deschamps e per questo spettacolo riceverà la nomination come ‘migliori costumi’ al prestigioso Premio Molière. Nel 2012 allo Sta- atsoper Theatre di Vienna, lavora ai costumi di Ascesa e caduta della città di Mahagonny. Nel 2013 uno di questi disegni è selezionato per rappresentare il cartellone artistico della serata dell’Opernaball di Vienna e viene premiato con il Goldener Hahn in Austria. Nel 2013, sempre per Jerome Deschamps, firma i costumi di Marouf all’Opéra Comique di Parigi: questi saranno esposti al Centre National de Costume de Scène nel febbraio 2015. Nello stesso anno lavora per Les Mousquetaires au couvent all’Opera di Losanna, portato poi a Parigi e a Tolone. Dal 2011 lavora anche Juliette Deschamps, figlia dell’omonimo regista, per la quale firma i costumi per il Novello Giasone, Festival della Valle d’Itria a Martina Franca e subito dopo per Salu- stia al Teatro Pergolesi. Successivamente, firma i costumi di A Queen of Heart al Theatre de la Bastille a Parigi nel 2013; nel 2014 all’Opera di Bordeaux, quelli per Le Chateaux de Barbe Bleue. Lavora poi all’Ar- mida per il Festival della Valle d’Itria mentre nell’ottobre 2015 all’Opéra Orchestre National a Montpellier firma i costumi di Cherubin. Nel 2018 all’Opéra Comique di Parigi e all’Opéra Royal de Wallonie i costumi di Domino Noir per la regia di Christian Hecq e Valerie Lesort. Nel 2016 disegna le scene e i costumi di Wild, spettacolo di teatro fisico sotto la guida di Remi Boissy in Francia. Nel 2016, il suo primo film come costumista con Addio Fottuti Musi Verdi, produzione Cattleya e The Jackal, regia di Francesco Ebbasta.
Cristian Zucaro, Light Designer
Nato nel 1969 a Torino, durante gli studi s’interessa di teatro. Nei primi anni 90 si forma con la compagnia Laboratorio Teatro Settimo diretta da Gabriele Vacis, focalizzando l’attenzione sull’uso della luce. Dal 2000 avvia un’intensa collaborazione con Emma Dante, realizzando i disegni luce per i suoi spettacoli di teatro e lirica e curandone la direzione tecnica. Realizza i disegni luce per diverse compagnie di rilievo nazionale negli ambiti del teatro di prosa, della lirica e danza. Tra le ultime collaborazioni, quelle con Franco Maresco e Balletto Civile. Prosegue la sua ricerca collaborando anche con giovani compagnie e sconfinando in altri campi: mostre, installazioni ed eventi di vario genere.
Sandro Maria Campagna, Coreografo e Maestro d’armi
Attore diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma si specializza in stage combat con i Maestri d’Armi Jonathan Waller e Kristina Soeborg della London Academy of Music and Dra- matic Art conseguendo il Level Three Certificate della British Academy of Dramatic Combat di Londra. Du- rante il suo percorso di formazione incontra i Maestri Rena Mirecka, Yoshi Oida, Torgeir Wethal, Josè Sanchis Sinisterra, Michele Abbondanza. Nel 2001 fonda la Compagnia teatrale di ricerca ‘La fiera’ insieme al regi- sta-drammaturgo Luciano Colavero e all’attore Antonio Tintis. Tra il 2004 e il 2009 collabora con l’Accade- mia Nazionale d’Arte Drammatica come assistente e docente per il corso di Movimento e Combattimento Scenico diretto dal Maestro Francesco Manetti. Nel 2006 incontra Emma Dante, entra a far parte della Compagnia SudCostaOccidentale e comincia un lungo periodo di lavoro, studio e collaborazione con la regista palermitana che lo dirige negli spettacoli Cani di bancata, Le pulle, Verso Medea, Le sorelle Maca- luso, Bestie di scena e in Via Castellana Bandiera Film Opera Prima in concorso al 70° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. L’anno successivo è ancora a Venezia con il film fuori concorso La trat- tativa di Sabina Guzzanti. Come Maestro d’Armi e Coreografo lavora per il Teatro alla Scala di Milano, il Theatre National de l’Opéra Comique di Parigi, il Teatro di Roma Teatro Argentina, il Teatro San Carlo di
Napoli, il Teatro Petruzzelli di Bari, il Globe Theatre Silvano Toti di Roma, il Teatro Olimpico di Vicenza, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Regio di Torino. Dal 2014 è Insegnante per la “Scuola dei mestieri dello Spettacolo” del Teatro Biondo Stabile di Palermo diretta da Emma Dante. Dal 2015 è Docente Col- laboratore per l’ERAC “Ecole régionale d’acteurs de Cannes et Marseille” e dal 2017, ancora in Francia, è Coreografo e Regard Complice per il Collectif Fearless Rabbits. Di recente, in occasione dello studio da Le Baccanti diretto da Emma Dante, è tornato a collaborare con l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico in qualità di Docente di Tecniche del training fisico.
Massimo Fiocchi Malaspina, Maestro del coro
Nato a Novara, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, dove si è diplomato in Musica corale e Direzione di coro, in Composizione e in Pianoforte e presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma dove ha conseguito il diploma in Direzione d’orchestra. Si è inoltre perfezionato in Direzione d’orchestra all’Accademia musicale pescarese sotto la guida di Donato Renzetti. In qualità di pianista e di direttore si è esibito in numerosi teatri e sale da concerto italiane ed estere e per la RAI. Col- labora con il Teatro Regio di Parma in qualità di Altro maestro del coro e di Direttore musicale di palcosce- nico ed è stato maestro del coro per Ravenna Festival. Attualmente al Teatro Ragio di Parma è anche Direttore del Coro Voci Bianche, è maestro del coro di OperaLombardia e Macerata Opera Festival. È in- vitato regolarmente in Cina a tenere masterclass universitarie sul repertorio lirico italiano. Dal 2011 è Mae- stro di Cappella presso la Basilica di San Marco di Milano. Si occupa degli arrangiamenti corali per il programma televisivo Fratelli di Crozza, ha collaborato con Adriano Celentano per l’animazione Adrian ed è stato il professore di canto corale nel doku-reality Il Collegio 2 in onda su RAI2. È direttore artistico del di Arona Music Academy ed è stato docente dell’Accademia verdiana del Teatro Regio di Parma. Laureato in Filosofia all’Università di Lugano, affianca all’attività musicale gli studi medici presso l’Università degli Studi di Milano.
Ha vinto diversi premi in concorsi di musica da camera e corale (in duo con il baritono Niccolò Scaccabarozzi e con il Coro Le voci del Mesma) e in concorsi letterari.
Anna Caterina Antonacci, soprano
I premi che hanno salutato l’arrivo di Anna Caterina Antonacci sulla scena lirica sono tanto prestigiosi quanto significativi. Il Concorso Internazionale di Voci Verdiane a Parma nel 1988, il Concorso Maria Callas, e il Concorso Pavarotti: il timbro, la forza espressiva, ma soprattutto la voce. Dal Rossini brillante del debutto è presto passata al Rossini serio con Mosè in Egitto, Semiramide, Elisabetta, regina d’Inghilterra, ed Ermione. Ha poi proseguito con parti nobili e classiche quali le regine di Donizetti, le mozartiane Elvira, Elettra e Vitellia, e infine Gluck Armide, con la regia di Pier Luigi Pizzi e diretto da Riccardo Muti, ha aperto la stagione 1996-97 al Teatro alla Scala. Seguirono Alceste, sia a Parma che a Salisburgo, e Medea di Cherubini (a Tolosa e al Théâtre du Châtelet di Parigi). Nel 2003 il suo trionfo come Cassandra nei Troiani allo Châtelet con Sir John Eliot Gardiner ha segnato il passaggio alle grandi eroine del repertorio francese, sui passi di Régine Crespin, nonché la nascita di una tragedienne e di una grande attrice. Ne La Juive e Carmen (rispettivamente al Covent Garden con Pappano and all’Opéra Comique con Gardiner), Antonacci ha fatto rivivere la tradizione lirica francese all’insegna di Viardot, altra grande interprete rossiniana. Dopo Agrippina e Rodelinda di Händel, è stata Poppea a Monaco e Nerone a Parigi nella stessa Incoronazione di Poppea – queste diverse incarnazioni hanno prodotto l’ispirazione per Era la notte, il suo one-woman show intorno al Combattimento. Ultimamente, la collaborazione con Donald Sulzen ha portato Antonacci a concentrarsi sempre più sulla melodia, sia questa italiana (Tosti, Respighi) o francese, vedi Fauré (L’horizon chimérique), Debussy e Reynaldo Hahn. Il 2013 ha rappresentato una pietra miliare, con la prima de La Voix humaine e due concerti, Penelope di Fauré e Sigurd di Reyer seguito da Carmen alla Royal Opera House di Londra con Roberto Alagna e Cassandra in Les Troyens alla Scala diretta da Antonio Pappano. Nelle stagioni successive di particolare rilievo sono state Iphigénie en Tauride al Grand Théâtre de Genève e al Hamburgische Staatsoper, la Penelope di Faurè all’Opera du Rhin a Strasburgo e alla Monnaie, la prima mondiale della Ciociara di Marco Tutino all’Opera di San Francisco e al Teatro Lirico di Cagliari, la Sancta Susana alla Bastille. Recentemente Anna Caterina ha cantato Carmen al Teatro Regio di Torino, La Voix humaine in una nuova regia di Emma Dante al Teatro Comunale di Bologna e al Teatro Petruzzelli di Bari, Werther al Liceu di Barcellona e Palau de les arts. Ha anche avuto uno strepitoso successo in Gloriana in una nuova Produzione di David McVicar al Teatro Real Madrid e nel suo debutto in Iocasta in Oedipus Rex al Concertgebouw.
Bruno Taddia, baritono
Nato a Pavia, si è laureato in filosofia estetica con lode presso l’Università di Milano, diplomato in violino sotto la guida del Maestro Giulio Franzetti, ha studiato composizione con Maestro Bruno Zanolini e canto con il Maestro Paolo Montarsolo. Dopo il debutto al Rossini Opera Festival come Don Alvaro ne Il viaggio a Reims di Rossini nel 2001, si esibisce nelle più importanti istituzioni musicali del mondo, sempre con grande successo di pubblico e di critica. Tra gli altri, si è esibito al Teatro alla Scala di Milano, alla Royal Opera House Covent Garden di Londra, al Grand Théâtre de Genève e al Liceu di Barcellona. Canta (come baritono) regolarmente sotto la bacchetta di direttori quali Riccardo Muti, Gianluigi Gelmetti o Roberto Abbado, tra i tanti. Ultimamente si è esibito come Figaro in Barbiere di Siviglia presso Opera Colorado, Denver, nei due title roles di Der Diktator di E. Krenek / Der Kaiser von Atlantis di V. Ullmann presso l’opera di Tenerife e come Falstaff presso l’opera di Montpellier, produzione interrotta a causa dell’inizio del lockdown in Francia (la produzione verrà ripresa nel prossimo gennaio 2021) e nei panni del protagonista di Gianni Schicchi presso il Festival pucciniano 2020 di Torre del Lago, nel primo allestimento interamente messo in scena dopo il lockdown in Europa, con la regia di Valentina Carrasco e diretto da John Axelrod. In questi giorni sta uscendo, inoltre, la registrazione Il Tamerlano (Bajazet) per la Vivaldi edition (ed. Naive), in cui interpreta Bajazet, sotto la direzione di Ottavio Dantone. Come drammaturgo e regista debutta nel 2018, all’interno del Macerata Festival, con lo spettacolo Il mio regno per un carrello, una rivisitazione di Macbeth di Verdi, messa in scena all’interno di un supermercato.
Mert Süngü, tenore
Si è diplomato ad Istanbul in Arte dello spettacolo e dell´opera presso il Conservatorio di T.C Mimar Sinan. In Italia ha seguito diverse masterclass di canto ed interpretazione vocale ed è stato allievo della Scuola dell’Opera Italiana presso il Teatro Comunale di Bologna. Nel 2012 entra a far parte del programma giovani del SemperOper di Dresden Teatro con il quale continua una stretta collaborazione. Mert Süngü si è esibito sotto la direzione di direttori importanti, ad esempio Fabio Luisi, Christian Thielemann, Marc Minkowski, Michele Mariotti, Nello Santi, Donato Renzetti, Omer Meir Wellber, Gianluigi Gelmetti, Diego Fasolis, Ottavio Dantone. È apparso in produzioni firmate da Graham Vick, Willy Decker, Franco Zeffirelli, Filippo Crivelli, Grischa Asagaroff, Mario Martone, Davide Livermore. Ha recentemente inciso i Lieder di Schubert in collaborazione con il chitarrista Eugenio della Chiara.
Michele Patti, baritono
Nato a Genova, inizia a studiare canto, dopo la maturità scientifica, al Conservatorio Niccolò Paganini della sua città natale e prosegue gli studi presso il Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria. Vince numerosi concorsi, tra cui il XIX Concorso Internazionale per Cantanti Lirici Spazio Musica a Orvieto. Successivamente, viene scelto dalla Scuola dell’Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna. Inizia giovanissimo una bril- lante carriera debuttando: Gianni Schicchi (Marco), Così fan tutte (Guglielmo), La traviata (Marchese e Dot- tore), Un ballo in maschera (Renato), Il trovatore (Conte di Luna), Madama Butterfly (Sharpless), Le nozze di Figaro (Figaro), L’elisir d’amore (Belcore) e Don Giovanni al Teatro degli Industri di Grosseto per Spazio Musica sotto la guida di Maurizio Arena; La traviata (Giorgio Germont) nell’allestimento di Brockhaus al Teatro Verdi di Busseto in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna ed il Teatro Regio di Parma per l’apertura del Festival Verdi, alla Popejoy Hall di Albuquerque (New Mexico) con la Symphonic Orchestra of New Mexico, all’Opera Giocosa di Savona con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, in un pro- getto di Nanni Garella per una collaborazione dell’Arena del Sole e del Teatro Comunale di Bologna; Don Pasquale (Dottor Malatesta) al Teatro Comunale di Bologna; Rigoletto (Marullo) nell’ambito del Festival Verdi a Busseto; Don Giovanni al Teatro Carlo Felice di Genova con la regia di Rosetta Cucchi; Maria de Rudenz (Rambaldo) ed Il campanello (Enrico) al Wexford Festival Opera; La vedova allegra (Danilo) al Teatro Petruzzelli di Bari con la regia di Federico Tiezzi; Così fan tutte (Guglielmo), regia di E. Scola, e L’elisir d’amore (Belcore) nello storico allestimento di Luzzati con regia di Crivelli al Teatro Carlo Felice di Genova; Delitto e dovere (Arthur Savile) di A. Colla con la regia di P. Gavazzeni e V. Maranghi in prima ese- cuzione mondiale al 60° Festival di Spoleto ed al Teatro Coccia di Novara per la ripresa di Classica Italia andata in onda nel mese di giugno 2018; La bohème (Schaunard) per l’Ente Lirico Trapanese sotto la dire- zione di Nikša Bareza. Svolge un’intensa attività concertistica che lo ha visto impegnato nella manifestazione Jeunes Ambassadeurs Lyriques – Théâtre Lyrichorégra a Montréal in Canada. Tra i suo impegni recenti e futuri: Un giorno di regno (Cavalier Belfiore) al Festival Verdi di Parma; Don Pasquale (Malatesta) e La bo- hème (Marcello) al Teatro Carlo Felice di Genova; Dorilla in Tempe (Admeto) di Vivaldi diretta da Diego Fasolis al Teatro Malibran di Venezia; il ruolo del titolo in Guglielmo Tell di Gioachino Rossini con la regia di Arnaud Bernard a Como, Cremona, Brescia, Pavia, Bergamo e Pisa quale vincitore del 70° Concorso AsLiCo per Giovani Cantanti Lirici; L’elisir d’amore (Belcore) al Petruzzelli di Bari; La traviata al Bellini di Ca- tania in versione film-opera per Sky Classica HD; La vedova allegra (Danilo), Pagliacci (Silvio) e La Ceneren- tola (Dandini) al Teatro Carlo Felice di Genova; Carmen (Dancairo) al Teatro San Carlo di Napoli; Carmina Burana all’Isola d’Elba; Iphigénie en Tauride con la regia di Emma Dante a Pavia, Brescia, Como, Cremona.
Marta Leung, soprano
Apprezzata per la morbidezza, la bellezza del timbro e la musicalità spiccata, Marta Leung appena effettuato il cambio di registro verso quello del soprano lirico ha già avuto modo di farsi conoscere vincendo nel 2021 il Concorso lirico internazionale Enzo Sordello e debuttando in settembre il ruolo di Micaela ne La Carmen e in diversi recital dal repertorio verdiano e pucciniano. Nell’autunno 2021 Diana e la Donna Greca in Iphigénie en Tauride di Gluck per il circuito lirico lombardo. È vincitrice del 55° Concorso Voci Verdiane di Busseto, del premio Giovane Talento al IX concorso Città di Brescia Omaggio a Maria Callas e del premio Migliore Interpretazione a Il concorso Symphoniam. Vincitrice di borsa di studio per il cantiere lirico Progetto Mozart del Teatro Goldoni di Livorno debutta nel 2013 in Così fan tutte diretta da Menicagli con la regia di Pizzech. Si diploma col massimo dei voti presso il conservatorio A. Vivaldi di Alessandria e successivamente si perfeziona all’accademia nazionale di Santa Cecilia sotto la guida di Renata Scotto. Attualmente studia con Susy Dardo e Paolo Grosa.
Coro OperaLombardia
Il Coro OperaLombardia nasce nell’autunno 1996, in occasione della produzione Così fan tutte, diretta dal Maestro Corrado Rovaris, con la regia di Daniele Abbado. Fondamentale è in seguito l’incontro, nel 1998, con il Maestro Alfonso Caiani, che seguirà il Coro fino al 2005, che seguirà successivamente Antonio Greco. Nel settembre 2000 inizia la collaborazione con l’Accademia del Teatro alla Scala, con la partecipazione del Coro all’opera La bohème nell’allestimento storico di Franco Zeffirelli al Teatro alla Scala, e con il Ra- venna Festival, con I Capuleti e i Montecchi con la regia di Cristina Mazzavillani Muti. Dalla stagione 2002 il Coro è divenuto una presenza costante nelle produzioni dei Teatri di OperaLombardia, dando prova di maturità artistica e affrontando con successo titoli impegnativi quali Otello, Les Contes d’Hoffmann, Un ballo in maschera, Idomeneo, Turandot, L’Olandese Volante, Guglielmo Tell e Aida. Dal 2015 il Maestro del Coro è Diego Maccagnola, in alternanza dal 2017 a Massimo Fiocchi Malaspina.
Orchestra I Pomeriggi Musicali
27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, in pro- gramma Mozart e Beethoven accostati a Stravinskij e Prokof’ev.
I Pomeriggi Musicali avviano, in seguito, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi com- pongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti. Questa scelta program- matica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea.