2020 Il guardiano e il buffone
2020 Il guardiano e il buffone
2020 Il guardiano e il buffone
2020 Il guardiano e il buffone

2020 Il guardiano e il buffone

Il guardiano e il buffone
ossia Rigoletto che ride e che piange

Opera kids – XII edizione

Locandina

da Rigoletto di Giuseppe Verdi
Spettacolo con pianista, cantante e attore
Drammaturgia Simone Faloppa e Riccardo Olivier
Da un’idea di Eco di Fondo
Drammaturgia musicale Giorgio Martano

Guardiano del Museo / Rigoletto Ivo Randaccio
Visitatore del Museo / Duca di Mantova / Borsa / Marullo Gianluca Moro

Pianista Giorgio Martano
Regia Simone Faloppa e Riccardo Olivier
Scene Stefano Zullo
Assistente scenografa Juliette Placco
Costumi Sara Marcucci
Tecnico Cristina Giorgi

Produzione AsLiCo Opera kids

 

 

Mancano 10 minuti alla chiusura in un Museo Storico del Giocattolo. Il guardiano del Museo sorprende un unico visitatore nella sala dei giocattoli più antichi: è un ricchissimo collezionista convinto di essere il Duca di Mantova- disposto a pagare qualunque cifra per completare la sua collezione privata col pezzo più prezioso: Gilda. Un giocattolo non sembra d’accordo: è un pagliaccetto gobbo, Rigoletto. Supplica il guardiano di aiutarlo a proteggere sua figlia… Gilda! Da che parte schierarsi? Riuscirà il guardiano a salvare il Museo e la sua collezione pubblica?

“I giochi dei fanciulli non sono giochi, e bisogna giudicarli come le loro azioni più serie”
MONTAIGNE

 

L’idea da cui è nato lo spettacolo “Il guardiano e il buffone. Ossia Rigoletto (che ride e piange)” è basata su una drammaturgia notturna di giocattoli abitati, ospiti di un Museo Storico del Giocattolo. Il mondo dei giocattoli ci è sembrato un significativo punto di partenza per porgere al nostro piccolo pubblico una storia tragico-comica come quella di Rigoletto, a partire dalla considerazione che ogni società umana si sviluppa come fenomeno culturale intessendosi di gioco. Giocando, obbediamo al nostro gusto innato per l’imitazione, ci rilassiamo, alleniamo il nostro auto-controllo, esprimiamo la nostra personalità, impariamo a seguire le regole e ad inserirci nella comunità. Infatti, imparare a rispettare le regole di un gioco allena a trasferire tale insegnamento anche nella vita di tutti i giorni, in quanto nei modi di giocare sono presenti tutte quelle particolari attenzioni che dobbiamo riservare nel rapporto con gli altri in una società civile. Ma come porgere una materia musicale vertiginosa e chiaroscurale ad un pubblico pre-scolarizzato che, seduto, spesso non tocca coi piedi per terra? Anche il compositore e il librettista di Rigoletto avevano lo stesso problema e si chiedevano come sviluppare l’argomento in maniera conveniente. Senza dimenticare che per le orecchie di chi ci ascolta questa musica è inedita! Che privilegio, e che responsabilità! Abbiamo deciso, insieme al drammaturgo musicale Giorgio Martano, di selezionare alcuni passaggi verdiani, alcune arie per instillare nel nostro piccolo pubblico un gocciolino di curiosità, iniziando ad alfabetizzarli al trisavolo della canzona italiana, il melodramma. L’opera è una questione tra due uomini-padroni: il sovrano prepotente, seppur giovane e piacente (il Duca di Mantova, che insidia Gilda) e il suo vile buffone (Rigoletto, “il padre oppressivo” che la reclude). Il punto del contendere è il femminile, o meglio un’idea di donna: Gilda, che svolge per entrambi funzione di felicità surrogata e passeggera, da possedere incatenandola. Perciò, abbiamo immaginato una storia parallela tra un guardiano di un Museo Storico del Giocattolo e un ricchissimo visitatore, che incarnano le due posizioni maschili contrapposte in Verdi. La ricerca del “prezioso femminile” nascosto, l’amicizia e il sacrificio sono strumenti di ricerca di sé rispetto al prossimo? Il denaro può comprare davvero tutto? Cosa significa comportarsi da prepotenti? Cosa alimenta il disprezzo, l’odio e l’esclusione nel cuore dell’uomo? Quanto sappiamo (e veramente vogliamo) riparare ed essere autori di noi stessi? E quanto questo migliora effettivamente il mondo che viviamo?

Introdurre i piccoli ascoltatori di Opera kids ad un’opera complessa come Rigoletto implica una serie di accorgimenti che vanno trattati con grande attenzione e delicatezza. Questo accade soprattutto perché Rigoletto è un’opera che invita a scavare più a fondo rispetto alle apparenze e alla superficialità. Solo in questo modo può emergere la purezza e l’umanità  dei personaggi e ci si può lasciar commuovere dalle loro fragilità, passioni e sregolatezze. Verdi stesso, esasperato dalla lotta contro la censura veneziana che storceva il naso all’idea di un protagonista gobbo e deforme, scriveva:

“Io trovo appunto bellissimo rappresentare questo personaggio esternamente
difforme e ridicolo, internamente appassionato e pieno d’amore”.

La necessità di leggere tra le righe riguarda da vicino non solo l’aspetto drammaturgico, ma anche quello musicale. A partire dalle melodie di Rigoletto stesso, un gobbo deforme che, se a corte istiga il duca alla violenza e mette zizzania tra i cortigiani con accenti musicali irriverenti e canzonatori, appena torna a casa tra le braccia della figlia dispiega alcune tra le melodie più accorate e cariche d’affetto che la storia dell’opera italiana abbia mai conosciuto. Gilda, delicata creatura il cui tema “Caro nome” è intarsiato di pause palpitanti e sospiranti nel 1° atto, racchiude in sé il coraggio e la determinazione che la porteranno a sacrificare la sua vita per l’uomo amato, portando la sua voce a un lirismo tale da superare anche la tempesta orchestrale del 3° atto.

Anche il giovanissimo pubblico di questo spettacolo sarà chiamato a distinguere le melodie del Duca di Mantova, alcune accattivanti, scanzonate e orecchiabili, ma in realtà  usate per veicolare testi di scherno, arroganza e superbia, altre portatrici di veri e propri inni all’amore, come il tema musicale che intoneranno loro stessi “È il sol dell’anima”.

Scivolando dolcemente sulle note di quest’opera così carica di umanità, navigheremo con i più piccoli su una drammaturgia che li avvicini a tematiche che riguardano loro stessi come anche noi adulti: il precario equilibrio tra volere e dovere, il profondo rispetto da riservare alle persone e agli oggetti che amiamo e desideriamo, la capacità di sfogliare con intelligenza e curiosità le tante pagine dell’animo umano passando oltre la sua copertina, di qualunque forma essa sia. 

 

Giorgio Martano

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