LA VOIX HUMAINE
Tragédie lyrique in un atto. Musica di Francis Poulenc.
Libretto di Jean Cocteau, tratto dalla piéce omonima.
Prima rappresentazione: Parigi, Théâtre national de l’Opéra-Comique, 6 febbraio 1959.
Elle Anna Caterina Antonacci
CAVALLERIA RUSTICANA
Melodramma in un atto. Musica di Pietro Mascagni.
Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima
di Giovanni Verga.
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Costanzi, 17 maggio 1890.
Santuzza Teresa Romano
Turiddu Angelo Villari, Samuele Simoncini
Alfio Mansoo Kim
Mamma Lucia Giovanna Lanza
Lola Francesca Di Sauro
Direttore
Francesco Cilluffo
Regia
Emma Dante
Scene Carmine Maringola
Costumi Vanessa Sannino
Luci Cristian Zucaro
Coreografie Manuela Lo Sicco
Assistente alla regia Gianni Marras
Maestro del coro Diego Maccagnola
Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coproduzione Teatri di OperaLombardia e Fondazione Haydn di Bolzano
Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna
La voix humaine
La camera da letto della protagonista. Al levarsi del sipario la donna è sdraiata; mentre si alza per dirigersi verso la porta squilla il telefono. È una telefonata che, con alcune interruzioni, si protrarrà per tutta la durata dell’opera. La donna racconta all’uomo, che è lontano da lei da alcuni giorni, la sua giornata trascorsa con un’amica, ma l’atmosfera si fa presto tesa a causa delle risposte che arrivano dall’altro capo del filo. La discussione si svolge sul doppio registro delle parole e dei toni di voce, facendoci intuire che tra i due è in corso il tentativo di smascherare le reciproche bugie. A contribuire alle incomprensioni sono i disturbi che la donna afferma di sentire sulla linea, e che sembrano dare il senso di una distanza più affettiva che fisica. Dopo un’interruzione i due riprendono a discutere; adesso la conversazione verte direttamente sulle loro menzogne. La donna confessa di non essere stata da un’amica la sera prima, ma di non aver fatto altro che attendere una sua telefonata. Poi, nel tentativo di immergersi in un sonno senza sogni, aveva ingerito una dose massiccia di sonniferi; spaventata, aveva chiesto soccorso telefonando all’amica, che era sopraggiunta in suo aiuto con un medico alle quattro del mattino. Mentre racconta, scoppia a piangere e confessa tutto il suo tormento per l’assenza dell’uomo. La conversazione assume sempre più un tono disperato: la donna, dopo aver cercato di coinvolgere emotivamente l’interlocutore nel proprio dolore, capisce che è impossibile ristabilire un vero dialogo con lui. Il legame si è spezzato, e con esso la telefonata, che si chiude con un affranto «je t’aime» della donna.
Cavalleria rusticana
L’azione si svolge nel giorno di Pasqua nella piazza nella quale si trovano una chiesa e l’osteria di Lucia. Turiddu canta una serenata a Lola, della quale è perdutamente innamorato. Prima di partire per il servizio militare le ha giurato amore eterno, ma la giovane durante la sua assenza ha sposato Alfio, il carrettiere. Turiddu per vendicarsi inizia a corteggiare Santuzza, ma dopo averla sedotta, la trascura. Santuzza, angosciata e preoccupata, cerca Turiddu per parlargli e chiedere spiegazione del suo comportamento. Entra allora nella casa di Lucia, madre del giovane e, oramai disonorata ed abbandonata, le confida quanto sta succedendo: la passione tra Turiddu e Lola non si è mai spenta. Approfittando delle frequenti assenze di Alfio, i due si incontrano, e Turiddu viene visto sotto il balcone di Lola di notte.
Arriva Turiddu e i due discutono animatamente finché passa Lola che si sta recando alla messa di Pasqua sola. Le due donne si scambiano battute ironiche. Turiddu vorrebbe andare a messa con Lola, ma Santuzza lo trattiene finché lui per liberarsene non la butta a terra in malo modo. Santuzza, umiliata, nel colmo dell’ira gli augura ‘la Malapasqua’. Vedendo arrivare Alfio, gli racconta quanto succede. Alfio, che fino ad allora non aveva mai dubitato della fedeltà di Lola, decide di difendere il suo onore. Dopo la messa tutti escono dalla chiesa e la piazza torna a popolarsi. Turiddu comincia a festeggiare offrendo agli amici nell’osteria della madre Lucia un bicchiere di vino. Ne offre uno anche ad Alfio che, sdegnato, lo rifiuta. Turiddu si lancia contro Alfio e gli morde l’orecchio sfidandolo a duello pur sapendo di aver torto. Prima di andare all’incontro con Alfio, fingendosi ubriaco, Turiddu saluta la mamma e si fa benedire, raccomandandole di badare a Santuzza come se fosse sua figlia se lui non dovesse tornare e va ad incontrare il rivale. Mamma Lucia non capisce perché il figlio le parli così, arriva anche Santuzza e qualche attimo dopo le due donne sentono le grida dei paesani: “Hanno ammazzato compare Turiddu!”.
di Francesco Cilluffo
Gustav Mahler ne diresse la prima rappresentazione fuori dall’Italia. La Regina Victoria ne fu talmente entusiasta da richiedere una replica in forma privata al Castello di Windsor. Giuseppe Sinopoli ne fece una registrazione memorabile, portando in luce tutta la natura espressionista e rituale della partitura. Fu una delle pochissime opere liriche dirette in teatro da Leonard Bernstein. Non stiamo parlando di un’opera di Weber o di Wagner, bensì di Cavalleria Rusticana di Mascagni, una delle opere più popolari.
Come interpretarla, alla luce di quanto appena ricordato?
E’ sicuramente sbagliato ignorare la tradizione esecutiva di un’opera lirica a priori, ma ritengo che per rendere giustizia a Mascagni sia importante guardare alla partitura con occhi obiettivi e, per quanto possibile, nuovi. Se da un lato certi indugi e certe libertà di tradizione sono ormai parte all’opera – e a ragione, trattandosi di scelte già testimoniate nelle incisioni di Mascagni stesso – dall’altro questo capolavoro nasconde aspetti meno scontati che cerco di mettere in luce in queste rappresentazioni. Ad esempio, il celeberrimo tema dell’Intermezzo parte con l’indicazione pianissimo e solo gradualmente va verso il crescendo, in un’atmosfera piena di Sehnsucht mediterranea che – per tornare a Mahler – si manifesta nella stessa tonalità e con lo stesso organico del celebre “Adagietto” della Quinta Sinfonia (scritta però dodici anni dopo la prima di Cavalleria); vanno inoltre sottolineati in modo esplicito certi passi affidati ai contrabbassi che, come in Guglielmo Ratcliff, raffigurano musicalmente il nervosismo e la tensione sottesi all’azione, qui associati al personaggio di Alfio dal Preludio fino al vortice finale della prima parte, al grido “Ad essi non perdono!”; amo esasperare anche il carattere espressionista dell’entrata di Santuzza (affidata agli archi gravi, con atmosfere che preannunciano quasi Richard Strauss e persino Shostakovich), oppure il tema del celebre brindisi di Turiddu, che, nel suo suggerire abbandoni dionisiaci, verrà citato quasi testualmente nella Prima Sinfonia di Jean Sibelius (scritta dieci anni dopo Cavalleria).
In che rapporto mettere, poi, Cavalleria Rusticana e La voix humaine di Poulenc?
Si tratta di due opere che guardano entrambe alla solitudine, rappresentata però attraverso due riti diversi: in Cavalleria il rito religioso, comunitario e mediterraneo, in Voix humaine quello privato, cittadino, laico e ancora attuale nel suo utilizzare un mezzo di comunicazione di massa quale il telefono per “gestire” una relazione sentimentale. Opere peraltro scritte da due autori di ispirazione marcatamente “vocale”, che hanno però saputo trovare nel discorso musicale un modo di trasfigurare e rendere tangibile la natura depressiva che al tempo stesso nutriva e minava la loro vita artistica e la loro vicenda umana. Il dialogo di Elle con l’interlocutore telefonico, sebbene connotato da una dimensione sensuale innegabile (alla quale l’autore stesso allude nel frontespizio della partitura), nasconde anche la metafora del confronto tra vittima e carnefice, e persino tra credente e Dio, come ben sapeva il cattolico Poulenc (che concepì i Dialogues des Carmelites durante il travagliato e tragico rapporto con Lucien Roubert a Toulon). Proprio per evidenziare tali contrasti ho voluto dare rilievo, in questa partitura, alle punteggiature più “cattive” e fauves degli ottoni e delle percussioni, senza rinunciare alla ricchezza degli abbandoni melodici sentimentali, quasi da chanson leggera, che ad esse fanno da contrappunto (Poulenc si chiedeva nelle sue lettere se certi momenti non sembrassero “troppo à la Edith Piaf”!).
Le due partiture mi suggeriscono due approcci interpretativi opposti e al tempo stesso complementari alla loro tradizione esecutiva: in Poulenc, esasperare i lati più “appuntiti” dell’orchestrazione, laddove spesso ci si aspetterebbe un mondo sonoro patinato, senza linee e falsamente “impressionistico”; in Mascagni, asciugare ogni connotato bozzettistico (come fecero mirabilmente Mitropoulos, Sinopoli e Karajan) per arrivare a mettere sotto la lente d’ingrandimento il conflitto atavico e assolato della partitura, che dialoga col mondo archetipico dello Strauss di Salome ed Elektra.
Parafrasando una celebre definizione di Alberto Arbasino, si potrebbe dire che se il Wozzeck di Berg è la Cavalleria Rusticana dell’Europa settentrionale, La voix humaine altro non è che l’Erwartung dell’Europa meridionale.
GRANDE VIOLENZA E GRANDE DOLCEZZA
INTERVISTA A EMMA DANTE
di Walter Vitale
W.V. Un dittico per nulla usuale che affianca due opere stilisticamente differenti: c’è un filo conduttore nella sua messa in scena?
E.D. Sono due opere che, a mio parere, insieme stanno benissimo perché raccontano sostanzialmente la stessa cosa: l’abbandono di una donna, la solitudine determinata da un’impostazione fortemente maschilista. Anche se il tema le unisce, ho pensato a due messe in scena autonome, ma questo filo che le accomuna sarà comunque evidente nei due finali dal tragico epilogo.
W.V. La figura della donna abbandonata nell’opera è per lei una nuova sfida: un dolore contemporaneo che si sviluppa in una situazione intima e che si contrappone a un dolore più tradizionale in una dimensione collettiva.
E.D. Sono due contesti praticamente opposti: uno e la sofferenza della donna borghese, che ho immaginato afflitta dalla pazzia d’amore – tema che mi affascina particolarmente e con il quale e stato davvero interessante confrontarsi; le proiezioni interiori della protagonista saranno il modo per entrare nella sua psiche, in un racconto personale, profondamente intimo, spogliato della sua rappresentatività. Dall’altra parte troviamo invece Santuzza, donna del proletariato, il cui dolore e si personale ma in una dimensione “popolana”: cambiano le cerimonie, i modi di esprimere questo dolore. Entrambe le donne sono pero vittime della stessa situazione ed è interessante il confronto fra queste realtà.
W.V. Nell’opera di Poulenc un ruolo fondamentale lo ricopre un mezzo di comunicazione che ai tempi della stesura del soggetto di Cocteau non era accessibile a tutti. Il telefono (e le sue evoluzioni) oggi è invece parte integrante nella gestione dei rapporti umani. Qual è il ruolo di questo oggetto, nella sua regia, in relazione alla protagonista?
E.D. Il telefono sarà certamente presente: all’inizio si avrà l’impressione che tutto si svolga all’interno di una stanza di albergo ma, col progredire dell’azione, ci si renderà conto che l’ambiente e quello di un ospedale. Non e quindi il classico telefono col quale si conversa, ma un oggetto che perde il suo normale impiego perché collegato con una linea interna che la protagonista usa per rivolgersi all’ex amante. E un modo per dar voce ai pensieri della sua mente, dall’altra parte della cornetta, infatti, non c’è nessuno. Sara quindi il mezzo attraverso cui lo spettatore
conoscerà ed entrerà in contatto con lo stato d’animo di una donna che e letteralmente pazza d’amore. Per mettere in scena tutto ciò e stato importante poter lavorare con una grande artista come Anna Caterina Antonacci con la quale si e instaurata un’ottima intesa e un positivo confronto.
W.V. Cavalleria rusticana è l’opera che più racconta l’immaginario siciliano: nella sua regia ha assecondato questa aspettativa del pubblico?
E.D. Quella che viene raccontata in Cavalleria e una Sicilia da cartolina, uno di quei souvenir che giocano sugli stereotipi cari ancora a qualche turista. La Sicilia non e piu cosi: e una terra profondamente differente e le dinamiche del rapporto tra Turiddu e Santuzza oggi si possono trovare in Sicilia cosi come in tanti altri luoghi d’Italia in cui persiste questo genere di retaggio culturale. In tal senso e stato davvero difficile confrontarsi col tema perché la mia terra non e quella che l’opera richiede sia raccontata; ho scelto quindi di non dare una lettura contraria alla tradizione mantenendo i colori del sud, che comprendono per esempio l’oscurità dei veli neri o la presenza dei crocifissi nelle processioni religiose ma senza alcun connotato oleografico. Intendo narrare il rapporto tra l’anima siciliana e il sacro, la compresenza della vita profana con quella religiosa, e l’oppressione della donna, e sicuramente non l’aspetto folkloristico dato dalle coppole e dalle lupare.
W.V. Una delle sue cifre stilistiche è data dal gruppo di attori della sua compagnia teatrale che l’ha seguita in ogni produzione e ha sempre avuto un ruolo risolutivo in tante scene difficili: come agiranno in queste due opere?
E.D. A Pavia lavorano con me sei attori che nella Voix humaine saranno le proiezioni mentali della protagonista, i fantasmi che si aggirano nella stanza in cui e ricoverata e che sara affollata da queste figure: il fatto che sia un’opera piu intima mi ha portato a elaborare una regia che si discosta dalle mie precedenti in cui ho fatto riferimento a un gruppo di attori piu ampio. Cavalleria rusticana invece e l’esasperazione del cerimoniale: oltre ai sei attori della mia compagnia sono coinvolti anche altri, tra cui gli allievi della Scuola di Teatro della Fondazione Fraschini e dell’Università degli Studi di Pavia, molto preziosi perché si stanno concentrando sul progetto con grande partecipazione e grazie a loro rappresenterò il popolo, gli uomini che affiancano Alfio e le donne del paese
EMMA DANTE Regista
Nata a Palermo nel 1967, Emma Dante esplora il tema della famiglia e dell’emarginazione attraverso una poetica di tensione e follia nella quale non manca una punta di umorismo. Drammaturga e regista, si e diplomata a Roma nel 1990 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Nel 1999 costituisce
a Palermo la compagnia Sud Costa Occidentale con la quale vince il premio Scenario 2001 per il progetto mPalermu e il premio Ubu 2002 come novità italiana. Nel 2001 vince il premio Lo Straniero, assegnato da Goffredo Fofi, come giovane regista emergente, nel 2003 il premio Ubu con lo spettacolo Carnezzeria come migliore novità italiana e nel 2004 il premio Gassman come migliore regista italiana e il premio della critica (Associazione Nazionale Critici del Teatro) per la drammaturgia e la regia. Nel 2005, vince il premio Golden Graal come migliore regista per lo spettacolo Medea.
Ha pubblicato Carnezzeria. Trilogia della famiglia siciliana con una prefazione di Andrea Camilleri (Fazi 2007) e il suo primo romanzo Via Castellana Bandiera (Rizzoli 2008), vincitrice del premio Vittorini e del Super Vittorini 2009. Nell’ottobre del 2009 le viene assegnato il premio Sinopoli per la cultura. Il 7 dicembre del 2009 inaugura la stagione del Teatro alla Scala con la regia di Carmen di Bizet diretta da Daniel Barenboim. Sono stati in repertorio dal 2000 al 2010 in Italia e all’estero: mPalermu, Carnezzeria, Vita mia, Mishelle di Sant’Oliva, Medea, Il festino, Cani di bancata, Le pulle e tre favole per bambini e adulti pubblicati da Dalai editore Le principesse di Emma. Dal gennaio 2011 gira in Italia e all’estero lo spettacolo La trilogia degli occhiali, pubblicato da Rizzoli, costituito da tre capitoli: Acquasanta, Il castello della Zisa e Ballarini. Nell’aprile 2012 debutta a Parigi all’Opéra-Comique La muta di Portici di Auber diretta da Patrick Davin che viene ripresa nel marzo 2013 al Teatro Petruzzelli di Bari con la direzione di Alain Guingal, con grande successo di pubblico e di critica; con questo titolo vince il premio Abbiati nel 2014. Nell’ottobre 2012 debutta, al Teatro Olimpico di Vicenza, verso Medea tratta da Euripide, con musiche e canti composti ed eseguiti dal vivo dai fratelli Mancuso. Nel 2013 presenta in concorso alla 70a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film Via Castellana Bandiera tratto dall’omonimo romanzo, per il quale Elena Cotta vince la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile. Via Castellana Bandiera vince i seguenti premi: Premio Soundtrack alla miglior colonna sonora, Premio Navicella, attribuito dalla Rivista del Cinematografo, Premio Lina Mangiacapre. Il 18 gennaio 2014 inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con Feuersnot di Richard Strauss con la direzione di Gabriele Ferro. Nel 2014 riceve l’incarico biennale di direttrice artistica del 67° ciclo di spettacoli classici al Teatro Olimpico di Vicenza. Nel 2014 debutta al Teatro Mercadante di Napoli Le sorelle Macaluso coprodotto dal Théâtre National di Bruxelles e dal Festival d’Avignone all’interno del progetto Cities on stages. Nel 2014 Le sorelle Macaluso vince il premio Le Maschere come miglior spettacolo dell’anno, il Premio della critica 2014, il Premio Ubu per la regia e il Premio Ubu per il miglior spettacolo 2014. Nel 2014 debutta al Teatro Kismet di Bari Operetta burlesca prodotto dalla Compagnia Sud Costa Occidentale. Nello stesso anno Emma Dante diventa regista principale al Teatro Biondo, e direttrice della “scuola delle arti e dello spettacolo” costituita all’interno del teatro stabile della citta di Palermo. Alla fine del primo corso di questa scuola, nasce lo spettacolo Odissea A/R che va in tournée nei più importanti teatri d’Italia. Nel 2014 vince il premio De Sica per il teatro e il Premio Ipazia all’eccellenza femminile. Il 21 gennaio del 2015 inaugura la stagione del Teatro Massimo con l’opera Gisela! di Hans Werner Henze. Il 22 gennaio 2016 al Teatro dell’Opera di Roma firma la regia della Cenerentola di Rossini. Il 21 gennaio 2017 inaugura la stagione del Teatro Massimo con Macbeth di Verdi diretto da Gabriele Ferro, spettacolo coprodotto da Regio di Torino e dal Macerata Opera Festival.
FRANCESCO CILLUFFO Direttore
Nato a Torino, si è diplomato in direzione d’orchestra e in composizione presso il Conservatorio della sua città, laureandosi anche in storia della musica al DAMS. A Londra ha conseguito un master alla Guidlhall School of Music and Drama e un dottorato al King’s College, perfezionandosi nel frattempo con Michael Tilson Thomas (London Symphony Orchestra), Gianluigi Gelmetti (Accademia Chigiana di Siena), Ivan Fischer (Budapest Festival Orchestra). Ha anche lavorato come coach di repertorio italiano alla Guildhall School of Music and Drama di Londra ed è stato maestro sostituto nei teatri di Torino, Jesi, Mantova, Livorno e al Festival di Barga. È stato direttore assistente di Rani Calderon nel Simon Boccanegra di Verdi (Opéra du Rhin, Strasburgo) e nella Semiramide di Rossini (Danish Royal Opera House, Copenhagen), di John Mauceri (Danish Radio Symphony Orchestra), di Lothar Zagrosek in Intolleranza 1960 di Luigi Nono (Teatro la Fenice di Venezia), di Asher Fisch (Teatro Massimo di Palermo) e di Sir John Eliot Gardiner (Monteverdi Academy). Tra i suoi impegni passati degni di nota: il Requiem di Mozart (ed. Levin) con l’Orchestra Filarmonica di Torino; una nuova produzione dell’opera The Servant di Marco Tutino al Teatro Rossini di Lugo; una nuova produzione de Le Nozze di Figaro di Mozart al Byblos International Festival; il Requiem in do minore di Cherubini con l’Accademia Stefano Tempia di Torino; un concerto sinfonico per MiTo con l’Ensemble Europeo Antidogma; un Gala Verdiano con la Scottish Opera di Glasgow; Socrate di Satie al Barbican Centre di Londra; diverse produzioni per istituzioni quali il London City Festival, Saddler’s Wells e la London Contemporary Dance School. Ha anche regolarmente diretto l’Orchestra del Master dei Talenti musicali della Fondazione CRT. Tra le sue apparizioni più recenti si ricordano: Das Lied von der Erde di Mahler (vers. Schoenberg) al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca; un ciclo di concerti con l’Orchestra Filarmonica di Santiago del Cile; Der König Kandaules di Zemlinsky al Teatro Massimo di Palermo; il Requiem op. 9 di Duruflé e la Sinfonia n. 14 di Shostakovich con l’Orchestra Filarmonica di Torino (nell’ambito della sua collaborazione triennale con l’istituzione); una nuova produzione de Il Trovatore di Verdi per l’AsLiCo in un tour che ha toccato i teatri storici della Lombardia e poi replicata a Milano e a Como; concerti sinfonici con l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari; concerti con la ORT-Orchestra della Toscana e Cinzia Forte (musiche di Wagner, Verdi e Prokofiev) per l’apertura dei Festival Incontri in Terra di Siena e Santa Fiora in Musica; L’Arlesiana di Cilea per l’apertura della stagione 2013-2014 del Teatro Pergolesi di Jesi (filmata in DVD dalla Dynamic); un Gala Verdiano alla Tchaikovsky Concert Hall di Mosca con i solisti e l’orchestra del Teatro del Galina Vishnevskaya Opera Centre; Cavalleria rusticana di Mascagni al Nuovo Teatro Comunale di Sassari; una nuova produzione di Tancredi di Rossini per il Circuito Lirico Lombardo con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, che ha toccato i teatri di Pavia, Cremona, Como e Brescia; una nuova produzione de La cambiale di matrimonio di Rossini al Teatro Regio di Parma e al Teatro Valli di Reggio Emilia; Il barbiere di Siviglia al Teatro Carlo Felice di Genova; una nuova produzione de Il Campiello di Wolf-Ferrari per l’apertura di stagione della nuova Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino, poi ripresa anche al Teatro Verdi di Trieste; un Gala Verdiano per il Festival Verdi di Parma; L’elisir d’amore per l’apertura della stagione lirica 2015 del Teatro Regio di Parma e al Teatro Comunale di Modena e poi con la New Israeli Opera e la Jerusalem Symphony Orchestra al Jerusalem Opera Festival; la prima mondiale dell’opera Le braci di Marco Tutino (tratta dall’omonimo romanzo di Sándor Márai) per l’apertura del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, poi ripresa all’Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino; una nuova produzione di Nabucco all’Opera di Kiel; una nuova produzione del Guglielmo Ratcliff di Mascagni al Wexford Festival Opera; concerti con la Filarmonica Arturo Toscanini a Parma; Roméo et Juliette di Gounod alla New Israeli Opera di Tel Aviv; La Traviata all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi; Rigoletto con la New Israeli Opera e la Jerusalem Symphony Orchestra al Jerusalem Opera Festival; Madama Butterfly con la New Israeli Opera a Tel Aviv; una nuova produzione di A Midsummer Night’s Dream di Britten al Teatro Ponchielli di Cremona e poi in tour per OperaLombardia (Brescia, Como, Pavia) e a Reggio Emilia; concerti sinfonici con i Bremer Philharmoniker; Tosca alla Tulsa Opera (debutto americano); il Requiem di Verdi al Grange Festival con la Bournemouth Symphony Orchestra & Chorus; La Bohème per l’apertura di stagione della New Israeli Opera di Tel Aviv; Risurrezione di Alfano al Wexford Festival Opera; la prima mondiale di Miseria e Nobiltà di Marco Tutino al Teatro Carlo Felice di Genova; L’Italiana in Algeri all’Opéra de Toulon. Tra gli impegni futuri: una nuova produzione di Isabeau di Mascagni a Opera Holland Park (Londra) e alla New York City Opera; un programma sinfonico (Ravel, Fauré, Casella) per MiTo a Milano e Torino; L’Oracolo di Leoni e Mala vita di Giordano al Wexford Festival Opera; una nuova produzione di Falstaff al Grange Festival.
ANNA CATERINA ANTONACCI Soprano
I premi che hanno salutato l’arrivo di Anna Caterina Antonacci sulla scena lirica sono tanto prestigiosi quanto significativi. Il Concorso Internazionale di Voci Verdiane a Parma nel 1988, il Concorso Maria Callas, e il Concorso Pavarotti: la cantilena, la capacità espressiva, ma soprattutto la voce. Dal Rossini brillante del debutto è presto passata al Rossini serio con Mosè in Egitto, Semiramide, Elisabetta, regina d’Inghilterra, ed Ermione. Ha poi proseguito con parti nobili e classiche quali le regine di Donizetti, le mozartiane Elvira, Elettra e Vitellia, e infine Gluck Armide, con la regia di Pier Luigi Pizzi e diretto da Riccardo Muti, aprì la stagione 1996-97 alla Scala. Seguirono Alceste, sia a Parma che a Salisburgo, e la Medea di Cherubini (a Tolosa e al Théâtre du Châtelet di Parigi).
Nel 2003 il suo trionfo come Cassandra nei Troiani allo Châtelet con Sir John Eliot Gardiner ha segnato il passaggio alle grandi eroine del repertorio francese, sui passi di Régine Crespin, nonché la nascita di una tragedienne e di una grande attrice. Ne La Juive e Carmen (rispettivamente a Covent Garden con Pappano and all’Opéra Comique con Gardiner), Antonacci ha fatto rivivere la tradizione lirica francese all’insegna di Viardot, altra grande interprete rossiniana. Dopo Agrippina e Rodelinda di Haendel, è stata Poppea a Monaco e Nerone a Parigi nella stessa Incoronazione di Poppea – queste diverse incarnazioni hanno prodotto l’ispirazione per Era la notte, il suo one-woman show intorno al Combattimento. Ultimamente, la collaborazione con Donald Sulzen ha portato Antonacci a concentrarsi sempre più sulla melodia, sia questa italiana (Tosti, Respighi) o francese, vedi Fauré (L’horizon chimérique), Debussy e Reynaldo Hahn.
Il 2013 ha rappresentato una pietra miliare, con la prima de La Voix humaine e due concerti, Penelope di Fauré e Sigurd di Reyer seguito da Carmen al Royal Opera House di Londra con Roberto Alagna e Cassandra in Les Troyens alla Scala diretto da Antonio Pappano.
Nelle stagioni successive di particolare rilievo sono state Iphigenie en Tauride al Grand Theatre de Geneve e al Hamburgische Staatsoper, la Penelope di Faure’ all’Opera du Rhin a Strasburgo e alla Monnaie, la prima mondiale della Ciociara di Marco Tutino all’Opera di San Francisco e al Teatro Lirico di Cagliari, la Sancta Susana alla Bastille. Recentemente Anna Caterina ha cantato Carmen al Teatro Regio di Torino, La Voix humaine in una nuova regia di Emma Dante al Teatro Comunale, Werther al Liceu di Barcellona e Palau de les arts. Ha anche avuto uno strepitoso successo in Gloriana in una nuova Produzione di David McVicar al Teatro Real Madrid e recentemente in Cassandra in Les Troyens al Wiener Staatsoper.
TERESA ROMANO Soprano
Di origine campana, inizia lo studio del canto sotto la guida di Giuliana Valente ed a soli vent’anni si diploma con il massimo dei voti presso il Conservatorio G. Martucci di Salerno.
Nel luglio 2005 vince la borsa di studio dell’Accademia per cantanti lirici del Teatro alla Scala; durante i due anni di studio, si esibisce, nello stesso teatro in numerosi concerti sia con pianoforte che con orchestra, nonché in concerti di repertorio liederistico, sotto la guida del M° J. Vaughan.
Giovanissima, in pochi anni di carriera, ha debuttato i principali ruoli del suo repertorio nei più importanti teatri italiani e stranieri, al fianco di musicisti quali Claudio Abbado, Riccardo Muti, Placido Domingo:
Presso il Teatro alla Scala, nell’ottobre 2006, ha debuttato il ruolo di Venere in Ascanio in Alba, diretta Giovanni Antonini, e nel novembre 2007 il ruolo di Fiordiligi in Così fan Tutte, diretta da Ottavio Dantone. Si è esibita in concerto con la Filarmonica della Scala diretta da Daniele Gatti, ha eseguito i Quattro pezzi sacri, interpretato Alice in Falstaff nel Circuito di OperaLombardia al fianco di Ambrogio Maestri e Madama Cortese ne Il Viaggio a Reims nella ripresa del famoso spettacolo di Luca Ronconi al Teatro alla Scala. Ha debuttato al Teatro di San Carlo di Napoli, in occasione della sua riapertura, ne La clemenza di Tito diretta da Jeffrey Tate con la regia di Luca Ronconi, al Teatro dell’Opera di Roma come Margherita nel Mefistofele, a Bologna e Jesi in un concerto dedicato a Pergolesi diretto da Claudio Abbado, inciso per la Deutsche Grammophon, all’Arena di Verona come Desdemona a fianco di Placido Domingo al Gala in suo onore, ed ha cantato a L’Aquila in un concerto lirico diretta da Riccardo Muti, ha debuttato nel ruolo di Leonora ne La Forza del Destino all’Arena Sferisterio di Macerata con la regia di Pierluigi Pizzi e al Teatro Regio di Parma durante il festival Verdi, cantando il ruolo di Leonora ne Il Trovatore.
Ha debuttato il ruolo di Amelia in Un Ballo in Maschera all’Arena Sferisterio di Macerata con la regia di P. Pizzi e al Filarmonico di Verona come Marchesa del Poggio in Un Giorno di Regno e in Francia presso l’Opéra Municipale de Marseille nel ruolo di Vitellia ne La Clemenza di Tito, diretta da Mark Shannan con la regia di D. Mc Vicar.
Nell’ambito della XXXIX Edizione del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, ha cantato il Requiem di Verdi diretta da Omer Meir Wellber. Ha debuttato al Teatro Comunale L. Pavarotti di Modena nel ruolo di Vitellia ne La Clemenza di Tito. Tra gli impegni recenti il debutto in Turandot nel Circuito Lombardo, al Filarmonico di Verona e al Regio di Torino. È anche la protagonista della Turandot di F. Busoni al Teatro Lirico di Cagliari.
ANGELO VILLARI Tenore
Nato a Messina, si è diplomato in canto lirico presso il conservatorio “A. Boito” di Parma e successivamente si è specializzato presso la Fondazione Toscanini con Alain Charles Billard.
Vincitore del primo premio al Concorso Internazionale di canto “Simone Alaimo, il Bel Canto” (2010), è inoltre arrivato finalista al concorso “Puccini Festival” a Torre del Lago. Nell’ambito del concorso “Il Bel Canto nella Valle dei Templi” ad Agrigento ha vinto il ruolo del Duca di Mantova nel Rigoletto di Verdi.
Ha debuttato in opere quali Il filosofo di campagna di Galuppi, L’oca del Cairo di Mozart, Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti ed il Mosè in Egitto di Rossini. Nel 2007 prende parte alla Luisa Miller di Verdi diretto da Donato Renzetti al Festival Verdi di Parma e successivamente, sempre al Teatro Regio, si è esibito nelle Szenen aus Goethes Faust di Schumann, nel Corsaro e nella Lucia di Lammermoor. Per la stagione estiva dell’Emilia Romagna Festival è stato protagonista del Requiem di Verdi e a Tivoli ha cantato la Petite Messe Solennelle di Rossini. Tra i ruoli interpretati ricordiamo inoltre: Canio nei Pagliacci di Leoncavallo, Turiddu in Cavalleria Rusticana di Mascagni, Cavaradossi nella Tosca di Puccini e Alfredo nella Traviata di Verdi. Tra gli impegni passati ricordiamo: Cavalleria Rusticana al Teatro Politeama di Lecce e al Teatro Argentina di Roma; Attila (Foresto) a Rovereto; il Trovatore al Festival Donizetti di Bergamo; Madama Butterfly all’Opera di Lubecca. Grande successo ha riscosso la sua interpretazione del ruolo di Torbeno nella nuova produzione de I Shardana di Ennio Porrino al Teatro Lirico di Cagliari, per la regia di Davide Livermore e la direzione di Anthony Bramall (DVD Dynamic). Ha inaugurato il 40° Festival della Valle d’Itria di Martina Franca interpretando il ruolo principale ne La donna serpente di Casella con la direzione di Fabio Luisi (DVD Bongiovanni). Ha poi cantato il ruolo di Maurizio nell’Adriana Lecouvreur nei teatri di OperaLombardia (Como, Pavia e Cremona) ed è stato Pinkerton nella Madama Butterfly a Bari, al Teatro Regio di Parma ed alle Terme di Caracalla per la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2015 ha cantato l’impegnativo ruolo del titolo nel Guglielmo Ratcliff di Mascagni al Wexford Festival Opera diretto da Francesco Cilluffo, riscuotendo il consenso della critica internazionale (CD RTE Lyric). Gli impegni più recenti includono: Il Trovatore a Catania; La campana sommersa di Respighi al Teatro Lirico di Cagliari per l’apertura della stagione 2016 con la direzione di Donato Renzetti (DVD Arthaus); Madama Butterfly alle Terme di Caracalla con Yves Abel, ad Astana e a Palermo; il Requiem di Verdi con il Teatro Regio di Parma; Un ballo in maschera al Teatro Costanzi di Roma con Jesus Lopez-Cobos e a Cagliari con Gérard Korsten; Tosca a Tours. Adriana Lecouvreur a Palermo con la direzione di Daniel Oren e la prima europea de La Ciociara di Marco Tutino al Teatro Lirico di Cagliari. Tra i suoi prossimi impegni ricordiamo: versione concerto de La forza del destino a Giessen; Norma a Rennes e Cavalleria Rusticana con Opera Lombardia in tour. Ha debuttato il ruolo di Amelia in Un Ballo in Maschera all’Arena Sferisterio di Macerata con la regia di P. Pizzi e al Filarmonico di Verona come Marchesa del Poggio in Un Giorno di Regno e in Francia presso l’Opéra Municipale de Marseille nel ruolo di Vitellia ne La Clemenza di Tito, diretta da Mark Shannan con la regia di D. Mc Vicar. Nell’ambito della XXXIX Edizione del Festival della Valle d’Itria di Martina
Franca (BA), ha cantato il Requiem di Verdi diretta da Omer Meir Wellber. Ha debuttato al Teatro Comunale L. Pavarotti di Modena nel ruolo di Vitellia ne La Clemenza di Tito.Tra gli impegni recenti il debutto in Turandot nel Circuito OperaLombardia, al Filarmonico di Verona e al Regio di Torino. È anche la protagonista della Turandot di F. Busoni al Teatro Lirico di Cagliari.
SAMUELE SIMONCINI Tenore
Ha studiato presso l’Istituto R. Franci di Siena sotto la guida di Anastasia Tomaszewska Schepis. Presso l’Accademia Musicale Chigiana è allievo di Raina Kabaivanska e frequenta l’Accademia di Alto Perfezionamento presso il Teatro Verdi di Pisa e l’Accademia Maggio Formazione presso il Teatro Comunale di Firenze. In quest’ultimo debutta nel ruolo di Rinuccio in Gianni Schicchi, di Almaviva nel Barbiere di Siviglia (per la regia di Damiano Michieletto), di Principe nell’opera moderna Snow White di Zaninelli (diretto dal M. Michele Mariotti), di Contino Belfiore nella Finta Giardiniera (diretto dal M. Enrique Mazzola), di Don Pelagio nella Canterina di Haydn (diretto dal M Carlo Montanaro), di Beard in Where the wild things are di Knussen. Ha cantato inoltre come tenore solista nella Messa Solenne in Re Min. di Cherubini diretto dal M. Riccardo Muti. Al Teatro Regio di Parma interpreta il Pastore nell’ Oedipus Rex di Stravinskij diretto dal M. Bruno Bartoletti, oltre a diversi ruoli di fianco nel Festival Verdi. Per il Circuito OperaLOmbardia è stato Goro nella Madama Butterfly ed Ernesto nel Don Pasquale diretto dal M. Francesco Maria Colombo (ruolo che porta anche nei teatri della Lombardia e del Trentino per il progetto Pocket Opera). Al Teatro Bonci di Cesena interpreta quindi il Duca di Mantova nel Rigoletto diretto dal M. Fabrizio Maria Carminati, opera che riprende al Festival di Salon de Provence. Negli ultimi mesi si è perfezionato con il mezzosoprano Laura Brioli, da cui il passaggio ad un repertorio lirico-spinto / drammatico. Ha recentemente debuttato Edgar, Le Villi (Roberto) e La Rondine (Ruggero) a Lucca e Tosca a Casciana Terme diretto dal M. Giovanni Reggioli. Al Festival Pucciniano è stato impegnato come Cover nella Tosca per la regia di Vanzina. Ha debuttato con successo il ruolo di Osaka in Iris di Mascagni al Teatro Verdi di Pisa diretto dal M. Daniele Agiman con la regia di Hiroki Ihara e Pinkerton in Madama Butterfly di Puccini a Cattolica. Tra i prossimi impegni Tosca in tournée in Giappone.
MANSOO KIM
Nato in Corea del Sud nel 1979, si è diplomato in canto a pieni voti presso l’Università Kei Myung e ha poi conseguito il Corso Master MBA nel 2009. Successivamente trasferitosi in Italia, si è laureato nel 2012 con il massimo dei voti al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano con Vittorio Terranova. Dopo il diploma, ha studiato con Donato Renzetti e Leo Nucci alla Scuola dell’Opera Italiana, Corso di Alto Perfezionamento nel repertorio verdiano. Ha vinto numerosi premi tra i quali 1˚ Premio al Concorso Principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso 2011; il 3˚ Premio al 1˚ Concorso Giacinto Prandelli 2012; il 1˚ Premio al Concorso Ruggiero Leoncavallo, il Maria Malibran, l’Anselmo Colzani a Budrio nel 2013, il 2° Premio al Concorso Internazionale Scaligero Maria Callas Verona 2014.
Si è esibito in Corea in molte opere quali La Traviata, La rondine, Turandot, La Bohème, The old maid and thief & the telephone e di recente in Pagliacci.
Mansoo Kim ha debuttato in Italia nel 2012 come Belcore ne L’elisir d’amore a Milano, Giorgio Germont in Traviata a Brescia, dove di recente ha debuttato anche il ruolo di Rigoletto. Con il Progetto Verdi 2013 per il Bicentenario Verdiano ha interpretato il ruolo di Miller in Luisa Miller nei Teatri di Busseto e di Piacenza con Donato Renzetti e Leo Nucci, ruolo che ha poi cantato di nuovo anche a Ferrara e a Ravenna. Ha poi cantato Guido di Monforte ne I Vespri siciliani con Stefano Ranzani e la regia di Davide Livermore a Reggio Emilia, Modena e Piacenza. In occasione del Festival Verdi 2014 del Teatro Regio di Parma canta Giorgio Germont in Traviata al Teatro Verdi di Busseto, in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna, il Concorso Internazionale Voci Verdiane e la Scuola dell’Opera Italiana. Al Teatro Carlo Felice di Genova canta nuovamente il ruolo di Miller (Luisa Miller), direttore Andrea Battistoni e regia di Leo Nucci e nello stesso teatro ha debuttato in seguito numerosi ruoli, quali Enrico ne Lucia di Lammermoor, direttore Giampaolo Bisanti, regia di Dario Argento; Mr Flint in Billy Bud con Andrea Battistoni e Davide Livermore; il ruolo del titolo Simon Boccanegra con Stefano Ranzani e Andrea De Rosa; inoltre Duca di Nottingham ne Roberto Devereux con Francesco Lanzillotta e la regia di Alfonso Antoniozzi, insieme con Mariella Devia e Sonia Ganassi, con registrazione per Dynamic/Naxos; inoltre i ruoli di Don Carlo ne La Forza del destino con Andrea Battistoni, e di Rodrigo in Don Carlo, direttore Valerio Galli. Ha cantato inoltre nei Teatri di Piacenza e Modena Sharpless in Madama Butterfly, direttore Valerio Galli e regia Sandro Pasqualetto. Mansoo Kim ha debuttato nella stagione 2016/17 il ruolo di Renato nel Ballo in maschera con Donato Renzetti e la regia di Leo Nucci nei Teatri di Piacenza, Ravenna e Ferrara. Debutta a Bari Amonasro in Aida, direttore Giampaolo Bisanti, regia Joseph Franconi Lee. Tra i prossimi impegni sarà di nuovo a Genova per Giorgio Germont (Traviata). La prossima stagione canterà il ruolo di Simone nel Simon Boccanegra che aprirà la stagione 2019 del Petruzzelli di Bari.
GIOVANNA LANZA Mezzosoprano
Si è diplomata presso il conservatorio di Trapani dedicandosi dapprima al genere vocale da camera e al repertorio settecentesco. È stata vincitrice di diversi concorsi nazionali e internazionali tra cui il G. Di Stefano di Trapani. Ha collaborato con l’Accademia della Scala e con il Ravenna Festival per il Giulio Sabino di G. Sarti interpretando il ruolo di Arminio (Accademia bizantina diretta dal M° O. Dantone ). Ha interpretato diversi ruoli tra cui Zita del Gianni Schicchi, Marchesa della Figlia del reggimento, Maddalena del Rigoletto, Fenena del Nabucco, Rosina del Barbiere di Siviglia, Cenerentola, Dorabella del Così fan tutte, Frugola del Tabarro, Carmen etc. È stata ospite di diversi Teatri tra cui il Teatro Verdi di Trieste, dove ha interpretato Suzuki in Madama Butterfly (dir. F. M. Carminati, reg. Tiezzi ) e Seconda Corifea ne Assassinio nella Cattedrale (dir. D. Renzetti, reg. U. Manani), il Teatro dell’Opera di Roma Die Aufseherin in Elektra (dir. W. Humburg, reg. H.Brockhaus), il Teatro Massimo di Palermo con Romeo et Juliette di H. Berlioz (dir. F. M. Carminati, reg. A. Amodio ) e Ninetta dei Vespri Siciliani (dir. R. Weikert, reg. N. Joel ) e Bersi, Andrea Chenier (dir. A. Licata, reg. G. Del Monaco ). Per la Fondazione Arena di Verona ha eseguito in concerto la Cantata Giunone di G. Rossini con la direzione del M° C. Scimone. In collaborazione con l’Orchestra di Wroclaw ha cantato il ruolo di Zia Principessa della Suor Angelica di Puccini con la direzione del M° J. Latham Koenig. Al Teatro Olimpico di Vicenza ha interpretato il ruolo di Vespetta del Pimpinone di T. Albinoni con I Solisti Veneti diretti dal M° C. Scimone. Ha debuttato a Roma nella Basilica dell’Ara Coeli la Messa di Requiem di G. Verdi (dir. F. La Vecchia). A Trieste è stata interprete del ruolo di Carmen della Carmen de los corrales di D. Pacitti su musiche di G. Bizet. È stata ospite in Polonia del Festival Wratislavia Cantans di Wroclaw per la Messa di Requiem di G. Verdi (dir. J. Latham-Koenig ). Ha debuttato lo Stabat Mater di Vivaldi a Vienna con la Junge Philarmonie diretta dal M° Lessky. Costante la sua collaborazione con i Solisti Veneti e il M° Scimone che l’hanno vista interprete dello Stabat Mater di Pergolesi e del Requiem di Mozart per l’inaugurazione dell’Ente Veneto Festival a Padova e Verona. Fra i prossimi impegni sarà a Bolzano per l’Ariadne auf Naxos con l’Orchestra Haydn.
FRANCESCA DI SAURO Mezzosoprano
Nasce a Napoli nel 1994. Nel 2015 viene ammessa al Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, dove studia sotto la guida di Emma Innacoli. Nell’aprile 2016 ricopre il ruolo di Flora (La traviata) prodotta dall’Associazione musicale Jubilate Deo di Torre del Greco. Nel settembre dello stesso anno esegue lo Stabat Mater di Pergolesi al Festival internazionale di musica sacra di Ruffano (Lecce). Nel maggio 2017 vince i premi come miglior giovane e migliore interpretazione al sesto Concorso internazionale di canto lirico F. Mattiucci. Nel luglio 2017 si esibisce come solista al Museo nazionale di Capodimonte di Napoli nell’ambito della rassegna Luglio musicale a Capodimonte. A dicembre 2017 ricopre il ruolo di Giannetta (L’elisir d’amore) presso il Teatro Bellini di Napoli. Partecipa alla masterclass tenuta da Barbara Frittoli nell’ambito del progetto Roma Opera Campus. Vince il primo premio al Concorso internazionale di canto lirico B. De Tomasi, in occasione del quale viene scelta per esibirsi, in qualità di solista, presso il Palacio de Festivales de Cantabria a Santander.