L’HEURE ESPAGNOLE
Commedia musicale per cinque voci soliste e orchestra. Musica di Maurice Ravel.
Libretto di Franc – Nohain.
Prima rappresentazione: Parigi, Théâtre National de l’Opéra-Comique, 19 Maggio 1911
Ed. Durand
Concepcion, moglie di Torquemada Antoinette Dennefeld
Gonzalve, studente Didier Pieri
Ramiro, mulattiere Valdis Jansons
Don Inigo Gomez, banchiere Andrea Concetti
Torquemada, orologiaio Jean-François Novelli
GIANNI SCHICCHI
Opera comica in un atto. Musica di Giacomo Puccini. Libretto di Giovacchino Forzano.
Prima rappresentazione: New York, Teatro Metropolitan, 14 dicembre 1918 Ed. Ricordi
Gianni SchicchI Sergio Vitale
Lauretta Serena Gamberoni
Zita Agostina Smimmero
Rinuccio Pietro Adaini
Gherardo Didier Pieri
Nella Marta Calcaterra
Betto di Signa Andrea Concetti
Simone Mario Luperi
Marco Valdis Jansons
La Ciesca Cecilia Bernini
Maestro Spinelloccio/Messer Amantio di Nicolao Nicolò Ceriani
Pinellino Zabulon Salvi
Guccio Marco Tomasoni
Gherardino Giorgio Marini, Savva Burlacu
Maestro concertatore e direttore
Sergio Alapont
Regia
Carmelo Rifici
Scene Guido Buganza
Costumi Margherita Baldoni
Luci Fiammetta Baldiserri
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coproduzione Teatri di OperaLombardia
Nuovo allestimento
L’HEURE ESPAGNOLE
Atto unico
L’azione si svolge a Toledo nel secolo XVIII. L’orologiaio Torquemada esce, come ogni giovedì, a regolare gli orologi della città, lasciando nella sua bottega il mulattiere Ramiro, che gli aveva portato un orologio da accomodare. La moglie di Torquemada, Concepcion, è solita ricevere gli amanti durante l’assenza del marito e, per levarsi di torno Ramiro, lo prega di portare una delle due pesanti pendole in camera sua. Arriva il baccelliere Gonzalve, spasimante di Concepcion, e recita dei carmi all’amata, ma poiché sta ritornando Ramiro, per liberarsene la donna lo convince ad andare a riprendere la pendola per sostituirla con un’altra. Appena il mulattiere si allontana, Concepcion fa entrare l’amante nell’orologio che dovrà essere portato in camera sua. Giunge intanto un altro spasimante della donna, il banchiere Iñigo Gómez; mentre Concepcion si allontana per controllare che Ramiro abbia trasportato di sopra la pendola giusta, Don Iñigo pensa di fare uno scherzo alla donna e si nasconde nella pendola rimasta. Intanto la donna si adira con Gonzalve che non fa altro che declamare versi e, quindi, prega nuovamente Ramiro di riportare la pendola – che fa troppo rumore – nella bottega, e di portare in camera sua l’altra. Don Iñigo decide di dichiararsi alla donna, ma rimane incastrato nella pendola; Ramiro riporterà anche questa nella bottega. Intanto Concepcion, ormai stufa dei due spasimanti che perdono tempo solamente a parole, e conquistata dalla forza e dal buon carattere di Ramiro, si apparta con lui. Gli altri due escono dalle rispettive pendole proprio nel mo- mento in cui arriva Torquemada e, per non essere scoperti, devono spacciarsi per acquirenti. Ora Concepcion è rimasta senza orologio nella sua camera ma, come consiglia lo stesso Torquemada, sarà Ramiro che, passando al mattino sotto il suo balcone con la mula, le darà l’ora.
GIANNI SCHICCHI
Atto unico
Il palazzo di Buoso Donati a Firenze, 1299. Gli avidi parenti del ricchissimo Buoso Donati si raccolgono intorno al suo letto di morte per piangere la sua morte e per discutere il suo testamento. Corrono voci sul fatto che il vecchio Donati abbia lasciato la maggior parte dei suoi beni ad un monastero, e la famiglia parte alla ricerca del famoso pezzo di carta che trova il giovane Rinuccio. Prima di leggerlo, Rinuccio ottiene la promessa della zia di poter sposare la sua benamata Lauretta, se vi sono abbastanza soldi per tutti. La famiglia si riunisce per leggere il testamento che conferma l’allegamento di tutti i beni di Donati ad un monastero: per la prima volta, sono tutti genuinamente in lacrime. Rinuccio ha un’idea: è convinto che il padre di Lauretta, Gianni Schicchi, possa aiutarli. Schicchi è un imprenditore, una nuova generazione di contadino convertito in uomo d’affari, un uomo che Rinuccio ritiene essenziale alla città di Firenze, che compara ad un albero in fiore. La famiglia è d’accordo e Schicchi è convocato al palazzo, al quale si reca con la figlia Lauretta. Schicchi è disgustato dalla situazione espostagli e soprattutto dall’ipocrisia e l’avarizia della classe nobile, ed è pronto ad andarsene, fin quando la figlia gli confessa il suo amore per Rinuccio. Scacchi accetta allora di leggere il testamento e immediatamente formula un piano: decide di impersonare il vecchio Donati. Spedisce Lauretta a casa ed ordina che il cadavere sia rimosso dal letto. Il dottore arriva per curare il paziente ma sentendo la voce sana di Schicchi, decide di andarsene congratulandosi sul miglioramento del suo paziente. Schicchi poi s’infila la camicia ed il berretto da notte di Donati e chiede alla famiglia di convocare il notaio, promettendo di dettare un nuovo testamento. Ogni parente tenta di convincere Schicchi a lasciare la maggior parte dei beni in loro nome. Schicchi promette ad ognuno di essi quel che vogliono, facendo loro promettere di non parlarne mai a nessuno, poiché sarebbero considerati come complici di una truffa, e puniti dalla legge. Arriva il notaio con il resto della famiglia e Schicchi gli detta il nuovo testamento, che allega la maggior parte dei beni di Donato al suo caro amico Gianni Schicchi. I parenti sono infuriati, ma non possono dir niente per paura d’implicarsi. Appena il notaio se ne va, i parenti tentano di rubare quel che possono dal palazzo. Schicchi ordina loro di andarsene immediatamente da casa sua e poi si volta verso i due piccioncini, Rinuccio e Lauretta, che si coccolano sulla terrazza del palazzo. Si gira verso il pubblico e ci mostra quanto sono felici i due innamorati e ci chiede un verdetto d’innocenza.
di Sergio Alapont
L’HEURE ESPAGNOLE
Dopo oltre cento anni dalla sua nascita, Maurice Ravel è ancora considerato uno dei grandi innovatori dell’espressione musicale. Ravel scrive L’heure espagnole in omaggio al padre, che lo aveva sempre sostenuto nella sua carriera musicale. Se il compositore aveva già scritto diverse opere di successo, nessuna di esse era un’opera lirica, un genere particolarmente amato dal genitore. Ravel ha definito il suo lavoro un’opera-bouffe. Per comporre questa partitura utilizza elementi spagnoli come la jota, l’habanera (anche se questa è originariamente una danza cubana), annoverandola fra una delle numerose composizioni in cui Ravel ha introdotto linguaggi musicali della tradizione spagnola. L’heure espagnole, commedia musicale piena di fantasia e malizia, un successo da maestro. Un’opera piena di brillanti esperimenti musicali e sonori. La partitura non è un’opera scritta secondo i canoni consueti con arie, recitativi e scene d’insieme a più voci, se si esclude il quintetto finale, pagina di magistrale eleganza compositiva. Lo stesso Ravel, che aveva sperimentato un genere di conversazione in musica con la versione cameristica delle Histoires naturelles di Jules Renards (1906), scrisse: «La lingua francese, come ogni altra, possiede i suoi accenti e le sue inflessioni musicali, e non vedo perché non ci si debba servire di queste risorse per arrivare ad una corretta prosodia». Dal risultato estetico raggiunto da Ravel in L’heure espagnole, si sprigiona un sottile gioco di timbri e di effetti strumentali che appartengono alla già nota genialità del compositore nel dominio dell’orchestrazione.
GIANNI SCHICCHI
Giacomo Puccini, verso la fine della sua vita, scrisse a un suo amico dicendogli: «Dio Onnipotente mi toccò con il mignolo e mi disse: “Scrivi per il teatro. Ricordatene, solo per il teatro”. E io ho obbedito a quel supremo comandamento». Gianni Schicchi, nonostante la sua brevità, è giustamente considerata un’opera maestra. Un ritorno all’opera buffa in tutto il significato classico del termine. In Gianni Schicchi il macabro si converte in comico con una teatralità perfetta. Di Puccini si è sempre detto che sapeva risvegliare, suscitare le grandi emozioni nel pubblico, ma anche nella comicità non ha deluso le aspettative, proprio come ha fatto lo stesso Giuseppe Verdi alla fine della sua carriera, riprendendo la tradizione dell’opera buffa italiana nei suoi momenti di massimo splendore. Costantemente interessato nelle composizioni del suo tempo, Puccini analizza i lavori di Claude Debussy, Richard Strauss, Arnold Schönberg e Igor Stravinsky. E Il Trittico nasce proprio da questi suoi studi, tre opere di un solo atto, ciascuna in un uno stile assolutamente individuale: Il Tabarro, melodrammatica; Suor Angelica, sentimentale; Gianni Schicchi, comica. La concezione pucciniana della melodia diatonica fonda le sue radici nella tradizione operistica del XlX secolo, ma il suo innovativo stile armonico e orchestrale indica che vi è anche una profonda coscienza degli sviluppi contemporanei. Sebbene lasci un ruolo estremamente importante alla parte orchestrale, preserva la tradizionale predominanza della parte vocale, affidando sempre ai cantanti l’onere – e l’onore – del maggior contributo musicale. Quest’opera è quasi un riassunto/compendio della sua stessa storia come genere, la sua aria più conosciuta Oh, mio babbino caro è un’aria di supplica, di preghiera, di elaborazione geniale, però ancora più geniale è il suo inserimento all’interno del contesto drammaturgico. Un’aria di una bellezza sublime che al tempo stesso è imprescindibilmente funzionale allo sviluppo degli eventi. Molto altro ancora si potrebbe dire riguardo l’aria del suo innamorato Rinuccio: Firenze è come un albero fiorito, aria eroica in miniatura. Tutto è sintetico, adeguato e necessario. Tutto questo, inoltre, è pervaso e determinato con un’economia di mezzi impressionante, pochi temi che si dilatano e si restringono, che cantano e narrano, dando una vasta tavolozza di colori a tutta la partitura. Gianni Schicchi è il lavoro di un genio. Un maestro è colui il quale conosce e domina i propri strumenti per arrivare a un risultato prefissato, un genio è colui il quale va oltre i propri mezzi, mezzi che virtualmente lo attraversano e generano un risultato assolutamente inaspettato. Ed effettivamente Gianni Schicchi è, senza eguali, qualcosa di più che la somma dei suoi ingredienti, è come un’esplosione di energia dove tutto si colloca in maniera emblematica. Ho voluto sempre vedere quest’opera come una forte difesa del genere operistico. Un genio come Puccini, in ciò che sarà la sua ultima opera scritta totalmente di suo pugno, intuisce che il momento è particolarmente critico.
1918, il cinema è già un’attrazione formidabile, e lo spettro di momenti bui si avvicina al mondo del teatro. Schicchi, nel finale dell’opera, si dirige al pubblico e, parlando – ossia, rinunciando alla principale risorsa dell’opera quale il canto – dice loro: «per questa bizzarria m’han cacciato all’inferno… – a lui o all’opera come suo genere? (ndr) – e così sia; ma con licenza del gran padre Dante, se stasera vi siete divertiti, concedetemi voi… l’attenuante!».
di Carmelo Rifici
Nello spettacolo volutamente sospeso e onirico di L’heure espagnole si muove l’appassionata e sensuale Concepción, moglie dell’orologiaio Torquemada, che è solita ricevere gli amanti durante l’assenza del marito, allontanato dal negozio grazie a un intricato gioco di inganni, bugie e pendole che fanno la spola tra la bottega e la camera da letto. L’ambientazione meccanica e sognante di questa raffinata opera ha qualcosa di familiare per Ravel, dato che la madre Marie, di origine basca, aveva la dolce consuetudine di cantare in casa melodie spagnole cariche di sensualità e calore. Il nostro allestimento tenta di mantenere in equilibrio le due anime dell’opera, da una parte un’architettura meccanica legata alla professione del padre, orologiaio proprio come Torquemada, dall’altra l’evocazione erotica della madre. In uno spazio totalmente anti-naturalista, abbiamo cercato di ricreare non tanto la bottega dell’orologiaio, quanto uno spazio del tempo, evocato da una gigantesca clessidra che dà inizio all’azione scenica e drammatica. L’idea è quella di mantenere una sana leggerezza dello spazio, svuotato da pendole, orologi e macchinerie, ma al contrario abitato da un mobilio che di volta in volta giunge dall’alto per far apparire personaggi e situazioni, dando sfogo all’azione, pronto a sparire quando ha esaurito il suo compito. Le stesse pendole, oggetti fondamentali per l’intrigo amoroso di Concepción, sono inglobate dalle stesse pareti, apparendo e scomparendo all’occorrenza, così come gli ironici e feroci cucù che ci ricordano l’inesorabile trascorrere del tempo. I personaggi, costruiti come automi robotizzati, partecipano a questa danza amo- rosa. I costumi pensati per impedire loro di muoversi in maniera realistica, mostrano tutta la carica erotica dei personaggi proprio grazie all’impossibilità di farla scoppiare. Lo spettacolo, lontano dall’idea di restituire al pubblico una semplice pochade, si pone l’obiettivo di accompagnare una partitura sapiente, colta ed estremamente raffinata, nonostante l’ambigua popolarità del soggetto.
L’intrigo è anche alla base di Gianni Schicchi di Giacomi Puccini. L’opera è nota, Puccini riprende il tema già affrontato da Dante che incontra Schicchi nel girone infernale dei falsatori di persona, per il tiro giocato sul letto di morte di Buoso Donati. Simulando i gesti e la voce di Buoso, già morto, egli dettò un falso testamento in favore proprio e di Simone Donati, suo complice e fidanzato della nipote. Lo spirito di commedia, trattenuto e soffocato in Ravel, qui esplode in tutta la potenza grazie alla partitura di Puccini e al libretto di Giovacchino Forzano. Abbiamo pensato di ambientare l’opera all’interno di un cinema, non solo per sottolineare la comicità del soggetto, antenato di una certa commedia al- l’italiana che proprio grazie al cinema, farà conoscere al mondo una generazione di interpreti superlativi, ma soprattutto per mostrare, attraverso un sapiente gioco di montaggio, la superba costruzione dell’opera. Primi piani, piani americani e campi lunghi, diventano necessari strumenti per far calare lo spettatore in una situazione brillante di azioni, contrazioni e piani di ascolto. Il dispositivo scenico rappresenta la camera (mortuaria) di Buoso e allo stesso tempo mostra anche la sua natura ingannatrice e manipolatrice. Il cinema ci aiuta anche a calare i personaggi all’interno del fortunato tema del denaro e dell’avidità dell’italiano medio, pronto a tutto per afferrare una parte di eredità non meritata. I colori e i disegni della scenografia e dei costumi ci ricordano lontanamente anche una certa appartenenza fiorentina del soggetto, ma ormai scolorita e inquinata dalla sete del denaro, dalla velocità della modernità (e qui chiaramente i riferimenti al cinema sono molteplici), dalla rincorsa alla facile ricchezza che, come sempre e nella migliore delle tradizioni, alla fine sfugge agli avidi stupidi per finire nella mani degli scaltri e scanzonati personaggi di commedia, già noti nell’Italia di Dante e Boccaccio.
SERGIO ALAPONT Direttore
Premiato per la Miglior Direzione d’Orchestra nel 2016 ai GBOSCAR e vincitore del II Concorso Internazionale per Direttori d’Orchestra della Città di Granada, Sergio Alapont è uno dei massimi Direttori della sua generazione. Ha lavorato intensamente come Direttore Ospite presso la London Philharmonic Orchestra, all’Arena di Verona, Orchestre National d’Ile de France de París, Orchestre Symphonic de Bretagne, Danish National Symphony Orchestra, Orchestra of The Norwegian National Opera, The Orchestra of the Scottish Opera, Haifa Symphony Orchestra, Janâcek Philhar– monic Ostrava, Orchestra Sinfonica della RAI di Torino, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli, Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania, Orchestra di Padova e del Veneto, Bach-Collegium Stuttgart, Orchestra Sinfonica della Radio Televisione spagnola, Orquesta de la Comunidad Valenciana (Palau de Les Arts), Orquesta Sinfónica de Galicia, Real Filharmonia de Galicia, Filarmónica de Gran Canaria, Simfònica de Barcelona i Nacional de Catalunya, Orquesta Sinfónica de Tenerife, Orquesta Sinfónica de Castilla y León, Orquesta Sinfónica de Navarra, Orquesta Sinfónica del Principado de Asturias, Orquesta Ciudad de Granada, Monterrey Symphony Orchestra, Shanghai International Youth Orchestra, Orquesta de Cámara de Bellas Artes in México, Orquesta Filarmó– nica de Bogotá e Orquesta Filarmonica de Jalisco e molte altre. I suoi recenti impegni includono il debutto negli Stati Uniti alla direzione de La Rondine di Giacomo Puccini, Carmen all’Opera di
Oviedo, La Vedova allegra al Teatro Filarmonico di Verona, Le nozze di Figaro al Teatro Comunale di Treviso e al Teatro Pergolesi di Jesi e la nuova produzione di Idomeneo all’Opera du Rhin a Strasburgo. È Direttore assistente in Poliuto al Glyndebourne Opera Festival con la London Philharmonic Orchestra e ha diretto il Concerto di Gala al Gran Teatre del Liceu di Barcellona e il Con– certo di Gala con la Orquesta Sinfónica de Madrid al Teatro Real de Madrid. Dirige La forza del destino al Las Palmas Opera, Lucia di Lammermoor al Teatro Comunale di Treviso e al Teatro Comunale di Ferrara, Il Barbiere di Siviglia al Den Norske Opera di Oslo, Otello al Teatro Calderon di Valladolid, Roméo et Juliette e Aida al Teatro Verdi di Sassari, Don Pasquale al Las Palmas Opera, Attila al Teatro Massimo Bellini di Catania, Don Bucefalo al Wexford Opera Festival, Il cap– pello di paglia di Firenze al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e al Wexford Opera Festival, il Gala di Opera con il soprano Ainhoa Arteta al Palau de la Música di Valencia, Poliuto al Teatro Nacional de Sao Carlos di Lisbona, Gianni Schicchi, Cavalleria Rusticana e La Traviata all’Orizzonti Festival, Don Giovanni all’Opera Tenerife, Cenerentola a Treviso e Ferrara, Una cosa rara al Palau de Les Arts di Valencia e al Teatro Calderón di Valladolid, Le nozze di Figaro al Teatro Massimo Bellini di Catania, Il Barbiere di Siviglia a Pamplona, Il Barbiere di Siviglia e Norma a Sassari, Ca– valleria Rusticana all’Illica Festival, Norma a Ferrara e Treviso, Le nozze di Figaro con l’Haifa Sym– phony Orchestra, Tosca in Skopje, Don Pasquale al Teatro Comunale di Treviso, al Teatro Comunale di Ferrara e al Festival of Pollença, Don Pasquale, Don Giovanni e La Traviata al Festival di Santanyí e La Traviata a Poznan. Ha assistito Marco Armiliato in diverse produzioni al Metropo– litan (Madama Butterfly, La Bohème e Sly) e Semyon Bychkov lo ha invitato in qualità di Assistente Direttore per diversi programmi sinfonici. Ha seguito la direzione di prestigiosi eventi tra cui Carintischer Sommer, Mahler Festival – Dobbiaco, Ravello Festival, MITO Festival, Shanghai Opera Week, Quincena Musical Donostiarra, Euro Arts – Leipzig, e Varna Summer International Music Festival. Ha collaborato con solisti come Nemanja Radulovic, Pavel Berman, Boris Berman, Séba– stien Hartaud, Kateřina Javůrková, Pablo Sainz Villegas, Sunao Goko, Anna Tifu, Detlef Roth, Paula Murrihy, Rafael Aguirre, or Measha Bruggergosman and singers as Erwin Schrott, Gregory Kunde, Placido Domingo, Juan Pons, Celso Albelo, Anna Pirozzi, Désiree Rancatore, Ainhoa Arteta, Di– mitra Theodossiou, Isabel Rey, Fabio Armiliato, Lorenzo Regazzo, Roberto de Candia, Bruno Pra– ticò, Yolanda Auyanet, Ofelia Sala, Juan Jesús Rodríguez, Carlos Chausson, Jorge de León, Tomas Mohr, María José Montiel, Juan Francisco Gatell, Erika Miklosa, Maximilian Schmitt, e Judith Van Wanrojj. Ha inciso per RAI, RTÉ Ireland, Euroradio e le etichette EGT e UNIVERSAL. Tra gli impegni futuri si segnalano le collaborazioni con l’Orchestre Symphonique de Bretagne, la Ulster Orchestra, l’Haifa Symphony Orchestra, la Janacek Philharmonic Ostrava, l’Orquesta de Valencia, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, la Balearic Symphonic Orchestra. Dirigerà Le nozze di Figaro al Teatro Comunale di Ferrara, il Concerto di Gala con il tenore Gregory Kunde al Teatro Principal di Palma de Mallorca, L’heure espagnole di Ravel e Gianni Schicchi di Puccini nei Teatri del Circuito OperaLombardia e Don Giovanni al Teatro Comunale di Treviso e al Teatro Comunale di Ferrara. Ha studiato direzione d’Orchestra a New York con il Maestro Marco Armiliato, e a Pescara con il Maestro Donato Renzetti, ottnendo il massimo dei voti Cum Laude. Ha proseguito gli studi con Jorma Panula (Collegio reale di Musica di Stoccolma), Helmuth Rilling (Internationale Bachakademie di Stoccarda), e Masaaki Suzuki (Bach Collegium Japan). Ha debuttato nel 2008 al Großer Saal di Vienna Musikverein.
CARMELO RIFICI Regista
Classe 1973, laureato in Lettere Moderne, si diploma alla Scuola di Teatro del Teatro Stabile di Torino. Affianca Luca Ronconi nelle produzioni del Progetto Domani, legate alle Olimpiadi di To– rino 2006, Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, Ulisse doppio ritorno di Botho Strauss e Porfirio, Turandot di Puccini, Il mercante di Venezia di Shakespeare. In qualità di regista nel 2001 firma la regia di Cinque capitoli per una condanna, tratto da Victor Hugo, per il Teatro Stabile di Torino. Nel 2002 mette in scena Tre sorelle di Anton Čechov per il Teatro Verdi di Milano e il Teatro della Contraddizione di Milano. Dal 2003 al 2006 è regista residente al Teatro Litta di Milano dove allestisce Il giro di vite di Henry James, La tardi ravveduta di Giuseppe Giacosa, La Signorina Julie di August Strindberg. Nel 2004 mette in scena I Giusti di Albert Camus per il Teatro di Sinalunga. Nel 2006 firma la regia di Lunga giornata verso la notte di Eugene O’Neill per il Teatro Filodrammatici di Milano. Nel 2007 partecipa alle Manifestazioni di San Miniato con Il nemico di Julien Green; sempre per San Miniato firma La testa del profeta di Elena Bono nel 2009 e Anima Errante di Roberto Cavosi nel 2011. Del 2008 è la commissione del Napoli Teatro Festival Chie-Chan e io dal romanzo di Banana Yoshimoto, adattamento di Giorgio Amitrano. Dello stesso anno è Una notte di maggio di Abraham Yeoshua per il Teatro Due di Parma. Nel 2009 firma le regie de I pre– tendenti di Jean-Luc Lagarce e Il gatto con gli stivali, ovvero una recita continuamente interrotta di Ludwig Tieck, entrambi per il Piccolo Teatro di Milano. Del 2010 sono le regie di Dettagli di Lars Norén per il Piccolo Teatro di Milano, Pocket Shakespeare per Teatro Due di Parma, Fedra di Euripide per l’Istituto del Dramma Antico di Siracusa. Nella stagione 2010/2011 firma le regie di Buio di Sonia Antinori per il Teatro Due di Parma, Avevo un bel pallone rosso di Angela Dematté per lo Stabile di Bolzano, Nathan il saggio di Lessing per il Piccolo di Milano e Medea di Cherubini per il Ponchielli di Cremona. Nella stagione 2011/2012 firma le regie di Elektra di Hofmannsthal per il Teatro Stabile del Veneto e I puritani di Bellini per il Circuito OperaLombardia. Del 2012 è Giulio Cesare di Shakespeare per il Piccolo Teatro di Milano e La Rosa Bianca di Lillian Groag per lo Stabile di Bolzano. Firma inoltre le regie di L’officina di Angela Dematté per lo Stabile di Bolzano (2013), Materiali per Medea di Müller (per Proxima Res, 2012), Chi resta di Cavosi/Dematté/Gabrielli/Rifici (2013). Al Piccolo nel 2014 ha allestito Visita al padre, testo inedito in Italia dello scrittore tedesco Roland Schimmelpfennig. È stato docente di recitazione e analisi del testo per il Corso di Perfezionamento per attori dello IUAV di Venezia. Docente al Corso di Perfezionamento Centro Teatrale di Santa Cristina diretto da Luca Ronconi, docente alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, docente all’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Dal 2014 è direttore artistico di LuganoInScena del LAC di Lugano, dove dirige Gabbiano di Anton Čechov, Ifigenia, liberata! da Euripide, Purgatorio di Ariel Dorfman e nel 2018 riallestisce per Lugano Avevo un bel pallone rosso, spettacoli che ottengono un successo di pubblico e critica e lunghe tournée. Sempre nel 2018 dirige Il Barbiere di Siviglia che segna il debutto dell’opera lirica al LAC. Dirige la mise enespace de I Cenci su musica e libretto di Giorgio Battistelli rappresentato per la prima volta in esecuzione svizzera, con la direzione musicale di Francesco Bossaglia. Nel 2019 firma la regia di Gianni Schicchi di Puccini e di L’heure espagnole di Ravel al Teatro Grande di Brescia, in tournée anche nei Teatri del Circuito OperaLombardia. Sta lavorando a Macbeth, le cose nascoste, che debutterà a Lugano nel gennaio 2020. Dal 2015 dirige la Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo di Milano dalla quale nasce lo spettacolo Uomini e no di Michele Santeramo, tratto dal romanzo omonimo di Elio Vittorini. Nel 2005 riceve il Premio della Critica, come regista emergente. Nel 2009 ha ricevuto il Premio Eti Olimpici del Teatro come regista dell’anno, il Premio della Critica, il Golden Graal e la nomination per i Premi Ubu sempre come regista dell’anno. Nel 2013 vince nuovamente il Golden Graal e il bando dei Teatri del Sacro. Nel 2015 vince il Premio Franco Enriquez per il suo lavoro di direzione artistica al LAC di Lugano, nel 2017 lo vince nuovamente per la regia di Ifigenia, liberata!. Purgatorio viene scelto per il 4° Incontro del Teatro Svizzero, svoltosi nel 2017 al LAC, come uno dei 7 migliori spettacoli dell’anno.
GUIDO BUGANZA Scene
Esordisce in campo teatrale come assistente di Titina Maselli, firma poi diversi allestimenti presso il Teatro Out Off di Milano. proseguendo poi col Teatro Franco Parenti, Filodrammatici, Litta e Carcano sempre a Milano. Vanta una continuativa collaborazione con Il Piccolo Teatro di Milano, per il quale firma numerose produzioni, nonché per il Teatro Stabile di Bolzano, il Teatro Stabile del Veneto, il Teatro Due di Parma, il Teatro Eliseo ed Argentina di Roma, il Teatro Mercadante di Napoli. Si produce inoltre in numerosi allestimenti per Studio Festi e in diversi allestimenti operistici per il Circuito OperaLombardia, Teatro Pergolesi di Jesi, LAC Lugano. Tra i registi con cui ha collaborato spiccano i nomi di Carmelo Rifici, Jacopo Gassman, Peter Greenaway, Massimo Navone, Andrée Ruth Shammah, Piero Maccarinelli, Monica Conti, Francesco Micheli e Davide Livermoore. Numerosi i festival nei quali è stato presente, tra cui: Festival dei Due Mondi di Spoleto, Festival di Avignone, Festival del Teatro di Mosca, Festival di Edimburgo, Biennale di Venezia, Festival di Napoli. Affianca a quella di scenografo l’attività di pittore.
MARGHERITA BALDONI Costumi
Nel 2000 consegue la Laurea in Architettura presso l’Università degli studi di Firenze, nel 2004 la Laurea specialistica in Scienze e tecniche del teatro presso lo IUAV di Venezia. Nel 2004 partecipa alla scuola di specializzazione di regia diretta da Luca Ronconi. Nel 2003 lavora come assistente alla regia per Antonio Latella e Gigi Dall’Aglio. Nello stesso anno lavora come scenografa e co– stumista per lo Stabile di Torino: scene e costumi di Romeo e Giulietta regia di J.C. Saïs, Sogno di una notte di mezza estate regia di Mamadou Dioume, Pene d’amor perdute regia di Dominique Pitoiset. Nel 2005 lavora con Giacomo Andrico come aiuto regista e scenografa realizzatrice per Galileo Galilei, un processo e La suggeritrice. Nel 2006 realizza scene e costumi di L’asino d’oro regia Francesco Lagi. Nel 2007 inizia la collaborazione con Carmelo Rifici per il quale realizza i co– stumi de Il nemico e La testa del Profeta di Elena Bono per il Festival di San Miniato (2009), Anima Errante di Robero Cavosi (2012). Nel 2008 realizza scene e costumi di Una notte di maggio per il Teatro Due di Parma sempre per la regia di Rifici con il quale collabora anche al Piccolo Teatro di Milano per i costumi de I Pretendenti di Jean-Luc Lagarce, ll gatto con gli stivali – Una recita con– tinuamente interrotta di Tieck/Tessitore e per Dettagli di Lars Norén (2010), Nathan il saggio di Lessing (2011), Giulio Cesare (2012), Visita al Padre (2013/2014). Per Luca Ronconi, nella stagione 2008/2009 al Piccolo crea i costumi di Giusto la fine del modo di Lagarce. Nel 2010 con Guido Buganza realizza le scene e i costumi di Buio di Sonia Antinori. Per il Teatro Stabile di Bolzano, Volevo un bel pallone rosso di Angela Demattè (2010/2011), La rosa bianca (2012/2013) e Sanguinare Inchiostro (2014), per il Teatro stabile del Veneto Elektra di Hofmannsthal (2011/2012), per il circuito lirico lombardo l’opera Medea di Luigi Cherubini (2010) e i Puritani di Bellini (2011), al Teatro Greco di Siracusa Fedra di Euripide (2010); firma scene e costumi di Yerma di Garcia Lorca per il Fringe Festival di Napoli edizione 2013. Nel 2013 per Atonio Sixty firma i costumi di Sinceramente bugiardi. Per l’associazione Proxima Res della quale è direttore tecnico firma le scene e i costumi di Materiali per Medea da Müller, e Chi resta regia di Carmelo Rifici, La Locandiera per la regia di Andrea Chiodi e Geppetto e Geppetto per la regia di Tindaro Granata. Nel 2015 firma i costumi de La casa di Bernarda Alba regia di Luca Spadaro, Il Gabbiano regia di Carmelo Rifici, Non ogni notte la luna regia di Antonio Ballerio.
VALERIO TIBERI Luci
Nasce a Spoleto, città del Festival dei Due Mondi dove inizia la sua carriera professionale. Ha al suo attivo poliedriche esperienze che spaziano tra Opera, Prosa e Danza e la proficua collaborazione a innumerevoli Musical prodotti in Italia e all’Estero. Nel 2010 il suo debutto al Teatro alla Scala di Milano, per il balletto Immemoria e nel 2014 il suo debutto a Broadway con la produzione italiana di Rugantino. Suo anche il disegno luci del musical Dirty Dancing nel West End, UK ed International Tour. Tra le rappresentazioni d’opera da lui curate si segnalano: Don Carlo (St. Gallen,), Andrea Chénier (Italia, Francia) Lucia di Lammermoor (Tenerife) tutte con la regia di Nicola Berloffa, Nabucco (TeatroMassimo di Palermo), Le Malentendu (Sferisterio Opera Festival), Il Viaggio a Reims (Reims, Toulouse, Avignone, Marseille), Il Farnace (Maggio Musicale Fiorentino), Norma (Teatro Verdi di Sassari), L’Elisir D’Amore, Cenerentola, Flauto Magico, Il Barbiere di Siviglia (Teatro alla Scala). Nell’ambito del musical si è occupato degli spettacoli Mary Poppins (Milan), Dirty Dancing (West End & International tour), West Side Story (Genova Opera House, Maggio Musicale Fiorentino), The Bodyguard, La Divina Commedia, Newsies, American Idiot, Rent, Next– ToNormal, Ghost, Frankenstein Jr, Priscilla, Gypsy, Cenerentola, Happy Days, Cats, The Producers, Grease, Cabaret, Il giorno della tartaruga, Stanno suonando la nostra canzone, Promesse Promesse, A Chorus Line, High School Musical (all Milano/Roma e Italian Tour), Pinocchio (Seoul & NYC), The Mission (Seoul), Flashdance, Rugantino (Italian Tour & Broadway). Per la danza: La Valse, Immemoria (Teatro alla Scala), Serata Sacra, Il Lago dei Cigni (Maggio Musicale Fiorentino), Histoire de Manon (Teatro alla Scala). Dal 2014 è inoltre supervisore tecnico e Light Designer del Gala Roberto Bolle & Friends (Opera Roma, Arena Verona, tour Italiano e Internazionale). Tra gli spettacoli di prosa si segnalano Van Gogh, Don Giovanni, Amleto, XII Notte, il Piacere dell’onestà, Le Allegre Comari di Windsor, Costellazioni, Cyrano de Bergerac (Teatri Stabili e Tour Italiani). Si è occupato inoltre dei Fashion show per Ermenegildo Zegna, Krizia, Dolce&Gabbana, Il Gufo, Pal Zileri, Spyder. È vincitore dell’Oscar Italiano per il Musical, Miglior disegno luci 2015 (Fran– kenstein Jr) e 2016 (Cabaret). Ha curato anche l’illuminazione permanente della Chiesa San Got– tardo di Milano per la Veneranda Fabbrica del Duomo ed è curatore dell’illuminazione di tutte le mostre d’arte temporanee all’interno della stessa. Collabora con il Teatro alla Scala dal 2009 al 2018 come Assistente al Realizzatore Luci. È docente di illuminotecnica all’Accademia Teatro alla Scala dal 2006.
ANTOINETTE DENNEFELD Mezzosoprano
Nata a Strasburgo, l’educazione artistica di Antoinette Dennefeld inizia fin da giovanissima in pianoforte, teatro e danza. Dopo due anni all’Università Marc Bloch di Strasburgo, entra alla Haute Ecole de Musique di Losanna nel 2006. Durante i suoi studi partecipa a masterclass con Dale Dusing, Christa Ludwig e Luisa Castellani. Riceve una borsa di studio dalla Fondazione Colette Mosetti, nel 2008 e nel 2010, e dal Cercle Romand Richard Wagner nel 2009. Si diploma alla Haute Ecole de Musique di Losanna e frequenta il master in Musica (Voce) nel 2011. Per i suoi eccellenti risultati riceve il premio Max Jost, il premio della Camera valdese degli amici dell’Orchestre de la Suisse Romande e il premio Paderewski. Nello stesso anno ha vinto il Gran Premio al Concorso Internazionale di Canto di Marmande e il Terzo Premio e il Premio del Pubblico al Concorso Inter– nazionale di Canto di Ginevra. Nel 2011 riceve una borsa di studio dalla Fondazione Leenaards. Debutta all’Opera di Losanna dove interpreta diversi ruoli: Zweite Dame in Die Zauberflöte, la seconda strega in Dido and Aeneas di Purcell, Zulma in L’Italiana in Algeri di Rossini, Stéphano in Roméo et Juliette di Gounod, Fanny Elssler in L’Aiglon di Arthur Honegger e Jacques Ibert. All’Opéra municipal de Marseille è Charmian in Cléopâtre e Jean in Le Portrait de Manon, entrambe opere di Massenet. Interpreta Dorabella in Così fan tutte di Mozart a Tenerife, Oreste in La Belle Hélène di Offenbach ad Avignone, Annio in La clemenza di Tito di Mozart a Montpellier, Louise in Les Mousquetaires au couvent di Varney all’Opera di Losanna e all’Opera comique, Rosina in Il Barbiere di Siviglia di Rossini a Firenze. All’ Opéra National de Lyon, La gatta e Lo scoiattolo in L’Enfant et les Sortilèges di Ravel e prende parte a due nuove produzioni di Laurent Pelly: Le Comte Ory di Rossini dove è Isolier e Le Roi Carotte di Offenbach dove interpreta la parte della Principessa Cunégonde. Tra i suoi recenti impegni ricordiamo il debutto nel ruolo di Charlotte in Werther di Massenet all’Ópera de Tenerife e canta per la prima volta all’Opéra National de Paris nel ruolo di Lola in Cavalleria rusticana di Mascagni e come Mercédès nella Carmen di Bizet; è Annio in La clemenza di Tito all’Opéra National de Paris, Brigitte de San Lucar in Le domino noir all’Opéra Royal de Wallonie e all’Opéra Comique, Donna Elvira in Don Giovanni all’Opéra National de Lyon, Cherubino in Le Nozze di Figaro all’Opéra municipal de Marseille e Carmen all’ Opéra de Dijon; è in Yvonne, princesse de Bourgogne di Boesmans all’Opéra National de Paris e in Maître Péronilla di Offenbach al Théâtre des Champs-Elysées. Dal 2009 si esibisce in recital con il pianista Lucas Buclin nel Duo Almage. Nel 2012 hanno regsitrato brani di Poulenc, Aboulker, Wolf, Britten e Strauss per la Société Vaudoise des amis de l’Orchestre de la Suisse Romande.
DIDIER PIERI Tenore
Livornese nel 1989, si laurea a pieni voti al D.A.M.S di Firenze con una tesi intitolata Don Carlo, il nuovo linguaggio di Verdi. Nel 2009 inizia lo studio professionale del canto lirico a Firenze e debutta giovanissimo al Teatro Goldoni di Livorno ne Il piccolo spazzacamino di Benjamin Britten. Dal 2011 al 2013 partecipa alle stagioni della Compagnia Lirica Livornese interpretando vari ruoli fra cui Gastone ne La Traviata, Spoletta in Tosca, Goro in Madama Butterfly. Ha partecipato a varie masterclass tenute da Daniela Dessì, Fabio Armiliato, Sonia Ganassi e Mariella Devia. Attualmente, si sta perfezionando a Parigi con il soprano Yva Barthélémy. Dal 2016 ha interpretato i ruoli di Saint-Briosche (La Vedova Allegra), Gastone (La Traviata), Bastiano (Bastiano e Bastiana), Gherardo (Gianni Schicchi), Remendado (Carmen), Merciaiuolo/Cenciaiuolo (Iris), Edmondo, Maestro di Ballo e Lampionaio (Manon Lescaut), Goro (Madama Butterfly), Normanno (Lucia di Lammermoor), Pang (Turandot), Spoletta (Tosca), Borsa (Rigoletto), Orphée (Orphée aux enfers) presso i principali teatri Italiani quali Carlo Felice di Genova, Petruzzelli di Bari, Verdi di Pisa, Coccia di Novara, Festival dei due Mondi di Spoleto, Goldoni di Livorno, Luglio Musicale Trapanese, Vittorio Emanuele di Messina, Ente Marialisa de Carolis di Sassari, Sociale di Rovigo. Nel novembre 2018 ha debuttato al Teatro Cilea di Reggio Calabria nel ruolo di Don Ottavio in Don Giovanni ottenendo un lusin– ghiero successo personale di pubblico ma soprattutto di critica. Attivo anche come musicologo e aiuto regista, partecipa nel 2013, con un saggio sull’opera Amica, al volume Mascagni forever edito da Le Sillabe (Livorno) in occasione dei 150 anni dalla nascita di Pietro Mascagni, accanto a testimonianze autorevoli come quelle di Zubin Mehta, Daniela Dessì e John Pennino. In ambito registico è stato assistente regista di Denis Krief presso il Maggio Musicale Fiorentino per l’opera Orfeo ed Euridice di Gluck e di Fabio Ceresa per la produzione di Madama Butterfly dell’Opera di Firenze.
VALDIS JANSONS Baritono
Baritono lettone, ha fatto il suo debutto del mondo dell’opera nel 2004 diretto da Antonello Al– lemandi. Vincitore di diversi Concorsi Internazionali (Giuseppe Di Stefano, AsLiCo), ha cantato più di cinquanta ruoli in oltre 70 teatri in tutto il mondo, tra i quali, Teatro alla Scala in Lulu di Berg, diretto da Peter Stein e Daniele Gatti nel 2011; Teatro Carlo Felice di Genova nel ruolo di Capulet in Romeo et Juliette, diretto da Jean Louis Grinda e Fabio Luisi nel 2012; Teatro Filarmonico di Verona, Teatro Regio di Parma; Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona, Bolshoi di Mosca, Theater an der Wien; Teatro San Carlo di Napoli, Lincoln Center, NCPA a Beijing. Tra i suoi recenti impegni: Enrico Ashton in Lucia di Lammermoor a Mosca al Bolshoi, Il Conte di Luna in Il Trovatore al Teatro São Carlos di Lisbona, al San Carlo di Napoli come solista dei Carmina Burana di Orff, all’Opera di Montecarlo quale Hajny in Rusalka, Figaro al Carlo Felice di Genova, poi al Teatro Municipal a Rio De Janeiro (Brasile) nel ruolo di Escamillo in Carmen a Pisa, Livorno, Lucca e Ge– nova, Don Giovanni per l’apertura del 16esimo International Music and Dance Festival di Bangkok (Thailandia). Tra i ruoli interpretati tra il 2013 e il 2014, Don Giovanni in Don Giovanni (Skopje), Alfio in Cavalleria rusticana a Taormina, Silvio in Pagliacci, David in L’amico Fritz a Genova, Guglielmo in Così fan tutte, ed altri ancora. Nell’aprile 2015 fa il suo debutto in Billy Budd al Teatro Carlo Felice di Genova. Nel dicembre 2015 debutta Onegin all’Opera Wrocławska, in marzo 2016 è Rodrigo in Don Carlo di Verdi all’Opera Nazionale di Lituania, Zurga nei Pecheurs de perles all’Opera Wrocławska, Rigoletto, Valentin in Faust, Macbeth in Macbeth di Verdi, Wolfram nel Tannhäuser di Wagner all’Opera Nazionale di Lettonia, Giorgio Germont in Traviata al Teatro Marrucino di Chieti, nel 2017 canta con Ramon Vargas, Enrico Ashton in Lucia di Lammermoor all’Opera Nazionale di Bucarest, segue Scarpia in Tosca all’Opera di Tours, King Roger in King Roger di Szymanowsky a Cracovia. Ha cantato il ruolo di Sharpless in quattro produzioni con regia di Giancarlo del Monaco nel 2015 e 2016. Nel 2017 Eisenstein in Die Fledermaus al Teatro Petruzzelli di Bari, Nello in Pia de’ Tolomei di Donizetti nei Teatri di Pisa, Lucca, Livorno. Segue Betto di Signa in Gianni Schicchi al Teatro di Ferrara e al Teatro di Modena, nuovamente Nello di Pietra in Pia de’ Tolomei allo Spoleto Festival USA (Charleston, SC) nel maggio 2018, Rodrigo in Don Carlo all’Opera pa Skäret (Svezia) nell’estate 2018 e questo stesso ruolo all’Opera Nazionale di Lettonia in autunno (tournée dell’Opera Nazionale di Lituania in Lettonia). È stato Ping in Turandot in Cina al Grand Teatro di Nanjing, nell’autunno 2018 Belcore in L’Elisir d’amore al Teatro di Livorno e lo è nuovamente nel 2019 a Rovigo. Dopo Folko in L’incantesimo/Montemezzi all’Opera Nazionale di Riga, in aprile e maggio 2019 è Scarpia al Teatro Mohammed V in Marocco e Marcello in La Bohème, con il Macedonian Opera and Ballet. E nuovamente Silvio in Pagliacci nell’estate 2019 e subito dopo debutta il ruolo di Nabucco all’Opera Nazionale di Riga con direzione di Mārtiņš Ozoliņš e accanto a Tatiana Melnychenko. Durante la stagione 2019/20 è Marco in Gianni Schicchi e Ramiro ne L’heure espagnole di Ravel nei Teatri del Circuito OperaLomabardia e altre produzioni a Riga e in altri teatri europei. Ha lavorato con numerosi direttori tra cui Daniele Gatti, Fabio Luisi, Daniel Oren, Daniele Callegari, Stefano Ranzani, Lawrence Foster, Antonello Allemandi, Isaac Ka– rabtchevsky, Asher Fisch, Philippe Augin, Stefan Anton Reck, Pierre Vallet e registi quali Gianfranco De Bosio, Lamberto Puggelli, Peter Stein, Giancarlo del Monaco, Emilio Sagi, Jean Louis Grinda, Günter Krämer, Andrei Serban, Shen Wei, Davide Livermore, Guy Montavon, Dieter Kaegi. È stato spesso cover di importanti interpreti (Leo Nucci in Rigoletto, Rolando Panerai e Juan Pons in Gianni Schicchi, Roberto Servile per Marcello in La bohème).
ANDREA CONCETTI Basso
Nato a Grottammare (AP), si è diplomato in canto al Conservatorio Rossini di Pesaro e si è perfezionato in seguito con Sesto Bruscantini e Mietta Sighele. Dopo aver vinto il 46° Concorso Inter– nazionale Adriano Belli di Spoleto, ha debuttato al Festival dei Due Mondi nel 1992. Ha debuttato al Teatro alla Scala nel 1996 prendendo parte alla produzione di Armida diretta da Riccardo Muti. In seguito, vi è ritornato per la prima assoluta dell’opera di Fabio Vacchi Teneke, diretta da Roberto Abbado con la regia di Ermanno Olmi (2007), e per interpretare Seneca ne L’Incoronazione di Poppea (2015). Nel 2000 Claudio Abbado lo ha voluto per il ruolo di Don Alfonso in Così fan tutte al Teatro Comunale di Ferrara con la regia di Mario Martone, dove ha riscosso unanimi consensi di pubblico e critica. In seguito, Claudio Abbado lo ha diretto in numerose altre produzioni nei teatri più prestigiosi, fra cui il Festival di Salisburgo, l’Opéra National de Paris e la Staatsoper di Berlino. Nel corso della sua carriera ha collaborato con altri importanti direttori d’orchestra quali Rinaldo Alessandrini, Maurizio Benini, Richard Bonynge, Gustav Kuhn, Riccardo Muti, Andris Nelsons, Gustavo Dudamel, Donato Renzetti, Corrado Rovaris, e registi quali Daniele Abbado, Luca Ronconi, Filippo Crivelli, Piero Faggioni e Stefano Vizioli. Ha calcato i palcoscenici di alcuni fra i maggiori teatri del mondo, fra i quali Festival di Salisburgo (Simon Boccanegra e Falstaff con la direzione di Claudio Abbado), Bayerische Staatsoper di Monaco, Staatsoper di Berlino, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Maggio Musicale Fiorentino, Opéra National de Paris, Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, Konzerthaus di Vienna, La Monnaie di Bruxelles, Teatro São Carlos di Lisbona, Teatro Municipal di Santiago del Cile, Teatro dell’Opera di Colonia, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Carlo Felice di Genova. Fra le sue innumerevoli interpretazioni si segnalano Don Giovanni (Leporello) con la Saint Paul Chamber Orchestra diretta da Roberto Abbado, al Festival di Spoleto con la direzione di James Conlon, al New National Theatre a Tokyo; Don Giovanni (ruolo titolo) alla Finnish National Opera di Helsinki e alla Staatsoper di Berlino; Don Pasquale (ruolo titolo) al Maggio Musicale di Firenze; Il turco in Italia (Don Geronio) alla Staatsoper di Berlino; Mosé in Egitto (ruolo titolo) a Chicago; Così fan tutte (Don Alfonso) alla Semperoper di Dresda, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, al Teatro Regio di Parma, al Teatro Massimo di Palermo, al Théâtre de La Monnaie di Bruxelles e al Teatro San Carlo di Napoli; Turandot (Timur) alla Ham– burgische Staatsoper; L’elisir d’amore (Dulcamara) alla Staatsoper di Berlino; Die Zauberflöte (Pa– pageno) al Festival Internazionale di Edimburgo con la direzione di Claudio Abbado; La Bohème (Colline) al Teatro San Carlo di Napoli; Sigismondo (Ulderico) e Il Turco in Italia (Don Geronio) al Rossini Opera Festival di Pesaro; Le nozze di Figaro (Figaro) al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi. Nella sua discografia ricordiamo Simon Boccanegra diretto da Claudio Abbado con il Maggio Musicale di Firenze (Arthaus Musik), Don Giovanni diretto da Riccardo Frizza con la regia di Pier Luigi Pizzi (DVD Unitel), ll turco in Italia (Dynamic, DVD Naxos). Di recente è stato impegnato in Die Zauberflöte (Papageno) al Teatro Bellini di Catania; Così fan tutte (Don Alfonso) con la Rete Lirica Marche; La Bohème (Colline) a Seoul; Miseria e nobiltà (Ottavio), nuova opera di Marco Tu– tino al Teatro Carlo Felice di Genova; Don Giovanni (Leporello) a Novara, Ravenna e al Festival di Spoleto con la direzione di James Conlon; Il borgomastro di Saardam (Wambett) e la Messa di Requiem di Donizetti al Festival Donizetti di Bergamo; Norma (Oroveso) all’Opéra Royal de Wal– lonie di Liegi e all’Opera de Tenerife; L’Incoronazione di Poppea e I due Foscari (Jacopo Loredano) al Teatro alla Scala. Prossimamente sarà in Il Barbiere di Siviglia (Don Basilio) al Teatro Comunale di Bologna e in tournée con TCBO in Giappone; L’heure espagnole nei teatri del Circuito OperaLombardia, Turandot (Timur) con la Rete Lirica Marche.
JEAN-FRANÇOIS NOVELLI Tenore
Si diploma in canto al Conservatorio Nazionale di Parigi e ottiene la laurea specialistica in Musi– cologia alla Sorbona. Grazie alla sua esperienza musicale si rivolge alla musica antica e Barocca europea, a cui si è dedicato e tuttora si dedica con grande passione. Ha registrato più di trenta CD e DVD in collaborazione con Philippe Pierlot, Gerard Lesne, Christophe Rousset, Jordi Savall. La sua ultima pubblicazione del 2018, Silentium, è dedicata a una antologia musicale basata sullo spessore vocale del tenore francese. Dopo una brillante Stagione che lo ha visto nella ripresa di Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi al Teatro Massimo di Palermo e al Théâtre Royal de Versailles, ha debuttato all’Opera di Saint Etienne nel ruolo di Herald in Dante di Benjamin Godard e sarà impegnato nella tournée di L’heure espagnole nei Teatri del Circuito OperaLombardia. Sarà inoltre Chilpéric in Apothicaire et perruquier di Jacques Offenbach al Théâtre de l’Odéon di Marsiglia, con gli ensemble Sébastien de Brossard, Simphonie du Marais e Novantiqua choir in Sion. Ha creato la Compagnie de l’Autre Voix e speciali progetti teatrali come Croustilleux La Fontaine, basato sulle favole di Jean de La Fontaine composto in musica da Antoine Sahler e diretto dalla cantante Juliette, uno spettacolo realizzato al Théâtre d’Ivry di Avignone nel Luglio 2017 e in tournée al Théâtre des déchargeurs di Parigi. Nel 2019 Jean-François Novelli ha creato il suo secondo recital unendo musica, Teatro e humor, su un testo di Hector Berlioz, diretto da Olivier Broche, in residenza alla Cité de la Voix a Vezelay in vista del debutto al Théâtre La Manekine.
SERGIO VITALE Baritono
Inizia lo studio del canto col Maestro Luigi Giordano Orsini, perfezionandosi all’Opera Studio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sotto la guida di Renata Scotto e all’Accademia Chigiana con Renato Bruson. Attualmente studia col Maestra Anna Vandi. Vincitore del Primo Premio asso– luto al 64° Concorso Comunità Europea del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, il Primo Premio al 14° concorso lirico Premio Mattia Battistini di Rieti. Ha debuttato come Figaro ne Il Barbiere di Siviglia di Rossini al Teatro di San Carlo di Napoli con la direzione di Bruno Campanella. È stato in seguito Don Giovanni nell’omonima opera di Mozart al Teatro Verdi di Salerno diretto da Daniel Oren; Sir John Falstaff nel Falstaff di Verdi al Teatro della Fortuna di Fano; Gianni Schicchi nel– l’omonima opera di Puccini all’Accademia di Santa Cecilia; Don Geronio ne Il Turco in Italia di Rossini al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania; Conte di luna ne Il Trovatore di Verdi a Zaragoza; Marcello ne La Bohème di Puccini al Teatro del Giglio di Lucca in coproduzione con i Teatri Alighieri di Ravenna, Verdi di Pisa e Goldoni di Livorno; Malatesta nel Don Pasquale di Gaetano Donizetti al Teatro Chiabrera di Savona; Sharpless nella Madama Butterfly di Puccini al Teatro Belli di Spoleto; Marullo nel Rigoletto di Verdi con La Scala di Milano e in tournée in Giappone. Nella stagione 2010/ 11 ha lavorato stabilmente come solista alla Deutsche Oper Berlin, debuttando numerosi ruoli, tra i quali Germont ne La Traviata di Verdi e Schaunard ne La Bohème di Puccini. Nelle passate stagioni ha interpretando Sir John Falstaff per l’Italian Opera Accademy diretta dal Maestro Riccardo Muti e al Teatro delle Muse di Ancona con la regia di Cristina Mazzavillani Muti; Figaro ne Il Barbiere di Siviglia di Rossini al Tiroler Festspiele di Erl diretto da Gustav Kuhn; Marcello ne La Bohéme di Puccini nel Circuito OperaLombardia; Haly ne L’Italiana in Algeri di Rossini all’Opera di Firenze ed in tour in Oman con la direzione di Bruno Campanella; De Siriex nella Fedora di Giordano al Teatro di San Carlo di Napoli; Giorgio Germont ne La Traviata al Teatro Lirico di Cagliari e all’Opera di Firenze. Ha preso inoltre parte al Requiem di Fauré al Teatro Petruzzelli di Bari e nella produzione de Il Medico dei Pazzi di Battistelli a Venezia; è stato nuovamente protagonista nel Falstaff a Cagliari e in Gianni Schicchi a Modena. Più recentemente ha preso parte alla produzione dell’opera di Giordano Giove a Pompei nel ruolo di Giove a Foggia, Pompei e Chieti; Malatesta nel Don Pasquale a Salerno; Conte Gil ne Il segreto di Susanna alla Reggia di Caserta con il Teatro San Carlo di Napoli; Marcello ne La Bohème al Teatro Comunale di Bologna diretto da Michele Mariotti, con la regia di Vick (produzione che si è aggiudicata il premio Abbiati 2018); Duca di Nottingham nel Roberto Devereux al Teatro Regio di Parma; La Traviata a Porto; Un ballo in maschera a Darmstadt; Falstaff a Düsseldorf. È tornato al Teatro Comunale di Bologna come Ping in una nuova produzione di Turandot. Prossimi impegni prevedono La Traviata a Trapani e in tournée in Tunisia; Gianni Schicchi (ruolo del titolo) nei Teatri del Circuito OperaLombardia; L’Elisir d’amore (Belcore) a Toulouse.
LAVINIA BINI soprano
Nata ad Empoli, nel 2009 si diploma in Canto con il massimo dei voti, sotto la guida di Benedetta Pecchioli, al Conservatorio Cherubini di Firenze e si laurea in Scienze Giuridiche all’Università degli studi di Pisa. Ha recentemente vinto il secondo premio ed il premio del pubblico nel prestigioso Concorso Internazionale Tebaldi a San Marino per la sezione Barocco.Nello stesso anno debutta come Despina nel Così fan tutte all’Eurofestival di Roma diretta da Paolo Ponziano Ciardi e Berta ne Il Barbiere di Siviglia di Rossini al Teatro dell’Aquila di Fermo sotto la direzione di Giampaolo Maria Bisanti, con la regia di Damiano Michieletto. È stata Serpina ne La serva padrona e Livietta in Livietta e Tracollo di Pergolesi al Teatro Comunale di Bologna e al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca. Ha interpretato Zerbine nella prima rappresentazione italiana della Servante Maitresse di Pergolesi al Festival Pergolesi Spontini di Jesi, con la regia di Juliette Deschamps e la direzione di Giacomo Sagripanti. Successivamente è stata Elena ne Il cappello di paglia di Firenze di Nino Rota, con la regia di Andrea Cigni e la direzione di Sergio Alapont al Teatro Comunale di Firenze; Donna Sirena nel Rinaldo di Händel diretta da Ottavio Dantone, nell’allestimento di Pierluigi Pizzi, per i teatri di Ravenna, Reggio Emilia e Ferrara; ha interpretato I due Figaro di Saverio Mercadante al Teatro Colòn di Buenos Aires, con la direzione di Riccardo Muti e la regia di Emilio Sagi; è stata Elvira ne L’Italiana in Algeri al Teatro Petruzzelli di Bari, diretta da Daniele Rustioni, con lo storico allestimento di Jean-Pierre Ponnelle; Lauretta nel Gianni Schicchi all’Opera di Firenze. Nel 2013 ha vinto il ruolo di Adina ne L’elisir d’amore nella 64° edizione del Concorso AsLiCo di Como, ha dunque interpretato il ruolo nei teatri di OperaLombardia e a Trento con la regia di Arnoud Ber– nard e la direzione di Andrea Battistoni. E’ stata Carolina ne Il matrimonio Segreto di Cimarosa al Teatro del Giglio di Lucca e al Teatro Alighieri di Ravenna; Valencienne ne La Vedova allegra di Franz Lehar al Teatro Filarmonico di Verona; Zerlina nel Don Giovanni di Mozart per il Teatro Regio di Torino diretta da Daniele Callegari; Lisette ne La Rondine di Puccini nei teatri di Pisa, Modena, Ravenna e Lucca; Amina ne La Sonnambula di Bellini al Landestheater di Salisburgo, dove è tornata per interpretare Donna Anna nel Don Giovanni e Ilia nell’Idomeneo di Mozart. Recentemente è stata Musetta ne La Bohéme al Teatro delle Muse di Ancona, Cagliari e Liegi; Tebaldo nel Don Carlo al Teatro Regio in Parma; ha preso parte ad un Gala Concert a Kiel; è stata Despina nel Così fan tutte in tour in Italia (Ravenna e Piacenza); Oscar in Un Ballo in Maschera a Cagliari e il ruolo titolo in Fidalba e Artabano di Ristori al Festival Purtimiro di Lugo, diretta da Rinaldo Alessandrini. Più recentemente ha interpretato Gilda nel Rigoletto a Liege; Rosetta ne La Ciociara di Tutino al Teatro Lirico di Cagliari; Lauretta nel Gianni Schicchi al Teatro Comunale di Modena; Viclinda ne I Lombardi alla prima crociata a Torino, diretta da Michele Mariotti; Elvira ne L’italiana in Algeri al Théâtre des Champs-Élysées con il Teatro Comunale di Bologna; Adina ne L’Elisir d’amore al Regio di Torino; Zerlina nel Don Giovanni in scena al Comunale di Bologna; la prima mondiale di 7 Minuti di Battistelli a Nancy; la Voix Humaine a Benevento; L’ammalato immaginario al Festival di Martina Franca; Carmen al Maggio Musicale Fiorentino e Casanova e l’Albertolli con l’Orchestra della Sviz– zera Italiana. Tra i prossimi impegni, segnaliamo: Musetta ne La Bohème a Genova e Trieste; Lauretta in Gianni Schicchi a Como e a Cremona; La Rondine a Cagliari; Don Giovanni (Zerlina) allo Sferisterio di Macerata e Il segreto di Susanna al Filarmonico di Verona.
AGOSTINA SMIMMERO Mezzosoprano
Si diploma in canto lirico presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli con il massimo dei voti affermandosi come vincitrice di primi premi in prestigiosi concorsi: International Singing Competition Montserrat Caballé, il Concorso Internazionale Rosa Ponselle e Concorso Internazionale Simone Alaimo. Debutta giovanissima nel ruolo di Tancredi sostituendo la collega Daniela Bar– cellona per la produzione in scena al Teatro La Maestranza di Siviglia accanto al soprano Mariella Devia e il tenore Gregory Kunde, da questo momento in poi debutta i principali ruoli del suo repertorio: Santuzza nella Cavalleria Rusticana con la regia di Andrea Cigni e la direzione di Sergio Alapont; Azucena ne Il Trovatore, in Spagna presso il Teatro Mozart di Saragozza con la direzione di Juan Luis Martinez e successivamente al Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona con la direzione musicale di Martin André e la regia di Francesco Esposito; La Baronessa di Champigny ne Il Cappello di Paglia di Firenze di Nino Rota al Teatro Comunale di Firenze con la direzione di Andrea Battistoni e la regia di Andrea Cigni; Maddalena nel Rigoletto al Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona con la regia di Francesco Esposito; Mercedes nella Carmen di Georges Bizet all’Auditorium di Milano diretta da Jader Bignamini; Fenena nel Nabucco al Teatro Comunale di Teramo, al Marrucino di Chieti, al Giovanni Battista Pergolesi di Jesi, Teatro dell’Aquila di Fermo; Lola e Mamma Lucia in Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni in svariate produzioni in tournée in Italia; Il Barbiere di Siviglia a Benevento in un allestimento del Teatro San Carlo di Napoli. Ha interpretato La Campana Sommersa di Respighi a Cagliari, Nabucco a Las Palmas e preso parte alla produzione al Teatro San Carlo di Napoli di Suor Angelica. Collabora regolarmente con direttori d’orchestra del calibro di Maurizio Benini, Sergio Alapont, Martin André, Jader Bignamini, Antonino Fogliani, Juan Luis Martinez, Donato Renzetti, Ramon Tebar e registi quali: Andrea Cigni, Francesco Esposito, Enrico Stinchelli, Lucas Simon, Stefano Vizioli, Nicola Zorzi. Frequenti le in– cursioni nel repertorio contemporaneo esibendosi anche in numerosi Gala accanto a grandi in– terpreti quali Jaume Aragall, Andrea Bocelli, Paata Burchulatze, Montserrat Caballé, Fiorella Cedolins, Sergi Giménez, Nicola Martinucci, Montserrat Martí, Joan Pons, Roberto Servile, ha inol– tre cantato con orchestra e coro per Papa Francesco in mondovisione in diretta Rai e Sky. Ha ri– cevuto prestigiosi riconoscimenti: ricordiamo il Premio Cardinale Crescenzio Sepe (settore Cultura 2014), il U.N.V.S. Awards (settore cultura e spettacolo 2015) e il Premio Megaris (2015) nel settore cultura come rappresentante verdiana. Recentemente ha interpretato Ulrica in Un ballo in ma- schera a Piacenza, a Ravenna e Ferrara e a Cagliari, al Regio di Parma, al San Carlo di Napoli, Rennes e Nantes; Falstaff al Teatro Lirico di Cagliari; Il Trovatore ad Oviedo; ha interpretato la Nona sinfonia di Beethoven a Milano per i Pomeriggi Musicali; La Gioconda a Barcellona, Piacenza, Modena e Reggio Emilia; Cavalleria Rusticana a Palermo; Cavalleria Rusticana in Palermo; Rigoletto a Taormina; Il Trovatore al Regio di Torino; concerti di gala a Barcellona e a Brescia. I prossimi impegni prevedono: Gianni Schicchi nei Teatri del Circuito OperaLombardia, Cavalleria Rusticana a Bologna; Fenena in Nabucco al Teatro Regio di Torino; Sinfonia n.9 di Beethoven ai Pomeriggi Musicali di Milano.
PIETRO ADAMI Tenore
Giovane tenore siciliano ha intrapreso gli studi canori e musicali con il baritono Salvo Todaro; nel 2011 ha partecipato ad una masterclass con il tenore Marcello Giordani mentre attualmente si sta perfezionando col Maestro Salvatore Fisichella. Particolarmente apprezzato per le sue doti vocali, negli anni 2011 e 2012 è stato finalista del Concorso Lirico Internazionale Voci dal Mediterraneo – Premio Archimede di Siracusa, guadagnandosi la Menzione speciale come Giovane promessa.
Nel 2014 ha vinto la borsa di studio EOS presso il Teatro Carlo Felice di Genova dove ha debuttato il ruolo di Rodolfo ne La Bohème e quello di Nemorino ne L’elisir d’amore. All’inizio del 2015 ha riscosso successo di pubblico a Treviso e Ferrara col suo Albazar nel rossiniano Il turco in Italia. Ha partecipato al Grand Prix dell’Opera a Parma, a Cagliari si è esibito nella Messa di gloria di Puccini, allo Sferisterio di Macerata è stato Beppe e Arlecchino in Pagliacci di Leoncavallo, Ernesto nelle riprese di Don Pasquale a Como, Cremona, Pavia e Jesi. Recentemente ha cantato La Cenerentola a Verona e Piacenza, La fille du regiment a Palermo, Oman e Pechino, Olivo e Pasquale a Bergamo, Falstaff a Genova, La Cenerentola a Lucca e Ravenna, Il turco in Italia a Bergen, Il Viaggio a Reims a Verona, Il Barbiere di Siviglia a Firenze e Salerno, L’italiana in Algeri al Massimo di Palermo, Il Cappello di Paglia di Firenze al San Carlo di Napoli, Rigoletto a Salerno. Tra i suoi prossimi impegni citiamo La Scala Di Seta in tournee in Oman, La Sonnambula a Torino, Il Viaggio a Reims a Pechino.
MARTA CALCATERRA Soprano
Laureata con il massimo dei voti in Lettere Classiche all’Università degli Studi di Milano e diplomata in canto presso l’Istituto Musicale Peri di Reggio Emilia, si perfeziona con Luciana Serra. Vincitrice dei Concorsi Internazionali di Canto quali Cascina Lirica, Franco Alfano di Sanremo, Primo palco– scenico di Cesena. In Italia si è esibita nei più importanti Teatri fra i quali: Opera di Roma, Regio di Torino, Filarmonico di Verona, Opera di Firenze, i Teatri del Circuito OperaLombardia, Valli di Reggio Emilia, Comunale di Modena, Chiabrera di Savona, Giglio di Lucca, Sociale di Rovigo, Petruzzelli di Bari, San Carlo di Napoli, Verdi di Trieste, Verdi di Padova, Carlo Felice di Genova, Festival di Martina Franca e molti altri. Nel corso della sua carriera ha collaborato con i seguenti direttori: M. De Bernard, Enrique Mazzola, Daniele Rustioni, Dmitri Jurowski, Fabrizio Carminati, Matteo Beltrami, Boris Brott, Stefan Anton Reck, Lorin Varencove Maazel, Bruno Campanella, Nello Santi, Giampaolo Bisanti, Jordie Bernacer, Aldo Sisillo, Daniel Smith, Alvise Casellati, Andrea Battistoni, Renato Palumbo, e con registi fra i quali Filippo Crivelli, Q. Conti, Andrea Cigni, Daniele Abbado, Walter Pagliaro, Hugo De Ana, Davide Livermore, Ferzan Ozpetek, Federico Tiezzi, Andrea Bernard, L. Amato, Vivien Hewitt. Tra i suoi ultimi impegni: La Traviata (Annina) al Teatro San Carlo di Napoli, Il Barbiere di Siviglia (Berta) e Madama Butterfly (Kate Pinkerton) al Teatro Carlo Felice di Genova, Rigoletto (Contessa di Ceprano) al Teatro Petruzzelli di Bari, Aida (Sacerdotessa) al Teatro Carlo Felice di Genova, La Traviata (Annina) al Teatro Coccia di Novara, Dido and Aeneas (Prima strega e spirito) al Luglio Musicale Trapanese.
MARIO LUPERI Basso
Nato ad Oristano, ha frequentato i Conservatori di Cagliari e Verona. Diplomatosi all’Accademia Chigiana di Siena e a quella Virgiliana di Mantova, ha vinto i concorsi “Ettore Bastianini” a Siena e “Voci Verdiane” a Busseto. Compie il debutto operistico nel 1977 nel Nabucco (Gran Sacerdote di Belo) presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con la direzione di Riccardo Muti. L’intensa e rapida carriera lo conduce in alcuni dei maggiori teatri del mondo, fra i quali Teatro alla Scala, Covent Garden, Théâtre du Châtelet and Opéra National de Paris, Bayerische Staatsoper di Monaco Teatro Real di Madrid, Israeli Opera di Tel Aviv, Nederlandse Opera di Amsterdam, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Teatro dell’Opera di Roma, Festival Puccini di Torre del Lago, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Regio di Parma. Nel corso della sua carriera ha collaborato con direttori del calibro di Riccardo Chailly, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Antonio Pappano e Georg Solti. Recentemente ha interpretato Tosca (Angelotti) al Festival di Baden Baden e al Festival Puccini di Torre del Lago, Gianni Schicchi (Simone) al Teatro alla Scala e all’Opéra National de Paris, Samson et Dalila (Abimélech) al Teatro Comunale di Bologna e a Santander, Madama Butterfly al Teatro Valli di Reggio Emilia, Le nozze di Figaro, Don Giovanni (Commendatore), Turandot alla Nederlandse Opera di Amsterdam. Ha inaugurato la stagione 2011/12 interpretando la Sinfonia n. 8 di Mahler con la Royal Liverpool Philharmonic a Liverpool, in seguito ha intepretato La forza del destino (Marchese di Calatrava) all’Opéra National de Paris. Nella stagione 2006/07 ha interpretato Don Giovanni e Le nozze di Figaro alla Nederlandse Opera di Amsterdam e Werther al Teatro dell’Opera di Roma. Fra i successi della stagione 2005/06 si segnalano Lucia di Lammermoor a Menorca, Falstaff a Monaco, I cavalieri di Ekebù a Catania, Don Giovanni all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma e L’Orfeo a Strasbourg, Colmar e Mulhouse. Tra i numerosi ruoli interpretati nel corso della sua carriera ricordiamo Timur in Turandot a Pittsburgh, Macerata, Ravenna e al Festival Pucciniano di Torre del Lago, Colline ne La Bohème a Macerata, Palermo, Monaco di Baviera, al Teatro dell’Opera di Roma e Tel Aviv, Ramfis e il Re in Aida a Monaco, Avignone, Marsiglia e Bologna, Giorgio in I Puritani a Toulouse, Napoli e Marsiglia, Zaccaria in Nabucco a Copenaghen e a Marsiglia, Oroveso in Norma e Oroe in Semiramide a Napoli, Sparafucile in Rigoletto a Cagliari, Macerata, Marsiglia, al Comunale di Bologna, al Teatro dell’Opera di Roma, ad Amsterdam, all’Opéra de Marseille e a Tenerife, Pistola in Falstaff a Napoli, al Teatro dell’Opera di Roma, a Catania, al Teatro Comunale di Firenze, a Tanglewood, a Bruxelles, al Théâtre du Châtelet de Paris, alla Bayerische Staatsoperdi Monaco di Baviera, al Covent Garden, al Teatro Real de Madrid, Jorg in Stiffelio al Teatro alla Scala, Tom in Un ballo in maschera e il Dottor Grenvil in La Traviata al Teatro Comunale di Firenze (con Zubin Mehta), Gesler in Guglielmo Tell al Concertgebouw di Amsterdam (con Riccardo Chailly), Nonancourt nel Il Cappello di paglia di Firenze e il Mago Celio in L’Amore delle tre melarance a Catania, Commendatore in Don Giovanni con la direzione di Georg Solti a Parigi, al Teatro Lirico di Cagliari, al Festival Mozart di La Coruña e all’Israeli Opera di Tel Aviv, Caronte nell’Orfeo di Monteverdi ad Amsterdam, al Teatro Comunale di Firenze e al Barbican Centre di Londra, Angelotti in Tosca ad Amsterdam, Il grande inquisitore e Frate in Don Carlo all’Opéra de Marseille, alla Bayerische Sta– atsoper di Monaco di Baviera, all’Opéra National de Paris, Don Basilio in Il Barbiere di Siviglia a Tenerife, Talpa nel Tabarro in occasione del Concerto di Natale al Concertgebouw di Amsterdam, Nettuno nel Ritorno di Ulisse in patria al Festival Monteverdi di Cremona, Oracolo nell’Idomeneo al Mozart Festival della Coruña, Alceste di Gluck ad Amsterdam, Brogny nella Juive e Oroveso in Norma a Tel Aviv, Lodovico in Otello alla Bayerische Staatsoper. Attivo anche sul versante concertistico, annovera nel suo repertorio lo Stabat Mater di Rossini, San Giovanni Battista di Stradella, Miserere e Messa di Requiem di Donizetti, Te Deum di Bruckner, Olimpia di Spontini, Te Deum di Charpentier, Kronüngsmesse di Mozart e Messa da Requiem di Verdi. Fra le sue incisioni disco– grafiche si annoverano La Bohème (Colline) per la Philips, Orfeo per la Emi e Don Giovanni (Commendatore) per la Decca con la direzione di Georg Solti. Annovera fra i suoi prossimi impegni le interpretazioni di Falstaff (Pistola) all’Opéra National de Paris e Le nozze di Figaro (Bartolo) al Festival International d’Art Lyrique in Aix-en-Provence e all’Opéra de Dijon.
CECILIA BERNINI Mezzosoprano
Dopo la laurea con lode in Biotecnologie all’Università di Pavia, ha intrapreso lo studio del canto e si è diplomata presso l’Istituto musicale Franco Vittadini di Pavia sotto la guida del Maestro Fernando Cordeiro Opa. Ha approfondito l’interpretazione del repertorio barocco con Lavinia Bertotti, Sara Mingardo e Sonia Prina. Ha frequentato la masterclass di Marjana Lipovsek all’Interationale Sommerakademie del Mozarteum di Salisburgo e partecipato a masterclass con Gregory Kunde e Ulf Bastlein. Si perfeziona con Sonia Ganassi. Ha preso parte a numerosi festival tra cui: il Festival dei Saperi a Pavia, dove ha cantato il ruolo di Arsace/Demetrio nel Demetrio di Myslivecek (ripresa in prima assoluta in forma di concerto al Teatro Fraschini), il Festival Urbino Musica Antica sotto la direzione di Alessandro Quarta, la Festa dell’Opera della Fondazione del Teatro Grande di Brescia e la rassegna Un’isola di musica del Teatro Lirico di Cagliari dove ha ese- guito la Petite Messe Solennelle di Rossini diretta da Marco Faelli; al Piccolo Festival del Friuli 2014 è stata solista nel Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn mentre, per il Festival Corpus Hominis di Brescia, ha eseguito lo Stabat Mater di Vivaldi con I solisti di Cremona, diretti da Marco Fracassi. Ha collaborato con l’ensemble di musica antica “Il Demetrio” diretto dal Maestro Maurizio Schiavo, con il quale ha inciso la prima esecuzione moderna dei mottetti sacri per contralto di Hasse, uscita con la rivista “Amadeus” nel novembre 2013. Si è esibita come solista nella Messa dell’incoronazione KV 317 di Mozart al Teatro Fraschini in collaborazione con il Collegio Ghislieri di Pavia, diretta dal Francesco Ommassini ed è stata solista nella Nona Sinfonia di Beethoven con l’Orchestra Vivaldi e il coro del Teatro Municipale di Piacenza diretti da Lorenzo Passerini per l’apertura della Stagione Sinfonica 2015/16 del Teatro Sociale di Como e di Sondrio e per le Settimane Musicali del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Nell’estate 2016 ha di nuovo cantato la Nona Sinfonia al Teatro Politeama di Palermo, con l’Orchestra sinfonica siciliana e il coro del Teatro Massimo diretti dal Gunther Neuhold. In ambito operistico ha debuttato come Terza Dama in Die Zauberflöte di Mozart al Teatro Marrucino di Chieti nel 2013 e ha vinto il concorso per il ruolo di Clarice ne Il mondo della luna di Galuppi per il Piccolo Festival del Friuli (2014). Attiva anche nel repertorio contemporaneo, ha ricoperto il ruolo di Sharma nell’opera Milo, Maya e il giro del mondo di Matteo Franceschini per la regia di Leboutte, presentata in prima assoluta al Teatro Sociale di Como per AsLiCo Opera Domani 2015. A seguito del Concorso AsLiCo (2016), inizia la collaborazione con OperaLombardia, ed è stata Cherubino ne Le nozze di Figaro sotto la direzione di Stefano Montanari, e anche nell’allestimento del San Carlo di Napoli con la regia di Mario Mar– tone. Inoltre ha cantato Rosina ne Il Barbiere di Siviglia per la stagione estiva 2016 e 2017 dell’Orchestra Vivaldi diretta da Lorenzo Passerini. Ha cantato il ruolo di Hermia in A Midsummer Night’s Dream di Britten sempre nel circuito lombardo e a Reggio Emilia diretta da Francesco Cilluffo, regia di Ferdinando Bruni e Elio de Capitani, è stata Zaida ne Il Turco in Italia al Teatro Sociale di Como diretta da Christopher Franklin con la regia di Alfonso Antoniozzi. Ha cantato all’Opera di Firenze Seconda Dama in Die Zauberflöte sotto la direzione di Roland Böer e la regia di Damiano Michie– letto. Ha debuttato al Teatro Regio di Parma per il Festival Verdi 2017 nello Stiffelio con la regia di Graham Vick e la direzione di G. García Calvo, ed ancora a Parma è stata cover del ruolo di Sara (Sonia Ganassi) nel Roberto Devereux. Canterà Giovanna nel Rigoletto a Ravenna, regia e ideazione scenica Cristina Mazzavillani Muti, direttore Hossein Pishkar.
NICOLÒ CERIANI Baritono
Nato a Venezia, compiuti gli studi musicali di violino e pianoforte a Trieste, si perfeziona, come violinista, nel repertorio barocco, eseguendo da solista, spesso con formazioni cameristiche da lui dirette, i principali concerti del repertorio settecentesco (Torelli, Corelli, Vivaldi, Mozart, Tartini, Albinoni, Bach, Haydn). Studia canto con i Maestri Silvestri, Celletti ed Economides e nel 1992 fonda al Teatro Giuseppe Verdi di Trieste il gruppo Giovani in Opera, con il quale partecipa in qua– lità di cantante e Capocomico a numerosi festival internazionali, recuperando molte brevi opere li– riche uscite dal repertorio tradizionale di autori quali Schubert, Weber, Humperdinck, Lortzing, Rossini, Donizetti, Vaccaj, Gnecco, Debussy, D’Albert, Stravinsky, Hindemith, Menotti ed Henze. Negli ultimi 15 anni svolge un’intensa attività come baritono nei principali Teatri italiani ed europei, partecipando a più di 100 produzioni liriche, sotto la guida di direttori quali Oren, Zedda, De Bernart, LuJia, David, Guingal, Gatti, Santi, Rizzi, Tate, spesso scelto da registi come De Ana, Pier’Alli, Zeffirelli, Pizzi, Martone, Landi, Michieletto, nei principali teatri italiani (Fenice di Venezia, San Carlo di Napoli, Massimo di Palermo, Arena di Verona) ed europei (Vienna, Salisburgo, Monaco, Madrid, Santander, Budapest). Alterna, negli ultimi anni, le parti del baritono buffo, con cui aveva ottenuto i maggiori successi internazionali (Rossini Opera Festival di Pesaro, Tokyo, Nijgata, Sydney, Bom– bay), con i tradizionali ruoli del baritono lirico (Marcello, Sharpless, Lescaut, nelle opere pucciniane, il Conte d’Almaviva, Guglielmo e Don Giovanni in quelle di Mozart). Recentemente ha interpretato i ruoli di Don Geronio ne Il Turco in Italia e di Taddeo ne L’Italiana in Algeri di Rossini, il Barone Zeta ne La vedova allegra di Lehár, Capulet père nel Roméo et Julette di Gounod, Dulcamara ne L’elisir d’amore di Donizetti, Sam in Trouble in Tahiti di Bernstein e Il dottor Stone in Help, help, the Globolinks di Menotti. Spesso chiamato per interpretare ruoli del repertorio del Novecento si è ultimamente distinto in importanti produzioni di Da una casa di morti di Janacek, The greek Passion di Martinu, Der Koenig Kandaules di Zemlinskj, Peter Grimes di Britten, Der Kaiser von Atlantis di Ullmann, Mr Hyde? di Coral, Divorzio all’Italiana di Battistelli, Il Sasso Pagano e L’ Inverno di Viozzi, ed essendo recentemente protagonista del nuovo allestimento de I Shardana di Porrino al Teatro Lirico di Cagliari. Frequenta da sempre il genere dell’operetta, essendo ospite fisso del Festival Internazionale dell’Operetta di Trieste (per cui ha lavorato in almeno quindici produzioni) e degli spettacoli dell’Associazione Internazionale dell’Operetta. Da alcuni anni cura la regia di operette note (La vedova allegra, Cin-ci-là, Al cavallino bianco, Paganini), e di altre meno note, come Il Gasparone di Milloecker, rappresentato con grandissimo successo ad Agrigento, del quale, insieme ad Elio Pandolfi, è stato interprete principale della prima esecuzione italiana. Oltre a una co– stante attività nel campo dell’Oratorio (Bach e Haydn) e della liederistica (è recente una sua tournée con il ciclo della Winterreise di Schubert), quale autore di testi teatrali, ricordiamo Ma chi è questo Lacaze? (Bolzano-2005) – Il Signor G 1 e 2 (Torino 2007), Ancora…Operetta? (2009-2010), Sposini contenti, con mille capricci, fra note e un armadio dai fondi posticci (2011) dedicato a i fratelli Ricci e il recente Quartetto spezzato (2012).