2025 Falstaff. Burattini e burle
2025 Falstaff. Burattini e burle
2025 Falstaff. Burattini e burle
2025 Falstaff. Burattini e burle
2025 Falstaff. Burattini e burle
2025 Falstaff. Burattini e burle
2025 Falstaff. Burattini e burle
2025 Falstaff. Burattini e burle

2025 Falstaff. Burattini e burle

tratto da Falstaff di Giuseppe Verdi

Drammaturgia musicale Anna Pedrazzini
Drammaturgia Beatrice Baruffini e Nadia Milani

 

Sir John Falstaff, Ford  Davide CanepaFrancesco La Gattuta
Bardolfo, Pistola, Mrs Alice Ford, Mrs Quickly  Arianna TalamonaEleonora Mina

Pianista Hinako KosakaEric Foster

 Regia Nadia Milani

Realizzazione maschere Federico Meneghel
Realizzazioni pittoriche Pernilla Bertagni e Francesca Abbiati
Scene e costumi Cantieri del Teatro – Como

Produzione AsLiCo

Nuovo allestimento

 

Opera kids – XVI edizione

 

 

NOTE DI REGIA
di Nadia Milani Regista

Falstaff è un’opera grandiosa. Sin da subito ho capito che lavorare al “mio” Falstaff, sarebbe stata una scommessa non facile: era stimolante e contemporaneamente paurosa l’idea di mettere mano a un’opera tanto puntuale ed efficace in ogni suo elemento compositivo. Nella mia visione, ho immaginato per i bambini e le bambine un mondo che conoscono e riconoscono e che può metterli, sin da subito, a loro agio. Falstaff diviene così una sorta di burattinaio Mangiafuoco, un vecchio artista scanzonato e in malora che, a corto di danaro, cerca stratagemmi per sopravvivere, costruisce intrighi e cerca soluzioni, come, d’altronde, accade spesso a noi artisti! Ma, il Burattinaio solitamente è un puro, non tradisce, non imbroglia. Quindi, questa volta, sono i suoi burattini e le nostre pupazze ad avere onore, loro che appartengono al mondo della finzione, divengono nella mia rivisitazione, l’unica cosa vera. Sono loro ad essere onesti, sono loro che, proprio come i bambini e le bambine, davanti all’imbroglio ridono, si divertono, ma poi desiderano rimettere tutto al loro posto. Tutti e tutte vogliamo bene a Falstaff, ma sappiamo che va “smascherato”! Arrivo qui anche dopo un ragionamento sulla fine e straordinaria scrittura drammaturgica di Boito (e ancor prima di lui del genio shakespeariano) che in alcuni suoi punti sembra proprio essere scritta per dialoghi tra burattini, con quella velocità, quel cinismo, quella scaltra ironia che disegna un perfetto ordito per una delle arti più antiche al mondo. Inoltre, i personaggi dell’opera, ricalcano alcune figure fisse della commedia dell’arte, e allora scelgo le maschere, per travestire i miei personaggi ed uniformarli al mondo che voglio disegnare. Le figure femminili sono le più interessanti, non sono arrendevoli, ma giocano e scelgono. Sono complici per lo stesso fine. Sono scaltre, allegre, consapevoli. Sono donne che prendono decisioni, che affinano inganni, non si lasciano intimidire dalle figure maschili, ma sono proprio le donne ad essere le deae ex machina dell’intera opera. E, se questo mostrare il femminile così fiero poteva essere rivoluzionario ai tempi di Verdi, io credo che, ahinoi, possa essere molto importante ancora oggi, per tutti i motivi che conosciamo. Soprattutto parlarne all’infanzia, senza forzature ma cogliendo ogni occasione, ci permette di attivare quello che, per me, è una delle maggiori funzioni del teatro per le nuove generazioni. Entriamo così in un mondo che si trasforma in continuazione, popolato da maschere, burattini, piccole e fugaci ombre e marionette, un mondo senza tempo, che ricorda le fotografie di tempi andati con la vividezza del presente, un mondo con cui ben si sposa la magia dell’ultimo atto del Falstaff… quel mondo in cui tutto è burla!

NOTE DI DRAMMATURGIA MUSICALE
di Anna Pedrazzini Curatrice didattica dei progetti Opera Education 0-6 anni

Verdi dedicò alla composizione del Falstaff molto più tempo di quanto gli occorse per altre sue opere, alcune delle quali furono addirittura abbozzate in pochi giorni. Su quest’opera, invece, si arrovellò per più di tre anni, passati soffertamente tra fasi alterne di entusiasmo e sconforto. Era già anziano, era consapevole di affrontare la sua ultima opera, il suo lascito testamentario, e sapeva che avrebbe dovuto superare sé stesso e il suo ultimo capolavoro, l’Otello. Il risultato fu incredibile perché compose una partitura tra le più minuziosamente rifinite e ricche di preziosi dettagli di tutto il teatro d’opera. Nel Falstaff, il suono è l’equivalente musicale di ogni singola parola e sottolinea e valorizza ciascun moto d’animo, donando profondità e colore, con precisione millimetrica, al testo e all’azione.

Falstaff è anche un’opera dalla forma innovativa: al suo interno non troveremo le classiche arie o i tipici duetti, le cosiddette forme “chiuse” presenti in tutte le opere ottocentesche, ma verremo travolti da un flusso continuo e in perenne mutamento di melodie brevissime, variegate coloriture timbriche e poliedrici ritmi, senza soluzione di continuità. Un fluire che verrà reso tale e quale nello spettacolo Kids attraverso la presenza costante dei suoni del pianoforte. L’opera è un enorme “moto perpetuo”, e la sua musica al pianoforte, seppur ridotta nello spettacolo Kids, condurrà grandi e piccini, come un nastro trasportatore, nell’avvicendarsi di personaggi, burle ed emozioni.

Nel Falstaff emerge in primo piano il susseguirsi degli eventi mentre la caratterizzazione dei personaggi, figure piuttosto indistinte, è un passo indietro. Difficile scorgere le differenze tra Meg, Alice e Quickly, tra Ford e Cajus o tra Bardolfo e Pistola. Sono figure che si identificano nel gruppo: quello femminile, accompagnate per lo più da un ritmo incalzante di una danza in punta di piedi, e quello maschile, supportato da un più corposo ritmo di marcia. Figure di un carillon, al cui centro si trova il protagonista: Falstaff, che, quando pensa o racconta di sé e filosofeggia, riesce perfino a rallentare il moto della scatola magica. E di questo se ne accorgeranno i bambini e le bambine durante lo spettacolo Kids, che verranno catturati dagli umori e dall’ironia di Falstaff. Coglieranno, come dei fermi immagine, i suoi modi di essere, a volte discreto, cerimonioso, spaventato e “sottile”, altre volte tronfio, imperioso, spavaldo ed “enorme” come la sua pancia. Tutto a suon di musica e attraverso la variegata modulazione della sua voce baritonale. Lo spettacolo Kids comincerà con la composizione che Verdi mise a conclusione dell’opera originale, ma che, invece, scrisse come primo pezzo. Si tratta di una fuga, che il Maestro definì “buffa”, un genere musicale molto complesso dove le voci e gli strumenti si rincorrono e si sovrappongono, e dentro al quale Verdi fa esprimere a tutti i personaggi insieme il famoso monito “tutto il mondo è burla e l’uomo è nato burlone”.

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