2019 La sonnambula
2019 La sonnambula
2019 La sonnambula
2019 La sonnambula
2019 La sonnambula

2019 La sonnambula

Melodramma in due atti.
Libretto di Felice Romani, tratto da La somnambule ou L’arrivée d’un nouveau seigneur, un ballet-pantomime di Eugène Scribe con coreografia di Jean-Pierre Aumer (1827), e da La somnambule, comédie-vaudeville dello stesso Scribe e Germain Delavigne (1819).
Musica di Vincenzo Bellini.

Prima rappresentazione: Milano, Teatro Carcano, 6 marzo 1831

Il Conte Rodolfo Davide Giangregorio
Teresa Sofia Janelidze
Amina Veronica Marini
Elvino Ruzil Gatin, Edoardo Milletti
Lisa Giulia Mazzola
Alessio Luca Vianello
Un notaio Claudio Grasso

Direttore
Leonardo Sini

Regia
Raúl Vázquez

Scene Sergio Loro
Costumi Claudio Martín
Luci Vincenzo Raponi
Assistente alla regia Antonella Cozzolino

Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina

Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Nuovo allestimento Teatri OperaLombardia
in coproduzione con Ópera de Las Palmas de Gran Canaria

Atto I
In un villaggio tra le montagne svizzere, contadini e contadine festeggiano le nozze di Amina, un’orfanella adottata da Teresa, padrona del mulino, con Elvino, un giovane possidente. Lisa, l’ostessa del villaggio, è l’unica persona triste in mezzo a tanta gioia, poiché ama Elvino e sa che sta per perderlo. Alessio, innamorato di Lisa, le fa la corte inutilmente. Amina esce dal mulino accompagnata da Teresa, ringrazia gli abitanti del villaggio, manifestando la sua gioia. Giungono il notaio ed Elvino, che si è recato a implorare la benedizione sulla tomba della madre; offre l’anello nuziale ad Amina, incapace di trovar parole per esprimere tutta la sua gioia. Si ode il rumore di una carrozza: è il Conte Rodolfo diretto al suo castello, che tuttavia accetta l’invito di Lisa a pernottare nel suo albergo prima di riprendere il viaggio. Riconosce i particolari del villaggio, che non rivede dai tempi dell’infanzia. Al calar della notte Teresa ammonisce il Conte che un fantasma è solito mostrarsi nel villaggio, turbando il sonno degli abitanti: il Conte è incredulo, ma tutti confermano il racconto. Si congeda galantemente da Amina, suscitando la gelosia di Elvino, ma la fanciulla tranquillizza subito l’innamorato. In una stanza dell’albergo, Lisa informa il conte Rodolfo che gli abitanti del villaggio l’hanno ormai riconosciuto e si preparano a festeggiarlo. Un rumore proveniente dall’esterno li interrompe: Lisa, che non vuol essere sorpresa in compagnia del conte, si allontana perdendoil fazzoletto. Dalla finestra entra nella stanza Amina, che cammina nel sonno: il Conte comprende che è lei il fantasma di cui si parla nel villaggio. Non volendo approfittare dell’innocente fanciulla, la lascia sola nella stanza, assopita su un sofà. Giungono intanto i contadini per rendere omaggio al conte e si accorgono che Amina si trova nella sua stanza; giunge anche Elvino, avvertito da Lisa. Amina si sveglia e resta confusa tra le accuse generali: alle sue proteste d’innocenza crede solo Teresa, che nel frattempo ha trovato nella stanza il fazzoletto perduto da Lisa. Elvino ricusa le nozze, mentre Amina sviene tra le braccia di Teresa.

Atto II
Gli abitanti del villaggio decidono di sottoporre il caso di Amina al Conte Rodolfo. la fanciulla tenta invano di convincere Elvino, che compiange la propria sorte, della falsità delle accuse. Giungono i villici e recano la notizia che il Conte dichiara innocente Amina; ma Elvino reagisce con dispetto, togliendo l’anello alla sposa e deplorando, al tempo stesso, di non saperla cancellare dal proprio cuore. Nella piazza del villaggio, Lisa gioisce, con disperazione di Alessio, per le sue nozze con Elvino, che sta per condurla in chiesa. Giunge al villaggio il Conte Rodolfo e proclama l’innocenza di Amina, spiegando che è entrata nella sua stanza camminando nel sonno. Elvino non gli crede, ma a sedare il bisticcio giunge Teresa, pregando gli astanti di non far rumore: Amina, per le emozioni, si è appena addormentata. Alla notizia che Elvino sta per sposare Lisa, Teresa esibisce il fazzoletto perduto dall’ostessa nella stanza del conte: Elvino comprende allora che Lisa mente. Compare Amina, sonnambula; tra la costernazione generale cammina su una trave fradicia e si avvicina pericolosamente alla ruota del mulino. Parla nel sonno, immaginando d’avere riconquistato l’amore di Elvino e guardando il fiore donatole dall’amato. Elvino le infila di nuovo l’anello, la ridesta e, fra il tripudio di tutto il villaggio, si riconcilia con lei.

di Leonardo Sini

La sonnambula è considerata, insieme a Norma e I Puritani, uno dei massimi capolavori di Vincenzo Bellini. Composta in soli due mesi durante la permanenza del compositore nei pressi del Lago di Como, sin dalla prima rappresentazione del 1831 al Teatro Carcano di Milano, ottenne un clamoroso successo. Il libretto di Felice Romani, poeta con cui Bellini instaurò un’intensa collaborazione artistica, ci trasporta in un’atmosfera bucolica. La vicenda è ambientata in un villaggio svizzero, le cui ampie tinte pastorali e gli avvenimenti della vita campestre si riflettono nella musica di Bellini sin dalle prime note della partitura. Ne sono esempi il richiamo dei corni (tradizionalmente associati alla natura e ai segnali della caccia) all’inizio dell’opera, il suono della banda fuori scena che evoca, come indicato in partitura, lontani “suoni pastorali”, o ancora il “suono delle cornamuse”, reso da due corni in lontananza subito dopo l’arrivo del conte Rodolfo, che richiama alla mente gli ampi spazi aperti della montagna. L’atmosfera campestre non è tuttavia dipinta musicalmente tramite il semplice impiego di sonorità ad effetto. La purezza della melodia, il ritmo semplice degli interventi corali e il dialogo frequente tra i solisti e il coro dei contadini, sono tutti elementi che insieme concorrono a formare il carattere e il clima caratteristici di quest’opera. Con La sonnambula, Bellini raggiunge a pieno la sua maturità stilistica. Ne sono massima espressione le linee vocali profondamente ispirate, caratterizzate da ampie melodie sostenute da un raffinato accompagnamento orchestrale, nonché la grande espressività dei recitativi. Momento di particolare intensità è la celebre aria Ah, non credea mirarti alla fine dell’opera, in cui Amina, colta da sonnambulismo e in un’atmosfera quasi mistica, esprime il proprio dolore per l’abbandono dell’amato Elvino. La sublime melodia e la forte tensione drammatica rendono quest’aria uno dei momenti più suggestivi nel corso di tutta l’opera. La scrittura vocale, che rispecchia i canoni stilistici del belcanto, oltre ad essere caratterizzata da fluenti melodie, fa ampio uso, più che ogni altra opera belliniana, di fioriture e virtuosismi. Queste particolarità dovettero adattarsi molto bene alle qualità vocali di Giuditta Pasta, uno dei più celebri ed acclamati soprani del tempo, e del tenore Giovanni Battista Rubini, rispettivamente primi interpreti dei ruoli di Amina ed Elvino e per i quali Bellini concepì la nuova opera. La particolare forza espressiva del canto, il colore orchestrale leggero e brillante e l’atmosfera sognante, quasi immaginaria, della vicenda, concorrono a rendere La Sonnambula un’opera incredibilmente affascinante, ricca di sottigliezze e sfumature, che con il suo carattere distintivo occupa un posto unico in tutta la produzione belliniana.

di Raúl Vázquez

C´è quacosa di misterioso e sconosciuto in colui che è ‘sonnambulo’, un qualcosa che può suscitare curiosità e timore al medesimo tempo, almeno in quell’idea di persona che non si sveglia, percorre la casa in silenzio, con pensieri perduti nell’universo dei sogni, e che non è opportuno destare di sorpresa. In tutte le diverse discipline artistiche quest’ enigmatica figura ha ispirato quadri, pellicole cinematografiche o, in questo caso, un’opera, in cui il sonnambulismo gioca un ruolo chiave, ed esercita quel fascino per un mondo, che puó essere visto, ma non completamente compreso. La scrittura drammatica e quella musicale riescono a fondere tutti gli elementi, che si racchiudono attorno alle passioni umane, su due livelli: la realtà e lo stato onirico, che convivono in Amina, nel sonnambulismo. Partendo dell’analisi dell’opera e del libretto per affrontare la messa in scena, ho concluso che tutto l’ambiente romantico del sogno, con attimi talvolta surreali, doveva essere trattato con cura, senza alterarne l’essenza, cercando di trasmettere verità nei personaggi, e di approfondire sentimenti ed emozioni, sempre giocando con l’idea di un realismo fiabesco che permea tutto. Al momento di disegnare lo spazio scenico, ho pensato ad uno scorcio elegante, con personalità, che giocasse con il paesaggio bucolico e misterioso presente nella trama. Ho desiderato che fin dal primo momento le Alpi, dove la vicenda è ambientata, avessero un ruolo da protagonista, a rafforzare l’immagine di un contesto idillico, che viene trasformato dal susseguirsi degli avvenimenti, e dallo svolgersi dell’opera, come un altro personaggio. Ho cercato di ricreare un ambiente bucolico, che potesse veramente essere un’oasi di pace e dove l’innocente storia di amore potesse trovare la giusta ambientazione senza forzature. Ho voluto evitare luoghi comuni già praticati e fuggire da qualsiasi folklore, prendendo spunto da un contesto storico e da una visione ben precisa. Questo mi ha portato dopo la Prima Guerra Mondiale, dove la política di neutralità praticata dalla Svizzera rese la zona rifugio per gli abitanti dei Paesi vicini: un’epoca elegante, dove poter giocare con elementi architettonici gradevoli e stilizzati. In questo contesto di pace alpina, ci appare un gruppo di personaggi innocenti, che vivono senza troppe preocupazioni, in una felice routine, che verrà interrotta dall’arrivo di uno sconosciuto, il Conte, da al di là delle frontiere che isolano e proteggono il paese. Ho giocato con uno spazio che ci conduce alle porte di un lussuoso ma vecchio Hotel di montagna, un ritiro isolato dal mondo, ma epicentro della vita sociale del paese e dove approdano visitatori da ogni dove a ricercare la pace. Ho lavorato all’idea di un’Amina, il personaggio più innocente e puro, in armonia con la natura che la circonda e capace di influire su questa, attraverso la sua tristezza. La natura è stata immaginata come elemento vivo in continua evoluzione: da affresco sulle mura dell’Hotel, ritratta in modo artistico e artificiale, si trasformerà nel momento stesso della rottura drammatica, frantumando lo spazio creato dall’uomo, per espandersi, con una vegetazione che crescerà e sovrasterà, rendendo lo spazio umano trascurato. Il bosco diverrà personaggio all’interno del dramma. Dopo il confronto tra Elvino ed Amina ed il rifiuto, una tempesta di emozioni precederà l’ultima scena dell’opera, dove il paesaggio verrà completamente devastato, come la nostra protagonista ed il suo mondo. Fonte di ispirazione è stato il lavoro fotografico su palazzi abbandonati di Rebecca Bathori, dove la decadenza di luoghi di antico splendore, divenuti rovine, ha suggerito l’idea romantica che cercavamo. Il pubblico troverà un’esperienza estetica che intende valorizzare la vera protagonista di quest’opera: la bellissima partitura composta dal maestro Bellini, per il godimento degli spettatori di oggi.

Leonardo Sini Direttore
Nato a Sassari nel 1990, Leonardo Sini inizia gli studi musicali presso il Conservatorio di Musica “L. Canepa” diplomandosi in tromba nel 2009. Si perfeziona in seguito presso la Royal Academy of Music di Londra dove consegue il Master of Arts nel 2013. A Londra intraprende lo studio della direzione d’orchestra con Sian Edwards e collabora con diverse orchestre esibendosi fra le altre nella prestigiosa Royal Festival Hall. Nel 2015 si trasferisce in Olanda dove approfondisce gli studi di direzione con Jac van Steen, Ed Spanjaard e Kenneth Montgomery nel National Master of Orchestral Conducting, un prestigioso programma del Royal Conservatoire dell’Aia e Conservatorium van Amsterdam, conseguendo il Master nel 2017.
Vincitore del Primo Premio al prestigioso Concorso Internazionale di direzione d’orchestra Georg Solti, si sta rapidamente affermando nel panorama musicale europeo come uno dei più promettenti direttori della sua generazione. Negli ultimi anni ha collaborato come direttore ed assistente con numerose orchestre e teatri d’opera europei, sul podio della Netherlands Philharmonic Orchestra, Residentie Orkest, Orchestra del Teatro Petruzzelli, Teatro Volksoper di Vienna, Noord Nederlands Orkest, Netherlands Symphony Orchestra, Opera Nord di Leeds, Ulster Orchestra (Belfast), Philharmonie Zuidnederland, Orchestra del XVIII secolo, Bochumer Symphoniker. Al 2017 risale il debutto operistico ad Amsterdam con La Bohème di Giacomo Puccini, con la Netherlands Philharmonic Orchestra e il Dutch National Opera Chorus. Nel dicembre 2017 la vittoria al prestigioso Concorso Internazionale di direzione d’orchestra Georg Solti,l o porta a dirigere l’Orchestra dell’Opera di Stato Ungherese, l’Orchestra Filarmonica di Győr e la Pannon Philharmonic Orchestra esibendosi al Teatro Erkel di Budapest ed al Kodály Centre di Pécs.
Nella stagione 2018/19 il suo debutto sul podio di numerose orchestre liriche e sinfoniche tra cui l’Opera di Stato Ungherese a Budapest, la Netherlands Symphony Orchestra, Teatro Petruzzelli di Bari, Hungarian Symphony Orchestra, Szolnok Symphony Orchestra, Circuito Lirico Lombardo, Maggio Musicale Fiorentino e Teatro Carlo Felice di Genova.

Raúl Vázquez Regista
Nato a Bilbao, si laurea in comunicazione audiovisiva e si specializza in regia. La sua carriera artistica comincia al Teatro Campoamor in Oviedo, dove collabora accanto ad importanti registi: Robert Carsen, David Alden, Emilio Sagi e Graham Vick. Successivamente lavora come assistente alla regia con Mario Pontiggia, Miguel dell’Arco, Joan Anton Rechi, Cesare Lievi, Paco Azorín e Nicola Berloffa, in prestigiosi teatri e festival: il Teatro de la Maestranza in Seville, il Gran Teatre del Liceu, il Festival Mozart a La Coruña, il Festival Castell Peralada e al Teatro Municipal di Santiago del Cile e al Teatro Mayor di Bogotá. Nel 2016, è regista per Los Elementos, un’opera barocca di Antonio Literes, con il Musica Fiorita Ensemble diretto da Daniela Dolci, prima al VIII Ancient Music Meeting a Villa de Leyva in Colombia e poi all’Auditorium Fabio Lozano a Bogotá. Nel 2017, nell’ambito del Family Opera all’Opera di Tenerife, adatta e crea la regia de Les contes d’Hoffmann di Offenbach. Tra i suoi prossimi impegni per la stagione 2019-20: una nuova produzione de El gato montés all’Opera de Tenerife; La del manojo de rosas, alla Spanish Zarzuela, e una tournée con La Sonnambula, con avvio all’Opera de Las Palmas con Jessica Pratt e poi in Italia, con debutto al Teatro Sociale di Como, poi al Teatro Ponchielli di Cremona e infine al Teatro Sociale di Bergamo.

Sergio Loro Scenografo
Nato a Ciudad Real nel 1981. Si specializza in scenografia all’E.S.A.D. (Escuela Superior de Arte Dramático de Córdoba). Nel 2011 disegna la scenografia per Il barbiere di Siviglia di Rossini a Santiago de Compostela, sotto la direzione di Curro Carreres e Antoni Ros Marbá. Tra i suoi progetti si evidenzia l’assistenza nella parte tecnica e ai disegni scenici per l’opera Don Giovanni di Mozart, al Teatro Solís di Montevideo. È assistente alle scene di Allex Aguilera nella Lucia di Lammermoor di Donizetti (Festival Internacional “Alejandro Granda”) a Lima. Nel 2016 debutta all’Opera di Colombia con le scene per Fidelio di Beethoven per i 40 anni dell’Opera de Colombia. Nel 2017 ritorna a Bogotá per le scene di Falstaff di Verdi, in coproduzione tra il Teatro Mayor de Bogotá e l’Ópera de Colombia. Nel 2018 disegna le scene per Der Rosenkavalier di Strauss per l’Ópera de Colombia e l’Ópera Nacional de Chile (Teatro Municipal de Santiago de Chile). Ha recentemente realizzato le scene de La Sonnambula di Bellini in una coproduzione dell’Ópera de Las Palmas de Gran Canaria (ACO) con Opera Lombardía, con la regia di Raúl Vázquez e la ripresa de Der Rosenkavalier a Santiago del Chile. Per il 2020 sta preparando Fidelio di Beethoven per il Festival de Ópera de Amazonas (Manaos) e Bogotá (Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo).

Claudio Martín Costumista

Nasce a Gran Canaria, stuadia al Conservatorio de Música y en la Escuela de Artes y Oficios. Si forma come costumista al Centro de Formación Universitaria di Siviglia. Ha lavorato al Pérez Galdós, Auditorio de Tenerife, Campoamor, Ópera de Monte-Carlo, Colón de Buenos Aires, Maggio Musicale Fiorentino, Gran Teatro de Córdoba, Villamarta, Euskalduna, Palacio de La Ópera A Coruña y Principal de Palma. La sua esperienza nell’opera lo vede impegnato in titoli quali L’Italiana in Algeri, Turandot, Les Pêcheurs de perles, Rigoletto, un ballo in maschera, Eine Florentinische Trögedie, Cavalleria Rusticana, Il Segreto di Susanna, La Bohème, Traviata, I Pagliacci, Tosca, Faust, Don Pasquale, Le Portrait de Manon, La Voix Humaine, Simon Boccanegra, La Fille du Régiment, Trouble in Tahiti, Gianni Schicchi, Barbiere di Siviglia, La Forza del Destino, Don Carlo, Cosi Fan Tutte e La Sonnambula. Ha lavorato per STAGE ENTERTAINMENT ESPAÑA in Los Miserables, Don Juan Tenorio, Satie Monólogo Musical para dos Pianos Mudos, Lady Day. Otra Historia de Amor di Bernstein e Alceste di Galdós sono alcuni dei suoi ultimi lavori.

Vincenzo Raponi Lighting designer
Sono nato a Latina, mi sono laureato in Psicologia e ho iniziato a lavorare in teatro a 16 anni nella compagnia “Il Baule”. Fino al 1996 ho lavorato in prosa per poi debuttare nell’opera lirica come lighting designer. Ho avuto la fortuna ed il privilegio di disegnare le luci per spettacoli di prosa e lirici spaziando dal repertorio classico a quello moderno e contemporaneo. Devo ringraziare i tanti Maestri che ho incontrato, e con i quali ho avuto il piacere e l’onore di collaborare e ai quali ho offerto in cambio il mio amore per il teatro e per questo mio bellissimo lavoro: Pier Luigi Pizzi, Werner Herzog, Roberto De Simone, Davide Livermore, Marco Gandini, Lorenzo Amato, Giorgio Marini, Pippo Delbono, Deda Cristina Colonna, Amos Gitai, Ivo Guerra, Massimo Venturiello, Nicola Rubertelli, Ezio Frigerio, Dante Ferretti, Gabriella Pescucci, Franca Squarciapino.
Nella danza ho disegnato le luci per Kitonb, per Luca Veggetti e per alcuni spettacoli di Roberto Bolle e per altri allestimenti di danza classica. Nel campo dell’arte ho allestito moltissime mostre e illuminato varie opere d’arte, tra cui eccelle La Madonna dei Pellegrini del Caravaggio. Nel campo dell’illuminazione architetturale grande esperienza è stata l’ideazione e la realizzazione dell’illuminazione della Chiesa dei Cappuccini a Roma.
Gli ultimi allestimenti mi hanno visto al fianco di Davide Livermore. Con Deda Colonna sono fisicamente in scena in uno spettacolo su Cristina di Svezia, dove fisicamente illumino la scena con strumenti di illuminazione di mia invenzione.

Davide Giangregorio Baritono
Vincitore per il ruolo del Conte Rodolfo per La Sonnambula di Vincenzo Bellini, 70a edizione del concorso per giovani cantanti lirici AsLiCo
Nasce a Benevento nel 1989, studia canto con il mezzosoprano Chiara Chialli per poi diplomarsi al Conservatorio Nicola Sala della sua città, studiando parallelamente organo e composizione, musica da camera e pianoforte. Nel 2012 viene selezionato per l’Accademia Giovani all’opera e debutta nel ruolo di Don Basilio ne Il Barbiere di Siviglia per il 51mo Festival di Stresa. Nel 2013 è vincitore della 67° edizione del Concorso del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto A. Belli”, dove interpreta i ruoli di Angelotti in Tosca e di Guglielmo in Così fan tutte e viene ammesso all’Accademia Rossiniana diretta dal Maestro Zedda, esibendosi al 25° Rossini Opera Festival come Don Prudenzio ne Il viaggio a Reims. Nel 2014 frequenta l’Accademia del Teatro alla Scala dove studia con Renato Bruson, Luciana Serra e Luciana D’Intino.  Ha approfondito stile e prassi del repertorio barocco con il contralto Sonia Prina. Riceve il premio speciale Fondazione Luciano Pavarotti durante il 7° concorso internazionale di canto Ravello Città della Musica. Ha vinto il premio Giovane talento al 4° concorso internazionale di canto Santa Chiara di Napoli; terzo premio al concorso Spiros Argiris 2017 di Sarzana; premio del pubblico al concorso internazionale di canto barocco Renata Tebaldi. Nel 2018 ha vinto il XLVIII Concorso Toti dal Monte di Treviso; nel 2019 ha vinto il 70° concorso AsLiCo e il secondo premio al Concorso per sole voci maschili Rizzardo Bino.
Ha interpretato Dante nella Prima Mondiale di Monterisi Schicchi e Puccini – un prologo a Gianni Schicchi e Betto in Gianni Schicchi nel dittico rappresentato al Teatro Municipale di Piacenza, Togrul ne La donna serpente al Festival di Martina Franca diretto da Fabio Luisi, Masetto in Don Giovanni nei Teatri del circuito di OperaLombardia con la regia di Graham Vick, debutta al Teatro alla Scala come Alidoro ne La cenerentola per i ragazzi e come 5th Woman nella Prima Mondiale di CO2 di Giorgio Battistelli con la regia di Robert Carsen; è Moralès e Zuniga in Carmen nella Stagione Estiva del Teatro Regio di Torino in Piazza San Carlo, Achilla in Giulio Cesare all’Opera del Cairo e partecipa al Requiem di Mozart a Catania con orchestra e coro del Teatro Bellini. È Gaudenzio ne Il Signor Bruschino alla Fenice, Colline ne La bohème al Teatro Regio di Torino, Ubaldo ne La serva padrona di Pergolesi al Festival Barocco di Vicenza, il ruolo protagonista in Noye’s Fludde di Britten a Sassari, Fabrizio ne La gazza Ladra al Teatro Petruzzelli, Masetto nel Don Giovanni alla Oper Basel, alla Fenice e a Klagenfurt, Antonio ne Il viaggio a Reims all’Opera di Roma nello spettacolo di Damiano Michieletto diretto da Stefano Montanari. Tra gli impegni recenti e futuri: Mustafà in Adina al Rossini Opera Festival, Polinestore nel Polidoro di Antonio Lotti al Teatro Olimpico di Vicenza, il debutto nel ruolo protagonista de Le nozze di Figaro a Treviso, Ferrara e Jesi, Blansac ne La Scala di seta nella tournée del ROF alla ROH di Muscat, Gesù nella Johannes Passion di Bach nella Cattedrale di Vicenza, basso solista nel Ein deutsches Requiem di Brahms al Teatro di San Carlo, basso solista nella Missa in tempore belli di Haydn nel Duomo di Como e Cremona, Plutone nell’Orfeo di Porpora al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, basso solista nella Petite messe solennelle al Teatro Olimpico di Vicenza, Rodolfo nella Sonnambula e Walter nel Guglielmo Tell nel circuito di OperaLombardia; basso solista nella Krönungsmesse di Mozart e nella IX sinfonia di Beethoven per il Festival Internazionale di Musica Sacra del Vaticano.

Sofia Janelidze Mezzosoprano
Sofia Janelidze è un mezzosoprano dal timbro robusto e ricco di armonici. Vincitrice di prestigiosi concorsi, tra i quali il Concorso Lirico Internazionale Giulietta Simionato, G. Zecca, Martini, Giovani Voci di Magenta, La Città Sonora Festival e Assami. Si è inoltre classificata come semifinalista all’Hans Gabor Belvedere e Operalia Plácido Domingo. Ha già debuttato in importanti teatri: la Scala di Milano, il Petruzzelli di Bari, il Massimo di Palermo, Ente Marialisa de Carolis di Sassari, l’Antico di Taormina, il Greco di Siracusa, il Maggio Musicale Fiorentino, il  Verdi di Pisa, il Goldoni di Livorno, il Giglio di Lucca, il Coccia di Novara, il Sociale di Rovigo, Pirandello di Agrigento, Teatro Cilea di Reggio Calabria, Giordano di Foggia, Teatro Nazionale di Spalato – Croazia, Seoul Art Center (Corea del Sud), Al Bustan Festival a Beirut – Libano, Vanemuine – Estonia, Teatro d’Opera e Balletto di Skopje – Macedonia, Teatro Nazionale di Tbilisi – Georgia (dove è stata solista per tre anni). Ha interpretato, con il consenso del pubblico e della critica, i ruoli di Amneris (Aida), Azucena (Il Trovatore), Maddalena (Rigoletto), Fenena (Nabucco), Santuzza (Cavalleria Rusticana), Suzuky (Madama Butterfly), Bersi (Andrea Chénier), Zanetto (Zanetto), Farnace (Mitridate), Donna Elvira (Don Giovanni), Giustina (Flaminio), La Mer (Les Contes d’Hoffmann). Si è formata al Conservatorio di Tbilisi in Georgia, per poi trasferirsi in Italia su invito ufficiale dell’Ambasciata italiana, con una borsa di studio, che le ha permesso di perfezionarsi al Conservatorio di Milano, laureandosi con massimi voti. È stata diretta da James Conlon, Marco Boemi, Gianluca Martinenghi, Carlo Rizzari, Matteo Beltrami, Ivo Lipanovich, Hu Zhong, Valerio Galli, Federico Bardazzi, Gianluca Marcianò, Stefano Romani, Guy Condette, Vito Lombardi, Elio Orciuolo, Francesco Attardi, Aldo Bernardi, Viliana Valcheva; per le regie di Franco Zeffirelli, Beppe De Tomasi, Gilbert Deflo, Giancarlo Del Monaco, Pier Luigi Pizzi, Renato Bonajuto, Gavazzeni-Maranghi, Fabio Sparvoli, Giampiero Solari, Denis Krief, Nicola Zorzi, Carlo De Lucia e molti molti altri.

Veronica Marini Soprano
Vincitrice per il ruolo di Amina per La Sonnambula di Vincenzo Bellini, 70a edizione del concorso per giovani cantanti lirici AsLiCo
Veronica Marini nasce a Frosinone, si laurea presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma e perfeziona gli studi partecipando a masterclass di tecnica vocale e di interpretazione con artisti fra i quali Marylin Horne ed Alberto Zedda. Entra a far parte all’Accademia Verdiana del Teatro Regio di Parma e lavorerà con docenti quali Renato Bruson, Fiorenza Cedolins e Barbara Frittoli. Partecipa a numerosi concorsi nazionali ed internazionali. È vincitrice nel concorso Competizione dell’Opera, a Linz in Austria, del premio Bellini. Vince il premio del pubblico al concorso Comunità Europea per giovani cantanti lirici al Teatro Sperimentale A. Belli a Spoleto. È vincitrice della 70esima edizione del concorso AsLiCo, Vince il II premio al concorso Clip di Portofino. Inizia la sua carriera interpretando Norina in Don Pasquale in una produzione, per le scuole, del Teatro dell’Opera di Roma. È Gilda in Rigoletto al Teatro Verdi di Busseto, solista nei Quattro Pezzi Sacri di Verdi e cover di Nannetta in Falstaff durante il Festival Verdi al Teatro Regio di Parma. Interpreta il ruolo di Donna Anna nel Don Giovanni OperaCamion, una produzione dello YAP del Teatro dell’Opera di Roma. È Adina ne L’elisir d’amore Opera Domani al Teatro Sociale di Como.

Ruzil Gatin Tenore
Classe 1987, Ruzil Gatin si laurea all’Università di Mosca in Arte Drammatica e nel 2012 si diploma al Conservatorio del Kazan in Canto dove partecipa a diverse produzioni come L’amore delle tre melarance (Truffaldino), Eugene Onegin (Lensky), Le nozze di Figaro (Basilio), Roméo et Juliette (Tebaldo).
Vincitore di numerosi concorsi di canto internazionali: Youth of 21st Century in Bulgaria, The Way of Stars a St. Petersburg, Morning Star e il Grand Prix Youth Festival Competition a Mosca.
Nel 2016 vince il concorso AsLiCo e debutta nel ruolo di Pang in Turandot nei teatri di 23 città italiane. Successivamente debutta nel ruolo di Don Narciso ne Il turco in Italia al Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Sociale di Como e Teatro Ponchielli di Cremona. Entra a far parte dell’Accademia rossiniana a Pesaro dove ha preso parte alla produzione de Il viaggio a Reims come Libenskof e nel 2018 di Ricciardo e Zoraide, nel ruolo di Zamorre. Ancora è Don Ramiro in Cenerentola nei Teatri di Brescia, Cremona, Pavia, Ferrando in Così fan tutte e Lindoro in L’Italiana in Algeri a Trieste, il debutto al Teatro alla Scala avviene nel ruolo del Conte di Almaviva ne Il barbiere di Siviglia per il Progetto Accademia, Il viaggio a Reims nel Circuito AsLiCo, il Mosè in Egitto a Pisa e Novara. È cover di Juan Diego Florez nell’Orphée et Eurydice sempre al Teatro alla Scala e in Ricciardo e Zoraide al ROF di Pesaro; debutta al Bolshoi di Mosca ne Il viaggio a Reims, torna alla Scala nella produzione di Cenerentola e al Bolshoi con Il barbiere di Siviglia; ancora il debutto alla Royal Danish Opera sempre con Il barbiere di Siviglia, La Sonnambula nel Circuito Aslico, Thybald nel Roméo et Juliette del Teatro alla Scala, Il viaggio a Reims al Palau des Arts di Valencia, Don Pasquale al Bolshoi.

Giulia Mazzola Soprano
Vincitrice per il ruolo di Lisa per La Sonnambula di Vincenzo Bellini, 70a edizione del concorso per giovani cantanti lirici AsLiCo. Nata a Palermo nel 1996. All’età di 14 anni intraprende lo studio del canto lirico con il soprano Francesca Martorana e attualmente prosegue i suoi studi con il soprano Cinzia Forte. Debutta nel 2016 al Teatro Nuovo Giancarlo Menotti di Spoleto nei panni di Oscar nell’opera Un Ballo in Maschera; l’anno successivo è Micaela nell’opera Carmen nel medesimo teatro. Partecipa a numerosi concorsi tra cui: Comunità europea per giovani cantanti lirici 70ma edizione, classificandosi al quarto posto, XV Concorso Lirico Internazionale S. Francesco di Paola, dove ottiene il secondo posto, VI Concorso Internazionale di Canto Lirico Fausto Ricci dove ottiene il primo premio assoluto, 70° Concorso Aslico dove risulta vincitrice per il ruolo di Lisa per la prossima stagione 2019. Nel 2017 è la Regina della Notte nell’opera Die Zauberflöte per Europaincanto, in vari teatri d’Italia tra cui il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Sociale di Rovigo, il Teatro Argentina di Roma e il Teatro Mario del Monaco di Treviso. Nel 2018 debutta al Teatro Massimo di Palermo nei panni di Serpina nell’intermezzo La Serva Padrona, dove torna lo stesso anno nei panni di Cherie nell’intermezzo Il Duello Comico e nei panni di Giannetta nell’opera L’Elisir d’Amore. Veste i panni di Gilda nell’opera Rigoletto, riduzione OperaCamion, per il Teatro dell’Opera di Roma.

Luca Vianello Baritono
Nasce a Lecco nel 1987, intraprende gli studi di canto nel 2010 con il M° Davide Rocca e prosegue lo studio della tecnica vocale con il M° Sherman Lowe. Frequenta masterclass di interpretazione con l’attore e regista Mario Pizzuti e con il M° Bruno Taddia. Nel 2017 viene ammesso all’Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti, presso la Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca, dove ha l’occasione di perfezionarsi con numerosi professionisti di fama internazionale e dove debutta il ruolo del Signor la Rocca ne Il giorno di regno di G. Verdi. Nel 2015 interpreta il ruolo di Uberto ne La Serva Padrona di Pergolesi in alcuni teatri minori di Milano e provincia, con l’associazione Opera17 del M° Giuseppe Califano, e vince il ruolo di Shaunard per la stagione 2015/2016 del Teatro Concordia di Venaria Reale. Il 2016 lo vede impegnato in una tournée svizzera, dove interpreta una parte solistica nella prima esecuzione mondiale del Vespero Mysterium Montis di C. Rütti. Nel 2014,2016 e 2018 partecipa alla stagione Pocket Opera di AsLiCo e interpreta i ruoli di Fiorello nel Barbiere di Siviglia di G. Rossini, e del Conte di Ceprano e Barone di Douphol, rispettivamente in Rigoletto e in Traviata di G. Verdi. Nel 2017 debutta, per il Giovanni Paisiello Festival, il ruolo di don Basilio de Il barbiere di Siviglia di G. Paisiello, mentre nel 2018 debutta il ruolo di Gianni Schicchi, nel titolo omonimo di G. Puccini, per l’associazione VoceAllOpera di Milano, del M° Gianmaria Aliverta e il ruolo di Antonio nel Viaggio a Reims di G. Rossini, messo in scena per il circuito Opera Lombardia con la regia del M° Znaniecky e la direzione del M° Spotti. Il Teatro Regio di Parma lo vedrà invece coinvolto nel ruolo di Ser Gromolo per la stagione Regio-Young 2018, nell’opera contemporanea La spada nella roccia di Concetta Anastasi. Nell’ambito del progetto Opera Domani di AsLiCo, debutta nel 2014 il ruolo di Amonasro, nell’Aida di G. Verdi, nel 2018 il ruolo di Ecamillo, nella Carmen di G. Bizet, e nel 2019 i ruoli di Belcore e Dulcamara nell’Elisir d’amore di G. Donizetti. Nell’estate del 2019 sarà ancora Barone di Douphol nella Traviata del Teatro Sociale di Como, con la regia di Andrea Bernard e la direzione del M° Alessandro Palumbo.

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