Dramma tragico in tre atti. Musica di Gaetano Donizetti. Libretto di Salvatore Cammarano, dal romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott.
Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 26 settembre 1835
Lucia Ekaterina Bakanova, Romina Casucci
Edgardo Francisco Corujo, Alessandro Scotto di Luzio
Enrico Ashton Serban Vasile, Alexandru Aghenie
Arturo Bucklaw Alessandro Scotto di Luzio, Matteo Falcier
Raimondo Giovanni Battista Parodi
Alisa Cinzia Chiarini
Normanno Alessandro Mundula
Direttore
Matteo Beltrami
Regia
Henning Brockhaus
Scene Josef Svoboda
Ricostruzione allestimento scenico Benito Leonori
Costumi Patricia Toffolutti
Coreografie Emma Scialfa
Maestro del coro Antonio Greco
Coro AsLiCo del Circuito Lirico Lombardo
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coproduzione Teatri del Circuito Lirico Lombardo, Teatro Coccia di Novara, Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Teatro dell’Aquila di Fermo, Teatro Alighieri di Ravenna
Opera rappresentata con sovratitoli
Parte prima La partenza
Atto unico
Nel parco intorno al castello di Ravenswood. Avvertito della presenza di un estraneo nel parco del castello, il capo degli armigeri, Normanno, invia un gruppo di cacciatori a perlustrare la zona. Lord Enrico Ashton e Raimondo Bidebent, precettore di Lucia, sorella di Enrico, si uniscono a lui. Enrico è rattristato perché la sua famiglia è in disgrazia, i suoi nemici prosperano, ma Lucia rifiuta di sposare Lord Arturo Bucklaw, il solo in grado di aiutarli. Per la giovane, addolorata per la recente scomparsa delle madre, è prematuro parlare di matrimonio. Ma Normanno sospetta che Lucia ha già un innamorato che incontra tutti i giorni nel parco, forse Sir Edgardo di Ravenswood, l’acerrimo nemico di Enrico ritornato di nascosto dall’esilio.
All’ingresso del parco. Mentre attende Edgardo, Lucia sconvolta confida alla sua dama di aver scorto un’apparizione spettrale. Alisa le consiglia invano di interrompere il legame con Edgardo, destinato a portare disgrazie. Al loro incontro, Edgardo annuncia a Lucia di dover lasciare la Scozia, ma prima intende chiedere a Enrico la mano della sorella come pegno di pace. Lucia lo prega di desistere dal suo intento, ma Edgardo ne è indignato: per amore di Lucia è infatti pronto a perdonare Enrico, colpevole di avergli ucciso il padre. Se Enrico persevererà nel suo odio, Edgardo vendicherà la morte del padre. Lucia cerca di placarlo e i due si giurano legati come marito e moglie.
Parte seconda Il contratto nuziale
Atto I
Nell’appartamento di Lord Ashton. Enrico ha preparato le nozze di Lucia con Arturo, atteso al castello con parenti e invitati. Con lo stratagemma di una lettera d’amore, Enrico convince Lucia che Edgardo l’ha dimenticata ed è innamorato di un’altra donna. Lucia sconvolta accetta di sposare Arturo, per salvare la sua famiglia dalla rovina economica. Raimondo le confida di aver cercato inutilmente di avere notizie di Edgardo: questo silenzio è una conferma della sua infedeltà.
Nella sala addobbata per il matrimonio. Parenti e invitatati attendono la sposa, che pallida e affranta si avvicina al tavolo per firmare il contratto di nozze. Ma irrompe Edgardo, mentre Lucia sviene. Raimondo cerca di riportare la calma. Quando Enrico mostra il contratto di nozze firmato, Edgardo furioso le rende l’anello e si offre poi all’ira dei nemici, mentre Lucia sviene.
Atto II
Nella sala della torre di Wolferag. Edgardo, solo e malinconico, medita sulla sua triste sorte mentre fuori infuria il temporale. Enrico gli annuncia le avvenute nozze di Lucia e lo sfida a duello per l’insulto rivolto alla sorella. I due si incontreranno all’alba, vicino alle tombe di Ravenswood.
Nel salone del castello di Lammermoor. Durante i festeggiamenti del matrimonio, Raimondo giunge nel salone e annuncia che la giornata ha avuto un tragico epilogo: Lucia, sconvolta dagli eventi della mattina, ha infatti ucciso il marito in un improvviso accesso di follia. Ancora fuori di sé, crede di trovarsi davanti all’altare con Edgardo e non riconosce nessuno. Enrico si allontana sconvolto e in preda al rimorso, affidando Lucia a Raimondo e Alisa.
Fuori del castello di Wolferag, tra le tombe dei Ravenswood. Edgardo è determinato a lasciarsi uccidere da Enrico. Assorto nei suoi pensieri, apprende della disgrazia da alcuni abitanti del castello. Edgardo si precipita, sperando di arrivare in tempo per rivedere un’ultima volta la donna amata, ma viene fermato da Raimondo che gli annuncia la morte di Lucia. Disperato, Edgardo innalza una preghiera all’anima dell’amata e si uccide trafiggendosi con un pugnale.
RISTUDIARE UN CAPOLAVORO
di Matteo Beltrami
Ci si interroga spesso su cosa voglia dire ‘filologia’. Se lo chiedono gli artisti, il pubblico, la critica, ognuno partendo dal proprio punto di vista e proiettando inevitabilmente desideri e presunte priorità. L’artista-interprete non ha a che fare solo con l’esito di un lavoro, ma anche con il modo di procedere nel corso dello studio e della preparazione. Per questo può chiedersi cosa significhi ‘atteggiamento filologico’ e non solo ‘filologia’. Può chiedersi se sia meglio congelare e riproporre soluzioni luminose ed efficaci, ma frutto di situazioni passate, o tentare di creare un modus operandi in cui lo studio si possa fondere con il piacere della ricerca condivisa e la serietà dell’analisi non precluda necessariamente l’entusiasmo della creatività.
Era prassi nell’opera italiana del ‘700 e ‘800 poter contare su alcuni margini di libertà per assecondare e valorizzare le peculiarità degli interpreti in variazioni e cadenze. E c’è in Lucia un’occasione particolarmente famosa e generosa per farlo: la cadenza della pazzia della protagonista. La versione che siamo abituati a sentire, cristallizzata in uno scambio di virtuosismi, scale, trilli e arpeggi tra soprano e flauto, o glassarmonica, è solo una delle possibilità che sono state messe a punto e praticate in passato. Ce ne sono molte altre di cui è rimasta testimonianza. E ci sono tutte le infinite possibilità di crearne di nuove. Noi ne proporremo una. E sarà il momento in cui assumerà maggiore evidenza di risultato lo spirito che ha in realtà caratterizzato tutto il lavoro di questa produzione: ristudiare un capolavoro noto, analizzarlo insieme, entusiasmarci nel riscoprire le meraviglie di quest’opera e creare qualcosa di nuovo dove era consuetudine, se non obbligo, farlo.
LE DEFORMAZIONI DELL’ANIMA
di Henning Brockhaus
Lucia di Lammermmor, l’opera che trionfò e appassionò il suo pubblico fin dal debutto al Teatro San Carlo di Napoli nel 1835 è il risultato di un’intensa e proficua collaborazione tra il librettista Salvatore Cammarano e Gaetano Donizetti. Il libretto è ispirato al romanzo storico di Sir Walter Scott, The Bride of Lammermoor. Siamo nel Medioevo scozzese al tempo della Guerra delle Rose e della guerra tra due clan: quello degli Ashton (la famiglia cui appartengono Enrico e Lucia), e quello dei Ravesnswood di cui fa parte Edgardo, l’amante della protagonista costretta a sposare Arturo Bucklaw per salvare il proprio fratello ormai prossimo alla rovina. È una storia di potere che vede protagonisti uomini guerrieri coinvolti in continue violenze e questo stesso mondo di violenza maschile opprime, schiaccia l’innamorata Lucia, appena orfana di madre, salvata dall’amato Edgardo da un letale violento toro. Nella maggior parte dei numerosi allestimenti dell’opera che sono stati proposti sui palcoscenici di tutto il mondo, Lucia è predisposta alla follia fin dalla prima entrata. Io non la credo affatto folle fin dal principio, ma al contrario una persona piena di emozioni giuste, umane, sane. Lucia è in pieno possesso della sua vita empatica, ammette il dolore, conosce l’amore e lo vive emozionalmente, la gioia che Donizetti sottolinea con tutta l’introduzione dell’arpa, le angosce più profonde del nostro essere e, contrariamente a suo fratello, lei vive queste emozioni. Enrico è morto in quanto odia se stesso e gli altri, segue esclusivamente le logiche del potere ed è quindi determinato dall’esterno, non ha una vita interiore come Lucia.
La musica di Donizetti fa emergere di battuta in battuta una differenza evidente e abissale tra il mondo femminile di Lucia fatto di un susseguirsi continuo di diversi sentimenti, amore ed emozioni e quello unilaterale maschile dove trionfano quasi unicamente la smania di potere, di guerra (quindi di distruzione) e l’odio. Le musiche del mondo di Enrico sono spesso marce o musiche cupe. Enrico è infelice, odia se stesso, non conosce l’amore, non ha una donna, non soffre per la morte della madre e ne parla soltanto in una battuta cinicamente. Si potrebbe anche dire che ciò che sembra essere normale sia in realtà la vera follia. Enrico, Raimondo, Normanno e in parte anche Edgardo sono personaggi deformati con grandi mancanze emotive. Lucia rimane sorpresa e quasi scioccata dal primo incontro con l’amato Edgardo: si frequentano da molto tempo anche se di nascosto, ma finora non lo aveva mai conosciuto come uomo di potere, e ignorava il suo odio. La protagonista viene poi condotta alla follia da giochi di potere e inganni ad esso legati. Il culmine dell’opera è la famosa scena della follia che viene sempre rappresentata seguendo i clichées di quello che noi pensiamo sia folle con strani gesti e atteggiamenti secondo me gratuiti che non arrivano in nessun modo al vero nucleo di quanto accade con Lucia. È sorprendente che Cammarano e Donizetti la facciano parlare di Edgardo pur avendo appena assassinato Arturo. Lucia assassina parla con amore di Edgardo. Per me c’è una sola spiegazione a questa scelta drammaturgica: in verità Lucia è stata spinta alla schizzofrenia. Si è ribellata ai giochi di potere esterni a lei, ammazzando Arturo per salvare dentro di sé la sua vera vita emozionale, cioè l’amore verso Edgardo. Nella mia lettura Lucia arriva in scena con il cadavere di Arturo, ma per lei questo morto diventa in una proiezione psicologica il simbolo del suo amore per Edgardo. Tutta la scena (come dimostra la musica) è piena d’amore. Tutti rimangono scioccati e quasi pietrificati (Donizetti non fa più cantare né il coro né Raimondo): Lucia riesce a realizzare il suo vero amore solo con il morto Arturo. Allora come oggi l’eccessiva smania di potere porta a una deformazione dell’anima che può rivelarsi causa di follia. La nostra storia recente è piena di psicopatici e di individui che si sono consegnati al potere. In questo senso Lucia di Lammermoor risulta ancora attuale e contemporanea.
MATTEO BELTRAMI Direttore Diplomato in violino al Conservatorio di Genova e in direzione d’orchestra al Conservatorio G. Verdi di Milano, debutta a vent’anni come direttore a Genova eseguendo Il trovatore. Nel 2004 è chiamato a dirigere Il matrimonio segreto con l’Orchestra Sinfonica ‘G. Gavazzeni’, della quale diventa direttore ospite. Nello stesso anno è finalista con speciale valutazione di merito al Concorso per giovani direttori d’orchestra della Comunità Europea ‘F. Capuana’. Nel 2005 dirige una serie di concerti con l’Orchestra Sinfonica Gavazzeni e l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali. Nell’autunno 2005 dirige La traviata allo Staatsoper di Stoccarda. Nel 2006 Il barbiere di Siviglia a Shanghai con le maestranze del Teatro Carlo Felice di Genova, Rigoletto a Mantova, L’elisir d’amore a Montpellier e Il barbiere di Siviglia in una nuova produzione del Circuito Lirico Lombardo. Dirige La Cenerentola al Festival Spoleto/Charleston e La medium di Menotti e Gianni Schicchi nel Circuito Lirico Lombardo, dove torna poi per La voix humaine e I pagliacci, dittico che interpreta anche nei Teatri Pergolesi di Jesi e Comunale di Ferrara con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Dirige poi Il barbiere di Siviglia a Ravenna, cui segue Il campanello di Donizetti a Fano. Debutta a Dresda in Rigoletto, alla Fenice ne L’elisir d’amore e a Darmstadt in Nabucco. Recentemente ha diretto La bohème alla Fenice, La medium e Gianni Schicchi a Trieste e Il barbiere di Siviglia nel Circuito Lirico Lombardo. In concerto, dirige diversi programmi vocali con solisti quali Jonas Kaufmann (a Monaco di Baviera e Amburgo), Egils Silins con l’Orchestra Filarmonica Lettone (a Riga), Fiorenza Cedolins (a San Pietroburgo con la Filarmonica), Bruno De Simone (al Teatro San Carlo di Napoli), al Verdi Festival di Parma, al Teatro Filarmonico di Verona, al Teatro Bellini di Catania.
HENNING BROCKHAUS Regista Nato a Plettenberg in Germania, dopo una carriera promettente come clarinettista, frequenta la Freie Universität di Berlino, dove studia psicologia, filosofia e scienza del teatro, seguendo contemporaneamente come assistente volontario alla regia diverse produzioni alla rinomata Volksbühne Berlin DDR, al Berliner Ensemble e alla Staatsoper di Berlino. L’incontro nel 1975 con Giorgio Strehler segna il suo orientamento definitivo verso la regia. In seguito diviene assistente e stretto collaboratore del fondatore del Piccolo Teatro di Milano. La collaborazione con Strehler è proseguita anche al Teatro alla Scala di Milano con Lohengrin, due riprese di Die Entführung aus dem Serail, Simon Boccanegra, Don Giovanni e Le nozze di Figaro. Dal 1984 al 1989 è stato drammaturgo e regista stabile al Théâtre de l’Odéon, Théâtre de l’Europe a Parigi. Nel 1989 diviene drammaturgo stabile per il Progetto Faust e lavora per l’Unione dei Teatri Europei. Le sue più importanti regie degli anni successivi sono state I sette peccati capitali di Bertold Brecht e Kurt Weill, protagonista Ute Lemper al Schauspielhaus di Düsseldorf, Clavigo allo Schauspielhaus di Zurigo, Biedermann und die Brandstifter di Max Frisch e La buona madre di Goldoni ad Anversa. Ma fra i suoi successi più acclamati dalla critica, La traviata, Rigoletto, Lucia di Lammermoor, Attila e Madama Butterfly al Macerata Opera Festival, Otello al Teatro Comunale di Bologna, La traviata, Macbeth ed Elektra all’Opera di Roma. Hanno conquistato il Giappone le sue produzioni di Traviata a Nagoya, Faust, Lucia di Lammermoor ed il Macbeth a Tokyo, il quale ha ricevuto il pregiatissimo primo premio della critica giapponese. Nel 1993 per La traviata e nel 2003 per El Cimarrón di Henze riceve a Macerata il Premio Abbiati (Premio della critica musicale italiana). Affianca alla lunga e prestigiosa carriera uno spiccato interesse verso l’attività didattica che lo vede docente di regia all’I.U.A.V. di Venezia e dal 2004 all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Nel 2004 fonda la Bottega del Teatro Musicale, prima scuola italiana a livello internazionale di regia del teatro musicale. Nel 2005 per il Festival Pergolesi Spontini mette in scena lo spettacolo Vanne, carta amorosa e nel 2006 Turandot a Caracalla per l’Opera di Roma. Firma la regia di: Turandot al New National Theatre di Tokyo (2007), The Emperor Jones al Teatro delle Muse Ancona (2008), Il prigionier superbo al Teatro Pergolesi Spontini di Jesi per il Festival Pergolesi Spontini (2009), Traviata al NCPA National Centre for the Performing Arts di Pechino (2010 e 2011). Nel 2011 è regista de La serva padrona di Pergolesi e di Atto senza parole di Beckett per il Festival Pergolesi Spontini. Tra gli impegni del 2012, Jakob Lenz al Teatro Comunale di Bologna, Traviata al Teatro Massimo di Palermo e all’Arena Sferisterio di Macerata, Macbeth al Teatro Pergolesi, al Teatro Verdi di Trieste, al Carlo Felice di Genova.
JOSEF SVOBODA Scenografo Scenografo e regista teatrale ceco, nato nel 1920 a Čáslav (Boemia), è morto a Praga nel 2001, all’età di 81 anni. Dopo il liceo scientifico frequentò la scuola per falegnami e l’Accademia di architettura e arti applicate di Praga. Le prime scenografie risalgono al 1943, presso il teatro sperimentale praghese (Nuovo gruppo al museo Smetana), per La morte di Empedocle di Hölderlin. Nel 1946 divenne direttore di produzione del Teatro 5 maggio di Praga, ove nello stesso anno allestisce La sposa venduta di Smetana, regia di Václav Kaslík. Collaborò quindi con lo Studio del Teatro Nazionale, e nel 1948 qui divenne prima scenografo e dal 1951 direttore di scena. Nel 1958 a Praga inventò prima le tecniche della Lanterna Magika, presentata all’esposizione di Bruxelles, e dopo quelle del Polvécran, che applica poi in teatro. Nel 1973 divenne direttore artistico della Lanterna Magika (il teatro-laboratorio da lui fondato) fino al 1992. Ha firmato oltre 700 scenografie in tutto il mondo. Con lui hanno collaborato importanti registi, tra cui Armand Delcampe, John Dexter, Claus Helmut Drese, August Everding, Götz Friedrich, Giorgio Strehler, Laurence Olivier, Roland Petit, Jean-Claude Riber. In Italia ha debuttato con Intolleranza 1960 di Luigi Nono (Venezia, La Fenice 1961), continuando poi una fertile attività nell’ambito del teatro musicale (Cardillac di Hindemith, Teatro alla Scala 1964); con la regia di Virginio Puecher ideò successivamente le scene per Atomtod di Giacomo Manzoni (Piccola Scala 1965). Con K. Jernek progettò il Wozzeck di Berg al Teatro alla Scala (1971) e, nello stesso teatro, realizzò Il mandarino meraviglioso con la coreografia di Roland Petit (1980). Collaborò con il Piccolo Teatro per Faustframmenti di Goethe (1989-1991, regia G. Strehler) e La donna del mare di Ibsen (1991) con la regia di Henning Brockhaus, per il quale lavorò a molteplici produzioni: Un ballo in maschera (Wuppertal 1991), La traviata (Macerata 1992, Roma 1993), Rigoletto (Macerata 1993), Macbeth (Roma 1995), Biedermann e gli incendiari (Anversa 1991) e Andorra di Max Frisch (Saarbrücken 1996).
BENITO LEONORI Ricostruzione allestimento scenico Scenografo, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Macerata, nel 1999-2000 frequenta il master internazionale biennale per giovani scenografi organizzato dal Théâtre de l’Europe, con Josef Svoboda ed Ezio Frigerio. Inizia nel 1992 la collaborazione con Henning Brockhaus e Josef Svoboda. Dal 1996 collabora con gli scenografi Ezio Toffolutti e Csaba Antal per Elektra (ripreso nel 2004 all’Opera di Roma), Madama Butterfly (Macerata Opera), Tosca (Sperimentale di Spoleto), Midea (Spoleto e Teatro Nazionale di Roma), Rigoletto (Festival Verdi al Regio di Parma), Don Chisciotte di Cervantes (Cavallerizza R. Emilia). Nel 2003 cura le scene de El Cimarrón di Henze, regia H. Brockhaus (premio speciale della critica Premio Abbiati). Nel 2004/05 è direttore degli allestimenti di Macerata Opera. Dal 2005 è direttore tecnico della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi. Come scenografo, ha firmato per la Fondazione Musica per un treno a vapore (2005), gli allestimenti delle mostre Gaspare Spontini, biografia per immagini al Teatro di Erfurt in Germania (2006), Spontini e Mozart. Documenti e immagini al Palazzo della Signoria di Jesi (2006), Da Parigi a Milano: l’avventura de La vestale a Maiolati Spontini (2007). Nel 2010 firma le scene de La traviata al National Centre for the Performing Arts di Pechino, con la regia di H. Brockhaus, e dei nuovi allestimenti di Flaminio e de La servante maîtresse per il Festival Pergolesi Spontini di Jesi. Nel 2011 ha realizzato le scene de Il novello Giasone di Cavalli/Stradella al Festival della Valle D’Itria. A settembre, ha firmato le scene de La Salustia e de La serva padrona per l’XI Festival Pergolesi Spontini.
PATRICIA TOFFOLUTTI Costumista Nata a Berlino Est, vive dal 1986 a Venezia, dove si è diplomata all’Accademia di Belle Arti come scenografa e costumista. Dal 1991 inizia a lavorare come assistente scenografa e costumista con artisti come Jannis Kounellis, Ezio Toffolutti e Erich Wonder al Deutsches Theater e Schillertheater di Berlino e al Teatro alla Scala di Milano con le regie con i registi Heiner Müller, Hans Lietzau, Jerome Savary e Benno Besson. Dal 1988 comincia a collaborare con il regista Henning Brockhaus come costumista per Parsifal e Tristan und Isolde all’Opera Nazionale dei Paesi Bassi, per Otello al Staatstheater Saarbrücken, per Tosca, Midea di Strasnoy al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto e per La traviata al Teatro Lirico di Cagliari, Rigoletto al Teatro Regio di Parma e La vera storia di L. Berio alla Hamburgische Staatsoper. Nel 2001 firma i costumi per L’amore delle tre melarance al Teatro La Fenice di Venezia con la regia di Benno Besson, Adina e Abu Hassan di von Weber al Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona con la regia di Nuno Carinhas. Nel 2005 crea i costumi per il balletto Wie ihr ‘s wollt con la coreografia di Robert North al Aalto Theater Essen in Germania. Nel 2011 ha firmato i costumi per L’amore delle tre melarance a Ginevra.
EMMA SCIALFA Coreografa Si forma presso lo Staatsballet di Monaco, la London Contemporary Dance School e presso il Centre de Danse Contemporaine di Peter Goos a Parigi. Segue una collaborazione artistica pluriennale con la compagnia Ballet Théâtre, l’ensemble diretta dal Maestro Micha van Hoeche, partecipando a tutte le produzioni del repertorio. È stata docente di tecnica contemporanea presso il Teatro Verdi di Pisa, il Teatro Stabile di Catania, il Centro Culture Contemporanee Zo di Catania, l’Università di Catania per il Corso di formazione di danza contemporanea e l’Istituto Nazionale di danza movimento terapia di Roma. Nel 2002 fonda il Mjazé – magazzino culturale di scambi d’arti e culture, centro per la formazione, ricerca, sperimentazione e sviluppo di progetti nelle arti performative. Nel 2010 inizia a collaborare con Henning Brockaus e realizza le coreografie di Beatrice di Tenda per il Teatro Massimo Bellini di Catania. La felice collaborazione si ripeterà nel 2011 per La traviata per la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e nel 2012 al Teatro Massimo di Palermo e allo Sferisterio di Macerata. Attualmente è impegnata nella direzione artistica della compagnia – da lei stessa fondata – MotoMimetico, occupandosi delle attività di formazione professionale, promozione e produzione delle stesse.
ANTONIO GRECO Maestro del coro A sette anni ha iniziato la propria esperienza nel canto corale. Si è diplomato in pianoforte con M. Gattoni, presso il Conservatorio di Mantova, in musica corale e direzione di coro con D. Zingaro presso il Conservatorio di Milano, ed ha conseguito con lode il diploma accademico di II livello in polifonia rinascimentale sotto la guida di D. Fratelli, presso il Conservatorio di Lecce. È stato assistente di U. Benedetti Michelangeli e A. Monetti ai corsi di formazione orchestrale Cremona città d’arte. Ha insegnato teoria, solfeggio e dettato musicale, direzione di coro e repertorio corale presso l’Istituto pareggiato di Reggio Emilia; attualmente è docente di Esercitazioni corali presso l’Istituto pareggiato di Ravenna. Nel 1993 ha fondato il Coro Costanzo Porta alla cui guida ha vinto premi in concorsi nazionali ed internazionali. Nel 2006 ha avviato la propria collaborazione con AsLiCo e il Circuito Lirico Lombardo, del quale è stato nominato Maestro del Coro.
EKATERINA BAKANOVA Soprano Soprano lirico-leggero, è nata nel 1984 a Mednogorsk, in Russia. Ha iniziato gli studi musicali presso la Scuola d’arte della sua città natale, trasferendosi in seguito a Mosca, dove ha frequentato dal 2001 al 2005 lo Gnesin State College. Nel 2004 ha vinto il Primo Premio al Concorso ‘Bella Voce’ moscovita. Dal 2005 al 2009 ha cantato in qualità di solista al Teatro Novaya Opera di Mosca. Nel 2007 ha vinto a Trapani il 1° Premio al Concorso ‘I giovani e l’opera’ ed è stata scelta per il ruolo di Gilda (Rigoletto) al Luglio Musicale Trapanese (ruolo successivamente ricoperto al Carlo Felice di Genova). Nel 2009 ha debuttato nel ruolo di Sophie (Werther) al Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria. Nel dicembre 2011 è ancora Gilda nel Rigoletto messo in scena al Teatro Massimo Bellini di Catania. Nel marzo 2012 ha partecipato alla nuova produzione dell’Orlando paladino di Haydn al Théâtre du Châtelet di Parigi. Nell’estate 2012 ha debuttato nel ruolo di Micaela (Carmen) al Teatro La Fenice di Venezia. Tra i molteplici impegni futuri, si segnalano La bohème al Teatro Regio di Torino, Don Giovanni a Montpellier e Versailles e Le nozze di Figaro a Pechino.
ROMINA CASUCCI Soprano Nata a Napoli, si diploma in canto e pianoforte presso il Conservatorio San Pietro a Majella, dove nel 2008 consegue con lode anche la laurea di secondo livello in canto e coralità. Nello studio del canto si perfeziona con R. Scotto, V. Esposito e, attualmente, con D. D’Annunzio Lombardi. È vincitrice di numerosi concorsi internazionali. Ha partecipato al Festival Rossiniano di Wildbad nel Mosè in Egitto e ne I due Figaro di M. Carafa a Stoccarda. A Napoli interpreta Ascanio (Lo frate ‘nnammorato di G.B. Pergolesi). In qualità di vincitrice del Concorso ‘Giovanni Pacini’, ha debuttato nel ruolo di Musetta (La bohème) a Pisa, poi replicata, nel dicembre 2010, nei teatri di Teramo, Ortona, Fermo, Atri e Pescara. Alla carriera operistica affianca un’intensa attività concertistica esibendosi in numerosi festival, fra i quali il Ravello Festival, il Festival di Sorrento, gli Incontri Musicali Sorrentini, nonché al concerto in occasione della consegna del Premio Gigli d’oro di Recanati. Nell’ottobre 2011 ha interpretato Anna (Nabucco) nei teatri di Teramo, Ortona, Fermo e Atri. Nel dicembre 2011 ha partecipato come soprano solista alla Nona sinfonia di L. van Beethoven diretta da D. Renzetti. Nel marzo di quest’anno ha interpretato Lucieta (I quatro rusteghi) con la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra.
FRANCISCO CORUJO Tenore Nato a Las Palmas, si è formato al Conservatorio Superior de Música delle Canarie e alla Scuola Superior de Musica Reina Sofia di Madrid. Nel 2006 è finalista del prestigioso Concorso Operalia e l’anno successivo riceve il premio come miglior tenore al Concorso ‘Francisco Viñas’ a Barcellona. Il suo repertorio comprende Roméo et Juliette (Tybalt) e La traviata (Alfredo) – entrambi al Teatro La Fenice di Venezia –, Idomeneo (Arbace) al Teatro Real a Madrid, Don Giovanni (Don Ottavio) al Teatro Verdi di Salerno, Macbeth (Macduff) a La Coruña, Valladolid e Jerez, Così fan tutte (Ferrando) a Malaga, Otello (Cassio) a La Coruña e Rigoletto (Duca di Mantova) con la Compañía Lírica Andaluza. Recentissimo il debutto alla Israeli Opera a Tel Aviv con Lucia di Lammermoor (Edgardo) e quello all’Arena di Verona come Tybalt nel Roméo et Juliette. Sarà prossimamente Ismaele (Nabucco) a La Coruna e Cassio (Otello) al Teatro Petruzzelli di Bari.
ALESSANDRO SCOTTO DI LUZIO Tenore
Nato a Napoli nel 1987, inizia lo studio del canto giovanissimo con Luigi Giordano Orsini. Nel 2008 consegue il compimento inferiore di canto al Conservatorio di Avellino, perfezionandosi poi attraverso corsi e masterclass. Ne, 2009 debutta come Rodolfo (La bohème) presso Villa Campolieto – Ercolano, e come Tonio (La figlia del reggimento) al Teatro Sociale di Como. Nel 2010 è Nemorino (L’elisir d’amore) al Teatro Comunale di Bologna. Debutta nel ruolo di Pascalino’o Pittore (Napoli milionaria) al Festival della Valle d’Itria (2010) e al Teatro Lirico di Cagliari (2011). Per la stagione concertistica estiva 2011 canta i Carmina Burana per il Teatro Lirico di Cagliari. Nel giugno 2012 è semifinalista al Plácido Domingo’s Operalia The World Opera Competition tenutesi a Beijing. Con il Luglio Musicale Trapanese in luglio debutta nel ruolo del Duca di Mantova (Rigoletto). Nello stesso mese impersona Ernesto (Don Pasquale) a Bassano del Grappa e a Padova sotto la direzione di Giampaolo Bisanti.
SERBAN VASILE Baritono Vincitore del 61° Concorso AsLiCo (2010), dall’anno scorso collabora stabilmente col Teatro di Bucarest. Ha compiuto gli studi con il soprano Eleonora Enachescu nel 2010, conseguendo la laurea presso l’Università Nazionale di musica di Bucarest. Nel 2011 è stato selezionato per rappresentare la sua terra natale al Concorso ‘Singer of the World’ a Cardiff. Fra il 2010 e il 2011, ha cantato nel ruolo di Dandini (La Cenerentola) per il Circuito Lirico Lombardo e Figaro (Le nozze di Figaro) per il progetto Pocket Opera, mentre nel 2011 interpreta il protagonista dell’Evgenij Onegin, Belcore (L’elisir d’amore) e Gugliemo (Così fan tutte) all’Opera Nazionale di Bucarest. Il suo repertorio comprende altri titoli come Don Carlos (Posa), La traviata (Germont), Nabucco (protagonista), Don Pasquale (Dottor Malatesta), I pagliacci (Silvio), e Il barbiere di Siviglia (Figaro). Con quest’ultimo sarà impegnato prossimamente a Bucarest.
ALEXANDRU AGHENIE Baritono Nato nel 1985, comincia gli studi presso la Music High School di St. George City, proseguendo poi presso la Academy of Music Transilvania a Brasov. Partecipa a vari concorsi, aggiudicandosi il secondo premio al Concorso ‘Vacante Muzicale Piatra-Neamt’ nel 2010, il primo premio al Concorso ‘Piatra Neamt’ (XXL edizione), il premio speciale e la borsa di studio al Concorso ‘A. Toscanini’ per cantanti lirici a Manfredonia e la menzione speciale al Concorso ‘Meiestrii arte lice Petre Stephanescu-Gonga’ (III edizione) a Bucarest. Dal 2004 al 2008 fa parte del Coro dell’Opera di Brasov e nel 2009 debutta ne La traviata nel ruolo di Germont; nel 2010 è Valentin (Faust). Nel 2012 risulta idoneo alla 62° Concorso AsLiCo e partecipa come Barone Douphol alla Traviata del Progetto Pocket Opera.
MATTEO FALCIER Tenore Nato a Magenta (MI) nel 1983, si diploma nel 2009con il massimo dei voti sotto la guida di Gianni Mastino presso il Conservatorio di Milano. Entra giovanissimo a far parte dei Cori del Teatro Coccia di Novara, dell’AsLiCo e del Teatro alla Scala. Ha debuttato come solista nel maggio 2005, in un concerto organizzato dal Teatro alla Scala presso la Basilica di San Marco a Milano. Nel 2008 debutta ne La bohème (Rodolfo) in un nuovo allestimento del Conservatorio di Milano e nel 2010 in una tournée in Giappone ne La traviata (Alfredo). Recentemente ha cantato ne Il matrimonio segreto (Paolino) al Festival di Stresa, La scala di seta (Dorvil) per il Ticino Musical, Norma (Flavio), Ernani (Don Riccardo) a Sassari e ne La Cecchina ossia La buona figliola al Teatro Donizetti di Bergamo. Svolge un’intensa attività concertistica. Tra i prossimi impegni figura Il matrimonio segreto al Teatro Regio di Torino.
GIOVANNI BATTISTA PARODI Basso Nato nel 1976 a Genova, ha cominciato lo studio del canto come basso nel 1992 sotto la guida dei maestri Paolessi, Arcidiacono e Negri. Nel 1999 è stato ammesso all’Accademia di perfezionamento del Teatro alla Scala di Milano, dove ha partecipato all’inaugurazione della stagione 1999/2000 in Fidelio; è stato poi diretto in Tosca da Riccardo Muti ed ha inaugurato le stagioni 2001/02 e 2002/03 rispettivamente in Otello e Iphigénie en Aulide. Ha inoltre preso parte all’apertura della stagione 2001/02 del Covent Garden in una nuova produzione di Rigoletto. Ha debuttato al Concertgebouw di Amsterdam in Poliuto e tornerà per altre due stagioni consecutive in opere francesi. A Bologna è per I puritani, a Firenze per Lucia di Lammermoor, al Teatro alla Scala per Orfeo. Ha cantato anche ne La Calisto al Théatre des Champs-Elysèes, L’incoronazione di Poppea a Oslo, La bohème a Oslo, Roma, Napoli e Bruxelles, Attila a Busseto, La sonnambula a Vienna e Aida a Parma.
CINZIA CHIARINI Mezzosoprano Nata a Roma nel 1986, dopo aver iniziato giovanissima lo studio del violino, intraprende lo studio del canto. Si iscrive successivamente al Conservatorio S. Cecilia a Roma, presso il quale si diploma nel settembre 2010. Prosegue gli studi con il tenore Ernesto Veronelli. Partecipa a masterclass con Carlo Guelfi, Daniela Barcellona, Alfonso Antoniozzi, Marco Berti, Ines Salazar, Rolando Panerai. Inizia una collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma per il progetto ‘La scuola all’Opera’. Vince il concorso lirico internazionale ‘Deiva Marina’ presieduto nella commissione giudicatrice dal soprano Luisa Maragliano. È finalista nel Concorso ‘Città di Bologna’ e del Concorso internazionale ‘Illica’ 2012. È vincitrice esordiente della 63° Concorso AsLiCo.
ALESSANDRO MUNDULA Tenore Ha studiato canto presso il Conservatorio di Milano. È stato vincitore del terzo premio assoluto al I Concorso ‘Luigi Medda’ di Cagliari. Nel 2007 canta in Madama Butterfly (Yakusidé) e in Macbeth (Prima Apparizione) nell’ambito del Circuito Lirico Lombardo. Nel 2008 e nel 2009 canta i ruoli di Commissario e Yamadori (Madama Butterfly) nell’ambito del progetto Pocket Opera dell’AsLiCo. Nel luglio 2009 è Borsa (Rigoletto) per il Festival Como Città della musica. Nel febbraio 2010 è Cavaradossi (Tosca) per il Teatro Derby di Milano. Nel 2010 è Turiddu (Cavalleria rusticana) al Teatro E. Fassino di Avigliana (Torino), Cavaradossi (Tosca) ad Abbiategrasso, nuovamente Turiddu a Bracciano, Frascati e Cerveteri, nell’ambito del Festival estivo ‘Cantiere Musica’. Sempre nel 2010 è Pinkerton (Madama Butterfly) ad Erba, nel Parco di Villa Mainoni, e Cavaradossi (Tosca) presso l’Auditorium di Rho, direttore Diego Crovetti. Nel 2011 è Ismaele (Nabucco) presso l’Arena di Susa e Una Guardia (Il cappello di paglia di Firenze) per il Circuito Lirico Lombardo.