2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia
2021 Il barbiere di Siviglia

2021 Il barbiere di Siviglia

Dramma comico in due atti. Musica di Gioachino Rossini.
Libretto di Cesare Sterbini dalla commedia Le barbier de Séville
di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais.
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 20 febbraio 1816

Il conte d’Almaviva Matteo Roma
Bartolo Diego Savini
Rosina Chiara Tirotta
Figaro Gianni Giuga
Basilio Alberto Comes, Shi Zong 
Fiorello Pierpaolo Martella
Berta Tiberia Monica Naghi
Ambrogio Federico Pinna
Un ufficiale Pietro Miedico

Direttore
Jacopo Rivani

Regia, scene e costumi
Ivan Stefanutti

Luci Fiammetta Baldiserri
Assistente alla regia e alle scene Filippo Tadolini
Assistente ai costumi Stefano Nicolao
Assistente alle luci Gianni Bertoli

Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina

Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano

Coproduzione Teatri di OperaLombardia e Shanghai Consevatory of Music

Nuovo allestimento

Opera rappresentata con sovratitoli

LA TRAMA

Atto I

In una piazza di Siviglia, il Conte d’Almaviva vuole conquistare con una serenata il cuore di una fanciulla conosciuta a Madrid qualche tempo prima. Ma le pur eleganti parole non sortiscono alcun effetto e l’alba consiglia una prudente ritirata. Le speranze di vedere l’amata ancora non sono cessate, quando un allegro canticchiare annuncia l’arrivo dell’importuno Figaro, un barbiere amico di antica data. Messo al corrente delle intenzioni del Conte egli si dichiara disposto ad aiutarlo; la fortuna vuole che la fanciulla sia ben conosciuta dal barbiere, che svolge in casa di Rosina le sue fin troppo eterogenee mansioni. La porta della casa si apre in quel momento per lasciarne uscire don Bartolo, anziano medico e tutore della ragazza, della quale ambisce la mano. Figaro pretende che l’innamorato canti ancora e comunichi alla ragazza il suo nome ed il suo amore. Questa volta la serenata sortisce miglior effetto e Rosina, la fanciulla, accenna brevemente a una risposta. L’accordo tra il Conte e Figaro è presto raggiunto: nel pomeriggio arriva un reggimento di soldati e, con un ordine di alloggio, il corteggiatore potrà entrare nella casa dell’amata e parlarle. Rosina si prepara per prendere contatto con lo sconosciuto ammiratore; ha già scritto un biglietto per lui e pensa al modo migliore per farglielo avere. In quel momento entra Figaro che mette al corrente la fanciulla della passione che anima il suo amico, presentato come un suo cugino di nome Lindoro: è però interrotto dal sospettoso don Bartolo, che indaga sulla sicurezza della sua casa. Ne è ospite abituale don Basilio, insegnante di musica, amico del proprietario e gran imbroglione, che porta la notizia dell’arrivo in città del Conte d’Almaviva: per liberarsene qualsiasi mezzo sarà valido, persino una calunnia. Figaro e Rosina prendono accordi per mettersi in contatto con il conte; gli basterà avere solo un piccolo segno d’incoraggiamento, un biglietto che Rosina ha già preparato. Figaro parte, mentre un violento bussare alla porta annuncia Almaviva, travestito da soldato e finto ubriaco, che entra in casa col pretesto dell’alloggio. Le scuse di don Bartolo sono inutili e Lindoro, approfittando della confusione creatasi, porge un biglietto a Rosina; il tutore se ne accorge e protesta vivacemente: ne nasce un parapiglia che sarà interrotto solo dall’arrivo della polizia. Nello stupore generale però il soldato non solo non viene arrestato, ma esce riverito dall’ufficiale della guardia.

Atto II

Don Bartolo è rincasato da poco: si è recato al reggimento in cerca del soldato per saperne di più, ma non è riuscito ad averne notizia. Si presenta Almaviva, travestito questa volta da religioso: don Alonso, allievo di don Basilio, venuto per sostituire il maestro nella rituale lezione di canto di Rosina. Per scusare l’assenza di don Basilio egli lo dice ammalato, e per meglio convincere il sospettoso tutore, gli mostra un biglietto di Rosina come se fosse caduto in mano sua per pura fatalità. Con questo mezzo, narra, vorrebbe indurre la fanciulla a credere in un tradimento dell’innamorato. La lezione ha così inizio e i giovani si possono finalmente parlare, grazie anche alla complicità di Figaro, intervenuto per radere don Bartolo. Il barbiere riesca anche a prendere la chiave della stanza di Rosina. Quando tutto però sembra finire per il meglio entra don Basilio, tra lo stupore di don Bartolo e la rabbia di Figaro. Il Conte regala una borsa d’oro all’importuno e riesce a convincere don Bartolo che la presenza di don Basilio sarebbe dannosa al tentativo di convincere Rosina del tradimento del corteggiatore. Ma neppure dopo l’uscita del maestro di musica, gli innamorati possono godere di un momento di tranquillità: don Bartolo ravvisa in don Alonso il soldato della mattina, l’amico, come crede, del suo antagonista; anche questa volta la soluzione migliore è la fuga. È ormai notte e il maltempo imperversa su Siviglia; nonostante il temporale Figaro e il Conte giungono puntuali all’appuntamento, ma trovano Rosina sdegnata contro ambedue. Il tutore l’ha infatti convinta che Lindoro cerca di rapirla per consegnarla nelle mani di Almaviva. L’equivoco è chiarito ben presto e, approfittando nel frattempo della presenza di don Basilio e del notaio, i due innamorati stendono il contratto nuziale. Al tutore, rientrato in quel momento con la polizia, non resta altro che prendere atto dei fatti accaduti e riconoscere nell’importuno il Conte Almaviva in persona.

THE PLOT

Act I

Seville, 1800s. At night, Count Almaviva brings a band of musicians to serenade Rosina, ward of Dr. Bartolo, who keeps the girl confined in his house. When Rosina fails to answer his song, the count pays the players, and they leave. At the sound of Figaro’s voice, Almaviva steps away as the barber bounds in, boasting of his busy life as the neighborhood factotum. Figaro, though currently in Bartolo’s employ, encounters Almaviva and promises to help him win Rosina, for a suitable reward. No sooner has Bartolo left the house to arrange his own marriage with Rosina than Almaviva launches into a second serenade, calling himself Lindoro, a poor creature who can offer only love. Figaro suggests Almaviva disguise himself as a drunken soldier billeted to Bartolo’s house.

Alone in the house, Rosina muses on the voice that has touched her heart and resolves to outwit Bartolo. Figaro joins her, but they leave on hearing footsteps. Bartolo enters with the music master, Don Basilio, who tells him Almaviva is a rival for Rosina’s hand and advises slandering the nobleman’s reputation. Bartolo agrees, but Figaro overhears them. Warning Rosina that Bartolo plans to marry her himself the very next day, the barber promises to deliver a note she has written to Lindoro. Rosina, alone with Bartolo, undergoes an interrogation, then listens to his boast that he is far too clever to be tricked. Berta, the housekeeper, answers violent knocking at the door, returning with Almaviva disguised as a drunken soldier in search of lodging. While arguing with Bartolo, Almaviva manages to slip a love letter to Rosina. But when Bartolo demands to see the letter, the girl substitutes a laundry list. Figaro dashes in to warn that their hubbub has attracted a crowd. Police arrive to silence the disturbance. As an officer is about to arrest him, Almaviva whispers his identity and is released. Rosina, Berta, Bartolo and Basilio are stupefied by everything that is happening.

Act II

Bartolo receives a young music teacher, Don Alonso (again Almaviva in disguise), who claims to be a substitute for the ailing Basilio. Rosina enters, recognizes her suitor and begins her singing lesson as Bartolo dozes in his chair. Figaro arrives to shave the doctor and manages to steal the key to the balcony window. Basilio now comes in, looking the picture of health; bribed by Almaviva, he feigns illness and departs. Figaro shaves Bartolo while Almaviva and Rosina plan their elopement that night. They are overheard by the doctor, who drives Figaro and Almaviva from the house and Rosina to her room, then sends again for Basilio. Berta, unnerved by all the confusion, complains she is going mad. Bartolo dispatches Basilio for a notary, then tricks Rosina into believing Lindoro is really a flunky of Almaviva. After a thunderstorm, Almaviva arrives with Figaro and climbs through a balcony window to abduct Rosina. At first the girl rebuffs Lindoro, but when he explains that he and Almaviva are one and the same, she falls into his arms. Figaro urges haste, but before they can leave, their ladder is taken away. Basilio enters with the notary. Though summoned to wed Rosina and Bartolo, the official marries her instead to Almaviva, who bribes Basilio. Rushing in too late, Bartolo finds the lovers already wed. When Almaviva allows him to keep Rosina’s dowry, the old man accepts the situation.

Courtesy of Opera News

C’era una volta?
Appunti per la messa in scena de Il barbiere di Siviglia
di Ivan Stefanutti

“C’era una volta,
non molto tempo fa, in una tetra città della Spagna, una fanciulla che veniva tenuta prigioniera dal suo misterioso tutore… La poverella era costantemente vigilata da persone e creature al servizio del perfido Bartolo. Egli si professava ‘Dottore’, ma da quel poco che era dato sapere, si trattava solo di uno scienziato dilettante. La sua mira principale, in realtà, era sposare l’ignara e ricca Rosina usando, senza rimorsi, ogni sorta di trucchi e sotterfugi.
Molte delle creature che popolavano il suo palazzo, non erano altro che esperimenti mal riusciti. Ambrogio ne rappresentava l’esempio più evidente. Se non ci fosse stata la durissima governante Berta a gestire la casa, la situazione sarebbe stata ingovernabile, che con il suo piglio inflessibile e sinistro riusciva a tenere a bada le balorde creature.
Bartolo, aveva un subdolo collaboratore che con la scusa di insegnare musica alla sventurata fanciulla, tesseva trame oscure per favorire il suo datore di lavoro. I suoi suggerimenti erano inquietanti e intrisi di maldicenze. Questo non faceva che confermare quanto il suo mantello oscuro potesse intralciare il bene. Ma ognuno ha il suo prezzo ed anche Basilio non può che cedere al miglior offerente.

La nostra storia inizia a mezzanotte, in piazza, sotto il balcone di Rosina.
In quella paurosa casa non si dorme e dietro le tende un occhio vigile osserva tutto.
È l’ora delle streghe. Misteriose ombre, come pipistrelli si aggirano. Non è chiaro che cosa intendano fare né chi sia il loro padrone.
Acquattato nel buio c’è anche il principe azzurro della situazione, che in questo caso è solo un conte in cerca di emozioni e ufficialmente innamorato della bella reclusa. Mosso da paladini istinti egli s’ingegna, ma tutte le sue strategie sembrano inefficaci per entrare della magione di colei che ama.
In questa notte che pare non terminare mai, un altro personaggio si aggira furtivo.
È Figaro, un inquietante figuro che vaga nell’oscurità di Siviglia. Regge un sacco pieno di capelli ed ha un rasoio in mano. Avrà sinistre intenzioni?
No, in realtà non vi è niente di strano. È solo un barbiere che offre le sue prestazioni a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Si continua a cantare l’alba e l’aurora, ma sembra che queste non arriveranno tanto presto, anzi dovremo passare, prima, per un innaturale e rumoroso temporale.
Malgrado i sinistri presagi, gli eroi sfidano la sorte ed entrano nel funereo palazzo.
Le fiamme dal grande camino amplificano e allungano le ombre sopra le teste degli animali appese alle pareti. Una strana atmosfera, quasi stregata, li avvolge… per fortuna c’è quel fiore di Rosina… […]”
Già questo inizio di sinossi può ricordare alcune atmosfere buie e sinistre delle favole scritte per educare le giovani ragazze che si affacciano alla vita, ma qui la situazione è differente, nessuno è veramente cattivo e spaventoso. E la ragazza in questione se la sa cavare benissimo.
Mettere in scena un nuovo allestimento del Barbiere è una sfida dove ci vuole coraggio e disinvoltura.
L’opera passa per una delle più divertenti. ed in effetti lo è. Ma l’umorismo può transitare attraverso molti linguaggi ed impostazioni. Personalmente le situazioni che mi fanno più ridere non son necessariamente quelle più solari o colorate. L’umorismo nero è una cifra che sento molto vicina e trovo che si addica a questa situazione. In questa messinscena non troveremo la Siviglia sabbiosa e assolata a cui siamo stati abituati, ma la favola, tinta di nero, di una fanciulla segregata in casa da un lascivo tutore.
Questo genere di linguaggio umoristico ha una lunga e prestigiosa tradizione che parte dalla letteratura e, passando per il teatro, arriva all’arte cinematografica, che ne ha veicolato e sdoganato il vocabolario.
Ma stiamo tranquilli perché comunque finirà con “… e tutti vissero felici e contenti”.

di Jacopo Rivani

La Renaissance rossiniana, condotta e animata da Alberto Zedda, ha inizio nel lontano 1969 proprio da Il barbiere di Siviglia il cui titolo originario è Almaviva, ossia l’inutil precauzione.
Sommersa di critiche alla prima rappresentazione, oggi Il barbiere di Siviglia non è solo una tra le opere più rappresentate al mondo, ma anche una tra le più impervie per tecnica, stile e colore.
L’ouverture, in cui dominano i legni, alternati ai violini, è utilizzata dal compositore anche per le opere Elisabetta Regina d’Inghilterra e Aureliano in Palmira; è di forma bipartita e costituita da un’introduzione cantabile ed espressiva, che si contrappone all’allegro con brio, in cui l’elemento ritmico è dominante. L’opera conta cavatine di sortita e arie con protagonisti sei degli otto personaggi in locandina, pezzi concertati dal duetto al sestetto col coro, oltre al consueto temporale, tipico di tutte quelle situazioni in cui l’unico ‘aggravamento possibile’ sia la pioggia.
La scena, dal colore morbido che evoca l’alba di Siviglia, si scalda con ritmi che ricordano la musica spagnola, grazie anche all’utilizzo della chitarra e delle percussioni.
Sin dai primi episodi concertati, viene in luce lo stile compositivo che attribuisce ai solisti i caratteri vocali di ‘sillabato’ (i solisti velocemente cantano lunghe porzioni di testo) e di sticomitia (nei duetti, i personaggi intavolano un dialogo surreale dicendo una parola a testa). Proprio in questi episodi, il genio rossiniano mette in risalto l’orchestra, che non interviene più come solo accompagnamento all’opera –  com’era di prassi nel periodo precedente al cigno pesarese – ma si nobilita in una sorta di dialogo con il palcoscenico, dove la linea musicale dell’orchestra diventa il vero traino dell’azione e lo stile rossiniano si completa con ardite trovate orchestrali come i colpi d’arco ‘battuti’ e ‘ricochet’ e, ovviamente, l’inconfondibile crescendo rossiniano, tecnica che crea l’inimitabile effetto di pazzia organizzata, tipica delle parti conclusive dei vari numeri chiusi.

Rossini mette su carta un’alchimia tra ritmo e suoni perfetta e a tratti inspiegabile, attribuendo ai solisti impervie parti rese uniche ed energiche dalla pratica tipicamente rossiniana delle variazioni, parti che mettono in evidenza le abilità belcantistiche dei solisti, impegnati in coloriture e gorgheggi frutto di importantissima padronanza tecnica e da loro stesse, o da chi per loro, inventate, con lo scopo di rendere ogni recita d’opera nuova, inimitabile e personalizzata.

Proprio sul tema delle variazioni giunge a noi l’aneddoto raccontato dallo stesso Rossini che, complimentandosi con un cantante chiese: “Di chi è questa difficilissima aria?” – “Ma è sua, Maestro!”.

Jacopo Rivani, Direttore d’orchestra Nato a Ravenna, si diploma brillantemente in tromba all’Istituto Musicale della sua città e si laurea a pieni voti in Direzione d’Orchestra al Conservatorio di Musica Gioachino Rossini di Pesaro sotto la guida del Maestro Benzi, con una tesi dedicata alla drammaturgia Rossiniana con particolare approfondimento sull’opera Il barbiere di Siviglia. Fondamentali per la sua formazione sono stati gli incontri con I maestri Bellugi e Zedda, che è stato anche correlatore della tesi di Laurea in Direzione d’Orchestra, e di cui Rivani è stato assistente ne Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, in occasione del bicentenario della composizione, a Pesaro. Nonostante la giovane età, ha diretto più di 150 recite d’opera e oltre 50 concerti sinfonici riscuotendo un grande successo di pubblico e critica. Tra i titoli di repertorio figurano: La traviata, Rigoletto, Nabucco, Il barbiere di Siviglia di Rossini, Cenerentola, Don Pasquale, Elisir d’amore, Cavalleria Rusticana, Carmina Burana, Otello di Verdi, Madama Butterfly, le Sinfonie I, III, IV, V, VI e IX di Beethoven, IV di Čajkovskij, IV di Mahler, Requiem di Mozart, Messa di gloria di Puccini e molti altri. Da segnalare l’appassionato impegno per il repertorio contemporaneo con un’importante predilezione per le prime assolute, tra cui Milo, Maja e il giro del mondo di Matteo Franceschini (2015) e Ettore Majorana – cronaca di infinite scomparse di Roberto Vetrano (2017) entrambe accolte con grande successo di pubblico e critica. Nel corso del 2021 dirige le prime assolute delle opere Pinocchio di Aldo Tarabella (Teatri di Lucca, Ravenna e Rovigo) e Il viaggio di G. Mastorna di Matteo D’Amico (Teatri di Rimini e Cesena). Nel mese di aprile è stato pubblicato il suo primo lavoro discografico per l’etichetta Da Vinci Classics, che lo vede alla direzione di un programma interamente dedicato a Čajkovskij, con la Serenata per Archi op. 48 e la versione orchestrale, da lui stesso elaborata, dell’Album per la Gioventù op.39. Di quest’ultima pagina nel 2021 è stato pubblicato il materiale musicale per Da Vinci Edition.

Ivan Stefanutti, Regista, scenografo, costumista Dopo una lunga collaborazione con Sylvano Bussotti, agli inizi degli anni Novanta del XX secolo, inizia a firmare le sue regie. La sua attività, in Italia e all’estero, è molto intensa nell’opera lirica, dove spazia dal grande repertorio, ai titoli meno frequentati, all’opera contemporanea. Presente con regia, scene e costumi nei teatri lirici italiani (tra cui: Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Massimo di Palermo, Gran Teatro La Fenice di Venezia, Arena di Verona, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Regio di Torino, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Massimo Bellini di Catania, Teatro Giuseppe Verdi di Trieste) e stranieri (tra cui  NYCOpera New York USA, Opera Carolina A Charlotte NC USA, Toledo Opera, Toledo OH USA, Teatro dell’Opera di Montecarlo, Teatro Campoamor di Oviedo, Teatro Municipale di Losanna CH, Anhaltisches Theater di Dessau D, WienerKammer Oper di Vienna A, Opèra Comique di Parigi F, Festival Massenet di Saint-Etienne F, Kansai opera di Osaka Giappone, A.C.O. di Las Palmas de Gran Canaria E, A.B.A.O.  di Bilbao E, Teatro Nazionale di Belgrado). Mette in scena sia spettacoli di matrice tradizionale come Andrea Chenièr, sia personali allestimenti come Aida in versione intergalattica, apprezzata da spettatori giovanissimi ma anche da quelli più tradizionalisti. Disegna allestimenti per i più diversi palcoscenici: dal gigantesco teatro all’aperto allestito dal Teatro dell’Opera di Roma a Villa Borghese, al piccolo, ma prezioso Teatro dell’Opera di Montecarlo. Alcuni suoi spettacoli tornano periodicamente in scena.  Uno per tutti La bohème che in pochi anni è stato visto in oltre 28 teatri o Andrea Chenièr andato in scena la prima volta nel 1996 e tuttora in repertorio, o ancora, Adriana Lecouvreur che, nato nel 2002, continua ad essere riallestito regolarmente nel mondo con grandi cast. Parallelamente si avvicina al teatro leggero, al musical ed all’operetta, diventando uno dei registi di punta del festival dell’Operetta di Trieste. Nell’estate 2001 debutta l’opera rock Metropolis, ispirato al film di Fritz Lang. Dalla collaborazione con Silver nasce un nuovo musical In bocca al lupo!…e basta!, spettacolo che si avvale di tecnologie che consentono ad attori virtuali (Lupo Alberto) di recitare assieme ad attori reali. Nel Maggio 2004 dirige un attore d’eccezione, Plácido Domingo ne Le donne di Puccini al Festival Puccini di Torre del Lago, dove il grande tenore interpreta il ruolo (in prosa) di Giacomo Puccini. Il primo ottobre 2011 inaugura la stagione del Teatro dell’Opera di Stato Ungherese a Budapest, con un nuovissimo allestimento del Simon Boccanegra di Verdi. Lo spettacolo è entrato nel loro repertorio e viene periodicamente riproposto. Nel 2014 e nel 2018 la rivista inglese The Scenographer gli dedica due numeri monografici, il primo sul suo lavoro di regista e scenografo (The eclectic world of Ivan Stefanutti) e il secondo sulla sua attività di costumista. Dal libro Il formaggio e i vermi di Ginzburg viene tratta l’opera lirica Menocchio di R.Miani che mette in scena al Mittelfest nel 2016. Nel giugno 2017, al Teatro Olimpico di Vicenza cura la regia del vivaldiano La Gloria e Himeneo con I Solisti Veneti. Debutta negli Stati Uniti con La fanciulla del west a Charlotte, OperaCarolina nella primavera 2017 ed in settembre al New York City Opera. Lo spettacolo è stato ripreso in Italia in altri 6 Teatri nella stagione 2017/18. Nel 2019 una nuova incursione nel Musical con i bellissimi costumi di Singin’ in the rain. Lo stesso anno segna il suo ritorno negli Stati Uniti con una nuova produzione dell’opera Macbeth di Verdi.

Massimo Fiocchi Malaspina, Maestro del coro Nato a Novara, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, dove si è diplomato in Musica corale e Direzione di coro, in Composizione e in Pianoforte e presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma dove ha conseguito il diploma in Direzione d’orchestra. Si è inoltre perfezionato in Direzione d’orchestra all’Accademia musicale pescarese sotto la guida di Donato Renzetti. In qualità di pianista e di direttore si è esibito in numerosi teatri e sale da concerto italiane ed estere e per la RAI. Collabora con il Teatro Regio di Parma in qualità di Altro maestro del coro e di Direttore musicale di palcoscenico ed è stato maestro del coro per Ravenna Festival. Attualmente al Teatro Ragio di Parma è anche Direttore del Coro Voci Bianche, è maestro del coro di OperaLombardia e Macerata Opera Festival. È invitato regolarmente in Cina a tenere masterclass universitarie sul repertorio lirico italiano. Dal 2011 è Maestro di Cappella presso la Basilica di San Marco di Milano. Si occupa degli arrangiamenti corali per il programma televisivo Fratelli di Crozza, ha collaborato con Adriano Celentano per l’animazione Adrian ed è stato il professore di canto corale nel doku-reality Il Collegio 2 in onda su RAI2.  È direttore artistico del di Arona Music Academy ed è stato docente dell’Accademia verdiana del Teatro Regio di Parma. Laureato in Filosofia all’Università di Lugano, affianca all’attività musicale gli studi medici presso l’Università degli Studi di Milano. Ha vinto diversi premi in concorsi di musica da camera e corale (in duo con il baritono Niccolò Scaccabarozzi e con il Coro Le voci del Mesma) e in concorsi letterari.

Filippo Tadolini, Assistente alla regia e scene Laureatosi presso la Facoltà di Architettura Aldo Rossi dell’Università di Bologna, asseconda un naturale interesse per il mondo del teatro musicale ed approfondisce lo studio della storia dell’architettura teatrale, la progettazione dello spazio per la rappresentazione scenica, la teoria e la tecnica della scenografia e del costume. Dal 2009 ad oggi, collabora continuativamente con Ivan Stefanutti in qualità di assistente alla regia e alle scene, prendendo parte alla realizzazione delle seguenti produzioni liriche: Tosca di Puccini (Palacongressi di Rimini, 2010); Adriana Lecouvreur di Cilea (Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, 2010); Carmen di Bizet (Teatro Sociale di Rovigo, OperaEstate Festival Veneto di Bassano del Grappa, 2010; Palacongressi di Rimini, Teatro Sociale di Trento, 2011); Luisa Miller di Verdi (Teatro Giuseppe Verdi di Salerno, 2010), con la direzione di Daniel Oren e la partecipazione di un cast di artisti d’eccezione, tra i quali Dimitra Theodossiou e Leo Nucci. Cura nel 2014 la ripresa di Adriana Lecouvreur di Cilea nell’ambito del circuito lirico lombardo AsLiCo, con la direzione del maestro Carlo Goldstein. Nel 2015 è al Teatro Petruzzelli di Bari per la ripresa dello storico allestimento de La bohème di Puccini, con la direzione di Maurizio Barbacini. Tra il 2017 e il 2018 è impegnato in una nuova produzione de La Fanciulla del West di Puccini per i teatri di Opera Carolina (Charlotte, USA), NYC Opera (New York, USA), Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Pavarotti di Modena e Teatro Alighieri di Ravenna, con la direzione dei maestri Donato Renzetti e James Meena. Nel 2019 riprende ancora la fortunata Adriana Lecouvreur per la Fondazione Arena di Verona (Teatro Filarmonico), e successivamente torna a lavorare negli Stati Uniti per una nuova produzione di Macbeth di Verdi (Opera Carolina e Toledo Opera, USA). Nella stagione 2019-2020 ritorna in Italia per le riprese di Tosca ed Adriana Lecouvreur, che lo vedono impegnato nei teatri di Lucca, Pisa, Livorno e al Carlo Felice di Genova. Nel febbraio 2012 debutta nella regia con La Serva Padrona di Pergolesi, spettacolo prodotto dall’organizzazione Emilia Romagna Concerti per le piazze di Forlì, Ravenna e Cervia, sotto la direzione musicale di Jacopo Rivani. Da marzo ad agosto 2012 lavora a Quito con l’Orchestra Sinfonica Nazionale dell’Ecuador, diretta da Nathalie Marin. Per il Teatro Nacional Sucre firma la regia dell’opera Brundibár di Hans Krasa, e successivamente una nuova produzione de La Serva Padrona di Pergolesi. È docente d’interpretazione scenica presso i corsi di alto perfezionamento della OSNE e relatore nel ciclo di conferenze denominato «Desayunos Musicales de la OSNE», indirizzato alla formazione musicologica dei giornalisti delle principali pagine culturali dell’Ecuador. Nell’agosto 2014 firma la regia e l’impianto scenico della cantata La Senna Festeggiante di A. Vivaldi per il Festival “La Rocca Barocca” di Giulianova (TE), diretta dal M° Piergiorgio Del Nunzio.

Fiammetta Baldiserri, Lighting Designer

Si laurea a Bologna in Scienze della Terra. Segue un corso per illuminotecnici al Teatro Regio di Parma dove inizia la sua attività di tecnico teatrale. Partecipa in qualità di operatore alla consolle al Rossini Opera Festival di Pesaro e al Festival dei Due Mondi a Spoleto dal 1998 al 2001. Svolge attività come assistente luci a diversi lighting designer Sergio Rossi, Guido Levi, A.J Weissbard, Giuseppe di Iorio. Nel 2002 inizia la sua attività di lighting designer nella produzione di La traviata di Franco Zeffirelli. Da allora ha firmato le luci a spettacoli di: Andrea Cigni, Jacopo Spirei, Roberto Catalano, Silvia Paoli, Pierfrancesco Maestrini, Stefano Simone Pintor, Giorgio Ferrara, Danilo Rubeca, Stefania Bonfadelli, Aleksandr Sokurov, Carmelo Rifici, Arnoud Bernard, Italo Nunziata. Ha firmato le luci nei teatri nazionali ed internazionali: Teatro Regio di Parma, Teatro Regio di Torino, San Carlo di Napoli, Teatro Massimo di Palermo, Maggio Musicale Fiorentino, Petruzzelli di Bari, Bolshoi Mosca, Opera di Muscat, Opera Royal di Wallonie, Opera di Charleston (USA), Teatro Nazionale di Almaty (Kazakistan), Minnesota Opera House, Teatro Opera di Maribor, Teatro Stanislavski di Mosca, Opera House di Tokyo, Akzent Theatre di Vien. Dal 2009 cura l’illuminazione alle mostre ai Musei di San Domenico di Forlì. Dal 2007 al 2017 ha tenuto un corso di illuminotecnica all’Accademia di Belle Arti di Bologna sezione Scenografia del Melodramma.

Stefano Nicolao, Assistente ai costumi

Veneziano di nascita da generazioni, nel 1980 decide di aprire una sartoria di costumi a Venezia: Nicolao Atelier. Città delicata e difficile ma, con i suoi riflessi, i mattoni sgretolati dalla salsedine, l’oro consumato dei palazzi è continua fonte di ispirazione, luogo in cui riprende i contatti maturati negli anni di lavoro, come attore con il teatro e il cinema. Oggi lavora con molti importanti teatri d’opera italiani e internazionali: La Fenice di Venezia, l’Arena di Verona, il Teatro Massimo di Palermo, La Scala di Milano, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Regio di Parma, il circuito dei Teatri di OperaLombardia, la Lyric Opera di Chicago, Washington Opera D.C., New National opera di New York, solo per citarne alcuni. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, quali ad esempio il premio Cologni per le eccellenze italiane, il premio alla carriera Pellicola d’Oro alla 75° Mostra del Cinema di Venezia e per realizzazioni per produzioni sia teatrali che cinematografiche lavorando con costumisti che hanno ricevuto nomination agli Oscar per Elizabeth I, Farinelli, The Wings of the Dave, e altri. Il percorso di Stefano Nicolao è fatto di collaborazioni con grandi costume designers, portandolo a lavorare in moltissimi luoghi del mondo, in Tibet per il film Marco Polo, in Korea al National Ballet, in Scozia per la serie Outlander, in cui era Costume department and cutter chief. Ha contribuito a numerose mostre come Serpentiform di Bulgari a Roma, Shangai, Tokyo; una sua realizzazione si trova presso presso il MET  di New York; ha realizzato costumi per importanti cortei storici: la Marciliana di Chioggia, Il corteo dei Balestrieri di San Marino e altri. Docente di Storia del Costume fashion Design e taglio Storico all’Accademia di Belle Arti di Venezia ho tenuto molti corsi sulla storia del costume e la loro possibile realizzazione.

Gianni Bertoli, Assistente alle luci Da sempre appassionato di teatro, muove i primi passi nella drammaturgia contemporanea grazie al Teatro della Limonaia. Qui grazie al Festival Intercity e la compagnia Atto2/Laboratorio 9 si avvicina al mondo delle luci per lo spettacolo, ricoprendo negli anni i ruoli di tecnico, operatore e direttore tecnico. Nel 2017/18 frequenta e si diploma al corso in Lighting Designer presso l’Accademia del Teatro alla Scala, dove ha avuto la possibilità di studiare e apprendere da Lighting Designer di fama internazionale. Dal 2018 lavora stabilmente come assistente, per numerosi designer in Italia e all’estero nelle principali fondazioni Liriche, e come Lighting Designer per progetti propri.

Matteo Roma, Tenore Matteo Roma è nato il 13 luglio 1994 a Treviso. Nell’ottobre 2016 si classifica terzo al Concorso Internazionale di Canto Lirico “Fausto Ricci” di Viterbo. Comincia a cantare in alcuni dei più importanti teatri italiani quali ad esempio il Teatro Comunale di Ferrara, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Argentina di Roma, il Teatro Mario del Monaco di Treviso, il Teatro Romano di Ostia Antica, il Teatro Comunale di Ferrara e la Fenice di Venezia. Nell’autunno 2017 ha partecipato al Festival Verdi del Teatro Regio di Parma in Jerusalem di Giuseppe Verdi, diretto da Daniele Callegari, per la regia di Hugo De Ana. A novembre dello stesso anno è stato Don Gaspar ne La Favorite di Gaetano Donizetti presso l’Opéra Royal de Wallonie di Liège, sotto la direzione di Luciano Acocella e la regia di Rosetta Cucchi. A settembre 2018 ha debuttato nel ruolo del Cavaliere Belfiore ne Il viaggio a Reims di Gioachino Rossini presso il circuito di OperaLombardia e a novembre nel ruolo di Aronne in Mosè in Egitto, sempre di Rossini, presso il Teatro Verdi di Pisa e il Teatro Coccia di Novara. Ha cantato la Petite Messe Solennelle di Rossini in presso il Grand Amphithèatre della Sorbonne a Parigi per il Rossini Opera Festival e nel gennaio 2019 ha debuttato nel ruolo del Conte d’Almaviva ne Il barbiere di Siviglia di presso il Grand Thèatre Massenet di Saint-Etienne. Ha debuttato il ruolo di Fenton nel Falstaff di Giuseppe Verdi, presso i Teatri della Fondazione Rete Lirica Marche e successivamente i ruoli di Arlecchino/Peppe ne I Pagliacci di Ruggero Leoncavallo presso il Teatro Carlo Felice di Genova e di Ramiro nella Cenerentola di Rossini in riduzione presso il Teatro alla Scala di Milano. Ha partecipato all’Accademia rossiniana Alberto Zedda di Pesaro in qualità di “allievo effettivo” debuttando poi nel Viaggio a Reims come Conte di Libenskof. A causa dell’emergenza Covid-19 sono stati sospesi il suo debutto di Lindoro in Italiana in Algeri presso Fondazione Rete Lirica Marche, il debutto di Edoardo Milfort né La cambiale di matrimonio presso il Gran Teatro la Fenice di Venezia e Il Viaggio a Reims presso lo Staatsheater Augsburg.

Diego Savini, Baritono Diego Savini nasce a Città di Castello dove inizia i suoi studi musicali, frequentando la Scuola Comunale di Musica Giacomo Puccini sotto la guida del soprano Sannipoli. Debutta sulle scene nel 2012 presso il Teatro degli Illuminati di Città di Castello come Belcore ne L’elisir d’amore di Donizetti. È selezionato dal LTL, opera studio di Livorno, per la messa in scena de Il barbiere di Siviglia di Rossini come Don Bartolo, debuttando nella stagione 2014/15 nei teatri Goldoni di Livorno, Giglio di Lucca, Verdi di Pisa e Coccia di Novara. Tra gli altri concorsi è stato vincitore del secondo premio al 6°concorso ‘Cleto Tomba’ a Castel San Pietro Terme (Bo), del ruolo di Lorenzo ne I Capuleti e i Montecchi con Opera Estudio di Tenerife, in scena sia all’Auditorium di Tenerife che al Teatro Comunale di Bologna. È stato allievo effettivo dell’Accademia Rossiniana Alberto Zedda e si è esibito come Don Profondo ne Il viaggio a Reims di Rossini. Nel 2020 è stato impegnato a Rossini Opera Festival di Pesaro come Don Profonfo ne Il Viaggio a Reims. In autunno nel cast di Marino Faliero di Donizetti al Festival Donizetti di Bergamo. A giugno 2021 ha interpretato Taddeo nell’Italiana in Algeri di Rossini al Teatro di Brema. Tra gli altri ruoli ha interpretato Don Carissimo ne La Dirindina di Scarlatti (Teatro Torti di Bevagna), Uberto ne La serva padrona di Pergolesi (Teatro Comunale di Ferrara), Dulcamara ne L’elisir d’Amore (Teatro Morlacchi di Perugia), Norton ne La cambiale di Matrimonio (“Settimane Musicali” al teatro Olimpico di Vicenza), Taddeo ne L’Italiana in Algeri (Auditorium LAC di Lugano e conservatorio della Svizzera italiana, in collaborazione con il Ticino music Festival), Figaro ne Il barbiere di Siviglia di Paisiello (NCPA di Pechino, diretto da Richard Barker, sotto la regia di Alessandra Panzavolta), Leporello in Don Giovanni (Teatro di Varese e di Stradella in collaborazione con Red Carpet Teatro – Teatro Carcano di Milano, diretto da Giuseppe Montesano e con la regia di Mattia Testi).

Chiara Tirotta, Mezzosoprano Nata nel 1990 a Reggio Calabria, ha iniziato gli studi musicali come fagottista e si è laureata in canto al Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria studiando col padre, Gaetano Tirotta. Nello stesso periodo ha partecipato al V Festival dell’Opera Giocosa. Nel 2014 ha vinto il primo premio al concorso Comunità Europea del Teatro Lirico Sperimentale A. Belli a Spoleto ed è stata invitata a partecipare al Festival dei due Mondi dove ha debuttato in Gianni Schicchi nel ruolo di Zita e in Alfred di Franco Donatoni nel ruolo di Eleonor sotto la direzione di Marco Angius. È stata solista nell’Alleluja di Niccolò Jommelli con il Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Invitata, inoltre, dalla commissione della Comunità Europea per i festeggiamenti solenni della figura storica di Cristina di Svezia a Palazzo Farnese a Roma, ha cantato un programma di autori del Barocco Romano. Vincitrice del concorso per l’Accademia di Alto Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala di Milano, nelle stagioni scaligere ha debuttato come Angelina in La Cenerentola di Rossini, Laldomine ne La Cena delle Beffe di Giordano, Un pâtre ne L’Enfant et les Sortilèges di Ravel e Annina ne La traviata di Verdi. Recentemente è stata Dorabella in Così fan Ttutte di Mozart al Teatro Carlo Felice di Genova, nel suo debutto al Nuovo Teatro d’Opera di Dubai e al Teatro Verdi di Trieste, il mezzosoprano solista nella Petite Messe Solennelle ad Alba Regia (Ungheria), diretta da J. Acs, Angelina ne La Cenerentola al Teatro Cilea di Reggio Calabria, dove è stata anche Dorabella in Così fan tutte, Suzuki in Madama Butterfly al Teatro di San Carlo di Napoli, dove tornerà come Nicoletta ne L’amour des Trois Oranges e Enrichetta di Francia ne I Puritani. Ha appena debuttato al Teatro Filarmonico di Verona nel ruolo di Rosina ne Il barbiere di Siviglia di Rossini, e tornerà come Dorabella nel Cosí fan tutte. Prossimamente sarà Angelina ne La Cenerentola al Teatro Comunale di Bologna, Isabella ne L’Italiana in Algeri al Concertgebouw di Amsterdam, sarà Marianna ne Il Signor Bruschino al ROF con il quale andrà in tournée al Müpa Budapest e a Pecs con Tancredi.

Gianni Giuga, Baritono

Nato a Siracusa nel 1992, si diploma presso la Scuola d’Arte Drammatica Giusto Monaco. Intraprende studi di recitazione, e intanto si laurea in lettere moderne a Catania e continua i suoi studi con il tenore Marcello Giordani insieme al quale nel 2017 fa il suo debutto in Pagliacci (Silvio). Canta al Teatro Comunale di Modena in Cenerentola (Dandini) ed Elisir d’amore (Belcore) nell’ambito del Festival Appennino Incanto. Nel 2019 vince il prestigioso concorso AsLiCo ed è insignito della borsa di studio Mario Orlandoni all’Associazione Carducci di Como. Si aggiudica in seguito il primo premio al concorso AsLiCo 2020 vincendo il ruolo di Figaro nel Barbiere di Siviglia. Ha debuttato al Teatro Lirico di Cagliari ne La Fanciulla del West dove poi è tornato per Madama Butterfly e Carmen (Morales). È di recente stato protagonista ne Lo Schiavo di Gomes prima italiana per l’apertura della stagione al Teatro Lirico di Cagliari, diretto da John Neschling con la regia di Davide Garattini e Taddeo in L’Italiana in Algeri all’Opéra de Tenerife e al Comunale di Bologna. Ha preso inoltre parte alla produzione dell’Andrea Chénier di Trieste (2019), al progetto speciale per le scuole La spada nella roccia al Teatro Regio di Parma, alle produzioni di Tosca e Turandot in Sicilia (Teatro Greco di Siracusa) e in La traviata al Teatro delle Muse di Ancona. Nel 2019 torna all’Auditorio de Tenerife in Rigoletto (Marullo) e nel giugno 2020 partecipa alla produzione di Rigoletto del Teatro Regio di Parma. Nel settembre 2020 fa parte della prima edizione di Wexford Factory e debutta alla Wexford Opera House in Falstaff (Sir Ford). Partecipa all’Accademia Rossiniana Alberto Zedda 2020 in cui canterà il ruolo di Don Profondo ne Il viaggio a Reims. In luglio fa il suo debutto al Festival Puccini di Torre del Lago, cantando il Sagrestano in Tosca. Tra i prossimi debutti quello di Figaro ne Il barbiere di Siviglia al Teatro Sociale di Como. Nel 2022 sarà Morales nella Carmen che andrà in scena a Parma in gennaio.

Alberto Comes, Basso Nato a Monopoli nel 1992, si è diplomato con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari sotto la guida del soprano Maria Grazia Pani. Ha vinto Concorsi Lirici Internazionali tra cui: Città di Pesaro, Lams di Matera, Valerio Gentile, il Premio Internazionale di Canto Lirico “Beppe De Tomasi”. È vincitore del ruolo Don Basilio ne Il barbiere di Siviglia di Rossini alla 71esima Edizione del Concrso AsliCo per giovani cantanti lirici. Nel 2015 debutta il ruolo dell’Impresario ne Le Convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti a cui segue il ruolo di Strabinio in L’impresario in angustie di Cimarosa a Basilea, quello di Dulcamara in L’elisir d’amore al Teatro Nuovo di Milano, Kalil in Medico turco di Isouard a Bari e il Calotta ne Il cavaliere errante di Traetta. Nel 2017 al Teatro Petruzzelli, debutta il ruolo di Ernesto ne La gazza Ladra di Rossini, L’oste in Manon Lescaut di Puccini e il Mago/Sultano in Aladino e la sua Lampada di Scardicchio. Successivamente debutta il ruolo di Simone in Gianni Schicchi di Puccini a Taranto, e il ruolo di Seneca ne L’Incoronazione di Poppea di Monteverdi a Bari. Nel 2018 presso il Teatro Petruzzelli interpreta il ruolo di Fouquier Tinville in Andrea Chénier di Giordano, Il Re di Bordonia ne Il gatto con gli stivali di Scardicchio/Pani, Il Conte di Ceprano in Rigoletto di Verdi e infine il ruolo di Orbazzano in Tancredi di Rossini. Nel 2019 è stato selezionato dall’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” di Martina Franca, nel cui ambito ha preso parte alle produzioni nel cartellone 2019 del Festival della Valle d’Itria. Nell’ottobre 2019 ha interpretato i ruoli di Domestico/Sicario/Medico, nel Macbeth di Verdi, nei Teatri di OperaLombardia direttore Gianluigi Gelmetti e la regia di Elena Barbalich. Nel 2020 ha partecipato al Festival della Valle d’Itria nell’opera Il Marchese gentiluomo che in qualità di solista nella produzione concertistica. Nell’ottobre 2020 ha interpretato il ruolo di Le Bailli, nel Werther di Massenet, nei Teatri di OperaLombardia, direttore Francesco Pasqualetti e la regia di Stefano Vizioli. Nel repertorio sacro è stato basso solista nel Requiem di Mozart e nello Stabat mater di Haydn. Nel maggio 2021 il suo talento è stato premiato con una Borsa di Studio elargita dal Rotary Club di Martina Franca, in accordo con la Fondazione Paolo Grassi. Nell’agosto 2021, debutta nel ruolo di Mustafà ne L’Italiana in Algeri di Rossini presso il Bregenzer Festspiele.

Shi Zong, Basso Nato a Unlanhot nel Inner Mongolia in Cina. Dopo laurea all’accademia Nezhdanova di Odessa, ha vinto una borsa di studio del governo italiano per continuare la sua formazione al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e ha recentemente completato lo Young Artist Program presso il Centre de Perfeccionament Plácido Domingo di Valencia. Ha studiato sotto la guida dei Maestri Bonaldo Giaiotti, Gianfranca Ostini, Leonardo Marzagalia, Chang Yong Liao e Alberto Zedda presso l’Accademia Rossiniana. Ha cantato sotto la direzione dei maestri: Abbado, Zedda, Luisotti, Tebar, Lopéz-Gomez, Fogliani, Acocella, Eiichi, Lazanillotta, Ceccherini, Rivani, Crescenzi, Zhong, Palumbo, Carminati. Ha lavorato con i seguenti registi: Mille, Gaitanou, Kokkos, Sagi, Courir, Berloffa, Frattola, Rohrwacher, Kuhn, Spirei, Apollonio, Grinda, Paoli, Ciabatti. Considerato uno dei giovani emergenti, tra i cantanti del suo registro vocale, in questa generazione in Cina, vanta un repertorio molto composito. Soprattutto dopo il debutto del Pesaro Rossini Festival, il belcanto rossiniano è a tutti gli effetti nel suo repertorio. Ha interpretato Raimondo in Lucia di Lammermoor nel Teatro Nazionale di Manila, Raimondo Lopez in Matilde di Shabran a Wildbad Rossini Festival, Sparafucile in Rigoletto, Il Conte Rodrigo in Lo Schiavo al Teatro Lirico Cagliari. Escamillo in Carmen al Teatro Greco di Taormina. Raimondo in Lucia di Lammermoor e Haly in L’Italiana in Algeri al Teatro Verdi Trieste. Lo Zio Bonzo in Madame Butterfly a Festival Puccini. Concerto Rossini Gala 150 anni a Lunenburg in Canada. Nel 2017-2018 ha interpretato Ramfis in Aida con Shanghai Opera House in Cina, Timur in Turandot alla Royal Opera House Muscat in Oman, lo Zio Bonzo in Madame Butterfly al Teatro Comunale di Vigevano, Fiesco in Simon Boccanegra per concerto nella Sala Dei Teatini di Piacenza. Lodovico in Otello al Teatro sociale Como. Angelotti in Tosca al Teatro Greco Taormina. Nel 2016-2017 , ha interpretato Il Re in Aida al Teatro Greco Taormina, il Grande Sacerdote in Nabucco al Teatro Sociale di Como, lo Zio Bonzo in Madame Butterfly al Teatro Sociale di Mantova, Teatro sociale di Lecco, Teatro Fumagalli di Cantu, il Dottore Grenvil e il Barone Douphol ne La traviata al Festival Tiroler in Austria, e in Italia presso il Teatro Grande di Brescia, Teatro Donizetti di Bergamo, Teatro Sociale di Como, Teatro Luciano Pavarotti di Modena, ecc…Ramfis in Aida al Teatro Verdi di Busseto e al XIV Festival San Vito al Tagliamento, Timur in Turandot, Don Basilio in Il barbiere di Siviglia con il progetto Opera domani di AsLiCo, per una tournée in molti importanti teatri d’ Italia, Le Gouverneur nel Le Comte Ory e Clemente in Bianca e Gernando, registrandola con Naxos Music Library in un cd sul Belcanto. Zong è il vincitore di alcuni concorsi: Primo Premio del Concorso Lirico Internazionale Davia Marina, Secondo Premio del Concorso Lirico Internazionale Franca Mattiucci, Primo. Premio del Concorso Lirico Internazionale Hong Kong in Cina e Finalista del Concorso Lirico Toti dal Monte.

Pierpaolo Martella, Basso Figlio di musicisti, è nato a Lecce nel 2000, intraprende giovanissimo lo studio del canto lirico sotto la guida del Tenore Salvatore Cordella. Nel 2018, in occasione della serata conclusiva della Settima edizione del Festival Internazionale delle Arti a Copertino, interpreta il ruolo del Dottor Grenville ne La traviata di Verdi; nel 2019, interpreta il ruolo del Marchese D’Obigny ne La traviata di Verdi con l’Orchestra Filarmonica di Benevento e nella medesima estate con l’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento (OLES). Successivamente vince il I Premio e il Premio del Pubblico alla VII edizione del Concorso Internazionale di Canto Lirico Fausto Ricci, nel Gennaio 2020, è vincitore nella categoria Giovani Voci Emergenti per il 71° Concorso AsLiCo, presso il Teatro Sociale di Como: il febbraio a seguire interpreta il ruolo del Conte di Ceprano nel Rigoletto di Verdi presso il Teatro Sociale di Como ed ancora debutta nel ruolo di Dandini ne La Cenerentola di  Rossini a Milano, Parma e Torino presso SOI Scuola dell’Opera Italiana; partecipa ai concerti Torniamo all’opera di musica da camera per il Festival Como Città della Musica 2020; successivamente vince il Premio Germogli d’Arte per la IX edizione del  Festival Internazionale delle Arti 2020; nel settembre 2020 partecipa ai concerti Rossini Mini – Festival per il Belcanto Opera Festival Rossini in Wildbad; a novembre  debutta nel ruolo di Osmin nella Zaide di Mozart con i testi di Italo Calvino presso il Teatro Sociale di Como, all’interno del circuito dei Teatri di OperaLombardia, in una co-produzione con il Teatro dell’Opera di Roma. Nel gennaio 2021, è vincitore nella 58° edizione Concurso de Canto Tenor Vinas premio OpernWerkstatt, presso Gran Teatre del Liceu Barcellona, Spagna; nel giugno a seguire si qualifica vincitore del XLIX Concorso Toti dal Monte premio Paolo Silveri al Baritono più meritevole. Nel luglio 2021 partecipa al Concerto di apertura del 75° Bregenzer Festspiele ed in agosto debutta nel ruolo di Taddeo ne L’Italiana in Algeri di Rossini presso il Bregenzer Festspiele. Tra le prossime scritture, ottobre 2021 lo vedrà impegnato presso il Teatro Comunale di Treviso e Teatro Verdi di Padova, per il debutto nel ruolo del Dottor Malatesta de Don Pasquale di Donizetti, nel luglio 2022 sarà Taddeo ne L’Italiana in Algeri di Rossini presso il Bregezer Festispiele e in ottobre terrà sei concerti nell’ambito del Festival OpernWerkstatt a Sigriswil – Bern – Zurich – Basel – Wiesbaden.

Tiberia Monica Naghi, Soprano

Tiberia Monica Naghi studia al Liceo di Musica Tudor Ciortea di Bistrita in Romania e nel 2008 si laurea alla Facoltà di Musica dell’Università Nazionale della Transilvania, sotto la guida del soprano Mariana Nicolesco. Prosegue poi gli studi in Italia con il maestro Gianni Fabbrini e il soprano Annamaria Dell’Oste e nel 2016 si laurea al Conservatorio di Firenze. Frequenta inoltre le mastercalss di Daniel Kotlinski, Alessandro Corbelli, Eva Marton, Mariella Devia, Michele Pertusi, Alberto Gazale, Alfonso Antoniozzi. Studia poi con Bianca Maria Casoni, Sherman Lowe e Silvia della Benetta. I suoi ruoli di repertorio: La contessa di Almaviva ne Le nozze di Figaro, Fiordiligi in Così fan tutte, Mimì in La bohème, Liù in Turandot, Micaela in Carmen, Imogene ne Il pirata, Lucrezia Borgia nell’opera omonima, Anna Bolena nell’opera omonima, Elisabetta in Roberto Devereux, Amalia in Simon Boccanegra, Lucrezia ne I due Foscari. Nel 2007 vince il II premio al Festival di Lied a Brasov in Romania e nel 2008 il premio per il miglior giovane cantante nel concorso internazionale Hariclea Darclée. Successivamente, debutta sul palcoscenico con il Trittico pucciniano (Lauretta in Gianni Schicchi, Giorgetta in Il tabarro, Suor Angelica in Suor Angelica), Bastien und Bastienne di Mozart e Hänsel und Gretel di Humperdink. Nel 2015 partecipa all’operetta Die Fledermaus di Johann Strauss al Maggio Musicale Fiorentino e debutta il ruolo di Donna Anna nel Don Giovanni di Mozart a Budapest. Nel 2017 ha vinto il Concorso AsLiCo per giovani cantanti lirici, ottenendo l’assegnazione dei ruoli de La studentessa, La matriarca, La Fisica, nell’Opera Contemporanea Ettore Majorana di Roberto Vetrano, andata in scena nel 2018 al Teatro Sociale di Como, a Bergamo, Brescia, Cremona, Pavia, Trento, al Palau de les Arts di Valencia e a Magdeburg. Sempre per AsLiCo, nell’ambito del progetto Opera domani, ha interpretato il ruolo di Berta ne Il barbiere di Siviglia e il ruolo di Micaela in Carmen, quest’ultimo anche al Festival di Bregenz. Ha poi affrontato con successo il ruolo di Lady Gwendolen Fairfax ne L’importanza di essere Franco di Castelnuovo Tedesco al Luglio Musicale Trapanese. Nel 2019 è stata Junon in Orphée aux Enfers di Offenbach e Corilla Tortorini in La prova di un’opera seria di Francesco Gnecco sempre al Luglio Musicale Trapanese.

Pietro Miedico, Basso Muove i primi passi nello studio della tecnica vocale nel 2014. Tre anni dopo, ancora giovanissimo, decide di specializzarsi in canto lirico, approcciando la disciplina a livello accademico presso la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, ente che gli dà occasione di cimentarsi come solista in numerosi concerti svolti in contesti di rilievo per l’attività culturale milanese. Nel 2018 si laurea cum laude in Scienze dei beni culturali presso l’Università degli Studi di Milano. Il 2019 vede l’inizio della sua collaborazione con AsLiCo, in veste di artista del coro, per le produzioni immesse nel circuito lirico OperaLombardia. Nel 2020 porta a termine il triennio di Alta Formazione Artistica e Musicale in canto lirico con massimo dei voti e menzione della lode e si iscrive al corso di laurea magistrale in Scienze della musica e dello spettacolo.

Coro OperaLombardia Il Coro OperaLombardia nasce nell’autunno 1996, in occasione della produzione Così fan tutte, diretta dal Maestro Corrado Rovaris, con la regia di Daniele Abbado. Fondamentale è in seguito l’incontro, nel 1998, con il Maestro Alfonso Caiani, che seguirà il Coro fino al 2005, che seguirà successivamente Antonio Greco. Nel settembre 2000 inizia la collaborazione con l’Accademia del Teatro alla Scala, con la partecipazione del Coro all’opera La bohème nell’allestimento storico di Franco Zeffirelli al Teatro alla Scala, e con il Ravenna Festival, con I Capuleti e i Montecchi con la regia di Cristina Mazzavillani Muti. Dalla stagione 2002 il Coro è divenuto una presenza costante nelle produzioni dei Teatri di OperaLombardia, dando prova di maturità artistica e affrontando con successo titoli impegnativi quali Otello, Les Contes d’Hoffmann, Un ballo in maschera, Idomeneo, Turandot, L’Olandese Volante, Guglielmo Tell e Aida. Dal 2015 il Maestro del Coro è Diego Maccagnola, in alternanza dal 2017 a Massimo Fiocchi Malaspina.

Orchestra I Pomeriggi Musicali 27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, in programma Mozart e Beethoven accostati a Stravinskij e Prokof’ev. I Pomeriggi Musicali avviano, in seguito, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea.

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