2016 Nessun dorma
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Nessun dorma
Briciole di Turandot

Opera baby – II edizione

tratto da Turandot di Giacomo Puccini
Drammaturgia musicale Federica Falasconi

Attrice / marionettista Benedetta Brambilla
Fisarmonica Mattia Lecchi

Regia Violaine Fournier

Scene e costumi Francesca Testi
Tecnico Saverio Quinto

Realizzazione scene e costumi
Cantieri del Teatro, Como
Francesca Testi

Produzione AsLiCo

Opera Baby – II edizione (0-36 mesi)

 

METTERÒ IN SCENA UNA FAVOLA! di Federica Falasconi, musicista

La partenza ha il sapore della sfida: Turandot per neonati. Come portare un’opera dagli effetti coloristici violenti, caratterizzata da un gran numero di strumenti in buca e in scena, da un’imponente uso delle masse e dall’utilizzo massiccio di percussioni a bambini piccolissimi e, di certo, non massicci? La risposta, anzi, le risposte arrivano concedendosi al capolavoro pucciniano con uno sguardo rinnovato dalla curiosità. Si parte così nel 1762 con le parole di Gozzi, autore di quella Turandotte che ispirò successivamente Puccini: ”Metterò in scena una favola, una di quelle storie che i nonni e le balie raccontano ai bambini nelle notti d’inverno accanto al fuoco”. Si scopre poi che l’opera viene attraversata più volte da melodie cinesi provenienti da un carillon in possesso di un amico – che il Maestro porterà poi con nuove sonorità orchestrali a imponenti cori – semplici, disarmanti, limpide. Tra queste la più importante è un tema affidato al coro di voci bianche: una melodia intitolata originariamente Fiore di gelsomino e che ricorre più volte rappresentando la infantile e incontaminata bellezza di Turandot. E ancora: nel tentativo di raccontare l’oriente, in Turandot abbondano esempi di scale pentatoniche, spesso alla base delle prime esperienze sonore del bambino, dalle ninnenanne alle filastrocche e sulla cui universalità si sono espressi molti studiosi. Alle tre maschere Ping, Pong e Pang, i tre ministri del regno, i cambi di accento e i metri irregolari, la melodia dall’andamento meccanico, imprimono carattere marionettistico. Partendo proprio da quel Fiore di Gelsomino, melodia che attraversa anche il nostro progetto, il nostro viaggio ci ha portato a pensare che troppe fossero le idee per non costruirci attorno un momento di ascolto e condivisione teatrale, un giardino in cui giocare insieme e liberamente con un’opera unica e straordinaria.

NESSUN DORMA!
Briciole di Turandot
di Violaine Fournier, regista

Perché proporre il grande repertorio ai bambini? Trasmettere i grandi classici del repertorio operistico a bambini da 0 a 3 anni è possibile? è una domanda che mi sono posta, ormai tanti anni fa, quando ho iniziato a realizzare spettacoli per bambini di quell’età. Per rispondere a questa domanda ho provato a ricordare quando, da bambina, senza esserne cosciente, ho lasciato entrare nel mio universo le grandi opere che ora amo tanto. Mi sono ricordata infatti di quando mia nonna cantava davanti alla televisione tutte le parti di un’opera. L’ho vista essere Traviata morente sul suo letto, Tosca che non viveva altro che per l’arte, Mario pronto a essere fucilato, Mimì timorosa di disturbare… Mia nonna non sapeva cantare, né conosceva la musica, ma era così felice quanto canticchiava il repertorio! Sono convinta che siano stati gli spettacoli trasmessi in televisione e la gioia di mia nonna nel cantarli che mi hanno ispirato a fare questo lavoro. Per me quindi trasmettere un’opera del repertorio significa prendere per mano i bambini ed entrare con loro in questo universo visivo e musicale per condividere insieme questo momento. Questo lavoro non è un corso didattico per fornire nozioni sul repertorio operistico, è piuttosto un’esperienza sensoriale ed emozionale che imprimerà le prime tracce su questo sentiero della musica. Per i più piccoli la vita è in ogni istante una scoperta. I loro occhi, le orecchie, il gusto, il tatto, l’olfatto sono interamente aperti alla scoperta dell’ambiente circostante. Sono particolarmente sensibili ad ogni cosa che si muova, ai colori, ai rumori ma in particolare alla voce proprio perché è veicolo di gioia, tristezza e rabbia, con tutte le loro sfumature ed intensità. E Turandot? La storia sanguinosa di Turandot non può essere raccontata per intero ai bambini, è troppo astratta, complessa e realmente spaventosa. D’altro canto la drammaturgia comprende dei temi che possono essere adattati all’età dei vostri bambini. In particolare se ci immergiamo nelle ragioni che spiegano il comportamento sanguinario della Principessa Turandot, così come ci vengono proposti da Puccini e dal librettista. Si tratta di una donna che ha paura e che soffre, porta i segni del trauma della nonna, violentata da un uomo. Come la strega di Kiriku, prende il potere sugli uomini per proteggersi. L’idea che si diventi cattivi perché in passato ci è stato fatto del male è assolutamente accessibile a tutti i bambini. Senza necessariamente prendere alla lettera la storia proposta da Puccini nell’opera si può però costruire, a partire da quest’idea, una drammaturgia fedele alle intenzioni del Maestro. Una scenografia fedele all’universo di Puccini. Creare uno spettacolo per bambini significa inventare un universo visivo che sia loro vicino. Come Puccini desidero creare un universo improntato sulla Cina, le sue sonorità fini, le sue lanterne e i suoi animali colorati del capodanno. Il dragone, il cane, il gallo, il serpente, il topo il cavallo diventeranno importanti supporti per tessere una storia colorata e divertente. Diventeranno delle marionette, manipolate dagli interpreti. Cantiamo insieme Come i sapori scoperti nei primi piatti cucinati dalle nostre madri, le ninnenanne della nostra infanzia lasciano delle tracce tenere ed indefinibili per tutta la vita. Allora prendiamo in prestito da Puccini qualche frase dalla sua opera e cantiamo insieme!

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