2013 La finta semplice
2013 La finta semplice
2013 La finta semplice
2013 La finta semplice
2013 La finta semplice
2013 La finta semplice

2013 La finta semplice

Dramma giocoso in tre atti KV 51. Musica di Wolfgang Amadeus Mozart. Libretto originale attribuito a Carlo Goldoni, rielaborato da Marco Coltellini.
Prima rappresentazione: Salisburgo, Palazzo Arcivescovile, 1 maggio 1769?

Rosina Salome Jicia

Don Cassandro Andrea Concetti
Don Polidoro Raoul d’Eramo
Giacinta Elena Belfiore
Ninetta Bianca Tognocchi
Fracasso Matteo Mezzaro
Simone Gabriele Nani
Narratrice Annagaia Marchioro

Direttore
Salvatore Percacciolo

Regia
Elisabetta Courir

Scene Francesco Arrivo
Costumi Anna Cavaliere
Light designer Giuseppe Ruggiero

Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano

Coproduzione Teatri del Circuito Lirico Lombardo

Nuovo allestimento

Opera rappresentata con sovratitoli

 

 

Atto I
Nella campagna cremonese. Viale alberato antistante una palazzina di campagna.
Giacinta e la cameriera Ninetta sono accompagnate dai rispettivi spasimanti, militari del reggimento ungherese: il capitano Fracasso ed il sergente Simone; insieme inneggiano all’amore, alla gioventù e alla libertà. Temendo d’esser scoperta dai propri fratelli – don Cassandro e don Polidoro – Giacinta parte, dopo che Ninetta ha proposto di farli innamorare della sorella di Fracasso, la baronessa Rosina, per facilitare i loro intrecci amorosi. Simone, prima di partire per andare a prendere proprio Rosina, a sua volta, esprime la propria insofferenza verso le complicazioni amorose. Giacinta intanto tratteggia l’immagine dell’uomo ideale, mentre Fracasso incrocia Cassandro, accanito contro contro Rosina, che deve ospitare con il fratello. Ninetta e Rosina preparano la trappola, ma sopraggiunge Polidoro. Per le due donne ci vuol davvero poco a farlo innamorare, al punto che è egli stesso a proporsi in sposo a Rosina. Cassandro, incredulo, prescrive al fratello, che si sta allontanando, di evitarla, quando la baronessa appare. Cassandro si propone d’imporre tutta la propria superiorità, e sembra aver buon gioco, al punto quasi da sedurla seduta stante. Il felice trasporto s’interrompe però bruscamente quando la donna gli chiede in dono un anello.

Rosina intende conquistare ambedue i fratelli. Polidoro si fa avanti, irritando con la propria scortesia Fracasso, che s’allontana. Ninetta consegna a Polidoro, che non sa scrivere, un biglietto amoroso per Rosina, del quale egli si fingerà l’autore. Polidoro pregusta la conquista e le nozze con Rosina, quando questa arriva accompagnata da Fracasso; ne nasce uno scontro cui Ninetta cerca invano di por rimedio. Sul più bello arriva Cassandro, che redarguisce il fratello pur dimostrando anch’egli interesse per Rosina, che finge d’aver scritto il biglietto proprio per lui. L’avarizia di quest’ultimo esplode di fronte alla borsa con dell’oro che il fratello innamorato porge all’amata. In quella, Rosina viene raggiunta da Simone, che annuncia un visitatore. All’idea che la Baronessa si allontani con l’anello, Cassandro invita a pranzo tutti.

Atto II
Loggia in casa di Cassandro.
Simone discute con Ninetta se sia meglio amoreggiare a pancia piena o meno. Rimasto solo, Simone rifiuta di rappacificare Fracasso e Cassandro che hanno litigato. Giacinta si rivolge a Polidoro, che vorrebbe sposare Rosina indicando in Cassandro, il fratello maggiore, il vero ostacolo ai suoi propositi. Ninetta annuncia a Polidoro che Rosina lo sta cercando per prenderne commiato prima di trovare alloggio altrove. I due la raggiungono: alle richieste di lei, egli si rivela incapace perfino di comportarsi da cicisbeo. Si fa largo barcollando Cassandro, ubriaco. Polidoro ha l’ardire di chiedergli la propria parte delle comuni ricchezze per sposarsi. Rimasto solo con Rosina, Cassandro la corteggia; ella si mostra accondiscendente ma, poiché lui puzza di vino, decide di comunicare solo a gesti. Assopitosi, Cassandro viene risvegliato da Rosina e le offre l’anello già conteso in mattinata. Fra sé la Baronessa precisa le proprie convinzioni in materia amorosa: mai accontentarsi d’un solo amante. Fracasso raggiunge Cassandro e tra i due scoppia una nuova lite finché non interviene Rosina. Col fratello, ella conviene sull’opportunità di continuare la beffa. Fracasso incarica Simone di rapire Giacinta: si aggiunge Ninetta, che rassicura Fracasso sull’amore di Giacinta. Cassandro se la prende con Polidoro, per la sua cocciutaggine nel volersi sposare. Rosina sviene dalla paura e, una volta rinvenuta, si trova oppressa dal corteggiamento dei due fratelli. Ma Fracasso giunge trafelato, annunciando la fuga di Giacinta con i denari dei due fratelli, e anche Ninetta è fuggita. Fracasso propone di dare in moglie la sorella a chi la ritroverà (ben sapendo chi sarà a farlo). Con analoghe intenzioni, Simone propone la stessa soluzione per favorire le ricerche di Ninetta.

Atto III
Una strada nella campagna.
Simone trova Ninetta e Fracasso la sua amata Giacinta, Rosina informa Cassandro: Giacinta e Ninetta sono state ritrovate e sposate; Cassandro cerca di conoscere le preferenze della donna, ma viene invitato a nascondersi: si avvicina Polidoro. Rosina se ne prende di nuovo gioco, opponendo continue obiezioni ai suoi progetti di vita coniugale; quindi, nel momento di stringere la mano in pegno, afferra quella di Cassandro e lascia Polidoro con un palmo di naso. Si odono avvicinarsi le voci festanti di Ninetta, Giacinta, Fracasso e Simone. Nel chiarimento definitivo Rosina interviene una volta per tutte a chiarire il suo ruolo nella vicenda, con parziale soddisfazione dello scornato Polidoro. Tutti infine convengono gioiosamente sull’innocenza dell’inganno perpetrato a fin di bene.

Quell’opera non finta e poco semplice!!!
di Salvatore Percacciolo

Immaginate oggi un bambino di 12 anni con un calamaio nelle mani e dei fogli pentagrammati poggiati sul leggio di un bellissimo clavicembalo intento a comporre un’opera lirica?

Certo che no!!! Questo non solo per il fatto che oggi i bambini di 12 anni utilizzano il touch screen al posto del calamaio e siedono comodamente davanti ad un tavolo di design svedese inviando sms o chattando con il compagno di scuola, ma perché purtroppo oggi i bambini di 12 anni sono figli di una società che prova in tutti i modi di appiattire il più possibile la loro unicità e quindi anche il talento. La musica di Mozart però nonostante non sia ‘alla moda’ fa successo da più di 250 anni. Certo, Mozart era un genio, la quale parola in una scala di valori sta ben al di sopra del ‘semplice’ talento. Oggi forse si è un po’ persa la coscienza comune di quello che siano stati i veri geni della storia, nonostante però lo scandire del tempo non fa altro che dargli sempre più valore.

L’opera del bambino è l’inizio di un cammino musicale o meglio l’arrivederci a qualche anno successivo. Ad esempio gli intervalli utilizzati nella linea del canto all’inizio della prima aria di Simone (Troppa briga a prender moglie) o subito il concertato d’inizio, sono gli stessi che utilizzerà qualche anno più tardi per far intonare alla statua del Commendatore: «Don Giovanni, a cenar teco…». Gli stessi identici intervalli, come se Mozart ci invitasse a seguirlo nel suo cammino musicale che parte dal suo primo Minuetto K1 fino al Requiem K626, alpha ed omega della vita musicale di un genio. Pensiamo ad esempio al particolare colore dell’inizio del Requiem con i due corni di bassetto. Ecco, la stessa magia era già presente nel bambino quando ha pensato di inserire due corni inglesi nell’aria di Rosina (Senti l’eco, ove t’aggiri), che a sua volta ci ricorda anche Porgi amor (da Le nozze di Figaro). Il successivo mormorio degli archi sempre nella stessa aria sulle parole «Sussurrar tra fiori e fronde» ci riporta al terzetto del Così fan tutte. Il Finale Atto III, particolarmente complesso e frammentato, dopo il duetto iniziale, e la successiva entrata in scena di tutti i personaggi, invece di condurci al gran concertato finale, ci sospende in una dimensione dove il tempo sembra essersi fermato. La dimensione dell’animo umano, quella atemporale, forse proprio perché il tempo è terreno mentre l’anima no! Ma il sublime Fu colpo d’amore ci ricorda Contessa, perdona de Le nozze di Figaro. Ci ricorda? Come Le nozze non le ha scritte dopo Finta? Sì certo, questo per dire che quando ho iniziato a studiare La finta semplice, il quale titolo musicalmente parlando è inversamente proporzionale al nome dell’opera, in quanto di semplice c’è ben poco, l’ho vista dalla Clemenza di Tito verso Apollo e Giacinto e non il contrario, forse perché lo stesso Mozart amava divertirsi parlando e scrivendo a ritroso!!!

UN’ALLEGRA GUERRA AMOROSA
di Elisabetta Courir

Quando la Fama sceglie gli uomini per condurli ad un certo momento della loro vita comune nel suo domicilio privato, li allontana dall’età mutevole e soggetta al tempo, per fissarli in un’età convenzionale per sempre.

Ci sono immagini che ritraggono Mozart bambino al clavicembalo, con la sua faccetta paffuta incorniciata da un parrucchino incipriato che termina con una coda sulle spalle. Da allora per noi Mozart è diventato un eterno fanciullo e noi siamo legati a quell’immagine. Negli uomini è proprio intorno ai tredici anni che si determina il sesso, mentre prima l’ incertezza nè da la forma di un carattere ambiguo, una vita bianca che si accresce di divinità. Il grande fascino della musica di Mozart è proprio quello di essersi fermata prima di attraversare il dramma della vita e di essere quindi una musica libera dal sesso. È la ragione pura della sua immortalità.

Mozart aveva proprio tredici anni quando compose l’ opera La finta semplice. È un prodotto teatrale del suo tempo dove il compositore dimostra straordinarie doti di assimilazione con adattamento al gusto corrente, consapevole dei più sottili processi comunicativi ed espressivi del teatro musicale. È una commedia che vuole rappresentare non il mondo reale ma la sua estrema semplificazione: un mondo soddisfatto di sè e dei suoi riti, lontano dai conflitti sociali.

Il libretto sembrerebbe di Goldoni, ma già nel 1747 lo stesso titolo era stato recitato a Venezia al Teatro Sant’Angelo nella traduzione redatta da Gasparo Gozzi, da una pièce di Destousches. Inoltre quando Mozart la scrisse per essere realizzata a Vienna nel 1768, furono richiesti tali cambiamenti alla partitura da parte dell’ impresario e dei cantanti, che l’ opera non poté andare in scena.

Tutto questo ha fatto sì che si potesse pensare ad una forma di scrittura aperta nella quale ho inserito una Narratrice che ci accompagnasse all’interno di questa storia dell’animo umano. L’ambientazione vuole avvalersi di uno spazio in continuo movimento, dove in primo piano ci

siano solo la vivacità, la sorpresa e il buon umore che pervadono tutta l’opera, creando l’impressione di un’allegrezza che ci restituisce quel senso motorio di spensierata naturalezza. Gli ambienti sono solo suggestioni dove i nostri personaggi combattono un’allegra guerra amorosa. I loro desideri li sospingono verso un’unione ma la musica suggerisce che la loro casa non debba essere un’ancora, ma un albero maestro, perché ciò che nell’uomo è illimitato vive nella dimora del cielo, la cui porta è la nebbia mattutina e le cui finestre sono i canti e i silenzi della notte.

Salvatore Percacciolo Direttore
Allievo di Piero Bellugi e Jorma Panula, nel 2008 è stato ammesso alla Scuola dell’Opera Italiana presso il Teatro Comunale di Bologna, dove ha approfondito il repertorio lirico con Bruno Bartoletti, Donato Renzetti, Antonello Allemandi, Renato Palumbo, Riccardo Frizza, Nicola Luisotti. Trasferitosi in Germania, è stato più volte assistente musicale presso la Bayerische Staatsoper, la Deutsche Oper e la Staatsoper di Berlino. Vincitore del premio ‘Carlo Maria Giulini’, ha già diretto: Tosca e Madama Butterfly al Festival Puccini di Torre del Lago, La voix humaine di Poulenc, Phaedra di Britten e Le bel indifférent di Tutino per Musica Insieme di Bologna, La serva padrona e Livietta e Tracollo di Pergolesi al Teatro San Carlo di Napoli e al Teatro Comunale di Bologna, Pomme d’api e Monsieur Choufleuri di Offenbach al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, al Teatro Comunale di Bologna e al Teatro Pergolesi di Jesi. Nel 2012 ha diretto per il progetto Opera domani Il flauto magico. Accanto alle produzioni operistiche, ha diretto numerosi concerti sinfonici con: Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra del Teatro ‘Vittorio Emanuele’ di Messina, Mediterranea Chamber Orchestra, Orchestra ‘Gioacchino Rossini’ di Pesaro, Orchestra ‘Giuseppe Verdi’ di Parma, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari e del Teatro Comunale di Bologna, collaborando con solisti quali: Esther Birringer, Regina Chernychko, Luiz Filipe Coelho, Roberto Cominati, Chisato Kusunoki, Calogero Palermo, Giovanni Sollima. Nel 2011 ha diretto il concerto per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia presso il Teatro Lirico di Cagliari, mentre nel giugno 2013 ha diretto un gala verdiano al Teatro ‘Giuseppe Verdi’ di Busseto. La sua curiosità verso i diversi stili musicali lo ha portato a dirigere vari lavori di rock e jazz sinfonico oltre a numerose partiture di autori del nostro tempo, tra i quali Mauro Montalbetti, Nunzio Ortolano, Marco Taralli, Paolo Marzocchi.

Elisabetta Courir Regista
Nata a Bologna, successivamente agli studi classici, ha compiuto il percorso musicale e musicologico a Milano, dove si è formata alla scuola del regista Egisto Marcucci con il quale collabora in modo continuativo dal 1988. Nel 1994 debutta nella regia al Teatro Filarmonico di Verona con Tamerlano di Vivaldi (scene di Emanuele Luzzati, costumi di Santuzza Calì), cui fanno seguito Caritea, regina di Spagna di Mercadante (scene e costumi di Graziano Gregori) per l’inaugurazione del Festival della Valle d’Itria nel 1995, Il Socrate immaginario di Paisiello, La Cenerentola (scene e costumi di Guido Fiorato) per i Teatri di Savona, La Spezia, Imperia. Nel 2000 ha inaugurato la stagione del Teatro La Fenice di Venezia con la messa in scena di Sadko di Rimskij-Korsakov (scene di Lauro Crisman, costumi di Claudia Calvaresi). Ha firmato anche le regie di Orfeo ed Euridice, Dido and Aeneas, Ariodante di Händel, Così fan tutte, La serva padrona, Rigoletto, Il segreto di Susanna di Wolf-Ferrari, La cambiale di matrimonio. Per quest’ultima produzione le è stato conferito il prestigioso premio ‘Tiberini d’oro’ per la miglior regia musicale del 2006. La sua attività nel tempo si è andata sviluppando anche nell’ambito della ricerca e del dialogo tra i diversi linguaggi, realizzando tra l’altro Il sesto giorno di Primo Levi (rappresentazione multimediale in videoconferenza), Auden e Britten (musica e poesia in mostra), la fantasia lirica I canti del mare di Ubaldo Leli (scene del pittore Oscar Piattella), I suoni di pietra di Antonio Doro, La casa dei mostri (sei stanze drammaticamente musicali di Paolo Furlani), Praxodia di Franco Oppo. Per il Teatro Stabile di Calabria ha messo in scena Il giuoco delle parti di Pirandello (scene di Graziano Gregori, costumi di Carla Teti). Al Carlo Felice di Genova ha curato la ripresa dell’edizione storica di Egisto Marcucci de Il Turco in Italia (scene e costumi di Emanuele Luzzati). All’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma ha realizzato Il viaggio a Reims diretto da Kent Nagano. Dal 2001 collabora con il ROF in qualità di preparatore e regista. Tra i titoli realizzati in questo ultimo anno, si ricordano Il signor Bruschino e Don Giovanni. Da diversi anni prosegue il sodalizio con la compagnia teatrale ‘I Fratellini’ di Marcello Bartoli, Dario Cantarelli ed Egisto Marcucci e con essa ultimamente ha realizzato il Mein Kampf di George Tabori.

Francesco Arrivo Scenografo
Come scenografo si è dedicato per molti anni a collaborazioni con emittenti televisive locali di ampia copertura territoriale. Dopo aver avuto esperienze di insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Firenze e presso quella di Roma, dal 2002 è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove tiene i corsi di Scenografia per la televisione e di Scenografia multimediale e Televisiva. Recentemente ha tenuto, presso il museo Punta della Dogana a Venezia per il ciclo di incontri ‘L’Opera parla’, la conferenza/dibattito Edward Kienholz: essere artisti per cambiare il mondo.

Anna Cavaliere Costumista
Dopo gli studi al DAMS e l’apprendistato in atelier a Bologna nel 2005, perfeziona la formazione in sartoria teatrale nel 2006 presso l’Accademia d’arti e mestieri del Teatro alla Scala, con cui attualmente collabora come docente in Storia del costume e dell’acconciatura. È inoltre assistente alla docenza del laboratorio di Textile Design presso lo IUAV di Venezia. Dal 2007 è responsabile di sartoria per il Teatro Sociale di Como, dove fa esperienza come costumista ne La Cenerentola (regia Stefano Monti), L’Italiana in Algeri (regia Riccardo Recchia), Wagner Cirkus (regia Federico Grazzini) e come sarta di scena seguendo le tournées delle produzioni del Circuito Lirico Lombardo. Nel 2012 ha firmato i costumi de Il vecchio principe (regia César Brie) e nel 2014 firmerà quelli de Il barbiere di Siviglia nell’ambito del progetto Pocket Opera.

Salome Jicia Soprano
Fra i precedenti impegni si ricorda l’interpretazione di Mitridate, re di Ponto (Aspasia) di Mozart all’Opera di Tbilisi. Si è esibita in molte città d’Europa, fra cui Berlino, Potsdam, Tbilisi e Roma. Nel 2011 ha partecipato al III Festival internazionale ‘Serenate notturne’ di Batumi e lo stesso anno ha fatto il suo debutto in un recital solistico con la prima esecuzione in Georgia del ciclo di canti Harawi di Messiaen. Nei passati due anni si è esibita al prestigioso Festival georgiano ‘Dalla Pasqua all’Ascensione’ e nel 2012 ha cantato in un’altra prima esecuzione georgiana: i Sechs Orchesterlieder di Schönberg. All’invito della violinista Liana Isakadze, ha cantato la romanza Ne poy krasavica di Rachmaninov. Nel 2012 ha vinto il primo premio al Festival internazionale di musica in Turchia, il primo premio al Concorso internazionale di canto in Armenia e il primo premio al Concorso internazionale di canto ‘Lado Ataneli’. Recentemente ha preso parte al VII Festival di musica da camera di Tbilisi.

Andrea Concetti Baritono
Diplomato al Conservatorio di Pesaro, si è perfezionato in seguito con Sesto Bruscantini e Mietta Sighele. Dopo aver vinto il 46° Concorso Internazionale ‘Adriano Belli’ di Spoleto, ha debuttato al Festival di Spoleto nel 1992. Nel 2000 ha sostenuto il ruolo di Don Alfonso (Così fan tutte) al Teatro Comunale di Ferrara (regia Mario Martone, direttore Claudio Abbado). Ha debuttato al Teatro alla Scala nel 1996 con Armida (direttore Riccardo Muti) e nella stagione 2007/08 vi è ritornato per la prima assoluta di Teneke di Fabio Vacchi (regia Ermanno Olmi, direttore Roberto Abbado). Nel corso della sua carriera, è stato al Festival di Salisburgo (Simon Boccanegra e Falstaff, direttore Claudio Abbado), Bayerische Staatsoper (La clemenza di Tito), Staatsoper di Berlino (L’elisir d’amore), Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma (Così fan tutte, Pulcinella), Maggio Musicale Fiorentino (Simon Boccanegra), Opéra National de Paris (Don Giovanni), Théâtre des Champs Elysées (La Cenerentola, Le nozze di Figaro), Konzerthaus di Vienna (Torvaldo e Dorliska), Teatro São Carlos di Lisbona (Stiffelio), Teatro dell’Opera di Colonia (Don Giovanni), Teatro San Carlo di Napoli (Così fan tutte e Don Giovanni), Carlo Felice di Genova (Die Zauberflöte) e Teatro Regio di Torino (La Cenerentola). Nel corso della stagione 2011/12 ha interpretato Roméo et Juliette (Laurent) nei teatri di Piacenza, Ferrara e Bolzano, Così fan tutte (Don Alfonso) alla Fenice di Venezia. Nella stagione 2012/13 ha interpretato L’heure espagnole al Teatro Massimo di Palermo, ed in seguito Don Giovanni al Teatro Carlo Felice di Genova e al Teatro della Fortuna di Fano, Il marito disperato ad Hong Kong, Pulcinella alla Fenice di Venezia, La Cenerentola (Don Magnifico) alla Hamburgische Staatsoper e Don Pasquale (ruolo eponimo) all’Opera di Roma. Fra i suoi prossimi impegni: L’enfant et les sortilèges all’Opera di Roma e L’incoronazione di Poppea (Seneca) all’Opéra National de Paris.

Elena Belfiore Mezzosoprano
Genovese, si è diplomata al Conservatorio ‘Nicolò Paganini’ sotto la guida di Gabriella Ravazzi. Il suo repertorio spazia dal barocco alla musica contemporanea (Isabella di Azio Corghi al ROF di Pesaro, La legge di Giacomo Manzoni alla Biennale di Venezia, Messer Lievesogno e la porta chiusa di Carlo Galante a Verona e Trento, Il fantasma di Canterville di Claudio Scannavini e Lavinia fuggita di Matteo D’Amico a Modena). Il suo repertorio include inoltre: La Cenerentola, Il barbiere di Siviglia, Falstaff, La scala di seta, Le nozze di Figaro, Les contes d’Hoffmann, L’equivoco stravagante, Don Giovanni, Anna Bolena, La clemenza di Tito, Roméo et Juliette. Nelle ultime stagioni è stata inoltre impegnata in: Lodoïska di Cherubini con la Münchner Rundfunkorchester a Ingolstadt, Maria Stuarda (Elisabetta) al Teatro Verdi di Trieste ed al Teatro Megaron di Atene, Evgenij Onegin (Ol’ga) al Teatro Lirico di Cagliari, Ariadne auf Naxos al Teatro Carlo Felice di Genova, Mitridate, re di Ponto (Farnace) al Festival Mozart de La Coruña, Le nozze di Figaro al Teatro delle Muse di Ancona, Lo frate ‘nnamorato al Festival Pergolesi di Jesi, Il marito disperato di Cimarosa all’Hong Kong Arts Festival con il Teatro San Carlo di Napoli (regia Paolo Rossi, direttore Christophe Rousset). In ambito concertistico ricordiamo le sue apparizioni con la Cyprus Symphony Orchestra (Stabat Mater di Rossini), l’ORT (Das Lied von der Erde di Mahler), l’Orchestra della Fondazione Toscanini a Parma e Piacenza (Shéhérazade di Ravel), la Danish National Chamber Orchestra a Copenhagen (Les nuits d’été di Berlioz), l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Requiem di Mozart, direttore Myung-Whun Chung). Ha inoltre eseguito Die Shöpfung (Eva) di Haydn a Roma (direttore Lorin Maazel).

Raoul D’eramo Tenore

Si forma come cantante, attore e ballerino alla Bernstein School of Musical Theater di Bologna, diplomandosi come uno dei migliori del proprio corso. Dopo il diploma è impegnato come attore e regista di musical. Fonda con altri quattro artisti gli Oblivion (I promessi sposi in 10 minuti), unica vera realtà italiana nel campo del cabaret musicale, con i quali incide due cd musicali. Nel 2005 comincia lo studio del canto lirico. Dal 2010 lavora stabilmente nel teatro d’opera impegnato spesso con l’AsLiCo, inizialmente come protagonista dell’opera contemporanea Lupus in fabula per il progetto Opera domani e successivamente in altre produzioni come Le nozze di Figaro per il progetto Pocket Opera e Il cappello di paglia di Firenze per il Circuito Lirico Lombardo. Per quest’ultima interpretazione ha ricevuto una menzione speciale sulla rivista specializzata «L’Opera». Altre importanti produzioni lo vedono al Teatro Regio di Parma (I vespri siciliani), all’Arena Sferisterio di Macerata (Un ballo in maschera) e al Teatro Filarmonico di Verona (Rigoletto). Studia con Enza Ferrari e con Eugenio Fogliati.

Bianca Tognocchi Soprano

Nata a Como, nel 2010 si diploma brillantemente presso il Conservatorio di Milano. È finalista e vincitrice di numerosi concorsi internazionali: 6° Concorso di canto lirico ‘Principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso’, premio rivelazione al Concorso FMI, finalista al Concorso ‘Alfredo Giacomotti’ di Pavia, tra i vincitori del 28° Concorso ‘Riccardo Zandonai’ a Riva del Garda, vincitrice del secondo premio assoluto e premio del pubblico al Concorso ‘Giannino Zecca’ a Pavia, premio del pubblico al Concorso ‘Anselmo Colzani’, terzo premio al Concorso ‘Franca Mattiucci’ ad Asti, e premio del pubblico al Concorso ‘Magda Olivero’ a Milano. Nel gennaio 2013 è finalista nella 65° edizione del Concorso per giovani cantanti lirici d’Europa. A partire dalla stagione 2010/11 è impegnata in diverse produzioni AsLiCo, tra cui Le nozze di Figaro (Barbarina), La traviata (Annina) e Rigoletto (Paggio). Collabora presso il Tiroler Festspiele di Erl (diretto da Gustav Kuhn) dal 2012: è Susanna (Le nozze di Figaro) e Zerlina (Don Giovanni), mentre nel 2014 sarà Stimme des Waldvogels (Siegfried); è voce solista nella Messa in si minore e nel Weihnachts-Oratorium di Bach; partecipa in qualità di solista al concerto di inaugurazione del nuovo Teatro di Erl (dicembre 2012), e nei concerti di San Silvestro del 2012 e del 2013. Dal maggio 2013 è membro dell’Accademia di Montegral, fondata da Gustav Kuhn. Nel 2012 interpreta Serpina (La serva padrona) per AMG Classica a Genova, e nel luglio 2013 interpreta Fanny (La cambiale di matrimonio) per Ticino Musica a Lugano. Nel 2013 partecipa in qualità di solista ad un ciclo di concerti di musica sacra con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.

Matteo Mezzaro Tenore

Avviato fin da giovane allo studio della musica, affina la propria formazione sotto la guida di importanti maestri quali Zubin Metha, Ottavio Dantone, Gustav Leonhardt, Christopher Hogwood, Ton Koopman, Nicolas Radulescu, Filippo Maria Bressan, Jordi Savall. Nel 2009 ottiene la laurea triennale in canto rinascimentale e barocco e l’anno successivo consegue il diploma in organo e composizione organistica. Parallelamente agli studi accademici, si avvicina al repertorio operistico, che attualmente sta perfezionando sotto la guida del tenore Sergio Bertocchi. Debutta nei ruoli di: Despréaux (Madame Sans-Gêne di Giordano), Rustighello (Lucrezia Borgia), Dottor Cajus (Falstaff), Paolino (Il matrimonio segreto), Beppe (Rita di Donizetti), Guglielmo (Le convenienze e inconvenienze teatrali), Mitrane (Demetrio di Mayr), Nemorino (L’elisir d’amore), Mozart (Mozart e Salieri di Rimskij-Korsakov), Alfredo (La traviata), il marchese della Conchiglia (La Cecchina di Piccinni), cantando sia in Italia che in altri Paesi come Francia, Spagna, Polonia, Svizzera, Austria. In occasione del I Concorso lirico internazionale ‘Premio Etta Limiti’, è stato vincitore di vari premi speciali.

Gabriele Nani Baritono

Nato a Bergamo nel 1979, ha studiato pianoforte prima di dedicarsi al canto compiendo la sua formazione artistica con il soprano Mara Zampieri. La sua carriera l’ha portato al Teatro Regio di Torino, Bellini di Catania, Lirico di Cagliari, Regio di Parma in tournée all’Auditoriun Nacional di Città del Messico, Ponchielli di Cremona, Sociale di Como, Grande di Brescia, Municipale di Piacenza, Alighieri di Ravenna, Comunale di Ferrara, Verdi di Padova, Sociale di Rovigo, Giglio di Lucca, Goldoni di Livorno e al Festival Puccini di Torre del Lago. All’estero ha cantato Il viaggio a Reims (Don Alvaro) al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, Don Giovanni (Don Giovanni) all’Opéra de Massy, Un giorno di regno (Il conte Belfiore) all’Opernfestival-Engadin di St. Moritz e Basilea, Il barbiere di Siviglia (Figaro) al Musikfestspiele di Potsdam. Lavora con direttori quali Zoltán Peskó, Carlo Boccadoro, Donato Renzetti, Paolo Arrivabeni, Alfred Eschwé, Kirill Petrenko, Juraj Valčuha e registi quali Hugo De Ana, Giancarlo del Monaco, Ivan Stefanutti, Marco Gandini, Micha van Hoecke, Luca Ronconi. I ruoli del suo repertorio che maggiormente predilige sono: Figaro (Il barbiere di Siviglia), Malatesta (Don Pasquale), Enrico (Lucia di Lammermoor), Marcello (La bohème). Ha cantato inoltre: Figaro (Le nozze di Figaro), Don Alfonso (Così fan tutte), Belcore (L’elisir d’amore), Germont (La traviata), Sharpless (Madama Butterfly). Tra il repertorio contemporaneo: Il prigioniero e Job di Dallapiccola e le prime rappresentazioni mondiali di Le piccole storie di Lorenzo Ferrero e Arcibaldo Sonivari di Mario Pagotto al Teatro Pavarotti di Modena.

ANNAGAIA MARCHIORO Attrice

Laureata in Filosofia all’ Università Ca’ Foscari, si diploma come attrice alla Scuola d’arte drammatica ‘Paolo Grassi’ nel 2009. Da allora lavora in teatro con numerose realtà italiane. Tra le altre con Andreè Ruth Shammá al Teatro Franco Parenti, Serena Sinigaglia al Piccolo di Milano, Andrea de Rosa all’Ert e fonda la propria compagnia teatrale Le Brugole. Collabora da tre anni con AsLiCo nelle produzioni di Operkids: Nabuccolo (regia Federico Grazzini) e Aida (regia Alessia Gennari). In televisione lavora come comica in alcune trasmissioni (Rai 2, Comedy central, MTv) mentre al cinema ha debuttato con Olivier Assayas alla Mostra del cinema di Venezia 2012 in Aprés mai.

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