2012 I Capuleti e i Montecchi
2012 I Capuleti e i Montecchi
2012 I Capuleti e i Montecchi
2012 I Capuleti e i Montecchi

2012 I Capuleti e i Montecchi

Tragedia lirica in due atti e quattro parti. Musica di Vincenzo Bellini. Libretto di Felice Romani.
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 11 marzo 1830

Giulietta Damiana Mizzi
Romeo Florentina Soare
Tebaldo Fabrizio Paesano
Lorenzo Pasquale Amato
Capellio Alessandro Spina

 

Direttore
Christian Capocaccia

Regia
Sam Brown

Scene e costumi  Annemarie Woods
Light designer Giuseppe Di Iorio
Movimenti coreografici Matteo Mazzoni

Maestro del coro  Salvatore Sciammetta

Coro AsLiCo del Circuito Lirico Lombardo
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano

Coproduzione Teatri del Circuito Lirico Lombardo, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona

Nuovo allestimento – Progetto vincitore European Opera–Directing Prize 2011

in collaborazione con Opera Europa e Camerata Nuova

 

 

Atto I
Verona, XIII secolo. La città è dilaniata dalla lotta che oppone la famiglia guelfa dei Capuleti a quella ghibellina dei Montecchi. Capellio, principale esponente dei Capuleti, ha chiamato i suoi a raccolta per esortarli alla lotta contro la fazione avversaria e per informarli di come Romeo, capo dei Montecchi, abbia ucciso suo figlio. Contro il parere di tutti, Lorenzo suggerisce di ascoltare il messaggero dei Montecchi con proposte di pace. Capo della fazione guelfa è Tebaldo, che promette a Capellio di vendicare il figlio col sangue di Romeo. A Tebaldo Capellio offre in sposa la figlia Giulietta ed ordina che le nozze vengano celebrate la sera stessa. Lorenzo, che conosce il segreto legame della fanciulla con Romeo Montecchi, sconsiglia il matrimonio accampando il pretesto della malattia di Giulietta. Tebaldo si dichiara pronto a rinunciare alle nozze, ma Capellio lo rassicura che Giulietta sarà eternamente devota a chi vendicherà il fratello ucciso. Giunge, intanto, l’ambasciatore dei Montecchi con proposte di pace: non è altri che Romeo, rientrato in Verona sotto mentite spoglie. Propone che la pace sia suggellata dalle nozze tra Romeo e Giulietta, ma Capellio rifiuta sdegnato, rinnovando i suoi propositi bellicosi. Intanto Giulietta, sola nei suoi appartamenti, compiange la sua sorte e invoca l’amato Romeo. Lorenzo le rivela che il giovane è tornato in città e lo introduce segretamente nella stanza di Giulietta. Romeo si getta nelle braccia dell’amata; alla sua proposta di fuggire con lui, la giovane rifiuta in nome del dovere e dell’obbedienza filiale. Romeo cerca di persuadere Giulietta, che, al risuonare della musica nuziale, si lascia convincere a mettersi in salvo. Nel palazzo di Capellio dame e cavalieri festeggiano le imminenti nozze di Giulietta con Tebaldo. Romeo, introdottosi tra i convitati in abiti guelfi, confida a Lorenzo che mille ghibellini armati sono penetrati in Verona. Lorenzo cerca invano di convincerlo ad allontanarsi da Verona e a rinunciare ai suoi propositi. Un tumulto in lontananza: i Montecchi assalgono un gruppo di Capuleti. Mentre si spegne il clamore, Giulietta giunge in abito da sposa, in ansia per l’esito dello scontro. Romeo cerca nuovamente di convincerla a seguirlo, ma irrompono Tebaldo e Capellio, alla testa dei guelfi armati. Romeo, riconosciuto, riesce a sottrarsi all’ira dei nemici solo grazie all’intervento dei Montecchi.

Atto II
Giulietta è sola nei suoi appartamenti: la battaglia è ripresa e la fanciulla attende, in ansia, che Lorenzo le comunichi l’esito dello scontro. Apprende che Romeo è salvo, ma che l’indomani sarà costretta a sposare Tebaldo. Lorenzo convince Giulietta a bere un filtro in grado di simulare la morte. Giunge Capellio, che Giulietta scongiura di abbracciarla; questi è turbato, ma mette a tacere i propri rimorsi. Manda a cercare Tebaldo e gli ordina di sorvegliare Lorenzo, di cui comincia a diffidare. In una via di Verona, intanto, Romeo – allarmato dalla mancanza di notizie – è in cerca di Lorenzo. S’imbatte in Tebaldo, che lo sfida a duello; ma sul punto di battersi, i due rivali sono trattenuti da una musica funebre: è il corteo che accompagna alla tomba Giulietta, che tutti credono morta. Romeo giunge sulla tomba di Giulietta e, colto da delirio, si rivolge all’amata. Dopo aver ordinato ai suoi di allontanarsi, invoca la salma di Giulietta e si avvelena. Giulietta si risveglia e scorge il giovane amato che pensa sia là perché avvertito da Lorenzo. Appresa la terribile verità, i due amanti si stringono in un ultimo abbraccio; Romeo muore e Giulietta cade riversa sul suo corpo. Giungono i Montecchi, inseguiti da Capellio e dai suoi: di fronte alla tragica scena, Capellio sente ricadere su di sé tutte le conseguenze dell’odio tra le due fazioni nemiche.

QUESTIONE DI STILE…
di Christian Capocaccia

Ogni volta che si rappresenta un’opera musicale, ci si trova di fronte alla questione dello stile dovendo tener conto sia della tradizione, che dell’orientamento dell‘interpretazione contemporanea. In questo si viene influenzati da un insieme di elementi fra cui i propri sentimenti ed il bagaglio di esperienze accumulate nell’arco della carriera musicale. È a volte il ricordo di una particolare rappresentazione, oppure di una incisione preferita, o più semplicemente un entusiastico impulso nello sfogliare una nuova partitura a condizionare le scelte.

Nell’esecuzione è comunque importante, a mio avviso, la ricerca di una certa libertà interpretativa nonostante le restrizioni che lo stile stesso imporrebbe. È dalla sintesi di questi elementi che si concretizza il gesto musicale in grado di far risaltare le migliori caratteristiche di ciascun artista, pur preservando la struttura complessiva e rendendola al contempo una esperienza unica.

In particolare nel ‘belcanto’, e sopratutto per quanto riguarda Bellini, lo stile, con l’estetica che gli è propria, è stato spesso banalizzato e talvolta percepito con un senso di noia, piuttosto che come una piacevole libertà di cui approfittare. Sono convinto che tutto questo dovrebbe contribuire alla impostazione del dramma e suscitare le emozioni nel modo più sottile, nel rispetto della ricchezza del materiale originale e della vastità di possibilità che questo offre.

Inoltre la tavolozza di timbri e di colori che gli interpreti possono utilizzare per mostrare le proprie capacità al meglio è notevole. Questo rende possibile l’esecuzione di questa musica da una grande varietà di cantanti che possono così contribuire con le loro particolari caratteristiche al mantenimento ed all’evoluzione dello stile.

L’uso misurato di un determinato gesto stilistico, come ad esempio il rubato, può ‘sollevare’ e sottolineare questo o quel passaggio, rendendolo una ripetizione nuova e fresca, al servizio dell’interpretazione drammatica. Ci sono mille modi di avvantaggiarsi degli abbellimenti, e delle fioriture, al servizio dei personaggi e del dramma, che si evolve spesso, durante la recita, nutrendosi delle energie della risposta del pubblico e dei musicisti. Ciò che prima veniva considerata una difficoltà tecnica, svanisce e si comincia a far musica. Questo è il risultato più gratificante, ovvero la sensazione di autenticità mista ad una ‘macchina interpretativa ben ‘oleata’. Nessun cast o orchestra assomiglia all’altra, e questo contribuisce ad una infinita successione di scoperte e di valori.

In quest’opera, lo stile può essere utilizzato per ottimizzare i monologhi interiori dei personaggi, le loro intenzioni e, persino, le loro motivazioni psicologiche. L’uso dello stile è simile all’uso degli archetipi, tratteggiando lo specifico ‘linguaggio’ dei personaggi con il suono e le immagini.

Disgustosa, ridicola, impotente: quel piccolo idiota
evidentemente non ha avuto paura che l’ombra di
Shakespeare lo perseguitasse nel sonno.
Hector Berlioz (a proposito de I Capuleti e i Montecchi)

I Capuleti e i Montecchi è un’opera che parla di lealtà, famiglia, amore e lutto. Protagonista una donna che vive da sola in un mondo di uomini, in un’epoca e in un luogo in cui le donne sono oggetti posseduti e venduti, senza diritti ed opinioni; un mondo in cui le donne passano dal padre al marito quasi come in una transazione finanziaria, nel cui scambio l’amore è assente. L’opera si fonda sulla lotta cruenta tra due clan in conflitto: l’amore di Giulietta e Romeo avrebbe potuto essere l’occasione di porre fine a quel conflitto, riunendo le due famiglie, ma questa opportunità svanisce quando Romeo uccide in duello il figlio di Capellio, accecato dall’odio per i Montecchi. Nel nostro spettacolo, abbiamo ricreato – i riferimenti fotografici sono i pregiati lavori di August Sander, Joakim Eskildsen e Cia Rinne – il mondo gypsy della Romania inizio ‘900, in cui le famiglie rom sono profondamente leali verso il proprio gruppo e fieramente aggressivi verso gli avversari. Lo spazio centrale è una sala costruita provvisoriamente dagli zingari per le celebrazioni religiose e i loro incontri. È uno spazio maschile, un mondo rurale di uomini in viaggio, spinti da piacere, lealtà, coraggio e onore. Il sipario si apre su una festa di addio al celibato, rude e chiassosa, in una notte caotica, con le unghie sporche e gli stivali da lavoro infangati. Non ci sono donne: solo Giulietta vagabonda, ignorata dagli uomini (ad eccezione di Lorenzo) che decidono per lei. L’enorme tavolo che riempie la sala è ora il banchetto festivo, poi il letto di Giulietta, infine la sua tomba. Come in una tragedia greca, gli eventi precipitano nell’arco di un giorno, dall’alba all’alba.

Sam Brown

CHRISTIAN CAPOCACCIA Direttore
Di recente, è stato nominato direttore musicale della Stamford Young Artists Philharmonic e il prossimo ottobre dirigerà Dr. Miracle di Bizet alla Dallas Opera, dove torna per la prima volta da quando ha lasciato la compagnia nel 2011. Nella stagione 2011/12 ha lavorato con i giovani cantanti del 10th International Opera Program di Artescénica in Messico, a Torreón e Saltillo, ed ha diretto le produzioni della Manhattan School of Music’s Opera Scenes, con la regia di Richard Gammon. In primavera, sostituendo all’ultimo momento un collega, ha diretto in prima esecuzione argentina La Pasión según San Marcos di Golijov al Teatro Colon, riscuotendo un grande successo ed apprezzamento da parte del teatro e degli artisti coinvolti.

Nato a Roma, ha iniziato a studiare violino all’età di nove anni, diplomandosi presso il Conservatorio di S. Cecilia con Paolo Ciociola e perfezionandosi a New York con la celebre violinista Nina Beilina. Ha studiato composizione, con Boris Porena e Luciano Pelosi, e direzione d’orchestra con Piero Bellugi e Donato Renzetti. Laureatosi presso la Indiana University Jacobs School of Music di Bloomington con David Effron, ha partecipato a delle masterclass con Herbert Blomstedt, Gustav Meier e Leonard Slatkin. Ha debuttato nel 1997, dirigendo il concerto inaugurale della prima edizione del Festival Mundi a Roma, e nel 2002 ha diretto al Festival Euro Mediterraneo di Roma, debuttando con l’Orchestra di Roma e del Lazio. Nel 2008 partecipa all’Aspen Music Festival, dove è direttore cover ne La Cenerentola e dirige numerosi concerti sotto la supervisione di David Zinman and Murry Sidlin. Nel 2009 è direttore residente del Fischer Center al Bard College, dove segue la produzione de Les Huguenots e dirige l’American Symphony Orchestra in alcuni concerti wagneriani. Nel 2011 si sono conclusi i tre anni come assistente di Graham Jenkins alla Dallas Opera, dove aveva seguito le produzioni di Don Giovanni, Roméo et Juliette e Rigoletto.

Tra i suoi incarichi passati, è stato direttore assistente alla Indiana University Opera Theatre, del IU New Music Ensemble e allo State University of New York College di Fredonia. È stato invitato negli Stati Uniti ed in Europa a dirigere presso: Parco della Musica e Teatro Farnese di Roma, Lyric Opera House of Baltimore alla guida dell’Orchestra di Roma e del Lazio, The Moscow Ballet Orchestra, Orchestra Sinfonica Città di Grosseto, Orchestra Città Aperta, International Chamber Ensemble, Orchestra da camera delle Marche e Orchestra Sinfonica di Pesaro.

SAM BROWN Regista

Regista teatrale e di opera, ha studiato letteratura classica ad Oxford e regia teatrale al Birbeck College di Londra. Nel 2006/7 è stato aiuto regia al West Yorkshire Playhouse e nel 2009/10 all’Opera North. Nel 2011, insieme alla scenografa Annemaria Woods, ha vinto due prestigiosi premi di regia: EOP (European Opera Directing Prize) di Opera Europa e Camerata Nuova, e il Ring Award di Graz. Nel 2011, ha debuttato alla Bayerische Staatsoper di Monaco con Sigurd the Dragonslayer di Andy Pape, firmando l’anno dopo la regia di Jakob Lenz di Rihm alla English National Opera. Nella prossima stagione 2012/13 firma le regie di: Der Zigeunerbaron (Klagenfurt), The Triumph of Time and Truth di Händel e The Triumph of Beauty and Deceit di Gerald Barry (Kalrsruhe), The Importance of being Earnest di Gerald Barry, in prima mondiale (Opéra de Lorraine) e La Cenerentola (Lucerne).

ANNEMARIE WOODS Scenografo e costumista
Vincitrice, insieme a Sam Brown, dell’EOP (European Opera Directing Prize) di Opera Europa e Camerata Nuova, e del Ring Award di Graz, ha firmato le scene di numerose produzioni tra cui: Jakob Lenz (English National Opera), The Importance of being Earnest (Opéra de Lorraine), Der Zigeunerbaron (Klagenfurt), Sigurd the Dragonslayer (Bayerische Staatsoper di Monaco), The Turn of the Screw (NI Opera), Káťa Kabanová (Landestheater Coburg), Albert Herring (Aldeburgh Music, Snape). Ha inoltre firmato le scene digitali di Alice in Wonderland (Scottish Ballet). Per il teatro, ha inoltre lavorato in: Over Garden’s Out (Riverside Studios); Twelfth Night e As You Like It (Classic Stage Ireland); Mother Teresa is Dead e Picasso’s Women (Focus Theatre Dublin); Well of the Saints e The End of the Beginning (Riverside Theatre, Coleraine). Per il Contact Theatre di Manchester, ha firmato le scene di You Hang Up First and Bro9, vincitore nel 2004 per il miglior progetto scenografico del Manchester Evening News Theatre Award. Di recente è stata invitata da Opera North come assistente scenografa di Antony McDonald, che firma regia e scene di Maria Stuarda. Tra i prossimi impegni: La Cenerentola (Lucerne).

GIUSEPPE DI IORIO Light designer
Ha studiato alla Guildhall School of Music and Drama di Londra, lavorando sin dagli anni ’90 come light designer e scenografo per l’opera, il teatro, la danza, la moda e architettura d’interni. Di recente ha firmato il progetto luci di: Mittwoch aus licht, La traviata, Idomeneo, Otello, Life is a Dream (Birmingham Opera); Boris Gudonov, My fair Lady, The Makropulos Case (Teatro Mariinsky di S. Pietroburgo); Lady Macbeth of Mzensk (Gotheborg Opera); Una Fiesta Para Boris di Bernard (Can Felipa Barcelona); Mosé in Egitto (ROF 2011, Premio Abbiati); Hansel and Gretel (Opera Northen Ireland); Albert Herring (The Snape Aldeburgh); Carmen, Ernani, I puritani (Teatro Comunale di Bologna, in tournée a Tokio e Kyoto); Don Giovanni (Salisburgo); Die Entführung aus dem Serail (Opera di Roma); L’elisir d’amore (NCPA Beijing China, Glyndebourne, Houston Grand Opera); Die Gezeichneten (Teatro Massimo di Palermo, Premio Abbiati); Manon Lescaut (La Fenice Venezia, Filarmonico Verona); Zaide (La Coruna); La boheme, Rigoletto, Xerses, Cavalleria / Pagliacci (Greek National Opera); Don Carlos, Walküre, Sigfrid, Götterdammerüng (Sao Carlo di Lisbona); Otello (Salisburgo, Opera di Roma); Faust (Bordeaux Opera); La traviata, Salome (Malmo Opera); Der Zwerg, Faust, La clemenza di Tito (Teatro Regio di Torino); Anna Bolena (Filarmonico di Verona, Teatro Massimo di Palermo); Die Zauberflöte (Teatro Bolshoi di Mosca); Ascanio in Alba (Teatro alla Scala di Milano). Ha inoltre firmato scene e luci di: Elektra e Cassandra (Teatro Bellini di Catania); Carmen (Saarlaendisches Staatstheater); Il trovatore (Nurnberg Oper); Macbeth (Munster Oper); Otello Kiel (Oper ); Semele (Scottish Opera, Florentine Opera Milwaukie). Tra i prossimi impegni Das Rheingold al Teatro Massimo di Palermo e La fanciulla del West al Teatro alla Scala di Milano.

SALVATORE SCIAMMETTA Maestro del coro
Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio L. Marenzio di Brescia, proseguendo gli studi di composizione con Angelo Bellisario e Irlando Danieli. Al Conservatorio G. Verdi di Milano ha ottenuto il diploma in direzione di coro con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale. Con Diego Fratelli ha studiato polifonia rinascimentale all’Accademia Internazionale della Musica di Milano e al Conservatorio T. Schipa di Lecce, conseguendo in tale disciplina il diploma accademico di II livello con il massimo dei voti e la lode. Dal 2001 al 2008 ha seguito i corsi tenuti da Monica Scifo sul Metodo funzionale della voce presso il centro Ar.Suo.Mo di Milano. Nel biennio 2004- 2006 ha insegnato Prassi esecutive rinascimentali al Conservatorio di Milano per le classi del Triennio di Direzione di coro. Ha scritto saggi sulla polifonia antica per la rivista La Cartellina e pubblicato per la casa editrice Libroforte. Come direttore di coro ha fondato e diretto numerosissimi gruppi, affrontando diversi repertori e tenendo concerti in Italia e all’estero. Nel 2011 ha iniziato la sua collaborazione con il Coro AsLiCo, prendendo parte alla produzione di Rigoletto.

FLORENTINA SOARE Mezzosoprano
Nata in Romania, ha compiuto i suoi studi musicali a Bucarest, laureandosi nel 2012 all’Università nazionale di musica sotto la guida di Claudia Codreanu. Nel 2009 si perfeziona con M. Freni presso il Corso CUBEC di Modena e negli anni seguenti partecipa alle masterclass di M. Krilovici, V. Cortez, E. Cornelius Lund, M. Berti, D. Barcellona, K. Widmer. È vincitrice di numerosi concorsi: Concorso di canto ‘Paul Constantinescu’ di Ploiesti in Romania (2009 e 2010), 63° Concorso AsLiCo e Premio dell’Accademia Mozarteum di Salisburgo (2012). Svolge attività concertistica in Italia e in Romania e canta nel 2009/10 ne La Resurrezione di Händel a Bucarest. Nel 2012 ha debuttato nei ruoli di Ruggero (Alcina) all’Opera Festival Cluj e di Maddalena (Rigoletto) all’Opera Festival di Irkutsk in Russia.

DAMIANA MIZZI Soprano
Nata a Fasano, si è diplomata in canto con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Monopoli, sotto la guida di M. G. Pani; successivamente ha seguito le masterclass di N. De Carolis, M. Custer, S. Giannini, D. Colajanni, A. Antoniozzi, D. Barcellona e A. Felle, con la quale attualmente si perfeziona. È membro effettivo del corso di alto perfezionamento dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia Opera Studio, tenuto da R. Scotto, A. Vandi e C. Scarton. Nel 2008 ha conseguito presso il Conservatorio di Monopoli il master di primo livello, durante il quale si è esibita accompagnata dall’Orchestra della Società dei Concerti di Bari. Si è laureata con lode in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Bari. È vincitrice di numerosi concorsi: 63° Concorso AsLiCo, X edizione del Concorso Lirico Internazionale ‘Ottavio Ziino’, XII edizione del Premio Internazionale ‘Valerio Gentile’, IX Concorso europeo ‘Don Matteo Colucci’. Debutta giovanissima nel 2004 nel ruolo di Rosina (Il barbiere di Siviglia di Paisiello), e nel 2005 interpreta Valencienne (Die lustige Wittve). Seguono i ruoli di: Despina (Così fan tutte); Lauretta (Gianni Schicchi); Sofia (La furba e lo sciocco di D. Sarro, in prima nazionale); Erighetta (Erighetta e Don Chilone di L. Vinci); Musetta (La bohème); Serpina (La serva padrona, nella doppia versione di Pergolesi e Paisiello). Nel 2010, presso il Parco della Musica di Roma, partecipa alla rassegna ‘Tutti a Santa Cecilia’, nella commedia giocosa di Roberta Vacca Chi rapì la Topina Costanza? e nel giugno interpreta nuovamente Despina nella produzione di S. Cecilia; per Stresa Festival interpreta Elisetta (Il matrimonio segreto, dir. A. Battistoni). Nel 2011 debutta come protagonista ne La piccola volpe astuta (Parco della Musica di Roma, dir. M. Angius). Interpreta Despina per il Reate Festival 2011 (Orchestra da camera di Mantova, dir. K. Nagano) ed è nuovamente Serpina nelle capitali di Estonia, Lettonia, Ucraina e Lituania, con la regia di C. Scarton e la direzione di F. Maestri. Successivamente canta in prima assoluta dei pezzi di L. Gregoretti e G. Guaccero al Festival Nuova Consonanza di Roma. È docente di canto nei corsi preaccademici del Conservatorio di Roma e collabora stabilmente con diverse formazioni vocali e da camera.

FABRIZIO PAESANO Tenore
Nato a Napoli nel 1985, si appassiona al canto ed inizia giovanissimo ad esibirsi con una certa regolarità in spettacoli e concerti che spaziano dalla musica sacra alla canzone napoletana. Nasce nel frattempo l’interesse per la musica lirica che lo porta ad intraprendere la formazione musicale e vocale al Conservatorio di Salerno sotto la guida di M. Laurenza. Nel 2009 vince il Concorso Luigi Denza a Castellamare di Stabia e nel 2010 debutta al Teatro Sociale di Como nel ruolo di Elvino (La sonnambula) come finalista idoneo del 61° Concorso AsLiCo. La stagione 2011 inizia con la collaborazione con il Palau de les arts Reina Sofia di Valencia per L’elisir d’amore (prova generale aperta al pubblico in sostituzione di Ramon Vargas) e prosegue con la riconferma come Fadinard nella produzione del Circuito Lirico Lombardo de Il cappello di paglia di Firenze (con repliche a Savona, Pavia e Rovigo).

PASQUALE AMATO Baritono
Nato a Napoli, intraprende lo studio del canto lirico sotto la guida di C. Desideri e continua gli studi con A. Bertacchi ed A. Patalini. In seguito si perfeziona con B. M. Casoni, M. Yordanova, G. Zappa e con J. Smith. Si diploma in canto al Conservatorio A. Scontrino di Trapani. Nel 2006 è stato finalista del IV Concorso ‘Ruggero Leoncavallo’ di Potenza e nel 2007 del I Concorso ‘Città di Bologna’. Ha la responsabilità artistica del Capri Opera Festival, rassegna operistica giunta alla V edizione. Ha interpretato i ruoli di Rigoletto (Rigoletto), Marcello (La bohème), Enrico Ashton (Lucia di Lammermoor) nell’ambito di serate musicali organizzate dall’Università di Gallarate (MI). Nel 2010 prende parte alla stagione del Circuito Lirico Lombardo nel ruolo di Capo della Guardia (Medea) e di Marchese d’Obigny (La traviata); è Angelotti in Tosca per il progetto Pocket Opera. Nel 2011 è Nabucco per il progetto Opera domani, in scena nei più importanti teatri italiani, poi Monterone (Rigoletto) nei teatri del Circuito Lirico Lombardo oltre Jesi, Fermo, Teatro Arcimboldi di Milano e a Reggio Calabria. Dal 2006 svolge attività concertistica nazionale ed internazionale, partecipando a tutti gli appuntamenti italiani di «Viva Verdi» ed alle stagioni del Bassiano Musicafestival (Lt).

ALESSANDRO SPINA Basso
Ha studiato canto presso il Conservatorio G. Verdi di Milano con G. Canetti, perfezionandosi con i maestri F. Bandera e L. Scipioni. Ha collaborato con importanti registi quali Cristina Pezzoli, Ivan Stefanutti, Stefano Vizioli, Robert Carsen, Gino Zampieri, Roberto De Simone, Stephane Braunschweig, Micha Van Hoecke, Joseph Franconi Lee, Hugo De Ana, Daniele Abbado, Damiano Michieletto, Massimo Gasparon, Luca De Fusco, Giorgio Ferrara, Ruggero Cappuccio, Peter Stein, Leo Muscato. Fra i direttori d’orchestra ricordiamo Michele Mariotti, Bruno Casoni, F. Maria Bressan, B. Reynolds, Maurizio Benini, Aldo Sisillo, Giacomo Sagripanti, Carlo Montanaro, Stefano Ranzani, Daniele Callegari, Francesco Maria Colombo, Daniele Gatti, Juraj Valcuha, Wolfgang Sawallish, Massimo Zanetti, Piergiorgio Morandi, Michele Mariotti, Roberto Abbado, Pinchas Steiberg, Asher Fisch, Riccardo Muti. Ha interpretato i ruoli di Don Alfonso (Così fan tutte – tournée del Teatro San Carlo in Chile); Frère Laurent (Roméo et Juliette, Filarmonico di Verona); Lunardo (I quatro rusteghi, Pisa, Livorno, Lucca); Angelotti (Tosca, Arena di Verona, Regio di Parma, Fenice di Venezia, San Carlo di Napoli, Opera di Roma); Colline (La bohème, San Carlo di Napoli, Malibran di Venezia, Fermo, Treviso, Jesi, Ascoli Piceno); Don Pasquale (ruolo eponimo, Circuito Lirico Lombardo); Simone (Gianni Schicchi, Piacenza, Livorno, Modena, Ferrara, Ravenna, Lucca, Pisa e inciso in dvd da RAI TDK); Zuniga (Carmen, dena, Piacenza, Ferrara, Ravenna). Ha partecipato alla inaugurazione della stagione 2009 del Teatro alla Scala nel Don Carlo (Deputato fiammingo). Nel repertorio sacro ha cantato composizioni di Britten, Fauré, Mozart, Saint-Saëns e Mercadante.

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