di Giuseppe Verdi
Nabucco Alberto Gazale
Abigaille Elena Lo Forte
Zaccaria Abramo Rosalen
Ismaele Manuel Pierattelli
Fenena Irene Molinari
Gran Sacerdote di Belo Shi Zong
Abdallo Claudio Grasso
Anna Tiberia Monica Naghi
Direttore
Jacopo Rivani
Regia
Jacopo Spirei
Scene e costumi Mauro Tinti
Light designer Giuseppe Di Iorio
Maestri del coro Giuseppe Califano, Giorgio Martano, Mariagrazia Mercaldo, Mario Moretti
Coro 200.Com
Coro Città di Como, Coro voci bianche del Teatro Sociale di Como
Orchestra 1813
Produzione Teatro Sociale di Como AsLiCo
Nuovo allestimento
[…] “ e di Canti a Te sacranti ogni Tempio suonerà, sovra gl’idoli sprezzati la Sua legge suonerà”[…]
Permeata da aneddoti e leggende, talvolta diffusi dallo stesso Verdi, Nabucco rappresenta una delle opere di maggior successo di tutti i tempi.
La vicenda storica, intrecciata a quella amorosa sapientemente cucita da Temistocle Solera, è perfettamente resa in musica da un Verdi giovane ma di grande personalità, attento alla struttura dell’opera e alla strumentazione.
Con un organico analogo a quello delle opere di Donizetti – peraltro presente alla prima esecuzione del Nabucco – Verdi riesce, sfruttando la solita forma (scena e aria) anticipata da introduzioni corali, a realizzare un’opera dal flusso drammaturgico fluido e perfetto, con arie e duetti intensi intercalati da scene, tempi d’attacco e tempi di mezzo di drammaturgia credibili e attenti ai dettagli fonetici e onomatopeici.
Sono proprio le introduzioni alla solita forma che oggi risuonano come il maggior successo di tutta l’opera, come ad esempio «Gli arredi festivi», il Coro dei Leviti, e il celeberrimo «Va’ pensiero».
L’utilizzo delle masse corali, spesso all’unisono, porta l’attenzione al sentimento comune condiviso dal popolo che acquisisce la dignità drammaturgica di un vero e proprio personaggio collettivo dell’opera. Il canto, talvolta ad una voce, oltre a presentare uno stile compositivo attento alle esigenze di produzione dell’epoca – in quanto spesso le masse corali non erano formate da professionisti – rende ancor più espressivo e intenso il significato delle parti affidate al coro nella drammaturgia dell’opera.
Il diffuso impiego degli ottoni in orchestra, nonostante fosse inteso dalla critica francese dell’epoca come un modo di strumentare sgraziato e volgare, conferisce all’opera la cifra musicale di un dramma di ispirazione biblica, grandioso nelle sonorità talvolta sacre, talvolta chiesastiche, con un’attenzione assoluta al legame drammaturgico tra parole e musica.
Un’opera di non facile concertazione a causa difficoltà tecniche vocali che i solisti sono chiamati ad affrontare, inserite in un fraseggio così vivo e di temperamento così italiano che ancor oggi appare autentico e mai scontato, accompagnato da ritmi ora risoluti, ora drammatici dell’orchestra, che talvolta si abbandona a gesti musicali di grande intimità per poi esplodere in fioriture e virtuosismi che ancora emozionano le platee di tutto il mondo.
Jacopo Rivani
QUATTRO CHIACCHIERE CON JACOPO SPIREI
Quando ti è stato proposto questo progetto, qual è stata la tua prima reazione?
Di assoluto entusiasmo, perché il lavoro coinvolge una grande parte della cittadinanza e prevede un modo di approcciare l’opera che mi è consono e familiare. Il fatto di avere a disposizione un grande numero di coristi volontari, in una struttura aperta come l’Arena, mi ha sedotto immediatamente.
Che tipo di lavoro hai fatto con il Coro 200.Com?
È stato un percorso graduale, molto profondo e dettagliato. In una serie di incontri propedeutici sulla ‘teatralità’ e attraverso l’esercizio e l’improvvisazione, abbiamo creato dei codici e dei modi espressivi che sono diventati poi l’humus fertile su cui costruire la regia vera e propria dello spettacolo.
Che rapporto si instaura tra il Coro 200.Com e un cast di cantanti lirici professionisti?
Si crea uno scambio alla pari e continuo che, a mio avviso, è davvero sorprendente. L’energia che sprigiona questo coro di oltre 200 persone, ispirato dal contatto con dei professionisti, è così straordinaria da sorprendere e avvolgere il cast stesso, dando vita di conseguenza a una performance ancora più intensa e onesta. Un vero e proprio circolo virtuoso che si alimenta.
Com’è stato, invece, il tuo rapporto con il direttore?
Da subito eccellente (per fortuna, dato che sono fin troppo noti i cronici contrasti tra direttore e regista!). Abbiamo parlato molto, ci siamo confrontati su tutti i piani, capendo di avere una sintonia sia dal punto di vista teatrale che da quello musicale. Un’unità di vedute che ha ovviamente giovato al progetto.
Scendendo più nel dettaglio della tua regia, che senso hai voluto dare alla storia e come l’hai interpretata in relazione al mondo di oggi e alle sue problematiche?
C’è da dire che la location urbana in cui abbiamo allestito l’opera ha influito molto sulle mie scelte registiche e mi ha spinto a un’ambientazione assolutamente contemporanea. È uno spettacolo che possiede una valenza sociale importante non solo per la tipologia del progetto 200.Com, ma anche per i temi affrontati nel dramma, quelli della tolleranza e l’intolleranza, il dialogo e lo scontro fra popoli, tutt’oggi attualissimi (anzi, quotidiani). Una storia eterna e senza tempo che ricalca perfettamente la realtà odierna, come del resto fanno tutti i capolavori operistici che parlano a qualunque pubblico in qualunque era, indipendentemente dall’ambientazione.
Come hai sfruttato lo spazio dell’Arena?
Abbiamo lasciato che lo spazio, adibito tutto l’anno a parcheggio, ci parlasse. È come se noi l’avessimo invaso, strappandolo alle auto e gettando dentro un pezzo d’arte contemporanea. La regia sfrutta questa spazialità a 360°, dialoga artisticamente con essa e ne è indissolubilmente legata, perché può realizzarsi solo qui e in nessun altro posto. Lo spettacolo coinvolge il pubblico in maniera immersiva proprio in virtù della dinamicità che consente un luogo aperto come questo.
Dato che hai parlato del pubblico, come ti relazioni ad esso attraverso la tua regia?
Cerco un dialogo con lui e, nel contempo, trovo fondamentale che gli spettatori lascino qualsiasi spettacolo teatrale con più domande che risposte, sollevando questioni e costringendo in qualche maniera a ragionare su elementi personali e umani; e, a volte, anche politici, come avviene in quest’opera, dove il dramma del singolo diventa il dramma di un intero popolo. Il messaggio che emerge è di come la violenza generi violenza, e il mio spettacolo esprime questo concetto sposandosi perfettamente con un’opera che già di per sé possiede un linguaggio musicale violento e impetuoso; salvo poi trovare una via d’uscita, che sta al pubblico individuare.
Alla fine di questa esperienza, cosa pensi del progetto 200.Com?
Credo che un progetto del genere vada coltivato e sia un ottimo sistema per aprire il repertorio operistico a un pubblico nuovo. La stretta, costante relazione con un vasto gruppo di persone, dai background culturali più vari, è per me un grande motivo di crescita. Alla fine di un’esperienza simile, ti trovi umanamente trasformato e – si spera – migliorato. La forza dell’idea insita nel progetto 200.Com è la cosa più preziosa che mi porterò appresso e che non scorderò.
E allora… viva Nabucco!
Viva!
JACOPO RIVANI Direttore
Classe 1989, già diplomato brillantemente in tromba, si laurea a pieni voti in Direzione d’Orchestra sotto la guida di Manlio Benzi. Nel corso dell’attività professionale ha conosciuto Riccardo Muti e Alberto Zedda, con i quali ha avuto possibilità di confrontarsi ed intavolare interessanti discussioni nell’ambito interpretativo ed esecutivo, riscuotendo da loro importanti consensi. Di Zedda è stato assistente per la produzione de Il barbiere di Siviglia, in occasione del bicentenario della composizione, a Pesaro. Ha preso parte ad importanti manifestazioni come Ravenna Festival, Festival Como città della musica, Festival Arena delle balle di paglia, Concerti del Sabato, Concerto di Santa Cecilia dell’Auditorium Pedrotti di Pesaro e gli European Opera Days. È stato inserito nei cartelloni dei maggiori teatri italiani tra cui Arcimboldi di Milano, Sociale di Como, Manzoni di Bologna, Pavarotti di Modena, Alighieri di Ravenna, teatri di Bergamo, Cremona, Pavia, Bolzano, Trento, Roma (Olimpico), Napoli (Politeama), Reggio Emilia, Vicenza, Pordenone, Jesi, Chiaravalle, Osimo, Urbino, Ancona, Lugo di Romagna. Ha diretto l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini, la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana, il Sineforma Ensemble, l’Italian Chamber Opera Ensemble, l’Orchestra Sinfonica della Repubblica di San Marino, l’Orchestra Lettimi, l’Orchestra 1813 di Como, l’Ensemble Tempo Primo e l’Orchestra Arcangelo Corelli, della quale è attualmente direttore artistico e musicale. Nel 2017 debutterà alla guida dei Pomeriggi Musicali di Milano e dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano per la prima assoluta dell’opera Ettore Majorana. Cronaca di infinite scomparse di Roberto Vetrano.
JACOPO SPIREI Regista
Vincitore del premio del pubblico a Salisburgo per la migliore produzione della stagione 2012/13 al Landestheater per l’allestimento di Don Giovanni, ha curato la regia di opere come: Falstaff, L’elisir d’amore (Badisches Staatstheater, Karlsruhe), Don Giovanni, Così fan tutte, Die Pilger von Mekka di Gluck (Salzburger Landestheater), La cambiale di matrimonio (Theater an der Wien), Gli equivoci nel sembiante di Scarlatti (Purtimiro Festival, Lugo di Romagna), The Bear di Walton, Satyricon di Maderna e Il matrimonio segreto (Danish Royal Opera), La Cenerentola (Festival Internacional de Música, Cartagena, Colombia), Pagliacci (Wexford Festival Opera), Bastiano e Bastiana e La serva padrona di Paisiello (Lugo Opera Festival, Teatro Comunale di Bologna), Così fan tutte (Ente Concerti Marialisa De Carolis, Sassari), Le nozze di Figaro, Madama Butterfly (Co-opera Co, Londra). Attualmente è titolare della cattedra di opera presso la Oslo National Academy of the Arts. Ha collaborato con la Opera Academy della Royal Opera House di Copenhagen e con i giovani artisti dell’Accademia della Scala e del Royal Conservatoire of Scotland. Come assistente ha lavorato a lungo con Graham Vick (Glyndebourne Festival Opera, Maggio Musicale Fiorentino, Birmingham Opera Company – dove è andata in scena, tra le altre cose, la prima mondiale di Mittwoch aus Licht di Stockhausen – Houston Grand Opera, Bregenz Festival, New National Theatre di Tokyo, Teatro São Carlos di Lisbona per Der Ring des Nibelungen. È stato inoltre assistente di registi come John Copley, Talmage Fauntleroy, Stefano Vizioli, Franco Ripa di Meana, Stephen Medcalf, Lorenzo Mariani. Ha studiato a Bologna e alla Film Academy di New York. Tra il 2006 e il 2011 è stato direttore artistico e cofondatore di Spurio, un progetto sperimentale di opera, film, video art e live performance, culminato con la produzione di un film basato sul mito di Orfeo con musica dal vivo composta da Davide Fensi e testi di Tommaso Tomboloni. Tra gli impegni recenti, annovera Don Giovanni per la San Francisco Opera e Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny al Salzburger Landestheater.
MAURO TINTI Scenografo e costumista
Nasce a Certaldo (Firenze) nel 1974. Dal 1997 al 1999 frequenta per due anni i corsi di scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Nel 1999 si laurea al DAMS con una tesi sull’architettura museale contemporanea e si trasferisce a Londra dove entra nella prestigiosa scuola di scenografia Motley Theatre Design Course diretta da Alison Chitty. In seguito approfondisce lo studio del costume storico e le tecniche sartoriali lavorando alcuni mesi a Parigi presso l’Atelier Caraco-Canezou, diretto da Claudine Lachaud. Ha firmato le scene e i costumi di Rigoletto con la regia di Marco Spada (Opera Nazionale Rumena, Iaşi – marzo 2017), i costumi per Fidelio con la regia di Graham Vick (Opera Nazionale di Bucarest – luglio 2016), le scene di Macbeth con la regia di Marco Spada (Opera Nazionale di Macedonia, Skopje – maggio 2015), le scene de La Cenerentola con la regia di Silvia Paoli (Auditorium Adán Martín, Tenerife – ottobre 2014), Les contes d’Hoffmann con la regia di Nicola Zorzi per il circuito dei teatri toscani (Pisa, Livorno, Lucca – febbraio 2014). È stato inoltre scenografo-costumista associato con Richard Hudson per Siegfried e Götterdämmerung con la regia di Graham Vick (Teatro Massimo, Palermo – gennaio 2016). Come interior designer ha avviato dal 2012 una collaborazione con l’Hotel Al Cappello Rosso a Bologna, per la creazione di una serie di camere d’hotel tematiche permanenti. Con Jacopo Spirei ha già collaborato per le scene di Don Giovanni (Oslo National Opera – febbraio 2017) e Così fan tutte (Teatro Auditorium, Sassari – ottobre 2013).
GIUSEPPE DI IORIO Light designer
Ha studiato alla Guildhall School of Music and Drama di Londra, lavorando sin dagli anni ’90 come light designer e scenografo per l’opera, il teatro, la danza, la moda e l’architettura d’interni. Ha firmato il progetto luci di: Mittwoch aus Licht, La traviata, Idomeneo, Otello, Life is a Dream (Birmingham Opera); Guerra e pace, Boris Godunov, My Fair Lady, Il caso Makropulos (Teatro Mariinskij, San Pietroburgo); La Cenerentola (Festival di Cartagena de Indias); Il gallo d’oro (Bergen National Opera) Le nozze di Figaro, Una Lady Macbeth nel distretto di Mcensk (Göteborg Opera); Das Rheingold, Die Walküre (Teatro Massimo di Palermo, Premio Abbiati); Guglielmo Tell, Mosè in Egitto (ROF 2011/13, Premio Abbiati); Albert Herring (The Snape Aldeburgh); Carmen, Ernani, I puritani (Comunale di Bologna, in tournée a Tokio e Kyoto); Don Giovanni (Salisburgo); Die Entführung aus dem Serail (Opera di Roma); L’elisir d’amore (NCPA Beijing, Glyndebourne, Houston Grand Opera); Manon Lescaut (La Fenice di Venezia, Filarmonico di Verona); Zaide (La Coruña); La bohème, Rigoletto, Serse, Cavalleria rusticana e Pagliacci (Greek National Opera); Don Carlos, Die Walküre, Siegfried, Götterdämmerung (São Carlos di Lisbona); Otello (Salisburgo, Opera di Roma); Faust (Bordeaux Opera); La traviata, Salome (Malmö Opera); Der Zwerg, Faust, La clemenza di Tito (Teatro Regio di Torino); Anna Bolena (Filarmonico di Verona, Massimo di Palermo); Die Zauberflöte (Bol’šoj di Mosca); Ascanio in Alba (Teatro alla Scala di Milano). Ha inoltre firmato scene e luci di: Elektra e Cassandra (Teatro Bellini di Catania); Carmen (Saarländisches Staatstheater); Il trovatore (Staatstheater Nürnberg); Macbeth (Theater Münster); Semele (Scottish Opera, Florentine Opera Milwaukie). Per OperaLombardia ha curato le luci per Don Giovanni (2014, regia di GrahamVick). Recentemente è stato light designer di Tristan und Isolde (Opera di Atene, 2015), Lohengrin (Royal Danish Opera, 2016), Così fan tutte (Teatro dell’Opera di Roma, 2017), Hipermestra (Glyndebourne Festival, 2017). Tra i prossimi impegni, Stiffelio per il Festival Verdi di Parma (regia di Graham Vick).
GIUSEPPE CALIFANO Maestro del coro
Si diploma in pianoforte nel 2004, perfezionandosi a Bologna e Torino sotto la guida di Giuseppe Modugno e Francesco Cipolletta. Si diploma in composizione con il massimo dei voti presso il Conservatorio dell’Aquila con Claudio Perugini e ha seguito il corso di analisi e composizione dell’Accademia di Imola con Marco Di Bari. Nel 2010 il suo brano Delle anime fatte d’inverno viene segnalato al Concorso ‘Valentino Bucchi’. Del 2011 è D’ambra per violino e orchestra, eseguito nel dicembre dello stesso anno presso l’Auditorium di Milano. Nello stesso anno viene eseguito il suo E un vecchio dice parole di un mondo fa al Festival di Huddersfield. Nel maggio 2013 avviene la prima esecuzione assoluta della sua favola Peter Pan. Nel 2015/16 la Don Bosco Youth Orchestra di El Salvador gli commissiona ed esegue in tournée Vanitas Vanitatum per coro e orchestra. Dal 2010 collabora nell’ambito della didattica e della promozione musicale con festival come Milano Musica e MiTo. Fa parte del comitato didattico ed è formatore per il progetto AsLiCo Opera domani. Ha seguito seminari e masterclass dedicati alla direzione d’orchestra e ne ha approfondito la tecnica con Pietro Mianiti. Ha diretto il Coro OperaLombardia nella scorsa stagione (Così fan tutte e Il turco in Italia). Ha diretto, oltre a numerosi ensemble giovanili, i Musici di Parma ed è direttore musicale della compagnia Opera17 di Milano, per cui ha diretto Don Giovanni e Così fan tutte e La serva padrona. A luglio 2017 debutterà alla direzione con l’Orchestra MilanoClassica con un concerto nell’ambito del Festival Como Città della Musica.
GIORGIO MARTANO Maestro del coro
Si diploma in pianoforte con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Lecce sotto la guida di Francesca Mammana. Si distingue fin da giovane in diverse competizioni nazionali e internazionali, sia come solista che nel repertorio cameristico, conseguendo borse di studio e premi speciali. Nel 2010 consegue presso il Conservatorio di Parma l’abilitazione all’insegnamento del pianoforte e successivamente si perfeziona come maestro collaboratore nel 2012 presso l’Accademia per maestri collaboratori del Teatro alla Scala di Milano e nel 2014 presso la Riccardo Muti Opera Academy. Nel 2012 lavora come pianista accompagnatore presso l’Accademia di Ballo del Teatro alla Scala e nello stesso anno vince l’audizione per maestri collaboratori presso il Teatro Sociale di Como, presso il quale collabora come maestro preparatore e di sala per la stagione di OperaLombardia e diversi altri progetti. Da diversi anni è chiamato come maestro accompagnatore e vocal coach presso enti lirici, operastudio e masterclass di canto. Da due anni collabora con il Teatro Stanislavskij di Mosca come vocal coach e consulente per il repertorio lirico italiano. Nel 2015 è maestro preparatore per The Magic Flute, progetto Opera domani, presso la Royal Opera House di Muscat, in Oman. Nella corso della sua carriera ha collaborato con artisti di fama internazionale, quali Riccardo Muti, Jessica Pratt, Michele Pertusi, Anita Rachvelishvili, Gregory Kunde, Alfonso Antoniozzi, Hibla Gerzmava, Graham Vick, Johnatan Miller, Ugo Benelli e molti altri.
MARIAGRAZIA MERCALDO Maestro del coro
Si diploma in canto nel 2002, perfezionandosi poi presso l’Accademia Chigiana di Siena sotto la guida di Shirley Verrett e presso l’Accademia Filarmonica di Bologna con Sergio Bertocchi. Tiene numerosi concerti in Italia nell’ambito di importanti stagioni musicali e in sedi prestigiose. Ha debuttato in teatro nel 2002 con Il matrimonio segreto e a Bologna ne L’elisir d’amore. Finalista in diversi concorsi nazionali, ha ricevuto importanti recensioni su giornali a diffusione nazionale. Si è distinta quale migliore allieva del corso di formazione per la realizzazione di eventi culturali presso l’Accademia del Teatro alla Scala. Conduce una costante e appassionata attività didattica. Dal 2011 lavora per il Teatro Sociale di Como in qualità di docente di seminari e laboratori per il progetto AsLiCo Opera domani. Fin dalla sua nascita nel 2013, prepara il coro per il progetto 200.com, inserito all’interno del Festival Como città della musica. Dal gennaio 2015 collabora con la Fondazione ‘Renata Tebaldi’ di Busseto.
MARIO MORETTI Maestro del coro
Nato a Como nel 1945, si è diplomato in pianoforte al Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano con Alda Vio, quindi in composizione sotto la guida di Alberto Soresina. Dopo un’intensa attività concertistica quale pianista, si è dedicato al teatro come maestro sostituto ed alla musica corale come maestro del coro, partecipando ad importanti festival e rassegne in Italia e in alcuni paesi europei, con orchestre e solisti di fama internazionale. Dal 1974 ha assunto la direzione del Coro Città di Como, collaborando con affermati direttori, quali: Riccardo Chailly, Gustav Kuhn, Roger Norrington, Marcello Rota, Roberto Rizzi Brignoli, Marcello Viotti, Alberto Zedda ed altri, nell’ambito delle stagioni liriche del Teatro Sociale di Como (dal 1988 al 1996) e di alcune di OperaLombardia. Inoltre, dal 1996 dirige il Coro Polifonico Benedetto Marcello di Mendrisio. Dal 2001, dirige anche il Coro Città di Saronno. Parallelamente, si è dedicato alla composizione: le sue opere sono regolarmente eseguite in Italia e all’estero. È stato docente di lettura della partitura presso i Conservatori di Milano e Como.
ALBERTO GAZALE Baritono
Considerato uno dei maggiori artisti della sua generazione, ha interpretato oltre settanta ruoli da protagonista nei maggiori teatri del mondo. Si è diplomato con il massimo dei voti al Conservatorio di Verona, perfezionandosi poi con Carlo Bergonzi. Ha debuttato come Renato (Un ballo in maschera) nel 1998 all’Arena di Verona. Ha calcato molteplici volte il palcoscenico del Teatro alla Scala e, diretto da Riccardo Muti, ha interpretato diversi ruoli, fra i quali: Macbeth, Rigoletto, Conte di Luna, Otello. Sempre sul palco scaligero ha interpretato Rigoletto, Madama Butterfly, Ulisse di Dallapiccola, Andrea Chénier, Otello. Ospite regolare della Wiener Staatsoper, ha preso parte a numerose produzioni, fra le quali: La traviata, Nabucco, La forza del destino, Tosca. Ha cantato, inoltre, nei maggiori teatri italiani ed internazionali fra i quali: Carnegie Hall di New York, Opernhaus di Zurigo, Deutsche Oper di Berlino, Real di Madrid, Liceu di Barcelona, New Israeli Opera di Tel Aviv, Maggio Musicale Fiorentino, Arena di Verona, Opéra de Montecarlo, Opera di Roma, Regio di Parma. Ha collaborato con importanti direttori d’orchestra, fra i quali: Gary Bertini, Roberto Rizzi Brignoli, Riccardo Chailly, James Conlon, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Daniel Oren, Carlo Rizzi. Nel corso della stagione 2012-13 ha interpretato fra l’altro Cavalleria rusticana e Pagliacci al Comunale di Bologna, La fanciulla del West (Jack Rance) all’Opéra de Montecarlo, Rigoletto (protagonista) al Carlo Felice di Genova. Nel 2013 è Jago (Otello) per OperaLombardia. Nel 2015 è protagonista di Nabucco a Tel Aviv per la direzione di Daniel Oren e subito dopo è a Pechino per Andrea Chénier. Nella scorsa estate è Amonasro (Aida) a Cagliari (dove è appena tornato per Nabucco) e partecipa al Festival di Macerata con Cavalleria rusticana per la regia di Alessandro Talevi. Torna poi al Teatro Bellini per Rigoletto. Reduce del successo a Hong Kong con Simon Boccanegra in tournée con il Teatro Regio di Torino, è di nuovo al Teatro Carlo Felice di Genova con Andrea Chénier (Carlo Gérard).
ELENA LO FORTE Soprano
Ha intrapreso giovanissima gli studi musicali, perfezionando il canto lirico con Eugenio Lo Forte e il violino al Conservatorio di Cagliari. Si è affermata sin dagli esordi sui palcoscenici dei maggiori teatri italiani, come: Arena di Verona, Comunale di Bologna, Lirico di Cagliari, Massimo di Palermo, Bellini di Catania, OperaLombardia, San Carlo di Napoli, Opera di Roma, Verdi di Sassari, Scala di Milano. Per le sue grandi doti d’attrice, Francis Ford Coppola l’ha scelta per interpretare la terza parte della saga de Il padrino al fianco di Al Pacino. È una delle poche cantanti italiane capaci di ottenere consensi anche nel repertorio wagneriano (Tannhäuser al Comunale di Bologna e Die Walküre al Bellini di Catania). Ha interpretato Desdemona (Otello) al Teatro Massimo di Palermo e Turandot (Turandot) per OperaLombardia. Ha ottenuto unanimi consensi come interprete del repertorio veristico: Cavalleria rusticana (Santuzza), Pagliacci (Nedda), Tosca (ruolo eponimo) al Grande di Brescia, Edgar (Fidelia) al Comunale di Bologna, Il tabarro (Giorgetta) al Verdi di Sassari. Tra i recenti debutti, grande successo per la sua Odabella (Attila) e Gulnara (Il corsaro) a Vienna e nel ruolo di Abigaille (Nabucco) presso l’Auditorium Verdi di Milano. Ha interpretato inoltre Cavalleria rusticana e Jupira di Francisco Braga per al Teatro di San Paolo in Brasile e Aida al Maribor National Drama Theatre, all’Opera di Roma e al Lirico di Cagliari. Reduce da una trionfale tournée in Cina con Pagliacci, è attesa al Teatro Bellini di Catania con Il tramonto di Respighi. Alterna all’attività solistica quella didattica, insegnando in masterclass e corsi in varie parti d’Italia e del mondo.
ABRAMO ROSALEN Basso
Estremamente versatile sia nel repertorio operistico che in quello concertistico, collabora con diversi gruppi ed orchestre italiane e straniere. Ha recentemente interpretato Colline (La bohème) al Teatro Sociale di Rovigo, Timur (Turandot) alla ROH di Muscat e Zaccaria (Nabucco) al Teatro Petruzzelli di Bari. Riscuote un lusinghiero successo debuttando in Mustafà (L’Italiana in Algeri) al Teatro Comunale di Bologna, al Filarmonico di Verona e per OperaLombardia. È Masetto e Commendatore (Don Giovanni) all’Olimpico di Vicenza, Don Basilio (Il barbiere di Siviglia) e Don Bartolo (Le nozze di Figaro) al Regio di Torino,
Lindorf/Coppélius/Miracle/Dapertutto (Les contes d’Hoffmann) per OperaLombardia e a Jesi, Oroveso (Norma) in tournée in Francia e al Teatro Massimo Bellini di Catania, Marchese (La traviata) al Teatro alla Scala di Milano, Calatrava (La forza del destino) al Liceu di Barcellona. È Monterone (Rigoletto) all’Arena di Verona e al Verdi di Padova e Rendano di Cosenza, Sparafucile (Rigoletto) al Comunale di Ferrara e al Teatro Mario Del Monaco di Treviso. È il Commendatore (Don Giovanni) al Teatro La Fenice di Venezia, Olimpico di Vicenza, Verdi di Pisa, Comunale di Sassari; Don Magnifico (La Cenerentola) al Teatro Rendano di Cosenza; Frère Laurent (Roméo et Juliette) al Teatro La Fenice di Venezia e per OperaLombardia; Zio Bonzo (Madama Butterfly) al Teatro alla Scala, Maggio Musicale Fiorentino, Palau de les Arts di Valencia, San Carlo di Napoli; Sarastro (Die Zauberflöte) al Sociale di Rovigo e a Bassano del Grappa. Il suo repertorio comprende anche musica da concerto sia sacra, sia profana. Tra i futuri impegni, Turandot all’Opera di Tel Aviv sotto la direzione di Zubin Metha, Don Alfonso (Così fan tutte) all’Opera di Dubai e Sarastro (Die Zauberflöte) per OperaLombardia.
MANUEL PIERATTELLI Tenore
Ha collaborato con direttori d’orchestra quali Fabio Luisi, Riccardo Frizza, Christopher Franklin e Andrea Battistoni, e con registi quali Franco Zeffirelli, Filippo Crivelli e Rolando Panerai. Vincitore di numerosi concorsi, fra i quali il IV Concorso internazionale di canto lirico e da camera di Vercelli, da settembre 2011 è entrato a far parte dell’ensemble del Teatro Carlo Felice di Genova. Qui ha preso parte a numerose produzioni, fra le quali L’elisir d’amore (Nemorino), La fille du régiment, Candide, Gianni Schicchi (Rinuccio), Roméo et Juliette (Roméo), Macbeth (Malcom) e il nuovo titolo di Marco Betta/Andrea Camilleri Che fine ha fatto la piccola Irene (Cecé Collura). Ha partecipato a Pagliacci (Arlecchino) diretti da Fabio Luisi e con la regia di Zeffirelli. Attivo anche in campo sinfonico, ha cantato il Requiem di Mozart, la Krönonungsmesse di Mozart, l’oratorio in ebraico Ester di Giuseppe Lidarti e la Petite messe solennelle di Rossini. Ha inaugurato la stagione 2013/14 con Falstaff al Teatro Aurora di Gozo Malta, seguito dai Carmina Burana a Mosca. Al Teatro Carlo Felice di Genova nel 2014 è Cassio (Otello), diretto da Andrea Battistoni. A Pavia è Rodolfo (La bohème) e Alfredo (La traviata). Canta in Pulcinella di Stravinskij diretto da Mario Brunello. Ha cantato inoltre nei ruoli del Duca di Mantova (Rigoletto) a Genova (marzo 2014), Edgardo (Lucia di Lammermoor) al Teatro Mazzacurati di Bologna e Remendade (Carmen) al Teatro Carlo Felice. Nel 2015 canta Dormont (La scala di seta) per OperaLombardia. Nel 2016 interpreta Salome al Teatro Carlo Felice Genova (direttore Fabio Luisi, regia di Rosetta Cucchi), Otello (Roderigo) e Norma (Flavio) allo Sferisterio di Macerata, Falstaff (Fenton) al Lirico di Cagliari (direttore Donato Renzetti, regia di Daniele Abbado). Nel 2017 al Teatro Massimo di Palermo è Malcom (Macbeth) e Flavio (Norma) e Lord Arturo (Lucia di Lammermoor) al Lirico di Cagliari. Tra i prossimi impegni, l’Abate (Andrea Chénier) alla Scala, diretto da Riccardo Chailly.
IRENE MOLINARI Mezzosoprano
Diplomata e laureata con lode presso il Conservatorio di S. Cecilia a Roma e vincitrice di concorsi nazionali ed internazionali, ha finora interpretato con successo i ruoli di Rosina (Il barbiere di Siviglia), Angelina (La Cenerentola), Clarice (La pietra del paragone), Dorabella (Così fan tutte), Meg Page (Falstaff), Fenena (Nabucco), Fidalma (Il matrimonio segreto), Suzuki (Madama Butterfly), Maddalena (Rigoletto), Mercédès (Carmen), Zita (Gianni Schicchi), Suora zelatrice (Suor Angelica), Lola (Cavalleria rusticana). Nel repertorio sacro e lirico-sinfonico è stata solista nel Requiem e la Messa in do minore di Mozart, Stabat Mater di Pergolesi, Petite messe solennelle e Stabat Mater di Rossini, Messa da Requiem di Verdi, Messiah di Händel, Nona sinfonia di Beethoven. Si è esibita in importanti enti nazionali, tra cui: Maggio Musicale Fiorentino, Lirico di Cagliari, Arcimboldi di Milano, Alighieri di Ravenna, Coccia di Novara, Circuito Lirico Toscano, Festival del Luglio Musicale Trapanese; ed internazionali, quali: Pafos Aphrodite Festival (Cipro), Seoul Arts Center e Busan Bexco Auditorium (Corea del Sud), Shanghai Symphony Hall (Cina), 29° Macau International Music Festival (Macau, Cina). Ha collaborato con i direttori d’orchestra Gianluigi Gelmetti, Federico Maria Sardelli, Lu Jia, Gaetano D’Espinosa, Paolo Olmi, Myron Michailidis, Xu Zhong, Francesco Ommassini, Michele Spotti, Giovanni Di Stefano, Francesco Pasqualetti, Carlo Goldstein, Alessandro Cadario; e con i registi Andrea De Rosa, Chas Rader-Shieber, Francesco Esposito, Dieter Kaegi, Giorgio Barberio Corsetti, Danilo Rubeca, Mario De Carlo, Renato Bonajuto, Stefania Panighini. Per l’etichetta Naxos ha inciso come solista la Petite messe solennelle di Rossini e per la Bongiovanni l’opera in prima esecuzione assoluta in tempi moderni La Semiramide in villa di Paisiello (Madama Placida/Principessa Tamiri).
SHI ZONG Basso
È docente presso il Conservatorio Shenyang in Cina. Laureato all’Accademia Nezhdanova di Odessa, ha vinto una borsa di studio del governo italiano per continuare la sua formazione al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e ha recentemente completato lo Young Artist Program presso il Centro di perfezionamento ‘Placído Domingo’ di Valencia. Ha studiato sotto la guida di Bonaldo Giaiotti, Gianfranca Ostini, Leonardo Marzagalia e Alberto Zedda presso l’Accademia Rossiniana. Ha recentemente interpretato il dottor Grenvil (La traviata) per OperaLombardia e presso il Teatro Valli e il Comunale di Modena e ha partecipato al progetto AsLiCo Opera domani Turandot (Timur). Nel 2015 ha cantato Don Prudenzio (Il viaggio a Reims) al ROF di Pesaro e ha preso parte al Don Pasquale diretto da Roberto Abbado e andato in scena al Palau de les Arts di Valencia. Tra i prossimi impegni, Aida (Re) al Teatro Antico di Taormina.
CLAUDIO GRASSO Tenore
Tenore siciliano, studia canto tra Venezia e Roma e unisce presto gli studi vocali a quelli musicologici, laureandosi in musicologia a Cremona. Si esibisce per anni quale artista del Coro AsLiCo e del Teatro Municipale di Piacenza; contestualmente, approfondisce i repertori polifonici antichi e contemporanei in ensemble specializzati quali il Coro Costanzo Porta di Cremona e il Coro Monteverdi di Crema. È Borsa (Rigoletto) e Goro (Madama Butterfly) al Saaremaa Opera Festival 2015 di Kuressaare (Estonia) e presso il Teatro Civico di La Spezia. Nell’estate 2016 si è esibito nel ruolo di Beppe (Pagliacci) per il Festival Lirica in Circolo a Crema. Per OperaLombardia è stato nel 2015 Un Notaro (Don Pasquale), con la direzione di Christopher Franklin e la regia di Andrea Cigni, e nel 2016 Snout (A Midsummer Night’s Dream), con la direzione di Francesco Cilluffo e la regia di Elio De Capitani e Ferdinando Bruni.
TIBERIA MONICA NAGHI Soprano
Intraprende gli studi di canto in Romania con Mariana Nicolesco per poi proseguirli in Italia con Gianni Fabbrini e Annamaria Dell’Oste. Nel 2016 ultima gli studi di canto al Conservatorio di musica ‘L. Cherubini’ di Firenze. Frequenta le masterclass di Stanisław Daniel Kotliński, Alessandro Corbelli, Eva Marton e Mariella Devia. Attualmente studia con Bianca Maria Casoni. Dopo aver vinto nel 2008 il premio per il miglior giovane cantante al Concorso internazionale ‘Hariclea Darclée’, debutta sul palcoscenico con il Trittico (Lauretta/Gianni Schicchi, Giorgetta/Il tabarro, Suor Angelica/Suor Angelica), Bastien und Bastienne e Hänsel und Gretel. Nel 2015 partecipa a Die Fledermaus al Maggio Musicale Fiorentino e debutta nel ruolo di Donna Anna (Don Giovanni) a Budapest. Ottiene ottimi piazzamenti in diversi concorsi internazionali e prende parte a numerosi concerti del repertorio barocco e cameristico principalmente in Romania, ma anche in Italia. In repertorio ha ruoli quali La contessa di Almaviva (Le nozze di Figaro), Fiordiligi (Così fan tutte), Mimì (La bohème), Liù (Turandot), Micaëla (Carmen). Nel 2017 ha vinto al 68° Concorso per giovani cantanti lirici il ruolo de La Fisica nell’opera Ettore Majorana di Roberto Vetrano, che debutterà in prima esecuzione mondiale nel prossimo autunno per OperaLombardia e il Teatro Sociale di Trento. Nel 2017 ha partecipato al progetto AsLiCo Opera domani Il barbiere di Siviglia (Berta).



