2020 Werther
2020 Werther
2020 Werther
2020 Werther
2020 Werther
2020 Werther

2020 Werther

Drame lyrique in quattro atti su libretto di Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann
dal romanzo epistolare I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe
Musica di Jules Massenet

Prima rappresentazione: Vienna, Hofoperntheater, 16 febbraio 1892

Werther Valerio Borgioni, Gillen Munguía
Le Bailli Alberto Comes
Charlotte Karina Demurova, Mariangela Marini
Albert Guido Dazzini
Schmidt Nicola Di Filippo
Johann Filippo Rotondo
Sophie Maria Rita Combattelli
Brühlmann Andrea Gervasoni
Kätchen Luisa Bertoli

Direttore
Francesco Pasqualetti

Regia
Stefano Vizioli

Scene Emanuele Sinisi
Costumi Anna Maria Heinreich
Luci Vincenzo Raponi
Video Imaginarium

Assistente alla Regia Pierluigi Vanelli
Scenografo collaboratore Eleonora De Leo

Maestro del coro delle voci bianche Lidia Basterretxea

Coro delle voci bianche del Teatro Sociale di Como

Orchestra I Pomeriggi Musicali

Coproduzione Teatri di OperaLombardia, Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” di Modena,
Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, Fondazione Teatro Verdi di Pisa

Atto I Nel giardino di casa il Borgomastro insegna ad alcuni dei suoi numerosi figli un canto natalizio. Giungono poco dopo gli amici Johann e Schmidt, ed ancora lo raggiunge sua Sophie, di appena quindici anni. Oggetto della conversazione è il ballo che si terrà la sera stessa, al quale Charlotte, la sorella 
maggiore di Sophie, parteciperà, accompagnata da Werther, un giovane gentile e malinconico desti-
nato alla carriera diplomatica. Gli amici chiedono per quando sia previsto il ritorno di Albert, 
il fidanzato di Charlotte, da tempo assente. Quando tutti si allontanano, entra Werther, che ammira in estasi la bellezza di una sera estiva mentre in disparte, osserva Charlotte preparare pane e burro per i fratellini. Il Borgomastro accoglie altri ospiti e presenta Werther a Charlotte. Werther, intenerito per il quadro di intimità domestica, che ha osservato, accompagna Charlotte al ballo. Il Borgomastro raggiunge gli amici alla locanda; Sophie, rimasta sola, si ritrova ad accogliere Albert, tornato dal suo viaggio. Le ore sono trascorse ed Il giardino è illuminato dalla luna. Charlotte e Werther stanno rientrando dal ballo e Werther trova il coraggio di dichiararle il proprio amore, mentre il Borgomastro, dall’interno della casa, annuncia il ritorno di Albert. Werther apprende in questo modo che Charlotte aveva promesso alla madre in punto di morte di sposare Albert, e rimane turbato dall’idea che la giovane sia destinata a un altro uomo.

Atto II Schmidt e Johann, sulla soglia della locanda, osservano i fedeli avviarsi alla chiesa per la celebrazione delle nozze d’oro del pastore. Tra questi giungono anche Albert e Charlotte, 
da tre mesi sposi. Werther, osservandoli in disparte, non riesce a darsi pace del fatto che la donna, di cui è follemente innamorato, sia sposata a un altro. Albert percepisce il motivo dei dolori di Werther e gli si rivolge con parole di comprensione, e Werther, per parte sua, gli assicura la propria lealtà. Sophie entra festante con dei fiori appena colti, destinati al pastore, e chiede a Werther di farle da cavaliere per il primo minuetto alla festa. Albert la porge ad esempio di come la felicità possa essere a portata di mano, e risiedere in piccoli gesti. Werther rimane solo. Quando Charlotte esce dalla chiesa, le ricorda con nostalgia il loro primo incontro: ma la donna gli rammenta, che ormai appartiene ad un altro, lo prega di dimenticarla e si allontana. Quando Sophie lo invita a unirsi alla festa, Werther la respinge in malo modo, annunciando la propria intenzione di andarsene, per sempre. La ragazza, in lacrime, riferisce l’accaduto ad Albert, il quale comprende che Werther è ancora perdutamente innamorato di Charlotte.

Atto III La Vigilia di Natale, Charlotte rilegge le lettere di Werther ed è mossa dai sensi di colpa e dal rimorso per averlo indotto ad allontanarsi. Sophie cerca di consolarla, ma quando menziona Werther, di cui lei stessa è innamorata, Charlotte scoppia a piangere. Inaspettatamente compare Werther. Ha fatto ritorno per Natale, come aveva promesso: ma non è riuscito a mutare i propri sentimenti. Insieme i due giovani rievocano i passati momenti di tenerezza, e in un momento di abbandono si abbracciano. Ma Charlotte immediatamente la forza per sottrarsi e si ritira nella propria stanza. Nuovamente Werther si rende conto di vivere un amore impossibile. Poco dopo essersi allontanato, manda un messaggio ad Albert per chiedergli in prestito le pistole, dicendo che gli occorrono in vista di un lungo viaggio; Albert gli fa pervenire le armi; Charlotte presagisce il senso di quella richiesta e, non appena Albert la lascia sola, si precipita a casa di Werther con l’intento di fermarlo.

Atto IV Charlotte, giunge alla a casa di Werther, lo trova in fin di vita. Werther la implora di non allontanarsi per chiedere aiuto, per poter almeno godere della sua presenza negli ultimi istanti di vita. Charlotte gli confessa di averlo sempre amato, e ammette il proprio rimorso per non essere stata capace di seguire i propri sentimenti. In lontananza si odono le voci dei bambini e di Sophie cantare e celebrare la nascita di Gesù mentre Werther spira tra le braccia di Charlotte.

 

 

 

di Stefano Vizioli

Quando mi hanno chiesto di scrivere le note di regia per Werther sono sparite dal vocabolario usuale le parole visione, concezione, interpretazione, un’afasia di lessico mi ha contagiato davanti al foglio bianco, le domande interne invece erano piuttosto altre: riusciremo a farlo? ritorniamo veramente a lavorare dal vivo? e la scena del bacio? e il bacio negato e restituito del terzo atto? e i bambini che giocano? insomma come faccio una regia in periodo Covid? E se mi ammalo durante le prove? Chi un po’ conosce la mia storia registica sa quanto sia fondamentale il contatto fisico, il linguaggio del corpo come veicolo d’espressione del canto, e quanto l’interprete debba considerare il proprio il corpo come il migliore amico, e non l’ostacolo che porta alla letale affermazione “devo cantare quindi non posso muovermi”, ancora troppe volte ripetuta in sede di prove. Werther è un’opera da me frequentata in verde età come assistente di uno straordinario spettacolo parigino con Kraus Valentini Terrani e Prêtre, ma essendo anche un appassionato di Goethe vivo la classica contraddizione di chi affronta una musica francese spalmata su un testo romantico tedesco: l’antieroe outsider, contradditorio, il suo rapporto con la natura, la pittura, le donne, l’amicizia, la solitudine, la morte, come è stato poi tutto ciò tradotto in musica da Massenet? Quanto i succhi rivoluzionari e filosofici del carattere tedesco sono stati ammorbiditi nella partitura e in sostanza come è stato trattato musicalmente questo paradigma dell’amore infelice romantico? Massenet nella sua partitura avvolgente e velenosa mette baci e finali consolatori, adolescenti pruriginose ma intuitive e complici, qualche vecchio ubriaco per sparpagliare di umorismo un romanzetto d’amore infelice. Poi ci sono le fonti originali: quel biglietto di Karl Wilhelm Jerusalem ancora conservato a Weimar, dove vengono richieste “le pistole per un lungo viaggio” non solleticano l’aspetto voyeristico, un morboso desiderio di saperne di più? E Lotte Buff protagonista dell’immaginario-ma non tanto -romanzo Lotte a Weimar di Mann chi era veramente? Con Emanuele Sinisi abbiamo immaginato un grande foglio bianco accartocciato in alto da una mano nervosa, un foglio che talvolta accoglie parole che si compongono e scompongono, macchiate da un inchiostro che scola, diventa lagrima o sangue, un tentativo scenografico di rapportarsi allo stile epistolare della fonte originale tedesca, poca attrezzeria e la forza del gesto, un gesto “da periodo Covid”, sperabilmente coerente alla verità dei sentimenti dei personaggi. Il lavoro con il gruppo Imaginarium completa con immagini evocative in movimento alcuni punti topici della partitura, lo stile asciutto di un fine settecento stilizzato caratterizza i costumi di Annemarie Heinreich, non so cosa verrà fuori con tutti i limiti imposti da questo mortificante periodo, quanta frustrazione, o quale improvvisa fortunata soluzione alternativa, raccogliamo dunque la sfida, è proprio nella difficoltà che vanno colte opportunità e soluzioni meno prevedibili ma spero stimolanti e altrettanto poetiche, ma ho scritto delle note di regia piene di domande e con assai poche risposte.

di Francesco Pasqualetti

Immaginate una scena d’opera, una qualsiasi. Adesso provo a leggere nei vostri pensieri: quasi certamente immaginerete un palcoscenico, con uno o una cantante, che interpreta a voce spiegata una melodia memorabile, accompagnato/a dall’orchestra. Così avviene, e così si è sempre fatta l’Opera: sul palco il cantante interpreta la parte ed in basso, nascosta in buca, l’orchestra lo accompagna. È una cosa talmente evidente, che se adesso io vi venissi a dire che invece, nel Werther di Massenet molto spesso accade il contrario, ovvero che l’orchestra canta una melodia e che i cantanti in scena l’accompagnano, probabilmente mi prendereste per pazzo, ed io rischierei di essere frainteso. Eppure, ci crediate o no, Massenet in quest’opera utilizza esattamente questo schema. Ribalta ciò che per definizione è la scrittura d’opera e soprattutto, lo fa sempre nei punti più importanti. È come se l’orchestra dicesse o cantasse ciò che con la voce non è più permesso dire. Ciò che a voce non si può dire. È una melodia che viene da dentro, da sotto, da un luogo nascosto come una buca d’orchestra, nascosto come nell’anima. Che sia, quella melodia, la voce dell’anima? Che sia la voce d’un’anima, che cerca la strada per essere, di nuovo, ascoltata? Ma sto correndo troppo. Una tale, macroscopica, inversione dei ruoli, necessita una qualche spiegazione in più. In primis una motivazione ovvia, strettamente stilistica. Massenet finisce di comporre il Werther nel 1887, dopo anni di scuola di bel canto e di melodia spiegata, è comune a tutti i compositori del periodo cercare altre e nuove forme di scrittura musicale. Anche per la musica di Puccini si utilizza spesso il termine di “canto di conversazione”, ovvero una forma intermedia tra l’aria e il recitativo, in cui si canta parlando, in cui la melodia si forma e segue la parola. È un espediente stilistico comune a tutte le opere di fine Ottocento e che va di pari passi con il consolidato superamento delle vecchie e rigide divisioni tra Aria, Recitativo, Duetto, Finale e così via. Questa risposta da buoni conoscitori della Storia della Musica potrebbe e dovrebbe essere più che sufficiente a placare la nostra curiosità. Eppure… Eppure Charlotte canta il suo primo accordo perfetto (e forse la sua prima, vera melodia) sulla parola lacrime nel terzo atto, quando ormai non riesce più a trattenere le lacrime, la voce dell’anima per eccellenza. E Werther intona la sua memorabile aria, quella dove “il cantante canta e l’orchestra l’accompagna!” anche lui, solo nel terzo atto. L’aria è introdotta dalle parole tutta la mia anima è lì. Ovviamente ci sono delle eccezioni. Nell’aria di Werther del secondo atto, il tenore canta la melodia principale: una semplice scala ascendente. Sembra tutto normale. Sembra che la musica con il suo moto ascensionale esprima il desiderio del ragazzo di ricongiungersi al Padre, a Dio, al Paradiso, al Cosmo. Ma è l’orchestra a svelare che cosa rappresentino in realtà quelle scale ascendenti dall’apparenza così ingenua. Solo poche battute dopo, l’orchestra esplode in scale ascendenti, ma questa volta vorticose come le fiamme dell’inferno. Non è il Paradiso la destinazione finale del giovane Werther, ma la dannazione dell’inferno. Ed è di nuovo l’orchestra, dalla profondità della buca, a raccontarci questa verità. Nell’opera vi sono poi diversi temi ricorrenti, o leitmotiv, proprio come accade nelle opere di Wagner. Potremmo facilmente dare un nome a ciascuno di essi: il tema del Natale, il tema dell’amore impossibile, il tema della caduta, e poi il tema della lotta interiore: quella discesa cromatica in sincope, che unisce in se tutto ciò che di doloroso il vocabolario musicale può offrire, per descrivere lo strazio di un Destino che ha deciso di non ubbidire alla nostra volontà e di non corrispondere ai nostri desideri. Uccidersi per amore. Ai nostri occhi contemporanei forse la gravità dell’atto appare meno radicale di com’è stata pensata in origine. Noi veniamo dal futuro e conosciamo bene il romanticismo e tutto ciò che gli ha fatto seguito. Ma Goethe scrive il suo Werther negli anni 70 del Settecento. Siamo nel pieno dello splendore del Regno di Luigi XVI e di Maria Antonietta. La rivoluzione è ancora lontana. Avete presente come andavano vestiti gli uomini di quell’epoca? Avete mai immaginato che un uomo vestito con abiti Luigi XVI possa pensare di suicidarsi, per amore? Massenet nelle sue lettere insiste più volte sulla necessità di avere abiti in stile Luigi XVI per il suo Werther. Già dalla sua prospettiva di uomo di fine Ottocento, l’abito, come immediata espressione di una cultura e di un modo di vivere, è un dettaglio significativo. Werther è forse il primo uomo a “spogliarsi” di quell’abito, è forse il primo “mito” di una nuova epoca. E l’epoca che apre è senza dubbio l’epoca che tutt’oggi, nonostante tutto, viviamo. Il vero protagonista della vicenda è citato nel libretto solo una volta. Non è Werther. Ha un nome ben preciso. Si chiama Destino. Werther e Charlotte si amano. È chiaro a tutti fina dalla prima scena. Perché allora non possono amarsi? Non lo sanno neanche loro. Possono vedere solo che il Destino ha stabilito così, per loro. Nella nostra epoca contemporanea viviamo abbagliati dal mito positivista del “se vuoi, puoi” “se ci provi, avrai successo” col corollario che, se non hai successo è solo colpa tua, perché non ci hai provato abbastanza. Siamo tutti figli della nostra volontà di potenza. Questo pensiero ci stordisce e ci abbaglia. Se davvero vogliamo, possiamo tutto! Il mito che ha segnato l’inizio della nostra epoca invece, ci parla d’una impotenza radicale dell’uomo davanti al Destino. Ma l’uomo contemporaneo, del Destino, così come della voce dell’anima, ha quasi perso la memoria.

Francesco Pasqualetti, direttore d’orchestra
Dopo la laurea con lode in filosofia all’università di Pisa, si diploma in pianoforte e composizione nei conservatori di Lucca e Firenze, e si perfeziona in direzione d’orchestra alla Royal Academy of Music di Londra con Sir Colin Davis, all’Accademia Musicale Chigiana di Siena con Gianluigi Gelmetti e alla Accademia Musicale di Stresa con Gianandrea Noseda. Nel 2015 ha debuttato a La Fenice di Venezia con La Scala di Seta e nella stagione dell’Orchestre d’Auvergne in Francia. Nel 2016 è a Colonia con Così Fan Tutte, al Kimmel Center di Philadelphia con Le Nozze di Figaro e nei Teatri di Pisa e Lucca con Mefistofele. Nel 2017 è nel circuito toscano per Il cappello di paglia di Firenze ed alla New Zeland Opera per Carmen. Poi al Comunale di Firenze per Madama Butterfly. Nel 2018 a Trieste per Trovatore, a Pisa per Italiana in Algeri, a Lubecca per Barbiere di Siviglia ed a Busseto, con il Regio di Parma, per Un giorno di regno. Nel 2019 Mosè in Egitto a Pisa e Novara, alcuni concerti a Lubecca. Nel 2020 Don Giovanni a Pisa e Trento, Werther nel circuito lombardo. Tra le sue recenti produzioni operistiche ricordiamo Il Matrimonio Segreto e Die Zauberfloete per il Teatro Regio di Torino, La Scala di Seta per il Festival d’Aix-en-Provence, La Bohème e Madama Butterfly per New Zealand Opera, Il Barbiere di Siviglia per il Festival di Stresa con l’Orchestra Giovanile Italiana, L’Italiana in Algeri  e La Traviata per il Circuito Lirico Lombardo, Le Nozze di Figaro e Don Giovanni a Pisa, L’Elisir d’amore per il Teatro di Sassari, per il Teatro Lirico di Cagliari e per il RNCM di Manchester. Francesco è inoltre visiting professor per il repertorio lirico italiano presso il National Opera Studio di Londra. È più volte invitato per concerti sinfonici sul podio dell’orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano, dell’ORT-Orchestra Regionale Toscana, della BBC Philharmonic di Manchester, dell’OJM-Orchestre des jeunes de la Mediterranee (in residence al Festival d’Aix-en-Provence) dell’Orchestra del Regio di Torino, dell’Orchestra Filarmonica di Torino, della RNCM Symphony Orchestra di Manchester e de I Virtuosi del Teatro alla Scala, collaborando con solisti di fama internazionale come Boris Belkin, Bruno Canino, Francesca Dego e Marie-Josèphe Jude. È stato assistente di Gianluigi Gelmetti, Gianandrea Noseda, Sir Colin Davis e Trevor Pinnock al Teatro dell’Opera di Roma, alla Sydney Symphony Orchestra, all’Opéra de Monte Carlo, allo Stresa Festival e al Festival d’Aix-en-Provence. Nel 2009 Sir Colin Davis invita Francesco sul podio della London Symphony Orchestra per un concerto nell’ambito del LSO Discovery Scheme. L’Accademia Chigiana gli conferisce il “Diploma d’Onore” e la Royal Academy of Music premia la conclusione dei suoi studi con l’Henry Wood Prize ed il Gordon Foundation Prize.

Stefano Vizioli, regista
Regista di fama internazionale, ha lavorato con direttori d’orchestra quali Muti, Abbado, Bartoletti, Curtis, Gatti e ha creato regie in tutto il mondo, dalla Scala al Lyric di Chicago, dalla Fenice di Venezia al NCPA di Pechino. Ha creato progetti trasversali nel nome di una cultural diplomacy quali OperaBhutan ovvero Acis and Galatea di Händel nel cuore dell’Himalaya, e Japan Orfeo, una rivisitazione del capolavoro di Monteverdi integrato al teatro Noh e alla danza Nihon Buyo. Molte produzioni sono riprodotte in DVD, tra queste ricordiamo Don Pasquale della Scala diretto da Muti, Il Trovatore per l’ORW di Liegi diretto da Arrivabeni e Rigoletto per il Festival Verdi di Parma con Leo Nucci. Nell’ambito del sociale ha rappresentato Amahl e gli ospiti notturni al carcere minorile Pagliarelli di Palermo. Molte produzioni sono legate alla riscoperta in tempi moderni di capolavori dimenticati del barocco, quali Veremonda di Cavalli rappresentata nel 2015 allo Spoleto Festival Usa, Motezuma di Vivaldi diretto da Curtis e I due Figaro di Carafa al Rossini Festival di Bad Wilbad riprodotti entrambi in DVD, o prime esecuzioni in Italia quali Notte di Maggio di Rimsky Korsakov al Comunale di Bologna. Molto vasta è l’attività didattica in Italia e all’estero di Vizioli, che ha collaborato con Indiana University, Cincinnati University, la El Paso Utep University, l’Università di Pisa e la Fondazione Cini di Venezia. Ampia è la collaborazione con artisti contemporanei quali Ugo Nespolo, Gianni Dessì, Renato Guttuso e Luigi Veronesi. Vizioli è diplomato in pianoforte con massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli ed è accademico della prestigiosa Accademia Filarmonica Romana. Nel 2016 è stato nominato Direttore Artistico del Teatro Verdi di Pisa.

Emanuele Sinisi, scenografo
Dopo aver conseguito la maturità artistica presso l’Istituto d’Arte Pino Pascali di Bari si trasferisce a Roma per proseguire il suo percorso formativo, laureandosi nel 2006 in Architettura e specializzandosi in seguito in Scenografie, Allestimenti e Architetture di Interno. Dopo un periodo di apprendistato presso i Laboratori di Scenografia del Teatro dell’Opera, continua l’attività di formazione approfondendo tematiche afferenti le arti visive, le arti digitali, l’interaction design, il multimediale e acquisendo specifiche competenze nell’ambito della Information and Communication Technology. Dal 2010 alterna la sua attività di scenografo a quella di direttore di scena in diverse produzioni d’opera lirica. Nel 2014, oltre a figurare come scenografo assistente per la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali di Russia a Sochi, firma le scene del dittico Pierrot Lunaire-Gianni Schicchi allestito a Chiusi in occasione del Festival Orizzonti per la regia di Roberto Catalano. Firma le scene di Nabucco per la stagione lirica 2014-2015 del Teatro Ponchielli di Cremona, regia di Andrea Cigni. Con le scene del Simon Boccanegra, titolo di apertura della Stagione Lirica 2015-2016 del Teatro Verdi di Pisa, avvia una collaborazione col regista Lorenzo Maria Mucci. Nella stagione lirica 2016-2017 del Teatro Verdi di Pisa, firma le scene del trittico Sancta Susanna di Hindemith e Suor Angelica – Gianni Schicchi di Puccini) e del Cappello di Paglia di Firenze di  Rota per la regia di Lorenzo Mucci; tra i progetti AsLiCo della stagione 2016-2017 figurano l’allestimento del Barbiere di Siviglia di Rossini con la regia di Danilo Rubeca per il progetto Opera domani e di Madama Butterfly, regia di Roberto Catalano per il progetto Pocket Opera. Nel dicembre 2017 debutta all’ Hungarian State Opera di Budapest con Hänsel und Gretel di Humperdinck per la regia di Rafael Villalobos e torna a collaborare con Catalano in Che Originali! Di Mayr e Pigmalione di Donizetti, per l’edizione 2017 del Festival Donizetti di Bergamo. Firma La Traviata, nell’edizione 2018 di Pocket Opera. Ha curato lo spazio scenico site specific di Aci e Galatea di Händel nella suggestiva cornice del Claustre del Carme per il Festival Castell de Peralada 2018, regia di R. Villalobos. Si consolida la felice collaborazione con Catalano con l’allestimento di Falstaff di Verdi per la Stagione 2018/2019 del Circuito Opera Lombardia. Debutta al Teatro Municipale di Piacenza con le scene della Forza del destino la regia di Italo Nunziata. Nel 2019 progetta le scene per La Dori di Marc’Antonio Cesti per l’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, per la regia di Stefano Vizioli. Nel 2020 è semifinalista, con Villalobos, del prestigioso premio internazionale Ring Award. Progetta Il Trovatore, regia di Catalano per la stagione 2019-2020 dell’Ente Concerti Marialisa de Carolis di Sassari, e Falstaff per la regia di Leonardo Lidi al Teatro Municipale di Piacenza. Apre la stagione 2020-2021 dell’Opera di Montpellier con Il barbiere di Siviglia di Rossini per la regia di Villalobos. Tra i prossimi impegni: Così fan tutte di Mozart per il Teatro de la Maestranza di Siviglia, Marie di Alonso, opera contemporanea in co-produzione con Teatro Real di Madrid e Teatro de La Abadia, Il matrimonio segreto di Cimarosa per l’Opera de Tenerife. Vive tra Genova e Venezia dove è docente di Scenografia Teatrale presso l’Accademia di Belle Arti.

Anna Maria Heinreich, costumista
Inizia il suo lavoro in Italia collaborando con Lele Luzzati e Santuzza Cali. Nell’ambito del teatro di prosa, le produzioni più rilevanti sono con Peter Stein, per il Faust Ensemble a Berlino Pancomedia, di Botho Strauss, per il Festival di Edimburgo, Il gabbiano con Fiona Shaw e Cillian Murphy. La brocca rotta per il Berliner Ensemble con Klaus Maria Brandauer e Das letzte Band di Beckett al Burgtheater di Vienna dove faranno anche Re Lear. Importante è stata la maratona teatrale I Demoni di Dostoevskij con l’adattamento e regia di Peter Stein. Per il Teatro Et Cetera di Mosca disegna il Boris Godunov di Pushkin, a Parigi Il Tartuffe con Pierre Arditi e Jacques Weber e Il Misantropo con Lambert Wilson. Tra i suoi lavori per l’opera lirica sono da citare: Il Prometeo di Luigi Nono per il Teatro alla Scala e la Biennale di Venezia, diretto da Claudio Abbado. Collabora a Il barbiere di Siviglia per Ferrara Musica, con la messa in scena di Stefano Vizioli e la direzione di Claudio Abbado. Per lo stesso regista disegna, tra le numerose produzioni, Lucia di Lammermoor per l’Opera di Saint Louis, Simon Boccanegra per l’Opera Festival di Santa Fe, Norma al Ravenna Festival, diretta da Riccardo Muti. Montezuma per l‘Opera di Lisbona e recentemente per il Festival der Alten Musik a Innsbruck, La Dori di Cesti. La sua intensa collaborazione con Peter Stein si estende anche all’opera lirica: ha creato i costumi per Tat’jana di Azio Corghi, per il Teatro alla Scala, Parsifal per il Festival di Pasqua di Salisburgo diretto da Claudio Abbado. Per l’Opera di Lyon, sempre regista Peter Stein, ha disegnato il ciclo Ciaikovskij Mazeppa, Evgenij Onegin e La dama di Picche ed ancora per L’Incoronazione di Poppea, diretta da William Christie. Ha disegnato Fidelio con la direzione di Claudio Abbado e la regia di Chris Kraus al Teatro Valli di Reggio Emilia. Successivamente con Peter Stein ha lavorato alla produzione de Il prigioniero di Luigi Dallapiccola e Il castello di Barbablù per il Teatro alla Scala. Ha creato i costumi per Il Naso all’Opernhaus di Zurigo, al Festival di Salisburgo, Macbeth, diretto da Riccardo Muti, Don Carlos diretto da Sir A. Pappano, e Fierrabras di Schubert. Per il Teatro alla Scala Il Flauto Magico, per l’Opera di Malmo Le Nozze di Figaro, Več Makropulos per la Wiener Staatsoper. Collabora per il cinema firma i costumi de La Donna della Luna con Greta Scacchi, regia di Vito Zagarrio, Lettera da Parigi con Lucrezia Lante della Rovere e Irene Papas, Viol@ con Stefania Rocca, regia di Donatella Majorca.

Vincenzo Raponi, Lighting designer
Sono nato a Latina, mi sono laureato in Psicologia e ho iniziato a lavorare in teatro a 16 anni nella compagnia “Il Baule”. Fino al 1996 ho lavorato in prosa per poi debuttare nell’opera lirica come Lighting Designer. Dal 2000 ho disegnato le luci per il Maestro Pier Luigi Pizzi spaziando dal repertorio classico a quello moderno e contemporaneo. Ho lavorato col Maestro Werner Herzog in Die Zauberflöte, Der Fliegende Holländer e I due Foscari. Con il Maestro Giorgio Marini ho disegnato le luci per I Capuleti e i Montecchi e in prosa per Occhi Felici e I Gemelli. Con il Maestro De Simone ho inaugurato la riapertura del Teatro Petruzzelli con Turandot. Nella danza ho disegnato le luci per Kitonb, per Gli Argonauti, per gli allestimenti di Luca Veggetti e per alcuni spettacoli di Roberto Bolle. Ho illuminato La Madonna dei Pellegrini del Caravaggio e varie mostre a Roma, Rimini e Forlì. Con l’architetto Caputo, ho realizzato originali creazioni quali il Panteon Veneto, la Sala Luzzatti, l’esposizione dell’artista Zhong Biao e l’illuminazione della facciata dell’Hotel Ca’ Sagredo sul Canal Grande a Venezia. Ho ideato e messo in opera la nuova illuminazione della chiesa dell’Immacolata Concezione a via Veneto a Roma e l’affresco di Santo Stefano a Martellago. Nel 2016 con la regia di Lorenzo Amato e le scene di Ezio Frigerio ho realizzato le luci per Norma al Teatro di San Carlo di Napoli e di Madama Butterfly ad Astana. Sempre al Teatro di San Carlo ho allestito Madama Butterfly con la regia di Pippo Delbono e Aida di Franco Dragone. Con la regia di Amos Gitai, le scene di Dante Ferretti e i costumi di Gabriella Pescucci ho allestito sempre a Napoli Otello di Rossini. Nel 2017 Con la regia di Deda Colonna ho allestito Didone Abbandonata a Firenze. Con la regia di Marco Gandini, ho allestito La bohème a Seoul. Con le scene di Nicola Rubertelli, ho allestito la trilogia Mozart-DaPonte a Dubai. Ho allestito la mostra J.P. Velly in Palazzo Poli a Roma. Dal 2016 insegno Linghting Design presso l’accademia d’arte RUFA di Roma. Nel 2018 e 2019 ho collaborato agli allestimenti di Deda Colonna, Luca Veggetti (Kraanerg di Iannis Xenakis), Davide Livermore (Evgenij Onegin di Čajkovskij Don Carlo di Verdi) e Raul Vasquez (La Sonnanbula di Bellini).

IMAGINARIUM CREATIVE STUDIO, visual
Fondato da Francesca Pasquinucci e Davide Giannoni, Imaginarium è lo studio creativo toscano che dal 2011 si occupa di progetti di illustrazione, animazione e scenografia materica e digitale per la musica e il teatro, in particolare per l’opera lirica. Nel 2018, Imaginarium viene premiato e Los Angeles come Eccellenza Italiana per l’Arte, con il Green Award conferito dalla Italy – America Chamber of Commerce West e dall’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles. Francesca Pasquinucci è illustratrice: con una formazione in Storia del Teatro all’Università di Pisa, seguita dalla docente ricercatrice e critica teatrale Annamaria Monteverdi, è specializzata nella progettazione contenuti artistici per la scenografia teatrale e per l’immagine coordinata di progetti musicali. Davide Giannoni è professore d’orchestra, diplomato in contrabbasso presso il Conservatorio Luigi Boccherini di Lucca. Studioso di tecnologie per l’animazione, è specializzato nello sviluppo di contenuti creativi artistici per lo spettacolo dal vivo e videomapping, e dal 2019 è socio di Blender Italia, associazione italiana del software libero e multipiattaforma di modellazione, rigging, animazione, montaggio video, composizione e rendering di immagini tridimensionali e bidimensionali. Creano opere visive per registi, direttori d’orchestra, orchestre e teatri. La dedizione per il teatro d’opera e il loro stile surreale e bizzarro e allo stesso tempo caratterizzato da una continua ricerca sulla poesia, hanno suscitato l’interesse di artisti della musica pop italiana tra cui Max Gazzé (Universal Music Italia) e Simone Cristicchi che hanno affidato a Imaginarium i progetti visivi dei loro dischi e dei loro concerti. I loro videomapping per la musica pop hanno animato le mura storiche di alcuni delle arene italiane all’aperto più importanti del mondo, come le Terme di Caracalla di Roma, il Teatro Antico di Taormina, l’Arena Sferisterio di Macerata e l’Arena di Verona. Francesca Pasquinucci e Davide Giannoni sono docenti di Drammaturgia Multimediale presso l’Accademia di Arti Multimediali Alma Artis di Pisa.

Pierluigi Vanelli, assistente alla regia
Nato a Carrara, si diploma al Liceo Classico. Dopo gli studi di danza in Italia, Londra, New York e Parigi, ha lavorato in Italia come ballerino, coreografo e insegnante. Come danzatore si è esibito con molte compagnie di balletto: Balletto di Carla Fracci, Biennale di Venezia, Gran Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Opera di Firenze, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Carlo Felice di Genova, Rossini Opera Festival di Pesaro. Per diciotto anni è stato danzatore al Teatro Massimo Bellini di Catania. Nel 1994 riceve il Premio Internazionale Sicilia Il Paladino per la coreografia. Dal 1995 al 1998 è coreografo del Teatro Rendano di Cosenza, per Adriana Lecouvreur, La Traviata, Un Ballo in Maschera, Arlesiana, Rigoletto, Trittico Poulenc. Come coreografo e assistente alla regia ha lavorato in Italia, Spagna, Slovenia, Corea, Ecuador, Francia, Cile e Brasile, per produzioni di Falstaff, La Rondine, Turandot, Madama Butterfly, Tosca, La bohème, Nabucco, Don Pasquale, I Puritani, La Sonnambula, L’italiana in Algeri ed altre. Dal 2001 al 2003 è coreografo ed aiuto regista del Puccini Opera Festival di Torre del Lago. Nel 2002 negli Stati Uniti con la Baltimore Opera Company è coreografo e assistente alla regia per Rigoletto e Lakmè. Torna negli Stati Uniti (2013) a Charleston per lo Spoleto Festival U.S.A come coreografo e assistente alla regia di Le Villi di Puccini e Mese Mariano di Giordano, e nel 2015 con la prima esecuzione in tempi moderni della Veremonda di Cavalli. Da anni collabora come assistente e coreografo con il regista Stefano Vizioli, per cui ultimamente ha firmato le coreografie de Le Prophète di Meyerbeer al Téatre du Capitole a Toulouse, e La Forza del Destino al Teatro Municipal di Santiago del Cile e L’Italiana in Algeri presso la Fondazione Arena di Verona.

Eleonora De Leo, scenografa collaboratore
Nata a Torino, si forma all’Accademia Albertina di Belle Arti e nel 2014 consegue la laurea specialistica in Scenografia Teatrale all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Nella stagione 2014/2015 lavora come assistente alle scene affiancando Federica Parolini nella produzione Candide per la 78° edizione del Maggio Musicale Fiorentino, regia di Francesco Micheli. L’opera segna l’inizio di una solida collaborazione con la scenografa con cui ha modo di lavorare sino ad oggi per diverse produzioni tra cui: As you like it, Teatro Stabile di Torino, regia di Leo Muscato, Norma, regia di Ugo Giacomazzi e Luigi di Gangi per il Macerata Opera Festival coprodotto con Teatro Massimo di Palermo, Trilogia Popolare regia Francesco Micheli e il trittico Cavalleria Rusticana/Pagliacci/Un Mari à la porte, regia dei TeatriAlchemici per il Maggio Musicale Fiorentino in coproduzione con Carlo Felice di Genova. Il 2016 vede nascere il sodalizio con Nicolas Bovey; affianca lo scenografo per la nuova produzione de Il Barbiere di Siviglia per la Greek National Opera in coproduzione con Teatro Comunale di Bologna, regia di Francesco Micheli e per le produzioni del duo Ricci/Forte: Turandot, Macerata Opera Festival in coproduzione con il Teatro Nazionale di Zagabria; La mano felice/Il castello del principe Barbablù, Teatro Massimo di Palermo; Nabucco, Festival Verdi di Parma.  Nel 2018 l’incontro con Graham Vick. Come assistente scene e costumi affianca Stuart Nunn ne Il Flauto Magico, Macerata Opera Festival, e Semiramide per il Rossini Opera Festival. Sempre per la regia di Vick, nel 2020 affianca il pluripremiato scenografo Timothy O’Brien per la nuova produzione di Parsifal al Teatro Massimo di Palermo.  Tra le ultime esperienze: collabora con Alberto Beltrame per le produzioni firmate da Andrea Bernard di Don Pasquale, Maggio Musicale Fiorentino, e L’Italiana in Algeri, Theatre Biel/Solothurn; torna al Rossini Opera Festival accanto all’inglese Gary McCann per la nuova produzione de La Cambiale di Matrimonio, regia di Laurence Dale, in coproduzione con la Royal Opera House di Muscat, Oman. Dall’inizio del suo lavoro come assistente scenografa, porta avanti progetti personali e sperimentali. Collabora con lo scrittore Alessandro Baricco per il reading Pacific Palisades, all’interno del RomaEuropa Festival, esperienza che la porta a lavorare con lo scrittore nel 2018, in qualità di Scenografa, per lo spettacolo Alessandro Baricco legge Novecento presentato alla 61°edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Disegna le scene dello spettacolo Roberto Zucco, progetto finalista del bando Registi Under 30 di Biennale Teatro Venezia 2020, per la regia di Giulio Maria Cavallini.

Lidia Basterretxea, maestro del coro di Voci Bianche
Ha compiuto gli studi di canto presso il Conservatorio Municipal de San Sebastian (Spagna) con il soprano Mariangeles Rodriguez. Ha studiato successivamente in Italia, con il tenore Vicenzo Manno e il mezzosoprano Biancamaria Casoni. Ha seguito il Corso biennale di Musica vocale da camera presso la Civica Scuola di Musica di Milano, con Maurizio Carnelli, e il Corso biennale di Didattica della Musica del C.E.M.B. di Milano, Metodo Giordano Bianchi. Ha partecipato a numerosi festival e stagioni liriche: Temporada de Opera de Bilbao (Spagna), Festival Castell de Peralada (Spagna), Opera de Rouen (Francia), Teatro dell’opera di Wiesbaden (Germania), Brooklyn Academy of Music (Stati Uniti). Dal In questo contesto ha partecipato alle produzioni del Circuito e a numerosi festival in Italia e all’estero (Ravenna Festival, Stagione Lirica del Teatro alla Scala di Milano, Stagione lirica di Legnago, Opera de Massy, Opera de Vichy). Ha collaborato con diverse formazioni vocali: Capella Mauriziana, Madrigalisti ambrosiani, Camerata Polifonica di Milano, con le quali ha partecipato a festival e manifestazioni quali Milano Musica, Musica e poesia a S. Maurizio, Cantantibus Organis. Attualmente fa parte del Gruppo Vocale San Bernardo, del quale è anche preparatore vocale, e collabora con il coro Concentus Vocum del Conservatorio di Como, diretto dal Maestro Michelangelo Gabbrielli. Come solista tiene numerosi concerti in Italia e all’estero, in diverse formazioni, spaziando dalla musica barocca alla musica contemporanea. Collabora stabilmente in duo con l’organista e clavicembalista Giulio Mercati. Nell’ambito del progetto Opera domani per la produzione di opere liriche introdotte da percorsi didattici, ha partecipato in qualità di relatore ai seminari sulla vocalità infantile rivolti agli insegnanti della scuola primaria e secondaria di tutta Italia. Dal 2011 è direttore del Coro di Voci Bianche del Teatro Sociale di Como. È docente di vocalità del Curso de música litúrgica de Lugo (Spagna). Dal novembre 2017, per il Teatro Sociale di Como, tiene un corso di Canto Corale presso la Casa Circondariale di Como.

Coro delle Voci bianche del Teatro Sociale di Como
Fondate nel 2003 da AsLi.Co, hanno partecipato a numerose produzioni liriche (Turandot, Tosca, La Bohéme, Otello ed altre), allestite nei teatri del Circuito di OperaLombardia (Teatro Sociale di Como, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Grande di Brescia). Si sono esibite in diverse manifestazioni e festival musicali insieme a formazioni e artisti quali il soprano Tiziana Fabbricini, l’Orchestra de I Piccoli Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra 1813 del Teatro Sociale di Como. Collaborano regolarmente con il Progetto Opera domani, sostenuto dalla Regione Lombardia, che prevede l’allestimento di opere di repertorio per gli alunni delle scuole primaria e secondaria di primo grado, sia nella registrazione del materiale audio didattico sia nelle recite per le famiglie, che ogni anno si tengono presso il Teatro Sociale di Como e presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano. Dal 2013 partecipano al progetto 200.Com promosso da Teatro Sociale di Como in produzioni lirico sinfoniche allestite presso l’Arena del Teatro Sociale, quali Carmina Burana, Cavalleria Rusticana, I Pagliacci, L’elisir d’amore, Nabucco, Otello e La traviata. Nel 2019 il Coro ha partecipato alla Notte Corale, promossa dalla Diocesi di Lugo (Spagna), insieme al Gruppo Vocale San Bernardo e al quartetto di tromboni Mascoulisse.

Valerio Borgioni, tenore
Valerio Borgioni nasce a Roma nel 1997. Studia canto lirico al Conservatorio Santa Cecilia di Roma con Claudio Di Segni, e frequenta l’Accademia di alto perfezionamento del Teatro Comunale di Bologna. Attualmente studia con il soprano Paola Antonucci. Vincitore di numerosi Concorsi internazionali quali il Beniamino Gigli di Roma, Anita Cerquetti, lo Spiros Argiris e il celebre Concorso AsLiCo per giovani cantanti lirici, debutta nel 2018 come Alfredo ne La Traviata di Giuseppe Verdi al Festival Civitanova all’Opera. Si cimenta nel ruolo di Beppe nella Rita di Gaetano Donizetti al Teatro di Sarzana (SP). Nel 2019 è Nemorino nell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti nella produzione 2019 Opera domani di AsLiCo, andata in tournée in alcuni dei principali teatri italiani (Regio di Parma, Donizetti di Bergamo, Teatro degli Arcimboldi di Milano, Fraschini di Pavia, Teatro Sociale di Como, Grande di Brescia ecc…). Nello stesso anno debutta Rodolfo nella Bohème di Giacomo Puccini al Festival Civitanova all’Opera, riscuotendo grande consenso di pubblico e critica : “La sua voce già ben impostata dal timbro adulto e caldo è gestita ottimamente, tanto da consentirgli di scendere a sfumare e salire per le puntature senza perdere smalto” Musiculturaonline ; “Valerio Borgioni como Rodolfo dejó ver gran expresividad, gran fraseo y una entrega notables” ProOpera.
Interpreterà il difficile ruolo di Werther, nell’omonima opera di Massenet sui palcoscenici del circuito del Teatri di OperaLombardia, nella stagione teatrale 2020/2021. Tra gli impegni futuri anche una tournée in Australia nel ruolo pucciniano di Rodolfo.

Gillen Munguía, tenore
Gillen Munguía, nato a San Sebastian (Spagna) nel 1990, realizza suoi studi di canto con il soprano Elisabetta Tandura e Simone Savina. Si è perfezionato all’Opera(e)Studio di Tenerife, presso l’AsLiCo Academy, del Teatro Sociale di Como, presso il Young Artist Program Opera Next del Teatro Comunale di Bologna e frequentando il Laboratorio Donizettiano presso l´Accademia Teatro alla Scala di Milano e al Donizetti Festival di Bergamo. Ha frequentato masterclass con Teresa Berganza, Mariella Devia, Luciana Serra, Sonia Ganassi, Silvia Dalla Benetta, Chris Merritt, Alberto Zedda, Giulio Zappa. Tra i ruoli da protagonista che ha già interpretato si può citare Tebaldo ne I Capuleti ei Montecchi di Vincenzo Bellini al Teatro Comunale di Bologna; Alfredo ne La traviata di Giuseppe Verdi all´Opera de Tenerife e nel Festival di Cortina d´Ampezzo insieme a Francesca Dotto e Alessandro Luongo; Rodolfo ne La Boheme di Giacomo Puccini all´Opera Nazionale dell’Albania; Nemorino nel L´Elisir d´amore di Gaetano Donizetti nel Kimcheon Opera Theatre (Korea del Sud) e Rafael ne El Gato Montés di Manuel Penella all´Opera de Tenerife. È stato cover nei ruoli di Roberto Devereux al Teatro Regio di Parma e Warney ne Il Castello di Kenilworth al Festival Donizetti di Bergamo. Nel 2019 ha pubblicato Lexia il suo primo album con Sony Classical, dedicato al lied e alla chanson, e in seguito a questa collaborazione pubblicherà l´opera inedita per voce e pianoforte del compositore Aita Donostia sempre per Sony Classical.

Alberto Comes, basso baritono
Nato a Monopoli nel 1992, si è diplomato con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari sotto la guida del soprano Maria Grazia Pani. Ha vinto Concorsi Lirici Internazionali tra cui: Città di Pesaro, Lams di Matera, Valerio Gentile, il Premio Internazionale di Canto Lirico “Beppe De Tomasi”. È stato vincitore per il ruolo di Don Basilio ne Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini alla 71esima Edizione del Concorso AsLiCo per giovani cantanti lirici 2020. Ha debuttato nel 2012 il ruolo di Colas nel Bastiano e Bastiana di Mozart, quello di Publio ne La Clemenza di Tito di Mozart presso il Chiostro del Conservatorio Rota di Monopoli, nel 2014 Don Pasquale nel Don Pasquale di Donizetti al Teatro Rendano di Cosenza. Nel 2015 ha debuttato il ruolo dell’Impresario ne Le Convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti, a cui segue il ruolo di Strabinio in L’impresario in angustie di Cimarosa a Basilea, quello di Dulcamara ne L’Elisir d’amore al Teatro Nuovo di Milano, Kalil nel Medico turco di Isouard a Bari e il Calotta ne Il cavaliere errante di Traetta. Nel 2016 ha debuttato il ruolo del Re in Cenerentola di Cristian Carrara, su libretto e regia di Maria Grazia Pani, in Prima esecuzione assoluta al Teatro Petruzzelli di Bari. Nel 2017 sempre presso il Teatro Petruzzelli, ha debuttato il ruolo di Ernesto ne La Gazza ladra di Rossini, L’oste in Manon Lescaut di Puccini e il Mago/Sultano in Aladino e la sua Lampada di Scardicchio. Ed ancora il ruolo di Simone in Gianni Schicchi a Taranto e Seneca ne L’Incoronazione di Poppea di Monteverdi a Bari. Nel 2018 presso il Teatro Petruzzelli interpreta il ruolo di Fouquier Tinville in Andrea Chénier di Giordano, Il Re di Bordonia ne Il gatto con gli stivali di Scardicchio/Pani, Il Conte di Ceprano in Rigoletto di Verdi e infine il ruolo di Orbazzano in Tancredi di Rossini. Nel 2019 è stato selezionato dall’Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti di Martina Franca, nel cui ambito ha preso parte alle produzioni nel cartellone 2019 del Festival della Valle d’Itria. Nell’ottobre 2019 ha interpretato i ruoli di Domestico/Sicario/Medico, nel Macbeth di Verdi, nei teatri del Circuito OperaLombardia. Nel 2020 ha partecipato al Festival della Valle d’Itria nell’opera Il Marchese gentiluomo. Nel repertorio sacro è stato basso solista nel Requiem di Mozart e nello Stabat mater di Haydn.

Karina Demurova, mezzosoprano
Nata a Mosca, nel 2017 si diploma, come miglior studente dell’anno, presso il Conservatorio Statale Čajkovskij di Mosca. Nel 2010 è stata vincitrice del concorso Festos Student Festival a Mosca, nel 2011 Voces de Oro Choir a Lloret de Mar in Spagna, come solista del Harmonia Women Choir (Grand Prix del concorso e premio speciale per solista, 2011). Nel 2015, ancora studentessa, ha debuttato nel ruolo di Laura in Iolanta (2015 Festival Aix-en-Provance, 2016 Opéra National de Lyon) per la regia di Peter Sellars, sotto la direzione dei maestri Teodor Currentzis (2015) e Martyn Brabbins (2016). Nel 2015 è stata selezionata per l’Academie de l’Opéra de Monte-Carlo, dove ha perfezionato il repertorio italiano e francese, lavorando assieme a Laurent Campellone, Kira Parfeevets, Antoine Palloc, Samuele Palla, Ruggero Raimondi. Nel 2016 è stata scelta dal maestro Michel Plasson per partecipare all’Académie Internationale de la musique Française, dove ha studiato il repertorio francese con il maestro Michel Plasson, Emmanuel Plasson, Sophie Koch, José Van Dam. Nel 2016 ha vinto il Concurso Internacional de Mozart (Granada, Spagna), come premio, nel 2017 ha interpretato il ruolo di Dorabella in Così fan tutte di Mozart, con i maestri Giancarlo Andretta e Andrea Marcon, regia di Xavier Capdet. Nel 2016 ha ricevuto una borsa di studio per meriti accademici dal fondo Muslim Magomaev. È stata scelta per far parte del programma Zurich Opera International Young Artist per la stagione 2017/2018 dove ha collaborato con direttori come Marco Armilliato, Diego Fasolis, Fabio Luisi. Nel 2018 ha debuttato il ruolo di Carmen (São Paulo, Brasile). Nel 2019 ha debuttato il ruolo di Isabella nell’Italiana in Algeri di Rossini (Granada, Spagna).
Lo stesso anno si esibisce come Carmen al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino sotto la direzione di Sesto Quatrini nella produzione di Leo Muscato. Sempre nel 2019 vince il primo premio del concorso lirico Roma caput mundi. Nel 2020 è vincitrice della 71a edizione del Concorso AsLiCo per il ruolo di Charlotte nel Werther di Massenet.

Mariangela Marini, mezzosoprano
Laureata con lode alla facoltà Mestieri della Musica e dello Spettacolo, presso l’Università di Macerata, Si forma in Santa Cecilia Opera Studio a Roma con Renata Scotto, Claudio Desderi, Anna Vandi e Cesare Scarton. Nel 2010 debutta nell’opera Dido and Aeneas di Henry Purcell sotto la direzione del Maestro Willem Peerik. Nel 2011 ha cantato nel ruolo di Annina ne La Traviata presso il Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno con la regia di Henning Brockhaus. Nel 2012 ha interpretato il ruolo di terza segretaria nell’opera moderna di Riccardo Panfili Frecciarotta presso il Teatro Olimpico di Roma. Nel 2013 ha cantato Midsummer Night’s Dream di Mendelssohn allo Sferisterio di Macerata, direttore Franklin, regia Francesco Micheli. Nel 2013 è stata ammessa all’Opera Studio dell’Accademia Nazionale di Alto Perfezionamento per Cantanti Lirici di Santa Cecilia. Nel 2014 risulta vincitrice di vari concorsi tra cui il Concorso Cerquetti. Nel 2015 vince la possibilità di partecipare a varie masterclasses, tra cui quella organizzata dall’Accademia della Scala di Milano e dalla Fondazione Donizetti di Bergamo su Donizetti, e studia con Renato Brusson. Nel 2016 è vincitrice del 70° Concorso Comunità Europea di Spoleto. Nel 2016 è stata scelta dal maestro Riccardo Muti per la seconda edizione di Riccardo Muti Italian Opera Academy per i ruoli di Flora e Annina essendo La Traviata l’opera presa in esame. Nello stesso anno ha debuttato nel ruolo di Ulrica al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto e Flora al Teatro Pergolesi di Jesi. Nel 2017 ha cantato il ruolo di Carmen al Teatro Lirico Sperimentale A. Belli di Spoleto e il ruolo di Jessie in Mahagonny di Kurt Weill, spettacolo ripreso a Prato sotto la direzione di Jonathan Webb. Nel luglio 2018 è stata Flora ne La Traviata allo Sferisterio di Macerata. Nel settembre 2018 ha cantato nel ruolo di Alberto ne Il Noce di Benevento di Balducci al Teatro Pergolesi di Jesi. Nel 2019 ha cantato nel ruolo di Clarina ne La Cambiale di Matrimonio di Rossini al Teatro Rossini di Pesaro per il ROF d’inverno. Nel maggio 2019 ha cantato nel ruolo della Volpe nell’opera Ciao Pinocchio musica di Paolo Arcà, con la regia Walter Pagliaro al Teatro Petruzzelli di Bari. Nel Luglio 2019 ha cantato nel ruolo di Mercedes in Carmen all’Arena di Verona sotto la direzione del Maestro Daniel Oren, regia Hugo de Ana. Nell’Ottobre del 2019 ha cantato nel ruolo di Flora al Teatro di San Carlo di Napoli sotto la direzione del Maestro Stefano Renzani. Sempre nello stesso anno canta al Teatro Petruzzelli di Bari nel Ruolo di Lola in Cavalleria Rusticana sotto la direzione del Maestro Renato Palumbo, regia Michele Mirabella. Nel Luglio del 2020 ha cantato nel ruolo di Maddalena nel Rigoletto all’Auditorium Paganini per il Teatro Regio di Parma.

Guido Dazzini, baritono
Comincia giovanissimo (2009) lo studio del canto con Fernanda Piccini. Dopo la maturità classica al liceo Costa di La Spezia prosegue la propria formazione presso il Conservatorio di Parma sotto la guida di Lucia Rizzi e del pianista Riccardo Mascia. Ha svolto attività di artista del coro all’interno di importanti teatri quali La Scala di Milano, Carlo Felice di Genova, Teatro Puccini di Torre del Lago.  Ha debuttato a marzo 2016 nel ruolo del Marchese da La locandiera di Salieri in versione inedita integrale presso il Teatro Consorziale di Budrio diretto da Alberto Martelli e ad aprile 2017 Uberto de La serva padrona di Pergolesi a Sion in collaborazione con la Haute École de musique de Lausanne.  Nel gennaio 2017 è vincitore del 68° concorso AsLiCo per giovani cantanti lirici emergenti grazie al quale ha frequentato masterclasses con Michele Pertusi, Alberto Gazale e Alfonso Antoniozzi e continua a svolgere attività concertistica. A novembre ha debuttato Marullo da Rigoletto nella stagione autunnale di OperaLombardia nei Teatri di Pavia, Como, Brescia, Cremona e Bergamo con la direzione di Pietro Rizzo e la regia di Elena Barbalich.  Con AsLiCo ha debuttato nel gennaio 2018 il ruolo di Giorgio Germont nella Traviata per Pocket Opera diretto da Jacopo Brusa, con la regia di Roberto Catalano.  Per Opera Domani è stato Dancaire in Carmen la Stella del Circo Siviglia e Belcore in L’elisir d’amore. Una fabbrica di idee sotto la bacchetta di Azzurra Steri.  A settembre ha interpretato Don Alvaro de Il viaggio a Reims nella nuova stagione di OperaLombardia con la direzione di Michele Spotti e la regia di Michal Znaniecki. Ha seguito masterclasses con artisti e personalità del mondo della lirica quali Alberto Triola, Leone Magiera, Henning Brockhaus, Chris Merritt, Paoletta Marrocu, Roberto Servile, Sherman Lowe. Ha partecipato alle attività dell’Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti 2019, del 45° Festival della valle d’Itria e dell’Arezzo rARo Festival con Donato Renzetti. Nel settembre dello stesso anno ha interpretato Antonio, protagonista dell’opera contemporanea Mal di Terra di Silvio Bartoli, in prima assoluta al teatro Lauro Rossi di Macerata, diretto da Biagio Micciulla con la regia di Giulia Olivieri.

Nicola Di Filippo, tenore
Nicola Di Filippo è nato ad Atessa nel 1989. Ha intrapreso da adolescente lo studio del pianoforte e del violino. Dopo aver conseguito con il massimo dei voti la laurea magistrale in italianistica presso l’Università degli Studi di Perugia, ha proseguito gli studi in canto presso il Conservatorio di Musica di Perugia con Gabriella Rossi, nei registri di tenore e controtenore. Dal 2012 al 2018 ha ricoperto ruoli da comprimario presso il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, collaborando, tra gli altri, con il direttore Marco Angius e l’attore Paolo Rossi. Nel 2015 ha interpretato il ruolo di Liscione nell’intermezzo La Dirindina di Domenico Scarlatti. Nel 2016 ha debuttato il ruolo di Nemorino ne L’Elisir d’amore al Teatro F. Morlacchi di Perugia, sotto la direzione di Carlo Palleschi. Nel 2017 ha interpretato Monostatos ne Il flauto magico per il progetto Europa InCanto al Teatro Argentina di Roma e al Teatro di San Carlo a Napoli. Tra il 2016 e il 2017 ha eseguito da solista composizioni sacre come lo Stabat Mater di Rossini, il Requiem di Mozart e la Cantata BWV 131 in una serie di concerti tra Umbria e Toscana.  Nel settembre 2017 ha partecipato al Festival Barocco Alessandro Stradella, eseguendo musiche di Monteverdi, Frescobaldi e Sigismondo D’India. Nel 2018 ha debuttato il ruolo di Rinuccio in Gianni Schicchi. Collabora attualmente con diversi ensemble di musica antica e contemporanea, quali il Libercantus Ensemble diretto da Vladimiro Vagnetti (1° classificato al 32° Concorso Polifonico Nazionale Guido d’Arezzo nel 2015; 2° classificato al 64° Concorso Polifonico Internazionale Guido d’Arezzo – categoria gruppi vocali nel 2016), l’Anonima Frottolisti di Assisi e l’ensemble Nova Alta. Nel 2020 è tra i vincitori, con assegnazione di una scrittura in ruolo nella produzione Werther, dell’ultima edizione Concorso AsLiCo 2019, in scena a fine 2020/ inizio 2021 nei Teatri di Opera Lombardia, Pisa, Reggio Emilia e Modena, e del Concorso Lirico di Spoleto 2020 nel quale sta lavorando alla produzione di Rigoletto nel ruolo del Duca di Mantova.

Filippo Rotondo, baritono
Nato a Milano nel 1993 si è diplomato a Conservatorio Giuseppe Verdi con il massimo dei voti e la lode. Si è perfezionato con il baritono Federico Longhi e il mezzosoprano Luciana d’Intino, ha studiato anche con il basso Andrea Mastroni e il baritono Juan Pons. Nel maggio 2012 ha partecipato come attore alla messa in scena de La serva padrona di Pergolesi. Nel 2013 ha debuttato Conte di Ceprano in Rigoletto, alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano e per le celebrazioni in occasione del bicentenario della nascita di Verdi, e come solista nel concerto Verdi in Coro. Sempre al Conservatorio è il Commissario in Siberia di Giordano nel 2014 e il Notaio in Don Pasquale. Con AsLiCo per il progetto “Musica in Piazza” canta Schaunard ne La Bohème di G. Puccini. Nel 2015 è all’EXPO nel progetto Vivaio dei talenti del padiglione Italia, nel ruolo di Tracollo nell’intermezzo di Pergolesi Livietta e Tracollo, solista nell’opera I promessi sposi di Ponchielli, prima produzione mondiale in tempi moderni con la collaborazione della casa editrice Ricordi, l’Accademia di Brera e il Conservatorio di Milano. Nel 2016 inizia a collaborare con la compagnia FuoriOpera interpretando i ruoli di Marcello (La Bohème), Belcore (Elisir d’amore), Figaro (Le nozze di Figaro) e Guglielmo (Così fan tutte), Figaro (Il barbiere di Siviglia). Nel 2017 interpreta il ruolo di Bartolo (Il barbiere di Siviglia) per il progetto Opera domani di AsLiCo. È solista nello spettacolo teatrale Il buffo nell’opera di Antonio Lubrano, presso il Teatro Gerolamo di Milano. Tra il 2017 e il 2018 canta con AsLiCo il ruolo di Marchese (La traviata), il ruolo di Dancaire (Carmen) per il progetto Opera domani, il commissario e il principe Yamadori in Madama Butterfly. Nell’ottobre 2018 entra a far parte dell’Accademia di alto perfezionamento di canto del Teatro Coccia di Novara, per la messa in scena di Gianni Schicchi. Nello stesso periodo collabora con l’orchestra AllegroModerato, interpretando il ruolo di Jago nello spettacolo OtelloCircus (Teatro LaCucina, Teatro Comunale di Ferrara). Partecipa ad una riduzione della Bohème come Marcello, all’Auditorium di Milano. Nel dicembre 2018 debutta nel ruolo di Marco (Gianni Schicchi) al Teatro Coccia di Novara. Nel gennaio 2019 diventa cantante dell’Accademia di alto perfezionamento del Teatro Comunale di Bologna, dove ha avuto l’opportunità di partecipare a numerosi concerti di musica da camera e operistica. Nel marzo 2019 al Teatro Coccia di Novara interpreta il ruolo del Conte d’Almaviva nelle Nozze di Figaro di Mozart in una riduzione per ragazzi. Nell’ottobre 2019 debutta in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna e l’Amman Opera Festival il ruolo di Bartolo ne Il barbiere di Siviglia ad Amman. Nel gennaio 2020 è semifinalista al concorso AsLiCo e debutta per il circuito Opera domani il ruolo di Marullo nel Rigoletto di Giuseppe Verdi. Nel luglio 2020 debutta il ruolo di Fiorello ne Il barbiere di Siviglia con la Fondazione Teatro Coccia di Novara.

Maria Rita Combattelli, soprano
Nata a Roma il 26 settembre 1995, comincia a studiare canto all’età di 16 anni. Diplomata in canto lirico con il massimo dei voti, dal novembre 2017 fa parte dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, Accademia di Alta Formazione dell’Opera di Firenze, come allieva effettiva. Ha iniziato a studiare con Damiana Mizzi, perfezionandosi con illustri nomi della lirica, quali Elizabeth Norberg-Schulz, Luciana Serra, Sonia Ganassi, Bruno De Simone, Jessica Pratt.  Attualmente studia con Giulio Zappa e Giacomo Prestia. Ottiene riconoscimenti nazionali e internazionali: nell’ottobre 2017 vince il Premio Speciale Giovane promessa al VII Concorso Lirico Internazionale Luciano Neroni. Nell’aprile 2018 vince il I Premio Assoluto al V Concorso Lirico Internazionale Città d’Iseo – Franco Ghitti.​ Nel luglio 2018, nell’ambito del Festival Rossini in Wildbad – Belcanto Opera Festival, vince l’Internationalen Belcanto Preis 2018. Nel gennaio 2019 il II Premio al Concorso Internazionale Gigli/Franci di Roma. Nel giugno 2015 debutta a Roma nei ruoli di Barbarina (Le Nozze di Figaro), Zerlina (Don Giovanni) nell’ambito del Rome Opera Festival. Nel novembre 2015 debutta a Terni nel ruolo di Celidora ne L’Oca del Cairo di Mozart sotto la direzione di Rodolfo Bonucci. Nel luglio 2015 debutta nel ruolo di Suor Genovieffa in Suor Angelica di Puccini, nell’ambito del Narnia Festival (Narni e Duomo di Orvieto). Nel novembre 2016 debutta a Roma, Terni e Rieti (Teatro Flavio Vespasiano) nel ruolo di Juliet nell’opera Il piccolo spazzacamino di Britten, sotto la direzione di Fabio Maestri con la regia di Cesare Scarton. Nel maggio 2017 debutta a Terni nello Stabat Mater di Pergolesi, sotto la direzione di Paolo Ciociola. Nel settembre 2017 debutta nel dittico di Nino Rota I due timidi e La notte di un Nevrastenico, al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, nell’ambito del Reate Festival 2017, sotto la direzione di Gabriele Bonolis con la regia di Cesare Scarton. Nel 2017 debutta nel ruolo di Pamina ne Il Flauto Magico di Mozart nei teatri: San Carlo di Napoli, Argentina di Roma, Flavio Vespasiano di Rieti, Sociale di Rovigo e Comunale di Treviso, sotto la direzione di Germano Neri, per il progetto Europa InCanto. Nell’aprile 2018 debutta nel ruolo di Rosina per la produzione Tutti mi chiamano (Il Barbiere di Siviglia) al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, sotto la direzione di Giuseppe La Malfa con la regia di Manu Lalli. A luglio 2018 è Clarina ne La Cambiale di Matrimonio di Rossini per il Festival Rossini in Wildbad – Belcanto Opera Festival diretta da Jacopo Brusa con la regia di Lorenzo Regazzo (con registrazione DVD). Ad ottobre 2018 partecipa al Decimo Festival Culturale Internazionale di Musica Sinfonica presso l’Opéra d’Alger (Tunisia), rappresentando l’Italia. Nel novembre 2018 canta ne La Pietà e Stabat Mater per due voci femminili con voce recitante e orchestra, diretta da Nicola Piovani presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, al fianco di Amii Stewart e Gigi Proietti. Nell’ aprile 2019 lo stesso Nicola Piovani la sceglie per interpretare la sua nuova composizione Sinfonia delle Stagioni, presso l’Abbazia di Collemaggio a l’Aquila, in occasione del decennale del terremoto. Nel Luglio 2019 debutta Adina nell’Elisir d’amore al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, diretta da Fabrizio Maria Carminati per la regia di Pier Francesco Maestrini. Nel gennaio 2020 vince il 71° Concorso Internazionale AsLiCo per Giovani Cantanti Lirici, presso il Teatro Sociale di Como per debuttare il ruolo di Sophie nel Werther di Jules Massenet.

Andrea Gervasoni, baritono

Nato nel 1996, intraprende gli studi di canto lirico all’accademia CdpM di Bergamo, sotto la guida del baritono Giovanni Guerini. Recentemente, ha debuttato il ruolo di Belcore ne L’Elisir d’amore in tournée (Teatro Sociale Como, Teatro Grande Brescia, Teatro Fraschini Pavia, Teatro Arcimboldi Milano, Teatro Valli Reggio Emilia, Teatro Regio Parma, Teatro Alighieri Ravenna, Teatro Rossi Macerata, Teatro Municpale Piacenza, Royal Opera House di Muscat e molti altri) per il progetto Opera domani di AsLiCo. Ha all’attivo ruoli come Masetto in Don Giovanni, Conte d’Almaviva ne Le Nozze di Figaro, Alidoro ne La Cenerentola, Monterone in Rigoletto e Angelotti in Tosca.

Luisa Bertoli, soprano
Cremonese, classe 1993, dopo la maturità classica consegue a pieni voti la laurea magistrale in lingue straniere (arabo, inglese e francese) presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel 2019 conclude gli studi di canto lirico al triennio AFAM della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado sotto la guida del Maestro Coviello, diplomandosi con lode. Lavora come Artista del Coro nelle formazioni di OperaLombardia e del Teatro Donizetti di Bergamo. All’interno del Circuito Lirico Lombardo ha vestito i panni di Un Pastorello (Tosca – 2012) e nel 2017 ha interpretato il ruolo del Paggio in Rigoletto nei Teatri Fraschini di Pavia, Sociale di Como, Ponchielli di Cremona, Grande di Brescia e Sociale di Bergamo. Nel 2018 è Annina per La Traviata del progetto Pocket Opera di AsLiCo e Donna Anna nel Don Giovanni di Mozart eseguito al Teatro di Caldana e, nell’autunno successivo, a Palazzo Blu, Pisa. Nell’estate 2019 debutta come Amelia in Simon Boccanegra per il Circolo delle Muse di Crema.  Nel gennaio 2020, è “un’operaia” per L’Elisir d’amore una fabbrica di idee per Opera domani – al Teatro Municipale di Piacenza e a Rosignano Solvay. Collabora con lo Studium Musicale di Ateneo dell’Università Cattolica – sede di Milano, con il quale ha eseguito lo Stabat Mater di Pergolesi e numerosi concerti. Sul versante dell’insegnamento, segue la vocalità del Coro dell’Università Cattolica e di altre realtà. Dal 2019 è parte del team di Opera Education e si occupa degli incontri di formazione per docenti e studenti della scuola primaria e secondaria.

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