Aida
Amore e coraggio
Opera domani – XVIII
Locandina
Libretto di Antonio Ghislanzoni. Musica di Giuseppe Verdi.
Adattamento musicale Alberto Cara
Prima rappresentazione: Il Cairo, Teatro khediviale dell’Opera, 24 dicembre 1871
Il Re Eugenij Bogdanowicz, Mariano Buccino, Riccardo Fassi
Amneris Donatella De Caro, Martina Rinaldi
Aida Alessandra Gioia, Federica Spatola, Clarissa Costanzo
Radamès Giuseppe Distefano, Jaeheui Kwon, Riccardo Paltretti
Ramfis Eugenij Bogdanowicz, Mariano Buccino, Riccardo Fassi
Amonasro / Messaggero Matteo Mollica, Luca Vianello
Guardie, sacerdoti e schiavi Giovanni Longhin, Davide Ranieri
Alberto Torquati, Emilio Zanetti
Direttore
Pietro Billi
Regia
Stefano Simone Pintor
Scene Gregorio Zurla
Costumi Stefania Barreca
Light designer Valerio Tiberi
Orchestra 1813
Nuovo allestimento
Antico Egitto, nell’anno 1000 a.C. circa.
Amneris, figlia del Faraone, sta piangendo sulla tomba di Radamès, il giovane da lei amato. Il Nilo, esondando, ha invaso la trincea seppellendolo per sempre. Attraverso la corrente, un piccolo oggetto giunge fino ad Amneris. È il bracciale della sua schiava. Amneris, capisce che in quella tomba è sepolta anche Aida, sua schiava e rivale in amore. La principessa egizia decide quindi di onorare il loro sincero amore. Prende un fiore di loto e il vessillo glorioso che lei stessa ha donato a Radamès per i suoi meriti in battaglia, e li lega assieme al monile. Gli oggetti, andando a fondo, vanno a toccare i corpi dei due amati. Gli spiriti di Aida e Radamès ora possono finalmente partire rimanere uniti per sempre.
Grazie a un flashback ritorniamo all’inizio della vicenda.
Aida, figlia di Amonasro Re d’Etiopia, vive a Menfi come schiava; gli Egizi l’hanno catturata ignorando la sua vera identità. Suo padre intende liberarla dalla prigionia, ma Aida si è innamorata del guerriero Radamès, ed è ricambiata. Amneris, principessa d’Egitto e innamorata anch’ella di Radamès, intuisce che Aida è sua pericolosa rivale. Appare il Re assieme a Ramfis con un messaggero recante le notizie dal confine. Aida è preoccupata: suo padre sta marciando contro l’Egitto. Il Re dichiara che Radamès, scelto da Iside, guiderà l’esercito contro Amonasro. Il cuore di Aida è diviso tra l’amore per il padre e la patria e l’amore per Radamès. Amneris ingegnosamente spinge Aida a dichiarare il suo amore, mentendole dicendo che Radamès è morto in battaglia; la reazione di Aida alla notizia la tradisce. Risuonano da fuori le trombe della vittoria. Amneris obbliga Aida a vedere con lei il trionfo dell’Egitto e la sconfitta del suo popolo. Aida, disperata, chiede perdono ad Amneris. Radamès torna vincitore. Il faraone decreta che in questo giorno Radamès potrà avere tutto ciò che desidera. I prigionieri etiopi, tra cui Amonasro, sono condotti alla presenza del Re. Aida accorre ad abbracciare il padre, ma le loro vere identità sono ancora sconosciute agli Egizi. Radamès chiede il rilascio dei prigionieri. Il Re d’Egitto, grato a Radamès, lo proclama suo successore al trono concedendogli la mano della figlia Amneris e fa inoltre rilasciare i prigionieri, ma, su consiglio di Ramfis, fa restare Aida e Amonasro come ostaggi. Il Re etiope costringe la figlia a farsi rivelare da Radamès la posizione dell’esercito egizio, per tendere una imboscata. Amonasro ascolta la conversazione tra i due amati e, rivelando la sua identità, fugge con Aida; Radamès, disperato per avere involontariamente tradito la patria, si consegna prigioniero al sommo sacerdote. Amneris desidera salvare Radamès, conoscendone l’innocenza e lo supplica di discolparsi, ma egli rifiuta. Condannato a morte per alto tradimento, Radamès viene sepolto nella trincea, dove anche Aida si è nascosta per stare con lui. I due amanti accettano il loro destino e dicono addio al mondo e alle sue pene. La piena del Nilo arriva a rompere gli argini e i due amanti vengono travolti. Passata la tempesta, un piccolo oggetto giunge fino ad Amneris. È il bracciale che lei stessa aveva donato ad Aida. Un coro di sacerdoti in lontananza e il popolo egizio invocano il dio Fthà per pregare sulle anime di questi due giovani.




