2023 L’incoronazione di Poppea
2023 L’incoronazione di Poppea
2023 L’incoronazione di Poppea
2023 L’incoronazione di Poppea
2023 L’incoronazione di Poppea
2023 L’incoronazione di Poppea
2023 L’incoronazione di Poppea
2023 L’incoronazione di Poppea

2023 L’incoronazione di Poppea

Dramma per musica in un prologo e tre atti. Musica di Claudio Monteverdi.
Poesia di Giovanni Francesco Busenello.

Prima rappresentazione: Venezia, Teatro Santi Giovanni e Paolo, 1643

Poppea Roberta Mameli
Nerone Federico Fiorio
Ottavia Josè Maria Lo Monaco
Ottone Enrico Torre
Seneca Federico Domenico Eraldo Sacchi
Arnalta Candida Guida
Drusilla Chiara Nicastro
Lucano/1° soldato/2°famigliare Luigi Morassi
Liberto/2° soldato/console Luca Cervoni
Mercurio/3° famigliare/tribuno/littore    Mauro Borgioni
Nutrice/1°famigliare Danilo Pastore
Fortuna Francesca Boncompagni
Amore/Valletto Paola Valentina Molinari
Pallade/Virtù/Damigella Giorgia Sorichetti

Maestro concertatore e direttore 
Antonio Greco
Regia, scene, costumi e luci
Pier Luigi Pizzi

Assistente alla regia e alle scene
Lorenzo Maria Mazzoletti
Assistente ai costumi Lorena Marin

Orchestra Monteverdi Festival – Cremona Antiqua


Coproduzione Teatri di OperaLombardia, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Alighieri di Ravenna

Nuovo allestimento

LA TRAMA

Prologo. Amore dichiara la propria sovranità sulla Fortuna e sulla Virtù nell’influenzare le sorti dell’uomo: lo spettacolo che seguirà sarà la dimostrazione di questa tesi.

Atto primo. È l’alba. Ottone si aggira sotto i balconi dell’abitazione di Poppea nella speranza di incontrarla, cantando con struggimento una dolce melodia, ma scorge due soldati di Nerone addormentati e fugge sconvolto per l’infedeltà dell’amante. Svegliatisi di soprassalto, i soldati maledicono “Amor, Poppea, Nerone/e Roma, e la Milizia” scambiandosi commenti sulla situazione precaria dell’impero e sulle vicende private di corte. Tacciono all’apparire di Poppea, che tenta di trattenere l’imperatore presso di lei.
Nerone, ipnotizzato da Poppea, si lascia strappare la promessa del ripudio di Ottavia. Poppea, rimasta sola, non nasconde a sé stessa la speranza di diventare imperatrice, ma Arnalta, la mette in guardia poiché «la pratica coi Regi è perigliosa».
Il monologo dell’imperatrice Ottavia, “Disprezzata Regina”, descrive il proprio lamento: desolazione, maledizioni contro l’uomo traditore, accuse concitate nei confronti delle divinità, sùbiti pentimenti e ricaduta nella depressione. Nessun giovamento trae Ottavia dalla morale offerta dalla sua Nutrice, come dal conforto filosofico propostole da Seneca; stizzito, un Valletto si fa beffe del filosofo, imitando sbadigli e starnuti.
Seneca medita sull’infelicità nascosta sotto le «porpore regali» e viene visitato da Pallade, che gli annuncia la prossima fine, al che egli gioisce. Nerone comunica a Seneca la decisione di ripudiare Ottavia: ne nasce uno scontro sempre più serrato, durante il quale Nerone perde spesso la pazienza di fronte alle ferme risposte del maestro, che lo accusa di «irragionevole comando».
In quella che è una delle scene più drammatiche dell’opera, la fiducia di sé che Seneca esprime si oppone alla crescente agitazione dell’Imperatore, resa dagli scarti stilistici dei suoi interventi rispetto a quelli del filosofo. Ripetizioni di parole, cambiamenti improvvisi di metro, impennate melodiche all’acuto, impiego del caratteristico ‘stile concitato’ (note ribattute velocemente) dipingono la furia crescente di Nerone; invece, Seneca raramente ricorre a ripetizioni di parole e spesso chiude le frasi con cadenze perfette e retoricamente disegnate (quasi uno stilema ricorrente per il personaggio).
Nerone è poi raggiunto da Poppea, la quale rinfresca all’Imperatore il ricordo della notte passata e, dopo averlo portato al massimo dell’eccitazione, gli fa ordinare immediatamente la morte di Seneca.
Poppea si scontra con Ottone, che le rimprovera la sua infedeltà e viene poi compatito da Arnalta. Ottone è raggiunto dall’innamorata Drusilla, alla quale promette di dedicarsi, anche se commenta ironicamente fra sé: «Drusilla ho in bocca, et ho Poppea nel core».

Atto secondo. La prima parte dell’atto è tutta dedicata a Seneca, che dopo un breve monologo riceve il secondo annuncio della sua prossima morte, questa volta da Mercurio, che gli infonde serenità prima di volare via. Un Liberto comunica al filosofo l’ordine di Nerone: Seneca avvisa serenamente i famigliari, che prorompono in un’invocazione a tre voci.
La scena successiva, come intermezzo di contrasto, presenta le schermaglie amorose del Valletto e della Damigella, una ventata di freschezza e distensione nell’atmosfera cupa della corte.
«Hor che Seneca è morto / cantiam, cantiam, Lucano»: all’invito di Nerone segue una lunga scena di canti in onore di Poppea; solo Lucano accompagna il protagonista in un duetto in cui le voci si annodano e rincorrono. Ottavia ordina a uno sbigottito Ottone di uccidere Poppea. Entra in scena Drusilla, l’unica che ammorbidisce il clima pieno di sospetto del palazzo reale, senza assolutamente capire cosa le stia accadendo intorno. Trascinati dall’ottimismo di Drusilla, anche la Nutrice e il Valletto danno vita a una scena distensiva e comica.
Ottone rinnova le sue promesse di fedeltà alla ragazza, chiedendole però di prestarle i suoi vestiti per compiere l’assassinio di Poppea. Drusilla sventatamente acconsente, non senza precisare con slancio: «e le vesti e le vene io ti darò».
Frattanto Poppea si affida ad Amore per coronare i suoi sogni e si addormenta nel giardino di casa mentre Arnalta le canta una dolcissima ninna-nanna.
L’attentato di Ottone, travestito da donna, è impedito da Amore, sceso in terra per vegliare la sua protetta.

Atto terzo. Drusilla, sola in scena, canta un altro dei suoi motivetti, ma viene sorpresa e imprigionata in quanto presunta autrice dell’attentato. Ottone confessa di essere il colpevole, su istigazione di Ottavia; Nerone capisce di avere finalmente il pretesto per ripudiare l’Imperatrice e spedisce Ottone e Drusilla in esilio.
La scena successiva è il duetto fra Poppea e Nerone, ricco di slancio melodico. Seguono un monologo di Arnalta, felice per l’ascesa sociale di Poppea (e sua) e il lamento di Ottavia, «A Dio Roma, a Dio Patria, amici a Dio». Incapace di pronunciare le parole, l’Imperatrice ripudiata singhiozza su una nota, esprime il dolore per il trionfo delle «perverse genti» e termina il suo asciutto monologo su un secco «A Dio».
La scena dell’incoronazione vede Poppea acclamata dai consoli e tribuni. Gli amanti intrecciano l’ultimo duetto, il seducente «Pur ti miro», in cui le voci si annodano siglando il trionfo dell’amore, facendo convergere le premesse poste dal duetto di Fortuna e Virtù nel prologo.

NOTE MUSICALI

a cura di Antonio Greco

De L’incoronazione di Poppea ci sono giunti due manoscritti, uno veneziano, rinvenuto nel 1888, ed uno napoletano, tornato alla luce nel 1929.
Si tratta di redazioni posteriori alla messa in scena originale (stagione di carnevale 1642/43), probabilmente copie di uno stesso testimone, ma venate da differenze che rivelano varianti, manipolazioni e riscritture, forse opera di allievi del divin Claudio.
La genesi de L’incoronazione di Poppea è dunque una questione omerica, ove molti sono i dubbi e poche le certezze.
La nostra scelta è stata quella di mettere in scena il più agile manoscritto veneziano, inserendo però i ritornelli strumentali “napoletani“.
Sotto il profilo drammaturgico nulla cambia: i momenti dell’opera in cui compaiono i ritornelli strumentali sono quasi totalmente sovrapponibili tra i due manoscritti, e quasi sempre identiche risultano le linee del basso continuo.
Ma, mentre lo strumentale veneziano è a tre, quello napoletano è a quattro parti.
Ad esse mi sono permesso di aggiungere una quinta parte, per adattare la partitura alla nostra orchestra ed al nostro teatro.

PIER LUIGI PIZZI Regia, scene, costumi e luci

Ha iniziato ventenne l’attività di scenografo e costumista nel 1951 ed è impossibile in poche righe descrivere la sua carriera internazionale, costruita su centinaia di titoli, accanto a tanti registi, tra i quali è d’obbligo ricordare almeno Giorgio De Lullo per il ventennale sodalizio con la Compagnia dei Giovani, e Luca Ronconi, con cui ha diviso dieci anni di memorabili collaborazioni, dall’Orlando furioso cinematografico, al rivoluzionario Ring wagneriano iniziato nel 1974 alla Scala e  completato  al Maggio Musicale Fiorentino, con la direzione di Zubin Mehta.

Nel 1977, debutta come regista con Don Giovanni di Mozart al Teatro Regio di Torino e inaugura l’Opéra Bastille di Parigi nel 1990 con Les Troyens di Berlioz. Dal 1982 partecipa al Rossini Opera Festival, considerato un protagonista della Rossini Renaissance, festeggiato nel2022 per i suoi quarant’anni di presenze e nominato cittadino onorario pesarese.

Nel 2000 riceve il settimo Premio Abbiati, per il miglior spettacolo lirico dell’anno, Death in Venice di Britten, al quale seguirà l’ottavo Abbiati alla Carriera.

Per i Rameau a Parigi ed Aix-en-Provence, la trilogia Monteverdiana al Teatro Real di Madrid e soprattutto, portato in giro per il mondo, il Rinaldo di Händel, viene considerato uno dei principali artefici del rilancio dell’opera barocca negli anni Settanta e Ottanta, da Orlando furioso di Vivaldi con Claudio Scimone, ad Ariodante di Händel alla Scala fino alla Armide di Gluck con Riccardo Muti.

È inventore e direttore artistico dal 2006 al 2011 dello Sferisterio Opera Festival di Macerata.

Nel 2004 Con L’Europa riconosciuta di Salieri riapre la Scala restaurata, e ne cura il progetto di ristrutturazione del Museo. Particolarmente intensa l’attività nei teatri fiorentini: alla Pergola fino a L’incoronazione di Poppea di Monteverdi. Al Comunale, tra i tanti spettacoli, Alceste di Gluck, con la direzione di Vittorio Gui, Nabucco, Il trovatore, Attila, Guglielmo Tell e Orfeo ed Euridice con Riccardo Muti.

Presente, da settant’anni, nei più importanti teatri e festival del mondo, ottiene prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui la Legion d’Honneur e il titolo di Officier des Arts et des Lettres in Francia, di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, di Commandeur de l’Ordre du Mérite Culturel nel Principato di Monaco.

Gli viene conferita una laurea honoris causa all’Università di Macerata in scienza dello spettacolo e in storia dell’arte alla Statale di Milano.

Si è da sempre dedicato al teatro di prosa: è dell’ultima stagione un suo ritorno con Un tram che si chiama desiderio e La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams , Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarraute e Turandot di Carlo Gozzi per il Teatro Stabile del Veneto.

Da sempre appassionato d’arte, colleziona dipinti del xvII secolo ed ha allestito, e in varie occasioni curato, musei e mostre memorabili. 

ANTONIO GRECO Maestro concertatore e direttore

Oggi apprezzato in qualità di esperto della polifonia vocale e strumentale rinascimentale e barocca a livello nazionale ed europeo – Greco ha salde radici nella tradizione polifonica di Cremona. La sua passione per questo repertorio sboccia nella Cappella della Cattedrale, dove bambino inizia l’esperienza nel canto corale sotto la guida di Mons. Dante Caifa. Ancora giovane ne diventa assistente e scopre un’altra inclinazione: quella per la direzione e la didattica.

Diplomato in Pianoforte, in Musica corale e direzione di coro e con un Diploma Accademico di II livello in Polifonia rinascimentale conseguito sotto la guida di Diego Fratelli – Greco persegue l’ideale del musicista a tutto tondo e in continua formazione.

Per questo, lungo il proprio percorso, studia composizione con Marco Stassi, Nicola Evangelisti e Paolo Arcà; direzione d’orchestra con Lorenzo Parigi, Ludmil Descev, Piero Bellugi, Julius Kalmar; direzione corale con Domenico Zingaro e Roberto Gabbiani, canto con Elisa Turlà, seguendo il Metodo Voicecraft E.V.T.S. Segue, inoltre, percorsi di prassi esecutiva antica e ornamentazione con Roberto Gini; clavicembalo e basso continuo con Giovanni Togni; contrappunto e teoria rinascimentale con Diego Fratelli; approfondisce il repertorio madrigalistico monteverdiano con Gabriel Garrido e quello delle cantate di J. S. Bach con Michael Radulescu.

Nel 1993 fonda il Coro Costanzo Porta: un luogo in cui mettere alla prova intuizioni e suggestioni che scaturiscono dal suo percorso. Il gruppo trova presto riconoscimenti, con premi in concorsi nazionali ed internazionali e partecipazioni in importanti rassegne in Italia ed Europa, in collaborazione con alcuni dei più rinomati gruppi strumentali della scena barocca. La visione di questa realtà matura e si completa negli anni, con la fondazione nel 2000 della Scuola di Musica e Canto Corale Costanzo Porta e la creazione nel 2004 dell’Orchestra Cremona Antiqua, ensemble su strumenti originali.

La visibilità di questo percorso di maturazione lo portano ad essere sempre più richiesto in veste di maestro di coro, direttore d’orchestra e docente anche fuori da Cremona e dall’Italia. È stato assistente di Umberto Benedetti Michelangeli e Amedeo Monetti ai corsi di “Cremona città d’arte”. Ha insegnato “Teoria e solfeggio” e “Direzione di coro e repertorio corale per Didattica della musica” all’Istituto Pareggiato di Reggio Emilia; è docente di “Esercitazioni Corali” presso l’istituto pareggiato di Ravenna. Tiene masterclass sul repertorio barocco presso la Scuola dell’Opera di Bologna, l’Accademia Rodolfo Celletti di Martina Franca e il Biennio di direzione di coro dell’Accademia Righele. Nella stessa veste viene invitato nel 2015 dal Conservatorio P.I Tchaikowsky di Mosca.

E’ maestro del coro per 10 anni a partire dal 2006 presso As.Li.Co-Circuito Lirico Lombardo – con all’attivo oltre trenta titoli operistici, dal primo barocco al Novecento storico – e dal 2015 presso l’Opéra de Lausanne (Rossini, Tancredi, 2015; Monteverdi, Orfeo, 2016; Sonnambula e La donna del lago, 2018; Anna Bolena, 2019).

Dal 2010 collabora come docente e direttore d’orchestra con il Festival della Valle d’Itria presso il quale ha diretto numerose prime esecuzioni in tempi moderni di opere barocche, trasmesse in diretta da Radio 3. Nel 2014, alla guida dell’orchestra “1813” del Teatro Sociale di Como, dirige una produzione di Barbiere di Siviglia (progetto Opera pocket), andata in scena in teatri lombardi e della Svizzera italiana. Come direttore di coro e orchestra ha inciso per Discantica, Tactus, Sony, Bongiovanni e Dynamic.

Nel 2015 nasce la collaborazione con Sir John Eliot Gardiner, il mitico direttore del Monteverdi Choir e degli English Baroque Soloists, ensemble pionieri della Baroque Renaissance mondiale. Greco lo affianca come assistente alla direzione nella sua Accademia Monteverdiana nel 2015-2016 e il connubio continua per due tournée europee e mondiali in accompagnamento ai suoi iconici ensemble: nel 2017 in qualità di assistente di direzione e clavicembalista per le tre opere monteverdiane e il Vespro della Beata Vergine e nel 2018, ancora come clavicembalista, per un progetto speciale sulle Cantate di Bach.

ROBERTA MAMELI Soprano 

Si è diplomata in canto e violino presso il Conservatorio Nicolini di Piacenza, a cui hanno seguito corsi di perfezionamento con Bernadette Manca di Nissa, Ugo Benelli, Konrad Richter, Claudio Desderi ed Enzo Dara. È regolarmente invitata ad esibirsi nei più importanti teatri e sale d’opera: Wiener Konzerthaus, Theater an der Wien, Concertgebouw Amsterdam, Cité de la Musique di Parigi, Teatro Colón di Buenos Aires, Auditorium National de Lyon, Tokyo Opera City, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Gran Teatre del Liceu di Barcellona, ​​Teatro Regio di Torino, Grand Théâtre di Ginevra, Bayerische Staatsoper di Monaco, Staatsoper Unter den Linden e Pierre-Boulez Saal di Berlino, Shanghai Grand Theatre.

Collabora con direttori d’orchestra quali Jordi Savall, Daniele Callegari, Diego Fasolis, Fabio Biondi, Federico Maria Sardelli, Ottavio Dantone, Ton Koopmann, Leonardo García Alarcón, Jean-Christophe Spinosi, Marco Armiliato, Francesco Corti, Enrico Onofri, il compianto Claudio Abbado, Alan Curtis, Christopher Hogwood, Václav Luks e Jeffrey Tate.

Molto richiesta per il repertorio di musica barocca, collabora con diversi ensemble su strumenti d’epoca quali Akademie für Alte Musik Berlin, Complesso Barocco, Capella Cracoviensis, Accademia Bizantina, Le Concert des Nations, La Venexiana, Modo Antiquo, Europa Galante, I Barocchisti, Cappella Mediterranea, Il Pomo d’Oro, Collegium 1704.

Ha avuto un grande successo cantando il ruolo della protagonista ne L’incoronazione di Poppea di Monteverdi con Diego Fasolis e Akademie für Alte Musik Berlin nel 2018 alla Staatsoper di Berlino e al Teatro Ponchielli di Cremona nel 2023.

Per quanto riguarda il repertorio mozartiano, è stata una straordinaria Vitellia ne La clemenza di Tito nella messa in scena di Pierre-Emmanuel Rousseau al Théâtre di Rennes, Angers e Nantes.

È stata Aminta (Il Re Pastore) al Teatro La Fenice di Venezia e Arminda nella produzione della Scala de La Finta giardiniera diretta da Diego Fasolis per lo Shanghai Grand Theatre.

È ospite abituale del Festival musicale Potsdam Sanssouci dove ha eseguito diverse opere rare.

Progetti recenti e futuri includono La Contessa ne Le Nozze di Figaro al Teatro Verdi di Salerno, la Cantata BWV 51 di Bach sotto la direzione di Ton Koopman al Teatro Petruzzelli di Bari, un recital solista con Il pomo d’oro a Venezia, i ruoli di Giunone / Eternità in Calisto di Cavalli in una produzione di Christopher Moulds/David Alden alla Bayerische Staatsoper.

FEDERICO FIORIO Controtenore 

Ha iniziato a cantare giovanissimo da solista del coro “I bambini di Bure”. Il debutto in Teatro è avvenuto nel 2013 al Ristori di Verona. Si diploma in Canto Barocco al Conservatorio di Trento sotto la guida di Lia Serafini e si perfeziona nella prassi barocca con Roberta lnvernizzi presso l’Accademia Barocca di Pistoia. Ha registrato un CD con l’arpista Marina Bonetti, dal titolo Come voce antica risuonano fili di luce. Nel 2018 si è esibito con la Cappella Reial de Catalunya diretta da Jordì Savall. Durante il festival Urbino Musica Antica 2018 ha debuttato nel ruolo di Angelo custode nella Rappresentazione di Anima e Corpo di Emilio de Cavalieri diretta da Alessandro Quarta. Sono seguiti Polidoro a Vicenza, Zenobia a Treviso, L’empio punito, Circe a Roma, Dido and Aeneas a Verona e al Teatro Massimo di Palermo. Ha cantato ai festival Trento Musica Antica, Valletta Baroque Festival, Leonardo Vinci Festival, Urbino Musica Antica, Händel-Festspiele Göttingen e Pavia Barocca. Canta come solista in ensemble quali Ghislieri Choir e Consort, Bonporti Antiqua Ensemble e De Labyrintho.

JOSÉ MARIA LO MONACO Mezzosoprano 

Dopo aver conseguito il diploma in pianoforte al Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania, ha studiato canto con Bianca Maria Casoni e ha debuttato nel 2005 all’Accademia del Rossini Opera Festival come Melibea nel Viaggio a Reims, tornandovi per interpretare L’italiana in AlgeriLa scala di seta e La gazzetta. Nel 2006 ha debuttato alla Scala nella Petite Messe solennelle di Rossini e in Dido and Aeneas di Purcell, La donna del lagoOberto, Conte di San Bonifacio e come Isolier in Le Comte Ory al fianco di Juan Diego Flórez e diretta da Donato Renzetti.

Si è esibita nei ruoli di Adalgisa in Norma all’Opéra Royal de Wallonie-Liège, Giovanna Seymour in Anna Bolena ed Elisabetta in Maria Stuarda al Festival Donizetti Opera al fianco di Mariella Devia.

È stata La Musica e La Messaggera (L’Orfeo) nella produzione di Ottavio Dantone e Robert Carsen per l’Opera di Losanna, e La Messaggera e La Speranza diretta da Andrea Marcon, Jordi Savall e Claudio Cavina. Al Maggio Musicale Fiorentino, ha interpretato il ruolo di Ottavia nell’Incoronazione di Poppea con la direzione di Alan Curtis e la regia di Pier Luigi Pizzi.

Nel 2008, ha registrato con l’ensemble La Venexiana di Claudio Cavina la trilogia monteverdiana, premiata col Gramophone Award 2008. Nel 2022 è uscito il suo primo album solista All’amore immenso con Massimo Mazzeo e Il Divino Sospiro.

Tra gli impegni recenti Roméo et Juliette (Stéphano) a Bari, Così fan tutte (Dorabella) diretta da Marc Minkowski a Ravenna e Salerno, Il barbiere di Siviglia (Rosina) al Regio di Torino e Il turco in Italia (Zaida) ad Avignone.

ENRICO TORRE Controtenore 

Allievo di Sara Mingardo presso il Conservatorio “S.Cecilia” di Roma, ha frequentato corsi di perfezionamento presso il Centro di Musica Barocca di Versailles e Urbino Musica Antica.
Affianca allo studio un’intensa attività concertistica che lo vede impegnato in un ampio repertorio che va dalla polifonia rinascimentale alla musica contemporanea.

Da Giugno 2014 è cantore aggiunto presso la Cappella Musicale Pontificia Sistina, diretta da Mons. Massimo Palombella, con la quale ha eseguito concerti, anche da solista, a Hong Kong, Taipei, Macao, Londra, Varsavia, Colonia, Lipsia, Torino, Firenze, Genova e Napoli, e ha inciso il disco Cantate Domino per Deutsche Grammophon.

Recentemente è stato Fidalbo nella Doriclea, sotto la direzione di Andrea De Carlo, in una coproduzione tra il Festival “Grandezze e Meraviglie” (Modena), il Festival “Stradella” (Nepi) e il Centro di musica antica della Pietà dei Turchini (Napoli).

Oltre ai direttori già citati, ha cantato sotto la direzione di J. Busto, G. Graden, E. Whitacre, M. Panni, C. Visco, A. Quarta, M. Marchetti, esibendosi in vari festival, tra cui: Roma Festival Barocco, Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra (Roma), Festival di Musica Antica di Urbino, Cantiere internazionale delle arti (Montepulciano), e all’interno della stagione per ragazzi dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia. Oltre che per Deutsche Grammophon, ha inciso per Brilliant e Tactus.

FEDERICO DOMENICO ERALDO SACCHI Basso 

Debutta a soli 23 anni come Don Quichotte nell’opera omonima di Massenet per OperaLombardia. Tra gli impegni più recenti ricordiamo il titolo del ruolo nel Mosè di Rossini al teatro Verdi di Pisa, Filippo II nel Don Carlos di Verdi al Teatro Nazionale di Brno, Polidoro nella Zelmira di Rossini diretto da Gianluigi Gelmetti a Bad Wildbad, nonché Lodovico nell’Otello di Verdi con i Berliner Philarmoniker diretti da Zubin Mehta al Festival di Baden-Baden e alla Philarmonie di Berlino. Fra le opere del suo vastissimo repertorio ricordiamo Maria Stuarda (Talbot), Stiffelio (Jorg), La Sonnambula (il conte Rodolfo), Turandot (Timur), Semiramide (Oroe) al Théatre des Champs-Elysées e al San Carlo di Napoli, Il barbiere di Siviglia (Basilio) diretto dal M° Mariotti a Liege, Falstaff (Pistola) al Festival di Lucerna ed al Teatro Regio di Torino diretto dal M° Noseda, La bohème (Colline) a Liegi, La gazza ladra (Fabrizio) e Adriana Lecouvreur (Principe) all’Oper Frankfurt, Tancredi (Orbazzano) alla Fondazione Santa Cecilia di Roma con la direzione del M° Jakobs, Iolanta (Bertran) per il Maggio Musicale fiorentino, Don Giovanni (Leporello) e Samson et Dalila (Abimelech) con il M° Kazushi a Bruxelles e al Konzertgebouw di Amsterdam, Werther (Burgmeister) a Monaco con il M° Armiliato. Per il repertorio barocco sono da evidenziare le partecipazioni al Festival di Musica Antica di Innsbruck, tra cui spicca il titolo del ruolo nel Don Trastullo di Jommelli diretto dal M° De Marchi. Nella musica del ‘600 ha interpretato Giampietru (Stellidaura Vendicante) al Festival di Potsdam, Artaxerse (La Dori) e Plutone (Il Ballo delle Ingrate), entrambe con l’Accademia Bizantina. In ambito concertistico citiamo la IX Sinfonia di Beethoven con l’Orchestra Toscanini diretta dal M° Neuhold, il Requiem di Verdi per la Televisione Nazionale Spagnola diretto dal M° Leaper, il Requiem di Donizetti con il M° Stern, il Requiem di Mozart con l’orchestra del Teatro La Fenice diretta dal M° Ötvös.

CANDIDA GUIDA Contralto 

Si è diplomata al Conservatorio di Salerno. Ha partecipato alle masterclass tenute da Raina Kabaivanska all’Accademia Chigiana di Siena e alla Nuova Università Bulgara di Sofia. Ha studiato con Bernadette Manca di Nissa e ha frequentato i corsi di alto perfezionamento al Mozarteum di Salisburgo nella classe di Marjana Lipovšek. Nel 2008 ha conseguito il diploma accademico di secondo livello in canto, sotto la guida di Raina Kabaivanska, presso l’Istituto “Orazio Vecchi” di Modena e nel 2012 si è laureata con Antonio Florio in prassi esecutiva del canto barocco presso il Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli. Tra i concorsi vinti ricordiamo il primo premio al concorso internazionale “Francesco Albanese” nel 2010.

Canta Orfeo (Orfeo ed Euridice) al Giardino di Capodimonte, Isabella ne L’Italiana in Algeri al Teatro di Piacenza e Marcellina ne Le Nozze di Figaro con AsLiCo e con le settimane musicali di Vicenza al Teatro Olimpico. È stata inoltre ospite del Bellini Festival di Catania con il ruolo di Nerestano in Zaira e come contralto solista in Messa in sol minore.

Al Teatro San Carlo di Napoli ha eseguito come contralto solista nel 2017 il Requiem di Panariello in occasione della giornata della memoria, e nel 2015 Tisbe (La Cenerentola) diretta dal M° Ferro.  Nel 2015 debutta al Maggio Musicale Fiorentino nel ruolo della Sorceress (Didone ed Enea) diretta dal M° Montanari. Debutta come Bradamante (Alcina) a Biel-Solothurn, Ulrica (Un ballo in maschera) a Spoleto, e al Teatro Verdi di Pisa è stata Zita (Gianni Schicchi). È invitata dall’Haendel Festspiele di Halle nel 2020 per un récital solistico. Canta il ruolo di Bradamante (Alcina) all’Opera di Bremen in Germania, Wowkle (La fanciulla del West) per OperaLombardia. Debutta il ruolo di Tancredi a Biel e il ruolo di Baba la Turca in The Rake’s Progress al Tobs.

CHIARA NICASTRO Soprano 

Nel 2008 viene ammessa all’American Musical and Dramatic Academy di New York dove studia danza, canto e recitazione conseguendo il diploma.  Nel gennaio 2011 scrive ed interpreta lo spettacolo di Cabaret Some Card That’s Green diretto da Stacy Lynn Gould all’Abingdon Theatre di New York. Rientrata in Italia, partecipa come ballerina dell’Ensemble di Micha van Hoecke alla Carmen di Georges Bizet rappresentata al Teatro di San Carlo di Napoli. Tornerà a lavorare con Micha Van Hoecke in qualità di cantante e ballerina nello spettacolo Le Maître et la Ville rappresentato al Teatro Alighieri nell’edizione 2014 di Ravenna Festival. Nel 2012 partecipa come soprano del coro di voci femminili all’opera di Hindemith Sancta Susanna diretta da Riccardo Muti per la regia di Chiara Muti. Dal 2014 vive e lavora ad Amburgo dove forma assieme ad Antonio Di Dedda (Pianoforte), Lydia Schmidl (Fisarmonica) e Jorge Paz (Chitarra), il quartetto Classic Kontrast. ​Nell’autunno 2015 partecipa in qualità di assistente alla regia, ballerina e cover al ruolo di Musetta alla produzione di Ravenna Festival Mimì è una Civetta diretta da Greg Ganakas.

​Interpreta la Fata Fastania nello spettacolo C’era una Volta un Baule scritto e diretto da Giorgia Massaro per il teatro degli Oscuri di Torrita di Siena.

Nel Settembre 2017 scrive ed interpreta col gruppo Anime Specchianti lo spettacolo Sposa Povertà dedicato a San Francesco di Assisi, in occasione delle celebrazioni per il Transitus Poetae Dantis a Ravenna, curato dal Centro Dantesco dei Frati Minori di Ravenna.

L’autunno 2017 la vede impegnata nella Trilogia d’Autunno di Ravenna Festival (Cavalleria Rusticana e Pagliacci). Dirige il “Coro di Oliver” presso la scuola Oliver Twist di Como.

LUIGI MORASSI Tenore 

Giovanissimo tenore, 25 anni, ha conseguito la laurea in canto lirico presso il conservatorio G.B.Martini di Bologna. Ha perfezionato gli studi presso l’Accademia Rossiniana di Pesaro e all’ Accademia del Maggio Fiorentino, studia attualmente tecnica vocale con il M* Fernando Cordeiro Opa. Debutta nel 2022 nel ruolo di Eumete (Il ritorno di Ulisse in patria) al Teatro Ponchielli di Cremona diretto dal M° Dantone. Tra i suoi recenti debutti: il ruolo di Lucano (L’incoronazione di Poppea), il doppio ruolo di Akela /Kaa (Il Libro della Giunga) di Giovanni Sollima al Teatro Regio di Parma, con repliche al Valli di Reggio Emilia, al Comunale di Modena ed al Coccia di Novara. 

Vincitore nel 2021 del premio Rodolfo Celletti e della borsa di studio per l’Accademia d’alto perfezionamento di belcanto di Martina Franca assegnati dal M° Alberto Triola, ha partecipato come solista alla rappresentazione del Pulcinella di Stravinskij in collaborazione con la fondazione Paolo Grassi di Martina Franca e con l’orchestra del teatro Petruzzelli di Bari, diretta dal M° Smith, presso il teatro Verdi di Martina Franca. È finalista al “Concorso lirico Tullio Serafin” per l’opera Mitridate Re di Ponto con il ruolo di Marzio.

Tra i prossimi impegni: Ozia (La Betulia liberata) in forma concerto al Teatro Carlo Felice di Genova.

LUCA CERVONI Tenore 

Si è diplomato in canto al Conservatorio S. Cecilia di Roma, perfezionandosi in canto madrigalistico con Alessandro Quarta e con Rinaldo Alessandrini sulla monodia monteverdiana ai corsi internazionali di musica antica di Urbino. Nel 2007 è stato fra i vincitori del concorso per il quattrocentenario de L’Orfeo di Monteverdi a Mantova, a cui hanno fatto seguito alcune fortunate recite al Teatro Nazionale di Praga, dirette da Roberto Gini. Nel 2011 nell’ambito della 18th Ambronay European Baroque Academy ha partecipato all’esecuzione della Messa in si minore di Bach, a parti reali, sotto la direzione di Sigiswald Kuijken. Nello stesso anno è fra i fondatori dell’ensemble AbChordis, diretto da Andrea Buccarella, con cui ha partecipato fra gli altri al Festival di Ambronay, Valletta International Baroque Festival, Les Riches Heures de Valère, Pavia Barocca, Urbino Musica Antica, Mars en Baroque, AnimaMea. Nel 2012 è stato Monostato nella versione italiana de Il flauto magico di Mozart per il Teatro dell’Opera di Roma. Collabora con “Concerto Romano” diretto da Alessandro Quarta, con cui nel 2013 ha interpretato Jonas nell’omonimo oratorio di Carissimi alla Wiener Konzerthaus e Giuseppe d’Arimatea ne La sete di Christo; nel 2014 ha cantato nel ruolo di Oloferne ne La Giuditta al Teatro Olimpico di Roma, nel gennaio 2015 ha interpretato Inverno nella prima rappresentazione in tempi moderni de La gloria di Primavera di A. Scarlatti alla Wiener konzerthaus – Grosser Saal e nel 2016 è stato il Consigliero nel San Giovanni Battista di Stradella al Teatro Argentina di Roma. Con Antonio Florio e la Cappella Neapolitana è stato Gesù ne La Passione secondo Giovanni, e il Soldato ne L’oratorio de los dos ninos di Donato Ricchezza. Ha interpretato San Giovanni ne La resurrezione di Handel per la Radio Svizzera con I Barocchisti diretti da Diego Fasolis. Fra gli ultimi ruoli interpretati: Celindo (La Dori) Pastore e spirito (L’Orfeo), il Re Assuero in una versione scenica di Esther di Haendel, Nettuno (La divisione del mondo), Arasse (Siroe, Re di Persia), Emilio (Il Sogno di Scipione). Ha inciso per Christophorus, Arcana, Glossa, Sony DHM.

MAURO BORGIONI Baritono 

Ha studiato canto presso la Scuola Civica di Milano e il Conservatorio di Cesena, perfezionandosi poi alla Fondation Royaumont di Parigi. Ha collaborato con vari ensemble e orchestre tra cui Concerto Italiano, Orchestra da Camera di Mantova, Orchestra Sinfonica della Rai, Orchestra Regionale della Toscana, La Cappella Reial de Catalunya, Il Giardino Armonico, Accademia Bizantina.

​Ha cantato con importanti direttori e musicisti tra cui Jordi Savall, Giovanni Antonini, Rinaldo Alessandrini, Johnatan Webb, Antonio Florio, Alfredo Bernardini, Roberto Zarpellon, Federico Maria Sardelli in alcune delle più importanti sale da concerto e teatri come Konzerthaus di Vienna, Cité de la Musique di Parigi, Teatro Regio di Torino, Kolner Philarmonie, Auditorium de Madrid, National Centre for Arts and Performing di Pechino, UCLA Los Angeles. Specializzato nel repertorio barocco, ha interpretato Orfeo (Teatro Regio di Torino, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatre Principal de Palma de Mallorca); Ulisse (Il Ritorno di Ulisse in patria) al Reate Festival di Rieti e al Festival Monteverdi di Cremona; Aeneas (Dido & Aeneas) al Teatro Massimo di Palermo, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Verdi di Gorizia, Acrimante (L’empio punito) al Reate Festival. Il suo repertorio include inoltre opere sacre tra cui Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi; Oratorio di Natale, Messa in si minore di Johann Sebastian Bach; Messiah e La Resurrezione di Georg Friedrich Händel. Attivo anche nella musica contemporanea ha interpretato The Traveller in Curlew River e Noe in Noye’s Fludde di Benjamin Britten con la Camerata Strumentale Città di Prato diretta da Johnatan Webb; Aye in Akhnathen di Philip Glass con l’Orchestra del Teatro Regio di Torino e il M° Dante Anzolini.

Ha inciso per Alpha-Prod, Brilliant Classics, Arcana, Glossa, Ricercar, fraBernardo e per emittenti radiofoniche e televisive.

DANILO PASTORE Controtenore 

Nato a Torino, è fra le più apprezzate giovani voci italiane di controtenore, vocalità approfondita presso il Conservatorio “Guido Cantelli” di Novara, dove si laurea a pieni voti in Canto rinascimentale e barocco con Roberto Balconi. Completa i suoi studi, laureandosi presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Ravenna, con Alda Caiello, e l’Accademia di Alta Formazione Artistica e Musicale “Lorenzo Perosi” di Biella, con Manuela Custer.

Ha collaborato con importanti realtà musicali, nell’ambito della musica antica e contemporanea (Accademia del Ricercare, AltreVoci Ensemble, Cluster Musica Contemporanea, Cantores Graduales, Ensemble Mare Nostrum, Gli Invaghiti, Stradella Young Project, Ensemble Didone Abbandonata, I Madrigalisti Estensi, Accademia La Chimera, Allegri Penitenti, Accademia dei Solinghi, Cappella Musicale della Cattedrale di Vercelli, Ars Cantica Choir & Consort e i da lui fondati La Estrella Ensemble, Selenografie Art Collective e Il Fauno Bianco), esibendosi per rinomati festival e teatri in Italia e all’estero tra cui Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Sociale di Como, Teatro Manoel a La Valletta, Teatro DAMSLab di Bologna, Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte e Teatro Poliziano di Montepulciano, Castello Reale di Varsavia, Teatro San Girolamo di Lucca, Teatro Grande di Brescia, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Goldoni di Roma, Teatro Rossini di Lugo, Gamla Teater di Vadstena, Teatro Bibiena di Mantova, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Del Monaco di Treviso, Teatro Malibran di Venezia, Teatro Olimpico di Vicenza, Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Manzoni di Pistoia, Teatro Olivero di Saluzzo, Teatro Lirico di Magenta, Teatro delle Muse di Ancona, Teatro Rossini di Pesaro. Ha collaborato con direttori di rilevanza internazionale, tra cui Roberto Balconi, Marco Berrini, Francesco Bossaglia, Roland Böer, Michele Brescia, Gianluca Capuano, Francesco Ivan Ciampa, Francesco Cilluffo, Francesco Corti, Andrea De Carlo, Riccardo Doni, Francesco Erle, Gianluigi Gelmetti, Daniele Giorgi, Antonio Greco, Giancarlo Guarino, Guido Maria Guida, Antonio Magarelli, Andrea Marchiol, Mariangiola Martello, Giorgio Mezzanotte, Piero Monti, Andrea Morricone, Damiana Natali, Gianandrea Noseda, Francesco Pasqualetti, Rita Peiretti, Giulio Prandi, Giuseppe Prete, Mattia Rondelli, Hernán Schvartzman, Massimiliano Toni, Omer Meir Wellber. Il suo repertorio spazia dal Medioevo alla contemporaneità. Protagonista di numerosi recital solistici e di prime esecuzioni di brani e ruoli appositamente scritti per la sua voce, è anche il primo interprete maschile italiano del Pierrot Lunaire, Op. 21 di Schönberg. Ha inciso per Stradivarius, Arcana/Outhere Music, Sifare Classical, Brilliant Classics, Naxos, Plus.

FRANCESCA BONCOMPAGNI Soprano

Ha studiato canto con Donatella Debolini, Alessio Tosi, Fulvio Bettini e Manuela Custer. Nel 2007 ha partecipato all’Accademia “Le Jardin des Voix” tenuta a Caen da William Christie, ed è tra i protagonisti del documentario “Académie Baroque” realizzato e trasmesso nello stesso anno da Channel France 3, e nel 2011 edito in DVD da BelAir Classique.

Nel 2008 ha riportato il I premio nel Concorso di canto barocco “Francesco Provenzale” di Napoli tenuto dal Centro di Musica antica “Pietà dei Turchini”. Sempre nel 2008 ha interpretato il suo primo ruolo d’opera, nell’allestimento dell’Armide di Jean Baptiste Lully al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi, nel ruolo di Une Bergère, accanto a Stéphanie d’Oustrac, Paul Agnew e Laurent Naouri, con l’ensemble Les Arts Florissants diretto da William Christie e con la regìa di Robert Carsen, allestimento edito in DVD da FRA Musica.

Ha successivamente collaborato con ensembles quali Collegium Vocale Gent, Les Musiciens du Louvre, Concerto Italiano, Divino Sospiro, La Fonte Musica, Cappella della Pietà dei Turchini/Cappella Neapolitana, Cappella Mediterranea, Accademia Bizantina e Modo Antiquo, con direttori quali Ottavio Dantone, Rinaldo Alessandrini, Paul Agnew, Stefano Montanari, Vanni Moretto, Gianluca Capuano, Leonardo Garcìa Alarcon, Francesco Corti, Alessandro Quarta, Michele Pasotti, Francesco Cera, Philippe Herreweghe e Frans Brüggen.

Nel 2014 ha debuttato nei ruoli di Amore e Damigella ne L’incoronazione di Poppea per una tournée nelle principali città del Giappone con l’ensemble La Venexiana diretta da Claudio Cavina. Nello stesso anno ha cantato Clizia nel Teseo al Festival Barocco di Beaune, diretta da Federico Maria Sardelli.

PAOLA VALENTINA MOLINARI Soprano 

Nata a Milano, studia flauto traverso e canto presso i Conservatori di Milano e Bergamo. E’ vincitrice del prestigioso Premio Rotary. Intraprende la carriera di cantante solista debuttando a 24 anni ne Il convitato di pietra di G. Gazzaniga a Bergamo a cui seguono: Die Zauberflöte al Teatro Olimpico di Vicenza; La Finta Semplice a Bergamo; Il barbiere di Siviglia a Rovereto; L’elisir d’amore alla Donizetti Night di Bergamo; Cuore di Cane di A. Raskatov a Lione e alla Scala di Milano, direzione di Martin Brabbins e regia di Simon Mc Burney. Collabora con maestri quali Claudio Abbado, Giovanni Antonini, Adam Fischer, Enrique Mazzola, Vladimir Ashkenazy. Ha avviato collaborazioni con Coro della Radio Svizzera e Diego Fasolis, Canto di Orfeo e Gianluca Capuano, LaVerdi barocca di Ruben Jais, Ghislieri Choir & Consort Di Giulio Prandi, Concerto Romano di Alessandro Quarta e La Risonanza di Fabio Bonizzoni. Registra per Outhere Music la Messa in re maggiore e l’inedito mottetto Dignas Laudes con Giulio Prandi e il Ghislieri Choir & Consort (Diapason d’or 2018); ha fatto il suo debutto al Boston Early Music Festival cantando San Vito di Pasquini, con Concerto Romano e Alessandro Quarta. Ha debuttato nella ripresa moderna di Enea in Caonia di Hasse sotto la direzione artistica di Vivica Genaux, da questo è nato poi un cd uscito per l’etichetta Cpo con la direzione d’orchestra di Stefano Montanari, che l’ha inoltre diretta in un concerto vivaldiano a l’Opera de Lyon diretta da Stefano Montanari Con l’Ensemble Mare Nostrum diretto da Andrea de Carlo ha preso parte all’oratorio Santa Editta (Humiltà) , ha inciso l’oratorio Esther di Stradella e Il Trespolo tutore, opera che ha poi ripreso per l’apertura della stagione 2020 del Teatro Carlo Felice di Genova (la registrazione dello spettacolo è stata poi trasmessa su Radio3 e Sky Classica).

A gennaio 2021 è uscita l’incisione integrale de L’Orfeo di Luigi Rossi, con l’ensemble Allabastrina diretto da Elena Sartori, etichetta Glossa, recentemente ha interpretato Clorinda nel Combattimento di Tancredi e Clorinda a Reggio Emilia con Il Pomo d’oro e la direzione di Francesco Corti e L’Angelica di Porpora con la direzione di Sardelli al Festival della Valle d’Itria a Martina Franca.

GIORGIA SORICHETTI Soprano 

Specializzata nella prassi esecutiva del repertorio rinascimentale e barocco. Nel 2019 ha conseguito il diploma accademico di primo livello in canto rinascimentale e barocco presso il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone, sotto la guida di Furio Zanasi; nel 2021 ha conseguito il diploma accademico di secondo livello in canto rinascimentale e barocco presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza nella classe di Gemma Bertagnolli. Parallelamente agli studi di primo livello, nel 2016 si è unita al coro Musica Reservata di Roma (M° Roberto Ciafrei) per approfondire lo studio del repertorio polifonico sacro antico e contemporaneo ed affinare le proprie competenze musicali. Perseguendo la passione per il canto polifonico, si è dedicata al repertorio madrigalistico, collaborando con realtà musicali italiane di notevole spessore, tra le quali RossoPorpora Ensemble (M° Walter Testolin) e Cremona Antiqua (M° Antonio Greco).

Dal 2021 al 2023 ha collaborato con RossoPorpora Ensemble (M° Walter Testolin) per le prime esecuzioni moderne della raccolta madrigalistica Sonetti novi di Fabio Petrozzi sopra le Ville di Frascati (1609), presso Villa Falconieri a Frascati e presso il Museo Internazionale e biblioteca della musica di Bologna. Si è esibita in formazioni cameristiche e d’insieme nei festival Grandezze & Meraviglie (Modena), Spazio & Musica (Vicenza), Note oltre i confini (Reggio Emilia), Frescobaldi International Festival of music (Roma), Festival Internazionale de L’Architasto (Roma), Venetia Picciola (Casalmaggiore), Festival Monteverdi (Cremona), Milano Arte Musica (Milano), Sagra musicale Umbra (Perugia), Kalendamaya (Chivasso), Festival Galuppi (Venezia).

Nel 2022 ha debuttato come solista nel Vespro della Beata Vergine con il Coro e l’Orchestra Cremona Antiqua con il M° Antonio Greco, nei festival Milano Arte Musica e Sagra Musicale Umbra.

LORENZO MARIA MAZZOLETTI Assistente alla regia e alle scene 

Scenografo e costumista nato a Novara nel 1995, si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2016 inizia la sua carriera come scenografo con uno spettacolo al Teatro Nazionale di Milano, e prosegue firmando scene e costumi al Festival Teatro sull’Acqua di Dacia Maraini, per uno spettacolo in onore di Rossini, Ma se mi toccano, con il testo di Maurizio De Giovanni. Successivamente, mentre lavora come capo attrezzista al Teatro Coccia di Novara per Le nozze di Figaro di Giorgio Ferrara con le scene di Dante Ferretti, firma le scene di Gianni Schicchi, sempre nella città natale. Dal 2019 è assistente del Maestro Pier Luigi Pizzi, con il quale lavora per diverse opere, tra le quali Violanta, Lucia di Lammermoor, La dolce ala della giovinezza, Pour un oui ou pour un non, Macbeth e l’Incoronazione di Poppea. Nel settembre 2022 firma le scene per La Cenerentola di Rossini, coproduzione tra l’Accademia Bernardo de Muro e il Rossini Opera Festival di Pesaro, produzione che debutterà nel febbraio 2024 nei teatri della Rete Lirica delle Marche e a maggio al Festival Granda di Lima, in Perù.

LORENA MARIN Assistente ai costumi

Costumista Teatrale, specializzata in taglio storico, studia sartoria e modellistica, prima a Treviso, poi a Venezia e infine a Parigi, si perfeziona con Dada Saligeri, e Doretta D’Avanzo Poli. Responsabile di una sartoria teatrale a Venezia, lavora per il cinema e la pubblicità. Nel 2005 inizia una collaborazione con il Maestro Pier Luigi Pizzi, in qualità di sua assistente ai costumi, partecipa alle produzioni operistiche dei teatri lirici d’Italia e d’Europa. Nel 2008 partecipa alla produzione di Fidelio con la direzione di Claudio Abbado e la regia di Daniele Abbado. Nel 2012 è all’Opera di Roma con Attila con la direzione di Riccardo Muti, nel 2013 a Parigi Opérà Bastille con La Gioconda, a La Coruña, ad Astana Kazakhstan per l’inaugurazione del nuovo teatro dell’opera. Nel giugno 2014 come assistente di Un ballo in maschera ha inaugurato il festival dell’Arena di Verona 2014. Nel 2014 ha vinto il bando del Festival Puccini di Torre del Lago per la realizzazione dell’allestimento del Trittico Tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi per il Festival Puccini 2014. A settembre 2014 a La Coruña ha realizzato i costumi de La Traviata. Nel 2016 ha disegnato i costumi per Werther a Tenerife. Nel 2018, è la costumista di Andrea Chenier presso il Teatro del Silenzio con Andrea Bocelli, è stata al Rossini Opera Festival 2018 per Il barbiere di Siviglia, nel settembre 2018, a Marostica, per Opera on Ice 2018, in differita il 25 dicembre su Canale5, a Tenerife per L’Italiana in Algeri. Realizza i costumi per Un ballo in maschera al Teatro Regio di Parma inaugurazione stagione 2018/19, come assistente ai costumi riprende Aida del maestro Zeffirelli presso i teatri di Busseto e Cremona, come costumista nella produzione de l’elisir d’amore a Tenerife e in Opera on Ice nell’ottobre 2019. E’ stata docente di storia del costume presso L’ Opera Academy di Verona, nel 2020, come assistente ai costumi ha lavorato a l’Orfeo di Monteverdi al Festival dei Mondi di Spoleto, Rinaldo di Haendel al Maggio Musicale Fiorentino. Dal 2020 è direttrice del Corso di Costumista Teatrale dell’Accademia del Teatro Regio di Parma.

CORO E ORCHESTRA CREMONA ANTIQUA

Entrambi creati dal Maestro Antonio Greco, il Coro Costanzo Porta e l’Orchestra Cremona Antiqua sono dal 2021 Coro e Orchestra del Monteverdi Festival– Cremona Antiqua.

Il coro, nato nel 1993, ha cominciato ad imporsi sulla scena giovanissimo, aggiudicandosi il 1° Premio Assoluto al Concorso Nazionale Guido d’Arezzo nel 1998 e continuando poi a distinguersi in altre competizioni – inclusa la 1ª edizione della “London a Cappella Choir Competition” promossa dai Tallis Scholars di Peter Phillips nel 2014.

Cremona Antiqua nasce quasi dieci anni dopo il coro, con l’intenzione di completare la visione del progetto anche da un punto di vista strumentale, portando stabilità e coerenza interpretative.

I due gruppi hanno indipendentemente all’attivo anche importanti collaborazioni con alcuni dei più rinomati ensemble e festival italiani ed europei.

Il coro ha lavorato con Accademia Bizantina di Ottavio Dantone, Europa Galante di Fabio Biondi, I Virtuosi Italiani sotto la direzione di Michail Radulescu, l’Orchestra Barocca di Venezia di Marcon, l’Ensemble Elyma di Gabriel Garrido, i Tallis Scholars di Peter Phillips, il Pomo d’Oro di Corti, I Pomeriggi Musicali, l’Orchestra Cantelli, l’Ensemble Dolce&Tempesta, con la Orquestra Nacional de Tucuman. Ha partecipato, con il gruppo Sentieri Selvaggi di Carlo Boccadoro, alla messa in scena dell’opera contemporanea Il sogno di una cosa di Mauro Montalbetti (2014). Insieme a La Risonanza di Fabio Bonizzoni ha portato in tour europeo una produzione di Dido and Aeneas di Purcell (incisione per Challenge Classics, 2016) e una di Messiah al Halle Händel-Festspiele, oltre a diversi altri concerti.

Ha partecipato alla messa in scena di diverse opere: Orfeo e Ritorno di Ulisse in Patria di Claudio Monteverdi, La Dafne di Marco da Galliano, l’Andromeda Liberata di Antonio Vivaldi, Il Ballo delle Ingrate di Monteverdi, Dido and Aeneas di Purcell.  Ha eseguito la Nona Sinfonia di Beethoven sotto diverse bacchette: Antonio Greco (2015), Renzetti (2017), James Feddeck (2019), Nathalie Stutzmann (2020).  Nel 2020 ha preso parte all’Orfeo monteverdiano di inaugurazione del Festival dei Due Mondi di Spoleto con Accademia Bizantina per la regia di Pierluigi Pizzi, ripreso a fine 2021 a Ravenna e Ferrara.  Nel 2018, nel 2021 e nel 2022, assieme all’Orchestra Cheurbini e al M° Riccardo Muti, ha partecipato ai concerti su musiche di Verdi nell’ambito della Riccardo Muti Italian Opera Academy, per il Ravenna Festival e per un’esecuzione benefit in diretta televisiva nazionale a Norcia (2018), oltre che in fondazione Prada a Milano (2021) e a Rimini (2021 e 2022) e al Paladozza di Bologna (2022).

Sempre sotto la direzione di Muti, ha preso parte all’iniziativa Le Vie dell’Amicizia con concerti a Ravenna ed Atene nel 2019, sulle musiche della Nona Sinfonia beethoveniana; in seguito, a Lourdes e Loreto, nel 2022, su musiche di Vivaldi e Verdi.  Dal 2015 l’orchestra ha invece ha avviato un’importante collaborazione con il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, dove è stata l’orchestra di produzione operistica per Baccanali di A. Steffani (2015). Nel 2020 Cremona Antiqua ha eseguito 3 concerti, tra cui un recital di Anna Caterina Antonacci, sempre diretti da Antonio Greco.  Nel 2021 l’Orchestra ha partecipato a numerosi spettacoli all’interno del Monteverdi Festival. Sempre nell’ambito del Monteverdi Festival, in coproduzione con il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano e il Festival Oriente Occidente di Rovereto, Cremona Antiqua ha portato in scena, assieme all’affermata compagnia di danza contemporanea Balletto Civile di Michela Lucenti, lo spettacolo Figli di un Dio Ubriaco, che ha circuitato anche al Piccolo Teatro Strehler di Milano, allo Storchi di Modena e al Teatro della Tosse di Genova. Nel 2022 ha partecipato alla prima assoluta dell’opera contemporanea A Sweet Silence in Cremona, scritta da Mark Campbell e musicata da Roberto Scarcella Perino. A dicembre 2022 l’orchestra, assieme al violoncellista Ettore Pagano, ha eseguito due concerti con protagonisti Haydn e Mozart, eseguiti con arco classico, a Cremona e Novara.

I due gruppi insieme, sotto la direzione di Antonio Greco, hanno partecipato a importanti rassegne. Nel 2019 l’ensemble vocale e il consort strumentale hanno affrontato l’incisione in prima mondiale dei Madrigali op.7 di Biagio Marini per TACTUS e, sempre nello stesso anno, hanno suonato il Messiah di Händel al Monteverdi Festival e al Ravenna Festival, dove il concerto è stato registrato e poi trasmesso su Radio3 la Vigilia di Natale.  Insieme coro e orchestra hanno anche affrontato il repertorio Beethoveniano su strumenti originali, eseguendo la Missa Solemnis di Beethoven.  Nel 2020 hanno partecipato all’edizione Monteverdi OFF del Monteverdi Festival di Cremona con due concerti, uno di composizioni sacre del barocco italiano per coro e orchestra, e uno con l’orchestra e le due voci soliste di Anna Bessi e Francesca Cassinari.

Nel 2021, sempre per il festival Monteverdi, hanno invece realizzato la messa inscena dell’Orfeo per la regia di Andrea Cigni.

Nel 2022 Cremona Antiqua ha partecipato a diversi appuntamenti, fra cui si ricorda il Vespro della Beata Vergine al Monteverdi Festival di Cremona, a Mantova nella Basilica di Sant’Andrea, a Milano presso il Festival Milano Arte Musica e alla Sagra Musicale Umbra di Perugia e al Teatro Verdi di Pordenone. Ha poi portato il Messiah di Haendel presso le Serate Musicali milanesi e al Teatro Grande di Brescia.

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